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Triumphus Fame II

Nel documento INDICE INTRODUZIONE (pagine 100-103)

V. IL TRIONFO DELLA FAMA

5.2 Triumphus Fame II

Questo secondo capitolo del Triumphus Fame conclude la vastissima moltitudine degli uomini d’azione, iniziata in TF I, aggiungendo alla gente romana quella straniera, più numerosa, anche se meno illustre e quella moderna.

TF II risulta così disomogeneo rispetto al capitolo precedente e i personaggi citati, divisi in vari sottogruppi, risultano, attraverso varie comparazioni, meno importanti di quelli romani, Petrarca, per fare ciò, si era ispirato alle Vite Parallele220 di Plutarco.

Il primo gruppo di persone identificate da Petrarca è quello appartenente alla stirpe cartaginese e greca, acerrima nemica di Roma: per primo viene citato Annibale, protagonista delle guerre Puniche contro i romani, poi Achille, uccisore di Ettore, menzionato con una perifrasi accanto ad Enea, destinato invece a sopravvivere. Seguono Filippo il Macedone e suo figlio Alessandro Magno, famosi per aver costruito

219 I commentatori concordano su Tiberio Sempronio G. (padre dei due più famosi Tiberio e Caio), Ivi, p. 301

220 Opera costituita da ventitré coppie: ad un personaggio greco, ne veniva affiancato uno romano. Le biografie di ogni personaggio si chiudono con un confronto tra i due nel quale l’autore riscontra somiglianze e divergenze.

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un impero universale, e l’altro Alessandro, re dell’Epiro, che morì nel 330 a.C. in una spedizione corsa in aiuto a Taranto, facendo una pessima figura rispetto al suo omonimo.

Il secondo gruppo riguarda gli eroi del ciclo troiano: Aiace si uccise, non avendo ottenuto le armi di Achille contese ad Ulisse, Diomede, raffigurato come un eroe errante, lo stesso Ulisse, che ebbe la troppa smania di viaggiare, il saggio e vecchio consigliere Nestore, vissuto a lungo, Agamennone e Menelao, vittime di matrimoni infelici ed infine Leonida, eroe della battaglia delle Termopili221.

Segue il gruppo degli ateniesi esiliati: Alcibiade, che si accattivò tutti i popoli per ricevere dimora, Milziade, che, nonostante vinse la battaglia di Maratona, morì in prigione, testimonianza che non sempre la virtù guerriera dà Fama, suo figlio Cimone, che per riavere il corpo del padre, si fece anch’egli incarcerare, Teseo, , ingiustamente condannato all’esilio dove morì, stessa sorte per Temistocle, Aristide, che come il romano Fabrizio, non ebbe degna sepoltura nonostante la sua onestà e per ultimo, Focion, ingiustamente condannato e giustiziato.

La rassegna continua: ecco Pirro, nemico dei romani, che morì in terra greca dopo aver sconfitto i Cartaginesi, poi Massinissa, già incontrato da Petrarca in TC II, seguono Gerone di Siracusa, fedele ai romani anche dopo la sconfitta presso il Transimeno, Amilcare, che covava un odio immenso verso Roma, Creso, risparmiato al rogo da Ciro, Siface, marito di Sofonisba nonché re dei Numidi, ed infine Brenno, condottiero dei Galati.

Un altro gruppo di persone è quello costituito da personaggi ebrei: colui che apre questa nuova schiera è Davide, il primo che pensò di elevare a Dio un imponente tempio a Gerusalemme, poi il figlio Salomone, che continuò l’impresa del padre e ancora, Mosè, designato con una perifrasi, l’’unico ebreo ad aver parlato con Dio a tu per tu, Giosuè, nobile esempio di fede, che pregò e ottenne da Dio che il sole si fermasse per poter sconfiggere i nemici, seguono Abramo, anch’egli nominato attraverso una perifrasi, che andò in Palestina dove avrebbe dovuto abitare tutto il popolo ebraico, il figlio Isacco e il nipote Giacobbe. La moltitudine di personaggi ebrei non si arresta e prosegue con Giuseppe, che salvò il suo popolo dalla carestia e che dai suoi dodici fratelli, nacquero le tribù di Israele, Adamo, dietro al quale non si può andare, essendo il primo uomo

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sulla terra e dopo Noè, che costruì la famosissima arca, Nembrot, che edificò la torre di Babele e per concludere, Giuda Maccabeo il quale, in punto di morte, esortò i figli a rimanere fedeli.

Il terzultimo gruppo riconosciuto da Petrarca è, invece, fatto di donne, molte delle quali già incontrate: le prime furono le sorelle Antipe e Orizia, regine delle Amazzoni, belle e forti in guerra, seguono, Ipolita, altra regina delle Amazzoni, moglie di Teseo, che perse il figlio Ippolito, la sorella di quest’ultima, Menalippe, sorella di Ercole, la regina Tamiri, famosa per aver tagliato la testa a Ciro, che le aveva ucciso il figlio, Pentesilea, altra regina delle Amazzoni, nemica di Roma, alleata dei Troiani, e la vergine Camilla, che Dante ricorda nel I canto dell’Inferno:

Di quella umile Italia fia salute per cui morì la vergine Camilla222

Virgilio cita Camilla e molti altri personaggi della sua Eneide, morti nella guerra per la conquista del Lazio.

Riprendendo la rassegna petrarchesca, ecco Semiramide, regina di Babilonia, che, per sconfiggere i ribelli, non fece in tempo a finire la sua pettinatura, e ancora, Cleopatra, che si uccise. Quest’ultima, viene menzionata anche da Dante (cap. 3, par. 3.5).

Concludono, Zenobia, regina di Palmira, sconfitta da Aureliano il quale, la portò a Roma come trionfo, e la vedova Giuditta, che, durante l’invasione degli ebre, riuscì a tramare la morte di Oloferme.

Dal verso 112 al verso 117, Petrarca ribadisce la superiorità della gente romana rispetto a quella straniera.

Un ulteriore gruppo ingloba i sovrani orientali: il primo tra questi fu Nino, sposo di Semiramide, segue il suo folle successore Nabucodonosor, poi Belo, dalla cui divinizzazione derivò il paganesimo, Zoroastro, l’inventore delle arti magiche, Orode, denominato con una perifrasi, re dei Parti, ed infine, Mitridate, re del Ponto, implacabile nemico dei romani.

L’ultimo gruppo di questa lunghissima moltitudine di personaggi di TF II è quello dei moderni: il primo tra i moderni è re Artù, di cui Petrarca sembra non dubitare della sua

222 Antologia della Divina Commedia, a cura di Pietro Cataldi e Romano Luperini, Le Monnier, Firenze, 2003, p. 26, canto I, vv. 106-107

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esistenza storica, seguono i tre Cesari Augusti, Lucio Settimio Severo, imperatore di Libia, Teodosio e il famoso Carlo Magno, re dei Franchi. Alcuni versi sono dedicati a Goffredo di Buglione, protagonista della prima crociata, inserito anche da Tasso nella Gerusalemme liberata. Continua la rassegna il Saladino, califfo dell’Egitto, Ruggero di Lauria, ammiraglio di Pietro III d’Aragona e il duca di Lancastro, acerrimo nemico dei francesi nella guerra dei Cent’anni. Gli ultimi due personaggi di TF II sono Roberto d’Angiò, re di Sicilia, ammiratissimo sia da Dante che da Petrarca e l’amico di quest’ultimo, Stefano Colonna il Vecchio.

Nel documento INDICE INTRODUZIONE (pagine 100-103)