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Comune di Salerno contro Cammilli

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(1)

I N N A N Z I I L COLLEGIO D EGL I A R BI T R I

M IE « SIUIII0 tutto (IMMILLI

(V!. ALLEGAZIONE)

L a responsabilità del Comune per il rilascio del cantiere alla piazza d ’armi.

I. Il Collegio degli A rbitri, nella interlocutoria

del 30 giugno 1908, ferm a V obbligo del Com une

di g aran tire all’im p re sa il godim ento, per cantiere,

delle due zone della piazza d’a rm i consegnate nel

17 dicem bre 1904, e dà ingresso (salva la valuta­

zione della c onsistenza e del m o n ta re del danno)

alla discussione sulle due dom ande di indennizzo,

p ro p o ste dall' Im p resa, « l’una in rig u a rd o al tra -

« sporto del cantiere da p ia zza d 'a rm i a S . Te- « re sa , e l ’ a ltra per il trasporto dei m a ssi dal « n u o to cantiere S . T eresa al m a re . »

Il dispositivo, in correlazione, im pone la « spe- « cifica com provante i danni che poterono deriva-U N IVER SITÀ DEGLI STderiva-UDI

SALERNO B IBLIO TEC A

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(2)

« r e .... dall’eseguito rilascio al Genio m ilita re

« delle due zone della p ia zz a d ’a r m i »; rilascio che — è detto innanzi, nel lodo m edesim o — a-

vrebbe avuto luogo nel 17 novembre 1906, in forza

della convenzione del m aggio 1 9 0 6 .

Sicché è chiaro che i danni attribuiti sieno

quelli dipendenti dal detto rilascio delle due zone

della piazza d ’arm i, e quindi posteriori al 17 no­

v e m b r e 1906.

II. Nel 17 gennaio 1907 — col rico rso alla G iunta C om unale— l’im p re sa ria ssu m e tutte le controversie so rte sino^a quella data con la Direzione dei la­

vori, e liquida in L. 8730 i danni sofferti per

« tra sp o rto cantiere », della quale so m m a chiede l ’attribuzione al N. 4 del capo III.

N otisi che già da g iorni in n a n zi, 9 gennaio -1907, si e ra ripresa la lavorazione a p ia zza d ’ a r ­

m i — siccom e risu lta dal libretto nu m . 5 pag. 1, ed accetta l’ Im p resa a pag. 26 della specifica — , ed e ra quindi c e s s a t a la ragione di danni futuri,

in dipendenza del rilascio delle zone all’ a u to rità m ilitare, di che è cenno nel lodo interlocutorio.

III. C orollario delle due proposizioni che pre­

cedono è questo: che il danno, per la causale a m ­ m essa dagli arb itri, h a inizio nel 17 novembre 1906

(3)

periodo l'attribuzione non può eccedere la richie­ s ta di L. 8730.

Certo, se la G iunta Com unale avesse accolt a

la richiesta del Cam m illi 17 gennaio 1907, ed avesse segnate in contabilità le L. 8730, ovvero p arte di

esse, che si fossero giu stifica te, ogni conto — per

indennizzi derivanti dal trasporto del cantiere — si sarebbe saldato.

IV. O ra (nel m erito della partita) s ta in fatto, che il cantiere a S. T e resa e ra di già im piantato dalla Im p resa, com e di obbligo, p e r le esigenze del­

l'appalto (articolo 2 1 capitolato generale) sin dal

17 gennaio 1906 (libretto 2.° pag. 1); sicché è pe­ rentoriam ente escluso che il m edesim o sia sorto in c onseguenza del rilascio della piazza d ’ arm i al­ l ’au to rità m ilitare, del novembre stesso anno e per

virtù della convenzione del maggio. - , k

Non è — in altri term ini — il nuovo

la c ons eguenza dannosa dell' inadempimento del Com une, ed esu la la resp o n sab ilità civile, secondo le n o rm e degli articoli 1224 e seguenti cod. civ.

V. Com unque, su p p o sta am m essibile la inda­ gine d i dettaglio, incom be agli A rbitri di val ut are s e e quali danni in concreto, ed alla stre g u a del

reale stato delle cose, abbia davvero patiti l’ Im­

p resa, per la causale su esp re ssa , e nei limiti delle

SISTEMA BIBLIOTECARIO DI ATENEO - SALERNO

(4)

lire 8730, e per i singoli elem enti indicati a pag . 8 delle A n a lisi (Alligato A della l . a m em o ria).

T utte le spese relative all’ im pianto del cantiere a S. T eresa, m u re tti la terali (lire 1440,00), fo s s o

da calce, baracche ecc. (lire 1500,00), debbono in­

dubbiam ente escludersi, se è un fatto in controver­

tibile che il cantiere pr ees is te va.

E poiché nel cantiere si co stru iv an o massi,

n o n destinati già a rim an e re ivi in giacenza, bensì

a d essere trasportati al mare, per la form azione

dei frangionde, è chiaro altresì che nem m eno sieno dovute le spese — esag erate per g iu n ta — del f o s- sone (lire 2 0 0), dell’ a rm a m en to del binario (lire 360 ""62,00 + 180), per la costruzione del p o n tile

(lire 3000) e sorveglianza e tasse per il m edesim o

(lire 418); le quali spese tutte sono accessorio in­

sep arab ile ovvero elem enti integranti del cantiere

preesistente.

Devono così, sen z’altro , falcidiarsi lire 7160. Non restan o che le p artite relative al tra sp o rto dalle casse fo r m e e delle rotaie e tra versin e e dei

m a c c h in a rii inservienti già p rim a alla lavorazione alla piazza d ’arm i; m a per il tra sp o rto m edesim o, p er la d istan za appena di due chilom etri, da un capo all’altro della città, può bene riten e rsi suffi­ ciente la sp e sa di L. 500.

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chiesta dì arb itrag g io 15 marzo 1907 l’ im p resa m antenne fe rma la m isu ra del danno in lire 8730.

VII. S oltanto nel 12 aprile 1907 venne fuori la richiesta di lire 1 2 0 0 0 « per le m aggiori spese

« occorrenti per il trasporto dei m assi dal cantiere

« di S. T e resa al m a re , a c a u sa dall’in terrim ento

« prodotto dalle m areggiate e dallo spostam ento

« dei m a ssi » (pag. 147, 1.° reg istro di contabilità). L ’Ingegnere direttore non m ancò di rilevare

la stra n ezza della richiesta m edesim a (pag. 149

citato reg istro ), notando che « p e r suo comodo »

l’im p resa (sin d al gennaio 1 9 0 6 ) avea im piantato il cantiere a S. T eresa, e che per giunta e ra in

colpa per non « aver provveduto ai mezzi oppor-

« tuni ad im pedire l’inconveniente verificatosi, che

« essa già conosceva, essendo notorio che il m are « in tem po di b u rra s c a v arca il suo lim ite ordi- « n ario , estendendosi più o m eno sulla zona dove « si tro v an o i m assi co stru iti ».

Im p a te t sib i!

E diceva benissim o.

In diritto sono risarcibili i danni che risultino

conseguenza diretta ed i mm ed i at a dall’ inadem pi­ m ento (art. 1229 cod. civ.); nella specie l’ inter r i­

m ento dei m assi il quale avrebbe determ in ata la m aggiore sp esa di tra sp o rto dal cantiere al m are —

(6)

Im presa, che potea e docea aste n ersi dal c o stru ir m a ssi là dove m a x im a s fla c ta s hib ern u s e x c u r r it.

E dire che om ise sinanche la co struzione di un m u retto di protezione!

V i l i . Ad ogni m odo, il C om une non p o treb ­

be e sser chiam ato responsabile che del danno ai

m a ssi co struiti dal 17 novem bre 1906 al 9 gen­

naio 1907 (dopo cioè e per effetto del rilascio della piazza d ’ arm i), i quali m assi sono appena 68 sugli 882, esistenti in cantiere a fine del 1906 (pag. 48 e 53 del 2° libretto). Sicché, am m ettendo in m era ipotesi il danno totale di lire 1 2,0 0 0, dovrebbe esso essere risentito dal Com une per sole lire 9 2 4 ,8 0 .

I X. Ma la m isu ra indicata di lire 1 2 , 0 0 0 ò u n a fis im a .

L ’Im p resa seg n a lire 90 al giorno per il p e r­ so n ale m arittim o , oltre lire 50 p er gli operai ad­ detti al sollevam ento di m assi; p artite ind u b b ia­ m ente esagerate. .

E d è certo, per giu n ta, che a ltern a m e n te, e nello stesso g io rn o , il p ersonale m arittim o, è servito a ll’im p re sa ed ò stato benissim o utilizzato anche p e r

il trasporto d e’ m a te ria li dall e c a v e d el la costiera di Amalfi e per la collocazione in opera dei m a ssi.

Sicché la sp esa in discorso per i m assi, p u r con criterii larg h issim i, non potrebbe v a lu ta rsi oltre le L. 60 giornaliere.

(7)

A ggiungasi che non è dim ostrato ( a d o r i

in cu m b it onus probandi) che i 412 m assi, cui ac­ cenna l’ Im presa, fossero egualm ente insabbiati — e deve per ferm o am m ettersi che lo sieno stati di m eno o a d d irittu ra per niente quelli, in m ag g io r n u m ero , più lontani dal lido — ; donde l’enorm ezza del criterio che l’ Im p resa abbia in com plesso im ­

piegato un lavoro quasi triplo di quello previsto,

nel senso che abbia collocati in opera tre m assi

al giorno invece di otto.

Dei quali rilievi tenendo calcolo, il danno to-#

taleed il Com une dovrebbe, se mai (si ripete)

risp o n d ern e in proporzione di soli m assi 6 8 —

non potrebbe eccedere le lire 1 0 0 0. X. Si perviene all’arb itram en to .

E l’ Im presa, in dipendenza del cosiddetto rila­ scio del cantiere a piazza d’arm i, non chiede oltre le due partite suindicate, l’una di lire 8730 e l’a ltra di lire 1 2,0 0 0.

Di queste due p artite si occupa il Collegio degli A rbitri nella sentenza del 30 giugno (« ...l'im ­

p re sa p resen ta due dom ande per indennizzo di

d a n n i... Non può rifiutarsi 1’ ingresso a questa

ista n z a ... ») ed alle m edesim e tassativam ente, e p er il fine di decidere della loro a ttrib u zio n e, e della loro m is u ra , recisam ente contrastate, si riferisce la

(8)

X I. Ma, nella ste ssa sentenza, si contiene il

rigetto perentorio del capo delle v a ria n ti, ed è e-

sclusa in m a ssim a ogni resp o n sab ilità del Com une

sino al 17 dicem bre 19 0 6 — i due elem enti f o n ­

d a m en ta li delle richieste sbalorditive della Im pre­ s a — ; donde l’o pportunità, che essa intuisce, d ’in­

v o care ausilio alla m odestissim a co n testazio n e__

su l rilascio del cantiere !

E , con evidente alterazione della dom anda, ed

a ltre dom ande form ulando, asso lu tam en te nuove

inammissibili in diritto e conlradette nel fatto dalle precedenti d ich ia ra zio n i, circa la m isu ra del danno patito per la dedotta causale — l’im p re sa tro v a m odo (pag. 23 e seguenti della « specifica dei

d a n n i ») di fo rm u lare sette singoli capi, in dipen­ denza del rilascio del ca n tiere, per il totale nien­ tem eno di lire 101,060 !

X II . M algrado la palese inam m essibilità, giova, p e r m eglio apprendere i sistem i della Im p resa, va­ g liare so m m ariam en te il contenuto dei nuovi cinque

capi di dom anda, aggiunti ai due, oggetto dell’a r-

bitram ento.

a) « Secondo trasporto dal cantiere S. T e resa « per rito rn o a piazza d ’arm i, lire 8730 ».

Ma se sono rim a sti in funziono tu tti e due i

cantieri, peraltro indispensabili anche per il lavoro

(9)

bj « M aggior trasporto dei m a teria li a S . T eresa L. 39,800 ».

L 'Im presa p re m e tte che per la costruzione dei m assi a S. T e re sa si sia serv ita dei m ateriali della

cava T o rrio n e all’ uopo d im a z za ti; co n sta ta che per il tra sp o rto dei m edesim i ha erogato L. 2, 50

a tonnellata, m en tre a piazza d ’arm i la sp esa non eccedeva lire 0 ,2 0; e chiede quindi il rim b o rso della differenza su 1 0 m ila m etri cubi di calcestruzzo — costituenti la p a rtita totale dei m assi a S. T eresa nel n u m ero di 882 — oltre il m aggióre tra sp o rto di calce : in u n a lire 39800.

T u tti e tre i term in i dello specioso sillogism o sono sbagliati.

I m assi a S. T e re sa si sono costruiti con i

m ateriali della Costiera Amalfitana, più vicina a

S. Teresa che a p ia zza d ’a rm i. Ciò risu lta inciden-

ter dagli ordini di servizio 24 dicem bre 1906

n.° 220* e 10 giugno 1907 n.° 349.

Nel prim o citato o rdine di servizio è tra sc ritto il verbale degli assisten ti B orrelli e F e rra n te 17

dicem bre 1 9 0 6 , i quali co n statan o « che due m assi

« artificiali in co struzione nella g io rn a ta al cantiere

« S. Teresa sono sta ti co struiti uno con breccia

« e st re mame nt e sporca della cava Florio (Torrione) « l’a ltra con breccia piuttosto m inuta dalle cavo

(10)

« della Costiera e che non risponde alle n o rm e « del capitolato ».

Coll’altro ordine di servizio poi 10 giugno 1907

« si rifiu ta il pietrisco de ll a Costiera sta m a n i tra - « sp o rtato e scaricato sulla sp iaggia a m ezzodì

« della conceria Abbagnano ».

Noti il Collegio: l’ Im p resa tra sp o rta v a m ate­

ria li dalla Costiera sinanche alla pi az z a d ’Armi,

accosto alla conceria Abbagnano e per la lavora­

zione in quel cantiere.

V asi a Sarno e nottole ad Atene !

Im a g in a rsi che il Cam m illi avea sul posto

- -come dice — la inesauribile cava F lo rio nonché le

potenti d im a z z a tic i, anim ate da energia elettrica,

sufficienti ed indispensabili (seguendo la su a ver­

sione) a fornire m ateriali p u r nel lo ntano cantiere di S . T eresa !

Q ual’ è dunque la verità?

L a verità è q u esta — ed 6 attestata* altresì

d ai g iudi zi i che i venditori delle cave della Co­

stiera hanno dovuto sostenere contro Cammilli per e s s e r e p a g a t i— : che la cav a F lorio fornisce g rossi

blocchi di p ie tra e che l ' Imp; esa se n ’ è se rv ita in lim iti m odestissim i per la form azione del calce- stru zzo .

P otevano, infatti, i g ro ssi blocchi d im a z za r zi ed ottenersi così il m ateriale adatto a fo rm are il

(11)

calcestruzzo; m a, per un verso, tale m ateriale non sareb b e stato sufficiente alla lavorazione dei m a ssi, per 1’ altro , dovea s e m b ra re e sem brò oltrem odo più conveniente di utilizzare i blocchi m edesim i per la scogliera n a tu ra le a pie’ del m uro di riv a e per m u ra tu ra .

Solo nel p rim o periodo dell’ appalto quindi l ’im p re s a d im a zzò e vagliò tali m ateriali; m a in

p rosieguo, anche per i lavori di piazza d ’armi,

acquistò ed usò materiali de ll a Costiera Amalfi­ tana, tentando talvolta di utilizzare i detriti di in­ fimo ordine della cava Florio, assolutam ente ina­

datti e quindi scartati, siccom e occorse nel tra ­

scritto verbale del 17 dicem bre 1906. A bbiam o esibiti :

A tto di citazione e com parse relative al giu­

dizio p ro m o sso da E rn e sto De Afarsico, avente

p er oggetto la esecuzione della vendita fatta al Cam ­

m ini nel ma rz o 1908 di ventimila m etri cubi di

pietrisco della cava su lla s tra d a Vietri-Railo a cen­ tesimi 20 il m . c ., sufficienti per duemila m assi.

Il Cam m illi non contestò in m assim a il con­

tra tto , indice del bisogno (m algrado la disponibi­

lità della cav a Florio) di fo rn irsi di tutto il m a­ teriale pei* i m assi in quelle località; eccepì sol­

tan to che di seguito ai saggi non fosse risultato

(12)

Sen ten za del Tribunale Civile di S a lern o 14-21 m aggio 1907. Con la m edesim a il Cam m illi è con­ dannato in favore di Carlo C loffi al pagam ento del

prezzo del brecciam e estratto dal fondo Casalino

in Vietri sul Mare, in dipendenza del co n tratto 12 novembre 1906; m ateriale evidentem ente destinato

alla lavorazione nel vicinissimo cantiere di S. Te­

re sa , in previsione appunto del rilascio del cantiere a piazza d ’arm i, che ebbe luogo nel 17 stesso me se.

In conclusione: le p revisio n i dell’ Im p resa circa la cava Florio fallirono, per la c o n sta ta ta m aggiore

convenienza (a p arte l’ insufficienza della cava m e­ desim a) di e s tra rre il m ateriale per i m assi a p rezzo a d d irittu ra irris o r io , da altre cave p arim enti vicine, ove il m ateriale m edesim o si rinviene in m inuti

detriti, per il clivaggio scistoso della roccia, o

ghiaio so , cosi risp arm ia n d o si la d im a zza tu ra . E la m agnifica m acchina, a n im ata da energia •elettrica, rim ase e dovea rim an e re in cantiere sic- -come u n __ o rn a m en to !

. E lim inata la pr eme ss a, cade tutto il sillogism o, in cui s ’im pernia la richiesta delle lire 39,800.

Ma — supposto il tra sp o rto dei m ateriali dalla piazza d ’arm i a S. T e resa — è senza dubbio ecces­ siva la sp esa di lire 2,50 a to n n ellata, la quale può bene rid u rsi a L. 1,40, in eccedenza della sp e sa p e r lo impiego alla piazza d’arm i.

(13)

E deve- parim en ti rid u rsi il quantitativo dei m assi, la cui ipotetica m ag g io re sp esa p o ssa per av v en tu ra ad d eb itarsi al Com une. R ipetiam o che il Com une, g iu sta la sen ten za degli A rbitri, non ò tenuto che alla riv a lsa del danno, derivato dal ri­

lascio del cantiere a piazza d’arm i, e quindi dal 17 novembre 1906 in poi sino al ripristino della lavo­

razione in piazza d ’arm i, 9 gennaio 1907, durante

il quale term ine i m assi co stru iti sono appena 6 8. Ma, a volere addebitare al Com une la m ag­ giore sp esa dei m edesim i, e sia pure sulle basi delle chieste lire 39.800, non si potrebbero eccedere

le lire 3160.

La ipotesi però non può addirittura prospettar­

si, dovendo la p artita d ich iararsi inam m essibile ed in ogni caso rig etta rsi nella totalità.

c) « In u tilizza zio n e m acchinario spezzapietre lire 1 3 ,5 0 0 ».

L 'Im p resa o sserv a che per gli 8 8 . 2 m assi a

S - T eresa non ha potuto u tilizza re il m acchinario

spezzapietre, donde il danno. Non ci si raccapezza!

L 'Im p resa, poco innanzi, h a sostenuto di avere

im piegato a S. T e resa i m ateriali della cava T o r­

r io n e , chiedendo, appunto perciò, la m aggiore sp esa di tra sp o rto . E quindi il m acchinario spez­

(14)

Or com e si spiega la nuova richiesta, a sso lu ­ tam en te contra d itto ria , delle lire 13500, che su p ­

pone invece la inutili esazione del m acchinario m e­

desim o?

L ’enigm a si spiega facilm ente, ricordando la

già en unciata verità delle cose: i m ateriali della

lavorazione a S. T e resa sono quelli della C ostiera

d 'A m a lfi, non reputando conveniente l’im p re sa di av v alersi di quelli del T o rrio n e (nemmeno p e r la l avor azi one a pi az z a d ’ armi), ed essendo essi,

per giu n ta,

insufficienti.-Quindi nulla è dovuto per il tra sp o rto , e n u lla è dovuto per la in u tilizzazione del m acchinario, al

quale, del resto , ed ai m ezzi d'opera in genere il

C om une ò perfettam ente estraneo.

Nò occorre in tratten ersi su ll’a ltra constatazione, che la p artita di lire 13500 s ta in correlazione di

tutti gli 882 m assi co struiti a S. T e resa, p u r dal

gennaio al 17 novem bre 1 9 06.

d) « E n e rg ia elettrica lire 1500,00 ».

Tale richiesta è m otivata in vista della so ­ spensione della lavorazione dei m a ssi al cantiere di piazza d’ A rm i « d al 7 m a rzo 1 9 0 6 cd 9 gen­

naio 1907 ».

P e r le ragioni accennate a proposito delle p artite precedenti, non riu sciam o ad arm o n izzare il concetto della sospensione della energia elettrica,

(15)

an im atrice del m acchinario spezzapietre, coll’a ltra della fo rn itu ra dei m ateriali della cava T o rrio n e 1 er la lavorazione a S. T eresa.

E per le ragioni m edesim e non dubitiam o che anche q u esta nuova p a rtita m eriti il perentorio ed illim itato rigetto.

Ma, nel dettaglio, la richiesta in esam e ap p are vieppiù s tra n a .

A nzitutto, non s ’ intende il dies a quo della so spensione, 7 m arzo 1906, che non coincide nò colla d ata del rilascio delle zone a piazza d’arm i, 17 novem bre 1906, e neppure con quella della con­ venzione, in terv en u ta coll’ a u to rità m ilitare nel 26 m aggio 1906.

Non contestiam o già Che in effetti dal 7 m arzo in poi n essu n m a sso fu costruito alla piazza d a rm i; m a a tale sospensione dei lavori è com ple­ tam ente estran eo il Com une, spiegandosi e ssa col seguente rilievo in punto di fatto: che nel 7 m arzo

1906 alla P iazza d’A rm i eran o giacenti ben 981

m assi, sufficienti a covrire non pure le due zone

originarie, cui si è limitalo l ’obbligo di garentia del Comune, m a eziandio le altre in continuazione a- busivam ente occupate dalla Im p resa.

E nel m aggio 1906 sbianche questi abusi fu­ rono san ati, concedendosi all’ Im p resa altri suoli, sotto la condizione che lasciasse libera la piazza

(16)

-d’ a rm i per lo m eno per 1’ esercizio delle reclute nell’ottobre di quell’anno.

e) « M aggiore spesa d i assistenza p e r divi­ sione di cantiere p e r due a n n i L . 1 6 8 0 0 . »

Il rilascio del cantiere al T o rrio n e ebbe luogo nel 17 novem bre 1906, il rito rn o (sic!) al T o rrio n e d ata ai prim i di gennaio 1907 — ed in corrispon­

d en za l’im p resa seg n a la nuova p a rtita di L. 8730— ; nonpertando la m aggiore spesa di a ssiste n z a per

divisione (sic) del cantiere è com p u tata p e r __ due

a n n i, pìuttostochè per un m ese e venti giorni ! Ma — com e si è ripetutam ente detto — i due

cantieri coesistono sin da gennaio 1906, e furono

d a lla Im p resa ritenuti indispensabili o opportuni, e sono serviti sem pre e servono tu tto ra , contem ­

p o ra n ea m en te, ai bisogni dell’appalto e per il n o r­

m ale svolgim ento dei lavori nei tronchi estrem i. T utto a tte sta in conclusione che è vano il conato di in g ro ssa re , quintuplicandola, la p a rtita del danno orig in a ria m en te chiesto per tra sp o rto

del cantiere, in lire 8730 e successivam ente, ed in­

nanzi gli A rbitri, con la sc rittu ra di co m p ro m esso , in lire 20730,00.

Ed il solo buon senso invita a ritenere che se p e r u n sol centesim o fosse stato leso davvero il

Cam m illi per le cinque nuove c aus al i dedotte nei

cinque nuovi capi di domanda, non avrebbe egli

di certo om esso di tra rn e vantaggio nelle sue p ro ­ teste e nelle due richieste di arb itra m e n to , la se­ co n d a delle quali è, ripetiam o, del 15 ma rz o 1907.

In q u esta ridda di m ilioni im ag in arsi se il C am ­ milli p o ssa e sse r proprio tacciato di peccati d i— om essione !

(17)

Circa Io s postamento dei lavori per il ritardo dal 17 dicembre 1906 al 18 novembre 1907.

Noi sup p o n iam o (in sem plice su b o rd in atissi­ m a ipotesi) che il Collegio degli A rbitri escluda — ciò che p a re im possibile — l’adem pim ento del Co­

m une per la consegna del tronco orientale, nel 17

d ic e m b r e 1906.

E quindi vi sareb b e l’ inadem pim ento del Co­ m une m edesim o sino all'aprile 1907 per il tronco orientale, p ro tra tto sino al 18 novem bre dello stesso anno per il tronco occidentale; e dovrebbe in tal caso risp o n d ere il C om une se ed in quanto l’ ina­ dem pim ento m edesim o abbia per avventura, nel detto periodo di tem po, influito sul m inore sviluppo dei lavori in confronto del m assim o potenziale di­ m o strato nell’an n o successivo, dopo cioè la con­ segna integrale ed inconvertibile così dei lavori com e delle zone, ecc.

Or noi a ssu m ia m o di d im o strare , e dim ostre­ rem o in m odo assio m atico , che se differenza di sviluppo di lavori vi è, fatti in m eno nel 1907 a confronto del 1908, per circa 100 m ila lire, essa si spiega perfettam ente in correlazione della stessa

colpa d e l l ’ Impresa, e non sia già conseguenza i mmed ia ta e diretta d e l l ’ inadempimento del Co­ mune.

E ’ fuori dubbio che se l’ Im p resa nei prim i

due an n i avesse fatto tutto quanto poteva e doveva

fare; è fuori dubbio che se nei prim i due anni si

fossero com piuti i lavori previsti per il norm ale

svolgim ento dei lavori; l’im p re sa dal 17 dicem bre

(18)

ai tronchi estrem i (gli unici cui avrebbe dovuto at­ tendere) sarebbe rim a sta asso lu tam en te im p ero sa,

e per colpa del Com une.

Ma se invece risu ltasse — e risu lta in m odo s i­ cu ro — che per lo stato vero e r eal e dell’appalto, insufficientem ente svolto p e r colpa della Im p re s a , m oltissim i lavori, previsti per il prim o biennio, si s arebbero potuti e dovuti eseguire ancora nel 1907,

p u r in eccedenza della potenzialità dell’Im presa, la

quale fu negligente ad eseguirli; a quale p ereg rin a teorica, a quale elem ento di fatto potrebbe m ai affidarsi la tesi delia responsabilità del Comune?

Non si perda di v ista il principio cardinale in te m a di civile risarcim en to . Non b a sta già la p ro v a dell’ inadem pim ento: è m estieri che consti il ra p ­ porto di c aus al ità tra l’inadem pim ento ed il danno, ovvero, per d irla col linguaggio del legislatore,

che il danno risu lti « conseguenza i mm ed i at a e

diretta dell’inadem pim ento dell’obbligazione » a rt. 1229 cod. civ.

E noi proviam o p recisam ente il c o n trario , che il danno de riva cioè d a l l ’ inadempimento proprio d e l l l m p r e s a a fare quanto poteva e d o v e v a pur NEL 1907, per lo svolgimento d e l l ’appalto, e per lo stato EFFETTIVO in cui i lavori si r at tr ovavano nel 17 di ce mbr e 1906.

(19)

discutere dell’ andam ento dei lavori sin d al l ’inizio

della esecuzione del co n tratto .

L ’Im p resa Camilli nei prim i due anni dell’ap­

palto avrebbe dovuto e potuto eseguire, a base di

progetto, i prim i cinque f r a n g i onde, un tratto cor­

rispondente del m u ro di riv a per la lunghezza di

circa 500 m etri, i r in te r r i corrispondenti e la

p ro vvista dei m a ssi artificiali per i moli 6 .° e 7.°, da co stru irsi, in concorrenza dei lavori p er i tron­

chi e stre m i, negli altri due anni dell’appalto.

In a rm o n ia della quale razionale divisione dei lavori, fu stabilito nel co n tratto il term ine di due

anni per la co nsegna dei tronchi estrem i.

A base del progetto m edesim o, il costo uni­ tario dei m oli è di lire 719,20 a in. 1.; e, per i

p r im i cinque m o li, di com plessiva lunghezza m e­

tri 474,00, la sp esa p reav v isata è

d i ...L. 340.900,80 Il costo u n itario del m u ro di

riv a in fondazione ed elevazione risu lta giu sta il progetto, lire 270 circa a m . 1. e per ni. 500,00, sotto la protezione dei prim i cin­ que frangionde, il costo preavvi­

sato è d i ...» 135.000,00

f biblioteca',

; 0 * MAGISTERO 6 LETTERE /

(20)

20

R iporto L

Pei riem pim enti con m aterie di prestito in detto tra tto di m u ro , la previsione m edia è di m .c. 90,00 a m . 1., è per m . c. 45000 di rilevato in com plesso, il costo è di lire 1 , 2 0 è d i ... »

N. B. — La lunghezza m e­ dia del rin te rro è di m . 30,00, l ’altezza v aria da zero sulla*.spiag­ g ia ad un m assim o di m . 6 , 0 0 e

quindi m ediam ente m . 3,00; onde l ’ are a di rin te rro risu lta di m .c. 90,00, com e so p ra.

La provvista dei m assi pel VI e VII m olo valutasi, sem p re a base di progetto, in m .c. 25,20 a m . 1., e per m . 1. 227,00 di fran - gionde in com plesso m. 3 5720,00, il cui costo valu tasi in p rovvista ai 3? 4 del prezzo n u m . 9 di e- lenco, riserv an d o si l’altro q u arto com e compenso per la collocazione

in opera, in p recisa risp o n d en za

della n o rm a contabile. 5720,40 X 3?4 X 19,00 = . . . L Totale am m o n tare . L . 475,900,80 54.000,00 81.515,70 611.416,50

(21)

La m edia m ensile in detto prim o biennio a- vrebbe dovuto risu lta re adunque di

6 1 1 . , 4 1 6 , 5 0 _l 25.475,70 24

Nel secondo biennio poi, con la consegna dei tipi per i tronchi ferroviarii, si sarebbe dovuto, eseguire circa un m ilione di lavori, fino ad esau- yire il prezzo di appalto. E tale intensività di la­ vorazione era ben possibile ed -obbligatoriam ente contrattuale di rag g iu n g ere, dacché i m anufatti, opere m urali e m ovim enti di m aterie, si sareb b ero

domiti svolgere, siccom e ora si svolgono, su can­

tieri perfettam ente indipendenti e cioè nei tronchi a

levante, nel centro ed a ponente; oltre sem pre la continuazione dei lavori in m a re .

Invece, l’im porto dei lavori

contabilizzati fino a tutto il 31 ot­

tobre 1906 (pag. 96, R eg. I) ò di L. 352.934,71

Nel periodo dal 31 ottobre al 23 febbraio 1907 (pag. 142, Reg. I) l ' avanzam ento dei lavori fu di altre lire 40347,75; e quindi lo avanzam ento medio g iornaliero è di lire 350,85.

P e r giorni 47 fino al 17 di­ cem bre 1906 l’avanzam ento com ­

plessivo risu lta perciò di . » 16.489,95

(22)

A m m o n ta re dei lavori e se ­ guiti effettivamente nel p rim o

biennio dello appalto . . . . « 369.424,66

La m edia m ensile effettiva

risu lta adunque

3 6 9 .424,66 = L 1 5 392j69 I

(vi:

E tale valore sta in correlazione delle seguenti, categorie di lavori, fino alla concorrenza di lire 369.424,66:

a) P e r m assi in provvista al C antiere S. T eresa (Libretto 2, pag. 53) nel num . di 882 (la cui collocazione in opera ebbe luogo nell’anno 1907), della c u b atu ra sin ­ gola da m3 10,63 a m. 3 15,81, e cioè m ediam ente di m .s 1 2,0 0, poiché i m assi piccoli sono quelli

prevalenti. Sono

m3 1 2 x 8 8 2 = m3 10.584, d a valu tarsi ai 3^4

x

19,00, e q u in ­ di il loro im porto contabilizzato

risu lta d i ... L. 150,822,00 b) P er m assi di precinzione

ai moli, g iu sta le previsioni del del progetto, m3 25,20 a m . 1. di

(23)

R iporto L. 150,822,00 molo e per m . 258 (1.°, 2.° e 3.°

frangionde) rrf 6501,60 a L. 19,00 « 123.530,40

c) Spese occorse per il nucleo

interno dei m oli e pel sovraccarico

del 1.° frangionde e p arte del 2.° « 95.072,26

R ito rn an o . . . L. 369.424,66

Or si esam ini quale lavoro poteva sviluppare la Im p resa nel periodo d a l 17 dicem bre 1906 cd 18

novem bre 1 9 0 7 , p u r sup p o sto che la consegna del

tronco orientale non sia s ta ta perfetta che nello aprile, e guardando allo a va nz ame nt o effettivo dei lavori nella citata da ta del 17 dicembre 1906.

R isulterà agevolm ente che lo inadem pim ento

ipotetico deH’A m m inistrazione non determinò alcun

danno, non potendo e s sa d ich iararsi responsabile dello scarso avanzam ento dei lavori negli anni pre­

cedenti, e dovendo, p er contro, afferm arsi l’obbligo

della Im presa, di atten u a re le conseguenze del pro­ prio inadem pim ento.

L ’Im p resa avrebbe potuto e dovuto eseguire i

seguenti lavori:

Moli frangionde, secondo il progetto di va­ riante.

(24)

4 0 X 6 ,0 0 X 1 , 8 0

b) Idem . — III. F ran g io n d e

9 4 X 6 ,0 0 X 1 , 8 0 = c) IV. F ran g io n d e 9 4 ,0 0 X 2 8 X 1 ,8 0 = d) V. F ran g io n d e 1 2 2 X 2 0 X 2 , 0 0 = 1 2 2 X 8 X 1 , 8 0 =

Lo im porto di detti m a ssi a r ­ tificiali al prezzo di lire 19,00 6 di L,

Si riduce il costo di n.° 882 m a ssi in p rovvista al cantiere S. T e resa, il cui valor fu com pu- p u tato a 3 ; 4 x 19,00 nell’ anno

precedente per «

Differenza . . L.

P ro v v ista di m assi artificiali al cantiere T o rrio n e per i fra n ­ gionde VI e VII: VI. Molo. 1 2 1X 2 0 x 2 ,0 0 = m3 4840,00 1 2 1 X 8 X l8 0 = m3 1742,40 VII. Molo 106 X 28 X 1,80 = m.s 5342,40 In uno . . m3 11924,80 = m3 432,00 m3 1015,20 m3 4737,60 m3 4880,00 m3 1756,80 12821,60 243.610,40 150,822,00 92.788,40

(25)

R iporto L. 92.788,40 Si valutano in provvista al

prezzo 3/4 X e ne risu lta lo im ­

porto contabile d i ... L. 169.928,40 Im porto delle opere pel m u ro

di riva, tronco centrale.

Si seg n a la so m m a com pu­ ta ta , a base di progetto p er m . 300 di m u ro , quali effettivam ente sonosi eseguiti nell’ an n o succes­

sivo da maggio a novembre 1908.

(C fr.— Reg. III — Fogli 114, 151, 152, 155 a 157, 161, 190, 195, 198; Reg. IV — fogli 2 a 5, 19 e '2 0 , 41 a 50, 52 a 58, 102 a 120, 131 a 134, 150 a 161, 177 a 181, 204 a 209, 211 a 214, 221. La p ro g ressiv a a ponente del cassero XVII , notato al foglio 206 Reg. IV è di m . 698,23, quella alla sez. 17, origine a ponente del tronco orientale è di m . 1 0 0 0,0 0, la differenza risu lta m . 301,67, p ari alla lunghezza di m u ro ese­ g u ita nel tronco centrale d u ran te

il 1908). __ _____ _

(26)

R iporto L. 262.716,80 Si prescinde dalle m aggiori

spessezze asseg n ate al m u ro . . (1) L. 5 6 . 2 4 2 , 7 3

Im porto dei rin te rri in co rri­

spondenza di detto tra tto di m u­

ro: in3 90 di m aterie a m . 1.,

epperò in com plesso m3 27000 di

di m aterie a lire 1,20 L. 3 2 . 4 0 0 , 0 0

Im porto dei lavori e rin te rri nel tronco a levante, quale di fatti

si è raggiunto nel citato periodo L. 76.526,21

C om plessivam ente L. 427.885,74

(1) Le opere eseguite come sopra,, ma valutate alla base d elle previsioni del progetto appaltato, cioè senza tener calcolo di m ag­ giori dim ensioni e strutture murali più costose, importano come d all’unito computo:

a) Muro di riva nel tratto tra la sezione 17

e la prog. 14 + m. 80 ... 3 3 .5 7 2 ,8 9 Id. nel tratto tra la sezione 14 e 14 -j- in. 80 1 7.343,64 b) Prolungamento della fogna Macello . . 2.2 4 0 ,4 8

Totale delle opere murarie . . . 5 3,157,01 c) I m ovim enti di materie sono stati com in­

ciati a fine settembre 1908 ed il rilevato misura in cifra tonda m. c. 3000 il cui costo, fatta la d e­

duzione di 1;7 per costipam enti, è di . . . L. 3.0 8 5 ,7 2

Totale ammontare

(27)

La m edia m ensile avrebbe dovuto essere a- dunque

427.885,74 = 3 3 3 9 3 7 0 1 1

Nel fatto invece quale sviluppo hanno avuto

i lavori dal 17 dicem bre 1906 al 18 novem bre 1907?

a) P ro v v ista di m assi artifi­

ciali e loro collocazione nei fran ­ gionde. 1. Lavori contabilizzati da f . 120 a f. 177 R eg. l.° . . . . L. 103.122,73 456057.44 — 352934.71 103122.73 2. Id. da f. 187 a f. 189 . « 3.609,31 474955.84 — 471346.53 3609.31 3. Id. da f. 197 a f. 8 Re­ g istro I I ...« 28.148,87 516795.23 — 488646.36 28148.87

(28)

R iporto L. 134.880,91 Id. da f. 11 a f. 42 . . > 29.778,89 550174.12 — 520395.23 29778.89 Id. da f. 90 a f. 118 . » 17.319,56 604799.30 — 587479.74 17319.56 6 . Id. da f. 148 a f. 161 . » 13.346,51 643203.28 — 629856.77 13346.51 7. Id. a fol. 164 . . . . « 705,91 T otale . . . L. 196.031,78

b) M uro di riv a tronco cen­

tra le V. a v a n t i ... L.(l) 4.949,30!!!

(1) Muro (li riva-tratti a-b F ogli 64-65 E eg. 2. L. 1 .7 3 2 ,2 5 Id. c-d-e Fogli 67 a 71 . . . . » 1.499,11 Id. f F ogli 78-79 . . . . . . 796,13

Id. g Fogli 8 2 ... » 921,81 T otale L. 4 .9 4 9 .3 9 D etti tratti da a a g lianno origine a m. 9.43

a ponente della sezione 17 e misurano la com ples­ siva lunghezza di m. 83.46; i lavori riguardano la sola fondazione del muro di riva.

(29)

c) L avori del m uro di riva nel tronco orientale valutati per differenza fra l’im porto com ples­ sivo g iu sta la n ota so tto rip o rtata e quello delle p artite a), b), e d )

desunte dal re g istro .

d) M ovim enti di m aterie nel tronco orientale

m . c. 8545.65 a lire 1 ,2 0 = . . «

T otale . . L.

Ammontare dei lavori eseguiti fino 15 no­ vembre 1907 . . . . . . .

Idem, (lieg . II Folio 165) nel periodo dal 15 al 17 nov. 1907, computato in proporzione dello avanzamento fra il 15 nov. ed il 31 die. 1907 (Cfr. F olio 201 del detto Reg.)^

682.839,24 — 615.299,81 46

( Somma

Dedotto 1’ ammontare dei lavori fino al 17 •dicembre 1907 dianzi calcolato .

Ritornano come sopra

10.254,78 277.507,29 L. 645,299,81 1.632,14 L. 646.939,95 » 369.424,60 L. 277.507.29

(30)

La m edia m ensile dei lavori nel detto periodo risu lta

277.507,29

1 1 = L. 25,227,86

In conclusione l ’ Impresa a- vrebbe potuto e dovuto eseguire dal 17 dicembre 1906 al 18 no­ ve mb re 1907, lavori per l’ im­

porto d i ... L. 427.875,74

Ne ha invece eseguito per . » 277,507,29

Lavori in meno . . . L. 150.378,43

E che questo infelice risu ltato sia da ascriv ere a colpa della Im p resa m edesim a, non può essere revocato in dubbio, poiché non può c o n testa rsi che n iu n a difficoltà era su ssisten te per lo espletam ento dei lavori elencati, .cosi in rig u a rd o alla consegna dei tipi com e in rig u ard o alla consegna delle zone.

Certo è sem pre che i frangionde, nella m isu ra p rev ista, potevano essere costruiti, e vi eran o ben due cantieri per la provvista dei m a ssi da im pie­ g are nell’anno successivo.

E finalm ente dal m aggio 1907, poteva bene p rocedersi alla costruzione del m u ro di riva, zona centrale, tenuta in sospeso d u ran te l’inverno, m al­ g rad o l’ordine di servizio degli 8 ottobre 1906.

(31)

I principii ferm ati già nella precedente sentenza ci dispensano dallo esam e della tesi che, nem m eno per q u est’u ltim a categoria di lavori, l’im p resa aves-' se bisogno di speciali sollecitazioni. E non è affatto

vero che vi fosse difform ità tra la posizione dei luo­ ghi ed i tipi, tu tta ria ssu m e n d o si la fam osa con­ testazione nella m aggiore o m inore profondità, cui dovevano im p ia n ta rsi le palafitte, ed essendo sem ­ pre obbligo della Im p resa di eseguire gli ordini della Direzione, salvo a chiedere, occorrendo, u n a dif­ ferenza di prezzo.

Ma vi ha di più.

Nel \ 5 maggio 1907, la Direzione dei lavori

ha com unicato ad d irittu ra, per m ano di uscie­ re, l’ ordine tassativo e categorico all’ Impresa

(da noi esibito) di e seguire tutto il muro di riva, tronco c entrale, protetto, dai frangionde; ed in dispregio di q u e st’ ordine, l’im p re sa non ha dato

inizio all’op era che nel 2 set tembre (pag. 114 li­

bretto di lavori II, e pag. 64 R egistro II di Con­ tabilità) !

Di tal che, nelle veci di eseguire un am m ontare dei lavori (m uro di riv a e riem pim ento) per lire

88642,73, l ' Im p resa ne ha eseguiti per L. 4949,30

in meno, cioè, L. 83593,43.

Ed i reg istri di contabilità "attestano in modo eloquentissim o dell’insufficiente sviluppo dello ap­

(32)

paltò nel detto periodo di tem po, e per colpa del­ l’im p resa.

B a sta infatti g u a rd a re al co m p o rtam en to della Im p resa nell’anno successivo 1908, in cui d avvero— sotl,o l’incubo d ell'arbitram ento — ha fornito l’indi­ ce dei suoi obblighi co n trattu ali; co m portam ento radicalm ente dissim ile da quello serb ato dal 17 di­ cem bre 1906 sino al novem bre 1907.

Invero, nell’ultim o periodo au reo , l’im p resa h a tenuto e tiene in costante operosità ben tre can­

tieri, oltre la lavorazione a m are: il prim o ad

oriente, l’altro al centro, ed il terzo ad occidente, attendendo contem poraneam ente alla costruzione ed alla m essa in opera dei m assi artificiali ed alla scogliera n atu rale (pag. 177 e seguenti, 210 R eg. IV di contabilità), ai lavori m u ra ri del tronco cen­ tra le (pag. 177 e 202 R egistro suddetto), ai m o­ vim enti di m ateria ivi (pag. 203 ivi), e poi al m o­ vim ento di m aterie tronco orientale, e co struzione del m uro di riva ivi e ad occidente (pagine 184 a 186, 139 e 187, Reg. m ed.).

E noi abbiam o d im ostrato che nell’anno pre­

cedente il cantiere centrale non é esistito affatto

(irriso ria com ’è la p artita dei lavori incom inciati nel settem bre) ed insufficientem ente ha funzionato il cantiere a m are, p u r essendo en tram b i e l’altro ad oriente, valevoli a com pensare ad u s u ra — r

(33)

i-«petto all' ordine dei lavori — la m ancanza dei la­ v o ri ad occidente. .

La quale proposizione risu lta appieno dim o­ s tr a ta dall’ effettivo svolgim ento dell’ appalto negli undici m esi dell’ultim o anno, em ergendo che l’im ­

p re sa nel 1907 avrebbe potuto e dovuto eseguire

lavori, sbianche in e c c e d e n z a di quelli eseguiti

nel 1908, eccedenza che si fissa in lire 38876,41, siccom e d im o strere m o .

Lo sviluppo dei lavori nel periodo dal 18 nov. 1907 al 17 ottobre 1908, e cioè per undici m esi risu lta com e ap p resso .

Im porto della contabilità al 7 ottobre 1908 — Reg. IV F o ­

glio 1 8 6 ... L. 1,018,061,36 Lavori eseguiti nel periodo

dal 7 al 17 ottobre, con u n a me- »

dia g io rnaliera nel periodo di la­

voro intensivo di L. 1787,92

{Fogli 186 a 224 del R egistro) » 17,879,92

Totale . . L. 1,035,941,28

Si deduce lo avanzam ento del lavoro al 17 novem bre 1907

calcolato i n ... » 646,931,95

(34)

La m edia m ensile effettiva­ m ente rag g iu n ta dall’ Im presa è p ertanto 389,009,33 = L. 35,364,48

1 1

(0

\ Le previsioni invece dal 17 dicem bre 1906 al 18 novem bre 1907 (gli undici m esi dell’ anno precedente, oggetto della contro­

versia) e r a n o ... L. 427.885,74

T o rn an o in m eno . . L. 38.876.41

Ma — nel cam po delle ipotesi — supponiam o l’assu rd o , supponiam o, cioè, che il Com une p o ssa e sse r dichiarato responsabile per lo sp o stam en to di dieci, di venti, m ag ari di centom ila lire di la ­ vori, i quali p e r sua colpa non si fossero eseguiti nel 1907, e che sia m estieri perciò di eseg u ire in un periodo fuori contratto.

E dom andiam o: in quale m isu ra s a rà dovuto il risarcim en to ?

A n ostro avviso — lasciando da canto la teo­ ric a di .sopraprezzi itnaginari su p artite di lavoro

im aginarie ed iperboliche — il danno dovrebbe

v alu tarsi sotto un duplice asp etto : p er l’eventuale

(35)

degli obblighi dell’ appaltatore durante, il term ine occorrevole all’esau rim en to dei lavori.

Nella p rim a categ o ria rien tran o gli aum enti

della m ano d'opera ed il rincaro dei m ateriali; e

la seconda com prende le spese di a m m in istra zio n e,

d i cantieri, d i cave, d 'im p ie g o del m acchinario, d i capitali nonché tasse di concessione, ecc. r

Ed il com puto, può farsi benissim o, con criteri

ra zio n a li e su dati di f a tto , al più possibile at­ tendibili, sen za v ag are nei vortici C artesiani del­ l’im p resa.

Si sa infatti che il lavoro medio norm ale m en­ sile é di lire 40 m ila; e quindi p o trà sicuram ente afferm arsi, ad esem pio, per il fine di determ inare l’am m o n tare della seconda categoria dei danni, che lo sp ostam ento di lire § 0 m ila di lavori a v rà indotta la necessità della p ro ro g a dell’ appalto per quindici giorni.

Ciò posto, b revissim i rilievi:

aj O che i lavori si sieno sp o stati dal 1907

al 1908, o che dal 1908 al 1909, la differenza sul costo della m ano d ’ opera e dei m ateriali non è ad d irittu ra ponderabile; ed i certificati esibiti dalla co n tro p arte (sforniti del resto di ogni attendibilità) proverebbero infatti un rin c aro nel 1907 di fronte

agli anni precedenti, i quali non vengono in discus­

(36)

l ’aum ento non potrebbe eccedere il 1 0 0/0, che im ­ p o rta su lire 2 0 m ila di lavori (di cui la m età si calcola per m ano d’opera) lire 1 0 0 0.

b) Le spese generali d i a m m in istra zio n e , a

pag. 21 della specifica della Im presa, sono segnate per m ensili lire 4100,00; p artita indubbiam ente e sa g e rata , sia in ra p p o rto all’entità dell’appalto ed alla zona lim itata, su cui si svolge, sia- in ra p ­ porto del nu m ero effettivo degl’ im piegati addetti all’ am m in istrazio n e m edesim a, cioè (oltre i g e r­ m an i Cammilli) l’ingegnere H om bert, un contabile ed un am an u en se. P o sso n o bene seg n arsi, ed a n ­ che con criteri lauti, lire 1400,00; e per quindici giorni previsti nel n o stro esem pio, la m isu ra del danno sarebbe di lire 700,00.

c) C ertam ente vi sa ra n n o operai a lav o rare

nel periodo di p ro ro g a; m a è chiaro che l’ap p alta­ to re a v rà diritto al prezzo pro p o rzio n ato ai lavori m edesim i, com prensivo p arim e n ti della m ano d ’o­ p era occorsa. N on poteva perciò, nè doveva te­ n e rsi calcolo che del solo eventuale aum ento sul costo della m an o d ’ opera, elem ento previsto a le tte ra a). Nè quindi occorre discendere all’esam e delle p artite indicate a pag. 2 2 della specifica.

Se. si suppone la p ro ro g a , deve su p p o rsi che si lavori d u ran te la s te s s a e che il lavoro s i

(37)

paghi; e nel prezzo u nitario è com presa altresì la rim u n erazio n e dell’o p eraio .

Ad ogni m odo, se anche nel danno dovesse rie n tra re il costo della m ano d’opera per il term ine p ro ro g ato (p artita , che sarebbe così percepita due volte); se p u re dovesse rite n e rsi per esatta la p a r­ tita di lire 66,50 al giorno per la m anutenzione de­ gl'im pianti e m acchine in m ovim ento per la effettiva esecuzione dei lavori; il risarcim en to per quindici giorni, ovvero p er lo spostam ento di lire 2 0 m ila di lavori, sa re b b e di lire 997,50.

d j La fervida fan tasia del Cammilli gli su g ­

gerisce sin an c h e q u e st’a ltra p a rtita di danni « fìtti dei locali », in cui com prende ciò che pag a (sic!) per il godim ento « di locali, m agazzini, d o rm ito ­

rio operai in lire 150 al m ese » !

P assi pure la tro v a ta del fitto dei locali e di m agazzini, p u r avendo nel fatto l’im p re sa i suo depositi e 1’ officina ed i cantieri e le b arac­ che e l’ufficio su aree com unali e dem aniali con­ cessele g ratu itam en te; m a pare im possibile e inno­ verebbe ilarità, se non provocasse su p re m a indi­ gnazione, il solo accenno a dorm itorii operai g ra ­ tuiti, inventati di s a n a pian ta, nè im posti, nè ad­ d irittu ra spiegabili in un centro della im portanza di S alerno. Spese consim ili sono am m essibili solo qu ando i lavori si svolgano su zone deserte, lon­

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tane da centri abitati, e sulle quali deve per n e­ cessità raccogliersi la sq u a d ra degli operai, com e

u n a sola fam iglia.

Bene inteso che pure ad am m etterla questa, fam o sa p artita, non determ inerebbe per 15 gio rn i che il danno di lire 75,00;

e) Le cave si u sa di co ntrattarle ed il C am ­ milli le ha costantem ente contrattate a m is u ra : il

prezzo cioè in proporzione dell’ estrazione (1) ov­

vero per una d eterm in ata estensione di terren o da

s fr u tta r e .

P rim a o dopo che le estrazioni avvengano non è perciò affatto rilevante.

C om unque, am m esso per poco che vi sieno term in i rigorosi ed im prorogabili di tem po, è chiaro

che, cessata Y estrazione della p ietra, cessa il cor-

rispettioo. E p o trà d isp u ta rsi soltanto della neces­

sità di altra co n trattazione ovvero di espropria­

zioni, e sia pure a condizioni più onerose, in v ista

éeYY effettivo rin c aro dei m ateriali.

Ma siffatto rin c a ro 'n o n potrebbe nell’a ttu a lità eccedere il 1 0 °t0 (da co m p u tarsi parim en ti sulla

m e t à del costo dei lavori, coefficiente di m a­ teriali), so m m ato il quale all’altro 1 0 °[0, su p p o sto rin c a ro della m ano d ’opera, si determ inerebbe il

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1 0 0 [ 0 di aum ento sulla m assa com plessiva dei lavori.

Donde — nella su b o rd in atissim a ipotesi e per 11 caso contem plato dello spostam ento di lavori p er colpa del Com une, per lire 20000—l’altra p artita di danni in lire 1 0 0 0.

f ) A m m o rta m e n to dei capitali costituenti il cantiere.

Non è credibile — nè p ro p orzionato all’appal­ to — il valore del cantiere in lire 520,000.

Il naviglio non eccede le lire 150,000 ed al­

trettanto valgono le m acchine, i b in ari, carrelli, ecc. V ada p u re per lire 350,000.

E posto il caso di resp o n sab ilità del Comune per 15 giorni di rita rd o , si determ inerebbe la re­ sponsabilità per i danni, che si risolvono negl’inte­ ressi 5 0[0 in L. 728.

g) In teressi — L ’Im presa ha riscosso dal Co­

m une tutto qua n to , secondo il piano finanziario, poteva riscu o tere.

Nè la m isu ra della risco ssio n e si sarebbe s o r­ p a ssa ta , ove pure si fosse com piuto un quantitativo di lavori m aggiore.

L’aum ento della so m m a contabilizzata potea de­ term in are questi soli vantaggi : di rendere anzi tem ­ po fruttifero del 5 0[0 il m ag g io r supero di carico del Comune (il 42 0[0) d a lla ch iu su ra dei conti a fin e

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d i a n n o , e di far riscuotere g radatam ente il 58 0[0 dallo Stato e dalla Provincia, riscossione che è p a ­ rim enti rin v iata col diritto della Im p resa ai d an n i,

cioè agl' interessi legali.

Supposto il ritard o im putabile al C om une di quindici giorni, senza nem m eno tener calcolo del

dies a quo di decorrenza degl’interessi su lla r a ta di supero di carico del Com une, l’im p re sa n o n potrebbe pretendere che gl’interessi in L. 41,65.

b) E l’ im m obilizzazione dell’ Im p resa — do­

m an d a radicalm ente nuova — dovrebbe p arim en ti

c o m m isu ra rsi per 15 giorni, dando diritto alla p a r­ tita di danni (ritenuta esatta 1’ a s s u rd a m isu ra di L. 50,000 di utili netti annui) in L. 2080.

e) Degl’inter essi u su ra rii e delle m ediazioni a

sensali ecc. non è il caso d ’in tra tte n e rs i per lo ragioni di diritto esposte nella l . a n o stra allega­ zione.

RIASSUMENDO

I reg istri di contabilità sono serviti a co rro ­ b o ra re — con la irresistibile potenza dei n um eri — le n o stre proposizioni fondam entali, e cioè:

a) la deplorevole inerzi a della Im p resa nei

(41)

•dU

t

bj il c onseguente spostam ento dell’ordine dei lavori;

c) la negligenza della Im p resa m edesim a pur nel 1907; risu ltan d o la irri levanza — principal­

m ente in riflesso dell’ordine previsto e contrattuale

dei lav o ri — dello inadem pim ento del Com une circa

i tronchi e stre m i. Donde le illazioni:

— L ’ Im p re sa deve a sè me de si ma im putare il danno, che afferm a di avere sofferto.

— L ’Im p re sa è responsabile dei danni derivati al Com une, elencati e d im ostrati nella istan za ri­ convenzionale: spese di rem issione ai frangionde

incom pleti, riv a lsa di quelle m aggiori occorse al m u ro di riv a e delle altre di am m inistrazione, in

co rrispondenza del term in e prorogato ecc.

Napoli 8 dicem bre 1908.

A v v . P r o f . Aless andro Guarracino A v v . Michel e Jannicelli estensore

# j MAGISTERO L e t i .e Filosofia -g UJ-! to ? m f f 2 T 13 & i 0 B I B l I P O T E C A

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