IV Parte: Profilo immunofenotipico in una coorte di pazienti con Artrite Idiopatica Giovanile Poliarticolare e Oligoarticolare
(N=8) Malattia attiva
3.5 Valutazione del profilo immunofenotipico di una nostra paziente in fase di remissione e in attività
In una paziente abbiamo potuto valutare le sottopopolazioni B linfocitarie, le Treg e le CD sia in fase di inattività (T0) sia a distanza di 2 mesi in fase di attività (T2) (tabella 10). Si tratta di una paziente affetta da AIG poliarticolare, in cui, in seguito ad un periodo di remissione clinica e laboratoristica di 3 anni è stata sospesa la terapia con Tocilizumab con riacutizzazione a distanza di due mesi e mezzo dalla sospensione. In T1 la paziente presenta un JADAS pari a 0 e in T2 pari a 25. Data la riattivazione della malattia è stata ripresa la terapia con Tocilizumab con raggiungimento della remissione clinica e laboratoristica dopo 2 mesi. Per quanto riguarda il profilo immunofenotipico, nel passaggio da malattia inattiva a attiva, si può notare una riduzione dei Breg del 36% e una riduzione delle CD mieloidi e delle CD plasmacitoidi rispettivamente del 79% e del 50%.
Tabella 10: Immunofenotipo in fase di inattività (T0) e di attività (T2)
CD3 Treg CD19 B naÏve B memoria switch B memoria tot B zona marginale CD21 low Breg mCD/µL pCD/µL T0 61,7% 8,6% 16,8% 80,7% 5% 9% 7% 4,8% 8,8% 29,23 29,19 T2 61,7% 7% 15,8% 84,1% 4,57% 13,6% 6,2% 6,7% 5,6% 6,13 14,4
63 3.6 Discussione
Le caratteristiche cliniche e bioumorali dei nostri pazienti rispecchiano quelle descritte in letteratura. La forma oligoarticolare è, infatti, più rappresentata della poliarticolare e il sesso femminile risulta prevalente. Per quanto riguarda il pattern anticorpale, nella nostra casistica gli ANA sono risultati positivi nel 70% circa dei pazienti e il FR in un paziente su 5 con forma poliarticolare. Tali risultati sono in linea con quanto riportato in letteratura dove gli ANA sono descritti nel 65-85% dei pazienti con forma oligoarticolare, in circa il 50% dei pazienti con forma poliarticolare e il FR in circa il 20% dei pazienti con forma poliarticolare [1,46].
Pochi studi hanno valutato il profilo immunofenotipico esteso in pazienti con AIG. Dalla nostra analisi delle sottopopolazioni B linfocitarie emerge un aumento del numero dei linfociti B totali rispetto ai controlli sani omogenei per età. Abbiamo inoltre osservato una riduzione delle cellule B transizionali, delle cellule Breg e delle cellule B memoria totali rispetto ai controlli sani. L'aumento dei linfociti B totali nel sangue periferico è stato recentemente descritto in un lavoro condotto da Marasco et al. su pazienti con AIG [153]. In letteratura, gli studi che hanno valutato le cellule B transizionali nel sangue periferico di pazienti con AIG hanno fornito risultati non univoci. In uno studio, infatti, emerge un aumento delle cellule B transizionali in circolo, dato a cui gli autori attribuiscono due possibili spiegazioni ovvero un'aumentata produzione a livello del midollo osseo oppure un alterato ricircolo; le cellule B transizionali sono infatti prodotte nel midollo, rilasciate in circolo e trasportate alla milza dove si sviluppano in cellule B mature [151]. Nello studio di Marasco et al., invece, non sono state riscontrate differenze nel numero di cellule B transizionali fra pazienti e controlli [153]. La diversità dei risultati di questi due lavori con quelli ottenuti nella nostra coorte di pazienti potrebbe essere, almeno in parte, spiegata dalla differenza nel numero di pazienti con malattia attiva valutati nei vari studi. Nel lavoro di Corcione et al. [151], infatti, tutti i pazienti valutati presentano almeno un'articolazione attiva mentre, nella nostra casistica, in 10
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Le Breg appartengono alle cellule B transizionali, esse sono in grado di produrre citochine immunoregolatorie e di sopprimere la differenziazione in cellule Th1/Th17 e indurre la differenziazione delle Treg [139]. Nel nostro studio abbiamo osservato non solo livelli inferiori di Breg rispetto ai controlli sani ma anche una riduzione statisticamente significativa nei pazienti con malattia attiva rispetto a quelli con malattia inattiva. Questi dati sulle Breg, concordano con i dati riportati in letteratura. In due lavori, che hanno valutato rispettivamente pazienti con AR e con AIG, le Breg in circolo sono risultate ridotte in modo significativo nei pazienti rispetto ai controlli e in entrambe le casistiche sono stati osservati valori più bassi nei pazienti con malattia attiva [149,150].
Per quanto riguarda le cellule B memoria totali, abbiamo osservato una riduzione rispetto ai controlli sani. Studi condotti in pazienti con AIG hanno dimostrato che il loro numero è significativamente superiore nel liquido sinoviale, dove tendono ad accumularsi, rispetto al sangue periferico [151,152]. In un lavoro è stato anche confrontato il numero delle cellule B memoria totali nel sangue periferico dei pazienti e dei controlli senza che siano emerse differenze significative [151]. La cellule B memoria switch rappresentano una delle sottopopolazioni B più studiate nella AIG. Nel nostro studio non abbiamo trovato differenze significative rispetto ai controlli sani. In letteratura è riportato un aumento di questa sottopopolazione cellulare nel liquido sinoviale [151,153] mentre i dati ottenuti da sangue periferico sono contrastanti. In un lavoro infatti non sono emerse differenze significative nei valori di cellule B memoria switch in circolo fra pazienti e controlli [151]. Nello studio più recente di Marasco et al, invece, queste cellule sono risultate aumentate nei pazienti rispetto ai controlli [153]. Nel medesimo lavoro è stato osservato che l'aumento nel tempo delle cellule B memoria switch è ridotto nei pazienti che raggiungono la remissione in corso di terapia con anti-TNF [153].
Per quanto riguarda le sottopopolazioni T linfocitarie, abbiamo osservato una aumento, statisticamente significativo, delle cellule Thf rispetto ai controlli sani. Nella maggior parte degli studi, condotti nella AR, in cui sono state valutate le Thf, è stato riscontrato un aumento di questa
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popolazione cellulare [128-132]. Le Thf sono cellule in grado di aiutare i linfociti B nella produzione di autoanticorpi. Sulla superficie delle Thf possono essere espressi i recettori per le chemochine CXCR3 e CCR6 [173]. Nell'unico lavoro, fino ad ora condotto nella AIG in cui è stata valutata questa sottopopolazione cellulare, non è stata evidenziata alcuna differenza significativa fra pazienti con artrite associata alla Sindrome di Down, pazienti con AIG e controlli in termini di Thf totali. E' stato, tuttavia, osservato un numero superiore del sottotipo Thf doppio positivo CXCR3+CCR6+ nei pazienti con artrite associata alla sindrome di Down rispetto ai controlli e ai pazienti con AIG [127]. Negli ultimi decenni il ruolo delle Treg nella patogenesi delle malattie autoimmuni è stato oggetto di molto interesse in quanto tali cellule sono fondamentali nel mantenimento della tolleranza al self. Nei nostri pazienti non abbiamo osservato differenze significative nelle Treg rispetto ai controlli. Negli studi condotti in pazienti con AR e AIG è descritto un aumento delle Treg nel liquido sinoviale [106] mentre, è meno chiaro, se, in circolo, le Treg presentino variazioni numeriche rispetto ai controlli [174,175].
L'immunità innata gioca un ruolo importante nella patogenesi della AIG. In particolare, le CD sono fondamentali nell'attivazione e nel mantenimento della risposta immune. Nel sangue periferico si riconoscono 3 tipi di CD: le pCD caratterizzate dall'espressione di CD123 (IL-3R) e due mCD o CD convenzionali (cCD; BDCA1/CD1c+ cCD e BDCA3/CD141+ cCD). Le CD141+ CD sono in grado di polarizzare le cellule T CD4+ verso il fenotipo Th1 e di indirizzare verso il fenotipo Th2 in modo più efficiente rispetto alle CD1c+ cCD. In un recente studio è stato osservato che nel liquido sinoviale dei pazienti con AR, le cCD CD141+ sono aumentate significativamente e possono attivare i linfociti T CD4+ e CD8+ contribuendo all'infiammazione sinoviale [176]. Le pCD, invece, nelle quali le molecole MHC di classe II e le molecole costimolatorie sono espresse meno, sono meno efficienti nell'attivazione dei linfociti T [177]. Le pCD possono indurre la risposta immune tollerogenica agendo sulla differenziazione delle Treg e il loro aumento è stato descritto in pazienti con AR in remissione [178].
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Nel nostro studio, emerge una riduzione significativa della percentuale delle mCD nei pazienti rispetto a un gruppo di controllo, omogeneo per età. Abbiamo, inoltre, osservato che mentre nei controlli prevalgono le le mCD, nei pazienti si ha una prevalenza del tipo plasmacitoide. Considerando solo pazienti con età inferiore a 18 anni, dal confronto fra i controlli e i pazienti con malattia attiva si osserva, nei pazienti, una riduzione delle mCD sia in percentuale che in valore assoluto e delle CD totali in percentuale. La riduzione percentuale delle mCD emerge anche dal confronto fra pazienti con malattia inattiva e controlli, in questi ultimi si osseva inoltre, rispetto ai controlli, un aumento del rapporto pCD/mCD. Inoltre nella paziente valutata sia in fase di remissione che di successiva riacutizzazione, abbiamo osservato una importante riduzione di entrambi i sottotipi di CD in corso di riattivazione. Precedenti studi hanno dimostrato la riduzione in circolo sia delle mCD che delle pCD in pazienti con AIG rispetto ai controlli. [167,168]. In uno studio condotto in pazienti con AIG sistemica tale riduzione interessa in modo specifico le mCD durante le fasi di attività di malattia [166]. Nello studio di Throm et al. non emergono, invece, differenze significative nel numero di mCD e pCD in circolo in pazienti con AIG e controlli [179]. In un recente lavoro, in cui sono state confrontate le CD in pazienti con AIG e artrite settica, non è emersa alcuna differenza significtiva nelle mCD e pCD in circolo, mentre entrambe risultano aumentate in modo significativo nel liquido sinoviale dei pazienti con AIG [180]. La riduzione delle cellule dendritiche mieloidi (mCD) individuata nel nostro studio potrebbe essere la
conseguenza della migrazione di queste cellule dal sangue periferico alla cavità articolare.
Il presente lavoro ha il pregio di valutare un esteso pannello di sottopopolazioni linfocitarie e le
CD in una patologia in cui dati della letteratura sono scarsi e non sempre univoci. Una limitazione è data dal numero relativamente esiguo di pazienti. In conseguenza di questo, i
confronti fra sottogruppi, che avrebbero potuto evidenziare differenze fra pazienti con malattia attiva e inattiva come pure con forma poliarticolare e oligoarticolare non hanno fornito, eccetto che per un dato, risultati significativi. Sempre a causa della scarsa numerosità della popolazione in
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studio non è stato possibile valutare, in modo accurato, un'eventuale influenza della terapia con anti-TNFα sui risultati.
5.Conclusioni
Dal presente studio emergono differenze in alcune sottopopolazioni B linfocitarie, nelle Thf e nelle CD, in particolare di tipo mieloide, fra pazienti e controlli sani. Queste osservazioni ci portano a ipotizzare che tali popolazioni cellulari possano essere implicate nella patogenesi della AIG e pertanto rappresentare possibili bersagli terapeutici. La valutazione del profilo immunofenotipico di una coorte di pazienti più ampia ci potrebbe consentire di confermare i nostri risultati valutando anche una possibile influenza della terapia ed eventuali differenze nelle popolazioni cellulari in pazienti con malattia attiva e in remissione.
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