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10. IMPATTI PREVISIONALI DELL’IMPIANTO

10.6 Vegetazione, flora e fauna

La valutazione degli impatti si concentra sulle specie di interesse conservazionistico o

alle specie che possono risentire degli effetti della realizzazione del progetto eolico, escludendo quelle che per le loro caratteristiche biologiche o habitat frequentati, non presentano particolari criticità se non nella fase di realizzazione (presenza di persone e di movimentazione mezzi e materiali).

Il sito di progetto si trova ad una distanza di circa 1300 m dal sito ZSC/ZPS IT40500302

“Monte dei Cucchi, Pian di Balestra”, ad una distanza di circa 6,9 km dal sito ZPS IT5140001

“Passo della Raticosa, Sassi di San Zenobi e della Mantesca” e ad una distanza di circa 7,8 km dal sito ZSC IT5140002 “Sasso dei Castri e Monti Beni”; per tale motivo, in ottemperanza alle disposizioni legislative della Regione Toscana e della Regione Emilia Romagna, è stata attivata la procedura di valutazione d’incidenza ambientale (V.Inc.A.), al fine di analizzare e valutare gli effetti dell’intervento sulla conservazione della biodiversitá e degli habitat.

Per un approfondimento di maggiore dettaglio, si consulti il documento VINCA01 – Studio di incidenza, allegato alla documentazione del presente progetto.

Allo scopo di definire la significativitá dell’impatto sull’ambiente, si definisce perturbazione e degrado:

• Qualunque evento che contribuisca alla riduzione delle superfici di un habitat naturale;

• Qualunque alterazione negativa dei fattori necessari per il mantenimento a lungo termine di un habitat;

• Qualunque evento che contribuisce al declino a lungo termine, alla riduzione o al rischio di riduzione della popolazione di una specie.

Alla luce di tali considerazioni, si puó asserire che il progetto in questione non comporta riduzione delle dimensioni o frammentazione degli habitat, in quanto nessun intervento, in fase di realizzazione, esercizio e dismissione, è localizzato all’interno dei siti protetti e non comporta dunque nessun impatto relativi a tali aspetti.

La vegetazione che occupa le aree interessate dall’impianto e dalle infrastrutture a esse relative non presenta caratteristiche di particolare rilievo e le formazioni forestali, limitrofe al sito di intervento, non sono interessate dalle operazioni progettuali.

Pag. 72 di 94 I maggiori impatti potenziali sono riferibili a modificazioni qualitative nella composizione floristica:

• durante le opere di cantiere possibili inserimenti di specie alloctone che si vanno ad inserire sul terreno di sbancamento e rimodellamento;

• durante la fase cantieristica la potenziale produzione di polveri potrebbe interferire negativamente con il normale accrescimento e la corretta distribuzione della componente floristica a maggiore sensibilità fotosintetica.

Allo scopo di limitare l’immissione di polveri durante la realizzazione di lavori sarà praticata l’irrorazione di acqua nebulizzata e la bagnatura periodica delle superfici di cantiere in relazione al passaggio dei mezzi.

L’avifauna e chirotterofauna sono maggiormente suscettibili agli impatti dovuti alla realizzazione di un impianto eolico:

• disturbo di natura antropica;

• mortalità per collisione;

• variazione della densità di popolazione;

• variazione dell'altezza e della direzione di volo.

Tuttavia, alla luce delle rilevazioni e degli studi disponibili, risulta che la frequenza delle collisioni degli uccelli con gli aerogeneratori non sia elevata e comunque riducibile con i dovuti accorgimenti.

In fase di cantiere, l’impatto determinato dal disturbo è provocato da rumore, vibrazioni e altre interferenze con l’habitat causate da attività di cantiere per la sistemazione delle piste e la creazione della piazzola. L’impatto è comunque temporaneo in quanto sarà circoscritto alla durata del cantiere. Per quanto riguarda le rotte migratorie si ritiene che la temporaneità delle attività non abbia effetto significativo sulla localizzazione e densità faunistica delle rotte migratorie.

In fase di esercizio, il numero di collisioni rappresenta un impatto diretto, cosí come la eventuale sottrazione di habitat riproduttivo e trofico di sosta per le specie sia migranti sia

stanziali, dovuto all’esercizio e quindi al disturbo dell’impianto eolico. Nel caso in questione non si prevede sottrazione di habitat.

Allo scopo di ridurre al minimo potenziali effetti negativi sulla componente faunistica, saranno adottati i seguenti accorgimenti, ricavati dalle Linee guida per la valutazione degli impatti ambientali degli impianti eolici della Regione Toscana:

• Recinzione della piazzola dei generatori posti in aree pascolate, per evitare che la presenza di deiezioni animali e degli insetti ad esse legati attragga rapaci (diurni e notturni), passeriformi e chirotteri;

• A seguito dei risultati derivanti dall’attività di monitoraggio durante la fase di esercizio, atti a individuare carcasse derivanti dall’impatto con l’impianto, si prevede un’eventuale riduzione dell’attività degli aerogeneratori in funzione della velocità del vento nel periodo di maggiore attività e di passaggio di avifauna e chirotterofauna;

• La connessione dell’aerogeneratore con la cabina di trasformazione sarà realizzata con cavidotti interrati posti in fregio alla sede stradale così da ridurre al minimo l’impatto;

• Durante la fase di costruzione dell’impianto è indispensabile individuare ogni soluzione tecnica per ridurre la dispersione di polveri anche in ambienti lontani da luoghi abitati, sia nel sito che nelle aree circostanti.

Inoltre, le scelte di progetto per la mitigazione degli impatti sulla fauna sono i seguenti:

• si adotteranno misure di visibilità in grado di annullare i rischi di collisione con i velivoli transitanti e quindi migliorando molto la visibilità anche per l’avifauna. In particolare, per la visibilità diurna le pale saranno colorate con bande trasversali dall’estremità verso la navicella;

• Durante il periodo di nidificazione, quindi da inizio aprile fino a metà luglio, occorre limitare al massimo il disturbo creato dalle attività di cantiere. Si propone quindi di stabilire, in sede esecutiva, un cronoprogramma dei lavori che interrompa o limiti al massimo le attività disturbanti.

Pag. 74 di 94 Per l’analisi dei potenziali impatti sui chirotteri, si precisa che le attività previste per la fase di costruzione dell’impianto eolico devono essere pianificate nel periodo dell'anno in cui i chirotteri non sono attivi. Anche le strade di accesso permanenti e gli edifici di servizio agli impianti realizzati devono essere considerati come potenziali fonti di disturbo e danno. La loro costruzione deve essere dunque realizzata nei tempi appropriati in modo da minimizzare il rumore, le vibrazioni, l'illuminazione e altri disturbi ai chirotteri.

Nel caso del progetto in questione, l’area di intervento si colloca esternamente alle formazioni forestali, inoltre, non si prevede alcun intervento di taglio o alterazione di habitat.

Se si considera inoltre che l’installazione riguarda un singolo aerogeneratore, localizzato in ambito agricolo, si può ipotizzare un impatto non rilevante sulla comunità faunistica considerata.

Dopo aver acquisito le conoscenze necessarie sullo stato di conservazione dei siti, sulle pressioni e sulle misure di conservazione, a seguito dello screening è possibile concludere che è improbabile che il progetto in esame possa produrre effetti significativi sui Siti Natura 2000 analizzati.

Il progetto non degrada, non frammenta gli habitat dei siti e la perturbazione rispetto alle varie specie risulta non significativa, quindi non si prospetta alcuna influenza sullo stato di conservazione delle stesse. L’installazione non genera alcuna alterazione negativa dei fattori necessari per il mantenimento a lungo termine degli habitat, dunque, non produce alcuna incidenza significativa su habitat e specie.

Il funzionamento degli aerogeneratori crea disturbo alle popolazioni di uccelli determinando un possibile decremento della densità di specie che frequentano l’area, proprio come l’attività di cantiere. Questo indicatore può essere ritenuto valido anche per una specie qual è quella del lupo, ipotizzando che la presenza delle turbine possa disturbare gli areali utilizzati per la predazione.