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Capitolo 3: Il settore open-air di Cavallino-Treporti

3.1 Il turismo in Veneto

Gli ultimi tre anni hanno visto il turismo in forte espansione a livello globale. Come già introdotto nel 1. Capitolo, il Turismo per l’Italia riveste un ruolo fondamentale per il contributo che riesce a fornire al PIL. Da uno studio condotto dall’Istituto Demoskopika, anche per il 2018 le previsioni per il turismo sono rosee. Le stime per l’Italia sono state di 126 milioni di arrivi, con un numero di presenze intorno ai 426 milioni e con una permanenza media di 3,37 notti per cliente. Il tutto con un conseguente incremento stimato pari al +2,7% degli arrivi e del +1,3% per le presenze, in particolare da parte della domanda estera. Le regioni che si confermano nelle prime postazioni, sia per numero di arrivi sia di presenze sono: il Veneto, il Lazio, la Lombardia ed il Trentino Alto Adige.

Il Veneto con un numero di arrivi stimato nel 2018 in 19.752.890 persone e presenze stimate in 70.070.733 si distingue notevolmente rispetto alle altre regioni italiane, grazie ad un’offerta turistica allettante composta da beni storici, naturalistici e culturali che attraggono numerosi turisti, soprattutto stranieri. Chi sceglie il Veneto come meta per trascorrere una vacanza è spesso attirato per la morfologia e per la ricchezza culturale della regione, senza tralasciare la competenza degli operatori del settore. L’offerta turistica quindi, risulta molto variegata, di qualità e valorizzata da numerose iniziative sempre allettanti e al passo con i tempi.

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Figura 12: Previsioni per il 2018 Turismo in Italia

Fonte: Demoskopika 2018

Fra le proposte turistiche offerte dalla Regione Veneto rientrano destinazioni come le città d’arte, il lago, la montagna, le terme e le località balneari, mete note ed apprezzate in tutto il mondo, il cui interesse risulta intramontabile.

Le città d’arte accolgono il 54,4% dei turisti. Nel 2017 oltre 10 milioni di turisti con quasi 23 milioni di pernottamenti, hanno scelto il Veneto come destinazione per trascorrere le proprie vacanze. I principali utenti sono americani, cinesi ed italiani.

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Il lago è la meta veneta preferita dal 14,2% dei turisti, con 2,7 milioni di turisti e 13 milioni di presenze nel 2017. Negli ultimi anni è la clientela italiana, tedesca, austriaca, inglese e svizzera a prediligere le località lacuali venete, mentre quella olandese alterna anni di crescita con anni in diminuzione.

Le località montane del Veneto si confermano una meta sempre apprezzata dai turisti, registrando quote di crescita superiore al milione di arrivi nel 2017. La clientela è principalmente rappresentata da italiani (al primo posto) e successivamente dagli stranieri. Per contro il numero dei pernottamenti è in diminuzione: si è passati da una permanenza media di 8 notti negli anni ’90 alle 4,2 notti nel 2017. È infatti, cambiato il modo di concepire la vacanza in montagna, che si concentra sempre più nell’arco di un fine settimana, anziché cadenzata da durata settimanale.

Le località termali sono meta preferita dal 4,3% dei turisti con oltre 800 mila arrivi nel 2017 e 3,2 milioni di presenze. La clientela è prevalentemente italiana (66,7%), che tuttavia trascorre mediamente un soggiorno pari a 3,9 notti, rispetto alle 8 degli anni ’90.

Infine, per quanto riguarda le località balneari, nel 2017 si sono registrati 4,1 milioni di arrivi, che in percentuale rappresentano il 21,5% dei turisti che scelgono il Veneto come meta per le proprie vacanze. La permanenza media è pari a 6,3 notti, superiore alla media nazionale di 3,4 notti e che la identifica come una vacanza mediamente lunga. Questo importante dato consacra le località balneari come la tipologia di vacanza con il numero più rilevante di presenze turistiche registrate in tutto il Veneto (25,8 milioni di pernottamenti), che in percentuale rappresenta il 37,4% a livello regionale.

Nel 2018 al Veneto sono state assegnate ben 8 bandiere Blu (368 in Italia nel 2018): San Michele al Tagliamento, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, Lido di Venezia, Chioggia, Rosolina.

Come già segnalato per le località balneari il numero di pernottamenti medi nel 2017 è stato pari a 6,3 notti. Tuttavia, la spesa media giornaliera è quella più bassa rispetto ad altre tipologie di vacanza in Veneto: circa € 67,00 al giorno a persona, contro ad esempio, € 134,00 per le vacanze culturali. La ragione va ricercata proprio nel numero di pernottamenti medi, che per le località balneari è superiore rispetto alle città d’arte (solo 5 notti).

Dopo alcuni anni di andamento un po’ oscillatorio, nel 2017 il numero di arrivi e di presenze nelle località balneari è tornato a crescere, registrando per la prima volta un numero di arrivi

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superiore ai 4 milioni, in particolare grazie al contributo offerto dalla domanda estera, che rappresenta il 64,5% della totalità dei turisti nel settore balneare.

Al primo posto si colloca la clientela proveniente dalla Germania per il numero di arrivi: un buon 25% dei turisti tedeschi sceglie le località balneari venete per trascorrere una vacanza, registrando un pernottamento medio intorno alle 8 notti.

In generale, con la riduzione della permanenza media nelle varie destinazioni turistiche (soprattutto in montagna e alle terme), emerge sempre più la tendenza da parte dei turisti ad effettuare viaggi più frequenti, ma di minor durata durante il corso dell’anno. Questo fenomeno si riflette soprattutto per il carattere della stagionalità rappresentato dal turismo veneto come ad esempio, per quello montano, lacuale e balneare. Dal 2001 ad oggi si registra un leggero miglioramento nella distribuzione dei flussi turistici durante l’anno, che rispetto al passato risulta essere più omogenea, soprattutto per le destinazioni poc’anzi menzionate. Al lago, ad esempio si riduce la quota dell’utenza che sceglie il periodo estivo, preferendo quello autunnale. Lo stesso discorso vale per le località di montagna, per le quali aumenta il numero dei turisti nei mesi estivi e autunnali. Per le località termali, infine è aumentata l’attrattività durante i mesi invernali. In generale quindi, si assiste sempre più ad un tentativo di destagionalizzazione, attirando turisti in periodi differenti rispetto ai classici per le quali le destinazioni sono note.

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