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7. Anhänge

7.1 Transkription Interview 1

A: Ho suddiviso le domande in tre parti, viste insieme alla Professoressa Hornung. Le prime cinque sono su informazioni sull’azienda in sé ed i suoi lavoratori, poi sui servizi offerti, ed infine sulla gestione della qualità. Leggo la prima domanda. Ho visto che nello staff produzione vi è una traduttrice e mi chiedevo se lei fosse l’unica ad essere assunta da Kosmos in qualità di traduttrice e perché. Poi mi piacerebbe sapere qual è il tipo di rapporto lavorativo con gli altri traduttori che lavorano per voi.

B: Al momento sono due i traduttori revisori: una ragazza spagnola, laureata e con tutte le caratteristiche che deve avere un traduttore revisore, e un ragazzo italiano laureato, molto bravo, che ha svolto uno stage. Tutti e due hanno svolto uno stage tra l’altro. Si occupano di lingue molto diverse. Diciamo che sarebbe impossibile per un’azienda come la nostra, che offre circa 160 combinazioni linguistiche, avere traduttori che possano coprire tutte le combinazioni e soprattutto tutte le competenze e le tipologie di traduzione. Noi non siamo l’agenzia specializzata in finanza, legge, giurisprudenza, moda o altro. Noi spaziamo nei settori principali del commercio e quindi abbiamo una selezione rigorosa per quanto riguarda i traduttori. Internamente teniamo solo alcune figure che possono ricoprire dei ruoli sì importanti, ma che non spaziano tutto lo spettro di servizi che offriamo. Quindi ciò sarebbe ideale, perché potremmo avere qui centinaia di traduttori, una torre di Babele in un certo senso, però non è possibile. Abbiamo tuttavia 2564 traduttori nel mondo proprio perché, come ti dicevo, ognuno è specializzato in un paio di settori e in un paio di combinazioni linguistiche.

A: Quindi immagino che voi abbiate un database dove inserite il settore, la lingua di partenza e d’arrivo, e poi troviate in automatico il traduttore…

B: Sì, esatto. Poi c’è la valutazione, il test d’ingresso, il curriculum. Abbiamo fatto fare questo database ad hoc per noi, abbiamo anche la possibilità di inviare E-Mail da questo database selezionando i traduttori specifici per ogni settore e combinazione linguistica. Ponendo che un cliente chieda una traduzione in dieci lingue per il settore medico, noi abbiamo la possibilità di selezionare tutti i traduttori da italiano ad inglese, da italiano a tedesco, eccetera, per quelle combinazioni, per il settore e vari altri criteri; vengono tutti selezionati dal database e poi possiamo dal database scrivere una mail cumulativa per chiedere la loro disponibilità.

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A: Qual è la percentuale di traduttori italiani e di traduttori stranieri?

B: Domandona! Ehm…Sai che non te lo so dire in modo specifico, però ti direi un 30% A: Di Italiani?

B: Sì, sì. Lo controllerò comunque.

A: Ho visto che avete degli headquarters in Germania, Svizzera e in Italia. Mi chiedevo: chi lavora in questi headquarters? Che ruolo ha?

B: Sono degli uffici marketing. Sono delle figure prevalentemente commerciali che sondano il mercato e fanno sì che vengano acquisiti nuovi clienti, le cui richieste vengono poi inviate qua, smaltite qua, e poi rimandate alle sedi che poi le consegnano ai clienti. Il lavoro vero e proprio però viene svolto qua.

A: Quanto conta il titolo di studio nel processo di selezione di un traduttore o interprete? B: Beh, è fondamentale, perché non ci si improvvisa traduttori, non ci si improvvisa

interpreti. È giusto ed è importante che si segua un determinato percorso. Tra l’altro le norme ISO, a cui noi sottostiamo, perché abbiamo deciso di certificarci ISO, prevedono che i traduttori debbano avere cinque anni di esperienza, una laurea – non necessariamente in traduzione, però comunque in un settore specifico per il quale traducono. Tante traduzioni mediche le abbiamo affidate a medici, quindi professionisti esperti, che magari non sono laureati in lingue, però hanno la passione per la traduzione, per la scrittura, e in più sono competenti in quell’ambito. Meglio di loro, chiaramente, non c’è nessuno. Abbiamo un traduttore per il legale francese: è un avvocato francese di Parigi che ha due lauree (una in traduzione e l’altra in giurisprudenza), quindi è competente in entrambe le discipline. Io non voglio dire che chi non abbia una laurea non possa essere un bravo traduttore; direi una bugia, perché ti posso dire che in alcuni casi, anche se sono eccezioni – probabilmente due soltanto- abbiamo due traduttori che non hanno una laurea in lingue, ma sono veramente eccellenti. Questa però è la tipica eccezione che conferma la regola. Il percorso linguistico e soprattutto l’esperienza che viene dopo è importante, perché ti ripeto, non ci si improvvisa traduttori o interpreti, ed è importante avere una buona parte di teoria e poi una buona parte di pratica; insomma un equilibrio che ti permetta almeno di approcciarti al mondo della traduzione e dell’interpretariato. Poi è chiaro che si impara facendo, sbagliando, frequentando le aziende, facendo stage. Si sa che c’è bisogno di tanta, tanta pratica, però chi ha seguito lo stesso percorso lo sa. Io ho frequentato la scuola interpreti e, ci pensavo proprio qualche giorno fa, le traduzioni che facevo durante o alla fine della scuola non sono le traduzioni che sono stata in grado di eseguire dopo 10, 20 anni. È naturale che

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l’esperienza è importante, però le basi ci vogliono. Come per costruire una casa ci vogliono le fondamenta, nel nostro caso ci vuole l’istruzione.

A: Infatti uno dei miei Focus sarà anche quello, cioè chi si improvvisa traduttore o interprete, svalutando così la figura professionale.

B: Sì, in effetti i due casi di cui ti ho parlato sono persone che innanzitutto scrivono, hanno studiato da autodidatta le lingue e quindi hanno tradotto tanto, portandosi ad un ottimo livello. Non è stato qualcosa di improvvisato. Sai, a volte senti dire “Faccio tradurre dalla segretaria, dal nipote dell’amico” e poi vengono da noi con un macello da risolvere. Però, devo purtroppo dire, questo è un malcostume italiano, quello di arrabattarsi. Una cosa così, più a Nord vai, meno succederebbe.

A: Ho visto che ci sono dei corsi di formazione personale. In cosa consistono e ve ne sono alcuni anche per i traduttori?

B: Innanzitutto nel corso del tempo abbiamo svolto, attraverso consulenti esterni, appoggiandoci a degli enti di formazione, dei corsi interni, per i nostri dipendenti o per gli stagisti che al momento erano presso di noi, su varie tecniche che non sono necessariamente di traduzione, perché quelle insegnate nelle scuole sono ormai più che sufficienti, ma su cose che non vengono insegnate all’università e che invece è importante sapere. Specificatamente: l’organizzazione del lavoro, i rudimenti dell’organizzazione del lavoro, come gestire un progetto e il lavoro quotidianamente, come organizzarsi e capire quali sono le priorità, avere una statistica che ti aiuti a misurare il tuo lavoro affinché tu possa vedere la tua crescita. Ogni attività è misurata da una statistica; ogni traduttore avrà quindi una statistica del numero di parole tradotte, delle parole revisionate, dei quality check svolti (per quanto riguarda i traduttori). Per i Project Manager, che sono coloro che gestiscono le commesse, vi sono altre statistiche. Per ogni figura ci sono istruzioni, programmi diversi. Poi una delle cose che usiamo molto è questo [mostra un libro] che spiega come svolgere il lavoro, ottenere un prodotto di valore, diciamo parla dei fondamenti dell’organizzazione, che non vengono insegnati nelle università, ma che danno un metodo, oltre a quelle che sono le cose più tecniche. Ecco, questo è il manuale della qualità [mostra un manuale]. Noi esistiamo dal 1992, e dal 1992 ad oggi abbiamo visto parecchie tipologie di lavoro. Sulla base delle esperienze acquisite in questi anni abbiamo steso delle checklists, che elencano tutti i passi indispensabili per poter svolgere un lavoro di traduzione o revisione in modo impeccabile. Da qui sono nate tutte le direttive ISO. Questo manuale è frutto di quasi 30 anni di esperienza. Da qui è nata la guida per le attività, come quella del Project Manager,

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o quella di traduzione, revisione, traduzione specialistica, eccetera. Dunque, queste istruzioni operative ci dicono cosa fare. Questa è più la teoria. Poi, qui non le abbiamo, ma ci sono anche delle vere e proprie checklist, ossia punti che condividiamo coi nostri traduttori. È una conoscenza acquisita nell’ambito di un tot di anni di attività, ci teniamo che anche loro seguano il nostro metodo, ed è qualcosa che senza dubbio può servire. A questo riguardo, se ti interessa, posso darti una copia, almeno per quanto riguarda l’attività di traduzione, se ti interessa.

A: Se possibile, sì volentieri.

B: [si assenta per procurarsi la checklist] Ho risposto quindi alla tua domanda?

A: Sì, assolutamente, dato che volevo sapere se questi corsi di formazione sono solo per il Project Manager oppure anche per i singoli traduttori.

B: Sono trasversali, perché sono metodi di organizzazione del lavoro e valgono per qualsiasi figura professionale.

A: Andiamo alla prossima domanda. 100 lingue di lavoro: puntate di più alla qualità o alla quantità?

B: Oggi purtroppo è un po’ un andamento abbastanza generale quello di puntare di più alla quantità che alla qualità; anche nel nostro mondo questo un pochino si vede, vedi la traduzione automatica ad esempio. La nostra politica è quella della qualità. Probabilmente guadagneremmo di più se puntassimo alla quantità, però il guadagno non è quello che muove la nostra voglia di fare ed il nostro lavoro. Noi siamo mossi dalla passione per il nostro lavoro e dalla soddisfazione nel sentire un cliente dire che il testo che abbiamo tradotto era addirittura meglio dell’originale, nel vedere ad esempio questo libro, che abbiamo tradotto per Giunti, nelle librerie. Questo libro è stato frutto di settimane di duro lavoro e anche tanta ricerca, ma anche tanta verifica. Oppure quest’altro libro di questo straordinario pittore cinese che pittura con la polvere da sparo; insomma, cose esposte agli Uffizi. Queste sono le soddisfazioni, è chiaro che ci vuole anche il fatturato – ci serve per vivere- ma queste sono le vere soddisfazioni. Poi questo è un libro che abbiamo tradotto per Milano Finanza Fashion, ed è in cinese, russo e inglese. E quando vedi esposto quello che tu hai fatto e contribuisci al successo di un evento, ti riempi di orgoglio. Questo lo puoi fare con la qualità, perché questo è quello che resta. Il cliente poi ti può dire “voglio spendere poco”, però quello che resta alla fine è questo [indica il libro]. Visto che mettono anche il nostro nome, è importante anche mantenerlo.

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A: Sono assolutamente d’accordo. Prossima domanda: ho visto che c’è un servizio che si chiama “sito multilingue-chiavi in mano”. Volevo capire di cosa si tratta, oltre che di traduzione in sé.

B: Innanzitutto la traduzione di siti web è sempre più richiesta. Ormai è una realtà già da tempo quella di Internet, la presentazione della propria realtà, dei propri prodotti e servizi in rete. Quindi ci viene richiesta la traduzione di siti web in varie lingue, che non è una semplice traduzione, bensì quella che viene chiamata nel nostro gergo “localizzazione”, cioè rendere fruibile un sito anche per una realtà straniera. Se noi traduciamo un sito di prodotti alimentari in arabo, è chiaro che dobbiamo stare attenti a non inserire quelle parti che parlano di carne di maiale, per fare un esempio estremo. Oppure, semplicemente se il sito riporta dei numeri di telefono, dobbiamo fare in modo che ci siano i prefissi internazionali. O comunque utilizzare espressioni che noi sappiamo essere caratteristiche di quella realtà, di quel Paese. O magari i colori: possiamo andare oltre e consigliare al cliente di non utilizzare determinati colori. Se vogliono presentarsi in Giappone, sconsigliamo di utilizzare il bianco, che ricorda la morte. Quindi questo è un po’ il servizio che noi offriamo; va al di là della traduzione e diventa una consulenza e ha un valore aggiunto nella speranza di aiutare il nostro cliente ad avere successo, perché di base l’obiettivo dietro al nostro lavoro è aiutare il cliente a superare le barriere linguistiche. Se il cliente ha successo, di rimando abbiamo successo anche noi.

A: Riporto questa frase dal sito: “Realizziamo messaggi e contenuti incisivi per testi pubblicitari, newsletter, brochure, comunicati stampa e recensioni musicali in tutte le lingue richieste.” Questo servizio viene svolto sempre da madrelingua?

B: Sempre, perché qui si parla di scrittura per il web, servizi di copywriting. Se devo scrivere di musica, cultura o altro, devo conoscere innanzitutto l’argomento, e poi devo vivere nel luogo in cui quella cultura, quella musica, vive. Per cui devo essere un madrelingua. Sarebbe come affidare la stesura di un testo italiano ad un tedesco che ha vissuto 10 anni in Italia ma non potrà mai avere quella sensibilità e conoscenza che potrà avere invece un copywriter italiano e viceversa.

A: Qual è la percentuale di pura traduzione e quella degli altri servizi tipo localizzazione? B: 70 e 30%.

A: Ok, quindi 70 traduzione e 30 gli altri.

B: Sì, la traduzione per noi è ancora il core business.

A: Che tipo di azienda si rivolge a voi nell’ambito del suo marketing internazionale per traduzioni, di un sito web ad esempio?

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B: Abbiamo aziende di ogni tipo. Ti faccio qualche nome che so di poter fare, perché ci sono altre aziende che non possiamo nominare per motivi molto validi. Un marchio importante può essere Bottega Verde -cosmesi-. Noi traduciamo per loro tutte le campagne di marketing nelle varie lingue, che lanciano attraverso i loro siti nei diversi Paesi europei. Per quanto riguarda la cosmesi abbiamo tanti bei marchi, anche Clemathis, Venus. Oppure case editrici come Giunti, che ci fa traduttore cose straordinarie. Noi siamo un’agenzia abbastanza anomala. Spesso le case editrici non si rivolgono alle agenzie ma ai freelancer, però noi abbiamo varie case editrici, perché forse, sai, attiri verso di te quello che ami. Traduciamo tanto di moda, quindi abbiamo davvero tanti nomi della moda.

A: Quindi la vostra clientela è un po’ variegata.

B: Sì, abbiamo anche aziende alimentari, come Alce Nero. Per quanto riguarda la moda abbiamo Blumarine, per dirne uno dei tanti. I settori sono dei più disparati: turismo, legale, finanziario, commerciale. Ad esempio abbiamo svolto un progetto di un anno per una start-up turistica, per un’applicazione che si chiama My Wowo- che sarebbe My wonderful world-, che racchiude tutte le città principali del mondo. È quindi un’applicazione scaricabile, con guide fatte in modo particolare nelle 7 principali lingue del mondo. Noi abbiamo sia svolto le traduzioni che lo speakerato, abbiamo dato la voce ai vari narratori. Quello è un altro servizio che noi facciamo, ossia dare la voce ai video pubblicitari, istituzionali, turistici.

A: Bene, ora cambiamo argomento. Cos’è la certificazione UNI EN ISO e quanto incide sull’affidabilità trasmessa da Kosmos verso i suoi clienti?

B: Essere certificati ISO significa decidere di seguire determinate norme rigorose che ti permettono di proporre e svolgere servizi di alta qualità perché eseguiti secondo criteri molto precisi, studiati e rigorosi. Noi abbiamo due certificazioni: una si chiama ISO 9001 e una si chiama ISO 17100. La ISO 9001 è una certificazione di sistema, cioè certifichi l’organizzazione, il modo di operare secondo quali canoni e seguendo quali standard. La 17100 è una certificazione per il singolo soggetto di traduzione, quindi è settoriale, solo per la traduzione. Qui ci sono dei criteri ben precisi: madrelingua, cinque anni di esperienza, la traduzione deve essere seguita dalla revisione, la quale deve essere seguita dall’editing, rilettura, check finale. Ci sono step ben precisi sulla base dei quali abbiamo ampliato le checklist che già avevamo. Ci sono delle fasi secondo la 17100 che devi eseguire, che non tutti fanno; c’è magari chi affida la traduzione ad un traduttore madrelingua, dà una guardata e lo consegna. Noi invece facciamo fare la traduzione –

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lasciando perdere tutta la selezione che avviene prima- , segue una revisione parola per parola da parte di un altro traduttore di quello che è stato fatto. Poi noi mandiamo il testo revisionato per presa visione perché è giusto sempre. Dopodiché c’è un controllo stilistico in modo che tutto, da un punto di vista stilistico, sia a posto. Poi c’è una rilettura finale, per vedere che nei vari controlli e correzioni non sia stato omesso nulla. Alla fine, c’è un passo aggiuntivo, non previsto dalla ISO ma noi lo abbiamo, che noi chiamiamo quality check. Il nostro Project Manager controlla tutto secondo una checklist ben precisa che preveda anche gli indici, i numeri delle pagine, i nomi, i grassetti, corsivi eccetera. Quando questo è a posto e tutto è stato fatto, allora il processo è ultimato. Questo viene svolto da un team di professionisti, non è una o due persone. Questa è la ISO 17100, che chiaramente per noi è più impegnativa non solo a livello di personale, ma anche di costi. Un conto è quando c’è una sola persona a svolgere un lavoro, un conto è quando ce ne sono 3 o 4. Il risultato però alla fine cambia. Sai, noi lavoriamo in un ambito prettamente intellettuale; lo stile non è un qualcosa di rigido, fisso e oggettivo, ma soggettivo. Per cui lo stile di un traduttore può piacere ad un cliente di più rispetto a quello di un altro. Quindi, dopo tutti gli step fatti sul controllo della traduzione del traduttore A, B, C o D, [il cliente] potrebbe ancora trovare correzioni da fare. Ma questa è una questione di stile, non di errori. Come un libro: lo stile di unno scrittore può piacere o meno.

A: Quanto ha a che fare il lavoro della traduzione con gli altri servizi plurilingue (tipo copywriting, speakeraggio)?

B: Con il copywriting poco, in quanto scrivi testi ex novo. C’entra il fatto che se magari viene fatto in un’altra lingua, viene fatto da un madrelingua oppure quando viene fatto da un italiano, viene tradotto nelle altre lingue, dopo approvazione del cliente. Per quanto riguarda lo speakeraggio, invece, c’entra molto perché, a volte il cliente ci consegna già il testo in lingua da speakerare, tante volte invece ci consegna il testo in italiano e noi dobbiamo tradurlo nelle altre lingue e poi speakerarlo. Può essere nel 90% dei casi la prima fase dello speakeraggio. E comunque la figura del traduttore è diversa da quella dello speaker.

A: Quanto è importante la traduzione nel digital marketing?

B: Ormai se si vuole proporre i propri servizi ad un mercato estero, come si vuole fare in lingua italiana? Siamo un puntino nell’universo, in Europa e nel mondo. Ora come ora i contenuti digitali [devono essere] in inglese quanto meno, e poi nelle altre lingue, tipo cinese o russo. Insomma, ci sono tante lingue, però direi che i contenuti digitali sono richieste nelle altre lingue.

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A: Quanto si risparmia nell’ avere collaborazioni (tipo partita IVA o occasionali) con traduttori, piuttosto che assumerli?

B: Si risparmia tanto, soprattutto coi traduttori a partita IVA. È chiaro che assumere e avere dipendenti oggi come oggi costa tanto, non tanto per quanto riguarda lo stipendio da riconoscere al dipendente, quanto a tutte le tasse “gratuite” per così dire, che bisogna riconoscere allo Stato. Non voglio essere critica, ma la verità è che se ci aiutassero un pochino di più contenendo le tasse, avremmo la possibilità di assumere molte più persone e sarebbe una cosa straordinaria. Ma tutte le tasse che ci vengono imposte ci impediscono di assumere tutte le persone che vorremmo assumere.

A: Ho notato però che anche negli altri Stati, tipo la Germania, visto che ne so qualcosa in più rispetto ad altri, la situazione è simile. Lì la tassazione non è alta come qui, ma comunque presso le agenzie di traduzione c’è sempre questo rapporto con liberi professionisti. Non capisco il motivo.

B: Il discorso è quello di prima. Mettiamo che oggi mi arrivino 15 progetti con 20 combinazioni linguistiche e, di queste combinazioni, 15 tipologie di traduzione. Quante persone dovrei avere qua? Centinaia! E poi il traduttore, che traduce verso la sua lingua madre – una persona può conoscere fino a 5 lingue, ma può tradurre solo verso la sua lingua madre- è esperto in un paio di settori. A loro volta alcuni settori, come la medicina, hanno altre specializzazioni: chi è specializzato in cardiologia non è specializzato in

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