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Valori estetici

3.2 Servizi ecosistemici culturali nel Cusio

3.2.1 Valori estetici

“È un sorriso di cielo il lago d’Orta, gemma cerula dalle mille sfumature indescrivibili, che attorniata da colli, da foreste e pianori feraci ride fra le Alpi lepontine nella divina gloria del sole. E di fronte ad Orta, doviziosa di memorie millenarie e superba di cimeli d’arte, sorge fra le onde l’isola di San Giulio.

Lembo gentile e suggestivo d’Italia questo nostro Cusio stupendo e romito che assomiglia al dono di un angelo buono, il quale della cornucopia opulenta un mazzo di mille fiori sconosciuti e venustissimi getti per ornare il seno di una regina che sappia il fascino di tutte le bellezze.”8

Il testo di Storia del Lago d’Orta del 1911 inizia esaltandone la bellezza. In pubblicazio- ni che trattano del Cusio introduzioni affini ad essa non sono una rarità, spesso il primo dato che gli autori desiderano comunicare è la qualità estetica del paesaggio e il ruolo del lago in questo contesto. Si parla del fascino delle rive, del connubio montagna e collina, dell’unicità del lago, dello stupore che si prova quando, arrivando da Novara, tra le fronde degli alberi si apre la vista sulla Riviera d’Orta. Gli elementi naturali dialogano con quelli antropici in un delicato equilibrio e il verde resta predominante, primato contrastato solo dal blu delle acque. Cercheremo di fare una panoramica di questo luogo percorrendo le strade che collegano i borghi più importanti che circondano il lago, mantenendo una vi- sione estesa sul contesto nel quale si colloca.

Arrivando da sud, da Novara, in poco più di trenta chilometri si possono ammirare tutte le gradazioni della natura dalla bassa padana alle montagne: risaie tra i pioppi e campa- gne fino a Momo, boschetti e prati ombrosi da Suno e Cressa fino a Borgomanero dove iniziano dislivelli più vivi con boscaglie e vigneti, si arriva poi a Gozzano le cui caratteri- stiche di borgo collinare si iniziano a confrontare con dei picchi nevosi all’orizzonte. Le montagne sullo sfondo accompagnano tutto questo viaggio e sono un elemento amato dal cusiano che, vedendole avvicinarsi pian piano, inizia a sentirsi a casa. Raggiungere il lago 8Bazzetta de Vemenia N., Storia del Lago d’Orta. Memorie storiche-documenti-Statuti- torri e castelli-

famiglie storiche della riviera- Notizie sacre. . . , La Cartografia, Gozzano- Omegna- Domodossola, 1911, p. 1.

Figura 3.4: Torre di Buccione (dall’archivio personale dell’autrice)

dall’ovest, dal biellese e dal vercellese, attraversando il Sesia da Romagnano e inoltran- dosi nella verde Val d’Uggia fino al passo del Cremosino, dà una sensazione maggiore di paesaggio alpestre. Arrivando da Milano la via da percorrere passa da Sesto Calende e Arona, permette di ammirare il lago Maggiore, attraversare i declivi di Paruzzaro e In- vorio tra i rigogliosi boschi e raggiungere Gozzano. Questo paese non fa propriamente parte del bacino cusiano, ma ne ha condiviso le vicende storiche e rappresenta un centro di riferimento per la zona. Appena fuori dal paese, la strada che porta a nord è costeggiata da un lato da case con giardini fioriti e dall’altro dallo stabilimento ormai abbandonato della Bemberg, importante industria che ha segnato la storia del Cusio9. Più avanti, sulla

destra una collina, coronata dalla Torre di Buccione che per secoli ha sorvegliato l’acces- so a Orta da sud, costituisce una riserva della Regione Piemonte10; come già evidenziato

nel capitolo 2, la designazione di aree protette è un indice del valore socioculturale rico- nosciuto all’area. La strada inizia a scendere e, tra alberi da alte fronde e prati, appare il primo lembo di lago e “un senso di riposante pienezza si impone immediatamente a chi guarda”11. Si apre la veduta sul paesaggio lacustre caratterizzato da piccoli paesetti e ville tra boschi, parchi e giardini. Il lago si estende per 13,4 chilometri di lunghezza e un massimo di 2,5 chilometri di larghezza, da alcuni punti panoramici si può abbracciare tutto con un solo sguardo. La riva ripida nord-occidentale si appoggia ai monti della Val- sesia dove, su una rupe granitica che domina il lago, spicca il santuario della Madonna del Sasso. Dietro i promontori cusiani occidentali si staglia il Monte Rosa. La riva orientale 9La Bemberg, aperta nel 1926, segnò il definitivo passaggio all’industrializzazione. Consentì il rapido e

profondo mutamento della società favorendo il miglioramento delle condizioni di vita. Permise la crescita del terziario, delle attività commerciali, la costruzione di villette, la modernizzazione delle case e rese Gozzano un centro che richiamava lavoratori da tutta Italia. Il complesso è chiuso dal 2009 a seguito del fallimento.

10La Riserva Naturale Speciale del Colle della Torre di Buccione è stata costituita nel 1993 ed è composta

da 30 ettari.

è più dolce, è costituita dal Mottarone che separa il Cusio dal Lago Maggiore.

Avanzando sulla via che conduce a Omegna iniziano i primi tornanti su cui si affacciano le grandi ville con profondi parchi. Sulla sponda meridionale, ai piedi di Gozzano, si vede Buccione, uno dei più antichi abitati del Cusio. Da Imolo filari di pini e cedri affiancano il tragitto che conduce a Orta; il borgo sorge sul versante occidentale della penisola sulla cui sommità il Sacro Monte offre una vista privilegiata sull’isola di San Giulio e costitui- sce una riserva naturale12. Numerose sono le ville aggrappate alla roccia i cui parchi si

fondono in un unico bosco di conifere addolcito da magnolie, camelie, azalee, rododendri e ortensie. Sopra Orta, Corconio costituisce un singolare punto panoramico sul lago e sul Monte Rosa.

Proseguendo sul versante orientale, oltre Pettenasco, si raggiunge Omegna, sponda set- tentrionale ai piedi della Valle Strona (vallata alpina). Qui il lago si assottiglia e le acque confluiscono nell’emissario, la Nigoglia, che si getta nello Strona, principale affluente del Toce. La particolarità di un emissario a Nord, colpì dai tempi antichi e gli abitanti di Omegna ne fecero l’insegna del comune “La Nigoja la va in sù e la legg la fouma nù!”13.

La vallata di Quarna, corsa dalla limpida acqua della Fiumetta, sovrasta la riva occidentale del lago che si contrappone a quella orientale per l’aspetto montano.

Figura 3.5: Vista dal Sacro Monte (dall’archivio personale dell’autrice)

12La Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte d’Orta è stata istituita nel 1980 e comprende 13 ettari. 13Bonfani M., op. cit. p. 8.

Percorrendo la strada che si apre sulla parete rocciosa, si attraversano i paesi di Nonio, Cesara, Arola e Alzo da cui, scendendo verso il lago, si può raggiungere Oira, Ronco e Pella. I tornanti sono balconate sullo specchio lacustre che consentono un panorama mozzafiato. Cesara giace in una conca ombrosa di praterie e boschetti detta Valle dei Ciclamini. Fra la conca e il lago, si staglia un’ampia altura, il monte Camosino (composta da tre località: Colma di Cesara, Croce di Egro e Monte San Giulio), che costituisce un mondo a parte di prati, rocce, acqua e boschi. La Qualba, dopo aver tracciato affianco una gola profonda, si getta dal monte con un salto di almeno quaranta metri nel lago, formando una cascata bianca, l’Acqualba. Questa area è caratterizzata da sentieri e mulattiere che collegano i piccoli pittoreschi paesi e le solitarie casette, tra castagni, prati, frutteti, faggi, pini e rustiche ville. Alzo si colloca frontalmente rispetto Orta ed è caratterizzato dalle case costruite in solidi blocchetti di granito provenienti dalle sue cave. A Boleto, Artò e Madonna del Sasso, tra la ripidezza del pendio e il rigoglio dei boschi, lo sperone granitico domina la piana dei Castelli Cusiani14.

Figura 3.6: Vista dal sentiero tra Buccione e Lagna (dall’archivio personale dell’autrice)

Attraversando Pogno, il paese all’estremità sud-occidentale del Cusio, e San Maurizio d’Opaglio si raggiunge nuovamente Gozzano. Costeggiando il lago tra Pella e Buccione, si trova un fresco percorso tra boschi e canneti caratterizzato dal frusciare degli alberi e il suono delle onde che si infrangono sulla riva.

14Quadrato delimitato su due lati dal lago e che è costituito da piccoli centri abitati che presentano resti

Si può parlare ancora molto di luoghi cusiani di incredibile fascino, ma il nostro scopo è evidenziare come la qualità estetica sia fortemente legata ai caratteri naturali, allo spec- chio lacustre, ai rigogliosi boschi, ai pendii più o meno ripidi, ai corsi d’acqua, alla flora e fauna che contraddistinguono il Cusio.