• Non ci sono risultati.

Trasferimento della collezione di Sant’Irene nel Çinili Köşk

Una delle più importanti attività dell’epoca di Déthier, come si diceva, è il trasferimento del museo dalla chiesa di Sant’Irene al Çinili Köşk (Padiglione delle maioliche), resosi necessario dall’accresciuto numero delle opere custodite nella chiesa, dalla marcata umidità del luogo e da un insoddisfacente allestimento dei reperti, tra i quali spiccava una splendida statua trovata a Cipro proprio nel 1873. Il Çinili Köşk, che attualmente si trova nell’area dei musei archeologici, eretto per volontà del sultano Mehmet II il Conquistatore nel 1472, viene individuato tra gli ambienti del Topkapı come nuovo spazio museale67.

Tuttavia, il mutamento di sede non poté essere realizzato in tempi rapidi, necessitando l’edificio di restauri e di interventi edilizi (tra i quali ricordiamo la collocazione di grate a protezione dei reperti e la chiusura del varco di passaggio tra il seminterrato e il piano), tutte operazioni per cui il Ministro della Pubblica Istruzione chiede con insistenza lo stanziamento della somma necessaria (circa 55.000 kuruş) al Ministero del Tesoro (Maliye Nezareti). Ottenuti i fondi ed effettuati i principali lavori di ristrutturazione e di adeguamento alla nuova destinazione d’uso, le antichità vengono ubicate nel Çinili Köşk negli anni 1875- 1876, ma il museo viene ufficialmente inaugurato alla presenza del ministro della Pubblica Istruzione Mehmed Tahir Münif Pascià (1830-1910) solo nel mese di Ramazan dell’anno 1297 dell’Egira (16 agosto 1880), data a partire dalla quale si fissa, in via ipotetica, l’inizio del funzionamento del museo come istituzione pubblica, anche se risulta definitivamente aperto al pubblico il 22 marzo 1882 (Reinach 1882, p. 5). La suddetta cerimonia viene celebrata dalla stampa dell’epoca, della quale cominciano ad avvalersi numerosi intellettuali ottomani per evidenziare la ricchezza delle antichità del loro territorio e l’importanza culturale ed educativa dei musei e, inoltre, per denunciare il traffico dei reperti antichi verso i paesi occidentali.

Nel 1877, per iniziativa di Déthier, viene creata una commissione costituita da otto membri con il compito di ultimare il restauro del Çinili Köşk e il trasporto delle antichità all’interno di esso, di consolidare la continuità dell’amministrazione, assicurare la conservazione delle opere situate all’esterno del museo, prendere le decisioni necessarie per lo svolgimento delle campagne di scavo e di ricerca degli artefatti, allestire il museo come un luogo di esposizione molto attrattivo nonché classificare e registrare le varie opere. Grazie a Déthier il museo può dotarsi di una collezione di opere cipriote, nota oggi col

67 Il primo a lanciare l’idea di un allestimento museale presso il Çinili Köşk è Abdüllatif Suphi Pascià (1818-1886), noto per le

sue profonde conoscenze in ambito storico e numismatico, nonché per la ricca collezione privata di antichità, allorché, nel 1867, era Ministro della Pubblica Istruzione. Tuttavia, il suo obiettivo sarà raggiunto alcuni anni dopo, quando a ricoprire la medesima carica sarà Ahmet Cevdet Pascià (1822-1895; Oğan 1946, p. 12). Hitzel (2010, p. 172) ricorda che, come Suphi Pascià, anche Yanyalı Ali Pascià e Ali Kabuli Pascià (1812-1875) si segnalavano per la collezione di reperti archeologici.

36

nome di Cesnola68 (Poulain 2013, p. 25 e Reinach 1882, p. 45). L’attività di Déthier a partire dalla metà del

1875 subisce un rallentamento a causa della malattia da cui viene colpito e che nel giro di qualche anno lo porterà alla tomba. È per questo motivo che viene affiancato, talora addirittura sostituito, prima da un certo Artin efendi, poi da Aristokli efendi che, dopo essere stato stipendiato per qualche mese, ricopre la carica da volontario e, nel novembre 1880, da Limondjian, l’incisore del catalogo di Goold, come ci conferma Mendel (1912, p. XVI, nota 4). Il 2 febbraio 1876 il Ministero della Pubblica Istruzione (Maarif

Nezareti) chiede in via ufficiale al Ministero del Tesoro che a Déthier vengano anticipate due mensilità,

pari a 1.700 kuruş, perché possa sostenere le cure mediche di cui abbisogna, avendo egli come unica fonte di sostentamento il proprio stipendio. Aggravatasi la malattia, il Ministero della Pubblica Istruzione comunica ufficialmente alla Porta che, vista la condizione di incuria in cui versavano le preziose opere contenute nel museo, era necessario nominare un nuovo direttore in previsione della scomparsa, ritenuta imminente, del direttore in carica, deceduto il 3 marzo 1881. Viene allora inviata una comunicazione all’ambasciata di Berlino affinché individui una persona esperta di antichità. La scelta cade su un tale dottor Milkofer, laureato a Monaco e poi specializzatosi in archeologia in Grecia e in Italia e, in quel momento, in virtù della preparazione acquisita, impiegato al Museo di Berlino. La trattativa non va però in porto, in quanto viene conferito l’incarico ad Osman Hamdi Bey (1842-1910) l’11 settembre 1881. Déthier non è stato comprensibilmente in grado di redigere e di pubblicare un catalogo scientifico dettagliato degno delle preziose opere contenute nel Çinili Köşk. Infatti, come si diceva riferendosi alle informazioni di Mendel (1912, p. XVIII), si limita a produrre il cosiddetto Catalogo delle etichette, datato marzo 1880 e scritto, presumibilmente su dettatura di Déthier, dal suo segretario Ch. Vollers. In questo quaderno di quaranta pagine con copertina di cartone blu, Déthier descrive in maniera elementare, sala per sala69, gli oggetti là collocati, ne indica la provenienza quando la conosce o, piuttosto, quando se ne

ricorda. Le indicazioni da lui fornite sembrano infatti annotate a memoria e risultano talvolta in contraddizione con quelle registrate nel Journal; insomma, questo catalogo ha il solo merito di far conoscere la condizione approssimativa delle collezioni imperiali alla fine dell’Ottocento (Mendel 1912,

68 Con tale indicazione ci si riferisce al conte Luigi Palma di Cesnola (1832-1904) che, nella seconda metà dell’Ottocento,

coltiva con successo le sue due più grandi passioni: l’arte militare e l’archeologia. Trascorre la prima parte della sua vita a combattere prima in Italia, come volontario nella Prima Guerra d’Indipendenza, poi in Crimea, arruolato in un reparto di soldati ottomani al servizio dell’esercito britannico in quanto congedato a vita dall’Esercito Italiano nel 1854 per la mancata soluzione di un debito contratto con gli usurai. Quindi, nel 1860, è negli Stati Uniti, dove si era rifugiato due anni prima e dove si distingue per coraggio e audacia nella Guerra di Secessione. Come eroe di guerra statunitense viene nominato console a Cipro. Trasferitosi nel 1865 a Larnaka, si dà per undici anni alle ricerche archeologiche, rinvenendo numerosi reperti di arte fenicia, assira, egizia, greca e romana. Redatto un catalogo di settemila pezzi, ne perde molti nel naufragio della nave che li stava portando in Occidente. A lui si devono la scoperta del tempio di Afrodite a Colgoi (attuale Kouklia), il dono di duecento reperti ciprioti all’Accademia delle Scienze di Torino nel 1872, la vendita di numerosi altri reperti al costituendo Metropolitan Museum di New York. Ritornato a Cipro con un permesso per nuovi scavi, conclude l’incarico diplomatico nel 1877. Nominato nel 1879 primo direttore del MET, ne cura l’allestimento nella nuova sede conservando la carica fino alla morte, avvenuta il 20 novembre 1904.

69 Questi i luoghi del Çinili Köşk destinati all’esposizione: I, I propilei: A. lato destro; B. ala sinistra; C. accanto alla porta. II, Interno: A. sala d’entrata; B. sala a nord, di fronte all’ufficio; C. sala centrale: 1. il centro; 2. ala destra; 3. ala sinistra; 4. inizio del transetto; 5. le harem arrière [sic]. Indice

37

p. XVIII). Ancora Mendel (1912, p. XIX) segnala che la maggior parte degli artefatti entrati nel museo al tempo della direzione di Déthier provengono, oltre che da Cipro, anche dai vilayet di Salonicco, di Cizico e di Bursa, essendo in quel momento i principali “fornitori” di Déthier un greco di Salonicco e un armeno, residente a Bandırma, non lontano da Cizico, le relazioni dei quali con l’istituzione museale risalgono, rispettivamente, al 1869 e al 1874, per durare fino al 1878.

38 3. Terza fase (1881-1910)