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7. Anhänge

7.5 Transkription Interview 5

A: Ecco qui le domande. Sono divise in domande più individuali e domande più generali sul lavoro in sé. Prima di tutto vorrei conoscere la persona con la quale sto parlando, quindi vorrei chiederti di raccontare brevemente il tuo percorso accademico per poi passare alla tua attività lavorativa.

B: Attualmente lavoro da tre anni a Maranello, per Vivara Viaggi, l’agenzia viaggi ufficiale dei Musei Ferrari. Sono stato molto fortunato con questo lavoro perché è qui che ho svolto il mio tirocinio curricolare quando frequentavo il corso di laurea triennale LCE, dove poi mi sono laureato. Nonostante l’interesse di continuare gli studi universitari in ambito turistico ho deciso di non proseguire ed iniziare la magistrale perché ho realizzato che già subito dopo il tirocinio mi avevano offerto un posto a tempo indeterminato nella città in cui vivo, e per un lavoro che, seppur imprevedibile e faticoso, è affascinante. Quindi mi sono detto: Perché abbandonare? Le competenze linguistiche che avevo le ho rafforzate lavorando, acquisendo la terminologia settoriale, cosa che comunque in un corso di

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magistrale non avrei imparato, e poi sono ancora uno dei pochi – forse siamo solo due- a parlare Tedesco, oltre che l’Inglese, che è d’obbligo. Diciamo che sono stato molto fortunato col mio lavoro perché quando ero alla ricerca del tirocinio previsto dal curriculum universitario, non mi andava di fare la solita esperienza in biblioteca a mettere a posto i libri negli scaffali o cose del genere; quindi mi sono adoperato facendo varie chiamate e contattando diverse persone, cercando di trovare un posto che potesse permettermi di applicare al meglio le mie conoscenze linguistiche e sono arrivato a quest’agenzia viaggi che oggi ha più di una sede -una a Bologna, Modena e Maranello- e collabora con il Museo Ferrari a Maranello e a Modena. Così a febbraio di tre anni fa ho iniziato il mio tirocinio curricolare. Successivamente, quando ho iniziato a scrivere la tesi, ho deciso con la mia relatrice, la Prof. Robustelli, di sfruttare la mia esperienza lavorativa per sviluppare il mio elaborato. Ne ho quindi approfittato per scrivere la tesi sulla comunicazione in ambito turistico analizzando il caso Discover Ferrari & Pavarotti Land, uno dei tanti tour che organizziamo per i nostri clienti. Lavorare e scrivere la tesi allo stesso momento dignifica fare tanti sacrifici, ed essendo che il mio lavoro è molto dinamico cercavo magari tra una pausa e l’altra di buttare giù qualche idea e appunto che potesse essere utile per lo scritto. Il tirocinio si è poi trasformato in una vera e propria opportunità lavorativa a tempo indeterminato e le mansioni che svolgo mi hanno permesso di trovare tanti spunti utili e fondamentali per la mia tesi.

A: Che percentuale di italiani e non italiani c’è nel tuo team? In che lingua parlate a lavoro? B:Siamo nella maggior parte italiani, abbiamo qualche collega straniero, come una ragazza giapponese, uno olandese, una rumena però tra di noi però parliamo sempre in italiano. Questo però ricopre il mio 10% del tempo siccome in generale per il 90% del tempo a lavoro parlo in Inglese, Francese e Tedesco, coi turisti appunto. A questi miei colleghi stranieri ovviamente è richiesto sapere l’Italiano, anche livello base, oltre che l’Inglese, che sommati poi alla loro lingua madre, li portano ad avere conoscenze linguistiche straordinarie, già tre lingue di lavoro. A volte succede che, soprattutto appena arrivati, ancora non sappiano dire o fare qualcosa, ma non è assolutamente un problema o una barriera, siccome ci si viene incontro e ci si aiuta. Il mio lavoro riguarda anche l’aspetto fiere, essendone il responsabile, e quando partecipiamo all’estero, anche in quel caso, la lingua veicolare è l’Inglese, poi ovviamente in base alle occasioni utilizzo il Francese e il Tedesco e quel poco di Spagnolo.

A: Con chi ti rapporti maggiormente nel tuo lavoro? Deduco già che saranno soprattutto turisti e colleghi, ma magari ci sono altre figure.

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B: Sì, esatto. Ovviamente la maggior parte del tempo la passo coi turisti. Poi, sai, questo è un lavoro in cui devi essere sempre sorridente, disponibile, è necessario che tu faccia divertire la gente, sono in ferie, altrimenti se arrivano in Italia, per loro un Paese straniero, e vedono un operatore col muso, poco disponibile e scocciato, sicuramente non è un bel bigliettino da visita. Forse questo è uno dei motivi che ha convinto il mio capo ad assumermi, fortunatamente sono portato per il contato con il pubblico e per come sono fatto io cerco sempre di instaurare un rapporto di amicizia con chi viene in visita. Ti devo anche dire che tante lingue che potrebbero sembrare poco gettonate, tipo il Francese o il Tedesco e il Portoghese, in realtà si rivelano molto utili. I Francesi sono numerosi e parlano solo francese, a volte penso che facciano finta di non capire l’Inglese; i Tedeschi capiscono e parlano perfettamente l’Inglese, ma ovviamente se gli parli nella loro lingua madre sono molto più contenti. È come quando noi Italiani andiamo all’estero: se ci capita una conversazione nella nostra lingua siamo le persone più felici del mondo perché è proprio questo che ci fa sentire come se fossimo a casa. E poi c’è bisogno di molto Portoghese, abbiamo davvero tanti turisti Brasiliani che vanno pazzi per Ferrari e ovviamente per il cibo. Quando qualche studente mi chiede quali siano le lingue più utili al giorno d’oggi io nomino sicuramente queste. Il mio consiglio è quello di sapere più lingue possibili, si aprono molte più strade e davvero tante possibilità

A: Bene, ora passiamo alla prossima domanda. Ci sono mai stati episodi di incomprensioni interculturali a lavoro? Potresti raccontarmi qualche aneddoto, se te ne ricordi uno, ed eventualmente dirmi anche come l’incomprensione è stata risolta?

B: Grosse incomprensioni non credo ci siano mai state. Essendo tutti multilingue, anche se con livelli di competenza diversi, chiedendoci informazioni a vicenda se non capiamo qualcosa risolviamo ogni eventuale incomprensione. Ricordo di un mio collega Olandese, che quando è stato assunto non parlava ancora Italiano, e nemmeno tanto bene Inglese. Noi l’Olandese non lo parlavamo, quindi puoi immaginare come sia stato difficile comunicare con lui all’inizio, ricordo quante volte abbiamo utilizzato anche i gesti. Ma ha imparato abbastanza velocemente e abbiamo iniziato a capirci dopo poco. Un’altra volta, invece, ricordo che una mia collega aveva dei problemi con la cassa della biglietteria, si sono presentati dei turisti tedeschi, i quali non parlavano altre lingue se non la loro, siamo quindi intervenuti, o meglio intervenuto, perché in quel periodo c’ero solo io come parlante tedesco e ci siamo aiutati a vicenda cercando di eliminare le varie incomprensioni che erano nate. Ma anche in quel caso, parlandoci, abbiamo risolto. A: Avere rapporti lavorativi con stranieri in Inglese rende la comunicazione facile?

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B: Sicuramente. La maggior parte dei turisti sono Indiani, Americani e Cinesi quindi la lingua che utilizzo per parlarci è l’Inglese. È scontato dire che è la base, specialmente per chi viene da un corso di studi come il nostro. Se non hai un C1 in Inglese, sarebbe molto difficile lavorare qui siccome si devono gestire tante situazioni differenti, come lamentele o discussioni, e quindi serve qualcuno che sia in grado e che abbia le conoscenze linguistiche. Poi più lingue sai, meglio è. Forse c’è solo un collega che parla solo Italiano, dunque lui si occupa dei gruppi Italiani, coi quali non c’è nemmeno tanto bisogno di dare spiegazioni basilari, in quanto sanno già come comportarsi. È anche vero, però, che la percentuale di turisti italiani è minima. Per questo motivo l’Inglese è d’obbligo.

A: Se c’è un documento da tradurre a chi vi rivolgete?

B: Per quanto riguarda noi Agenzia se c’è qualcosa da tradurre, tipo i cartelli indicativi o altri documenti, facciamo tutto internamente. Abbiamo svariate competenze linguistiche e ce la caviamo da soli, basta confrontarsi e una soluzione la si trova sempre. Se ogni tanto abbiamo un dubbio, magari facciamo riferimento ai colleghi stranieri del museo o alle guide stesse, che hanno delle conoscenze linguistiche ottime, impeccabili direi anche. Per quanto riguarda le indicazioni nel Museo, allo stesso modo, credo che quelle traduzioni vengano svolte internamente in Ferrari. L’azienda è divisa in vari settori e molto probabilmente è quello della comunicazione che se ne occupa, direi ci sia un ufficio di traduzioni o qualcuno incaricato per questo, tutto sommato è un’azienda internazionale quindi ben strutturata.

A: Se c’è una riunione con un partner o col tuo superiore, o magari una conferenza, come si svolge la stessa?

B: Guarda, in realtà ci è capitato raramente di fare riunioni. Avendo l’agenzia sedi diverse, non ci si incontra facilmente. Diciamo che organizziamo il lavoro internamente alla sede stessa. Da quando ho iniziato a lavorare qui ne avremmo fatte tre in tutto. Ad ogni modo, in queste occasioni abbiamo parlato in Italiano, assolutamente, siccome siamo tutti italiani in agenzia.

A: Credi sia necessaria nel tuo team una figura con competenze interculturali? In cosa potrebbe beneficiare?

B: No, non credo che nel mio lavoro ci sia bisogno di una figura del genere. Siamo tutti multilingue e conosciamo abbastanza bene le differenze culturali per via del nostro lavoro. Lo stesso staff dei musei è multiculturale quindi è come se ci fossimo già abituati. Poi con alcuni anni di esperienza capisci come devi trattare le persone capendo da dove

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provengono. Quindi, se c’è un’eventuale incomprensione, siamo capaci di risolverla senza problemi. Diciamo che in questo settore non ve ne è bisogno.

A: Perfetto. Grazie. Questa era l’ultima domanda. Ti ringrazio davvero per il tempo preso per rispondere alle mie domande.

B: Di niente. A risentirci!

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