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Terapia renale sostitutiva

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Academic year: 2021

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(1)

TERAPIA

TERAPIA

SOSTITUTIVA RENALE

SOSTITUTIVA RENALE

CONTINUA

CONTINUA

IN UTI

IN UTI

(2)

I pazienti affetti da insufficienza renale aumentano ogni anno di 50/100 nuovi casi per milione di abitante

La frequenza di questa patologia fra i pazienti ricoverati per malattie mediche è del 2-5%

Fra i pazienti critici ricoverati in terapia intensiva è del 23%

Fra i pazienti trattati con supporto renale continuo la mortalità rimane tra il 40 e 80%

(3)

L’insufficienza renale solo

raramente è un problema

isolato

nel malato critico, spesso si associa ad altre

patologie in un quadro assai variegato di insufficienza

(4)

La prognosi del paziente dipende dalla patologia di base anche utilizzando al meglio le terapie di supporto degli organi insufficienti.

In questi ultimi anni si sta prospettando un ruolo non solo di supporto ma terapeutico per le terapie sostitutive continue della funzione terapie sostitutive continue della funzione renale - CRRT - .

renale - CRRT - .

Non esistono trials controllati e studi prospettici che abbiano dimostrato un chiaro vantaggio dei trattamenti continui rispetto ai trattamenti intermittenti . (Brivet FG, 1996;

(5)

La scelta di un trattamento di supporto renale extracorporeo dipende dall’efficacia della tecnica e dai possibili effetti collaterali che l’accompagnano.

I trattamenti continui sono, perciò, da preferire, poiché riproducono più fedelmente la normale funzione renale, avendo, così, un minore impatto sulle funzioni vitali, soprattutto sulla funzione cardiovascolare.

(6)

Infezione Carico idrico RCP Instabilità emodinamica Catecolamine Aumentato catabolismo Aminoglicosidi

(7)

F l u s s o e m a t i cellula I n t e r s t i z i o E D E M A

(8)

INDICAZIONI ALLA CRRT

• Oligo/anuria

• Instabilità emodinamica

• Elevata assunzione di liquidi

• Elevato punteggio Apache assoluto (>28)

• Insufficienza multiorganica

(9)

• Oliguria (diuresi < 200 ml/12 ore)

• Anuria

• Iperkaliemia

• Acidosi severa (pH<7.1)

• Sovraccarico idrico

• Encefalopatia uremica

• Pericardite uremica

• Alterazioni Na+ (Na+>160 o <115 mmol/l)

• Ipertermia

(10)

CVVH CVVHD

CVVHDF

(11)
(12)

CVVHDF

CVVHD

CVVH

(13)

C

C

ontinuous

ontinuous

V

V

enous

enous

A

A

rterial

rterial

V

V

enous

enous

H

H

emofiltration

emofiltration

H

H

emo

emo

D

D

ialysis

ialysis

(14)

Permette di rimuovere soluti attraverso convezione.

Permette alti volumi di ultrafiltrato usando liquido di riempimento che può essere somministrato prima o dopo il filtro.

La pompa garantisce adeguati flussi ematici per mantenere la quota di ultrafiltrato richiesto.

C

Continuousontinuous V Veno eno VVenousenous H Hemofiltrationemofiltration

CVVH

Reintegro

(15)

Continous VenoVenous HemoDialysis

Permette di rimuovere i soluti per diffusione.

Dilalizzato è pompato controcorrente al flusso ematico

(16)

Provvede a rimuovere il

soluto attraverso un processo di convezione e diffusione

simultaneamente.

Permette di alti volumi di ultrafiltrazione usando fluidi di reintegro che possono

essere somministrati sia pre che post filtro.

Il dializzato è pompato simultaneamente

Continuous VenoVenous HemoDiaFiltration

CVVHDF

Reintegro

Ultrafiltrato Dializzato

(17)

La diffusione

La diffusione

è il movimento di un soluto a seguito di una differenza di concentrazione (gradiente).

Il risultato pratico è che il soluto si muove dal compartimento a concentrazione maggiore verso quello a concentrazione minore.

Il movimento cessa quando la concentrazione nei due compartimenti è identica.

La velocità di diffusione dipende dalla differenza di concentrazione ai due lati della membrana dialitica, e dalla permeabilità della membrana stessa (superficie e

(18)

Si parla di

convezione

quando un soluto viene trascinato attraverso una membrana dal flusso del solvente all’interno del quale è disciolto, sfruttando un gradiente di pressione.

Si ottiene in questo modo la rimozione di un fluido con le stesse caratteristiche dell’acqua plasmatica (ultrafiltrazione)

La velocità di ultrafiltrazione dipende in questo caso non solo dalle caratteristiche della membrana ma anche dalla differenza di pressione ai due lati della stessa

(19)
(20)

VANTAGGI DEI TRATTAMENTI CONTINUI

1) Migliore stabilità emodinamica

2) Correzione lenta e duratura delle alterazioni idroelettroliti 3) Alimentazione parenterale libera

4) Eliminazione dei mediatori della MOFS 5) Più precoce recupero della funzione renale

(21)

SVANTAGGI DEI TRATTAMENTI CONTINUI

1) Anticoagulazione continua 2) Sindrome da “consumo”

3) Inadeguata eliminazione di urea e potassio 4) Immobilizzazione

(22)

Parametri emodinamici da monitorare

Parametri emodinamici da monitorare

Catetere arterioso Pressione arteriosa media Curva arteriosa Frequenza cardiaca EGA

Catetere venoso centrale

Pressione venosa centrale media Valutazione della curva di

pressione venosa

(variazioni respiratorie)

(23)

L’IPOTENSIONE rappresenta la principale

indicazione per i CRRT (Manns M, 1997).

Esiste una correlazione diretta tra tipo di

membrana e sopravvivenza (HaKim R,1994).

La dose e l’intensità della terapia sostitutiva è

in grado di influenzare l’outcome del paziente

critico (Van Bommel EFH, 1995) .

(24)

STABILITA’ CARDIOVASCOLARE

Specialmente nei casi di MOFS rappresenta il principale vantaggio dei trattamenti sostitutivi continui della funzione renale rispetto a quelli intermittenti

Circa il 10% di tutti i pazienti con IRA non può essere trattato con l’IHD mentre traggono beneficio dal trattamento continuo

Non studi prospettici, ma dati confermati da uno studio retrospettivo

(25)

Tecniche

1) Malfunzionamento dell’accesso vascolare

2) Coagulazione del circuito 3) Kinking del catetere

e del circuito

4) Flusso ematico insufficiente 5) Disconnessione di linee 6) Embolia gassosa Cliniche 1) Sanguinamento ed ematomi 2) Trombosi (3%) 4) Infezione e sepsi 5) Reazioni allergiche 6) Ipotermia 7) Perdita di nutrienti 8) Insufficiente depurazione 9) Ipotensione, aritmie

(26)

Massimo effetto coagulante all’interno del filtro

Minore effetto sistemico per limitare il rischio di

emorragia

(27)

ANTICOAGULAZIONE

• La scoagulazione prolungata aumenta il

rischio di sanguinamento (5 - 26%).

• Una scoagulazione insufficiente comporta

il rischio della perdita di efficienza e di

coagulazione del sistema

• SEGNI DI CLOTTING:

- rapporto BUN dialisato/plasma < 0.8

- UHF <150 ml/ora in CAV-HD e CVV-HD

- UHF < 500 ml/ora in CVVH

(28)

La vita media del filtro oltre che dall’eparina può essere allungata

eseguendo un accurato priming del filtro con

soluzione eparinata

mantenendo elevati flussi ematici per tutta la durata del trattamento

(29)

ANTICOAGULAZIONE

• Eparina

• Procedura senza Eparina

• Scoagulazione Regionale con Eparina

Infusione arteriosa di eparina controbilanciata dall’infusione venosa di solfato di protamina

( piastrinopenia ,ipotensione arteriosa da protamina)

• Scoagulazione Regionale con Citrato

(ipocalcemia, alcalosi metabolica)

• Altre metodiche:

(30)

ANTICOAGULAZIONE CON EPARINA

ANTICOAGULAZIONE CON EPARINA

- Eparina nel liquido di lavaggio

(1-5 UI/ml circa 5000 UI in 2lt di fisiologica)

- ”Bolo” iniziale

10-30 UI/kg circa 2000 UI nella linea arteriosa

- Infusione continua

(31)

Eseguire APTT (linea arteriosa e venosa) ogni 4-6/h

• Se APTTa > 45 s, ridurre la velocità di infusione di 100

UI/ ora

• Se APITv < 65 s, aumentare la velocità di infusione di

100 UI/ ora soltanto se APTTa < 45 s

• Se APTTa < 40 s, aumentare la velocità di 100 VI/ora • Mantenere APTTa tra 40-45 s

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Dirigente Medico Nefrologia e dialisi, Ospedale San Giovanni Bosco, ASL Città di Torino.