par Alberto Bassetti
Vi sono anime irrequiete, quasi in uno stato di fusione continua, che sdegnano di rapprendersi, d’irrigidirsi in questa o quella forma di personalità. Ma anche per quelle più quiete, che si sono adagiate in una o in un’altra forma, la fusione è sempre possibile : il flusso della vita è in tutti.
Luigi Pirandello, L’umorismo (1908)437
Scena: La stanza d’albergo di Luigi Pirandello a Stoccolma, la sera in cui ha ricevuto il premio Nobel, 10 dicembre 1934.
In proscenio Sei Personaggi fissano il pubblico nella penombra, lungamente. Indossano maschere che servono a determinarli per sempre nel loro carattere, come previsto da Pirandello nel dramma Sei personaggi in cerca d’autore : Padre, Madre, Figlio, Figliastra, Giovinetto, Bambina. Si prendono quindi per mano e cominciano ad arretrare, raggiungendo sul fondo una serie di minuscoli locali affiancati nei quali prendono posto separandosi, ciascuno continuando a guardare avanti. Tolgono la maschera all’unisono. Chiudono le sei porticine di rete metallica. Restano in quei minuscoli locali che sembrano gabbie : sono dei camerini piccolissimi, giusto lo spazio per potersi truccare e cambiare di costume (se ne vedono diversi appesi agli appendiabiti), alla luce delle lampadine che sovrastano lo specchio posto sul fondo e che ora si accendono.
258 Partie II Alberto Bassetti 259 I Sei Personaggi restano aggrappati alla rete della propria porta, guardando
fuori, come dei prigionieri. Sulla destra s’intravvede Pirandello, allo scrittoio, che è l’unico arredo visibile assieme ad una poltrona rossa sull’altro lato. Egli fuma una delle sue infinite sigarette giornaliere, mentre scrive una lettera che rilegge ad alta voce. Qui e poi, quando parla, usa spesso il pollice come uno scultore, a modellare la sua propria realtà. Appena ne ha occasione poggia il gomito sullo scrittoio, o sul bracciolo della poltrona, reggendosi il capo con una mano sulla fronte, come sentendosi mortalmente stanco.
Pirandello « Marta mia, anche in una notte così straordinaria sono rimasto a lavorare tutta la notte. Ora comincio a vedere ai vetri delle grandi finestre le prime trasparenze dell’alba, come un mistero che provasse a rivelarsi da lontano lontano. Le case nere dall’altra parte della piazza, paiono profili di monti su quel primo chiarore ; e io ho – non so perché – di quest’alba lo stesso sentimento che ebbi di un’altra, ormai tanto remota, che mi s’affacciò dai vetri d’un finestrino di treno, mentre viaggiavo, e lontane si profilavano alcune nere colline. Un sentimento di misteriosa e profondissima pena. Pena per tutta la vita condannata ogni giorno a ridestarsi dal sonno smemorato della notte. Il beneficio del sonno m’è questa notte negato ; e il viaggio… non è tutto un viaggio, senz’arrivi, senza requie, la mia vita ? Qua seduto davanti alla scrivania in una stanza d’albergo straniera, lontana, io senza più casa sulla terra, senza più un letto mio su cui dormire… ma solo l’idea di riavere una casa, mi è intollerabile come una prigione, come quella stessa di avere una tomba. Avere solo una valigia in mano, sempre pronta, mi dà almeno l’idea di sfuggire alla mortale vanità dell’esistere. Ho bisogno di fuggire e fuggirmi. L’idea di star fermo mi spaventa »438.
438 Si tratta di una citazione, con qualche variante, dalla lettera del 24 maggio 1930, LMA, p. 479-481.
Ora si solleva dalla sedia, restando con le braccia appoggiate allo scrittoio, per guardare fuori attraverso la finestra che s’immagina in proscenio. Pirandello « E adesso l’alba, come dai vetri di quel finestrino di treno che era corso tutta la notte, m’ha sorpreso ugualmente insonne, questa notte, dai vetri di queste finestre. Il lavoro che ho fatto potrà mai compensarmi della pena che quest’alba mi dà, annegando l’amarezza della mia sorte particolare nella generale amarezza di questa inutilissima vita mortale ? ».
Da dietro, i Personaggi rinchiusi esplodono in una feroce risata e commentano anche salacemente con frasi inintelligibili. Egli li guarda, e davvero ora sembrano mendicanti, o dementi, forse cani, che altro non richiedono che di uscire (e dunque manifestarsi). Lascia lo scrittoio e gli si avvicina ; li osserva per un istante con disprezzo e rabbia.
Pirandello Ma basta, via, piantatela ! Dovevo portarmi anche qui quel cartello, che recita scritto grosso così : « UDIENZE SOSPESE, NON DISTURBARE !!! » ?
Come per protesta tutti gli altri cominciano ad urlare all’unisono : « Pagliacciate, pagliacciate ! ».
Lui si porta le mani sulle orecchie guardandoli, spalle alla platea, e urla sovrastandoli.
Pirandello Perché la vita stessa è un’enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai !
Silenzio. Pirandello e i Personaggi si guardano. Un uomo dall’aspetto dimesso, con un vecchio impermeabile sgualcito, passa come un’ombra in proscenio, perciò alle sue spalle. Pirandello ne avverte la presenza, si gira ma non lo vede, quindi fa per cercarlo muovendosi per il palcoscenico. Si
ferma, si accende un’altra sigaretta. Va allo scrittoio ma nella penombra intravvede con stupore che la sedia è ora occupata : è lui, l’uomo con l’impermeabile.
Pirandello Ah, perfino adesso, anche qui ? Nessuna risposta.
Pirandello Non può essere. Ti avevo intravisto già alla cerimonia, stasera. Ma almeno sei stato discreto, forse intimorito dal Re… tu, con quel tuo lacero impermeabile.
L’altro sorride, tra il bonario e il sarcastico.
Pirandello Non prendermi in giro, certo che ho capito, ti conosco fin troppo bene : ma perché anche questa sera ? La giornata più bella della mia vita, o almeno : quella che dovrebbe esserlo. (scrolla un attimo le spalle) Il premio Nobel, il sogno di ogni scrittore !
L’altro adesso ride sarcastico, senza emettere suono, chiaramente sfottendolo. Pirandello Lo so, tu dici : allora perché, fin da quando ne hai ricevuto notizia a Roma, hai cominciato a picchiare i tasti della tua macchina da scrivere come un forsennato, componendo ossessivamente una sola parola ? « Pagliacciate, pagliacciate, pagliacciate ! ».
L’altro prende in mano la grande cornice posta sullo scrittoio, e gliela rivolge contro, mostrando la foto di una giovane bella donna.
Pirandello Eh già, forse il mio sogno è tutto lì, in questa foto, che mi ostino a portarmi sempre appresso, ovunque, pesante nella sua bella cornice. Lei, com’è possibile ? Eppure, per me, lei è più desiderata e più irraggiungibile della gloria !
Appare dall’altro lato, sospesa su un’altalena, o comunque nettamente sollevata rispetto al palcoscenico, un’elegante giovane donna, quella della foto, la stessa cui stava scrivendo : lei, la sua ossessione, Marta Abba. Lui la guarda. Pirandello Il dolce della Gloria non può compensare l’amaro di quanto ci è costata. E poi, quando arriva, se non sai più a chi darla, che fartene ?
Marta Abba (dondolando leggermente) « Caro Maestro, eccomi dunque a scriverle un po’ malinconica, un po’ addolorata, un poco stramba. Ieri è stato un brutto giorno per noi, fortunatamente poteva essere irrimediabile e non è, anzi s’è subito schiarito e ci ha rassicurati. Papà, che come sa si trovava a San Remo, era partito ieri, compleanno, per raggiungerci qui a Milano. Con quella maledetta Balilla le cose dovevano volgere al peggio. Slittata, è andata a cozzare contro un albero.439»
Pirandello (alza la mano per farla tacere) Non ripetermela, la so a memoria, e quello che mi uccide è il finale : « Quanto al nostro viaggio, caro Maestro, tramontato anche quello440». Come tante, troppe altre volte… ma stavolta, almeno stavolta, qui a Stoccolma per il più prestigioso dei Premi, non puoi non starmi vicino. E invece eccomi qua, solo : autorizzato a portare sedici persone ospiti, non ho invitato nessuno ! M’interessava solo avere te, Marta, e meglio se da soli, noi due, per il piacere mio di averti tutta per me, e per non subire anche qui continuamente le chiacchiere e le invidie e le malevole supposizioni perfino, anzi soprattutto, di chi ci è più vicino. Vieni, dai, scendi giù : almeno nella fantasia, stammi accanto.
439 Si tratta di una citazione, con qualche variante dalla lettera di Marta Abba del 4 dicembre 1934, in M. Abba, Caro maestro... Lettere a Luigi Pirandello (1926 – 1936), P. Frassica (éd.), Milan, Mursia, 1994, p. 268-269.
262 Partie II Alberto Bassetti 263 La donna fa maliziosamente cenno di no col capo, lasciando oscillare i propri
bei capelli fulvi, e scompare nel buio.
Pirandello E dunque eccomi a Stoccolma, da solo. (riflette) Tutti mi cercano, m’invitano, mi vogliono. E con me, qui a Stoccolma, c’è solo il mio agente…
Silenzio. Guarda ancora l’altro ; determinato, gli si fa incontro.
Pirandello Vattene ! Non voglio dartela vinta, no, stavolta proprio no, no, no : non questa notte ! Hai sentito cos’ha detto di me Per August Leonard Hallström ? Lo sai almeno, lui, chi è ? Ma sì, sì che lo sai : lo scrittore svedese, segretario permanente dell’Accademia e presidente del comitato Nobel, ti basta ?
Da una delle gabbie-camerino esce un uomo elegantissimo, e prende a recitare un peana in favore di Pirandello in lingua svedese : è, appunto, Hallström. Salaci commenti irritati dei Personaggi rinchiusi dietro le reti metalliche. Personaggi Ma non si capisce !
Per forza, è Pirandello, è sempre così. Cos’è : una nuova filosofia ?
Incomprensione incompatibilità iperrazionalismo ? Macché, ohibò : è la corda pazza, sissignori, la corda pazza !!! Tutti ridono sghignazzanti. Anche l’uomo con l’impermeabile allarga le braccia a far capire che è vero, non si comprende quello che l’uomo elegantissimo sta dicendo. Allora Pirandello estrae un foglio con la traduzione, e lo legge veloce, concitatamente, senza sottolineature. La voce di Hallström resta in sottofondo.
Pirandello « Pirandello è uno scrittore notevole da molti punti di vista. La cosa più straordinaria, nel suo caso, è che sia riuscito a
conquistare per qualche tempo il grande pubblico e a orientare il suo interesse verso un teatro passabilmente pieno di speculazioni filosofiche, idee pure, tutto ciò che potrebbe suscitare inquietudini, farlo dubitare di sé e dei solidi fondamenti dell’esistenza. Essere riusciti a conquistare e tenere affascinate orecchie renitenti e spesso assai lunghe, ecco una prova indiscutibile di genio. Dal punto di vista morale, Pirandello non è paradossale né distruttivo. Il bene domina le sue idee sul mondo dell’uomo. Il suo pessimismo amaro non ha irrigidito il suo idealismo, la sua penetrante ragione analitica non ha tagliato le radici della vita. La felicità non occupa grande spazio nel mondo della sua immaginazione, ma quello che dà dignità alla vita trova ancora in essa sufficiente aria per respirare.441» E poi un lungo elenco delle mie opere, con commento, molto positivo…
Ancora dalle gabbie urla concitate : « Pagliacciate ! » , seppure sottolineate da contrastanti applausi, risate, e grida di giubilo. Pirandello si gira risentito. Pirandello Ma insomma, volete tacere ? Sì, io l’ho scritto, sì ! A Roma, appena ricevuta la notizia, ho scritto : « Pagliacciate442», e allora ? L’espressione del momento, di quel momento, ma che poi è alla base di tutta la mia esistenza : « Pagliacciate ». Forse non sono io stesso diventato ormai la marionetta della mia passione : il Teatro ? Il radicato perpetuo disagio del teatro, la mia personale stanza della tortura. E quel giorno ero soffocato da giornalisti, fotografi, tutto quel trionfalismo, quella pompa, quel nazionalismo. Io gloria nazionale, secondo il facile assioma per cui l’Italia è migliore se un suo cittadino vince un premio letterario, così come una coppa calcistica, anzi, quando questa estate la nostra Nazionale ha vinto il campionato del
441 La citazione è tratta dal discorso introduttivo per la consegna del premio Nobel (Stoccolma, 10 dicembre 1934).
mondo, la coppa Rimet : quanto più chiasso allora si è fatto, e più, e più, e ancora ! Tutto è così relativo a questo mondo, che senso ha mettersi a fare la ruota come il pavone ?
Finalmente l’altro parla, rispondendogli. Ha una voce molto profonda, grave e meditata. Ciononostante avrà momenti d’ironia (evidentemente contento quando le cose si complicano e c’è dunque più possibilità per lui di emergere), anche se presto apparirà chiara la sua essenza : anch’egli parto della fantasia del poeta, suo vero fantasma interiore, compagno sgradito (ma forse no) di tutti i suoi giorni, d’ora in poi lo chiameremo per nome. Depressione Tra il pavone e il pagliaccio c’è una certa differenza. Pirandello Quale ? Uno ha il naso rosso e l’altro il becco ? No, non riuscirai a trascinarmi così in basso, non questa sera. D’altronde, però, lo sai bene, perché c’eri anche lì, perché non mi abbandoni mai, almeno tu, tu sai cosa mi hanno confermato proprio stasera : quello che tutti dicevano già, che il Nobel dovevo vincerlo anni fa, nel 1926, dopo i Sei personaggi, rappresentati da tutte le compagnie più importanti di tutto il mondo, quando sconvolsi il teatro con la mia invenzione… ma no, non si poteva.
Depressione Tanto, a te, cosa t’importa ? Se son solo pagliacciate… Pirandello M’importa della macchina oscura che sempre trama dietro ogni cosa. Perché spesso c’è quel che chiamano taluni destino, o predestinazione, ma io dico che è caos, è solo caos, aggrovigliamento di casualità, accidenti, simpatie nate chissà perché, oppure odi ingiustificati… per una parola di troppo, l’urto di un gomito in un banchetto, un colpo di tosse nel momento culminante di un discorso… per me, poi, che sono figlio del Caos, e non allegoricamente, ma in giusta realtà, nato in una casa chiamata Caos, in mezzo a un bosco chiamato Caos, dove già un triste destino aveva spinto la mia famiglia
a rifugiarsi in quella terra solitaria e così tragicamente arretrata, per sfuggire al terribile colera del 1867…
Depressione (trionfalmente dolente) Infatti non c’è nulla da fare, e andrà sempre peggio : nessuna speranza.
Pirandello Ma quella volta no, nel 1926 ci fu la malafede, l’intrigo, la politica. Il regime fascista non voleva : « Che smacco, premiare lui, Pirandello, poeta del relativismo, delle mille verità, dell’indeterminatezza : uomo abituato ad indagare sul contrario di ogni cosa ». In un sistema come il nostro, dove vige la parola d’ordine e la volontà suprema di una persona, il pensiero unico, come potevano lasciarmi ricevere un premio così prestigioso ? E poi, che affronto per D’Annunzio, il profeta del coraggio e dell’azione : doveva vincerlo lui, semmai, dicevano i nostri ambasciatori, che hanno brigato affinché non venisse assegnato a me ! E il premio Nobel andò a Grazia Deledda. Ora, infine, han dovuto cedere.
Depressione Può darsi che sia andata così, anzi certamente. Non c’è scampo a questo mondo, te l’ho sempre detto ! E questo per me è un bene, mi nutre, anche se non può rendermi felice, ma vivo sì, sempre vincente, specie con te.
Pirandello Io vivo per la gioia di veder nascere la vita dalle mie pagine, togliendola dal mio corpo, dal mio sangue, dal mio cervello. Un lavoro assiduo di distruzione per creare. Eppure no, no, non stasera. Questa sera non vincerai tu.
Depressione Stasera invece, ancora di più, ora che hai raggiunto il massimo che uno scrittore possa sognare : sai che non puoi desiderare nulla di maggiore, eppure ti scopri ancora quanto mai solo, annoiato, stanco, infelice, non è così ? È la fine ! Scusa se te lo ricordo, ma è il mio mestiere, non a caso sono la tua Depressione.
266 Partie II Alberto Bassetti 267 Pirandello Proprio per questo, vattene, vai via, subito, ora, adesso !
Stasera almeno, lasciami solo.
Depressione Ma tu sei solo, più solo di così !
Personaggi (all’unisono) Non è vero, ci siamo noi, noi, noi !
Pirandello lo guarda fisso per alcuni secondi, senza dare ascolto ai Personaggi. Depressione Davvero vuoi che vada via ?
Pirandello No, no, per carità… ho paura che perderei ogni stimolo creativo, ogni forza di volontà : senza la mia sofferenza, il mio dolore, la mia disperazione, senza di te diventerei Nessuno !
Depressione Nessuno ma magari felice, o per lo meno sereno. Pirandello No, se serve per creare, meglio l’infelicità ! L’ho ribadito anche stasera, nel mio discorso al banchetto, dopo la cerimonia. Cinquecento persone, tutte per me.
[…]443
Pirandello Ho dimenticato di vivere, al punto di non saper dire niente, proprio niente, della mia vita. Potrei forse dire che non la vivo, ma che la scrivo. A chi volesse sapere qualcosa di me potrei rispondere: aspettate un po’ che mi rivolga ai miei Personaggi. Forse loro saranno in grado di fornirmi qualche informazione su me stesso.
443 Nel brano omesso sono riportati, in traduzione italiana, il discorso ufficiale contenente le motivazioni quanto all’assegnazione del premio Nobel e, quindi, quello pronunciato in ringraziamento da Luigi Pirandello. A discorso terminato « Tutti i Personaggi applaudono e urlano parole entusiastiche,
alcune certamente sarcastiche, tipo quelle del pubblico descritte in « Ciascuno a suo modo ».
Esce da una delle gabbie-camerino un piccolo uomo tutto calvo, con baffi arricciati, in ampia vestaglia di seta sfarzosamente orientaleggiante. Si pone in proscenio rivolto verso il pubblico, senza guardare Pirandello444.
D’Annunzio Si può anche essere creativi, ma felici.
Depressione Vedi ? Gabriele D’Annunzio è un buon esempio !
Pirandello (a D’Annunzio ma senza guardarlo : ne parla in terza persona, come dialogando con sé, o la propria Depressione, che è la stessa cosa ; ma tanto, in ogni caso, è solo una proiezione della propria Fantasia) Felice, lui ? Non ci credo, la sua è forse euforia, ma poi vive isolato da tutti, in quella prigione dorata che è il Vittoriale, sfarzoso e pomposo, un museo vivente.
D’Annunzio Vivere la vita come il proprio monumento, non è da pochi ! E cosa avrei dovuto dire io, quando hanno dato il Nobel a Grazia Deledda ? Lei non ha mai scritto qualcosa come La pioggia nel pineto, né uno dei miei drammi…
Pirandello Retorici e pomposi, vecchia roba, di quella che tiene indietro l’Italia !
D’Annunzio È quello che pensate, lo so, lo avete anche detto e scritto tutte le volte che avete potuto.
444 Il personaggio non insegue mimesi, empatia ed adesione psicologica, essendo chiaramente solo la proiezione di Pirandello stesso del personaggio chiamato a sé. Per questo dovrà indossare un trucco o apparato che lo distacchi dalla immedesimazione diretta e assoluta. Analogo procedimento sarà per le prossime figure (e tanto più per i reali personaggi storici) che appariranno in vari punti del palcoscenico, sempre indossando trucco, parrucche, maschere, e senza quasi mai attivare un contatto diretto con lo scrittore. (N.d.A.)
Pirandello « Il D’Annunzio è tutto letteratura, anche là dove l’esperta e istrutta, acutissima sensibilità riesce a farlo veramente vivo: noi sentiamo sempre che è troppo anche là445».
D’Annunzio È il mio stile: la parola è tutto, ma quanto genio per renderla poesia. Per voi è solo robaccia, che però tutto il mondo civile legge. Ma adesso su, non siate reticente : avete scritto ben di peggio su di me…
Pirandello « Tutte le cloache d’Italia sfociano a Gardone. E l’Italia ha tanto stomaco da sopportare ancora tutto questo ».
D’Annunzio E poi ? Ancora, su !
Pirandello « Gabriele D’Annunzio : ripugnante avventuriero ». D’Annunzio Eppure voi stesso, appena il mese scorso, al Teatro Argentina, avete messo in scena il mio dramma : La figlia di Iorio, successo trionfale… evidentemente la vostra cara Marta Abba desiderava interpretare qualcosa di forte, epico, superiore, rispetto alle solite vostre commedie sull’incomprensione e la relatività.
Un signore baffuto con disordinati capelli bianchi ridacchia divertito da un altro punto del palcoscenico, mentre D’Annunzio sfuma nel buio.
Einstein Questa cara relatività, quanto ne abbiamo discusso a Boston, eh, Maestro ? In fondo siamo un po’ fratelli, le nostre scoperte si assomigliano. Certo, io in fisica, voi nel teatro, discipline così diverse : scienza e letteratura, però accomunate da un sentire filosofico comune.
445 Questo giudizio su D’Annunzio e i seguenti sono espressi nella corrispondenza privata.
Pirandello (sempre senza guardarlo) Mister Einstein ! Le mie ore passate con voi sono state tra i miei pochi momenti felici ! Anche se della vostra teoria non ho capito nulla, ci ha resi parenti agli occhi dell’opinione pubblica : la relatività, il relativismo. Per me tutte le materie scientifiche sono impraticabili, sono incapace di pensiero astratto. E vi assicuro che Freud non l’ho neanche letto, né intendo farlo, anche se a voi sembra impossibile e dite che in me vedete realizzato dal vivo il suo postulato dell’inconscio.
Einstein Sapete cosa fa un ebreo in una stanza con la stufa, se ha freddo ? No ? Si avvicina alla stufa. E se ha ancora freddo ? Si avvicina