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2. La scultura arcaica in marmo nelle colonie greche orientali: Mégara Hybláia,

2.1. Contesto socio – politico

2.2.8. Una testa e un torso di kouros in marmo

Il kouros di Sombrotidas non è l’unico esempio marmoreo rinvenuto nella colonia megarese. Parliamo di una testa alta 16 cm, con ogni proba- bilità proveniente dalla necropoli ovest (figg. 12- 13). Fu donata nel 1896 da L. Vinci e oggi si trova conservata al Museo Archeologico di Sira- cusa. Il pezzo si presenta molto danneggiato nella zona facciale: naso e occhio sinistro non sono ben visibili perché abrasi. La datazione pro- posta è tardo arcaica, fine VI - inizi V sec a.C., o certamente anteriore al 482 a.C. Quando L. Ber- nabò Brea lo pubblicò nel 1948, ipotizzò facesse parte di una statua di kouros.171 Il pezzo è stato decontestualizzato a causa del rinvenimento in ambito agricolo172 e non in seguito ad uno scavo sistematico, e ad oggi il resto della statua non è stato ancora rinvenuto. La forma dell’acconcia- tura suggerisce la rappresentazione di un giovi- netto, forse dai tratti femminili, e sembra datarlo nel periodo severo. Quel che però rimane degli occhi, resi nella classica e arcaica forma amigda- loide, svela dei tratti che sono ancora arcaici. La

testa non ha confronti né in ambito siceliota né in ambito greco e magnogreco. Par- ziali raffronti si hanno con una testa del gruppo Ptoon o la famosa testa Biscari con- servata a Catania173, per la resa della rastremature dei riccioli sulla calotta cranica. 171 BERNABÒ BREA 1946 -47, p. 60.

172 BERNABÒ BREA 1946 -47, p. 64. Precisamente in contrada S. Gusmano, immediatamente

attigua alla città.

173 Vedi capitoli successivi.

Figg.12-13. Testa in marmo da Mégara

Hybláia. Siracusa, Museo Archeologico. Da

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La resa dei capelli sulla zona della fronte suggerisce una forma molto più blanda dei riccioli a lumachella, visibili anche sulle punte. La capigliatura in generale è folta, quasi femminile, e scende fino al collo nascondendo le orecchie. Un nastro decora in modo semplice i capelli, circondando tutta la nuca. Il probabile rinvenimento nella zona della necropoli suggerisce la funzione funeraria della statua, forse come

sema (analogamente al kouros di Sombrotidas) o semplice decorazione di edicole.

Suggerisco, sulla base dei confronti prati- camente nulli con l’hinterland, che il pezzo sia frutto di una produzione lo- cale. Una committenza anche in questo caso di un’estrazione sociale tale da per- mettersi l’esportazione del marmo dalle isole.174

L’altro pezzo, più tardo, è da ascrivere all’inizio del V secolo (fig.14) . Rappre- senta un frammento di torso di un kouros in marmo, di dimensioni ridotte rispetto al normale (il pezzo misura 25,5 cm). Rinvenuto anch’esso nella necropoli ovest in data 1889175, mostra maggior- mente l’influenza attica (fig.14). Il marmo di cui è costituito proviene da

Cape Vathy, nell’isola di Thasos.176 Le di- mensioni sono in generale piuttosto ri- dotte rispetto al normale: ciò ne esclude la funzione di culto o di segnacolo fune- rario. I pettorali e lo stomaco sono resi attraverso una muscolatura tesa, come 174 In base ad un esame autoptico, il marmo costituente sembra essere lo stesso del kouros di

Mégara Hybláia.

175 RICHTER 1960, p. 147, n. 186. 176 LAZZARINI 2012, p. 26.

Fig. 15. Kouros della collezione George Ortis;

particolare del torace. Da http://www.geor- geortiz.com/.

Fig.14. Il torso di un kouros da Mégara

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fosse in atto di inspirazione. La schiena è resa in modo schematico, con una sem- plice curva profonda a resa della spina dorsale. Un confronto è possibile con il kou-

ros di Leontinoi, databile tra la fine del VI e gli inizi del V sec a.C.177 Qui la realizza- zione dei grandi pettorali sembra molto simile, così come un certo contrasto tra le spalle distese e la vita stretta. Inoltre «an additional link with the other youths is provided by the somewhat high placement and pronounced rendering of the clavi- cles»178 G. Richter colloca entrambi i kouroi nel gruppo di Ptoon.179 Si nota una certa somiglianza in particolare con il torso la cui provenienza è stata ampiamente dibattuta tra gli studiosi: si tratta di una statua oggi conservata nella collezione George Ortiz (fig. 15), rappresentante un kouros di dimensioni maggiori rispetto a quello di Mégara Hybláia (altezza maggiore di circa 66, 2 cm), e datato al 485 a. C.180Il pezzo, analogamente acefalo e privo di braccia, ma avente ancora le gambe, ha rappresentati i grandi pettorali e i muscoli dello stomaco. Le scapole modellano la schiena, linea profonda che delimita la spina dorsale e glutei accentuati. Le sue peculiarità, che avvicinano il pezzo ai kouroi sicelioti, hanno portato gli studiosi ad ipotizzare, tra le altre cose, una sua produzione nel sud Italia.181 K. Schefold182 ipo- tizzò una provenienza magno greca, in base alle similitudini esistenti; pur ipotiz- zando una produzione occidentale, assegna la realizzazione della scultura a scultori ionici, di Samos. B. S. Ridgway183 dal canto suo, ritiene che una certa “heaviness” caratterizzi la produzione dei kouroi arcaici dell’Italia meridionale, e dunque anche lui è per una produzione magnogreca del pezzo. B. Barletta ritiene che «The Sicil- ian artists may have needed but little instruction and this could have been acquired in one of two ways. Either they were trained elsewhere, or they learned their skills locally, but under the direction of a foreigner».184 Un’ ulteriore riprova, questa, della

177 Vedi capitoli successivi. 178 BARLETTA 1987, p. 239. 179 RICHTER 1970, p. 147, n 186, fig. 541-543. 180 BARLETTA 1987, p. 239. 181 BARLETTA 1987, p. 241. 182 SCHEFOLD 1960, p. 56, 213-214, n. 234b. 183 RIDGWAY 1977, p. 71. 184 BARLETTA 1987, p. 242.

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ricchezza di una città come Mégara Hybláia, che sembra risentire abbastanza dell’in- fluenza attica. L’influenza della madre patria è visibile attraverso l’adozione del marmo proveniente dalle isole greche e l’utilizzo dei kouroi come sculture funerarie. In questa apparentemente forte impronta della Grecia, si distingue la testa del giovi- netto, che non ha confronti pertinenti e che sembra dopotutto frutto di artigianato locale.

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