1. Introduzione
1.4. I recettori del VEGF
1.4.2. Il VEGFR-2
VEGFR-2 è un recettore a cui si legano proteine VEGF a più basso peso molecolare (da 110 a 165 residui amminoacidici). Il suo peso molecolare è di circa 210 kDa, esso è il mediatore
zione, proliferazione e sopravvivenza delle cellule endoteliali stimolata da VEGF-A, nonché dell’aumento della permeabilità vascolare. Non stante l’affinità fra VEGF e VEGFR
e VEGFR-1, VEGFR
sin chinasica in risposta al suo ligando. Struttura dominio chinasico VEGFR
struttura bilobata e il sito di legame dell’ATP si trova all’interfaccia tra i lobi N- e C- terminale
iti di fosforilazione VEGFR-1 e la trasduzione del segnale
VEGFR-2
2 è un recettore a cui si legano proteine VEGF a più basso peso molecolare (da 110 a 165 residui amminoacidici). Il suo peso molecolare è di circa 210 kDa, esso è il mediatore principale di migr zione, proliferazione e sopravvivenza delle cellule endoteliali stimolata
A, nonché dell’aumento della permeabilità vascolare. Non stante l’affinità fra VEGF e VEGFR-2 sia minore di quella fra VEGF 1, VEGFR-2 è dotato di una più solida attività protein tir sin chinasica in risposta al suo ligando. 44
Struttura dominio chinasico VEGFR-2: il dominio catalitico ha la tipica struttura bilobata e il sito di legame dell’ATP si trova all’interfaccia tra
terminale (vedi Figura 19).
trasduzione del segnale
2 è un recettore a cui si legano proteine VEGF a più basso peso molecolare (da 110 a 165 residui amminoacidici). Il suo peso principale di migra- zione, proliferazione e sopravvivenza delle cellule endoteliali stimolata
A, nonché dell’aumento della permeabilità vascolare. Nono- 2 sia minore di quella fra VEGF-A i una più solida attività protein tiro-
il dominio catalitico ha la tipica struttura bilobata e il sito di legame dell’ATP si trova all’interfaccia tra
Figura 19: La struttura del core catali
Il lobo N-terminale, di dimensioni più piccole, ha una struttura pr valentemente a foglietto β anti
terminale ha una struttura ad
segmento di attivazione. Hank e colleghi hanno individuato tre res dui amminoacidici cataliticamente importanti e ne hanno descritto il ruolo:
- Lys868: nella conformazione attiva della proteina
di ioni con i fosfati
la conformazione inattiva, mancante del legame con l’ATP, la Lys868 si lega al segmento di attivazione ed è lontana da Glu
- Asp1028: fa parte della sequenza altamente con
(His-Arg-Asp) e orienta il gruppo tirosinico stato cataliticamente competente;
- Asp1046: è il primo residuo della sequenza DFG, sequenza a
minoacidica posta all’inizio del segmento di attivazione. Questo residuo lega il Mg
In ogni lobo sono presenti segmenti polipeptidici in grado di assumere orientazioni dalle quali dipende lo stato attivo o inattivo dell’enzima. Nel lobo N-terminale, questo segmento è l’
ruotando e trasland
truttura del core catalitico della proteina chinasi VEGFR 2
terminale, di dimensioni più piccole, ha una struttura pr lentemente a foglietto β anti-parallelo. Il più grande lobo C
ha una struttura ad G-elica e contiene il loop catalitico e il segmento di attivazione. Hank e colleghi hanno individuato tre res dui amminoacidici cataliticamente importanti e ne hanno descritto il
: nella conformazione attiva della proteina di ioni con i fosfati G e β dell’ATP e con Glu885 dell’
la conformazione inattiva, mancante del legame con l’ATP, la si lega al segmento di attivazione ed è lontana da Glu
: fa parte della sequenza altamente con
Asp) e orienta il gruppo tirosinico del substrato in uno tato cataliticamente competente;
: è il primo residuo della sequenza DFG, sequenza a minoacidica posta all’inizio del segmento di attivazione. Questo residuo lega il Mg2+ e il fosfato G dell’ATP.
In ogni lobo sono presenti segmenti polipeptidici in grado di assumere orientazioni dalle quali dipende lo stato attivo o inattivo dell’enzima. terminale, questo segmento è l’G-elica C. Tale segmento ruotando e traslando forma o rompe parte del sito catalitico. Nello co della proteina chinasi VEGFR-
terminale, di dimensioni più piccole, ha una struttura pre- parallelo. Il più grande lobo C- elica e contiene il loop catalitico e il segmento di attivazione. Hank e colleghi hanno individuato tre resi- dui amminoacidici cataliticamente importanti e ne hanno descritto il
: nella conformazione attiva della proteina forma coppie dell’G-elica C. Nel- la conformazione inattiva, mancante del legame con l’ATP, la
si lega al segmento di attivazione ed è lontana da Glu885;
: fa parte della sequenza altamente conservata HRD del substrato in uno
: è il primo residuo della sequenza DFG, sequenza am- minoacidica posta all’inizio del segmento di attivazione. Questo
In ogni lobo sono presenti segmenti polipeptidici in grado di assumere orientazioni dalle quali dipende lo stato attivo o inattivo dell’enzima. elica C. Tale segmento o forma o rompe parte del sito catalitico. Nello
stato attivo, Glu885
terminale. 35
Il segmento di attivazione del lobo C
ca combinazione di amminoacidi che viene definita “motivo DFG”. Gli amminoacidi che ne fanno parte sono acido aspartico (D), fenilalanina (F) e glicina (G). Questa regione è altamente conservata in tutte le proteine chinasi e
sfato dall’ATP al substrato. È una parte di enzima altamente flessibile e determina le differenze che ci sono tra conformazione attiva e inatt va della proteina.
fosforilato e l’aspa
legame in modo da creare una tasca accessibile all’ATP. La conform zione inattiva si ha quando il segmento non è fosforilato ed è caratt rizzata dalla fenilalanina all’interno del sito di legame in mo bloccare l’accesso alla molecola di ATP
Figura 20: Il diagramma delle interazioni tra VEGFR
Trasduzione del segnale
merizzazione di quest’ultimo,
autofosforilazione del recettore e alla sua attivazione: una chinasi di un dimero catalizza la fosforilazione di residui tirosinici sul secondo, e il secondo catalizza la fosforilazione dei residui tirosinici sul primo.
885 dell’G-elica forma un ponte con Lys
Il segmento di attivazione del lobo C-terminale inizia con una specif ca combinazione di amminoacidi che viene definita “motivo DFG”. Gli amminoacidi che ne fanno parte sono acido aspartico (D), fenilalanina (F) e glicina (G). Questa regione è altamente conservata in tutte le proteine chinasi ed ha un ruolo cruciale nel trasferire un gruppo f sfato dall’ATP al substrato. È una parte di enzima altamente flessibile e determina le differenze che ci sono tra conformazione attiva e inatt
. 36 Nello stato attivo il segmento di attivazione viene
aspartato e la fenilalanina sono orientati verso il sito di legame in modo da creare una tasca accessibile all’ATP. La conform zione inattiva si ha quando il segmento non è fosforilato ed è caratt rizzata dalla fenilalanina all’interno del sito di legame in mo bloccare l’accesso alla molecola di ATP (vedi Figura 20
iagramma delle interazioni tra VEGFR-2 umano, ATP e substrato proteico
Trasduzione del segnale: il legame di VEGF a VEGFR
merizzazione di quest’ultimo, dimerizzazione che porta alla trans autofosforilazione del recettore e alla sua attivazione: una chinasi di un dimero catalizza la fosforilazione di residui tirosinici sul secondo, e il secondo catalizza la fosforilazione dei residui tirosinici sul primo.
elica forma un ponte con Lys868 del lobo N-
terminale inizia con una specifi- ca combinazione di amminoacidi che viene definita “motivo DFG”. Gli amminoacidi che ne fanno parte sono acido aspartico (D), fenilalanina (F) e glicina (G). Questa regione è altamente conservata in tutte le ferire un gruppo fo- sfato dall’ATP al substrato. È una parte di enzima altamente flessibile e determina le differenze che ci sono tra conformazione attiva e inatti-
ello stato attivo il segmento di attivazione viene fenilalanina sono orientati verso il sito di legame in modo da creare una tasca accessibile all’ATP. La conforma- zione inattiva si ha quando il segmento non è fosforilato ed è caratte- rizzata dalla fenilalanina all’interno del sito di legame in modo da
(vedi Figura 20). 45
2 umano, ATP e
il legame di VEGF a VEGFR-2 induce la di- dimerizzazione che porta alla trans- autofosforilazione del recettore e alla sua attivazione: una chinasi di un dimero catalizza la fosforilazione di residui tirosinici sul secondo, e il secondo catalizza la fosforilazione dei residui tirosinici sul primo. I
due maggiori siti di fosforilazione sono Tyr
l’autofosforilazione dei residui 1054 e 1059 all’interno del loop di att vazione di VEGFR
(vedi Figura 21). 46
Le vie metaboliche di trasduzione dall’attivazione della fosfolipasi
VEGFR-2 autofosforilato. La fosfolipasi
lo 2-P (PIP2) presente a livello della membrana plasmatica portando
alla formazione di diacilglicerolo (DAG) e inositolo 3P (IP la chinasi PI3(PI3
pravvivenza delle cellule endoteliali. DAG, invece,
vie metaboliche distinte: la prima attiva la proteina C (PKC) che fosf rila e attiva la via della MAPK
portando alla sintesi di DNA e alla proliferazione delle cellule endot liali, la seconda attiva
entrata di ioni Ca
nitrico sintetasi. Questa via è responsabile della fenestrazione capill re, quindi all’aumento di permeabilità vascolare.
Figura 21: I siti di fosforilazione VEGFR
due maggiori siti di fosforilazione sono Tyr1175
l’autofosforilazione dei residui 1054 e 1059 all’interno del loop di att vazione di VEGFR-2 conduce all’incremento dell’attività chinasica
46
Le vie metaboliche di trasduzione del segnale vengono innescate dall’attivazione della fosfolipasi-Cγ (PLCγ), che si lega al recettore
2 autofosforilato. La fosfolipasi-Cγ idrolizza poi il fosfoinosit ) presente a livello della membrana plasmatica portando alla formazione di diacilglicerolo (DAG) e inositolo 3P (IP
3K) che attiva la via metabolica Akt: IP
pravvivenza delle cellule endoteliali. DAG, invece, è coinvolto in due vie metaboliche distinte: la prima attiva la proteina C (PKC) che fosf rila e attiva la via della MAPK-proteina chinasi attivata da mitogeni, portando alla sintesi di DNA e alla proliferazione delle cellule endot liali, la seconda attiva i canali cationici non selettivi con conseguente entrata di ioni Ca2+ all’interno della cellula e attivazione della ossido
nitrico sintetasi. Questa via è responsabile della fenestrazione capill re, quindi all’aumento di permeabilità vascolare. 47
iti di fosforilazione VEGFR-2 e la trasduzione del segnale
1175 e Tyr1214;
l’autofosforilazione dei residui 1054 e 1059 all’interno del loop di atti- 2 conduce all’incremento dell’attività chinasica
del segnale vengono innescate Cγ (PLCγ), che si lega al recettore Cγ idrolizza poi il fosfoinosito- ) presente a livello della membrana plasmatica portando alla formazione di diacilglicerolo (DAG) e inositolo 3P (IP3). IP3 stimola
K) che attiva la via metabolica Akt: IP3 stimola la so-
è coinvolto in due vie metaboliche distinte: la prima attiva la proteina C (PKC) che fosfo-
proteina chinasi attivata da mitogeni, portando alla sintesi di DNA e alla proliferazione delle cellule endote-
i canali cationici non selettivi con conseguente all’interno della cellula e attivazione della ossido nitrico sintetasi. Questa via è responsabile della fenestrazione capilla-