• Non ci sono risultati.

LE VALUTAZIONI PERIZIALI E LE INTERVISTE: LA FAMIGLIA COME NUCLEO DI RELAZIONI IN CRIS

4.1. Valutazioni circa l’esito delle perizie

Nello svolgimento delle perizie, ci si trova dinanzi ad elementi di normalità ed anormalità, un mondo mutevole, complesso, cui ci si accosta in una singolare mescolanza di elementi di conoscenza1.

Il perito trova difficoltà, dunque, a mantenere quell’ideale obiettività scientifica che si richiederebbe all’esperto: deve giudicare, valutare, trovare regole per fornire giudizi obiettivi, avvalersi di una pluralità di tecniche d’indagine “giù utilizzate nelle scienze sociali e nella psicologia clinica”2.

Gli accertamenti peritali di Pietro Maso ed Erika De Nardo non possono quindi prescindere dalla storia stessa della vita degli adolescenti e si avvalgono di quel colloquio, con altri elementi diagnostici, che consente la ricostruzione anamnestica di quanto accaduto3.

1 Cfr. A. BALLONI, R. BISI, Analisi di un caso di duplice omicidio,

cit., p. 11.

2 Ibid., p. 11.

3 Cfr. F. ANDREANI, Il discontrollo omicida, F. Angeli, Milano,

1981, p. 21 e ss.; P. CAPRI, L. ARATA, Le prove psicodiagnostiche negli accertamenti medico-legali e psichiatrico-forensi, in Atti del Convegno di Roma di Psicodiagnostica, Roma, 1988, passim.

Ai parametri indicati nell’ambito della grafologia se ne aggiungono molti altri: servono a individuare la presenza di patologie della personalità (Kock test, Machover test, Wittenborn test, Rating Scale, ecc.)1.

La valutazione clinica della personalità di Pietro Maso non rivela nella mappa cromosomica –scrive Andreoli- alcuna anomalia (l’autore si riferisce alla mappa messa a punto dalla Sezione Genetica dell’Università di Verona diretta dal prof. Mario Gatti). L’esame obiettivo sulle condizioni di nutrizione sono buone. Non si riscontrano malformazioni somatiche in Maso. L’apparato scheletrico è normale e l’area cardiaca resta “nei limiti della norma, con toni ritmici validi […]; nulla al torace; addome trattabile”, seppure dolente nel “punto colecistico duodenale; fegato e milza nei limiti”2.

L’esame neurologico, per il quale non vengono riferiti antecedenti neuropsichiatrici relativi ad ascendenti o collaterali del soggetto, è, come l’anamnesi fisiologica, privo di elementi significativi. “Dalla giovinezza Maso ha sofferto di cefalea a localizzazione nucale, di durata non ben precisata, ad insorgenza frequente, Per questo disturbo”, osserva il prof. Andreoli, “è stato più volte visitato da sanitari e sottoposto ad esame elettroencefalografico. Non ha mai assunto terapia continuativa con farmaci che potessero prevenire la

1

Cfr. V. ANDREOLI, Perizie, p. 32.

2

crisi, in particolare con barbiturici, lisuride, beta- bloccanti, triciclici”1.

Maso, che ha avuto un incidente stradale con “fugace perdita di coscienza (e per il quale non è stato sottoposto ad un accertamento medico)”, non ha mai sofferto di “convulsioni, assenze o altre manifestazioni di tipo parossistico. L’esame neurologico non evidenzia segni e sintomi di compromissione del sistema nervoso; in particolare la motilità attiva e quella passiva sono normali; i riflessi sono presenti e simmetrici”2.

Non risultano, nel soggetto, alterazioni di coordinazione motoria né alterazione dei nervi cranici, anche se è da segnalare che la papilla ottica destra “appare leggermente più pallida della controlaterale”3.

Per Andreoli non vi sono segni e sintomi di malattie neurologiche e la tomografia assiale computerizzata (Tac) rivela regolari strutture ossee del la base cranica, con buona “pneumatizzazione delle mastoidi e delle sfenoidi”, mentre sono normalmente “sviluppati gli spazi liquorali della base cranica e quelli della convessità”4.

Eppure il soggetto manifesta segni di disturbi rilevanti della personalità.

Ultimogenito di una famiglia residente a Montecchia di Crosara, un paese in provincia di Verona situato nella valle dell’Alpone, all’età di tre mesi ha sofferto di un

1 V. ANDREOLI, Perizie, cit., p. 40. 2 Ibid., p. 40. 3 Ibid., p. 41. 4 Ibid., p. 41.

episodio meningeo, per cui ha avuto, poi, uno sviluppo “neuropsichico piuttosto compromesso, con sindrome caratteriale evidenziata soprattutto nell’età scolare”1.

Nel periodo infantile, allorché ha frequentato la Scuola materna ed elementare con buon profitto, non ha mostrato difficoltà nella socializzazione, ma vive il suo ingresso nel Seminario, quando i genitori decidono che frequenterà da seminarista le Scuole Medie, come “un fallimento, quasi con la colpa o la rassegnazione di non essere riuscito dove altri invece ce l’avevano fatta”2. Maso si dispiace di dover lasciare l’ambiente di Montecchia, i propri compagni, gli insegnanti.

Al Seminario è costretto a svolgere attività parrocchiale ed il suo rapporto “con la religione e con i suoi sacerdoti non presenta mai né momenti di particolare attaccamento né di rifiuto”, però tutto si svolge in una condizione di potenziale rigetto; i messaggi religiosi “sono seguiti passivamente, senza critica”: è presente, in lui, una “marcata tensione nei confronti” del vissuto; si moltiplicano le ansie ed è evidente che il soggetto cerca “rassicurazione attraverso comportamenti che sovente possono essere iterativi e compulsivi”, per cui la vita stessa di relazione appare, in Maso, “profondamente influenzata ed inquinata dalla strumentalizzazione e dalla manipolazione del rapporto interpersonale, vissuto soprattutto come ricerca di

1

V. ANDREOLI, Perizie, cit., p. 42.

2

conferme e di accettazione. Sono presenti marcate note di critica e di oppositività e di ostilità che possono anche sfociare in atteggiamenti manifestamente aggressivi”, mentre il soggetto appare “poco tollerante alla frustrazione cui tende a reagire spesso impulsivamente ed inadeguatamente”1.

Da quel momento, i rapporti interpersonali di Maso risentono di una condizione di oppositività. Sono caratterizzati da reazioni di ansia anche incontrollata. Non mancano momenti che hanno le caratteristiche dell’angoscia e del panico, mentre sul piano ideativo il soggetto “appare particolarmente intollerante ai sensi di incertezza ed a situazioni non totalmente prevedibili”2.

Nello stesso periodo, si rivelano grossolani inquinamenti emotivi dell’ideazione, e Maso appare disforico anche sul piano della motilità, con momenti di astenia e di riduzione delle attività motorie.

Per Andreoli, Maso alterna atteggiamenti di ipervalutazione di sé e di negazione della propria personalità: è un soggetto impulsivo, ma può anche inclinare a riflessioni “e ruminazioni mentali”, mentre le modalità adattive dello stesso “sono di tipo decisamente autoplastico, con tentativi intrapsichici di modellamento della realtà basati sulle proprie esigenze”3.

1

V. ANDREOLI, Perizie, cit., p. 56.

2

Ibid., p. 56.

3

In altre parole, Maso, dal momento dell’esperienza al Seminario, si mostra sempre più un soggetto diatonico, incline alle contraddizioni e facile ad estraniarsi (di qui i caratteri di quella introspezione di cui si è detto a proposito dei rilievi grafologici condotti sul soggetto). Maso si sente costretto a fare. Sottoposto alla Scala Wechsler (in data 13 maggio 1991) per il tempo di un’ora e nove minuti, rivela i seguenti punteggi che riguardano il quoziente intellettuale:

Q.I. verbale: 81