1. M A GRIPPAE FILIA
1.2 Vipsania Giulia e Vipsania Agrippina: problemi di onomastica femminile.
Il percorso compiuto da Giulia e Agrippa in Oriente è testimoniato da una nutrita serie di dediche epigrafiche e di gruppi statuari, quest’ultimi molto spesso perduti ma ricostruibili grazie alle iscrizioni ad essi pertinenti.62 Tali monumenti in alcuni casi onorano sia la coppia imperiale sia la sua discendenza, gettando luce anche sulle modalità attraverso cui venivano associati i membri della domus
principis nelle rappresentazioni statuarie. La documentazione epigrafica attesta,
infatti, che i gruppi statuari cominciarono ad essere dedicati a membri della famiglia imperiale nelle province orientali a partire dalla seconda missione di Agrippa nell’area: è in questo momento che in una zona come quella orientale che aveva esperito governi di carattere dinastico e che si configurava come sensibile a questo tipo di propaganda si iniziano a diffondere gruppi statuari offerti a membri della domus principis, circostanza che conferisce alla missione di Agrippa in Oriente una duplice valenza, politica, volta a rafforzare il controllo di quelle aree da parte del nuovo regime, e dinastica, poiché inscrive il principato, attraverso la celebrazione della linea dinastica, nel solco della tradizione politica locale.63
delle Quinquatrie (feste in onore di Minerva) che si tenevano tra 19 e 24 marzo, a cui avrebbero dovuto prender parte anche i figli di Agrippa e che il princeps si recò immediatamente dal genero senza trovarlo in vita. REINHOLD 1933, p. 126, n. 15, RODDAZ
1984, p. 485 e HURLET 1997a, p. 78 collocano la morte tra 19 e 24 marzo senza tener conto
che Cassio Dione testimonia che ci si trovava in un momento precedente alla celebrazione delle feste.
62 Per un esaustivo catalogo delle testimonianze statuarie relative a Giulia e Agrippa cfr. ROSE
1997, cat. 70, 76, 82, 92, 95, 112, 122; per quelle epigrafiche cfr. HURLET 1997a, pp. 572-
600.
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Di recente E. Fantham ha messo in evidenza come da questa prospettiva la famiglia di Agrippa presentasse un ‘problem of etiquette’ dal momento che Giulia era la moglie del magistrato presente sul posto nonché la figlia del princeps e Gaio e Lucio si trovavano in Oriente con il padre naturale che, tuttavia, li aveva concessi in adozione al nonno e, dunque, facevano parte della famiglia presente sul posto ma non erano più giuridicamente figli di Agrippa.64 L’elemento di collegamento tra i membri della famiglia imperiale presenti in Oriente era individuato, dunque, nella figura di Giulia Maggiore, che assumeva il ruolo di fulcro delle strategie dinastiche del princeps, in quanto figlia, moglie e madre. In questa prospettiva tre documenti epigrafici meritano particolare attenzione.
Nei pressi del lato orientale del tempio di Apollo a Delfi è stata rinvenuta nel 1894 una base in calcare che ospita sulla fronte due dediche frammentarie, a destra a Lucio Cesare e a sinistra ad una Giulia.
A.1 τὸ κοινὸν τῶν Ἀµφι- κτυόνων Λεύκιον Ἰούλιον Καίσαρα Ἀπόλλωνι Πυθίωι. B.1 τὸ κοινὸ[ν τῶν Ἀµφικτυόνων] Ἰουλία[ν θυγατέρα Καίσαρος] Σε̣β̣α̣σ̣[τοῦ Μ. Ἀγρίππα γυναῖκα] [Ἀπόλλωνι Πυθίωι].65 64 Cfr. FANTHAM 2006, p. 93.
65 Vd. SIG 3 779, A, B = ILS 8897, HURLET 1997a, cat. 118; ROSE 1997, cat. 70.
L’integrazione della dedica a Lucio è stata resa possibile dal fatto che la parte di iscrizione oggi non più visibile (segnalata nel testo dal carattere sottolineato) viene integrata dalla registrazione fatta da Ciriaco d’Ancona che ha trascritto il testo. Vd. CIG 1712.
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Se l’identificazione del primo personaggio menzionato nell’iscrizione risulta sicura, diverso è il caso della Giulia menzionata nella seconda parte dell’epigrafe: il testo è, infatti, mutilo di quegli elementi che permetterebbero un riconoscimento sicuro. La critica moderna ha proposto di riconoscere Giulia Maggiore nel personaggio femminile onorato nel frammento B proprio in ragione del fatto che nella quarta riga dell’iscrizione si può leggere, seppur non distintamente, parte del termine Sebastós, da riferire, dunque, all’espressione ‘figlia di Cesare Augusto’. R. Flacelière ha proposto di identificare la Giulia menzionata dall’iscrizione con la figlia di Agrippa, proponendo una diversa integrazione: B τὸ κοινὸ[ν τῶν Ἀµφικτυόνων] Ἰουλία[ν Μ. Ἀγρίππα θυγατέρα] Σε̣β̣α̣σ̣[τοῦ υἱωνὴν] [Ἀπόλλωνι Πυθίωι].66
Il confronto con le altre dediche provenienti dalle aree orientali dell’impero e riferibili al medesimo momento cronologico consentono di rifiutare questa integrazione: negli altri contesti in cui vengono onorate per via epigrafica le figlie di Agrippa e Giulia Maggiore non viene indicato il rapporto di parentela con Augusto che viene, invece, esplicitato nella maggior parte delle iscrizioni in onore della figlia del princeps.67
66 FLACELIÈRE 1954, pp. 286-287, n. 256.
67 La formula Sebastou thugatera compare per Giulia Maggiore in ID 1592 (Delo); IThesp.
423 (Thespie); IG XII 5740 (Andros); IG XII 6, 1 (Samo); IG XII 8 (Thaso); IPriene 218 (Priene). Il legame parentale con Augusto non compare mai nelle iscrizioni in onore di Agrippina Maggiore, per cui cfr. infra. Nel caso dei due figli, Caio e Lucio, tale connessione dinastica è sempre esplicitata, attraverso l’indicazione della formula onomastica completa o con l’indicazione Sebastou uios. Per una raccolta delle iscrizioni in onore dei nipoti di Augusto nelle province orientali cfr. HURLET 1997a, pp. 587-594.
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Un’altra dedica ad Apollo Pizio promossa analogamente dalla Lega Anfizioniaca, anche se non proveniente dal medesimo contesto, è stata associata a questo monumento,:
[τὸ κ]οινὸν τῶ[ν Ἀ]µφικτυό[νων] Ἀγριππῖ̣ναν
[Μά]ρκου Ἀγρίππ̣α̣ vv θυγ[ατέρα] Ἀπόλλωνι Πυ̣[θίωι].68
Le tracce di anathyrosis presenti sul lato sinistro della lastra permettono di ipotizzare che esso facesse parte di un monumento che comprendeva più personaggi.69 Agrippina, a differenza del fratello Lucio che, adottato dal nonno, non viene identificato dal patronimico ma ricordato con la sua nomenclatura completa che lo associa direttamente al princeps, viene identificata come la figlia di M. Agrippa e messa in associazione con la gens Giulia soltanto attraverso la
fatto che l’iscrizione menzionante la donna non è posta in connessione con quella di un altro personaggio: se si fosse trattato di una dedica alla figlia, in quel frangente ancora molto piccola, l’iscrizione si sarebbe presentata, come nel monumento di Thespie, dove la neonata Agrippina è in stretta connessione col padre Agrippa, al di sopra o al di sotto di quella di un altro membro adulto della famiglia, in quanto la composizione statuaria doveva prevedere che la bambina fosse tenuta in braccio da un adulto. Tale interpretazione risulta poco convincente in quanto lo stesso Lucio Cesare, che presenta una dedica priva di legami visivi con quella di un altro personaggio adulto della domus principis, indicando, dunque, per il bambino la presenza di una rappresentazione statuaria indipendente, doveva in realtà essere più piccolo della sorella al momento della dedica, essendo nati Lucio nel 17 a.C. e Giulia tra 19 e 18 a.C. Al bambino più che alla sorella sarebbe stato necessario, dunque, associare un adulto.
68 SIG 779, D=CIG 1712; HANSON-JOHNSON 1946, p. 390, n. 4; FLACELIÈRE 1954, p. 287, n.
256; HURLET 1997a, cat. 118; ROSE 1997, cat. 70.
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probabile vicinanza nella composizione statuaria con la madre.70 Il monumento risulta di particolare interesse poiché mette in evidenza la volontà dinastica propria di Agrippa e della sua famiglia. Sintomatica di questa prospettiva è la presenza di Lucio, erede del princeps, e della nipote Agrippina che, seppur non direttamente connessa ad Augusto attraverso i suoi elementi onomastici, vede il suo legame con la gens Iulia messo in rilievo grazie alla presenza della dedica alla madre in cui veniva, probabilmente, esplicitato il gamonimico e, quindi, il rapporto diretto con Agrippa e con la figlia Agrippina.
Un altro monumento dinastico di cui resta testimonianza soltanto per via epigrafica, proveniente verosimilmente dall’agorà di Thespie, testimonia secondo quali modalità veniva recepito dalla popolazione locale il motivo dinastico connesso alla visita di Agrippa e Giulia in Oriente. Riutilizzati per la costruzione di un muro bizzantino, sono stati rinvenuti nel 1888 due blocchi iscritti riferibili ad una base semicircolare la cui collocazione originaria non è determinabile ma da riferirsi, poiché si tratta di una dedica alle Muse, al loro santuario.71 I personaggi menzionati dalla dedica sono sei, M. Agrippa, Agrippina Maggiore, Giulia Maggiore, L. Cesare, C. Cesare e Livia:
A.1 ὁ δῆµος Ἀγριππίναν Μάρκου Ἀγρίππα θυγατέρα. B.1 ὁ δῆµος Μᾶρκον Ἀγρίππαν Λευκίου υἱὸν Μούσαις. C.1 ὁ δῆµος Ἰουλίαν αὐτοκράτορος
70 Dittemberg in SIG 779 ipotizza che fosse presente anche un’iscrizione dedicata a Caio
Cesare che riprendeva il modello di quella del fratello: τὸ κοινὸν τῶν Ἀµφι|κτυόνων Γάϊον | Ἰούλιον Καίσαρα | Ἀπόλλωνι Πυθίωι.
71 Vd. BCH 1926, pp. 447-449, n. 88-89; AE 1928, 49-50; HURLET 1997a, cat. 117; ROSE
1997, cat. 82. La presenza di statue poste sopra questa base è testimoniata dalle tracce di due piedi e di fori rotondi al di sopra dell’iscrizione in onore di Giulia Maggiore. Cfr. HANSON-JOHSON 1946, p. 390, n. 3.
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