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Unʼopἷraὐione non del tutto originale. Antecedenti 'funzionali' alla recita ἶἷllʼEncomio di Sanἠʼχnasἠasio

VITA, CONDOTTA E PROVA DEL SANTO E GLORIOSO MARTIRE ANASTASIO, MARTIRIZZATO IN PERSIA, COMPOSTA DAL PISIDA

3.2 La Costantinopoli dell ʼimperatore Eraclio

3.2.2 Unʼopἷraὐione non del tutto originale. Antecedenti 'funzionali' alla recita ἶἷllʼEncomio di Sanἠʼχnasἠasio

In contemporanea con lʼoperato di Giorgio di Pisidia a Costantinopoli, lʼintento politico di Eraclio di propagandare le proprie vittorie andava concretizzandosi anche nel secondo centro dellʼimpero cristiano, Thessaloniki, tramite lʼinstallazione del culto del martire Demetrio, patrono e difensore della città a partire dallʼassedio degli Avari e degli Slavi nel settembre del 586 d.C.306

Ce lo testimonia lʼEncomio di San Demetrio di Giovanni di Thessaloniki307, tramandato dal solo manoscritto Paris. gr. 1517, insieme alle tre raccolte dei Miracoli del santo. La composizione della prima raccolta, anchʼessa opera di Giovanni308, come pure dellʼEncomio309, si data proprio agli inizi del regno di Eraclio, quando lʼautore era sul punto di divenire arcivescovo e succedere a Eusebio (che invece ricoprì la carica a

303 "Egli (scil. un operaio di Gerusalemme), avendone ammirato il fuoco divino, condusse il nostro uomo (scil. Magoundat), come una meravigliosa offerta, ad Elia, sacerdote della S. Anastasis. E questi, avendolo accolto favorevolmente, come un dono di Dio, con viscere paterne, lo presentò al venerabile Modesto, che allʼepoca era presbitero quanto al rango ecclesiastico e custode del seggio apostolico, e che dopo non molto tempo tenne le redini del clero". Dellʼuso, nellʼEncomio, di termini che hanno a che fare con il fuoco (cf. qui επ λπ δμ), mi sono occupato in BEROLLI 2013a, pp.157-158.

304 PERTUSI 1958, p.23.

305 Vd. PERTUSI 1958, pp.23-24.

306 Vd. BEROLLI 2013a, p.154, n.10. Un parallelo interessante tra i resoconti sugli attacchi di Avari e Slavi offerti dai Miracoli di San Demetrio e dalla seconda ελ α δμ dellʼEracliade di Giorgio di Pisidia è stato rintracciato da LEMERLE 1979-1981, II, p.92.

307 Ed. PHILIPPIDIS-BRAAT 1981.

308 Vd. LEMERLE 1979-1981, II, pp.32-34.

121 cavallo tra il regno di Maurizio e quello di Foca)310. Persino la funzione liturgica dellʼEncomio di San Demetrio, similmente a quella dellʼEἘcἙmἑἙΝ dἑΝ SaἘἠʼχἘastasio, sembra ormai un dato acquisito:

"au moins un éloge devait être prononcé chaque année à Thessalonique, ἶʼὁὄἶiὀἳiὄἷΝ pἳὄΝ lʼἳὄἵhἷvêque lui-même, le jour de la fête du saint (26 octobre)".311

Considerati, quindi, gli estremi cronologici per la datazione dello scritto pisidiano di cui si è parlato supra, il 22 gennaio 631 d.C., terzo anniversario del dies

natalis di SantʼAnastasio, potrebbe sembrare unʼipotesi piuttosto convincente per datare con esattezza la recita dellʼEncomio da parte di Giorgio.

Tuttavia, proprio in virtù del carattere marcatamente ideologico dellʼopera, almeno un dato storico non gioca a favore del 22 gennaio: si tratta dellʼassenza da Costantinopoli in quel periodo dellʼimperatore, che invece doveva essere il promotore ufficiale, di fianco al patriarca Sergio, del nuovo culto, installato 'dallʼalto', nella capitale, appunto per propagandare le vittorie contro i sasanidi.

Potrà far luce uno specchio dei principali avvenimenti che portarono Eraclio lontano da Costantinopoli:

5 maggio 614 d.C. Ν ἙΝ ἢἷὄὅiἳὀiΝ ὈὄἳἸὉἹἳὀὁΝ lἳΝ ἥἳὀὈἳΝ ἑὄὁἵἷΝ ἶἳΝ Gerusalemme. Iniziano le campagne militari di Eraclio contro lʼimpero sasanide312.

ἔiὀἷΝἄἀἅΝἶέἑέΝ ΝἨiὈὈὁὄiἳΝἶἷἵiὅivἳΝἶἷllʼesercito bizantino contro i persiani a Ninive.

ϊὁpὁΝilΝἀἀΝἹἷὀὀἳiὁΝἄἀκΝἶέἑέΝ ΝϊἳὈὁΝὁrdine di uccidere gli ultimi prigionieri di fede cristiana (tra cui SantʼAnastasio), Cosroe II lascia Dastagerd (vicino a Bethsaloé) e ripiega su Ctesifonte. Verso il 1 febbraio dello stesso anno Eraclio raggiunge Dastagerd, e lʼ8 aprile inizia a muovere le truppe verso lʼArmenia313.

ἙὀiὐiὁΝἶἷllʼiὀvἷὄὀὁΝἄἀκΝἶέἑέΝ- 1ΝἹἷὀὀἳiὁΝἶἷlΝἄἀλΝἶέἑέΝ ΝἤiἷὀὈὄὁΝἶiΝ Eraclio a Costantinopoli314.

Fine dicembre 628 - prima qὉiὀἶiἵiὀἳΝἶiΝἹἷὀὀἳiὁΝἄἀλΝἶέἑέΝ Νἢrime celebrazioni per la vittoria a Costantinopoli315.

310 Vd. LEMERLE 1979-1981, II, p.49, 73-81, 171-172.

311 LEMERLE 1979-1981, I, pp.10-11.

312 Vd. PERTUSI 1959, p.230. 313

Vd. FLUSIN 1992, II, p.265; KAEGI 2003, pp.177-178. 314

Vd. PERTUSI 1959, pp.233-234.

122 ἀ1Ν mἳὄὐὁΝ ἄἁίΝ ἶέἑέΝ Ottenuta nel luglio del 629 d.C. da Shahrbaraz la promessa di restituzione, la Santa Croce torna definitivamente a Gerusalemme316.

21 marzo - λΝ ἹiὉἹὀὁΝ ἄἁίΝ ἶέἑέΝ Ν ἥoggiorno di Eraclio a Gerusalemme317.

Stando a questi dati, Walter E. Kaegi ha giustamente notato che Eraclio non poteva essere rientrato definitivamente a Costantinopoli prima della metà del 631 d.C., visto il tempo richiestogli per il tragitto da Gerusalemme alla capitale318.

Bisognerà quindi restringere la forbice temporale ai mesi tra il giugno e lʼinizio del novembre 631 d.C. e pensare che Eraclio abbia certamente assistito alla celebrazione nel corso della quale Giorgio, al cospetto del patriarca Sergio, committente e dedicatario dellʼopera, recitò il suo Encomio.

Nel primo capitolo del presente lavoro, si è fatto cenno alla Vita della martire

Golindouch (BHG 700-702), scritta tra il gennaio e lʼautunno del 602 d.C.319 da Eustrazio presbitero di Costantinopoli a partire da una perduta Passione opera di un certo Stefano di Ierapoli (di cui possediamo soltanto una traduzione in georgiano)320. Antecedente dellʼEncomio pisidiano per il suo carattere di riscrittura a fini propagandistici, vale la pena soffermarsi sulle vicinanze tra i due testi, per rilevare la 'funzione', e, conseguentemente, il contesto di fruizione di entrambi.

I prologhi delle due opere si aprono nel nome del θ ηκμ: tanto quello di Giorgio dedicato al patriarca Sergio, quanto quello di Eustrazio, che a più riprese nel corso della narrazione fa riferimento alla testimonianza di Domiziano di Melitene, arcivescovo ἶἷllἳΝὅὉἳΝἵiὈὈὡΝὀἳὈἳlἷΝἷΝὀipὁὈἷΝὁΝἵὉἹiὀὁΝἶἷllʼimpἷὄἳὈὁὄἷΝἝἳὉὄiὐiὁ321.

Protagonista della Vita è Golindouch, una donna di nobili origini, sposa di un accolito dello Zoroastrismo (V. Golin. 3, pp.151-1ἃἀΝ Πέ - ΚέΨνΝ pὄὁὈἳἹὁὀiὅὈἳΝ ἶἷllʼEncomio Magoundat, figlio di un mago (Enc. S. Anast. 4, p.207 Flusin).

316

Vd. PERTUSI 1959, p.233; FLUSIN 1992, II, pp.295-309.

317 Vd. FLUSIN 1992, II, p.322.

318 Vd. KAEGI 2003, p.215.

319 Vd. PEETERS 1944, p.91.

320 Come ha dimostrato GARITTE 1956, pp.419-ἂἀίμΝ ΟἜἷΝ ὄὲlἷΝ ἶʼἓὉὅὈὄἳὈἷΝ ἳΝ ἶὁὀἵΝ ὧὈὧ,Ν ὀὁὀΝ pἳὅ,Ν comme on devait le penser quand on ne connaissait que son texte, de mettre par écrit les récits à lui faits pἳὄΝϊὁmiὈiἷὀΝἷὈΝpἳὄΝἶʼἳὉὈὄἷὅΝὈὧmὁiὀὅΝὁἵὉlἳiὄἷὅ,ΝmἳiὅΝὅimplἷmἷὀὈΝἶἷΝpἳὄἳphὄἳὅἷὄΝὅὉὄΝlἷΝmὁἶἷΝὁὄἳὈὁiὄἷ,ΝἷὀΝ lʼἳmpὉὈἳὀὈΝἷὈΝἷὀΝlἳΝἶὧἸὁὄmἳὀὈ,ΝὉὀἷΝἢἳὅὅiὁὀΝὧἵὄiὈἷΝpὄὧἷὌiὅὈἳὀὈἷέΝSi lʼon admet que cʼest bien Eustrate qui affirme, dans un épilogue dʼailleurs plus que suspect: ηαγ θ ΰ λ ηβθ δ κ μ υθ ΰλ οα κ ηαλ λδκθ, on doit admettre aussi quʼil en a menti".

321 Cf. V. Golin. 1, p.149 Π. - Κ. ~ Enc. S. Anast. 1, p.203 Flusin. Vd. PEETERS 1944, pp.81-82.

123 Una volta convertitasi, Golindouch prende il nome di Maria (V. Golin. 6-7, pp.154-155 Πέ - ΚέΨνΝἝἳἹὁὉὀἶἳὈΝὃὉἷllὁΝἶiΝχὀἳὅὈἳὅiὁΝΧEnc. S. Anast. 10, p.215 Flusin).

Maria viene 'tentata' da un emissario regio, quindi imprigionata nel misterioso 'castello dellʼOblio'322, dove, a seguito della morte di Cosroe I (579 d.C.), riuscirà a penetrare un alto funzionario bizantino di nome Aristobulo323 e ad ottenere come reliquia una delle catene della martire (V. Golin. 8-9, pp.155-1ἃἅΝ Πέ - ΚέΨνΝ iὀἵἳὈἷὀἳὈὁΝ ἵὁllὁΝ ἷΝ piἷἶi,Ν Anastasio subisce un triplice interrogatorio a Cesarea di Palestina ad opera del ηαλααίαθ μ, quindi viene spedito nella prigione pubblica di Bethsaloé, dove alcuni devoti cristiani portano via una reliquia delle catene del martire, e dove Cosroe II pronuncerà la definitiva condanna a morte (Enc. S. Anast. 20-39, pp.226-249 Flusin).

Grazie al lavoro di Paul Peeters, siamo certi addirittura del fatto che Giorgio avesse modo di leggere lo scritto di Eustrazio. Golindouch/Maria morì il 13 luglio 591 d.C. Di lì a poco tempo, la sua reputazione di martire e taumaturga doveva essersi già diffusa a Ierapoli, città del dies natalis della santa, dove il vescovo locale Stefano pronunciò il suo elogio agiografico al più tardi nel 592 d.C.324 Il primo a basarsi sulla

Passione di Stefano, probabilmente in quanto testimone diretto della recita, fu Evagrio,

al capitolo 6.20 della cui Storia ecclesiastica, terminata tra il 13 agosto 593 ed il 12 agosto 594 d.C.325, la η λ υμ α α viene menzionata esplicitamente326.

Su Evagrio327, come specialmente sulla Vita in greco composta da Eustrazio328, si basò a sua volta il contemporaneo di Giorgio di Pisidia Teofilatto Simocatta, il quale, nominata incidentalmente Golindouch al capitolo 5.2 delle sue Storie, trovò opportuno arrestarsi per un intero paragrafo a descrivere la vita e le virtù della martire. Ora, il successo costantinopolitano delle imprese di Golindouch è evidente anche dal fatto che il cronografo del X secolo d.C. che è alla base del capitolo 25 della Storia ecclesiastica di Niceforo Callisto Xanthopulos (XIV secolo d.C.) sentì il bisogno di terminare il proprio resoconto sulla santa sottolineandone il rifiuto di fronte alla richiesta da parte

322 Su cui vd. PEETERS 1944, pp.84-85. 323 Su cui vd. PEETERS 1944, pp.83-84. 324 Vd. PEETERS 1944, p.124. 325 Vd. GARITTE 1956, p.422. 326 Vd. PEETERS 1944, pp.76-79. 327 Vd. PEETERS 1944, p.97. 328 Vd. PEETERS 1944, pp.97-100.

124 dellʼimperatore Maurizio di raggiungerlo θ θ α κ π ζδθ, e soprattutto affermando che α βμ θ ί κθ ΢ φαθκμ μ λαπ ζ πμ πλ λκμ υθ ΰλ οα κ.329

E' quindi evidente che lo stesso Giorgio di Pisidia conobbe le gesta della martire persiana attraverso la riscrittura che ne aveva fatto Eustrazio, anchʼegli presbitero a Santa Sofia.

Ad interessarlo saranno state soprattutto le manovre diplomatiche tra Bisanzio e la Persia di Domiziano di Melitene cantate da Eustrazio allʼepoca dellʼimperatore Maurizio330: unʼepoca in cui la conversione di Golindouch al cristianesimo era stata salutata come annunciatrice di una pace vittoriosa, in quanto assicurava la supremazia di Costantinopoli sul mondo persiano331. Lʼesatto equivalente Giorgio poteva riscontrarlo al suo tempo nella conversione di Magoundat al cristianesimo col nome di Anastasio: le vittorie di Eraclio, e soprattutto la restaurazione a Gerusalemme delle reliquie della Santa Croce, vennero quindi celebrate dal poeta di corte tramite lʼEncomio al momento del rientro dellʼimperatore nella capitale332.

Sarà interessante notare che qualcosa di molto simile era già avvenuto in Occidente intorno al 568/569 d.C., allorché Venanzio Fortunato accompagnò col suo famoso carme Vexilla regis il viaggio di alcune reliquie della croce dalla porta della città di Poitiers allʼaltare della chiesa, in una cerimonia presieduta da Eufronio vescovo di Tours333.

Ma la propaganda ideologica che si celava dietro alla promozione del culto di SantʼAnastasio nella capitale risulta evidente soprattutto da un dato: dopo la testimonianza offertane da Giorgio, ovvero dopo lʼepoca dellʼimperatore Eraclio, le sorti di una devozione costantinopolitana al santo persiano erano irrimediabilmente segnate.