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Il turismo enogastronomico: da distretto agro-alimentare a distretto agro-turistico

2.5. La multifunzionalità dell’agricoltura: turismo locale ed iniziative enogastronomiche

2.5.1. Il turismo enogastronomico: da distretto agro-alimentare a distretto agro-turistico

I distretti agro-alimentari possono assumere i caratteri e requisiti al fine di diventare distretti agro-turistici. Non è quindi detto che i primi rientrino automaticamente nella categoria dei secondi, ma per avere carattere turistico, il distretto agro-alimentare deve possedere:

 Un sistema di risorse in grado di soddisfare entrambi i settori: agro-alimentari e ambientali da una parte e culturali, artistiche dall’altra. Un’integrazione della risorsa agro-alimentare nell’offerta turistica compatibile con processi produttivi e tutela ambientale, in grado di offrire, oltre all’aspetto culinario, anche un’esperienza di vita;  Un sistema di offerta che comprenda imprese e produzioni da una parte ed edifici a

ricettività turistica dall’altra. Un coordinamento quindi tra le varie strutture del distretto che crei attrattività ed incentivazione per produzione e turismo;

 Istituzioni locali attive sul territorio, le quali regolamentano e controllano le attività;

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 Comunità locale che riveste un ruolo rilevante alla luce della produzione e delle attività distrettuali, importante inoltre per tramandare cultura e tradizioni integrate nell’offerta turistica ed enogastronomica.

 Di conseguenza, un’intensificazione delle reti economiche che amplificano la concorrenza delle imprese ed extraeconomiche che accentuano la socializzazione all’interno del distretto.48

Grafico 2.13. Da produzioni tipiche a distretto agro-turistico.

Fonte: rielaborazione propria

Il distretto si rivela quindi sotto la duplice destinazione di produzione alimentare e turistica, includente all’interno dei propri confini aspetti economici e sociali, ma anche storici e culturali.

La formula distrettuale permette l’organizzazione dei due settori di attività, coordinando le reti e gli operatori pubblici protagonisti al suo interno.

La prerogativa del turismo enogastronomico è lo stretto legame con l’ambiente in cui si svolge, atto a valorizzare cultura e tradizioni del territorio dove ha sede la produzione agro- alimentare.

Dedito alla riscoperta della natura e ruralità del territorio da una parte e tradizioni e cultura dall’altra, il turismo enogastronomico mira a valorizzare il patrimonio culturale italiano, ricchissimo di tradizioni per le produzioni agro-eno-alimentari.

Un tipo di turismo sempre più ricercato dall’uomo, sempre più sensibile alle questioni ambientali, in grado di dare al prodotto agro-alimentare un ruolo da protagonista nella riscoperta del territorio d’origine.

Il turismo eno-gastronomico si dimostra così in grado di coniugare i due aspetti della salubrità, svolgendosi in un contesto rurale ed incontaminato, soddisfacendo l’esigenza di

48 Bazzocchi, Capanaga, Piccioni ( 2011)

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eco-compatibilità fra turismo e territorio, e la formula dell’accoglienza, in grado di offrire un rapporto diretto, sia con il produttore che con la comunità locale.

Determinante per la vendita all’estero dei prodotti tipici, tale turismo è riuscito a promuovere la loro immagine nel competitivo mercato internazionale.

Il consumo in loco ne ferma la memoria e fa si che il ricordo permanga nella mente del consumatore anche per successivi acquisti.

Sono sempre più frequenti le fiere, come ad esempio la BIT (Borsa del Turismo di Milano), il Vinitaly di Verona, il Salone del Gusto, le quali si fanno portavoce del territorio con i suoi prodotti locali all’interno di stand enogastronomici traslati dai vari distretti produttivi.

Sempre più frequenti sono anche le guide enogastronomiche dedicate ai prodotti tipici italiani, volte ad approfondire gli aspetti culinari, ma anche culturali e delle tradizioni e a promuoverne il territorio. Esse possono fungere da pubblicità congiunta per entrambi gli elementi.

Affinché il turismo enogastronomico sia in armonia con gli interessi di operatori locali e soddisfi allo stesso tempo le aspettative della domanda, devono sussistere tre elementi:

 Il prodotto enogastronomico sia identificabile. Le sue caratteristiche distintive, la qualità e l’immagine devono essere riconosciute dal consumatore. Questo funge anche da strategia commerciale, in quanto permettono che le piccole e medie imprese riescano a posizionarsi in nicchie di mercato;

 La genuinità di ambiente e tradizioni. L’immagine del territorio e della tipicità delle sue consuetudini deve rispecchiare le aspettative dei turisti;

 Le risorse naturali e la cultura del territorio che insieme ai prodotti donano originalità all’offerta turistica.

I turisti sono sempre più orientati verso “vacanze verdi” che pongono come elementi principali la valorizzazione di prodotti e ambienti di qualità.

Il patrimonio enogastronomico di un territorio può avere un ruolo determinante nella sua crescita economica, attirando turisti e visitatori. L’integrazione fra settore agricolo e turistico può infatti creare un pacchetto d’offerta che unisce prodotto agro-alimentare e servizio turistico.

Il prodotto agro-alimentare può fungere infatti da motore dello sviluppo di un distretto, ancora prima di patrimonio culturale e paesaggistico.

Il prodotto tipico locale può diventare un prodotto di attrattiva turistica e può rappresentare l’avvio del turismo nel territorio di vocazione agro-alimentare. La ricchezza enogastronomica del territorio può infatti promuovere l’offerta culturale della località.

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Di conseguenza, creare potenzialità di sviluppo delle produzioni locali e dell’agriturismo, con possibilità di commercializzazione diretta del prodotto delle imprese agricole.

Tali prodotti, associati ad offerta turistica territoriale, diventano sinonimo di qualità e di garanzia per il consumatore. Un beneficio quindi sia per il territorio che per il prodotto, una promozione che valorizza sia le produzione locali, in particolare quelle a denominazione d’origine, che le particolarità del territorio.

L’offerta enogastronomica si delinea quindi come una risorsa turistica importante, la quale propone al turista occasioni di socializzazione e scoperta di nuovi ambienti.

L’agro-turismo si è configurato come la massima espressione di questo duplice risultato, simbolo della tipicità del territorio e dei prodotti.

Il turismo enogastronomico è promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale ha redatto un programma per la valorizzazione del patrimonio turistico ed artigianale italiano e costituito da un Comitato con il Decreto Legislativo 173/98 già citata in precedenza.

Il turismo enogastronomico da vita ad una promozione congiunta di prodotti locali e territorio. Se infatti il prodotto tipico promuove il territorio, viceversa, il territorio promuove il prodotto. Identificare la loro offerta con il luogo di provenienza, ne garantisce la qualità, percepita dai consumatori locali, ma anche dai turisti.

Il turismo funge da strumento per lo sviluppo rurale. Uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Si tratta del cosiddetto turismo rurale, in grado di estendere l’attività agricola tradizionale anche agli ambiti di ricettività, vendita, degustazione, incrementando attività economiche ed occupazione.

L’attenzione è rivolta, oltre che alla valorizzazione dei prodotti tipici, anche alla conservazione de paesaggio, della ruralità, della cultura locale, nel ricorso alla sostenibilità nei processi produttivi.

Si parla quindi di multifunzionalità del mondo agricolo che diventa plurisettoriale: il turismo enogastronomico è il metodo più innovativo di riqualificazione dell’agricoltura e di crescita del territorio.

Prodotti e territori vengono valorizzati attraverso fiere eno-gastronomiche e feste locali, le quali favoriscono il flusso di turisti. Sono gli enti locali che provvedono a finanziare tali manifestazioni, sostenute dai Consorzi di Tutela che ne incrementano la promozione.

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In base al Rapporto sul turismo dell’anno 2012, sono 1196 le “Attività di alloggio connesse alle aziende agricole” in Italia, in aumento di 7 unità rispetto all’anno precedente49

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Secondo una recente analisi condotta da Coldiretti, l’Italia si posizione al primo posto nel mondo nel turismo enogastronomico.

Le entrate del settore sono state stimate a 24 miliardi di Euro, corrispondenti al 33% del totale della spesa. Tra i principali motivi del turismo italiano sembrerebbe esserci l’apprezzamento dei prodotti agro-alimentari. La qualità e la tradizione dei prodotti del “Made in Italy” sembra infatti uno degli elementi che spinge i turisti a trascorrere le vacanze in Italia.