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La valutazione delle uve conferite dai soci nei bilanci civilistici delle cantine

Nel documento L'impostazione del lavoro (pagine 80-84)

PARTE I LA VENDITA DIRETTA NELLE IMPRESE VITIVINICOLE

4.2 La valutazione delle uve conferite dai soci nei bilanci civilistici delle cantine

per poter adeguatamente valutare i risultati economici delle stesse

Le cantine sociali, come altre forme societarie, sono tenute a redigere e presentare annualmente un bilancio civilistico dal quale risulta il risultato economico conseguito. Come è più che noto, per tutta una serie di elementi che non pare qui necessario richiamare, in quanto cooperative non hanno fini di lucro, ma come qualsiasi altra impresa aspirano invece a conseguire un utile, che non appare in bilancio -se non per parte in genere irrisoria, in quanto viene di fatto penalizzato- non per inesistenza dell’utile ma perché questo viene di fatto distribuito ai soci nell’ambito del prezzo loro riconosciuto per l’uva da essi conferita, e di conseguenza il risultato economico è per lo più assai prossimo a zero; ovviamente escludendo qualche caso in cui si determini una situazione fallimentare o quasi, o particolarissimi motivi per esporre un utile elevatissimo.

Stante quanto sopra, si può comprendere come il risultato economico (espresso in termini di “reddito netto”) che risulta dal bilancio -in particolare dal “Conto economico” dello stesso- abbia un significato praticamente nullo e altrettanto si può dire per alcuni degli indici che possono essere calcolati, similmente a quanto avviene per altre forme societarie.

Con questo, e comunque riconosciuta la validità dello “Stato patrimoniale”, non vogliamo certo dire che il bilancio civilistico di una cantina sociale, o in genere di una cooperativa, abbia una valenza limitata. Ma, per avere un più concreto significato esso deve essere riclassificato –

come in genere vengono riclassificati i bilanci di altre tipologie di società (anche se oggi questa operazione, attivata per rendere confrontabili i bilanci, risulta meno necessaria che in passato perché la normativa comunitaria ha imposto un modello di bilancio che non permette tante varianti, se non la disaggregazione di certi dati). Ma noi –si noti bene- volutamente diamo una interpretazione estensiva al termine “riclassificazione”, intendendo con esso “riclassificazione-sostituzione-integrazione” di alcuni dati del bilancio in modo tale da rendere lo stesso capace di evidenziare quell’utile che nella cantina sociale è ”camuffato” nella remunerazione riconosciuta ai soci per l’uva conferita.

Di fatto, visto che ciò che impedisce di dare un significato all’utile risultante dal bilancio della cantina è -come abbiamo indirettamente richiamato- l’inserimento tra i costi, sotto la voce “materia prime”, quanto riconosciuto ai soci per l’uva conferita, si è ritenuto di superare tale situazione semplicemente sostituendo a detto importo il valore di mercato della stessa uva. E’ vero che, se questa operazione dovesse veramente verificarsi nella realtà, l’inserimento in bilancio della spesa per acquisto dell’uva potrebbe avere effetto su voci di costo di minor peso, ma tale effetto sarebbe praticamente trascurabile e pertanto abbiamo ritenuto di limitarci alla sola sostituzione –nell’ambito della voce “materie prime” presente nel C.E.- della voce relativa al conferimento dei soci. Qualora, né dal bilancio, né dalla “Relazione allo stesso” presentata dal Consiglio di Amministrazione della Cantina risultasse la necessaria disaggregazione delle spese sostenute per materie prime (ivi compresa l’uva ritirata dai soci), abbiamo determinato l’importo di tale voce sommando al valore (a prezzo di mercato) dell’uva ritirata, l’importo delle spese sostenute per le altre materie prime come rilevato nel bilancio economico direttamente rilevato in cantina.

Tabella 4.1 - Valutazione a prezzo di mercato (vendemmia 2007) delle uve conferite dai soci alla Cantina F e confronto con i prezzi loro riconosciuti.

Uve Prezzo base uve riconosciuto ai soci conferenti (€/Kg)

Varietà uve atte a produrre:

Quantità conferita (Kg) Prezzo medio di mercato (€/Kg) Valore a prezzo di mercato (€) 1 2 3 4 5

Barbera Asti superiore progetto "x" 13.420 0,90 12.078 1,129

Barbera d'Asti 3.074.449 0,58 1.783.180 0,599

Barbera d'Asti, progetto "y" 416.080 0,90 374.472 1,049

Barbera Monferrato 352.520 0,50 176.260 0,522 Barbera Piemonte 153.652 0,34 52.242 0,463 Grignolino d'Asti 158.728 0,50 79.364 0,569 Grignolino Piemonte 26.285 0,38 9.988 0,459 Dolcetto Monferrato 6.061 0,40 2.424 0,500 Monferrato Chiaretto 86.560 0,38 32.893 0,409 Piemonte Brachetto 29.727 1,28 38.051 1,257 Cortese Piemonte 225.291 0,33 74.346 0,30

Cortese Alto Monferrato 6.060 0,38 2.303 0,36

Chardonnay Piemonte 64.585 0,65 41.980 0,70

Moscato Piemonte 6.280 0,80 5.024 0,60

Monferrato rosso, progetto "z" da uve

Cabernet, Sauvignon e Nebbiolo 27.010 0,70 18.907 1,05

Monferrato ross,o progettoAlbarossa, id 8.240 0,70 5.768 1,05

Monferrato bianco 9.057 0,27 2.445 0,29

Rossa per Barbera da tavola 301.559 0,20 60.312 0,25

Rossa per Grignolino da tavola 48.867 0,25 12.217 0,30

Rossa per Dolcetto da tavola 14.989 0,25 3.747 0,30

Bianca per Cortese da tavola 223.772 0,24 53.705 0,25

Bianca per Chardonnay da tavola 6.295 0,35 2.203 0,40

Rossa per Brachetto da tavola 12.440 1,20 14.928 1,60

Brachetto d'Acqui 3.063 1,28 3.921 1,40

Totale 5.274.990 2.862.759

Fonti:

- dati coll. 2 e 5: C.d.A. della Cantina - Nota integrativa al bilancio 2007-2008

- dati col 3: prezzi medi per uve destinate a vini D.O.C. da CCIAA di Asti relativi a campagna

vendemmiale 2007, e nostre stime, avvalorate da Esperti del settore, per prezzi (in corsivo) non desumibili da listini CCIAA.

A scopo esemplificativo, nella tabella 4.1 si riporta un esempio di valutazione delle uve in una cantina oggetto di analisi, indicando in nota la fonte dei vari dati oggetto delle nostre elaborazioni.

Trattasi di uve conferite alla vendemmia 2007, la cui trasformazione porta a prodotti commercializzati nell’esercizio 2007-2008. Nella stessa tabella sono riportati i prezzi riconosciuti ai soci; prezzi che per la maggior parte delle uve risultano superiori ai prezzi di mercato, anche se non di molto; salvo casi particolari che interessano piuttosto limitate quantità di prodotto (si vedano le uve inserite in qualche progetto, per le quali la remunerazione comprende una sorta di riconoscimento all’impegno di partecipazione al progetto stesso).

Nel caso in esempio l’uva conferita dai soci è valutabile, a prezzo di mercato, € 2.862.759. Sommando a tale importo, le spese sostenute per altre materie prime acquistate dalla cantina, pari ad € 305.670, si ottiene l’importo totale -€ 3.168.429- da inserire nel C.E. del bilancio civilistico in luogo dell’importo risultante ufficialmente in corrispondenza della voce “materie prime” (€ 3.313.199). In dipendenza di questa operazione l’utile (“reddito netto post imposte”) che appare nel bilancio riclassificato, e così “rivisto”, passa da € 0 ad € 144.360. Conseguentemente, l’incidenza dell’utile sul valore della produzione sale dallo 0% al 3,36%.

Pur consci che il procedimento seguito possa avere dei limiti, reputiamo che nella sostanza, i risultati conseguibili con la sua applicazione siano notevolmente vicini alla realtà e permettano di esprimere –tramite l’utile prodotto, ma anche tramite una serie di altri indici- significative valutazioni economiche sulle cantine sociali (e similmente potrebbe essere applicato, tra l’altro, ad altre cooperative di trasformazione di prodotti agricoli).

4.3 I risultati economici delle cantine sociali oggetto di analisi, sulla

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