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di Vincenzo Barone George Gamow

L A M I A L I N E A D I U N I V E R S O UN'AUTOBIOGRAFIA INFORMALE

ed. orig. 1970, trad. dall'inglese di Laura Bussotti,

pp. 185, € 16, Dedalo, Bari 2008

S

e uno dei fisici teorici più inventivi ed eclettici del X X secolo, famoso non solo per i suoi lavori scientifici, ma anche per le sue doti di divul-gatore, per il suo senso dell'u-morismo e per una spiccata propensione alla burla, scrive un libro autobiografico, E piacere e E divertimento sono assicurati. Il fisico in questione è George Ga-mow (1904-1968), autore di im-portanti contributi in fìsica nu-cleare (disciplina di cui è stato tra i fondatori), in astrofisica e co-smologia (sua, tra l'altro, l'idea deEa radiazione cosmica di fondo) e in biologia (gE si deve

E primo modello del codice genetico basato su una corrispondenza fra triplette di basi e amminoacidi). La sua autobiografia postuma - che, anche se rimasta incompiuta, non delu-de le aspettative - è sta-ta ora tradotsta-ta da De-dalo con E titolo La mia

linea di universo (neEo

spaziotempo quadridimensionale una linea di universo è una suc-cessione di eventi). Non si tratta in realtà di un'autobiografia comple-ta e sistematica, ma piuttosto di ima coEezione di "frammenti di memoria", che coprono, con un certo dettaglio, la prima parte del-la vita di Gamow (queEa in Urss e in Europa, fino al 1933) e, solo parzialmente, gE anni americani.

Nato a Odessa nel 1904 da una famiglia di mEitari, magistrati e professori (suo padre aveva inse-gnato lingua e letteratura russa a un giovane sveglio e promettente, Lev Bronstein, che qualche anno dopo avrebbe assunto E cognome defia madre, Trockij), Gamow studia fisica a Leningrado, dove forma un terzetto affiatato con al-tri due giovanotti destinati a gran-di successi scientifici, Dmitri Iva-nenko e Lev Landau. Per qualche tempo insegna aE'accademia di artiglieria, esperienza che gE vale E grado di colonneEo deE'Armata rossa e, molti anni dopo, quando diventerà consulente mEitare a Los Alamos, qualche guaio con i servizi di sicurezza americani. Nel 1928 intraprende E suo grand tour presso i santuari deEa fisica euro-pea, Gottinga, Copenaghen, Cambridge. DeEo stesso anno è E risultato scientifico che lo rende subito famoso, la prima teoria quantistica di un fenomeno nu-cleare (la radioattività alfa). AE'i-nizio degli anni trenta, le Hmita-zioni sovietiche agli spostamenti internazionali degli scienziati di-ventano più strette e Gamow co-mincia a sentirsi intrappolato. Decide così, con giovanEe inco-scienza, di fuggire daEa Crimea attraversando in canoa, assieme aEa moglie, E Mar Nero (E reso-conto deE'impresa - ovviamente

faEita - è spassoso e occupa E quinto capitolo del libro). AEa fi-ne del 1932, con uno stratagem-ma, i due riescono a ottenere E vi-sto per E Belgio e abbandonano definitivamente l'Unione Sovieti-ca. Dal 1934 fino aEa morte, avve-nuta nel 1968, Gamow è negM Stati Uniti, dove si dedica soprat-tutto aE'astrofisica nucleare e aEa cosmologia (con qualche fortuna-to sconfinamenfortuna-to neEa biochimi-ca), ma trova anche E tempo per fare il consulente deEa Marina e per scrivere numerose opere di divulgazione.

Il libro, com'era da aspettarsi, è ricco di aneddoti divertenti: dal-l'esame di materialismo dialettico superato in maniera stentata, aEe feste di Gottinga, con l'indimen-ticabEe immagine dei fisici del gruppo di Max Born intenti a mordere mele in un secchio d'ac-qua, aEa frequentazione del ca-sinò di Urea (una zona di Rio de Janeiro), dove prende forma la teoria dei processi di emissione di

neutrini nelle stelle (battezzati appunto "processi U R C A " ) .

Manca sfortunatamen-te la versione in prima persona di una deEe storieEe più emblema-tiche deEo spirito bur-lonesco di Gamow, la vicenda del celebre la-voro suE'origine degli elementi chimici a fir-ma di Alpher, Bethe e Gamow, con il secondo dei tre -Hans Bethe, premio Nobel per la fisica nel 1967 - inserito a sua in-saputa solo per far sì che la terna di autori suonasse (neEa pronun-cia inglese) come "alfa, beta, gamma". Ma al di là degli aspetti

più faceti, troviamo espresse ap-pieno in questa autobiografia le doti divulgative e affabulatorie di Gamow: la sua capacità di Elu-strare in modo semplice e chiaro concetti ardui e controintuitivi, e di raccontare l'avventura deEa scienza (la genesi deEe scoperte, E confronto deEe teorie, gli erro-ri, i ripensamenti) in tono leggero ma non superficiale, con una scrittura fluida e coinvolgente. Si ripercorra, ad esempio, la storia della teoria dell'universo in espansione, daEe prime idee di Friedmann (capitolo 2), aEa con-troversia con i sostenitori deEa teoria stazionaria (capitolo 6), fi-no aE'ipotesi deEa radiazione fos-sile e aEa sua scoperta casuale nel 1965 (epEogo).

Gamow ha associato E suo no-me (o queEo dei posti che fre-quentava) ad almeno sei o sette ri-sultati scientifici di primaria im-portanza e a una ventina di libri popolarissimi. AEa fine deE'auto-biografia, così spiega E suo conti-nuo osciEare tra ricerca e divulga-zione: "Per andare avanti neEa ri-cerca scientifica c'è bisogno di un'ispirazione, di un'idea. E le idee buone ed entusiasmanti non arrivano tutti i giorni. Quando non ho nuove idee su cui lavora-re, scrivo un libro; quando arriva qualche idea fruttuosa per la ri-cerca scientifica, la scrittura rima-ne indietro". Il feEce esito deEe sue periodiche distrazioni dal la-voro scientifico è una serie di Ebri

(Uno due tre... infinito, Trent'anni che sconvolsero la fisica, Le avven-ture di Mr. Tompkins, per men-zionarne solo alcuni) che hanno avvicinato inteEigentemente aEa scienza molte generazioni di letto-ri e ancora oggi svolgono in ma-niera egregia tale compito. •

b a r o n e t t o . i n f n . i t

V. Barone insegna fisica teorica all'Università del Piemonte Orientale

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