st_2 scheda tecnica
12.8 Uso di materiali omogene
L’inserimento di elementi di materiale estraneo alla tradizione costruttiva nell’edilizia storica non è mai consigliabile, soprattutto se si tratta di el- ementi rigidi in cemento armato o in metallo. L’esperienza diretta, anche a seguito di eventi catastrofici importanti avvenuti sia in Marocco1 che
altrove hanno dimostrato una notevole debolezza delle strutture miste, che generano comportamenti conflittuali tra i diversi materiali causando cedimenti, lesioni o addirittura il collasso delle strutture. Al contrario, strutture omogenee costruite in terra hanno confermato un migliore comportamento alle sollecitazioni meccaniche, a patto che queste siano costruite a regola d’arte e manutenute correttamente.
1 Sismi che hanno colpito Al Hoceima nel 2004 e Bam (Iran) nel 2003 12.9 BTC
Per le sue stesse caratteristiche, la terra di Figuig non fornisce un materiale da costruzione particolarmente resistente alle sol- lecitazioni meccaniche e al contatto con l’acqua. Per questo motivo si suggerisce l‘uso di un materiale stabilizzato e prodotto semi-meccanicamente o meccanicamente il quale, oltre a garantire una maggiore resistenza generale, potrebbe risultare una buona mediazione per favorire l’accettazione del materiale terra da parte dei cittadini. Si tratta dei blocchi di terra compressi, comunemente conosciuti con l’abbreviazione BTC, per i quali il procedimento
12.10 Drenaggi
L’umidità è il più importante fattore di degrado delle murature in terra, sia sotto forma di umidità di risalita per capillarità sulle murature, sia si tratti di acqua piovana.
È buona pratica dunque costruire e restaurare in modo da assicurarsi che la muratura resti quanto più al riparo dall’acqua. Un buon drenaggio viene generalmente garantito da adeguate pendenze delle superfici, che di regola devono essere realizzate intorno al 5%. Una pendenza superiore potrebbe causare una eccessiva accelerazione delle acque e provocare una più veloce erosione della superficie di scorrimento.
(Organisation Régionale Africaine de Normalisation 1998), e che già vengono impiegati anche a Figuig.
I blocchi vengono in questo caso ottenuti per compattazione con presse meccaniche o manuali dell’impasto di terra, vagliata molto fine o polverizzata, leggermente umidificato.
L’impasto viene generalmente stabilizzato con calce (aerea o idraulica) o cemento Portland, ad ottenere dei blocchi di ottima fattura e sui quali è possibile effettuare controlli di qualità costanti. La stabilizzazione comporta tuttavia un processo essiccativo legger- mente più lungo e complesso, dovendo i blocchi essere mantenuti ininterrottamente umidi per un periodo di almeno 14-28 giorni per blocchi stabilizzati con cemento, e 30-90 giorni per blocchi stabi- lizzati con cemento (CRATerre).
La scelta del prodotto stabilizzante dipende dalla qualità della terra e dai requisiti richiesti dal progetto. Il cemento è preferibile per terre sabbiose e per ottenere una maggiore resistenza meccanica, mentre la calce è più adatta alla stabilizzazione di terre più argil- lose ma necessita di tempi di “cura” più lunghi.
Terra da stabilizzare preferibil-
mente con cemento ghiaia = 15% sabbia = 50% limi = 15% argilla = 20% Terra da stabilizzare preferibil-
mente con calce ghiaia = 15% sabbia = 30% Limi = 20% argilla = 35%
(Fonte: Auroville)
Il quantitativo di stabilizzante da aggiungere all’impasto è sempre minimo (3-5% in peso per quanto riguarda il cemento, 2-6% per quanto riguarda la calce).
Le condizioni ed i tempi di essiccazione variano in funzione dei valori di evaporazione locali nel periodo di produzione.
Le presse possono essere di tipo manuale o meccaniche. Se ne trovano in abbondanza sul mercato, e a costi accessibili, ma è pos- sibile, per ragioni economiche, fabbricarle anche artigianalmene in loco.
pavimentazione ambienti piano
terra
pavimentazione corte
pavimentazione strade
Qualora non sia possibile la realizzazione di adeguate pendenze, sarà necessario provvedere ad un drenaggio realizzato con ghiaia e sabbione.
Le pendenze per il drenaggio delle acque sono assolutamente neces- sarie per le terrazze e corti interne, così come per i vicoli di accesso alle abitazioni. Ultimamante si rileva la tendenza di pavimentare anche i vicoli e le strade secondarie con materiali impermeabili (per lo più ce- mento), causando da un lato un deflusso troppo veloce delle acque con conseguente maggiore erosione delle superfici che investono, dall’altro un incremento della quantità d’acqua che viene assorbita dalle murature anziché dalla pavimentazione stradale.
12.11 Fondazioni
Non sempre le fondazioni sono presenti nelle costruzioni tradizionali, e non sempre sono assolutamente necessarie. La fondazione serve infatti a garantire alla muratura stabilità e isolamento dall’umidità sottostante, entrambe cose che possono essere fornite da un terreno sufficientemente resistente e poroso. Tuttavia, spesso è necessario intervenire a causa dei cedimenti del terreno. In questo caso è opportuno accertarsi in primo luogo che i canali di scorrimento delle acque (quanat e seguyas) siano sufficientemente distanti in modo da non causarne l’interruzione.
Successivamente si procederà con la realizzazione delle sottofon- dazioni (Atzeni C., Sanna A., 2009).
Le sottofondazioni possono essere realizzate in pietrame, laterizi o in es- trema necessità in calcestruzzo utilizzando come cassaforma lo scavo stesso. Al contrario, una adeguata pavimentazione in pietra garantisce sia il drenaggio di gran parte delle acque, rendendo sempre possibile il percorrimento pedonale, dall’altra evita le infiltrazioni nelle murature ai lati della strada. Qualche semplice accorgimento può ancora migliorare il sistema (CRATerre – EAG 2005):
- la pendenza del vicolo deve far confluire le acque al centro dello stesso
- la malta di allettamento deve essere permeabile, in modo da permettere l’evaporazione dell’umidità sottostante
- lo strato sottostante le pietre non deve risultare troppo sabbioso, di modo che l’umidità non possa essere trasferita orizzontal- mente dalla stessa sabbia alle murature degli edifici adiacenti.
Le fasi esecutive si susseguono come indicato:
- si procede alla messa in sicurezza della struttura mediante idonea puntellatura delle sovrastrutture.
- Si effettua lo scavo con messa a nudo del piano fondale sino al raggiungimento della quota di fondazione prevista.
- Si realizza la sottofondazione in pietra addossata ai fili interno ed esterno della muratura.
Si raccomanda per l’operazione sempre l’uso di materiali naturali (pietra e calce) onde evitare contaminazioni alle falde acquifere ed ai canali sottostanti.
- La realizzazione del lavoro in periodo di siccità
- Al fine di evitare crolli o cedimenti durante l’intervento risulta essen- ziale intervenire per piccoli cantieri (60-80cm) non consecutivi. - Lo scavo si effettuerà per circa metà spessore, nel caso si possa
intervenire da entrambi i lati, per l’intero spessore se l’accesso a un lato risulta precluso.
- L’intervento sulle fondazioni, oltre a bloccare i cedimenti fon- dali, ha la funzione di difendere la muratura dalle patologie umide. Tale funzione può essere perseguita solo se si intervi- ene anche sui vespai che possono essere l’altra causa della risalita di umidità.