Fig 1.27 Pittore di Kallis, coppa dipinta a figure nere con Dioniso-Fufluns e Semele,
3. L'UOMO INCINTO
3.1 La sessualità "fluida" di alcune figure mitologiche
Il titolo del presente paragrafo fa riferimento all'espressione coniata da Lisa Diamond, docente di Psicologia dello sviluppo e della salute all'Università dello Utah, all'interno delle sue ricerche sull'orientamento sessuale mutevole delle donne.704 Il concetto di fluidità nel suo caso offre una nuova comprensione della dinamica dell'attrazione tra individui e dell'importanza centrale dell'amore in ambito soprattutto femminista, nella prospettiva del superamento della dicotomia tra etero e omosessualità, messa in discussione già a partire dagli anni '70 del secolo scorso. Anche l'uomo presenta una tendenza simile, nonostante i forti condizionamenti esercitati dalla società. La sfera maschile rimane ancora scarsamente analizzata.705 In questa sede riutilizzo la parola «fluido» solamente in senso lato e secondo l'uso comune corrente, avvicinandomi a «queer», inteso come termine ombrello che abbraccia ogni nuova categoria di identità sessuale, non conforme a quelle classiche di eterosessuale ed omosessuale.706 Applico pertanto l'aggettivo ad alcune figure mitologiche di sesso maschile, caratterizzate da un'identità sessuale mutevole, non necessariamente collegata al proprio orientamento, che non rientra rigidamente nelle due canoniche.Ponendo l'accento sulla gravidanza di Giove che è il fulcro della mia tesi e sugli aspetti femminei di suo figlio, mi accingo perciò ad accennare ad altri personaggi che allo stesso modo attraversano un cambiamento temporaneo o definitivo per rivestire un ruolo o una funzione legata solitamente al sesso opposto.
L'attualità del tema si può osservare grazie alla riproposizione delle medesime figure all'interno dell'arte contemporanea, dove in un contesto storico e culturale completamente differente rispetto a quello d'origine, acquistano un significato rinnovato, specialmente a livello sociale.
Nella lettura del testo ovidiano di riferimento, procedendo al verso 317 del libro III,707 Bacco viene definito bis geniti ovvero «nato due volte». Come già sottolineato in precedenza il valore rigenerativo del bambino «passato attraverso due porte» deriva dall’interpretazione di Euripide dell’aggettivo dithyrambos come derivato da dithyros che significa appunto «che ha due porte».708 Il poeta latino si collega così all’antica tradizione di epiteti attribuiti al dio e ribadisce l’unicità della sua nascita nel pantheon greco-romano. Ma subito dopo, nello stesso verso, come spesso accade nel
704 Diamond, L.M. (2008). Sexual fluidity. Understanding women’s love and desire. London: Harvard University Press,
2008. Riportato alla voce «Sessualità fluida» del glossario sul sito https://www.stateofmind.it.
705 SL. Katz-Wise (2014) Sexual fluidity in young adult women and men: Associations with sexual orientation and sexual
identity development. «Psychology and Sexuality» 6(2), pp.189-208. Riportato su: https://www.stateofmind.it.
706 La Queer theory si appropria del termine omofobo e offensivo «queer» per criticare polemicamente il discorso sulla
sessualità, attraverso il concetto di performatività dell'identità sessuale, che non è ontologia ma un ruolo in costante trasformazione.
707 Ovidio. Le Metamorfosi, cit., libro III, v. 317, pp.186-187. 708 Euripide. Baccanti, 1987, cit., vv.525-528, p.148.
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poema, con disinvoltura innesca nel discorso un altro racconto, a prima vista senza alcun nesso, conducendo il lettore verso il mito dell’indovino cieco Tiresia; punito con la cecità da Giunone per averle fatto perdere una scommessa col consorte, viene ricompensato con la preveggenza; il personaggio compare già come ombra nell'Odissea di Omero709 e tra i personaggi dell'Edipo re di Sofocle;710 nelle Baccanti di Euripide interviene come sostenitore di Dioniso contro gli empi tra cui Penteo, mentre nella Tebaide di Stazio viene interpellato da Eteocle come vate per avere un consulto sulla guerra.711 Nell'introdurre l'edizione delle Metamorfosi che ho consultato, Giampiero Rosati sottolinea che nel poema la narrazione è «più importante della logica che governa la concatenazione dinamica, il rapporto di causalità degli eventi narrati».712 Tuttavia, nonostante l'apparente discontinuità, si può stabilire una relazione plausibile tra i due miti consecutivi: le vicende precedenti della vita di Tiresia raccontate da Ovidio risultano pertinenti rispetto alla nascita eccezionale di Bacco dal padre, avendo in comune il tema dell'ambiguità sessuale, con la conseguente confusione tra i generi maschile e femminile. Infatti l'indovino, è interpellato nel diverbio tra Giunone e Giove in quanto esperto di ambedue i tipi di amore: per caso urta col bastone due serpenti che si congiungono e si trasforma in donna (Fig. 3.1); dopo sette anni li incontra e quando li colpisce nuovamente torna ad essere uomo.713 Un ulteriore collegamento può essere individuato grazie al racconto riportato da Kerényi in cui la cecità dell'indovino sarebbe causata dal fatto di aver visto e disturbato i due sacri serpenti durante l'accoppiamento; ciò rimanda alla mitologia arcaica dell'unione di Zeus con la madre Rea e con la figlia Persefone, in forma di serpente, da cui secondo l'autore orfico di Atenagora nascerebbe appunto Dioniso.714
A livello iconografico un esempio che accosta il mito di Giove e Semele a quello di Tiresia è offerto dagli stucchi di Rosso Fiorentino ai lati del Bagno di Pallade nella Galleria di Francesco I a Fontainebleau. La vicenda dell'accecamento viene interpretata da Falciani come digressione per dimostrare gli effetti derivanti dalla nascita di Bacco, rifacendosi alla versione ovidiana;715 l'indovino è raffigurato due volte: a sinistra come maschio il cui sesso è coperto da un tralcio d'edera, pianta dionisiaca, alludendo alla sensualità esaltata dall'ebbrezza; a destra come femmina, che prova un piacere maggiore e forse per questo rivolge lo sguardo verso il dipinto con l'amore carnale di Bacco
709 Omero. Odissea. Nella versione di Ippolito Pindemonte. Introduzione di Ferruccio Ulivi. A cura di Marta Savini.
Edizione integrale. New Compton Editori. Edizione elettronica Gags srl, 2012, libro X, vv.609-618.
710 Nella tragedia del V sec. a.C. il personaggio conosce la verità sulla morte di Laio, avvenuta inconsapevolmente per
mano del figlio Edipo durante una lite; si rifiuta di rivelarla per non commettere un atto di tracotanza e perciò viene accusato di essere un ciarlatano nonché complice dell'omicidio.
711 P.P. Stazio. La Tebaide di Stazio del Cardinale Cornelio Bentivoglio. Milano: Società tipografica dei classici italiani,
1821, libro IV, pp.122 sgg.
712 Gianpiero Rosati, “Il racconto del mondo” in Ovidio. Le Metamorfosi, cit., "Introduzione" p.19. 713 Ovidio. Le Metamorfosi, cit., libro III, vv.323-331, pp.186-189.
714 Kerényi. Miti sul concepimento, cit., pp.7-8. 715 Falciani. "Francesco I" cit., pp.52.53.
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e Venere.716 L'indovino è un personaggio alquanto sfuggente e contraddittorio anche nelle Baccanti di Euripide: dopo il prologo di Dioniso e il coro che lo esalta per la gioia frenetica del suo culto, entra in scena Tiresia assieme all'anziano Cadmo, travestito come lui da baccante seppur nella versione maschile. L'effetto di straniamento dato dal contrasto con la vitalità della scena precedente è accentuato dal discorso del cieco, che si scaglia contro chi non rispetta le antiche tradizioni, utilizzando un linguaggio troppo razionale, oscuro e sottile.717
Fusillo nel suo testo dedicato a Dioniso nel Novecento, annovera testi e trasmigrazioni contemporanee, in cui la figura dell'indovino si rivela polivalente e ambigua per la doppia sessualità. Nel romanzo sul polimorfismo sessuale Tiresia di Mario Perniola del 1968 compare significativamente solo nel titolo; nello spettacolo Dionysos di Franco Branciaroli del 1984, che tematizza l'assenza di silenzio nella contemporaneità, appare sdoppiato in una metà femminile e una maschile; nel romanzo Middlesex di Jeffrey Eugenides del 2002 un ermafrodito cresciuto come bambino e consapevole gradualmente della sua natura, recita la parte di Tiresia.718 Nelle performances moderne delle Baccanti la scena di Tiresia e Cadmo assume spesso carattere grottesco, ad esempio nei casi di Wole Soynka719 ed Ingmar Bergman,720dove la contaminazione dei registri amplifica le ambiguità del personaggio. Le fantasie dell'uomo di poter trionfare sul tempo grazie ai doni del dio del vino rendono l'episodio di stretta attualità soprattutto a livello sociologico e di costume.721
Probabilmente il personaggio dell'indovino, che si trasforma sperimentando entrambi i generi è una delle fonti d'ispirazione del celebre romanzo Orlando di Virginia Wolf del 1928, dove l'intercambiabilità e l'interazione dei sessi del protagonista che da uomo si risveglia donna, incarna il mito dell'androginia prediletto dall'autrice, in quanto simbolo di libertà e completezza creativa dell'artista.
Dioniso può essere avvicinato alla figura di Tiresia perché entrambi trascendono le gerarchie anagrafiche, ma soprattutto per la comune ambiguità sessuale; nel caso della divinità essa si riscontra a partire dalle fonti testuali: secondo Apollodoro di Atene, il dio partorito da Zeus viene consegnato da Ermes agli zii Ino e Atamante, sovrani di Orcomeno, i quali lo camuffano con abiti da femmina per tentare di celarlo ad Era.722 Il libro di Judith Butler del 1993 intitolato Bodies that matter: on the discursive limits of "sex" rileva l'ambivalenza insita nel travestimento, che funziona come un rituale che dà sollievo e quindi confermerebbe l'ideale eterosessuale dominante; tuttavia allo stesso tempo la
716 Vedi supra cap.1 par.1.2 fig.1.22.
717 Euripide. Le Baccanti, 1921, cit., vv.170-369, pp.43-63. Euripide. Baccanti, 1987, cit., vv.170-369, pp.126-139. 718 Fusillo. Il dio ibrido, cit., pp.44-45.
719 Il libro del drammaturgo Le baccanti di Euripide. Un rito di comunione è pubblicato in Italia nel 2002. 720 Lo spettacolo è prodotto nel 1991 per il Kungliga Teatern di Stoccolma.
721 Fusillo. Il dio ibrido, cit., p.46.
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presunta naturalità dell'eterosessualità e la visione dell'omosessualità come imitazione e parodia vengono smontate.723 Infatti la pratica di mascherarsi, che resta radicata nel culto dionisiaco fino al XII secolo, confonde e sfida i limiti dei ruoli sociali e sessuali, mettendo in crisi l'identità di genere.724
Un episodio accennato nelle fonti classiche e spiegato in quelle cristiane, forse parzialmente travisato per screditare il paganesimo, testimonia l'omosessualità di Dioniso, in occasione del viaggio per recuperare la madre morta: nel sacro lago di Lerna, in Argolide, il pastore Prosimno lo guida sulla sua barca a remi verso l'ingresso dell'Ade, a condizione di essere ripagato con un rapporto sessuale; in seguito, essendo il traghettatore ormai morto, il dio adempirebbe almeno ritualmente alla promessa auto-sodomizzandosi con un fallo di legno di fico posto sulla sua tomba.725
Il mito di Ampelos (vitigno) fa invece esplicito riferimento ad una concreta relazione omosessuale com'è evidente nella scultura rinvenuta nel Lazio nello scavo La Storta (Fig. 3.2). Secondo i Fasti di Ovidio, il giovane, nato dall'unione di un satiro e una ninfa, ha una storia d'amore con Bacco, finché arrampicatosi su un albero rampicante per arrivare a coglierne il frutto, cade e muore; la pianta prende il nome di vite e il dio come consolazione trasforma il suo amato nella stella Vindemiatrix della costellazione della Vergine, di transizione tra l'estate e l'autunno.726 Nonno di Panopoli riporta invece un'altra versione: il protagonista muore cadendo da un toro imbizzarrito e viene tramutato nella pianta della vite per intervento delle Moire; così, dal dolce sangue che ne sgorga, Dioniso scopre il potere inebriante del vino che sarà il suo dono per agli uomini.727
Fig. 3.1. G.A. Rusconi, Tiresia colpisce i serpenti e viene trasformato in una donna, xilografia, Le Trasformationi di M. Lodovico Dolce, Venezia, 1553, f.33v.
723 Riportato da Fusillo. Il dio ibrido, cit., p.39.
724 Per tale ragione nel 692 d.C. i padri della Chiesa del Sinodo Trullano, poi non approvato da papa Sergio I, intendono
proibire i riti bacchici durante la vendemmia, precisando espressamente che il divieto si estende al travestimento.
Trullanum II, can. 62, citato da Albert Henrichs nel 1984 e riportato da Fusillo. Il dio ibrido, cit., p.38.
725 Clemente Alessandrino. Protreptico, cit., 34, pp.114-116. 726 Ovidio. I Fasti, cit., libro III, vv.408-412, pp.238-239.
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Fig. 3.2. Scultura con Dioniso e Ampelo, 150-200ca., Fig. 3.3. B. Thorvaldsen, Bacchus, 1804, gesso, h.140cm. forse copia da originale greco del II sec.a.C., Copenhagen, Thorvaldsens Museum, Inv. A2. marmo, h.158cm. Londra, British Museum,
Dip. Antichità greche e romane, nr. 1805.0703.1.
Fig. 3.4. Ermafrodito dormiente, copia romana da originale di Policleto del II sec. a.C., materasso di Bernini del 1608, marmo, l69x89cm. Parigi, Louvre, Sala delle Cariatidi, stanza 348, inv. MR 220.
Mentre gli amori omosessuali sono piuttosto diffusi nell'Olimpo ma le divinità generalmente acquisiscono un'identità solo maschile o solo femminile, Bacco si distingue per la sua intersessualità. Nel tempo le rappresentazioni lo mostrano in maniera antitetica: mentre nell'arte antica appare come uomo maturo, barbuto e vestito, successivamente la raffigurazione topica è quella dell'adolescente femmineo, coi riccioli, nudo o seminudo, dotato di una certa sensualità spesso associata allo stato di
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ebbrezza;728 gli appellativi di Dioniso Arrenòthelys (ermafrodito) o l'euripideo Gymnis (femminella)729 entrano in contrasto con la forza generatrice maschile e ribadiscono il suo essere ambiguo. L'apparenza androgina o fanciullesca sembra corrispondere alla descrizione pronunciata da Penteo nelle Baccanti, che lo vede aggraziato e piacevole, soffermandosi sui dettagli degli occhi lucenti, i riccioli pieni di desiderio, la corporatura poco virile e la pelle chiara,730 per poi sfociare nel dispregiativo thelymorphon del verso 353: lo «straniero effeminato» dev'essere legato e portato dalle guardie al suo cospetto perché insozza i letti e sta attaccando una nuova malattia alle donne tebane.731 Nell'episodio delle Miniadi mutate in pipistrelli per non averlo onorato degnamente,732 Bacco viene invocato dagli abitanti con vari appellativi e descritto come eterno giovane dal capo di fanciulla, lasciando ancora trapelare la propria sessualità "fluida".733 L'elemento femmineo nell'aspetto di Dioniso nonché la posa sensuale sono ravvisabili nella statua di Michelangelo e nei dipinti di Caravaggio nominati nel primo capitolo,734 come in opere più recenti, tra cui quelle neoclassiche di Bertel Thorvaldsen (1770-1884), che tra il Settecento e l'Ottocento raffigura il dio in numerosi disegni e sculture (Fig. 3.3).735 Significativo e applicabile ai suddetti esempi risulta il commento già menzionato del Vasari sul Bacco di Michelangelo, ammirato come connubio della «sveltezza della gioventù del maschio e la carnosità e tondezza della femmina» riflettendo ancora sull'immagine sessualmente ambigua della divinità.736
La duplicità di ordine sessuale si riflette anche nel culto dionisiaco poiché bere vino in suo onore è un privilegio maschile ma il Menadismo rituale risulta praticato prevalentemente dalle donne. Otto giustifica il collegamento con l'elemento dell'acqua e dell'umidità che contraddistingue la figura di Dioniso proprio col riferimento alla sfera femminile, così come il capro usato per i sacrifici è ritenuto simbolico della vita sessuale femminile.737 Le donne che prendono parte al suo tiaso sono amanti del dio, il quale tuttavia si differenzia dai satiri e dalle altre divinità poiché non cede alla lussuria, ma sposa Arianna dando origine ad un amore estatico ed eterno, che va oltre quello passionale e fugace; il desiderio sessuale è meno rilevante dello spirito materno verso i bambini, che si mette in pratica nel culto con le funzioni di partorire ed allattare.738
728 Ghini, in Dionysos, cit., p.178.
729 Euripide. Baccanti, 1987, cit., vv.352-353, p.137. 730 Ivi, vv.233-235, p.131.
731 Ivi, vv.352-354 p.136.
732 Ovidio. Le Metamorfosi, cit., libro IV, vv.389-415, pp.246-249. 733 Ivi, libro IV, vv.13-20, pp.218-221.
734 Vedi supra cap.1 par.1.1 figg.1.1, 1.3, 1.4.
735 Si vedano le collezioni online delle opere ospitate nell'omonimo museo: http://thorvaldsensmuseum.dk. Attualmente
è in corso una mostra italiana dedicata al confronto dell'artista con Antonio Canova: Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna, Milano, Gallerie d'Italia, Piazza Scala, 25 ottobre 2019-15 marzo 2020.
736 Vasari. Le vite. III. "Vita di Michelagnolo Buonarroti" cit., p.410. 737 Otto. Dioniso, cit., pp.169,175.
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Nei versi di Euripide si avverte inoltre l'ideale comunitario del culto, che rompe le gerarchie sociali fra schiavi e padroni, nativi e stranieri, mirando alla fusione degli individui di diversa età, sesso e provenienza, nella totalità del gruppo. Le polarità tra gioventù e vecchiaia e quella maschile/femminile vengono comunque smontate. Dopo l'ingresso in scena Tiresia e Cadmo, travestiti ambedue da baccanti nella versione maschile, onorano Dioniso e le parole dell'indovino sono significative:
«Il dio non fa distinzione se debba partecipare alla danza il giovane o il vecchio; vuole essere onorato da tutti, allo stesso livello: non fa discriminazioni, desidera solo essere celebrativo.»739
Jeanmaire sottolinea che la gioia dionisiaca deriva dall'evasione dalla vita ordinaria e riflette l'egualitarismo che si stabilisce tra i partecipanti alle libazioni; i canti che glorificano il dio esaltano questo aspetto.740 Dioniso viene inoltre associato alle dee della fertilità che patrocinano il lavoro dei campi, alle Ore, alle Cariti, alle Oinotrope e perciò alcune tra queste figure sono soppiantate per entrare a far parte del suo tiaso.741 Prospettando un mondo egualitario dove il ruolo di entrambi i generi viene riconosciuto, assume l'attributo Demotikos, la divinità del popolo che promette libertà senza distinzioni. Grazie all'ebbrezza permessa dal vino anche i poli io-altro vengono unificati e ciò si può accostare alla crisi del soggetto che caratterizza la cultura novecentesca, grazie soprattutto alla nascita della psicanalisi di Freud, il quale scardina la concezione dell'unicità dell'io. Anche Dodds lo definisce come dio del popolo perché le sue gioie sono accessibili a tutti e rende concreta la possibilità di non essere più se stessi, anche se illusoriamente.742
Fusillo commenta lo spettacolo di Schechner Dionysos in 69: The Bacchae of Euripides in scena il 2 giugno 1968 nel Performin Gragae du Wooster Street diretto da Ramon Arjona IV. Di esso ci restano come testimonianze il libro del regista del 1970, molte fotografie di scena e il video girato dal giovanissimo Brian De Palma.743 Dioniso incarna il desiderio di incrinare le gerarchie e abolire le differenze però appare ribaltato rispetto al passato: autoritario e manipolatore non ha nulla a che spartire col dio liberatore; la nuova caratterizzazione emerge in forma condensata ma efficace nella battuta dell'attrice che impersona Agave: «Cammini fra le rovine che tu stesso hai prodotto»;744 ciò è dovuto al contesto storico del Sessantotto in cui lo spettacolo si inserisce, con la lotta antirazzista dei neri in atto e la rivoluzione sessuale alle porte. Significativamente Tiresia e Cadmo sono impersonati
739 Euripide. Baccanti, 1987, cit., vv.204-209, pp.128-129. 740 Jeanmaire. Religione, p.25.
741 Ivi, p.31.
742 Dodds, I Greci e l'irrazionale, cit., cap.I, p.121. 743 Fusillo. Il dio ibrido, cit., p.83.
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da attori giovani che però dichiarano subito la loro età, creando un effetto di straniamento per il pubblico, mentre la scena della nascita del dio consiste in un inserto muto di danza.
L'anno successivo in Francia esce Il ritorno di Dioniso di Jean Brun, che include sotto questa formula vari fenomeni sociali come il movimento hippie, l'uso di sostanze allucinogene, il ludismo, l'anarchismo, il nomadismo, tutti genericamente legati al desiderio di trasgredire i limiti superando i ruoli sociali per aggregarsi in comunità.745 Il movimento del Sessantotto assume infatti il dio tra i suoi mitici fondatori, così come l'ecologismo e il femminismo trovano affinità col suo universo selvaggio. Il mito greco viene sfruttato a fini ideologici già in precedenza, sul versante opposto, da Walter F. Otto nella Germania nel 1933, anno dell'ascesa al potere de nazionalsocialismo: il saggio punta il dito sulla contraddittorietà e sulla predisposizione alla follia, legando la divinità a varie figure animali tra cui l'asino, che simboleggia l'ardore selvaggio.746 Il culto continua comunque ad essere diffuso in quegli anni mediante una corrente neopagana tedesca, a cui contribuisce anche Mussolini, promettendo la statua di Dioniso Sardanapalo di Bovillae rinvenuta a Castelgandolfo e la cui testa è frutto di un restauro.747
La riflessione teorica sulla figura di Bacco fiorisce per tutto il XX secolo mostrando un'oscillazione tra il suo lato oscuro e uno luminoso, che invece hanno convissuto nel mito antico e nell'arte con ambivalenza costante. Fusillo in poche righe ripercorre per sommi capi la storia della ricezione della figura del dio: nel Medioevo viene letto come prefigurazione di Cristo, nel Rinascimento è celebrato principalmente come donatore del vino e della gioia dei sensi, nel Romanticismo è considerato come personificazione dei desideri nascosti, infine nella prospettiva psicanalitica viene sottolineato il carattere distruttivo delle pulsioni che genera.748 Al di là delle varie teorie, l'attualità di Bacco è indubbia in quanto si mostra potenzialmente come modello di soggettività ibrida, mobile, in contaminazione continua con l'altro. Infatti l'attivista per i diritti gay Arthur Scott