“Resto a casa e… son contento!” COME LA NOTTE: fluidi pensieri
Nella vita siamo tutti attori: in base all’ambiente e alla compagnia cambiamo maschera.
In teatro però è diverso poiché, per permettere all’anima di un personaggio di entrare nel nostro piccolo guscio, dobbiamo conoscere bene noi stessi.
Prima di questo momento non l’avevo mai fatto: ho imparato a guardarmi allo specchio e a conoscere meglio i miei lineamenti, i miei pregi e miei difetti. Si dice che non basti una vita per conoscere una persona, ma forse basta una quarantena per conoscere meglio se stessi.
Non mi è mai piaciuto il caos, né le persone caotiche, né le file chilometriche in A1. Mi è sempre piaciuta la notte: bella e misteriosa signora, vestita di stelle e di un particolare nero, che la affina, arricchendo la sua maestosa eleganza.
E’ bella come un Picasso, che non capisci finché non ci entri dentro e parli con personaggi pieni di apparenti mancanze: ma si tratta solo di vedere le cose con un’estrema sensibilità, che molti ormai non hanno più.
Quando il sole non rischiara la città, il sonno appesantisce le menti e accompagna i pensieri in un mondo di desideri e di sofferenze che poi, alla comparsa del primo raggio che attraversa una finestra macchiata di destino, svaniscono, riportando tutti nel mondo sorprendente e indomabile in cui ci siamo ritrovati per sbaglio, una favolosa svista oserei dire.
Lo stesso mondo in cui la mattina si sente la bimba del quarto piano piangere perché il papà sta combattendo una guerra in apparenza invincibile, che lo porta a passare giornate intere vivendo in una divisa bianca, imprigionato in un’armatura così fragile, con una mascherina fissa e la paura che, a causa sua, la creatura più dolce e bella del mondo possa volare in cielo tra gli angeli.
Lo stesso mondo in cui ci sorridevamo e non temevamo quasi niente, se non la paura di essere delusi o quella di ricevere una bocciatura, o lo stesso dove il sabato sera non sapevamo che cosa fare fino all’ultimo, salvo poi capire che già il pensiero di stare insieme rappresentava di per sè il momento più bello di tutta la settimana, perfetto nella nostra testa come poi nella realtà.
Ma ora il giorno è come la notte: le strade sono vuote e ognuno rimane nelle proprie piccole tane come in una colonia di formiche. Perché in fondo che cosa siamo? Semplici granelli di sabbia in un mare di infinite possibilità.
Potremmo uscire, andare di nascosto dall’amore della nostra vita sperando che nessuno ci trovi, comprare un gelato e godercelo in una passeggiata con il nostro migliore amico… ma non si può, perché la paura ci attira in atteggiamenti protettivi come tendere le mani in un abbraccio immaginato e tenere al sicuro chi amiamo. Ma questa notte illuminata fa quasi per me.
Questa stranissima e curiosa notte in cui la novità è all’ordine del giorno.
La mattina è sempre un nuovo inizio, un ringraziamento al cielo per essere ciò che siamo, rinchiusi ma pieni di sorrisi, di incontri sui terrazzi, di inni intonati davanti alle finestre. Anche così questa magnifica Italia non è solo uno Stato, ma anche, e
soprattutto, un’opera d’arte inimitabile e irriproducibile. Per questo siamo grati a Colui che l’ha creata.
Nelle nostre città, nella nostre case riscopriamo i valori della famiglia e la notte, davanti ad una stella immensa , scopriamo di non avere più paura, desiderosi di essere finalmente protagonisti, sul palcoscenico della nostra esistenza.
Abbiamo scoperto che il talento culinario è anche in ciascuno di noi, non è soltanto connaturato in questo stivale dalla notte dei tempi.
Ci siamo resi conto che siamo molto più forti se combattiamo insieme, che anche il “pipistrello” più grande della grotta può essere sconfitto, se c’è la voglia e la forza di farlo.
Oggi la bimba del quarto piano ha pianto più forte del solito, poi d’un tratto si è sentita una risata contagiosa e delicata, ma allo stesso tempo così potente che è arrivata dall’altra parte della strada illuminando gli occhi e i cuori delle persone, ribaltando l’universo, così da far diventare la terra il cielo e le persone stelle, e questo perché il papà è tornato dopo due settimane interamente trascorse in ospedale. Finalmente la piccola ha trovato le uniche lacrime di gioia che potessero confortarla.
Stiamo finalmente imparando ad amare i piccoli gesti, stiamo imparando a conoscere noi stessi, poi gli altri e a capire chi siano le persone che ogni giorno rischiano la propria vita per salvare quella altrui.
impressionante: gli alberi sono sempre più verdi e numerosi, gli scoiattoli tornano a divertirsi nei loro parchi preferiti e l’aria sembra più salubre.
Non è il mondo che fa male a noi, siamo noi gli egoisti e sciagurati che non si rendono conto di tutto lo spettacolo che hanno dinanzi e di cui possono godere. Da quando l’uomo ha iniziato a documentare la storia di questo pianeta, esistono centinaia di racconti: alcuni nei libri di storia, altri incastonati nella fantasia delle persone. Il mondo può apparire strano, ma non per questo dobbiamo lasciarlo andare; basta stargli vicino, amarlo e coccolarlo, insieme a tutti i popoli che vi vivono grazie alla sua stessa esistenza.
Ci sono altre storie, altre mille storie, le stesse che rendono un film diverso dall'altro.
Possiamo vedere o non vedere, spesso proviamo a cambiare il punto di vista di altre persone, ma l’importante è fare cose più grandi di noi.
Potremmo fare un film per ogni persona presente sulla terra perché ogni vita ha qualcosa che merita di essere raccontato… e allora andiamo in scena e rendiamo il mondo il pianeta più bello di tutti, rispettando e amando gli altri ma prima di tutto noi stessi. Proteggiamo ciò che è unico e rendiamo tale anche ciò che non lo è!
Gaia Vaniglia Tomassoli Classe IV BL