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Avendo trattato, in maniera quanto più sintetica, quelli che furono i principali avveni- menti di carattere storico-politico interni alla πόλις agrigentina, è necessario adesso ri- percorrere i più importanti cambiamenti di tipo urbanistico-architettonico che coinvol- sero la città (Fig.1137) dagli anni della fondazione fino al periodo tardo antico.

Non è facile ricostruire la struttura della città falaridea che probabilmente, come sem- brano suggerire i pochi resti archeologici del periodo, era ancora articolata in modeste strutture edilizie e campi da coltivare138. Un tempio di Ζεύς Πολιεύς doveva già esistere

in questo primo periodo di vita della città, o almeno questo è quello che sembrano sug- gerire alcune delle fonti letterarie a noi note139, tuttavia, l’ubicazione di questo edificio

rimane ad oggi incerta, così come incerta è la collocazione topografica della prima acropoli cittadina sulla quale doveva sorgere il tempio140. La città, già alla metà del VI

135 PLIN., NH, III, 8, 88-93. 136 DE MIRO, 1996, p. 17. 137 Immagine da FIORENTINI, 1996, p. 6. 138 DE MIRO, 1992, p. 154. 139 POLIENO, V, 1, 1; PIND., Ol., VII, 160; TIM., FGrHist 566 F 39 a, b; POLYB., IX, 27, 7. 140 VAN COMPERNOLLE, 1992, p. 70.

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secolo a.C., si dotò di un si- stema di fortificazione costitui- to da una cinta muraria di circa dodici chilometri.

Al periodo che intercorre tra la tirannide di Falaride e quella di Terone è probabilmente da collocare l’organizzazione del sistema stradale cittadino, un impianto composto da larghe πλατείαι incrociate ortogonal- mente e a intervalli regolari da στενωπόι secondo il tipico mo- dello coloniale greco141; questo

impianto perdurerà, seppur con

qualche piccola modifica di cui si tratterà a breve, anche durante il periodo di domina- zione romana. Da collocare in questo stesso arco cronologico, più precisamente agli an- ni finali del VI secolo, è altresì la costruzione del tempio d’Ercole sulla collina dei Templi.

Gli anni della tirannide di Terone sono quelli entro i quali Ernesto De Miro142 colloca la costruzione del grandioso tempio di Zeus Olimpio, ubicato in un’area non troppo di- stante dal tempio d’Ercole appena citato; in particolare, secondo lo studioso, la costru- zione del tempio sarebbe da riferire ad un periodo immediatamente posteriore al 480 a.C., al contrario di quanto afferma William Bell Dinsmoor143 che riteneva necessario datare l’inizio dei lavori di costruzione dell’edificio all’anno 510 a.C. Non è dato sape- re, alla luce delle conoscenze attuali, quale delle due datazioni sia la più corretta, tutta- via, bisogna tenere in considerazione il grande numero di Cartaginesi che giunsero ad Agrigento come schiavi dopo la vittoria di Terone presso Imera nel 483 a.C., che avreb- bero fornito la manodopera necessaria alla costruzione di un nuovo grande tempio in città. 141 VAN COMPERNOLLE, 1992, p. 155; per quanto riguarda l’urbanistica dell’antica Akragas si ve- da anche GRECO, TORELLI, 1983, pp. 205-208. 142 DE MIRO, 1983, p. 9. 143 DINSMOOR, 1950, p. 101. Fig. 1, Agrigento.

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Gli altri due grandi edifici collocati in quell’area oggi nota come la “Valle dei Tem- pli”, il tempio di Giunone ed il cosiddetto tempio della Concordia, sarebbero da datare alla metà del V secolo, in pieno periodo democratico144.

Al periodo per comodità definito timoleonteo-agatocleo si fa risalire la monumentaliz- zazione delle aree sud e nord del poggetto di San Nicola, ovvero l’area della cosiddetta “ἀγορά superiore”; è qui che furono costruiti con un distacco di pochi anni, se non con- temporaneamente, il βουλευτήριον145 e l’ἐκκλησιαστήριον, in una posizione assoluta-

mente centrale all’interno del tessuto urbano della città greca146. Al medesimo periodo

può essere poi riferita la monumentalizzazione della cosiddetta “ἀγορά inferiore”, situa- ta poco più a nord rispetto al tempio d’Ercole, limitata da due στενωπόι nord-sud e at- traversata da una πλατεία est-ovest; è qui che fu costruito un edificio che sulla base di alcuni confronti è stato interpretato come πρυτανήιον147. Ancora a questo arco cronolo-

gico si data la costruzione dell’ασκληπιεῖον fuori dalle mura cittadine.

Interessato da una massiccia ricostruzione e da un rinnovamento edilizio è altresì il Quartiere Ellenistico Romano: di quest’area si parlerà in maniera molto più approfondi- ta nei paragrafi che seguono, per il momento basterà dire che una prima frequentazione dell’area è databile al VI secolo a.C. e che alla fine di tale secolo, questo spazio fu inte- ressato dalla costruzione di assi stradali ortogonali, esattamente come avvenne per tutto il resto della città; una prima distruzione degli edifici del Quartiere si può collocare al momento della presa cartaginese di Agrigento (406 a.C.), distruzione alla quale seguì la fase edilizia cui si è fatto riferimento sopra. Le planimetrie degli edifici di IV secolo del Quartiere sono oggi difficilmente leggibili a causa della sovrapposizione delle strutture che sorsero a partire dalla fine del II secolo a.C.

Gli anni della prima guerra punica furono, com’è facile immaginare, anni di stagna- zione a livello urbanistico e architettonico e gli unici interventi di cui rimane traccia so- no tutti interventi di spoliazione o distruzione. È necessario attendere il II secolo a.C. e la lenta ripresa economica e politica della città per assistere a un rinnovamento edilizio, come testimoniano i ritrovamenti archeologici: è alla fine del II secolo a.C. che risale la nuova, lussuosa fase edilizia del Quartiere Ellenistico Romano che da questo momento sarà abitato senza soluzione di continuità fino all’età tardo antica; sempre in questo pe-

144 DE MIRO, 1992, p. 156.

145 Costruito sopra un complesso sacro di VI-V secolo a.C. 146 DE MIRO 2006, p. 69.

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riodo, o forse all’inizio del I secolo, potrebbe essere stato costruito l’edificio cosiddetto “Oratorio di Falaride” che comportò l’ obliterazione dell’edificio dell’ἐκκλησιαστήριον cittadino.

Dall’età augustea la città visse, come del resto tutta la Sicilia, un’epoca di grande ri- presa e di rinascita sul piano e urbanistico e architettonico. L’impianto di città terrazzata con un assetto regolare di πλατείαι e στενωπόι in una maglia di isolati dalle dimensioni di 280 x 35 metri, ereditato dal periodo dell’oligarchia di fine VI-inizio V a.C., persi- stette in età imperiale con poche modifiche. Tra le variazioni più rilevanti, vanno inseri- te sicuramente quelle che interessarono l’area del terrazzo del βουλευτήριον di età timo- leontea-agatoclea: la πλατεία IV che delimitava a nord il terrazzo si trovava, rispetto a quest’ultimo, ad un livello inferiore di circa 8 metri; tale dislivello fu annullato alla fine del I secolo a.C. consentendo un ampliamento a nord del terrazzo del βουλευτήριον do- ve sarà edificata una piazza chiusa da portici, con un tempio dedicato probabilmente al culto imperiale. L’antica strada, che nell’impianto originario proseguiva oltre l’incrocio con lo στενωπός a ovest della nuova piazza, si arresta ora proprio in prossimità di tale incrocio, configurandosi da questo momento come strada funzionale al nuovo comples- so monumentale148. Un altro importante intervento di età augustea è sicuramente la rea- lizzazione nei pressi della cosiddetta ἀγορά inferiore, dell’edificio del ginnasio di cui si avrà modo di parlare nel capitolo ad esso dedicato.

Durante tutta l’età imperiale sono rintracciabili numerosi interventi di espansione o re- stringimento degli ambienti, di rifacimento o abbattimento dei muri delle abitazioni del Quartiere Ellenistico Romano, interventi che testimoniano la tranquillità della vita in città fino alla tarda antichità, quando il Quartiere fu progressivamente abbandonato co- me si evince dalla progressiva riduzione degli spazi abitativi. Il tessuto urbano viene progressivamente trasformato nei secoli IV-V, con l’abbandono di alcune aree cittadine, il foro viene ad esempio trasformato in discarica, o con la loro conversione a spazi adi- biti ad attività produttive149.

Alla luce di quanto detto, per il periodo che interessa questo elaborato sono riconosci- bili per Agrigento almeno quattro fasi:

• FASE I: Periodo tardo repubblicano, dalla fine del II-inizio I secolo a.C. all'età augustea.

148 DE MIRO, 1996, pp. 19-21. 149 CAMINNECI, 2015, p. 18.

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• FASE II: Prima età imperiale, dall'età augustea alla fine del I secolo d.C. • FASE III: Media età imperiale, II-III secolo d.C.

• FASE IV: Periodo tardo antico, IV secolo d.C.

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