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ALTERAZIONI ELETTROCARDIOGRAFICHE ASSOCIATE A PATOLOGIE CEREBROVASCOLARI ACUTE: MECCANISMI PATOGENETICI E IMPLICAZIONI CLINICHE

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Academic year: 2021

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ALTERAZIONI ELETTROCARDIOGRAFICHE ASSOCIATE A

PATOLOGIE CEREBROVASCOLARI ACUTE: MECCANISMI

PATOGENETICI E IMPLICAZIONI CLINICHE

ABSTRACT

-Background: le patologie cerebrovascolari acute, ischemiche ed emorragiche, determinano

frequentemente effetti patologici cardiaci: aritmie, cardiomiopatie ischemiche, scompenso. L’origine di tali complicanze è dovuta ad uno squilibrio del sistema nervoso autonomo indotto dalle lesioni cerebrali. Tuttavia affinché si verifichino complicanze clinicamente rilevanti è necessaria una predisposizione individuale.

Obiettivi: lo studio si propone di valutare quali fattori individuali siano maggiormente implicati

nell’insorgenza di complicanze cardiache clinicamente rilevanti. In particolar modo valuta l’importanza della comorbidità cardiovascolare mettendo a confronto pazienti con ictus e con patologie cardiovascolari concomitanti (vasculopatie, cardiopatie, aritmie, danno cardiaco subclinico) e pazienti con ictus ma privi di patologie concomitanti.

Lo studio inoltre si propone di inquadrare i pazienti in classi di rischio per eventi cardiaci durante la fase iperacuta e acuta dell’evento ictale.

Metodi: attraverso la valutazione retrospettiva dei 336 pazienti con evento cerebrovascolare acuto

che hanno beneficiato di cure nell’anno 2007 presso l’unità stroke – Osp. Santa Chiara, sono stati messi a confronto i differenti quadri clinici, le rilevazioni anamnestiche, l’evoluzione durante la degenza, l’insorgenza di complicanze cardiache e il loro decorso.

Risultati: il 50% dei pazienti ha presentato aritmie di grado variabile durante la degenza, il 30%

alterazioni di ripolarizzazione, il 18% alterazioni ecocardiografiche di cinetica, il 10% elevazione dei markers di necrosi miocardia, il 3% elevazione del BNP.

Pazienti senza comorbidità cardiovascolare hanno sviluppato esclusivamente aritmie di grado lieve; pazienti cardiopatici, aritmici, vasculopatici e con danno d’organo subclinico hanno manifestato invece oltre a disturbi aritmici (di gravità maggiore) anche disturbi ischemici e di insufficienza cardiaca.

Conclusioni: nell’evento ictale durante la fase iperacuta e acuta sono di frequente riscontro

complicanze cardiache. Queste possono condizionare l’evoluzione clinica e, talvolta, portare ad exitus. Tuttavia solo in pazienti con patologie cardiovascolari concomitanti hanno un’incidenza statisticamente significativa.

Si consiglia di inquadrare i pazienti già al momento del ricovero in classi di rischio per complicanze cardiache e di procedere con protocolli di monitoraggio differenti e adeguati per ciascuna classe.

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