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A NALISI E COMMENTO

I 29. ET LONGO POST TEMPORE VENIT, POSTQVAM NOS AMA-

1. Tradizione manoscritta Il manoscritto B

Berlin, Staatsbibliothek, Preuss. Kulturbesitz, lat. 2° 34

Il testimone berlinese è un codice membranaceo che si compone di 114 fo- gli le cui dimensioni, leggermente irregolari, oscillano tra 25,5 x 16 mm e 26,7 x 18,5 mm.2

Nel manoscritto, molto usurato e macchiato, sono individuabili tre elemen- ti codicologici distinti: il primo, che occupa i fogli 1-26, contiene un commento anonimo a Lucano; il secondo e il terzo sono dedicati all’esegesi di Ilario d’Orléans a Virgilio (Bucoliche, Georgiche, Eneide) e Stazio (Tebaide) ed occu- pano rispettivamente i fogli 27-85 e 86-114. Le tre parti furono redatte e assem- blate pressoché contemporaneamente, intorno alla metà del XII secolo. La da- tazione non è certa ma oscilla tra la prima metà del secolo, come sostiene Vio- letta de Angelis,3 gli anni a cavallo tra i secoli XII e XIII secondo Birger Munk

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2 Per quanto riguarda la bibliografia relativa al manoscritto Berlin, Staatsbibliothek,

Stiftung Preussischer Kulturbesitz, lat. 2° 34, si fa riferimento alle descrizioni di V. Rose(V. ROSE, Verzeichniss der lateinischen Handschriften der Königlichen Bibliothek zu Berlin, cit., pp. 1304-1308) e B. Munk Olsen (B. MUNK OLSEN, L’étude des auteurs classiques latins aux XI et XII siècles, cit., pp. 77, 563, 798). Accanto a questi testi si segnalano gli studi di M. Manitius (M. MANITIUS, Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, cit., in parti- colare p. 238), B. Bischoff (B.BISCHOFF, Living with the Satirists, cit.), I. Stolzenberg (I. STOLZENBERG, Weltkarten in mittelalterlichen Handschriften der Staatsbibliothek Preußischer Kulturbesitz, in Karten in Bibliotheken: Festgabe für Heinrich Kramm zur Vol- lendung seines 65. Lebensjahres. Kartensammlung und Kartendokumentation, 9 voll., Bonn 1971, pp. 17-32, in particolare p. 23), C. Baswell (C. BASWELL,A High Medieval Commen- tary on the “Aeneid” cit, pp. 60-63), V. Brown (V. BROWN, A Twelth-Century Miscellany- Commentary of German Origin, cit.), G.C. Alessio (G.C.ALESSIO, Glossografia altomedie- vale alle “Georgiche”, cit.), C. Baswell (C.BASWELL,Virgil in Medieval England, cit.), V. de Angelis (V. DE ANGELIS, I commenti medievali alla “Tebaide” di Stazio, cit., in partico- lare pp. 94-96), B. Munk Olsen (B. MUNK OLSEN, La réception de Stace au moyen âge (du IXe au XIIe siècle) in Nova de veteribus. Mittel- und neulateinische Studien für Paul Gerhard Schmidt, München 2004, pp. 230-46), F. Bognini (F. BOGNINI, Per il commento virgiliano ascritto a Ilario di Orléans, cit.), S. Invernizzi (S. INVERNIZZI,Presenze ovidiane nelle “glose” alla “Tebaide”ascritte a Ilario d’Orléans, cit., in particolare pp. 474-475).

Olsen,4 e gli inizi del XIII nell’ipotesi avanzata da Ingeborg Stolzenberg;5 Va-

lentin Rose, nel catalogo dei codici di Berlino, indicava più genericamente il se- colo XII.6

Il manoscritto è esemplato in una minuscola sottile, senza alcuna rubrica. Mentre Valentin Rose riconosce l’alternanza di diverse mani, Violetta de Ange- lis sostiene che le tre sezioni del codice siano state scritte da un unico copista; anche l’impaginazione è, infatti, uniforme: i commenti sono trascritti su due colonne particolarmente fitte, che contano da un minimo di 61 a un massimo di 72 righe; sola eccezione è la parte iniziale del commento a Lucano, scritto a piena pagina.

Il codice fu esemplato probabilmente in Francia, ma l’unico dato certo ri- guardo alla storia del manoscritto è costituito da un ex-libris al foglio 26v, in chiusura del commento a Lucano: in esso viene testimoniata l’appartenenza del codice alla chiesa di Xanten, in Germania, nel XIV secolo.

Osservando nel dettaglio la sezione dedicata all’esegesi di Virgilio, è possi- bile distinguere due sezioni minori, omogenee al loro interno: la prima costitui- ta dai fogli 27-42, probabilmente mutila della fine, occupata dal commento alle

Bucoliche e da parte del commento alle Georgiche (interrotto al paragrafo 83);

la seconda composta invece dai fogli 43-85. I fogli sono rilegati in quaternioni, con due sole eccezioni: i fogli 83-84, che costituiscono un bifolio a sé stante, e il foglio 85, che risulta isolato.

La divisione dei testi è, nello specifico, la seguente: commento alle Egloghe ff. 27r(a)-34r(b); commento alle Georgiche ff. 34r(b)-42v(b); esegesi all’Eneide ff. 43r(a)-85v(a). Si tratta di commenti continui, nei quali la spiegazione dei ver- si procede senza soluzione di continuità; il testo virgiliano è presente soltanto in forma di lemmi, distinti dall’esegesi vera e propria attraverso una sottolinea- tura.

Il testo del commento alle Bucoliche non presenta lacune strutturali.

4 B. MUNK OLSEN, L’étude des auteurs classiques latins aux XI et XII siècles, cit., pp. 77,

563, 798.

5 I. STOLZENBERG, Weltkarten in mittelalterlichen Handschriften der Staatsbibliothek

Preußischer Kulturbesitz cit., p. 23.

6 V. ROSE, Verzeichniss der lateinischen Handschriften der Königlichen Bibliothek zu

1.2. Il manoscritto A

London, British Library, Add. 33220

Il testimone londinese è una raccolta di tre commentari a opere di Virgilio: nell’ordine, esegesi delle Bucoliche (ff. 1r-9r), delle Georgiche (ff. 9r-30r) e del- l’Eneide (ff. 30v-84v).7

Si tratta di un manoscritto esemplato in Italia nel XIII secolo. Alcune ru- briche sono state aggiunte da una mano del XV secolo, anch’essa riconoscibile come di provenienza italiana.

Il codice è in pergamena e si compone di 84 fogli di formato in ottavo; il primo fascicolo è rovinato e alcuni fogli sono andati perduti: il commento alle

Bucoliche risulta quindi lacunoso e mancante dell’esegesi ai passi Buc. I,19-II,47

e IV,4-VI,10.

Il testo è impaginato su due colonne, il cui numero di righe è variabile ma compreso tra 52 e 55 righe per colonna. La scrittura è piccola e fitta. Il com- mento procede in maniera continua e i versi di Virgilio, cui seguono le relative spiegazioni, si distinguono da queste perché segnalati tramite sottolineature.

Si segnala l’esistenza di un manoscritto che si presenta come copia del co- dice Add. 33220: il manoscritto London, British Library, Add. 16380, cataloga- to con il titolo di Glosulae. Esso, tuttavia, risulta essere testimone dei commenti all’Eneide e alle Georgiche, mentre non contiene l’esegesi di Ilario d’Orléans alle Bucoliche.

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7 Il testimone è stato visionato tramite microfilm. La bibliografia relativa al codice non è

estesa: si segnalano il catalogo della British Library consultato nella versione on-line (http://www.bl.uk/catalogues/manuscripts) e gli studi di C. Baswell (C.BASWELL, A High Medieval Commentary on the “Aeneid”, cit., pp. 60-63, in particolare p. 62.

1.3. Il manoscritto M

München, Bayerischen Staatsbibliothek, Clm 19484

Si tratta di un manoscritto composito, membranaceo, costituito da 39 fogli di formato in quarto.8

Gli elementi codicologici sono tre. Il primo, datato al X secolo, consiste nei fogli 1-22 e trasmette tre diverse opere: il De finalibus ad Aquilinum di Servio nei fogli 1-5r; un trattatello grammaticale attribuito a un non meglio specificato

Sergius (Commentarium Sercii de littera, ff. 5v-7v; De sillaba, ff. 7v-9r; De pe- dibus, ff. 9r-11r; De accentibus, ff. 11r-14r); il De ratione metrorum di Massimo

Vittorino nei fogli 14-22. I testi sono scritti in una minuscola molto chiara e ariosa, con titoli e numeri di paragrafo in inchiostro rosso; l’impaginazione è molto regolare e consiste in un’unica colonna che conta 27 righe per pagina.

Al foglio 23 ha inizio il secondo fascicolo che costituisce la seconda sezione del manoscritto: è qui trasmesso, nei fogli 23-38, il commentario di Ilario d’Orléans alle Bucoliche virgiliane. Il testo si presenta nella forma di palinsesto: è stato esemplato nel XIII secolo su fogli di pergamena dove nel X secolo era stata copiata un’epistola paolina a Timoteo. Questa parte del codice si differen- zia notevolmente dalla prima per impostazione della pagina e tipologia di pre- sentazione: la scrittura è più minuta e meno ordinata; il testo è disposto su due colonne il cui numero di righe oscilla fra 37 e 44; non ci sono rubriche né ele- menti in inchiostro colorato, e i lemmi, che con le relative parti di esegesi si susseguono senza interruzioni, anche in questo caso sono identificabili soltanto grazie a delle sottolineature; in molti punti sono visibili spazi bianchi chiara- mente destinati all’inserimento di capilettera ma mai completati.

Il terzo elemento codicologico, infine, è costituito da un solo foglio (f. 39) risalente al XII secolo e contenente un frammento del testo De vita et miracoli

sancti Zenonis ep. Veronensis. Il tipo di testo, in nessun modo legato al resto del

materiale raccolto nel codice, l’assenza di qualsiasi tipo di indicazione e la posi- zione all’interno del manoscritto, potrebbero portare ad ipotizzare che si tratti

8 Fonte per la descrizione del codice è, oltre alla consultazione della riproduzione digitale,

il Catalogus codicum manuscriptorum Bibliothecae regiae Monacensis, t. IV, III, Codice lati- nos (Clm) 15121-21313 complectens, a cura di O. Harrassowitz, München 1878, p. 250.

di un foglio inserito a protezione del codice, con funzione, dunque, esclusiva- mente di foglio di guardia.

1.4. Il manoscritto S

Stockholm, Kungliga Biblioteket, V a 31

Il testimone di Stoccolma è un codice cartaceo miscellaneo esemplato nel XV secolo.9 Di ampio formato, è costituito da 313 fogli; in due punti, ai fogli

159r e 250v, in chiusura di due delle unità testuali tràdite dal manoscritto, si legge la nota In universitate Lipczn. anno LXVII.

Il codice è così composto:10

- ff. 1r-159r: Virgilio, Eneide, con glosse; - ff. 159v-193v: Virgilio, Georgiche, con glosse; - f. 194r-v: nota su Virgilio;

- ff. 195r-204v: fogli bianchi;

- ff. 205r-235v: Virgilio, Bucoliche, con glosse, precedute da un accessus; - ff. 236v-240v: Moretum con glosse;

- ff. 241r-250v: Orazio, Ars poetica, con glosse;

- ff. 253r-278v: Petrarca, Bucolicorum liber, con glosse.

L’accessus che introduce le Bucoliche virgiliane, segnalato da Kristeller tra- mite l’incipit (Testatur Servius quoniam solent in principiis), è stato ora identi- ficato per la prima volta con l’accessus attribuito ad Ilario d’Orléans. Il codice di Stoccolma non è l’unico testimone tardo del testo, ma costituisce un esem- plare degno di nota poiché, mentre negli altri codici l’accessus è tràdito in forma rielaborata, il manoscritto di Stoccolma si presenta come fedele alla tradizione consegnataci dai tre manoscritti testimoni del commento: la vicinanza risulta tale da permettere di ipotizzare una dipendenza diretta di S dal codice londine- se Add. 33220.

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9 La bibliografia di riferimento è costituita dal catalogo di codici compilato da Paul Oskar

Kristeller: Iter italicum, cit., V (Sweden to Yugoslavia, Utopia, Supplement to Italy A-F), p. 12.

Nel manoscritto di Stoccolma l’accessus occupa recto e verso del foglio 205; il testo è disposto nella pagina su due colonne di 48 righe ciascuna. A partire dal foglio 206r, in corrispondenza dell’inizio delle Bucoliche, la mise en page è modificata ed è chiaramente pensata affinché il testo potesse essere glossato: i versi virgiliani sono soltanto 14 per ogni pagina, così da consentire l’inserimen- to di glosse interlineari e la trascrizione di note marginali dedicate all’esegesi del testo e in parte derivanti dal commento dello stesso Ilario. La dispersione delle glosse a margine, tuttavia, ha trasformato la glossa continua in un nuovo testo, rendendolo quindi inutilizzabile ai fini della ricostruzione testuale.

2. L’edizione di un commento: accenni alle problematiche

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