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Tra passato e presente, guardando al futuro.

RICORSI STORICI E LA PRAPAGANDA DEL FASCISMO

1) Tra passato e presente, guardando al futuro.

 

I nuovi invasori

 

La narrazione voice-over proclama autorevolmente: "Il 7 aprile 1939 le Truppe Italiane sbarcavano sull'altra sponda dell'Adriatico". Questo segna l'inizio di un fascismo revisionista conto dell'invasione dell'Albania. Ora ["consapevole del suo destino di civiltà"] le persone felicemente e volontariamente resa tra le braccia del Duce. Dopo una lunga serie di successi da parte del governo italiano in Albania - ospedali, scuole, case - la voce fuori campo conferma: "per Merito dell'Italia, tra La Pura e gagliarda Gente d'Albania Entra La Civiltà"

[" Grazie a Italia, tra gli albanesi puri e vigorosi, la civiltà occupa il suo posto "]. Il documentario si termina con l'arrivo del ministro degli affari esteri Galeazzo Ciano In città portuale del Durazzo.

Questa immagine in bianco e nero svanisce, sostituito di un altro arrivo nel 1991. Due uomini d'affari italiani, Fiore e Gino, arrivano a Durazzo. I nuovi invasori gli uomini d'affari italiani ora ritornano in Albania per " civilizzare " Ciò che è rimasto della terra dopo cinquanta anni di regime comunista crudele. Questa realizzazione scaletta che si sovrappone l'Italia, l'Albania, e alla fine l'America è una costante per tutto il film. I tre

paesi sono indicati in un ciclo di riferimenti incrociati finalizzati a individuare i loro destini incrociati inquietanti nel corso del XX secolo. Michele e Gino, sono anche una testimonianza di prospettiva personale di Amelio. Dalla scena introduttiva di cinegiornale del 1939 saltiamo al futuro, nel 1991, il primo anno dopo il crollo della dittatura comunista, che lanciò il paese nel caos. Il titolo sovrapposto ci dice che è di nuovo al porto di Durazzo, mezzo secolo dopo, 52 per l'esattezza. Il popolo albanese è in subbuglio, come gridano: "Italia, tu sei il Mondo!" Amelio sembra di fare una prima proiezione degli eventi in cui l'entusiasmo della gente sopravvive mentre le sue condizioni sono peggiorate, e il caos e disordini ha sostituito presunto ordine del cinegiornale del regime fascista. Lamerica mette sotto accusa il modo di esser in Italia, ciò che siamo diventati; nello stesso tempo il film è specificamente italiano, estremamente italiano, ma su une Italia che non c’è più, c’è forse in altre parte del mondo e che noi abbiamo dei doveri verso i nostri padri e il nostro passato.9 Amelio in conversazione con Goffredo Fofi (“Lamerica e il film che ho girato più vicino a casa mia tra tutti quelli che o fatto. Tornare con i bambini a Reggio Calabria per “Il ladro di bambini.” È stata la stessa cosa andare con Fiore e Gino a Tirana, Tirana era lontana nel tempo più che nello spazio”.)

Una delle idee principali che appare è quella di fare il meglio che qualunque persona nel futuro non può permettersi di ignorare il passato analizzando il presente.   Il film di Amelio contiene lo stesso tipo di denuncia delle ingiustizie così tipico del classico neorealismo opere del passato, e il suo film volle fare capire come l'Italia è cambiata dai tempi in cui Rossellini, De Sica e Visconti immaginando l'Italia come Albania degli anni 90. Nel suo tentativo di presentare un resoconto accurato delle condizioni sociali sia in Italia contemporanea e nei Balcani, lamerica                                                                                                                

riproduce un importante collegamento tra cinema italiano contemporaneo e il suo patrimonio cinematografico del neorealismo.  

Dalla scena introduttiva di cinegiornale del 1939 saltiamo al futuro, nel 1991, il primo anno dopo il crollo della dittatura comunista, che lanciò il paese nel caos. Il titolo sovrapposto ci dice che siamo di nuovo al porto di Durazzo. Il popolo albanese è in subbuglio, come gridano: "Italia, tu sei il Mondo!" Come gli spettatori Italiani dai cinegiornali LUCE degli anni quaranta erano manipolati dalla propaganda fascista, gli albanesi sono stati influenzati dai programmi e dalle esagerate immagini di benessere10Amelio sembra di fare una prima proiezione dei eventi in cui l'entusiasmo della gente sopravvive mentre le sue condizioni sono peggiorate, e il caos e disordini hanno sostituito presunto ordine del cinegiornale del regime fascista.

Il personaggio di Selimi (Piro Milkani) è introdotto subito dopo il personaggi di Fiore (Michele Placido) e Gino (Enrico Lo Verso) i due faccendieri italiani in cerca di facili guadagni arrivano con un fuoriserie giapponese una Suzuki non a caso targato Bari, la citta dove erano sbarcati molto dei profughi ripresi dai servizi della RAI segno di privilegi e potere11 in quanto accolgono l'ex politico nel loro veicolo.

Gli albanesi sono facilmente attratti dalla comparsa della jeep ei suoi passeggeri Italiani come importanti imprenditori, anche la polizia sembra osservare con ammirazione e lì e concesso di attraversare il cancello, mentre centinaia se non migliaia di albanesi poveri e sconvolti cercano di raggiungere il porto.

Fare arrivare Fiore e Gino su quattro ruote, inoltre, mi ha permesso di annegarli sin dall’inizio nella marea di gente che invade le strade e cerca                                                                                                                

10 itlica  volume  73  numero  3  Albanitaliamerica:  viaggio  come  sordo  sogno  in  

Lamerica  di  Gianni  Amelio  Antonio  Vitti,  pp-­‐253. 11 Ivi,  pp-­‐251

di arrivare al porto12 Il contrasto qui tra passato e presente, albanesi e italiani, porta un tono catastrofico dall'inizio. Agli occhi di molti albanesi, Fiore e Gino sono accolti come portatori di speranza e di futuro benessere. Una delle implicazioni effettuati dalle parole "Italia, tu sei il Mondo!" è che 50 anni più tardi, e dopo il crollo della dittatura comunista, per gli albanesi Italia significa ancora il mondo. In auto è Fiore che dirige e conduce la conversazione, uomo avido e paternalista, che fin dal viaggio in jeep da Durazzo a Tirana impone la propria personalità, più attraverso il dialogo e la voce volgare e arrogante che attraverso l’immagine (la macchina da presa cerca infatti di mantenere un certo equilibrio fra i due italiani). L’uomo rifiuta ogni contatto che non sia superficiale con la realtà albanese e la sua gente, e lo spettatore si trova spesso al suo fianco, portato a percepire il suo fastidio per lo spreco di forze e di terreno ma anche per l’apparente stupidità dell’intero popolo albanese; questo, infatti, viene considerato da Fiore un insieme di uomini che non sanno affrontare la vita – perché non sanno come arricchirsi – e pensano che l’Italia sia “il mondo”, ovvero presenti tutte le opportunità di felicità e ricchezza che la loro quotidianità non può offrire, come afferma il loro slogan fuori dal porto di Durazzo. Fiore però pensa di saper usare tanto bene l’oratoria da ingannare chi considera “bambini”, e le sue parole al tono alto ma povero di contenuto e vuote e il tono sicuro ricordano da vicino il commentatore del cinegiornale fascista che ha accompagnato i titoli di testa. Il suo comportamento si conforma quindi all’atteggiamento coloniale. Rispondendo alla domanda di Fiore, Selimi dice che l'Albania è governata dalle stesse persone, ciò che cambia è solo il nome del partito. Tale situazione politica è simile di Italia il 1990 in Italia a visto molti cambiamenti nei nomi dei partiti politici, le politiche e                                                                                                                

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gli orientamenti, e l'inizio delle "Mani Pulite" svolge un’inchiesta di corruzione. Selimi risponde proverbiale non sembra provocare una particolare reazione nei due italiani, una piena comprensione di Gino attraverso la sua transizione.

Amelio sembra aver creato una duplice storia in Lamerica:

Uno di questi e il passato in Balcani e la storia recente di una popolazione vittima, in stretta dai regimi predatori e l'altra di riferimento per il clima presente in Italia. Che gli italiani e albanesi allo stesso modo, si dice su Albania, spesso diventa uno specchio dello stato politico e sociale degli affari nella stessa vicina Italia. Dialoghi del personaggio fano riferimento di un clima passato e mostrano un atteggiamento del presente.

Un altro suggerimento di come i legami con il passato non può mai essere ignorato ne essere tagliato. Selimi dice che gli albanesi sono poveri e hanno bisogno di capitali. Il personaggio di Gino qui mostra la sua fiducia e un po'ingenuo nel sistema imprenditoriale assicurando: "Arrivano i capitalizzazione, Arrivano" Il sprecare del risorse che Fiore sottolinea e suggerendo a Selimi che tutte le nuove case avrebbero potuto costruire con il cemento sprecato su bunker lungo la strada, potrebbe ben rappresentare il contrario di Fiore e proprio schema egoista e corrotta capitalista che li ha portati lì. In realtà la fabbrica di scarpe che promettono di mettere su sarà meno importante e meno utile dei bunker visibili per le strade. Sulla stessa linea si potrebbe applicare la spiegazione di Fiore della situazione albanese. “Siete staticamente viziati lo Stato ha sempre pensato A tutto” per Fiore e Gino che sono in ricerca di soldi facili di ricchezze. Qui i due italiani sono il esempio di come ogni atteggiamento corrotto, se in origine fascista o comunista, o qualunque sia il fondo o classe sociale, è dura a morire.

Fiore e Gino tipici forse anche un po'troppo, di quella che spesso e stato fatto in Italia. Aprono una fabbrica che non produrrà mai nulla,

s'inventano un presidente di comodo si preparano a ottenere qualche miliardo di contributi da Roma.

La storia di Lamerica e une specchio della cronaca italiana dall'affarismo Sporco, dall'uso cinico della corruzione, dalla truffa allo Stato in comunella con i Suoi funzionari. La cronaca porta il film di ben più nel profondo con spiro in realtà si chiama Michele, e uno dei tanti italiani mandati dal fascismo in Albania con la falsa promessa d'un futuro13 Nel cinema di Amelio Lamerica diventa una ricerca d’identità, attraverso il viaggio fisico e morale, il recupero di valori affidabili su cui costruire un futuro altrettanto degno.

Hotel Tirana

Hotel Tirana svetta sopra tutti edifici della capitale albanese e domina con la sua architettura nel centro la piazza Skanderbeg dedicato all’eroe nazional. È lì che Gianni Amelio nell’agosto del 1993 stabilisce il quartier general del film.14 Selimi accompagna i due italiani in hotel, “lo stesso luogo, dove ano alloggiati Albano e Romina-una famosa coppia di cantanti italiani,” dice Selimi come per fornire una forma di garanzia della sua qualità e prestigio. Fiore risponde, un po'ambiguo, “che loda il successo della coppia.” Presso l'hotel Fiore e Gino sono presentati a un gruppo di albanesi, amici di Selimi. Particolare attenzione è dedicata a una donna,

"La donna Che a spinto il busto del dittatore," proclama orgogliosamente Selimi. La televisione italiana in sottofondo, gioca una prima indicazione sulle preferenze di albanesi, se non solo, la scelta di rete, anticipando gli                                                                                                                

13  Gli  anni  '90  al  cinema.  Dizionario  dei  grandi  film,  Roberto  Escobar,  Luigi  Paini,  

Editore:  Raffaello  Cortina,  1999,pp,  248.  

14  Gianni  Amelio,  Lamerica,  Film  e  storia  del  film.  A  cura  di  Piera  Detassis.  

albanesi osservanti con adorazioni verso l'Italia di fronte a quello che sembra essere uno dei suoi più celebri 'santuario, televisione. Poco dopo Amelio tagli in una stanza, dove i personaggi di Fiore, Gino, Selimi, e la donna, sono riuniti attorno a un tavolo, svelando di essere il luogo in cui le offerte pretenziose sono messe sul tavolino e le promesse sono fatte. Fiore dice alla donna che lei sarà il presidente della società di scarpe, "Alba Calzature". Il nome dato alla società potrebbe ben riferirsi metaforicamente agli inizi della calzatura progetto industriale desiderata, così come per la donna, e le donne albanese in generale, che sembrano rappresentare la maggior parte della forza di lavoro in fabbrica. In italiano la parola "Alba", significa il sorgere del sole, allo stesso modo si ripete come un nome di donna. I molti lavoratori riuniti da Fiore e il suo partner albanese, gli ex lavoratori dalla fabbrica di scarpe, sono, infatti, quasi tutte donne, rispetto ai tutti gli uomini sul camion diretti verso il porto. La scelta del nome deve quindi riflettere la loro strategia imprenditoriale di sollevare le aspettative e sogni che favoriscano, alla ricerca di loro come impegno personale di produzione. D'altra parte, Selimi ha i suoi piani, non importa quali sono le condizioni politiche e sociali di Albania per lui po’ affondare.

Mentre Fiore offre, il posto del titolare alla donna albanese, Gino richiama la sua attenzione da parte per dimostrargli che Selimi e la donna, infatti, hanno lo stesso cognome. Scoperto quello che sembra essere una frode da parte albanese, Fiore ora si alza, volge le spalle alla telecamera e comincia a gridare, chiedendo con rabbia e con un tono retorico, se abbiano intenzione di ingannare lui: "Io non mi devo arrabbiare Allora Cerchiamo di non fare i furbi Mi volete prendere per fesso?" Dopo Selimi giustifica la sua scelta (dicendo che sono lontani parenti tra loro, cugini di terzo grado) e minaccia di andarsene con la donna mentre ne va, Gino ferma selim e comincia a parlare in tono comprensivo li racconta la

regola su cui si basa la pratica vecchia e diffusa del corruzione mostrato in Lamerica. Gino mette la sua mano sulla spalla di Selimi qui si percepisce la sua offerta di false solidarietà.

Al mio Paese c'era Una vecchietta che chiedeva l'elemosina per ragioni di tasse, uno gli ha intestato gli alberghi ... capisce Adesso quello che ci serve? Ci serve una testa di legno, uno che fa quello che diciamo noi. “Dove li tenete i vecchi?" Mettendo in relazione il racconto proveniente dal suo paese, come indicato dalle parole "[al] mio Paese" Gino chiarisce da dove, e come si fa in modo loro, girare la legge senza scrupoli in loro favore, lui e Fiore programmano il loro piano di truffa. La persona senza nome della frode nel racconto di Gino può anche essere considerata come proprio padre. Certe abitudini sono spesso tramandate da padre in figlio, come riferimento di Fiore al "Niger elettronico" quando racconta a Gino della frode che ha compiuto con successo in Nigeria con suo padre. L'intera sequenza precedente è anche un riconoscimento sottinteso al potere tipico di corruzione per unire "uccelli di una piuma", non importa la loro lingua, la cultura, i patrimoni, e valori.

La forza che motiva e riunisce i due truffatori italiani e truffatore albanesi sono i soldi facili ritratti come iena. In una delle scene finali, l'autorità di polizia, come risposta al tentativo di giustificare l’accusa di frode sul Luigi Cotrali (nome completo del personaggio di Gino) pronuncia "Economia Albanese E morta, ma i Morti non si lasciano ai cani per strada." Attraverso tali linee, Amelio fornisce lo spettatore con una definizione univoca della vera natura di carattere e caratteri simili di Gino. Quando Gino racconta Selimi la storia italiana della donna anziana, dopo la quale uno 'di sua conoscenza' ha affidato due hotel al fine di evadere le tasse, si sta raccontando una vecchia storia, e l'abitudine di imbrogli, e allo stesso tempo si sta rivelando una delle idee principali al centro del trama di Lamerica. Una pratica elaborata di finzione era alla

base della crescita del regime fascista sul popolo. Essi sono considerati come le famose ”false promesse"15

Con l’utilizzo e metodi e strategie d’imbrogli il regime fascista è stato inizialmente in grado di eludere e far credere molti onesti italiani. Il suo successo ha raggiunto i Balcani vicini e conquistò la stima di rimproverato, impoverito e sofferente popolo albanese. Testimonianze di film di Amelio come nel corso degli anni gli sfruttatori sono cambiati i colori, ei legami politici hanno cambiato le loro etichette, ma i personaggi e le loro pratiche disoneste sono rimasti. In altre parole sono stati testimoni di un cambiamento da esterno ma non di cuore.

Passato e presente s’incontra

La trama del Lamerica riunisce un uomo onesto anziano dapprima influenzato dal regime fascista, ma che non ha mai rinunciato a suoi valori umani privi di tempo, e un giovane, corrotto e un po'ingenuo uomo che pensa diventare ricco rapidamente, i cui valori sono solo il desiderio egoista, condivisa da lui e dai suoi amici più esperti. Prime parole di Gino nel film, "ci serve una testa di legno, uno che fa quello che li diciamo noi". Incapacità di Gino a riconoscere suo passato la situazione difficile degli albanesi suggerisce la sua mancanza di memoria storica.

Il suo scopo egoista e limitato alla fine lo porta a smarrimento e necessario prima per render possibile il cambiamento che lì vera dopo. Molti vedono interpretato nel personaggio di Gino, un avvertimento chi la pensava come un sonio contemporaneo Italiane.

                                                                                                               

15  Gli  anni  '90  al  cinema.  Dizionario  dei  grandi  film,  Roberto  Escobar,  Luigi  Paini,  

Che cosa hanno in comune gli Albanesi con Italiani che rincorrono a una speranza, una promessa, un'illusione.

Ci lega tra di loro la televisione, il Che manda oltre Il Mare la sua idiozia simulatoria. Sono solo lì albanesi Che vogliono farsi Simili a italiani, O Sono anche gli Italiani a Riconoscere sugli Albanesi? Confuso su una navata Colma di uomini simili a lui, Gino sente d'essersi perso. Perdersi e forse la condizione per ritrovarsi.16

Amelio ora taglia di un posto in una miniera tenebrosa, Spiro lo ritroviamo qui in un campo di lavoro, il che lascia supporre un suo possibile conflitto con l’Albania di Enver Hoxha. Il vecchio compie per noi un percorso esemplare a traverso dittature, da quella fascista a quella comunista, e incarna la affermazione centrale del film “siamo tutti albanesi”17. Fiore e Gino entrano con difficoltà attraverso il cancello, quello che sembra essere una folla sofferente e smarrito di persone. Un vecchio uomo dà Fiore un bacio, e un altro posa una mano sulla spalla, alla loro ricerca di "testa di legno" uomo. Selimi, dopo aver ricordato che a parte i pidocchi queste persone possono portare malattie contagiose, riferisce ciò che l'ex direttore diceva: "Chi ha pidocchi dorme male, e chi dorme male, Lavora male."

Fiore, che inizialmente è entrato nel posto con un atteggiamento di boss, è ormai spaventato e ben presto la sua esperienza si trasforma in un infernale quando lui è circondato e isolata dalle abitanti anime perdute. Egli inizia urlando "portatemi via da qui" ai suoi soci e guide, che sono state volutamente tenute fuori dalla scena. L'ambiente inquietante, le condizioni dolorose dei suoi abitanti, e l’idea del loro trattamento, tutti fattori che contribuiscono a trasmettere il senso di follia e di condizioni di                                                                                                                

16  Gli  anni  '90  al  cinema.  Dizionario  dei  grandi  film,  Roberto  Escobar,  Luigi  Paini,  

Editore:  Raffaello  Cortina,  1999.pp,249.  

17  Gianni  Amelio,  Lamerica,  Film  e  storia  del  film.  A  cura  di  Piera  Detassis.  

assoluta miseria sopportato per decenni dal popolo albanese, e, per la situazione di qualsiasi popolazione sfruttata e vittima d’isolamenti nei Balcani, che ricorda ancora una volta il passato d'Italia. L'uomo d'affari Fiore privilegiato è improvvisamente di fronte a un ambiente miserabile. La sua veloce fragilità e la paura riflettono il contrario del suo presunto stato sicuro e forte, e aiutano a identificare le caratteristiche di un uomo corrotto. Lo schema e i suoi significati e un altro esempio d’interazione destinato a svolgere una funzione univoca, uno della quale è certamente quella di dimostrare un forte argomento a favore del non privilegiato. Come Antonio Vitti sottolinea, sul arrivo al inizio del film Fiore e Gino, nel conversazioni con la gente del posto in evidenza la loro ignoranza e arroganza verso un popolo con cui condividono molta storia.18

Il loro viaggio in Albania è in un certo senso un viaggio di ritorno a "Lamerica", il periodo storico in cui italiano guardava la loro immigrazione in America come la soluzione alla propria condizione e l'esperienza di sfruttamento del regime totalitario. "Gli Albanesi disperati e in cerca di un futuro migliore seguendo uno gioco ironico del destino vanno in Italia, la Loro America, alla Maniera Di tanti Italiani poveri e affamati il Che andavano a Lamerica"19

La seguente scena introduce il secondo protagonista di Lamerica Spiro

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