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Trasporto Marittimo (a cura di Caterina Valeria Sgrò)

25.1. Andamento della conflittualità e cause di insorgenza del conflitto. Analisi dei dati e interventi della Commissione

Nel periodo considerato, le azioni di protesta che hanno interessato il settore, dal punto di vista numerico, confermano il dato dell’anno precedente. In particolare, nell’anno 2018 sono state indette 13 azioni di sciopero, mentre le astensioni concretamente portate a termine sono state 10.

In quattro casi la Commissione è intervenuta in via d’urgenza per segnalare violazioni della normativa pattizia e regolamentare. Tutti gli interventi preventivi sono stati positivamente recepiti dai soggetti proclamanti ed hanno portato alla revoca delle astensioni, scongiurando l’apertura di procedimenti di valutazione. Anche in questo contesto, dunque, il ricorso all’indicazione immediata ex art. 13, lett. d) della legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni, si è rivelato un efficacissimo strumento di prevenzione.

L’analisi dei dati consente di registrare una netta flessione della conflittualità nel servizio del trasporto marittimo di passeggeri, rispetto al 2017, a convalida del progressivo miglioramento delle relazioni industriali relative alle Società operanti nel settore, già evidenziato nella scorsa relazione. Al contrario, il maggior numero degli scioperi ha riguardato i servizi tecnico-nautici e quelli portuali.

In particolare, il settore è stato interessato prevalentemente da conflitti riguardanti i lavoratori addetti alle attività di movimentazione delle merci nelle aree portuali, che rientrano nel campo di applicazione della legge n. 146 del 1990 limitatamente ai servizi riguardanti l’approvvigionamento di beni di prima necessità (prodotti energetici, risorse naturali, animali vivi, merci deperibili), nonché il funzionamento e la manutenzione dei relativi impianti, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lett. a).

A livello nazionale, le Organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti hanno portato avanti la vertenza avviata nel 2017, relativa alla riforma della legislazione portuale.

Le proteste hanno riguardato le iniziative intraprese dalle Aziende del settore all’indomani dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo 232 del 13 dicembre 2017, il provvedimento con il quale è stata varata la riforma del sistema portuale italiano delineata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il decreto interviene su diversi aspetti della materia oggetto della riforma portuale, a partire dalle procedure per la definizione e approvazione del piano regolatore di sistema portuale, che ogni Autorità di Sistema Portuale (AdSP) deve adottare.

I Sindacati hanno dichiarato di condividere lo spirito dell’intervento normativo, volto a rilanciare e riqualificare il lavoro portuale ed a promuovere una maggiore efficienza del sistema di trasporto e movimentazione delle merci, in una prospettiva di

sviluppo occupazionale ed economica del Paese. Tuttavia, hanno richiamato l’attenzione sul rischio di modalità applicative della riforma in senso distorsivo e peggiorativo - sotto il profilo delle condizioni economiche e normative - per gli operatori portuali, evidenziando che il comparto continua ad essere fortemente caratterizzato da una condizione di particolare debolezza contrattuale e sociale dei lavoratori. Il ricorso frequente all’autoproduzione delle operazioni portuali e l’automazione sempre più spinta delle operazioni medesime, dovuta anche alla penetrazione delle compagnie di shipping nella proprietà dei terminal portuali, rischiano di pregiudicare le finalità virtuose della riforma. Con la proclamazione dello sciopero nazionale dell’11 maggio 2018, dei lavoratori portuali, marittimi e del rimorchio portuale, è stata sottolineata, altresì, l’esigenza di un maggiore controllo da parte degli Enti preposti, al fine di rendere concrete le iniziative finalizzate alla formazione professionale per la riqualificazione o la riconversione e ricollocazione dei lavoratori.

Per rivendicare misure di tutela più efficaci, sotto il profilo della sicurezza sui luoghi di lavoro e delle condizioni particolarmente usuranti dell’attività svolta dagli operatori portuali, le medesime Organizzazioni sindacali, nel periodo in esame, hanno promosso un’iniziativa di sciopero di durata limitata (un’ora a fine turno), ai sensi dell’art. 2, comma 7, a seguito dell’incidente mortale di cui è stata vittima un lavoratore nell’area portuale di Porto Nogaro.

Per il resto, la conflittualità ha interessato prevalentemente singole Aziende operanti nei servizi di rimorchio portuale. In particolare, il personale della Società Sers, che opera nell’area portuale di Ravenna, è stato mobilitato, nel corso dell’anno 2018, da quattro astensioni - di cui una revocata su indicazione della Commissione - promosse dalla Segretaria territoriale di Ravenna dell’Organizzazione sindacale Filt-Cgil.

L'agitazione, aperta dall’agosto 2016, è legata al riconoscimento del cosiddetto “riposo a bordo” ed a questioni applicative del contratto in materia di formazione e si è accompagnata ad un progressivo deterioramento delle relazioni sindacali con il soggetto proclamante, con ripercussioni negative sull’intero bacino d’utenza.

L’unica azione di protesta di carattere aziendale riguardante il servizio di trasporto marittimo passeggeri ha investito il bacino di utenza interessato dall’attività di collegamento tra la Regione Sicilia e le isole minori, svolta dalla Società Liberty Lines. All’interno dell’Azienda la forte conflittualità con l’Organizzazione sindacale Orsa Marittimi, che aveva portato alla proclamazione di sei azioni di sciopero nel corso dell’anno 2017, si è attenuata nell’anno successivo, pur permanendo il disconoscimento della titolarità negoziale del sindacato autonomo e l’atteggiamento competitivo con le altre Organizzazioni sindacali presenti in Azienda.

25.2. Attività deliberativa

Nel periodo considerato, la Commissione ha adottato la delibera n. 18/206, di valutazione di idoneità dell’Accordo sottoscritto in data 13 novembre 2017 dalla Società Liberty Lines e dalle Segreterie regionali della Sicilia delle Organizzazioni Sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Uslac-Uncdim-Smacd e dell’Accordo sottoscritto in data 13 novembre 2017 dalla Società Liberty Lines e dalla Segreteria regionale della Sicilia dell’Organizzazione Sindacale Federmar Cisal, aventi ad oggetto le modalità di esercizio del diritto di sciopero del personale dipendente della Società Liberty Lines, addetto al servizio di trasporto marittimo da e per le isole minori della Sicilia.

Il procedimento di valutazione è stato preceduto da una lunga consultazione con le parti, volta ad acquisire elementi informativi su aspetti tecnici ed organizzativi connessi al servizio ed a promuovere gli interventi correttivi necessari ad un giudizio di idoneità della disciplina pattizia. L’originario testo, sottoscritto in data 2 febbraio 2017, presentava, infatti, profili di criticità, con riferimento ai servizi minimi da garantire durante lo sciopero.

In particolare, l’attività istruttoria condotta dal Commissario delegato aveva avuto ad oggetto la previsione relativa alle prestazioni indispensabili, ritenuta non del tutto idonea a realizzare un pieno contemperamento tra l’esercizio del diritto di sciopero e la libertà di circolazione dei cittadini utenti, in considerazione della diversa durata delle linee di collegamento offerte dal servizio di trasporto di Liberty Lines ed alla luce delle criticità emerse in occasione degli scioperi indetti nel corso dell’anno dall’Organizzazione sindacale Orsa.

Sotto questo profilo, in sede di audizione, erano state analizzate le proposte correttive dell’Azienda, riguardanti l’applicazione di un criterio misto per l’individuazione dei servizi minimi: il criterio della fascia oraria protetta, come criterio ordinario, ed il criterio numerico (numero minimo di corse giornaliere), con riferimento alle cosiddette “linee lunghe” che toccano come punto estremo le isole di Panarea/Stromboli, da un lato, e le isole di Filicudi/Alicudi, dall’altro, nonché per i collegamenti unici nella giornata (isola di Pantelleria).

Su sollecitazione del Commissario, in merito alla necessità di approfondire l’esame dei punti ritenuti meritevoli di adeguamento, le parti sociali avevano siglato un Accordo integrativo in data 26 luglio 2017 e, infine, un testo definitivo ed organico in data 13 novembre 2017, sottoscritto su tavoli separati dalle Organizzazioni Sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Uslac-Uncdim-Smacd della Sicilia e dall’Organizzazione Sindacale Federmar Cisal Sicilia.

Sugli Accordi del 13 novembre 2018 la Commissione ha espresso la propria valutazione di idoneità, ai sensi dell’art. 13, comma 1, lett. a) della legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni.

Con particolare riferimento alla disciplina delle prestazioni indispensabili, l’Autorità ha ritenuto congrui i criteri individuati dalle parti. In particolare, il criterio numerico è stato valutato idoneo a non comprimere eccessivamente l’esercizio del diritto di sciopero quando il servizio riguarda linee che, pur avendo orari di partenza all’interno delle fasce di garanzia, vengono completate molte ore dopo il termine della fascia protetta, a causa delle lunghe rotte da coprire.

Sotto altro profilo, sono state valutate con favore le misure adottate per la garanzia delle norme in materia di sicurezza, nonché la previsione del prolungamento della franchigia “estiva” al 15 settembre, che consente di tutelare più adeguatamente gli utenti nel periodo interessato da maggiori flussi turistici.