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trasferimenti dei migranti: categoria che corrisponde al valore netto del pa- pa-trimonio trasferito dal migrante dal paese di accoglienza a quello d’origine

C APITOLO QUARTO

3. trasferimenti dei migranti: categoria che corrisponde al valore netto del pa- pa-trimonio trasferito dal migrante dal paese di accoglienza a quello d’origine

nel momento del suo ritorno in patria (per un periodo di almeno un anno)13. Tale definizione, tuttavia, non include le modalità di invio di fondi – monetari e non monetari – effettuati per il tramite di canali informali. Data l’importanza dei trasferimenti inviati tramite vie ufficiose e le difficoltà intrinseche nella stima di tali aspetti, risulta arduo giungere ad un rigoroso computo dell’insieme di trasferimenti di fondi a livello globale. Nonostante le difficoltà insite in tale stima, i dati disponibi-li sembrano indicare come, a disponibi-livello globale, il volume annuale di rimesse monetarie sia in costantemente aumentato nel corso degli ultimi anni. Se, nel corso del 1980 ta-le volume era stato stimato a quota 43,3 bilioni di dollari, dieci anni dopo esso si av-vicinava alla soglia dei 70 miliardi di dollari, sino a sorpassare i 100 miliardi nel cor-so dell’ultimo decennio del XX secolo14. Nel complesso, nonostante che i dati uffi-ciali circa le rimesse monetarie risultino ampiamente sottostimati, il volume annuale di rimesse indirizzato verso i paesi in via di sviluppo è più che raddoppiato nel corso degli anni ’90. Il trend positivo è continuato anche nel corso del decennio successi-vo: i dati disponibili sembrano infatti indicare come, nel corso del 2008, l’ammontare complessivo dei trasferimenti monetari abbia oltrepassato la soglia dei 400 miliardi di dollari.

Fig. 4.1. Flussi formali di rimesse monetarie nel periodo 1990-2009. Valori in milioni di dollari ame-ricani.

Fonte: Migration Policy Institute (Mpi), World Remittances Profile, disponibile in:

http://www.migrationinformation.org/datahub/remittances/World.pdf, consulta-to in data 16 giugno 2010.

13 Gaye Daffé, Les transferts d’argent des migrants sénégalais. Entre espoir et risques de

dépendan-ce, in Momar-Coumba Diop, Le Sénégal des migrations, Khartala, Parigi, 2008, pp. 105-131.

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Seppur in diminuzione rispetto all’anno precedente a causa della crisi econo-mica occidentale15, nel corso del 2009, i flussi monetari ufficialmente registrati han-no sfiorato la soglia dei 414 bilioni di dollari e, di questi, oltre 316 bilioni sohan-no tran-sitati verso paesi in via di sviluppo. Perdipiù, le prime stime inerenti il biennio 2010-2011, appaiono indicare come i flussi di rimessi indirizzati verso i paesi in via di svi-luppo aumenteranno rispettivamente del 6,2% e del 7,1% nel corso dei prossimi due anni16.

Fig. 4.2. Ammontare del flusso formale di rimesse nel 2009 secondo il paese d’origine del migrante.

Fonte: http://www.migrationinformation.org/datahub/remittances.cfm, consultato in data 16 giugno

2010

Sebbene lo stato senegalese e – ad eccezione della Nigeria – le regioni dell’Africa sub-sahariana in generale, non risultino tra i primi quindici paesi per tota-le di somme incanalate nel territorio nazionatota-le dai flussi deltota-le rimesse17, è innegabile

15 La diminuzione rispetto al 2008 – anno nel quale i flussi di rimesse hanno raggiunto la cifra record

di 443 bilioni di dollari – è stata del 6,8%, e in buona parte dovuta al generalizzato rallentamento eco-nomico attraversato nel corso dell’ultimo anno nei paesi occidentali.

16 Fonte: Migration Policy Institute (Mpi), The Global Remittances Guide, disponibile in:

http://www.migrationinformation.org/datahub/remittances.cfm, consultato in data 16 giugno 2010.

17 Nell’ordine, i primi quindici paesi secondo l’ammontare di rimesse ricevute sono: India, Cina,

Mes-sico, Filippine, Bangladesh, Nigeria, Polonia, Pakistan, Egitto, Libano, Vietnam, Indonesia, Marocco, Russia e Serbia. Dalla graduatoria sono esclusi i paesi industrializzati. Fonte: Mpi, World Remittances

Profile, disponibile in: http://www.migrationinformation.org/datahub/remittances/World.pdf, consul-tato in data 16 giugno 2010.

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l’importanza dei flussi monetari destinati al paese natìo da parte dei migranti interna-zionali senegalesi.

2.I

L TRASFERIMENTO DI FONDI DA PARTE DEI MIGRANTI SENEGALESI

L’importanza del complesso di rimesse inviate in patria dai migranti interna-zionali senegalesi è rilevabile da una molteplicità di aspetti sia quantitativi che quali-tativi. Nel primo caso, la letteratura in merito appare concorde nel sottolineare l’importanza dei flussi monetari indirizzati verso lo stato senegalese18. Parimenti, nel corso delle interviste e dei colloqui svolti nel mentre dell’attività di ricerca in Sene-gal, l’importanza dei flussi monetari in entrata mi è stata ripetutamente sottolineata sia da parte dei miei locutori sia dal mio testimone privilegiato. Tuttavia, non di rado, non è stato possibile ampliare a fondo e come desideravo l’insieme di tali aspetti: un insieme di motivazioni personali e, alle volte, di riservatezza, hanno sovente impedi-to di discernere a fondo le dinamiche insite nell’assiduo invio di rimesse in patria. Altre volte, invece, il mio tentativo di approfondire tali aspetti diveniva il segnale della distanza culturale che intercorreva l’intervistato e me: così è stato nel corso dell’intervista a Sény il quale, alle mie domande circa l’invio di denaro ai familiari in patria nel corso del suo soggiorno in Italia, ha trattenuto a stento le risate dicendomi “Ma non serve neanche chiedere! Non hai bisogno di chiedere perché noi mandiamo qua, sempre! Io sono il capo casa qua… ho una famiglia di quasi tredici-quattordici [persone, ndr] da mantenere, io…”19. Superato il momentaneo imbarazzo, Sèny ha continuato affermando che, nelle successive interviste che mi accingevo a svolgere, potevo tranquillamente evitare di porre tale domanda poiché, inevitabilmente, avrei ricevuto la medesima risposta indipendentemente dal mio interlocutore. In un testo del 199820, un autore senegalese già rilevava l’insieme di tali aspetti:

18 Cfr. Aymar Narodar Some (a cura di), Migration au Sénégal. Profil National 2009, Organisation

internationale pour les migrations (IOM), Ginevra, 2009, pp. 60-62; Gayé Daffé, op. cit. e Issa Barro,

Émigrés, transferts financiers et création de Pme dans l’habitat, in Momar-Coumba Diop, op. cit., pp.

133-152.

19

Intervista a Sény, 9 marzo 2010, Kaolack.

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L’emigrazione costituisce in ogni caso una sorta di autofinanziamento delle comunità senega-lesi, poiché ogni emigrato manda denaro alla propria famiglia. In alcuni villaggi il denaro pro-veniente dalla Francia viene investito nella costruzione di scuole, moschee o altri edifici di uti-lità pubblica, tuttavia le famiglie spendono spesso ciò che ricevono per l’acquisto di beni e ser-vizi ad uso personale. Non è dunque ancora possibile dire se questa forma di autofinanziamen-to della società locale si rivelerà nel tempo una parziale soluzione ai problemi economici che affliggono il Senegal, o se, come accaduto in altri paesi, sarà del tutto insufficiente a migliorare

le condizioni delle comunità da cui partono gli emigrati21.

Nei fatti, l’importante e crescente rilievo delle rimesse monetarie inviate al pa-ese d’origine da parte dei migranti senegalesi, è messo in luce da un’ampia messe di studi in materia: ad iniziare dalle statistiche della Banca mondiale. Secondo tali sti-me, dei 633 milioni di dollari inviati in patria dai migranti senegalesi nel corso del 2004, l’89% era composto dall’invio di fondi in patria da parte di lavoratori senega-lesi all’estero e, il restante 11%, era il frutto della remunerazione dei lavoratori sene-galesi stabiliti da meno di un anno nel paese ospitante22. Nel complesso, si tratta di un volume particolarmente importante, tanto da rappresentare ben il 15,1% del pro-dotto interno lordo dello Stato senegalese nel corso del 2004. Inoltre, considerando il periodo 2000-2004, si può notare come tale volume sia cresciuto mediamente di oltre il 20% annuo e dunque, di converso, dell’82% nel quinquennio in considerazione.

Tab. 4.1. Evoluzione del trasferimento formale di fondi da parte dei migranti internazionali senegalesi nel periodo 2000-2004. Valori in miliardi di Fcfa (1€ = 655 Fcfa).

Totale Trasferimento fondi 2000 2001 2002 2003 2004 Var. 2000-04 Var. annuale 170 224 222 273 310 82,4% 20,6%

Fonte: Gaye Daffé, op. cit., p. 112.

Prendendo in considerazione anche l’insieme di trasferimenti informali, un’inchiesta della Banque Africaine de Développement23 ha invece stimato a 822 mi-liardi di Fcfa (oltre 1.254 milioni di euro) l’ammontare totale ricevuto dal Senegal nel corso del 2005. In particolare, si tratta di un volume complessivo che corrisponde

21 Ibidem, p. 50.

22 Gayé Daffé, op. cit., p. 111.

23 Banque Africaine de Développement (Bad), Les transferts de fonds des migrants, un enjeu de

déve-loppement: Les Comores, Mali, Maroc, Sénégal. Rapport provisoire, 2007, disponibile in

119

ad un trasferimento annuo mediamente pari a 960.384 Fcfa (circa 1.466 euro) per migrante.

Tab. 4.2. Caratteristiche del trasferimento fondi in Senegal, 2005. Valori in Fcfa (1€ = 655 Fcfa)

Ammontare globale del trasferimento fondi in Senegal 822.600.000.000

% del P.I.L. 19%

% dei trasferimenti informali 46%

Ammontare annuale per nucleo familiari beneficiario 1.945.040

Ammontare medio per trasferimento 192.208

Ammontare medio annuale per migrante 960.384

Fonte: Gaye Daffé, op. cit., p. 112; Bad, op. cit.

Nel complesso, il flusso dei trasferimenti monetari da parte dei migranti inter-nazionali senegalesi è divenuto pressoché equivalente al totale degli introiti ricevuti dall’ex colonia francese sotto forma di aiuti internazionali allo sviluppo24. Aiuti e progetti di sostegno che, però, non trovano né l’approvazione né l’interesse da parte dai diretti interessati, disillusi dopo decenni di promesse non mantenute:

Ma se i soldi arrivano nelle mani del Presidente o nelle mani del governo… chi deve gestire quei soldi sarà un politico, sarà un politico, non un lavoratore. Non è qualcuno che è in grado di difendere i suoi interessi… è qualcuno che sta in un ufficio climatizzato, vestito elegante, che esce con delle belle macchine… allora… se arrivano i soldi, lui non sa, non conosce la si-tuazione, i soldi arrivano e lui li gestisce come li vuole, poi quando sono finiti basta, dopo cin-que-sei mesi dice che sono finiti! […] Se tu vai a Dakar… tu vedrai delle macchine che non hai mai visto neanche in Italia… non è vero? Ecco! È per questo che non funziona qua! […] Io amo il mio paese, io amo i miei fratelli, non sono qui per ingannarli. Sfortunatamente, sfortuna-tamente, noi abbiamo dei pessimi dirigenti, pessimi, dirigono male. I soldi arrivano, arrivano dagli Stati Uniti, dalla Francia, arrivano dappertutto, ogni sera che tu accendi la televisione sentirai che ci sono dei finanziamenti, dei progetti… ma c’è ancora la fame qui, ci sono ancora persone che se mangiano la mattina non mangiano la sera […] (Intervista a Daouda, 12 marzo 2010, Kaolack).

Al contrario, invece, i flussi monetari convogliati in patria per il tramite dello strumento delle rimesse rappresentano una sorta di manna finanziaria per coloro i quali sono rimasti al paese d’origine: si tratta infatti di somme alle quali parenti e

24 Gaye Daffé, op. cit., p. 114. I ricercatori del Bad, op. cit., giungono addirittura ad affermare che –

prendendo in considerazione anche l’insieme di trasferimenti informali inviati dai migranti internazio-nali senegalesi verso la madrepatria – il rapporto tra trasferimenti e aiuto pubblico allo sviluppo sa-rebbe del 218%.

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familiari più o meno prossimi possono accedere senza troppi intermediari. Tuttavia, soprattutto nel corso degli anni ’80, l’invio di denaro ai familiari rimasti in patria po-teva presentare qualche difficoltà: così Tamba, intervistato in un mercato periferico di Dakar, mi riassume le principali difficoltà incontrate dai primi migranti residenti sul territorio italiano:

Prima non era facile, non era facile [far giungere i soldi in Senegal, ndr]. Perché prima, quando arrivava [in Italia, ndr] un commerciante che arrivava da Dakar, tu lo prendevi e gli davi i soldi e lui li portava qua… prima non era facile. Non era facile portare i soldi in Senegal, non è co-me adesso. Non è coco-me adesso, prima le banche italiane del Senegal non facevano; tu prima dovevi trovare un commerciante che tornava, gli davi un po’ di soldi e lui li portava. Oppure prendevi un tuo amico che tornava e gli davi qualcosa a lui da portare alla famiglia. […] Sì, prima era sulla fiducia… sperando che poi arrivasse alla famiglia (Intervista a Tamba, 17 mar-zo 2010, Dakar).

Ma, soprattutto a partire dagli anni ’90 e grazie allo sviluppo di nuove tecnolo-gie nel campo dell’informatica, l’invio di denaro in patria è gradatamente risultato più semplice e spedito. Ad oggi, l’insieme di servizi offerti dalle agenzie di trasfermento rapido, dai canali bancari o postali e, soprattutto, la possibilità di controllo i-stantaneo tramite telefono cellulare e strumenti telematici ha semplificato e reso me-no dispendioso il trasferimento di denaro in patria. Per l’insieme di tali aspetti, ben-ché i canali informali presentino ancora una grande vitalità, questi ultimi hanno pro-gressivamente perso di importanza, a favore soprattutto dei servizi offerti dalle nu-merose agenzie di trasferimento rapido che, nell’arco di cinque anni, hanno quadru-plicato il volume dei trasferimenti finanziari internazionali indirizzati verso il Sene-gal25.

121 Tab. 4.3. Evoluzione dei trasferimenti monetari indirizzati in Senegal per il tramite dei servizi di

tra-sferimento rapido, periodo 2000-2005. Valori in miliardi di Fcfa (1€ = 655 Fcfa).

Provenienza 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Var. 2000-05 Francia 25 38 43 57 64 69 176% Uemoa26 9 10 12 17 16 20 122% Stati Uniti n.d. n.d. 14 14 20 27 / Italia n.d. n.d. 16 41 88 n.d. / Altri paesi 58 94 110 126 120 262 351,7% Totale 92 142 195 255 208 378 306,5%

Fonte: Gaye Daffé, op. cit., p. 116.

Inoltre, nel corso del biennio 2006-2007, il totale dei flussi di rimesse inviati per il tramite di agenzie di trasferimento rapido sembra aumentare ulteriormente: i più recenti dati disponibili indicano infatti che, nel corso del 2006, sono stati com-plessivamente trasferiti attraverso tale strumento circa 442 miliardi di Fcfa e, nei do-dici mesi successivi, poco più di 540 miliardi in valuta nazionale27. Uno degli aspetti più interessanti da sottolineare è il fatto che – anche grazie alla graduale predilezione manifestata dai migranti internazionali senegalesi per le destinazioni europee in ge-nerale – la maggior parte dei flussi monetari in entrata muove dai paesi dell’Unione europea e, tra questi, da Francia, Italia e Spagna in primis.

Fig. 4.3. Regione di invio dei trasferimenti monetari effettuati attraverso agenzie di trasferimento ra-pido. Valori in miliardi di Fcfa (1€ = 655 Fcfa).

Fonte: Aymar Narodar Some, op. cit.

26 L’Uemoa (Unione Economica e Monetaria dell’Africa dell’Ovest) si compone di otto stati membri:

oltre al Senegal, ne fanno parte Benin, Burkina-Faso, Costa d’Avorio, Guina-Bissau, Mali, Niger e Togo.

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Altre fonti, considerando invece l’insieme di trasferimenti monetari in Senegal, appaiono concordi nel sottolineare come tali flussi provengano principalmente dai paesi europei. Da tali aspetti sembra emergere come, anche in seguito alla graduale predilezione da parte dei migranti internazionali senegalesi per le meta extraconti-nentali, i flussi in entrata dallo spazio africano stiano diminuendo d’importanza a di-scapito delle rimesse in entrata dalle mete europee.

Fig. 4.4. I principali corridoi delle rimesse senegalesi. Valori in milioni di euro.

Fonte: Andrea Stocchiero, Rimesse e micro finanza in Senegal: stato dell’arte e ipotesi di

modellizza-zione, Cespi, novembre 2009 (stampato in proprio), disponibile in:

http://www.cespi.it/AFRICA-4FON/wp1%20stocchiero.pdf.

Nel corso degli ultimi anni, conseguentemente alla crescita del numero di se-negalesi presenti in Italia, i flussi monetari secondo la direttrice Italia-Senegal hanno gradualmente accresciuto il loro rilievo e la loro consistenza. In particolare, l’ammontare dei flussi monetari che dalle regioni del Bel paese transita verso l’ex co-lonia francese è divenuto secondo solo al montante complessivo proveniente dalla Francia, storicamente meta preferenziale dei migranti internazionali senegalesi.

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2.1.I

TALIA

-S

ENEGAL

:

L

ONDA LUNGA DELLE RIMESSE

Concordemente con quanto descritto nei capitoli precedenti, nel corso degli ul-timi decenni l’Italia ha conosciuto un notevole incremento della forza lavoro immi-grata residente nel territorio nazionale. La rapida inversione di tendenza nel trend migratorio italiano a partire dagli anni Settanta ha celermente qualificato l’Italia co-me paese precipuaco-mente d’immigrazione. Tra le conseguenze imco-mediate del prevale-re dei flussi in entrata a discapito di quelli in uscita, vi è il costante aumento dei flus-si valutari che dal territorio nazionale flus-si indirizzano verso i paeflus-si d’origine dei mi-granti internazionali. Pur conteggiando esclusivamente l’insieme di flussi che transi-tano attraverso il sistema bancario, i dati della Bilancia dei pagamenti mettono in lu-ce come, a causa dell’inversione di tendenza del trend migratorio italiano, i flussi in uscita hanno nettamente superato l’ammontare delle rimesse inviate in patria dai mi-granti italiani tuttora residenti all’estero. Tuttavia, i dati della Bilancia dei pagamenti trascurano l’insieme di rimesse degli immigrati/emigrati che transitano attraverso i molteplici canali di trasmissione alternativi a quello bancario: dalla agenzie specia-lizzate nel trasferimento rapido, al canale postale sino all’insieme di flussi informali e, alle volte, illeciti28. Nonostante la loro parzialità, i dati di fonte bancaria sono un utile indicatore nel comprendere alcune dinamiche di carattere generale inerenti ai flussi di rimesse dei migranti internazionali in Italia. Nello specifico, essi consentono di rilevare come nella seconda metà degli anni ’90 si sia assistito ad una forte accele-razione dei flussi di rimesse in uscita29 e, al contempo, di delineare una preliminare distribuzione a seconda del continente di destinazione. Quest’ultimo aspetto risulta particolarmente interessante e pone in evidenza come – con un tasso annuale medio di crescita del 26% - la maggior parte delle rimesse bancarie in uscita dall’Italia nel periodo compreso fra il 1995 ed il 2001 è indirizzato verso il continente asiatico. Con una crescita media annua del 25% annuo, anche il continente africano riceve al suo interno una quantità rilevante di flussi monetari transitati attraverso il canale

28 Luigi Donato, Luca Criscuolo e Pietro Mascelloni, I flussi migratori e i flussi bancari, in Secondo

Rapporto Bocconi, Dia, Dna, Uic, Immigrazione e flussi finanziari, Egea, Milano, 2003, pp. 109-128.

29 Secondo i dati riportati da Luigi Donari, Luca Criscuolo e Pietro Mascelloni, op. cit., p. 113, nel

pe-riodo 1995-2001 il tasso annuale medio di crescita è stato circa del 24%, passando dai 208 milioni di euro del 1995 ai circa 750 milioni del 2001.

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rio. In particolare, le somme indirizzate verso il “continente nero” interessano princi-palmente i vicini paesi dall’Africa mediterranea come Marocco ed Egitto, mentre, “nel resto dell’Africa lo stato di maggiore importanza è il Senegal, con un incremen-to relativo elevaincremen-to negli ultimi due anni, passando da circa 3 milioni di euro nel 1999 a 12 milioni di euro nel 2001”30.

Nonostante l’importanza del canale bancario, come ho precedentemente espli-citato, tali dati consentono di cogliere esclusivamente una quota marginale dell’insieme variegato di rimesse inviate in patria da parte dei migranti senegalesi. Al contrario, alcune stime avanzate dal Cespi e dalla Banque Africaine de Développe-ment (Bad) appaiono indicare un “[…] flusso di 350 milioni di euro nel 2005, Développe-mentre l’Ufficio italiano cambi della Banca d’Italia contabilizza 157 milioni che sono au-mentati a 252 milioni nel 2007 e a quasi 263 milioni nel 2008” 31. Nello stesso do-cumento viene poi specificato che:

È importante ricordare che i dati forniti dalla Banca d’Italia sono da considerarsi inferiori al re-ale volume di rimesse sia in quanto rilevano esclusivamente i trasferimenti di denaro effettuati attraverso i canali formali e non quelli transitati attraverso i canali informali, sia perché non in-seriscono nelle rilevazioni relative alle rimesse una parte delle transazioni del sistema bancario e degli operatori di trasferimento monetario, dal momento che questi sono obbligati a comuni-care in forma disaggregata (specificando paese e causale) alla Banca Centrale solo le operazio-ni di ammontare superiore ai 12.500 euro: molti invii dei migranti, che raramente raggiungono tale importo, non sono perciò rilevati. Tuttavia, dal momento che la Banca d’Italia costituisce l’unica fonte ufficiale sui volumi di rimesse inviate dal nostro paese, questi dati costituiscono

la base principale su cui si è basata la nostra analisi32.

Disaggregando ulteriormente l’insieme di dati rielaborati dal Cespi, emerge come il corridoio delle rimesse tra l’Italia e il Senegal sia tra i più importanti tra quelli che dal nostro paese muovono in direzione delle aree in via di sviluppo. In par-ticolare, i flussi indirizzati dal Bel paese all’ex colonia francese appaiono essere i quinti nella graduatoria assoluta per volume di rimesse inviate dall’Italia in direzione dei paesi in via di sviluppo.

30 Ibidem, p. 114.

31

Andrea Stocchiero, Rimesse e micro finanza in Senegal: stato dell’arte e ipotesi di modellizzazione, Cespi, novembre 2009 (stampato in proprio), disponibile in: http://www.cespi.it/AFRICA-4FON/wp1%20stocchiero.pdf.

125 Tab. 4.4. Volume dei flussi di rimesse dall’Italia verso i principali paesi non Ocse. Valori in migliaia

di euro, periodo 2005-08. 2005 2006 2007 2008 % sul totale rimesse 2008 Cina 947.533 700.492 1.687.443 1.540.271 24,2% Filippine 245.424 519.899 727.926 922.556 14,5% Romania 652.534 792.518 789.529 767.836 12% Marocco 244.021 294.806 339.404 332.891 5,2% Senegal 157.371 207.854 252.266 262.725 4,2% Fonte: Andrea Stocchiero, op. cit., p. 5.

L’importanza del corridoio italo-senegalese emerge con particolare vigore rap-portando l’ammontare del volume complessivo delle rimesse inviate dall’Italia al Senegal alla presenza di cittadini dell’ex colonia francese nel Bel paese. Così