3.3. La detenzione di strumenti rischiosi
3.3.1. L’investimento in azioni
3.3.1.2. Un’analisi per quartili
Dopo aver riscontrato che, considerando somme investite in azioni pari ad almeno 5.000€, non è emersa alcuna relazione positiva con la ricchezza finanziaria, si procede ad analizzare se veramente le categorie più ricche investono anche in strumenti più rischiosi. Si esegue una regressione che considera come variabile dipendente la percentuale investita in azioni suddivisa per quartili, con lo scopo di notare se, tra i quartili che si caratterizzano per un maggior investimento in azioni, corrisponde anche una maggiore ricchezza posseduta da parte dei clienti.
Azioni%i primo quartile = c + β1conoscenza prodottii + β2esperienzai + β3propensione al rischioi
+ β4redditoi + β5istruzionei + β6orizzonte temporalei + β7conoscenza investimentii +
β8dummy professionii + εi.
Tabella 30. Regressione riguardante l’investimento in azioni – primo quartile.
Variabili Coefficienti
Costante 8.03379
(0.0000) Conoscenza dei prodotti finanziari -0.0136261
(0.8705) Esperienza 0.117118 (0.2123) Propensione al rischio 0.00794166 (0.9292) Orizzonte temporale 0.0690038 (0.3826) Istruzione -0.0968451 (0.0524) Conoscenza in materia d’investimenti 0.0185386
(0.7932) Ricchezza finanziaria -0.387579
Reddito -0.124853 (0.0433)
Dummy operaio -0.00614611
(0.9692) Dummy libero professionista 0.0750956
(0.6332) Dummy impiegato -0.164158 (0.2541) Dummy dirigente 0.0900884 (0.6491) Dummy artigiano -0.152104 (0.4341) Dummy agricoltore 0.445867 (0.4448) Numero osservazioni 1115 R2 0.166
Relazione tra investimento percentuale in azioni e caratteristiche degli investitori appartenenti al primo quartile. Tra parentesi sono contenuti i rispettivi p-value.
Osservando i risultati del primo quartile si nota che il grado d’istruzione, la ricchezza finanziaria e il reddito figurano le uniche variabili significative. Gli investitori che si collocano nel primo quartile presentano quindi una maggiore istruzione, un reddito più elevato e una ricchezza finanziaria più consistente al diminuire del loro investimento in azioni. I comportamenti appena elencati figurano in linea con il profilo di un individuo che investe in azioni, ma che non destina solo una piccola quantità di risparmio in strumenti rischiosi: emerge, infatti, il profilo opposto di un soggetto che invece è maggiormente propenso ad investire più aggressivamente in azioni.
Azioni%i secondo quartile = c + β1conoscenza prodottii + β2esperienzai + β3propensione al rischioi
+ β4redditoi + β5istruzionei + β6orizzonte temporalei + β7conoscenza investimentii +
β8dummy professionii + εi.
Tabella 31. Regressione riguardante l’investimento in azioni – secondo quartile.
Variabili Coefficienti
Costante 8.63944
(0.0000) Conoscenza dei prodotti finanziari -0.117463
(0.2279) Esperienza 0.0194259 (0.8650) Propensione al rischio -0.173478 (0.1401) Orizzonte temporale -0.0183680 (0.8625) Istruzione -0.00852984 (0.8751)
Conoscenza in materia d’investimenti 0.161809 (0.0638) Ricchezza finanziaria -0.216752 (0.0000) Reddito 0.0563010 (0.4877) Dummy operaio -0.00895887 (0.9604) Dummy libero professionista -0.0597080
(0.7400) Dummy impiegato -0.122476 (0.4807) Dummy dirigente 0.267454 (0.2927) Dummy artigiano -0.238222 (0.4169) Dummy agricoltore -0.220759 (0.5443) Numero osservazioni 1116 R2 0.034
Relazione tra investimento percentuale in azioni e caratteristiche degli investitori appartenenti al secondo quartile. Tra parentesi sono contenuti i rispettivi p-value.
Passando al secondo quartile, solamente conoscenza in materia d’investimenti e ricchezza finanziaria assumono significato. Considerando aumenti consistenti nell’allocazione azionaria diventa quindi rilevante avere una conoscenza in materia d’investimenti, mentre nuovamente un aumento della ricchezza finanziaria coincide con una minore quota in azioni.
Azioni%i terzo quartile = c + β1conoscenza prodottii + β2esperienzai + β3propensione al rischioi
+ β4redditoi + β5istruzionei + β6orizzonte temporalei + β7conoscenza investimentii +
β8dummy professionii + εi.
Tabella 32. Regressione riguardante l’investimento in azioni – terzo quartile.
Variabili Coefficienti
Costante 16.7562
(0.0000) Conoscenza dei prodotti finanziari -0.158981
(0.4745) Esperienza 0.0911913 (0.7043) Propensione al rischio 0.425955 (0.0951) Orizzonte temporale -0.106931 (0.5647) Istruzione -0.0208553 (0.8533) Conoscenza in materia d’investimenti 0.206180 (0.2142) Ricchezza finanziaria -0.587540
Reddito 0.114929 (0.4717)
Dummy operaio -0.0641329
(0.8728) Dummy libero professionista 0.372880 (0.3633) Dummy impiegato 0.0998654 (0.7962) Dummy dirigente 0.0970562 (0.8936) Dummy artigiano 10.01061 (0.0312) Dummy agricoltore 1.90238 (0.3632) Numero osservazioni 1116 R2 0.05
Relazione tra investimento percentuale in azioni e caratteristiche degli investitori appartenenti al terzo quartile. Tra parentesi sono contenuti i rispettivi p-value.
Nel terzo quartile il segno negativo del coefficiente della ricchezza finanziaria continua ad indicare che non esiste una relazione positiva con una crescente allocazione in azioni. La persistenza di una relazione negativa continua a disattendere le attese: autori come Waggle e Englis (2000) ribadiscono che a maggiori investimenti azionari dovrebbero corrispondere anche più elevati livelli di ricchezza. Chi dispone di maggiore ricchezza, infatti, dovrebbe essere maggiormente in grado di assorbire delle potenziali perdite associate al più elevato investimento in titoli rischiosi, riuscendo allo stesso tempo a garantirsi un reddito accettabile (Waggle e Englis, 2000). Inaspettatamente la classe degli artigiani si presenta significativa ed è difficile dare un’interpretazione a tale risultato. In precedenza è stato riscontrato che questa categoria si caratterizzava per investire in portafogli monoprodotto: molto probabilmente lo strumento in cui gli artigiani investono per la maggiore sono le azioni, tale da far segnalare una significatività in questo quartile.
Azioni%i quarto quartile = c + β1conoscenza prodottii + β2esperienzai + β3propensione al rischioi
+ β4redditoi + β5istruzionei + β6orizzonte temporalei + β7conoscenza investimentii +
Tabella 33. Regressione riguardante l’investimento in azioni – quarto quartile.
Variabili Coefficienti
Costante 55.4068
(0.0000) Conoscenza dei prodotti finanziari 0.372925 (0.8303) Esperienza -4.49255 (0.0114) Propensione al rischio 12.7091 (0.0000) Orizzonte temporale 1.17593 (0.4321) Istruzione 1.77086 (0.0533) Conoscenza in materia d’investimenti 3.82148 (0.0042) Ricchezza finanziaria -7.37511 (0.0000) Reddito 2.04331 (0.0826) Dummy operaio -2.86644 (0.3272) Dummy libero professionista -0.210489
(0.9571) Dummy impiegato -6.65760 (0.0147) Dummy dirigente -2.94915 (0.5272) Dummy artigiano -0.210489 (0.9571) Dummy agricoltore -17.9319 (0.0033) Numero osservazioni 1114 R2 0.205
Relazione tra investimento percentuale in azioni e caratteristiche degli investitori appartenenti al quarto quartile. Tra parentesi sono contenuti i rispettivi p-value.
I risultati ottenuti nel quarto quartile sono senza dubbio i più importanti. Esperienza, propensione al rischio, istruzione, conoscenza in materia d’investimenti, ricchezza finanziaria e reddito sono tutte variabili significative. Gli individui che si caratterizzano per un maggiore investimento in azioni presentano innanzitutto una maggiore propensione al rischio: chi è in grado di sopportare più rischio impiegherà più ricchezza in strumenti rischiosi disincentivando l’investimento in tali strumenti (Korniotis e Kumar, 2010). I segni positivi dell’istruzione e della conoscenza in materia d’investimenti indicano che, come confermato da Guiso, Haliassos, Jappelli (2000), chi investe in questo strumento lo fa perché è a conoscenza dell’esistenza e delle proprietà dei diversi asset finanziari, ed è in grado di acquisire privatamente informazioni sui prezzi e sulla volatilità dei mercati (Padula e Pettinicchi, 2013) grazie ad una migliore istruzione finanziaria. Chi è più istruito può avere,
infatti, una migliore comprensione del mercato azionario ed essere più aperto all’investimento in azioni (Waggle and Englis, 2000). I coefficienti di ricchezza finanziaria e reddito sono rispettivamente negativi e positivi: questo comportamento smentisce nuovamente una possibile relazione positiva della ricchezza con l’investimento in azioni, mentre il reddito degli individui che investono maggiormente in prodotti rischiosi è sicuramente più elevato della media. I segmenti più ricchi dovrebbero manifestare una maggiore propensione all’investimento azionario: sono proprio questi sottoinsiemi della popolazione a decretare le differenze nel comparto azionario tra gli individui appartenenti ad un campione o addirittura ad un intero paese (Guiso, Haliassos, Jappelli, 2000). Carroll (2001) dichiara che le allocazioni più elevate in azioni dovrebbero provenire dai segmenti più ricchi che investono circa il doppio rispetto alla restante popolazione.
Stranamente dalle professioni invece non si riscontra alcuna relazione significativa.
Dal quarto quartile ci si aspettava di cogliere un coefficiente positivo della ricchezza finanziaria, poiché questo intervallo poteva, più di tutti gli altri, evidenziare una relazione positiva con l’investimento azionario, coinvolgendo di fatto una maggiore quantità investita in azioni; tuttavia il campione in esame sembra non confermare l’assunto iniziale di Guiso e Jappelli. Essi inoltre precisano che solamente poche famiglie italiane possiedono un portafoglio completo, ossia adeguatamente diversificato, persino tra i segmenti più ricchi della popolazione. La medesima analisi è stata ripetuta considerando anche la somma tra azioni e fondi comuni, per verificare se una quantità più consistente investita in strumenti rischiosi potesse avere una maggiore incidenza nella ricchezza finanziaria; tuttavia la relazione riscontrata non si discosta da quella appena descritta.