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Nell’ottica de lla didattica musea le, e di quanto scritto fino ad ora, un docente , che accompa gna i suo i allie vi o studenti in una visita al muse o, non può avere un atteggiamento passivo e affidarli ad un e sperto del museo, il qua le non ha nessuna competenza su l perco rso sco lastico e sulle conosce nze dei ra ga zzi.

Le proposte didattiche di un museo devono costituire un supporto pe r gli in segnanti, e non ta nto o, comunque n on solo, presentarsi come attività dirette con gli studenti. Un docente deve e sse re messo in grado di a vvale rsi del museo colle gandolo alle e sperien ze co noscitive, a lle abilità e conoscen ze pregresse , agli inte ressi e alla motiva zione che sono stati stimolati nella normale attività did attica [Del08].

Di conse guen za , l’inse gnante è per il museo il visita tore principale , poiché deve cono sce re, magari anche a grandi linee, la colle zione espo sta nel museo e saperla con iu gare, con il supporto d i un ope ratore museale, co n il pro gramma scolastico. La visita al museo è un momento, non ecce ziona le, ma significativo pe r l’apprendimento, p ertanto l’in se gnante deve sapere co sa è con tenuto nel museo e se que sto può e ssere un supporto per ra ggiungere gli obiettivi formativi. Il docente è una particola re ed importante tipo logia di fruitore del museo, poiché insieme ad esso si può ottenere una didattica musea le efficace.

Ivo Matto zzi, già nel 1986 in una attività di ana lisi alla ricerca de l rapporto ideale tra scuola e museo, ha cercato d i indirizzare i docen ti su come do ve ssero utilizzare la “riso rsa ”

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museo nella loro prassi didattica, attra ve rso l’ind ividua zione di un elenco di linee guida, valide pe r tutte le tipolo gie d i museo. Questo elenco è riportato di se guito [Mat86].

1. Conside rare i materia li espo sti nel museo come parte inte grante della strumenta zione did attica alla pari d ei manuali, dei sussid i d’uso comune.

2. Rendersi conto ch e i materiali museali possono a ve re funzioni che ne ssun materia le lib rario o d i laborato rio potrebbe svo lgere.

3. Inserire il museo, o meglio ciò che il museo contiene – l’insieme degli o ggetti o una parte di essi o una se rie occasiona lmente costitu ita – in un itinerario didattico in modo che leghi ad un attività prepa ratoria e costitutiva di preconoscen ze a monte e, a valle , dia luo go ad un’altra attività gene ratrice di nuove cono scen ze e di nuove abilità.

4. Conosce re il museo (o un settore di esso ) prima di realizza re la visita con gli allie vi.

5. Non considera re materia le su cu i far lavo rare gli studenti l’insieme degli o ggetti, ma se le zion arne una p icco la e coerente pa rte di e ssi.

6. Far sape re agli a lunni che devono e ntrare nel museo a cosa serve la visita, con consegne precise e materiali predispo sti a fa vorire l’esecu zione d i o pera zion i mentali. 7. Prepara re pre ven tivamente l’itine rario con schede capaci

di guida re l’osservazione e l’ana lisi d egli studenti du rante la visita.

Anche se sono trascorsi più di ven t’anni da quando Ivo Matto zzi ha scritto queste indica zioni, e ci sono stati dei cambiamenti nel ra pporto tra museo e scuola, le consid era zion i fatte a suo tempo sono ancora o ggi molto attuali ed interessanti. Nei punti 1 e 2 è indicato come do vrebbe essere considerato il

museo, mentre il p unto 3 ricalca l’ide a di obiettivi e colloca zione della d idattica mu seale d i Benedetto Vertecchi, che è stata pubblicata p iù di dieci ann i dopo. Inoltre, le con sidera zion i espresse nei successivi punti (ved i punti 4, 5, 6 e 7) saranno molto utili, come si ved rà nei successivi pa ragrafi, per individuare le attività che un docente dovrebbe comp iere per crea re un percorso didattico museale.

2.3 Le “didattiche museali”

La maggio r parte d egli interventi in a mbito museale ten de a parla re di d idattica museale in te rmin i genera li, mentre sarebbe più corretto e sprimersi in te rmin i di “d idattiche museali”, distinguendo obiettivi e metodolo gie dell’inte rvento in funzione del tipo d i museo che si con side ra [Na r01].

La didattica mu seale per essere efficace, oltre a

conside rare la varietà dei pubblici, do vrebbe essere specifica per

tipolo gia di mu seo. Le modalità di inte rpre ta zione e

contestualizza zion e, ossia la “lettu ra ” di un repe rto a rch eologico è sicu ramente diversa da quella di un opera d’a rte. Oltre a i musei archeolo gici e ai musei d ’a rte, esistono altre tip ologie d i museo, che sono: musei sto rici, musei di scien ze natu rali, muse i tecnico -scientifici e musei specia lizzati. Gli o gge tti mu sealizzati presenti ne lle collezioni d i diverse tipolo gie di muse o hanno chia vi di lettu ra differenti.

Il museo dovrebbe offrire a tutti la possib ilità di fruire del patrimonio che con tiene in manie ra critica e con sape vole .

In molti musei tuttavia la situa zione è ben dive rsa. Gli allestimenti sono organizzati in maniera assai p iù tra diziona le rispecch iando la co nce zione del muse o più diffusa, e il visitatore è lasciato so lo du rante la visita [Nar01]. La conse guen za è che

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la fruibilità della colle zione è rise rva ta a persone appassionate ed erudite ne l setto re specifico.

La solu zione pa ssa attra verso il coin vo lgimento de gli operatori e de i do centi, che do vran no stabilire il ruolo che il museo deve a ssumere all’interno dell’attività dida ttica. E ’ compito della didattica fornire gli stru menti necessa ri pe r capire il lin gua ggio museale, al fine di operare quella media zione cultu rale che è uno degli ob iettivi p rin cipali de gli istituti museali.

Si potrebbe parad ossalmente affermare che sia proprio l’attività dida ttica svolta su una co llezione a trasformarla in un museo, perché riesce a rendere intelligib ili i beni di cui la colle zione è composta, attivando un processo di inte razione- comunica zione con i visitatori [Nar01].

La comunica zion e tradizionale u tilizza ta nei mu sei,

attra ve rso l’uso di catalo ghi, d idasca lie, visite gu idate e opuscoli divulgativi è necessaria per una co rretta fruibilità degli oggetti,

ma non è sufficiente per una reale comprensione ed

interp reta zione, p oiché le informa zioni che vengo no date sull’o ggetto muse alizzato sono gen erali e prescindo no dagli obiettivi d i apprend imento e specificità del fruito re.

La didattica muse ale de ve fornire gli strumenti, ma p er essere veramente efficace, ossia istau rare un rapp orto di comunica zione attivo bene-visitato re, de ve essere specializzata in base alla tipologia di museo, n on possono esse re definite delle re go le e metodi assolu ti. Dive rse do vranno e ssere le procedure di lettura e di interpreta zio ne dei beni museali in base agli o ggetti che si hanno di fronte: opere d’arte, reperti archeolo gici, colle zioni minera li, raccolta d i immagin i postali, poiché è d ive rsa la natura de gli o ggetti esposti che va ria in base alla pecu lia rità del museo.

E’ importante e vide nziare che un ogge tto esposto in d ive rse colle zion i può assumere va ri significati. Qu indi il va lore semantico che vie ne attribuito a i beni museali, non è univoco,

ma varia a second a del ra gionamento che si intende sviluppa re

[Nar01], o me glio può va ria re in base a gli obiettivi

dell’allestimento o del perco rso didattico. Infatti, anche se in un museo d’arte, do ve ogn i sin gola opera possiede una sua va len za intrinseca, indipen dentemente dalle opere a cui è accostata, la stessa può acqu isire una valen za sem antica differente a seconda che il discorso cultura le che si vu ole sviluppare riguardi un periodo, un autore oppure l’e spressione de l co lore in un a determinata co rren te di artisti.

Il va lo re semantico dei beni museali è per un verso connesso a gli o gge tti stessi (e ciò è vero in modo partico lare pe r le opere d’arte ), p er un altro ve rso inve ce deriva dal disco rso teorico ed espositivo in cu i essi sono inseriti [Nar01 ].

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