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Un inedito approccio all’insolvenza: il Bankruptcy Act 1898

Dopo le gravi crisi economiche (Panics) del 1884 e del 1893, il Congresso giunse, nel 1898, all’approvazione del c.d. Torrey Bill,171

dall’assenso di un quarto dei creditori, per numero e valore dei rispettivi crediti. Ch. 390, sez. 9, 18 U.S. Statutes at large 180 (1874).

169 F.NOEL, op. cit., p. 153.

170 Come previsto dai precedenti provvedimenti normativi, il rilascio, da parte del tribunale, del certificato che attestava il rispetto dei requisiti ai fini della discharge, era subordinato al previo giuramento del debitore circa l’assenza di elementi ostativi alla stessa.

171 Bankruptcy Act del 1898, ch. 541, 30 U.S. Statutes at large 544 (1898). La denominazione di Torrey Act si deve al suo proponente, Colonnello Jay Torrey, che

con cui la procedura di voluntary bankruptcy fu resa accessibile a qualunque debitore, indipendentemente dalla sua professione, con l’esclusione degli enti societari (“[a]ny person who owes debts, except a corporation”172).173

In quel periodo, chiunque intendesse intraprendere un’attività d’impresa poteva optare per la costituzione di una società: questo comportò, in concreto, che fossero primariamente i non-merchants a far effettivamente ricorso alla bankruptcy, dato che gli imprenditori erano più propensi ad avvalersi dell’alternativa societaria per sottrarsi alla vincolatività dei propri obblighi e restringere i confini della propria responsabilità patrimoniale.

La sez. 1(12) del Bankruptcy Act del 1898 definiva espressamente la discharge come “the release of a bankrupt from all of his debts which are provable in bankruptcy, except such as are excepted by this Act”.174

Al fine di superare le preesistenti difficoltà di coordinamento tra discipline emanate a diversi livelli territoriali, la sez. 6 disponeva, inoltre, che il debitore poteva beneficiare delle exemptions di volta in volta previste dalla normativa dello stato del suo domicilio: le eccezioni alla discharge stabilite dalla legislazione federale non interferivano in alcun modo, infatti, con quelle statuite dai singoli stati,

esercitava la professione forense in St. Louis. La legge è indicata talora anche come

Nelson Act.

172 Bankruptcy Act del 1898, ch. 541, sez. 4(a), 30 U.S. Statutes at large 547 (1898). Nella generica definizione di corporations erano incluse tanto le municipal

corporations (le società ferroviarie, d’assicurazione e bancarie) quanto le building and loan associations. Bankruptcy Act del 1898, sez. 4. Sul punto, G.ROSSI, op. cit., p. 74.

173 La procedura involontaria, invece, era aperta a tutte le persone fisiche, con l’esclusione dei wage earners e degli agricoltori, e a tutte le moneyed, business or

commercial corporations, da cui erano eccettuate le società ferroviarie,

d’assicurazione, bancarie e le building and loan associations. Bankruptcy Act del 1898, sez. 4.

174 Per un’analoga definizione in giurisprudenza, si veda Irving Federal Savings and

i quali mantenevano pertanto un’ampia libertà nella determinazione dei confini applicativi dell’istituto.

Nel caso di voluntary bankruptcy, il debitore doveva presentare istanza alla Court of Bankruptcy almeno dopo un mese ed entro un anno dalla dichiarazione di fallimento (adjudication), essendo comunque ammesso un differimento di altri sei mesi del termine finale -non ulteriormente prorogabile- quando esso fosse spirato per assoluta impossibilità da parte del debitore di rispettarlo.175 L’order of discharge era pronunziato dal tribunale, dopo un breve contraddittorio tra il fallito e le parti controinteressate, in relazione ai soli debiti provable in the bankruptcy (con l’ovvia esclusione dei non-

dischargeable debts176),177 purché il fallito non avesse commesso uno

dei reati previsti dalla legge, punibile con la reclusione, e non avesse distrutto, occultato od omesso di registrare correttamente fatti di rilevanza contabile, con il deliberato e fraudolento proposito di non palesare all’esterno la proprie precarie condizioni finanziarie e in previsione del suo successivo fallimento.178

Nonostante l’assenza di un’espressa previsione normativa, la prassi fece luce sulla valenza procedimentale del documento comprovante

175 Bankruptcy Act del 1898, sez. 14(a).

176 Essi sono individuati dalla sez. 17(a) della legge, che menziona, inter alia, i debiti fiscali, quelli derivanti dall’aver dolosamente cagionato danni alla persona o all’altrui proprietà e debiti scaturiti da comportamenti fraudolenti. La prospettiva è ancora lato

sensu criminalistica, per disincentivare i dishonest debtors a porre in essere condotte

opportunistiche, come emerge anche dalla dichiarazione del Representative Henderson, uno dei più fervidi sostenitori del disegno di legge. Si veda An interview

with the Hon. David B. Henderson, reprinted from the Bankruptcy Magazine, in A National Bankruptcy Law, p. 30 (30 Settembre 1897).

177 Bankruptcy Act del 1898, sez. 1a(12). La limitazione della discharge ai debiti di cui potesse essere fornita la prova (i cc.dd. provable debts, tassativamente indicati nella sezione 63(a) della legge), che fossero come tali suscettibili di insinuazione al passivo, si giustificava in un’ottica di tutela di coloro che, invece, fossero titolari di crediti non insinuabili. Tale ultima circostanza, infatti, precludeva loro la possibilità di partecipare alla procedura di liquidazione e alla conseguente distribuzione del ricavato. Dunque, la previsione dell’esdebitazione con riferimento ai debiti contratti nei loro confronti li avrebbe ingiustificatamente privati di ogni mezzo di soddisfazione. Cfr. P.J.HARTMAN, The dischargeability of debts in bankruptcy, in 15 Vanderbilt L. Rev (1961-62), p. 13 ss., alla p. 14.

l’esdebitazione: alla stregua di un’affirmative defense, essa doveva essere tempestivamente eccepita dal debitore qualora fosse convenuto in giudizio da un creditore per il soddisfacimento dei suoi diritti, in seguito alla chiusura della procedura.179

La discharge poteva essere revocata, su richiesta di una o più parti interessate, pervenuta al tribunale entro un anno dalla sua elargizione, quando fosse fornita la prova che essa era stata ottenuta con frode, di cui gli istanti dovevano aver avuto notizia dopo la sua concessione, a condizione che i fatti successivamente emersi fossero idonei ad impedire il suo conferimento, se conosciuti ab initio.180

4.2. La portata innovativa della legge e l’emancipazione dal diritto britannico

Il provvedimento del 1898 rappresentò una svolta significativa nella legislazione statunitense in materia di esdebitazione.181 Le incisive novità che esso introdusse rispetto alla normativa previgente incarnavano e completavano, al tempo stesso, il processo di emancipazione della disciplina nordamericana da quella inglese, la quale aveva storicamente costituito l’archetipo da cui la prima prese originariamente le mosse. Infatti, la riforma britannica del 1883, che cristallizzò i connotati di cui attualmente partecipa la discharge in quel sistema giuridico,182 aveva revocato il dominio dei creditori nella

gestione della procedura e lo aveva attribuito all’autorità giudiziaria, libera di muoversi con ampi margini di discrezionalità in merito alla concessione o diniego della liberazione dai debiti pregressi.183

179 In tal senso, C.J.TABB, op. cit., p. 369. 180Bankruptcy Act del 1898, sez. 15(a).

181 Secondo il Professor Tabb, la sua emanazione ha segnato “the arrival of the

‘modern’ American pro-debtor discharge policy.” C. J. TABB, op. cit., p. 364. 182 46 & 47 Victoria, ch. 52 (1883).

183 Infatti, nel sistema giuridico inglese, il tribunale poteva finanche decidere di condizionare l’accesso alla discharge al previo pagamento, per mezzo di beni

Il relativo procedimento, scandito dal costante e pervasivo controllo del tribunale in ordine al suo corretto svolgimento, non fu replicato nel Banckruptcy Act statunitense del 1898, dove si optò per una rigida predeterminazione legislativa delle condizioni di accesso al beneficio esdebitativo. In capo all’autorità giudiziaria residuava la valutazione circa il pieno rispetto dei presupposti da parte del debitore e circa l’eventuale sussistenza di statutory grounds for denial -purché questi fossero opportunamente oggetto di prova da parte del creditore opponente-.

Lo spodestamento della classe creditrice, nel contesto della bankruptcy, dal suo tradizionale ruolo direttivo si evince dall’abolizione della necessità, ai fini della discharge, tanto del suo consenso184 quanto di un dividendo minimo che doveva esserle corrisposto nel caso di procedura volontaria.185 La cancellazione degli obblighi inadempiuti non discendeva più dalla sussistenza delle condizioni positivamente previste dalla legge, bensì, in un’ottica negativa, dalla mancanza di presupposti preclusivi e ostativi all’operatività dell’istituto esdebitativo: l’unico requisito che sopravvisse a questa radicale decurtazione degli elementi legittimanti fu l’onestà del debitore istante, non avendo la volontà dei creditori più rilevanza alcuna.186

sopravvenuti, di alcuni creditori o, all’opposto, di sospendere ogni forma di adempimento nei loro confronti per un determinato periodo di tempo. Cfr. D. G. BOSHKOFF, Limited, conditional, and suspended discharges in anglo-american

bankruptcy proceedings, in 131 Univ. Penn. L. Rev. (1982-83), p. 69 ss; V.

COUNTRYMAN, op. cit., p. 230.

184 Tuttavia, come evidenziato supra al par.3, il prerequisito dell’assenso dei creditori aveva già subito un significativo ridimensionamento, dapprima con la legge del 1867 -che prescriveva la sua necessità solo nel caso in cui non fosse stato pagato ai creditori un dividendo minimo pari al 50% del patrimonio attivo- e, in seguito, con gli emendamenti del 1874, che negli involuntary proceedings consentivano di prescindere tout court dal consenso creditorio in talune specifiche situazioni.

185 Come rileva il Professor Tabb, “[t]he notion that the debtor's entitlement to

a discharge rests solely on the impact on the interests of the immediately affected creditors was rejected in 1898.” C. J. TABB, op. cit., p. 364.

186 Una simile conclusione si evince dai lavoratori preparatori della legge: cfr. House

Il Bankruptcy Act del 1898 fu considerato, dall’opinione dominante, eccessivamente proteso sugli interessi del debitore, tanto da essere sprezzantemente qualificato nei termini di una “poor-debtor law” 187 e

da essere considerato espressione di una “fallacious and superficial view that bankruptcy legislation should partake of the nature of a

‘Hebrew Jubilee’”.188 Altri commenti, perlopiù di segno dispregiativo,

danno icasticamente conto della percezione collettiva del provvedimento, il quale, pur avendo un’astratta finalità filantropica, si presentava agli occhi della comunità, con riguardo alla sua efficacia deterrente nei confronti del “commercial dishonest,” come “a peace

officer without a warrant, or policeman with unloaded revolver”.189