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Un fisiologo di Oxford

3. La via del nitro

Il dissolvente universale nitro aereo di cui ha annunciato la scoperta nella Micrographia rappresenta, secondo Hooke, il vero «alkahest» della chimica spagirica. I «chimici» non sono riusciti nella loro ricerca perché hanno seguito strade sbagliate.389 La vera strada per scoprire la natura dei corpi e le sue proprietà consiste nella

384 Id.: 98. 385 Frank 1983: 335. 386 Birch 1756-7, II: 274. 387 Hooke 1705: 50. 388 Birch 1756-7, III: 55, 405, 407. 389 Hooke 1665:XIV.

«filosofia reale, meccanica e sperimentale». Presente già in Paracelso, l‟idea di un dissolvente universale dei corpi si era affermata con van Helmont, che aveva rifiutato la scomposizione delle sostanze attraverso il fuoco. Nella concezione parcelsiana la natura spirituale dei tria pria viene liberata dall‟involucro materiale dal fuoco.390 Secondo Helmont non si tratta di scomposizione di sostanze, bensì di una loro produzione affatto diversa.391 Il vero dissolvente universale, definito proprio da Helmont «alkahest», è capace di riportare i corpi composti alla loro natura originaria, quella dell‟acqua. Boyle, che aveva letto con molta attenzione le opere di Helmont, ripropone le sue critiche alla scomposizione spagirica, assegnando loro un nuovo significato propriamente corpuscolare. «Il fuoco è solo uno degli strumenti da adoperare nella scomposizione dei corpi». Di alcuni corpi, come l‟oro, «non è stato ancora dimostrato che si possano separare, per qualsiasi intensità di fuoco».392 Se la materia è costituita da corpuscoli di differenti forme e dimensioni, il risultato della scomposizione spagirica non sono i costituenti elementari dei corpi bensì un prodotto dell‟analisi.393 Il fuoco altera le strutture formate dalle particelle dei corpi, modificandone la composizione e restituendole deformate o addirittura in nuove configurazioni.394 Nel contesto decisamente corpuscolare della ridefinizione della chimica da parte di Boyle non c‟è spazio per il dissolvente universale di Helmont. Non se ne conoscono la natura o la composizione, né si dispone di prove o esperimenti da poter verificare.395

Il tentativo di dare alla nuova filosofia meccanica una fondazione sperimentale attraverso la chimica viene realizzato da Boyle «associando esperimenti chimici e nozioni filosofiche» di carattere corpuscolare.396 Il carattere fluido delle dottrine chimiche aveva permesso, a partire dalla fine del XVI secolo, la formazione di diversi tentativi di accordo con quelle nuove concezioni che intendevano risolvere la natura nei suoi costituenti minimi.397 Grazie

390 Pagel 1989: 73, 85. 391 Clericuzio 1993: 309.

392 Boyle 1772, I: 488, 480; tr. it. Boyle 1977: 552, 537. 393 Abbri 1984a: 70.

394 Boyle 1772, I: 508; tr. it. Boyle 1977: 588. 395 Id.: 498; tr. it. Boyle 1977: 571.

396 Boyle 1772, I: 378, 358-9; cfr. Abbri 1984b: 6, Clericuzio 2000:101-2.

a questi tentativi, numerosi e assai diversi, molti temi paracelsiani persero quella connotazione spirituale che li aveva contraddistinti per lungo tempo. La visione della materia e delle sue proprietà della tradizione chimica presenta aspetti che si dimostrano, in alcuni casi, complementari al meccanicismo diffuso tra i filosofi sperimentali baconiani. Le teorie dissolutive di combustione e respirazione sviluppate da Hooke e Mayow hanno la loro origine nella descrizione paracelsiana del nitro come sale della Terra, sviluppata da Michael Sendivogius nel Novum Lumen Chemicum.398 Sebbene non siano più ritenuti principi della natura zolfo, mercurio e sale mantengono la loro associazione con le proprietà che, nella tradizione spagirica,399 essi conferivano ai corpi: combustibilità, volatilità e solidità. Zolfo e mercurio, definiti da Bacone «nature primordiali» e «schematismi originari della natura», costituiscono nella sua cosmologia «le due grandi famiglie delle cose», sinonimi di «infiammabile e non infiammabile».400 Zolfo, sale, spirito (mercurio), acqua e terra, secondo una classificazione che si deve al paracelsiano Quercetanus, vengono presentati invece da Thomas Willis quali principi della materia, «enti semplicissimi e incomposti» nei quali si risolvono tutte le cose fisiche.401 Non si tratta di principi o elementi ma di corpuscoli dotati di proprietà chimiche. L‟azione del mercurio sullo zolfo avviene nei termini di particelle sottili e particolarmente mobili che attraversano la struttura corpuscolare dello zolfo, proprietà riconosciuta anche al salnitro.402 D‟altra parte anche Cartesio, che si era presentato in contrapposizione a quella tradizione, aveva ricondotto l‟interazione di zolfo e nitro, con il concorso della materia del primo elemento, alla diverse strutture delle particelle costituenti: «oblunghe e rigide» quelle del salnitro, a forma di «succhi pungenti» e «avvolte da rametti di materia oleosa» quelle dello zolfo.403 Nondimeno determinante per l‟elaborazione del nitro-aereo si dimostra l‟analisi che del salnitro realizza Boyle nel 1661. La distillazione del salnitro ne mostra le due componenti, volatile e fissa, caratterizzate da diversa velocità e quindi diversa

398 Guerlac 1954: 244; Guerlac 1977:249-51. 399 Pagel 1989: 85. 400 Bacon 1857-74, II: 82, 459. 401 Willis 1659: 4. 402 Id.: 6-8, 11. 403 Descartes 1994, II: 326.

reazione con le strutture presentate dallo zolfo.404 Solo ora diventa possibile per Hooke e Mayow concepire il salnitro di Sendivogius come dissolvente universale dei corpi solforosi, alkaest e sottile spirito volatile.

Quest‟ultima definizione evidenzia l‟importanza che lo spirito vitale di Helmont ha avuto per gli studiosi del nitro e delle sue proprietà. Nell‟Ortus medicinae il rifiuto della tradizionale tripartizione degli spiriti si era accompagnato alla loro unificazione in uno spirito vitale con i caratteri di sale volatile.405 Sinonimo di volatilità, sottigliezza e attività lo spirito viene associato, come abbiamo visto, al mercurio paracelsiano da Willis. Quando Hooke e Mayow si riferiscono al nitro aereo come a una spirito nitroso non intendono una sostanza immateriale, dotata di potere attivo e vitalità di origine divina.406 Bisogna ricordare che nella iatrochimica della prima metà del XVII secolo il termine spirito copre un‟ampia gamma di significati che vanno dal corporeo fino all‟incorporeo.407 Lo spirito nitroso non è una sostanza immateriale ma un corpo costituito da particelle nitrose volatili.408 La distinzione tra fisso e volatile non coincide per Hooke e Mayow alla distinzione tra materiale e immateriale. Sono considerati volatili quei sali che si dimostrano «omogenei» e dissolvibili in aria, fissi quelli «eterogenei» e non dissolvibili.409 Non tutti i corpi volatili lo sono allo stesso modo:

Il sig. Hooke disse che egli ritiene volatili i corpi mescolati facilmente all‟aria: più facilmente essi si mescolano molto più sono volatili. Egli elencò tre gradi di essi: mescolati con [aria] fredda, tiepida e molto calda.410

Il nitro comune «consiste di due tipi di sali uniti insieme in un

compositum: l‟uno un sale molto volatile e aereo, rarefatto e disperso

nell‟aria, l‟altro un sale fisso e alcalino mescolato alla terra».411 Il sale fisso, afferma Mayow, ha origine dalla terra, ma a contatto con l‟aria

404 Boyle 1772, I: 361-9.

405 Clericuzio 1994: 53; Debus 1977, II: 494. 406 Cfr. Schaffer 1987: 53, 63-4. 407 Emerton 1984: 179. 408 Hooke 1705: 169. 409 Hooke 1726: 88. 410 Birch 1756-7, IV: 194. 411 Id., III: 468.

libera una parte volatile.412 Allo stesso modo Hooke ritiene che esposti gli alcali all‟aria i sali volatili qui presenti vengano trasformati in nitro.413 L‟aggettivo volatile è sinonimo di aereo. Spirito di nitro, nitro volatile e nitro aereo indicano la stessa sostanza. Il dissolvente dei corpi solforosi di Hooke e Mayow è aeriforme ma non è un gas, perché l‟aria non è un gas ma solo «un medium di natura particellare»,414 nel quale si trovano particelle di consistenza e forma simili, volatili e aeree appunto.

Nelle dissoluzioni (combustione, respirazione e fermentazione) il nitro aereo e lo zolfo interagiscono sulla base di proprietà e caratteri specifici. Tra le diverse particelle dei cinque elementi Thomas Willis aveva affermato che esistono «congiunzioni e affinità». «Tra lo spirito e lo zolfo esiste una certa comunanza e similitudine di parti», rintracciata nella forma e nel moto dei corpuscoli.415 La trasformazione degli elementi chimici in affezioni meccaniche della materia pone la questione dello statuto delle proprietà chimiche dei corpi. Boyle offriva l‟esempio della soluzione del problema attraverso la risoluzione del mutamento chimico in quello fisico.416 La presenza o l‟assenza di questo o quell‟elemento materiale, considerato un corpo in quiete, non consente di spiegare «l‟origine delle qualità». Gli elementi dei chimici non dispongono di proprietà indipendenti dal loro moto e dalla loro configurazione strutturale. Derivano, come tutti i corpi, da un‟unica comune materia originaria, le cui differenze successive in elementi dotati di proprietà distinte, sono il frutto delle «diverse strutture risultanti dalla grossezza, dalla forma, dal movimento e dalle configurazioni delle loro piccole parti».417 Ogni corpo pertanto può essere trasmutato in un altro.

Secondo John Mayow il nitro aereo non ha semplicemente una struttura diversa dallo zolfo. È costituito certo di particelle, al pari dello zolfo, ma queste sono irriducibilmente diverse. La materia è formata da particelle o corpuscoli, le cui differenze sono solo di forma e dimensioni, di ordine quindi strettamente meccanico. Ma gli «elementi primari» della materia sono contraddistinti da forme, dimensioni, strutture e moti diversi tra loro. Il nitro aereo scioglie i

412 Mayow 1674: 6-7. 413 Birch 1756-7, II: 307. 414 Abbri 1980: 20. 415 Willis 1659: 13-4. 416 Abbri 1984a: 11.

legami dello zolfo grazie al carattere altamente corrosivo delle sue particelle sottili, dotate di «forza elastica» e mosse da un «moto velocissimo», ritenuto loro «innato».418 Le proprietà chimiche divengono proprietà fisiche distinte dei diversi atomi che compongono una materia originariamente differenziata.419

La chimica corpuscolare di Boyle e l‟atomismo chimico di Mayow non sembrano le strade percorse da Hooke. Il suo alkaest, non è il portatore dell‟elasticità dell‟aria, nella sua concezione della materia non trovano posto moti innati e trasmutazione della materia. Nondimeno i corpi mostrano proprietà che li distinguono radicalmente tra loro, operanti anche nei processi di dissoluzione e precipitazione. Già nel 1661, infatti, Hooke si era posto una domanda assai rilevante, che non pare trovare risposta nel meccanicismo tradizionale, atomistico o cartesiano:

La dissoluzione o mescolamento di diversi corpi, fluidi o solidi, con liquidi salini o altro, non possono in parte essere attribuiti a (questo) principio della congruità di questi corpi con i loro dissolventi? (…) La precipitazione non è in parte prodotta dallo stesso principio di incongruità?420

Dissoluzioni e precipitazioni avvengono tra sostanze che sono tra loro congrue o incongrue, dotate di proprietà specifiche relative. Il nitro aereo scioglie i legami dello zolfo perché i due corpi sono congrui. Come nella gravità, nella capillarità, in tutte le attrazioni e le repulsioni, anche nei nuovi fenomeni chimici è visto operare quel principio che negli anni successivi al 1661 diventerà il nucleo intorno al quale si costruisce la concezione della materia di Hooke.

418 Mayow 1674: 21, 13.

419 Frank 1983:444-5; Clericuzio 2000: 150-1. 420 Hooke 1661: 40; cfr. Hooke 1665: 27.