VIII, 101 Ch’in Capadocia da levante sera (cui Cappadocia da levante serra)
I, XIX, 40 E poi che gli ochi mei de suoi fur privi (E poi che gli occhi miei de’ suoi fun privi)
Damarato, padre di Tarquino Prisco, fu grecho da Corantho e, per pagura di Apselotirano, fugì da Choranto con la dona e con li figliuolli e vene ad habitare a Roma. E come la fortuna volse, Tarquino suo figliuollo, perché era prudentissimo, da Romani fu facto loro re dapoi la morte di Tulio Hostilio come dice Cicerone. Costui acrescete el numero de li senatori, et ampliò la cità, e fece guerra con Toschani, et fece molte cosse in ornamento de la cità le qualle in lo testo qui si lege.
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I, XX, 7 Sei mariti hebi che si può dir tre coppia
(Sei mariti hebi che si può dir tre coppia)
Peroché Traquino Superbo che fu lo septimo fu pessimo re e però perse la signoria.
I, XX, 10 Servio Tulio fu ’l sexto del qual farmi
(Servio Tullio fu il sesto, del qual farmi)
Servio Tullio fu figliuollo d’una schiava curiolana e alevato da
Tanaquildona di Tarquino Prischo secondo Lucio Florio. E morto Tarquino con el favore de Tanaquil fu facto re e fu molto acorto in arme e fece el primo censo in Roma et ampliò el circhuito de la cità. Sua figliuolla, che hebe nome Tulia, la qualle coniurò con Lucio Tarquino figliuollo di Tarquino Prischo per esser re e lei per esser reina, e fu morto in campo de Vico Scelerato dal dicto Lucio, e cusì si chiama ogi in luoco in monte Esquilino. E chiamassi poi Scelerato peroché Tulia, alditala morte del padre, per freza di esser reina montò in chareta e non si acorgendo in lo passare oltra per quella via ove erano molti corpi morti passò con la chareta per suso el corpo del padre.
I, XX, 31 L’una fu la dispiatata sua figluola
(L’un fa la dispietata sua figliola)
Tocha qui l’auctore la fabulla di Nisso e di Silla, onde è da sapere che Nisso fu re de Megari cità vicina ad Athene, et hebe una figliuolla chiamata Silla molto bella. Avenne che Minos, re de Crete, per discordia asediò Megari longo tempo. La figliuolla di Nisso, Silla, stava in una tore et ogni dì da una finestra vedeva le bataglie e facti d’arme che in campo si
facevano e per longa usanza et a l’habito cognosceva Minos et al
chavalchare et di lui si comenzò a inamorare sichè a la fine tradì el padre et la patria per lo suo ciecho amore. Questa è la storia poi si dà luoco a la fabulla, come lo padre la perseguitò e non potendo scompare inanzi a l’ira del padre li dii per misericordia la mutono in lodolla. Et anche Nisso hebe qualche dio per amico el qualle per giustizia lo mutò in smeriollo e però è
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tanto odio tra lo smeriollo e la lodola; non è da cerchare se la fu capelluda o campestra.
I, XX, 53 Sexto, il figliuolo giaque con Lucretia
(Sesto, il figliuolo, giacque con Lucrezia)
Lucrezia, figliuolla di Spurio Lucrezio Tricipitino e mogliere di Collatino Tarquino, stava a Colacia che era castelo del marito. El marito era col re a campo ad Ardea, una sera vene ragionamento tra ioveni romani nobilli che erano in campo de le beleze de le done e Colatino, perché gli altri lodavano le sue done, lodò anche lui la sua et tanto che ne fe’ venire voglia ad altri. Sesto Tarquino figliuollo del re, habiando udito lodare tanto Lucretia, al marito il qualle era suo consorte come che solo per questo fosse inamorato di quella, secretamente si partì de campo la nocte et andò a Colacia a casa di Collatino. La dona lo ricevete gratiosamente senza alcuna malitia come domesticho e parente, ma poi che si andò a dormire, lui si levò et andò al lecto di Lucretia, et disse ch’el era Collatino perché spesso el marito veniva a Collatia che era vicina al campo et, tra inganata e forzata, iaque con lei menazandolla vollerla amazare se ella cridasse. La matina Sexto Tarquino tornò al campo, et Lucretia secretamente mandò al campo per lo marito, per el padre, e per Bruto e venuti contò loro el facto como l’era passato e
fecessi a loro prometere che di questa iniuria ne farebono vendecta. Poi, per toglier la schusa a tute quelle che in simel caso chadesero, con un coltello che soto aveva si uccise. Lo padre e gli altri portarono subito el corpo a Roma et convocarono et amici et parenti et feceno coniuration con tuto el popullo cridando libertà e mora i tiranni. Il re sapendo questo volse andare a Roma e non vi fu lasciato intrare. Andosene a Prosona re di Toschani a Chiusi et con suo aiutorio vene a campo a Roma ma nulla potè fare. Ultimo andò a Cuma e lì vechio e povero morì.
I, XXI, 4 Poi l’altro Colatino a cui amaro
(poi, l’altro, Collatino, a cui amaro)
Colatino marito che fu di Lucretia posto che lui fosse il più offeso nel stupro de la dona non di meno perché l’era de la famiglia di Tarquini, si
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convenne partire da Roma et andare ad habitar altrove. Et in suo loco successe al consulato Valerio Publicolo homo modestissimo.
I, XXI, 10 E se la oppinion mia qui non erra
(E se l’opinione mia non erra)
Li figliuolli di Tarquin Superbo, vollendo sapere qual di loro dovea
succedere a la signoria dapoi la morte del padre, andorono al dio Apolo et menarono in lor compagnia Bruto. Venuti ad Apolo et domandatollo, rispose che colui che prima di lor basasse sua madre harebe la signoria.
Costoro non intesero le parolle di Apolo, ma Bruto le intese et presto,
fingendo di cadere, basciò la terra la qualle è madre di tuti. E cossì avenne che driedo la signoria d’il re Tarquino, fu quella de consulli, e lui fu el primo.
I, XXI, 19 Un poco apresso ordinai dictatore
(Un poco apresso ordinai dittatore)
Caciati fuora li re e lor figliuolli, alcuni ioveni romani tra i qualli forono do figliuolli di Bruto e un fratello, feceno un tractato di voller redur el re dentro, digando che le leze popullare sono sorde e senza speranza di grazia o di misericordia, et il contrario de le leze realle le qualle son benigne e mansuete. La coniuration fu scoperta e presi i coniurati. Bruto fece prima iusticia di suo figliuolli e del nepote e poi de gli altri come Livio dice.
I, XXI, 19 Un poco apresso ordinai dictatore
(Un poco apresso ordinai dittatore)
Spurio Trapeio fu il primo mareschalcho che si diceva «magister millitum».