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I due volti dell'opinione pubblica irlandese durante la Guerra Civile americana: Irish Brigade (Settembre 1861 - Luglio 1865 ) e New York City Draft Riots (13-17 Luglio 1863 ).

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INDICE

1 Irlanda ( 1861 - 1865 ): politica, economia e religione

durante la Guerra Civile americana.

pp. 11 - 32

Irlanda (1861-1865): Religione.

Irlanda (1861-1865): Politica.

Irlanda (1861-1865): Economia.

2 Irish Brigade e NYC Draft Riots: combattere contro gli

Stati Uniti o difenderli?

pp. 33 - 60

Combattere al fianco degli Stati Uniti: Irish Brigade e

sostegno irlandese all'Unione.

Combattere contro gli Stati Uniti: la comunità irlandese in

rivolta durante le New York Draft Riots.

Reclutare soldati americani in terra irlandese.

3 New York City Draft Riots: ''It was the largest civil

insurrection in American History other than the South’s

rebellion''.

pp. 61- 93

Approcci storiografici alle New York City Draft Riots.

Irlandesi a New York intorno alla metà dell'Ottocento.

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4 Irish Brigade: ''Remember your Country and Keep Up

Its Credit''.

pp. 93 - 125

Gli irlandesi sostengono l'Unione e si arruolano in massa.

''Never man were so brave'': la Irish Brigade sui campi di

battaglia.

Gli irlandesi muoiono in massa e negano il loro sostegno

all'Unione.

5 Emancipazione e schiavitù: il punto di vista irlandese.

pp. 126 - 155

Le origini del dibattito pubblico irlandese sulla schiavitù

(1830-1850).

Gli Irish-Americans e la ''peculiare istituzione''.

L'Opinione irlandese su emancipazione, abolizione e

schiavitù - parte iniziale della Guerra Civile.

L'opinione pubblica irlandese su emancipazione, abolizione e

schiavitù - parte finale della Guerra Civile.

6 L'Indipendenza confederata nel dibattito politico

irlandese.

pp. 156 - 193

Liberali, Conservatori e Radicals: la loro posizione sul diritto

all'indipendenza del Sud degli Stati Uniti.

Il nazionalismo irlandese sul Secessionismo sudista

americano.

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Introduzione

Il principale tema di interesse pubblico tra 1861 e 1865 in Irlanda fu la Guerra Civile americana. Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare il modo in cui viene recipita la Guerra Civile americana nella sfera pubblica irlandese.

A tal proposito sono stati scelti due episodi specifici - e opposti fra di loro - per cercare di dare conto nella maniera più ampia possibile del dispiegamento e dello sviluppo di questo discorso pubblico: le due vicende prese in considerazione sono le New York City Draft Riots e la creazione e l' ''utilizzo'' della Irish Brigade all'interno dell'esericito unionista americano. Benchè accadimenti di natura diversa, essi sono stati scelti proprio per la loro contrapposizione: essi rappresentano i due poli estremi del rapporto venutosi a creare tra la comunità immigrata irlandese in America e la stessa società americana. Da una parte vi è una grande rivolta urbana nella città di New York portata avanti per lo più dal poverissimo strato di immigrati irlandesi, i quali decidono di usare di usare la forza e la violenza per scagliarsi contro i ricchi, i repubblicani, e gli afroamericani; dall'altra parte vi sono gli stessi immigrati irlandesi che decidono di sacrificare le loro stesse vite per permettere al Nord di prevalere sugli stati secessionisti - e di fatto quindi combattoni per i ricchi capitalisti del Nord, per i repubblicani e per l'emancipazione degli afroamericani. Entrambi i casi avranno un potente eco nella madrepatria della comunità immigrata coinvolta: l'Irlanda. Attraverso lo studio e l'analisi dei principali quotidiani irlandesi dell'epoca, studio condotto principalmente nella National Library of Ireland e nei National Archives of Ireland (entrambi localizzati nella città di Dublino) ho cercato di fare un analisi dello sviluppo del dibattito pubblico irlandese, con particolare riferimento alla realtà mediatica e politica dell'epoca, in relazione a fatti così contrastanti.

Il seguente lavoro si articola in sei capitoli in cui vengono affrontate le seguenti tematiche specifiche: dopo una veloce introduzione sulle condizioni

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4 socio-economiche irlandesi (cap.1 ), si passa all'analisi della vera e propria ricezione in Irlanda delle vicende legate a Irish Brigade e New York City Draft Riots ( cap.2 ). I successivi due capitoli (cap.3 e cap.4 ) si concentrano sull'analisi approfondita dei due avvenimenti di riferimento in modo da evidenziarne importanza e peculiarità, cosa a cui saranno legati i due capitoli finali (cap.5 e cap. 6 ) in cui verrano analizzati il problema dell'emancipazione afroamericana e quello dell'indipendenza confederata - problemi che verrano affrontati considerando il punto di vista irlandese come principale filtro interpretativo.

Il primo capitolo definisce un quadro generale della condizione politica, economica e religiosa dell'Irlanda Post-Famine. Esso risulta essere funzionale a capire quali fossero le ''condizioni di salute'' di una paese uscito da quella che sarebbe stata la più grande carestia ( Great Famine ) della sua intera storia nazionale. Politica, economia e religione: questi saranno i tre settori che più vennero toccati dalla carestia e allo stesso tempo quelli che, nel periodo successivo ad essa, permetteranno di farsi una idea più precisa sulla realtà irlandese.

Dal punto di vista politico, il mondo irlandese si divideva principalmente fra unionisti e nazionalisti. Gli unionisti supportavano l'Act of Union e vedevano l'Irlanda come una semplice componente dello stato britannico. Gli unionisti irlandesi si dividevano in quattro principali schieramenti: La Liberal-Whig Alliance, sezione irlandese del partito liberale inglese, a supporto della amministrazione Palmerston, i Conservatives, che come dice il nome stesso rappresentavano la parte più conservatrice e bigotta del mondo politico irlandese ed infine i Radicals, i quali fondavano le loro posizioni per lo più sulel teorie economiche liberiste di Bright e Cobden. La quarta fazione, Catholic Unionist, rappresentava la vasta maggioranza della middle-class e della upper-class cattolica irlandese, alla quale stavano più a cuore la salvaguardia di certe prerogative religiose che questioni di altro genere.

In opposizione agli Unionist, vi erano i Nationalist, a loro volta divisibili in due schieramenti. I Moderate o Costitutional Nationalist desideravano la possibilità

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5 di amministrare i propri affari interni in maniera indipendente: cio che quindi tentavano di conquistare era una ''independent Irish legislature'', una indipendenza, almeno politica, dagli inglesi. Il secondo gruppo dei Nationalist era composto invece dai nazionalisti rivoluzionari, come i Fenians, intenti a costruire una repubblica irlandese completamente indipendente dalla Gran Bretagna - non era esluso l'uso della forza.

Altro elemento cardine della società irlandese negli anni della Guerra Civile fu di fatto quello religioso. In questo ambito fondamentale risultò essere la figura dell' Arcibishop Cullen. Paul Cullen fu il leader della Chiesa Cattolica irlandese dal 1850 al 1878. Come arcivescovo, condusse la sua politica di riforme lungo il suo trentennio di reggenza su quattro punti specifici. Per prima cosa essa si mosse al fine di contrastare quella che stava diventanto una crescente ingerenza dello stato inglese nell'educazione degli irlandesi cattolici; in secondo luogo venne riformata l'organizzazione e la struttura della Chiesa Cattolica irlandese al fine di riportare spiritualmente e politicamente l'istituzione ecclesiasitica al centro della società; venne modificata la celebrazione dei riti religiosi, attraverso l' ''importazione'' di forme devozionali direttamente da Roma; infine si cercò di modificare anche la condotta e l'immagine del clero irlandese con l'intento di ricucire e rafforzare il rapporto fra popolazione e sacerdoti.

Il successo che ebbe Cullen in termini religiosi non ebbe nessuna controparte nel mondo economico. Passati attraverso il tributo di morte dovuto alla Famine del 1845-47 e alla massiccia emigrazione immediatamente successiva, l'Irlanda aveva perso una ampia parte della sua popolazione. In aggiunta, una serie di raccolti davvero magri colpirono il paese tra 1861-63. L'unica eccezione al generale stato negativo dell'economia irlandese era rappresentato dall'area dell'Ulster - in cui la crisi del settore cotonifero era stata controbilanciata dalla crescita di quello del lino. Nei fatti, una costante situazione di difficoltà economica creava un altrettanto costante flusso migratorio verso gli Stati Uniti: questo rendeva la vicende legata alla Guerra Civile di vivo interesse per coloro

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6 che erano intenzionati a trasferirsi negli Stati Uniti e per le famiglie da cui si sarebbero dovuti separare.

Il secondo capitolo si concentra sull'analisi delle principali linee di pensiero in terra irlandese sui due avvenimenti presi in considerazione in questa sede: Irish Brigade e NYCDR.

La Irish Brigade, formatasi ufficialmente nell'autunno del 1861 con i reggimenti newyorkesi 69th, 88th e 63rd come core units, ebbe una lista di numerose partecipazioni ad importanti eventi bellici della Guerra: prima Bull Run, poi Antetiam, in cui ricevette anche un encomio ufficiale per il coraggio dimostrato e infine Fredericksburg. Nei fatti furono le vicende di Fredericksburg, e la tragica - per alcuni eroica - disfatta connessa a questa battaglia, che resero celebre il corpo armato irlandese. La reazione irlandese in madrepatria fu controversa e diversificata quanto lo erano le numerose forze politiche in gioco. I nazionalisti, da parte loro, deprecarono con forza l'annientamento della Brigata e diventarono più ostili verso le politiche militari dell'Unione. Gli unionisti irlandesi, al contrario, non fecero molto caso alla tragedia che si era consumata a Fredericksburg. Tra i protestanti e cattolici unionisti infatti la battaglia passò quasi inosservata ed anzi, proprio in concomitanza di questi avvenimenti, invece di dar adito ad alcun risentimento collegato alla morte dei loro concittadini, colsero l'occasione per chiedere nuovamente al Nord di porre fine alla guerra, dando quindi voce al loro orientamento pacifista.

L'altro ''incidente'' che rese l'opinione pubblica irrevocabilmente contraria alla politica di guerra nordista - e anche al suo intento di riunificare l'Unione - furono le New York Draft Riots, del Luglio 1863. Gli unionisti protestanti generalmente non si interessarono particolarmente alle vicende di New York. Bisogna notare però che coloro che lo fecero dimostrarono una inaspettata sorta di lealtà verso i loro connazionali. Anche gli Anglo-Irish, di fede britannica. odiavano veder calpestata la reputazione degli irlandesi. La più fragorosa reazione di fronte alla Draft Week occorse, come è facile prevedere, nell'opinione pubblica nazionalista ( tradizionalmente erano le famiglie di

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7 orientamento nazionalista ad avere maggiori legami, anche parentali, con gli irlandesi d'oltreoceano). la loro posizione si può riassumere con quella espressa dal Cork Examiner nel suo commento circa la leva obbligatoria imposta dallUnione, (tale leva fu la causa scatenante dei tumulti cittadini ): ''Three hundred thousand men are to be dragged from their homes to cut the throaths of their Southern brothers''1.

Il terzo e il quarto capitolo sono stati dedicati a New York City Draft Riots e Irish Brigade nel dettaglio in modo da poter chiarire al meglio la portata di questi due eventi e il motivo per cui ebbero tanta eco nella società irlandese. I giorni e gli eventi delle New York City Draft Riots hanno un complesso significato nella storia politica e culturale degli Stati Uniti di metà XIX secolo. Per cinque giorni nel Luglio 1863 gruppi armati di misero a ferro e fuocola città di New York. Cio che iniziò come una dimostrazione contro la coscrizione militare introdotta da un Nord in piena Guerra Civile, si trasformò ben presto in un fenomeno più complesso, in cui emersero quelle che erano le tensioni che già da tempo attraversavano la città: lo scontro ricchi-poveri, bianchi-neri, repubblicani-democratici ebbe modo di detonare senza controllo. Ben presto infatti gli scontri newyorkesi presero la forma di un ampio attacco alle istituzioni e ai membri del Partito Repubblicano del Presidente Lincoln da una parte, e dall'altra si configurarono come un tentativo di imporre una nuovo corso allo sviluppo economico e industriale della città di New York.

Di uguale portata ma di orientamento opposto furono gli avvenimenti legati alla Irish Brigade. La nascita della Irish Brigade ebbe un duplice significato per l'amministrazione unionista. Per prima cosa essi volevano dare un avvertimento alla Gran Bretagna: qualora essa avesse deciso di intervenire a fianco della Confederazione, si sarebbe potuta attendere un intervento di eguale portate degli Stati Uniti a fianco dell'Irlanda. In secondo luogo l'esistenza di un corpo militare tutto irlandese, avrebbe rafforzato i rapporti fra la comunità irlandese e l'Unione. Questo ultimo fu l'aspetto che colpì maggiormente sia gli osservatori

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8 americani che quelli irlandesi: la comunità irlandese, partecipando alla Guerra Civile americana e morendo per essa, entrò di diritto nel processo di nation-making della giovane nazione americana. Questo avrebbe permesso agli irlandesi di ritagliasrsi in futuro un ruolo diverso nel loro paese ospite, che a poco a poco, appunto, avrebbe smesso di essere ospite e si sarebbere trasformato nella loro patria. Peculiare fu anche l'utilizzo di un cappellano cattolico nel corpo d'armata irlandese, esso fu emblatico dell'inizio di un processo di integrazione non solo militare ma anche sociale e civile.

Gli ultimi due capitoli di questo elaborato sono dedicati invece a due tematiche cardine della storia americana, declinate attraverso la rielaborazione che ne vanna fatta dal pubblico irlandese: l'emancipazione degli schiavi afroamericani e il diritto di secessione confederato.

L'opinione pubblica irlandese sulla schiavitù afroamericana durante la Civil War americana attraversò due fasi diverse e distinte. La prima si articolò negli anni subito precedenti la guerra; l'altra prese corpo successivamente al radicalizzarsi dello scontro bellico. Gli unionisti si proclamarono quasi subito abolizionisti. Con lo svilupparsi della guerra, però, a poco a poco le loro simpatie si orientarono verso il Sud. Tutto questo li mise davanti al problema di far convivere il loro orientamento filo-confederato con le loro iniziali posizioni anti-schiavitù. Benchè gli unionisti continuassero a proclamare sinceramente i loro sentimenti abolizionisti, il loro reale atteggiamento fu alquanto discutibile: essi infatti avrebbero definito la loro posizione politica scindendo la causa secessionista dal problema schiavitù. Appoggiare il Sud, ovvero una nazione che stava combattendo contro il tentativo di occupazione militare imposto da una altra, non significava appoggiare la schiavitù e quindi le due cose potevano convivere. La scissione consapevole di schiavitù e appoggio confederato permise agli unionisti di mantenere la loro posizione politica intatta da ogni macroscopica contraddizione.

Questo problema non si poneva ai nazionalisti: la Guerra civile coincise con il punto massimo della nazionalismo costituzionalista irlandese Post-Famine, cosa che dirottò l'interesse legato alla schiavitù e all'emancipazione americana

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9 verso tematiche per lo più nazionali - in particolare causò una intensificazione dell'impulso rivoluzionario indipendentista. Tra i nazionalisti l'orientamento intellettuale ad inizio della guerra era abbastanza uniforme. Erano stati anti-abolizionisti, seppur con qualche dissenso, fin dalla disintegrazione del movimento di O'Connell; con l'avvento della guerra, la loro ostilità verso l'abolizionismo poteva andare di pari passi con la crescente empatia verso un Sud separatista che, più che riportare alla mente alcuna questione legata agli schiavi, sempre di più diventava un modello assimilabile alla causa per cui si battevanonel loro stesso paese.

Vedere le azioni dei loro connazionali impegnati in entrambi i fronti - sudista e nordista - spingeva naturalmente le voci del dibattito pubblico irlandese a dividersi sulla questione dell'indipendenza confederata. I Protestant Liberals irlandesi simpatizzavano con le vicende del Sud degli States. La loro posizione principalmente si fondava su un atteggiamento liberale nelle questioni diplomatiche, a cui faceva da contrappeso un atteggiamento decisamente conservatore circa le questioni sociali interne. Protestant Liberals, nei fatti, più Anti-Unione che Pro-Confederazione, si esposero poco dopo il successo sudista a Bull Run, proponendo il riconoscimento immediato degli stati separatisti. L'ala cattolica dei conservatori unionisti si dichiarò disposta a riconoscere l'entità del Sud solo in cambio di un immediato cessate il fuoco - non vedono la possibilità di restaurare l'Unione come una opzione plausibile. L'unica parte degli unionisti irlandesi completamente a favore del Nord erano i Radicals. Essi basavano il loro giudizio sulla secessione confederata non tanto su orientamentti di tipo squisitamente politico ma sul fatto di dare priorità alla lotta contro la schiavitù: questo faceva si che si schierassero con l'Unione senza remore. La schiavitù era il vero nodo da scogliere, non l'indipendenza di un territorio da un altro

La questione relativa al diritto del Sud di ribellarsi contro l'Unione dette luogo ad un ampio dibatitto anche tra i nazionalisti irlandesi, che fossero costituzionalisti o rivoluzionari, da entrambi le parti dell'Atlantico. La causa e la motivazione della ribellione drammaticamente coincideva, o collideva, a

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10 seconda dei punti di vista, con il diritto dell'Irlanda di respingere l' Act of Union del 1800. Per i nazionalisti che simpatizzavano con i Confederati supportare l'Unione negli States e combattere l'Unione con l'Inghilterra in patria avrebbe rappresentato un dissidio insanabile. Quanto ai nazionalisti schierati con l'Unione, il riassorbimento dei ribelli in un unico corpo politico era essenziale al fine di mantenere una Unione unita e stabile in modo che fosse stata ancora in grado di dare supporto politico all'indipendentismo irlandese e supporto ''territoriale'' agli indipendesti irlandesi.

Non è difficile capire come analizzare la realtà politica e mediatica irlandese intorno alla Guerra Civile americana si sia rilevato alquanto complicato: le numerose voci da tenere in considerazione, le fonti di difficile reperibilità, ed i frequenti cambi di rotta di un mondo che già all'epoca iniziava a girare vorticosamente - a cui si accompagnavano contraddizioni, errori e voltafaccia frequenti - hanno reso il tutto di difficile discernimento. Tali difficoltà, una volta superate, però hanno messo in luce come una metodologia d'analisi trasversale come quella adottata in questo elaborato, benchè di difficile realizzazione, può dar luogo a spunti davvero interessanti e può essere un modo nuovo per tornare a studiare accadimenti storici che talvolta proprio per la loro fama vengono sottovalutati.

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1 Irlanda ( 1861 - 1865 ): politica, economia e religione

durante la Guerra Civile americana.

L'Irlanda del XIX secolo fu teatro di enormi cambiamenti sociali, e lo sviluppo delle formazioni politiche coeve fu decisamente influenzato da tali cambiamenti. I cambiamenti demografici e quelli linguistici sono quelli meglio documentati: la popolazione dell'isola raddoppiò tra 1800 e 1847, per restringersi a livelli pre-ottocenteschi alle soglie del Novecento; il gaelico invece rappresentava la lingua più diffusa a inizio 1800, mentre veniva parlata da meno di 1\5 della popolazione irlandese a inizio 1900, con una incidenza dell'inglese sempre maggiore. La progressiva diffusione dell'inglese comportò un incremento esponenziale della literacy della popolazione, cosa che, a sua volta, impose una decisiva crescita e diffusione dei mezzi a stampa. In questo periodo prese forma anche una meglio organizzata forma di Popular Catholicism, a cui corrisposero forti cambiamenti nella pratiche religiose popolari - questo momenti viene definito anche '' Devotional Revolution''2.

Dopo il 1800, la pressione della popolazione rurale sulla disponibilità di terra si fece sempre più forte, innescando una trasformazione che avrebbe portato l'agricoltura a superare i livelli di mera sussistenza in molte aree del paese. Processi di suddivisione di proprietà terriera si verificarono su grande scala: questo processo venne favorito dai landlords locali, i quali ne traevano vantaggio elettorale ed economico. Si tentò di porre un freno ad una parcellizzazione delle proprietà terriera che stava diventando smisurata solo a partire dagli anni '30 dell'Ottocento. Tale parcellizzazione era in influenzata da diversi fattori quali l'assenza di altre possibilità di impiego, la volontà di evitare l'emigrazione e la tendenza a formare famiglie numerose e in giovane età. La parcellizzazione estrema della proprietà terriera divenne qualcosa di caretteristico dell'economia irlandese, e con essa anche la coltivazione della patata, la quale rappresentava il prodotto più diffuso tra i piccoli e piccolissimi

2 per un trattazione più apporfondita sui cambiamenti sul fronte religioso vedi: Albert

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12 coltivatori. L'effetto della Famine fu quella di concludere in maniera ''maltusiana'' questo processo. La morte immediata di un milione di persone (ne sarebbero morte in tutto più di quattro milioni ), e l'immediata immigrazione di un altro milione, a cui si aggiunsero svendite forzate e l'avvento di una classe di proprietari terrieri più orientati al commercio, indusse un forte cambiamento nell'organizzazione agricola del paese, la quale spostò il suo centro da un modo di coltivazione basato sul dissodamento e sull'aratura ad uno sulla pastorizia. Dopo la Famine, quindi, nel giro di due decadi. l'agricoltura irlandese sarebbe cambiata completamente. Generalizzando, si può notare che la Grande Carestia aveva fatto si che il grande numero di piccoli affittuari e lavoratori senza terra venisse a poco a poco sostituito da un gruppo di proprietari medio grandi, il cui scopo era quello di concetrare la proprietà in grandi unità invece di procedere lungo i tradizionali metodi di divisione. Queste condizioni ebbero maggiore diffusione nella parte orientale dell'isola, e solo più tardi e con maggiori difficoltà toccarono la parte occidentale dell'isola. Alla fine del secolo, con le conseguenze della Famine che si erano completamente dispiegate, una nuovo configurazione a livello agricolo caratterizzava il paese: ''a new pattern of small to middle-sized farms, varying enormously in commercial viability, emerged''3. Le aree di Connacht e del Munster furono quelle caratterizzate dalla nascita di ampi e laboriosi ''ranches''. Lavoratori senza terra rimasero sparsi ancora in tutto il paese, con maggiore concentrazioni a Sud e Ovest, ma evidentemente rappresentarono un gruppo sociale in netto declino.

Anche la struttura familiare subì degli importanti cambiamenti in concomitanza con i cambiamenti del sistema di proprietà. I matrimoni iniziarono ad avere luogo sempre più tardi: ai primi anni del Novecento l'età con cui si contraevano matrimoni in Irlanda risultava essere una delle più alte al mondo. Le modifiche alle tradizioni matrimoniali ovviamente si legavano con la necessità di mantenere unite le proprietà territoriali, evitando di lasciarsi

3Liam Kennedy, Irish agriculture: a price history, from the mid-eighteenth century to the eve of

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13 andare a quelle suddivisioni continue che avevano caratterizzato il periodo pre-Famine.

Un altro grande cambiamento consistè nella penetrazione delle campage da parte della stampa, processo che solo in parte era iniziato prima della Famine e che solo dopo il 1850 accellerò fortemente ( accellerazione anche dovuta all'abolizione di pesanti stamp duties sui giornali ). L'avvento dei quotidiani in lingua inglese aumentò le possibilità di fare politica e di lasciarsi coinvolgere da questa.

Altro grande cambiamento fu ravvisabile nell'immigrazione: ''massive and continuous emigration to the United States was istitutionalised''4. La cosa importante fu che, grazie alla stampa e ad un crescento livello di alfabetizzazione, i migranti ''were no longer dead to people at home''5, essi potevano scrivere a casa, iniviare delle rimesse monetarie e offrire supporto a coloro che dall'Irlanda avrebbero voluto seguirli. Un non ben specificato numero di migranti poi facevano anche ritorno in patria e mettevano in pratica cio che avevano imparato durante il loro soggiorno americano. ''Returned Yankees'' con i loro soldi, la loro sicurezza e le idee innovative prese direttamente dalla realtà USA davano forma ad una figura che divenne caratteristica nella seconda metà dell'Ottocento. Come succede nel caso di molti espatriati essi erano talvolta portatori di un nazionalismo perfino più aggressivo di coloro che mai si erano mossi dal loro paese, e fu a partire da questi uomini che il movimento Fenians prese avvio.

Una profonda serie di cambiamenti interessò anche la dimensione religiosa del paese. Il clero, grazie al ruolo religioso e grazie al fatto che fosse formato da uomini per lo più scolarizzati, costituiva una leadership naturale. La relazione dei sacerdoti con la società irlandese sembrò cambiare intorno alla metà dell'Ottocento. I motivi furono variegati: anzitutto vi fa la nomina papale di Pio IX, a cui si aggiunsero i rivolgimenti sociali causati dalla Famine e un

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Paddy Walley, Migration and immigration: changing the face of Irish society, Dublino, Irish Congress of Trade Unions, 2001, p.97.

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14 processo di autoriforma del clero iniziato nell'ultimo decennio del XVIII secolo (tale processo può essere fatto iniziare con la fondazione del Maynooth College nello 1795). Il costante dominio della società irlandese da parte di èlites non cattoliche e il fatto che non vi fossero grandi differenze né sociali né ideologiche tra la popolazione e la fascia più bassa del clero, fecero si che non vi fosse alcun grande contrasto fra le forze politiche radicali e la Chiesa. Gli uomini di Chiesa si opponevano al secolarismo e al radicalismo; il radicalismo irlandese non escludeva una sua forte componente religiosa, cosa che quindi non lo metteva in diretto contrasto con i rappresentanti religiosi. Le uniche forme di scontro e contrasto, come viene comunemente inteso, furono quelle che si verificarono all'interno della Chiesa stessa ed esse furono potenti. Le tensioni maggiori si crearono fra l'alto clero e il basso clero. I primi solitamente provenivano da prestigiose famiglie semi-aristocratiche e si facevano portatori di linee di condotta per lo più conservatrici - l'influenza di Vaticano e governo inglese sulle alte figure clericali erano comunque fortissime e questo non va mai dimenticato; i secondi invece provenivano da famiglie di piccoli proprietari terrieri o piccoli imprenditori e di solito erano solidali con il ''nationalist sentiment''. Un altro elemento da tenere in considerazione, anche se di minor rilievo rispetto al precendente, risiede nell'educazione che a questi sacerdoti veniva impartita. Fino ai primi anni dell'Ottocento essi prendevano la loro istruzione in continente, in seguito invece essi furono ''addestrati'' con sempre maggiore frequenza in Irlanda: questo fece si che il clero iniziasse a legarsi con sempre maggiore forze alle questioni ''nazionali'' del paese. Il ruolo sociale dei sacerdoti in questo senso fu decisivo. La scuola e la scolarizzazione divenne in pratica un monopolio della Chiesa. Essa divenne il motore principale che indirizzò la vita irlandese verso uno stile più puritano, controllato e conservatore: sostanzialmente fu il principale strumento di anglicizzazione del paese. Il clero veniva reclutato su larghissima scala. Nel 1800, vi era un sacerdote ogni 2100 fedeli, un secolo dopo questa ratio si sarebbe ridotta a un sacerdote ogni 900 fedeli. Questo processo di crescente importanza della religione ebbe un picco con il ''revivalism of the 1840s''

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15 momento che venne accompagnato dalla ''temperance crusade'' di Father Mathew. Questo movimento aveva influenzato le manifestazioni del Repeal Movement6 facendo si che fossero più sobre e disciplinate e allo stesso tempo aveva indebolito il Ribbonism7, ''because it kept the young men out of the public houses and therefore away from the Ribbon masters''. Negli anni '50 dell'Ottocento vi fu un grande incremento nella partecipazioni popolare alle manifestazioni di devozione religiosa. Larkin sostiene che questo fu un modo che il paese ebbe, dopo la famine, per rifondare la proprià identità su basi nuove e più forti. Curioso fu il caso delle regioni rurali dell'Ulster, anche esse colpite da un fenomeno di revivalism religioso -presbiteriano in questo caso- connesso con i cambiamenti delle strutture economiche che colpironoan anche queste regioni. David Miller ha interpretato il revival cattolico irlandese in termini maggiormente economicistici: questo forte ritorno alla religione sarebbe stata la risposta culturale alla creazione di un nuovo tipo di proprità. La modernizzazione del sistema proprietario, mettendendo in gioco la necessità di dividere le terre il memo possibile, rendeva necessario anche un abbassamento dei tassi di matrimonio, un innalzamento dell'età del matrimonio, insieme ad una condotta di vita più reggimentata e puritana. Il clerò contribuì a rinforzare questo modo di vivere, in cui di fatto, il sistema proprietario ed il controllo dell'opinione pubblica ne divennero i cardini. Le pratiche devozionali e religiose in generale crebbero di conseguenza a questo nuovo stile di vita. Miller mette in rilievo anche come la partecipazione alle celebrazioni religiose sia decisamente più alta nelle zona est dell'isola irlandese, quelle dove si parla inglese - a cui fanno da contrappeso le zone occidentale in cui sono ancora prevalenti le lingue autoctone. Questa circostanza non deve stupire: la maggiore partecipazione ai riti religiosi si incentrava nelle aree più anglicizzate, a maggior sviluppo urbano; la stessa cosa non valeva per l'ovest in

6 Patrick Geoghegan, King Dan: The rise of Daniel O'Connel, London, Gill and Macmillan, 2008. 7

Hugh Pollard, The secret society of Ireland: their rise and their progress, London, Kessinger Publishing, 2003.

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16 cui le comunità, ancora per lo più rurali, avevano difficolta, logisitiche e culturali, a partecipare a riti religiosi comune e istuzionalizzati ( si preferiva una religiosità più familiare e ristretta ).

Un altro cambiamento post-Famine di rilievo fu l'emergere di una middle-class benestante cattolica, sviluppatasi dal retroterra rurale fra 1850-70 nelle zone sud e est dell'isola. Questo ceto sociale colse l'occasione per fare il salto di qualità in termini di profittti e ricchezza nell' ultima decade dell'Ottocento momento in cui i prezzi agricoli salivano in corrispondenza con una crescente domanda di prodotti agricoli da parte delle classi urbane inglesi (l'Irlanda divenne per molto tempo il più grande fornitore di prodotti agricoli della vicina Inghilterra). La maggior parte della popolazione tornò a condizioni di agricoltura pre-Famine (ovvero ad un tipo di coltivazione di sussistenza) anche si deve registrare a poco a poco la diffusione di un tipo di coltivazione monocultura volta alla commercializzazione, cosa di cui beneficerà non poco la neonata middle-class.

I - Irlanda (1861-1865): Politica

La Guerra Civile Americana fu uno degli eventi di maggiore interesse per l'opinione pubblica irlandese tra 1861 e 1865. La grande immigrazione verso gli USA garantiva che l'attenzione della società irlandese sulle vicende d'oltreoceano rimanesse forte e costante nel tempo8. Un giornale metteva in rilievo:

''The American war touches Ireland more nearly than almost any other country in the world. For every parish in Ireland, there is at the other side of the Atlantic an almost corresponding colony of people, bound by ties of affection and blood. In their suffering our people suffer''9.

8

Screening Irish-American, a cura di Ruth Barton, Dublino, Irish Academic Press, 2009.

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17 Gli Irish-Americans seguivano per lo più i dibattiti che si producevano all'interno dell'ambito del nazionalismo irlandese circa la natura e i risvolti della guerra americana. L'Irish Americans di New York osservò:

''The American question has taken so strong a hold on the Irish people at home, that its discussion has superseded every other consideration; and the foremost men of our race are gradually taking sides in oppositions on it in a manner which threatens to interfere with the harmony which should prevail among men of true national feeling. It is worse then absurd''10.

Il console americano a Dublino era particolarmente consapevole dell'importanza della Guerra Civile per gli irlandesi e di come un'opinione pubblica favorevole non avrebbe fatto altro che giovare agli Stati Uniti. Scrisse, a tal proposito, come segue, al Segretario di Stato Seward nel 1864:

''An Ireland is the most important foreign country to us, having sent more emigrants during the past year, to cultivate our lands and enrich the republic, than all the world beside, and having also supplies our army and navy with many thousands of brave and hardy soldiers and sailors, it is well to keep an observant eye on the public feeling and the press of the country, in order the better to enable us to neutralize both, so far as they may be demaging to our interest, and to shape our course to that end''11.

Oltre al fattore emigrazione, vi era una altra questione che attirava l'attenzione irlandese sul conflitto americano. Un serrato parallelo esisteva tra la storia politica americana e quella irlandese durante tutto l'arco del XIX secolo. Con l'Act of Union del 1800 infatti veniva abolito il parlamento indipendente di Dublino e si lasciava che fosse un disinteressato parlamento britannico a decidere della vita politica irlandese. Questa circostanza induceva i

10 Irish American, 5 Dicembre, 1863. 11

Lettera di W.B. West a W.H. Seward, 26 Novembre 1864, National Archives, Consular Dispatches, Vol. IV, Dublino.

(18)

18 nazionalisti irlandesi a manifestare con sempre maggiore convinzione la loro contrarietà all'unione effettiva fra Irlanda e Gran Bretagna. La consapevolezza di almeno una parte della popolazione irlandese circa la somiglianza della loro problematiche nazionali con la realtà americana ebbe una notevole importanza nello sviluppo di una certa opinione pubblica sulla Guerra Civile in corso oltreoceano.

Al momento dello scoppio della Guerra civile, l'Irlanda stava passando una difficile fase politica. Sembrava che non ci fosse ''more hope for the Irish cause than for the corpse on the dissecting-table''12. Un politico del tempo scrisse che nel 1860 ''politics in Ireland had apparently gone to sleep. The surface was as calm as it could be made by pinching want and by dire anxiety to obtain the bare means of existence''13. Nel 1861 lo storico irlandese W.E.H. Lecky riportò che:

''The present disorganized state of public opinion, the strange combination of extreme liberal politics with strong sympathies for foreign despotism, the intense aversion to everything English manifested by the mass of the people''14.

Egli pensava che un certo ''national feeling'' fosse ormai andato perduto: ''we have an English party among us, and an Italian party; but we look in vain for an Irish party''15. Lecky faceva riferimento a quegli irlandesi che davano rappresentazione di se stessi come puramente inglesi o a quei cattolici irlandesi che avevano posto il loro credo religioso sopra ogni cosa. Egli era incerto:

12 Charles Gavan Duffy pronunciò queste parole nel discorso fatto in occasione del suo ritiro

dall'agone politico. In seguito sarebbe emigrato in Australia. Vedi Godless collegges and mixed

education in ireland: extracts from speeches and writings of Thomas Wyse, Daniel O'Connel, Thomas Davis, Charles Gavan Duffy, Frank Huhg O'Donnel and others, a cura di Angela

Clifford, Belfast, Athol Books, Belfast, 1992, p.75.

13 William J. Daunt, Ireland and Her Agitators, Dublin, J. Browne, 1845, p.241. ( versione web

al sito https://archive.org/details/irelandandherag01daungoog - consultato il 13\12\2013 - ).

14 William E. H. Lecky, The Leaders of Public Opinion in Ireland, London, Longmans, 1876, pp.

3-4 ( vedi https://archive.org/details/leaderspublicop00leckgoog - consultato il 16\12\2013 - )

(19)

19 ''Whether those are further removed from the traditions of nationality who repudiate all national sentiments as Irishmen, or those who would make their country simply the weapon of their church, and sacrifice every principle of liberalism upon the altar''

16

.

L'aristocrazia e la Chiesa cattolica erano gli unici gruppi di pressione ben strutturati e organizzati nel 1861. Nonostante questo il ''factionalism'' era diffusissimo. Non vi era nessuno Daniel O'Connel17 ma solo capi-fazione all'interno di altre fazioni.

Il principale scontro all'interno della opinione pubblica irlandese era fra ''Unionist'' and ''Nationalist''18. Gli unionisti supportavano l'Act of Union e consideravano l'Irlanda come un porzione geografica del territorio britannico. Tra gli unionisti irlandesi vi erano quattro fazioni politiche diverse. Corrispondente alla loro controparte inglese vi era la Liberal-Whig Alliance a supporto della amministrazione Palmerston19, a cui si aggiungevano i Conservatives, ed infine i Radicals - l'ala di sinistra del partito liberale a supporto delle tesi di Bright e Cobden -20. La quarta fazione, Catholic Unionist, erano supporters cattolici della amministrazione Palmerston e comprendevano la vasta maggioranza della middle-class e della upper-class cattolica irlandese. Molti dei Catholic Unionist, la maggior parte dei quali erano dei Gladstonian Liberals21, si erano ''convertiti'' fuggendo dalla fazione nazionalista più per

16

William E. H. Lecky, The Leaders of Public Opinion in Ireland, cit. pp. 5-6.

17

Ultan Macken, The story of Daniel O'Connell, Cork, Mercier Press, 2008.

18 Maurice Manning, Irish political parties: an introduction, Dublino, Gill and Macmillan, 1972. 19

David A. Brown, Palmerston, New Haven, Conn., Yale University Press, 2012.

20

Norman McCord, The Anti-Corn Law League: 1838-1846, Abingdon, Oxfordshire, Routledge, 2006.

21

Sul significato di ''Gladstonian'' e sulla figura di Gladstone è consigliabile consultare:

William Gladstone: new studies and perspectives, a cura di Ronald Quinault, Roger Swift e

(20)

20 opportunismo politico che per altro. Con la rinascita del movimento nazionalista al livello locale negli anni '70 del '700, molti avevano cambiato bandiera. Essi erano particolarmente inclini a proteggere gli interessi cattolici, cosa alla quale subordinavano tutte le altre.

In opposizione agli Unionist, vi erano i Nationalist, che possono essere divisi principalmente in due gruppi. I Moderate o Costitutional Nationalist desideravano la possibilità di amministrare i propri affari interni in maniera indipendente, cio che tentavano di conquistare attraverso manifestazioni e agitazioni di massa era una ''independent Irish legislature''. Essi fondamentalmente vedevano la necessità di dare all'Irlanda un governo autonomo come qualcosa di irrinunciabile; tale governo autonomo, secondo la loro impostazione politica, non necessariamente implicava una separazione dall'Inghilterra. Cio che quindi veniva chiesto con forza era la possibilità di tornare ad avere un proprio parlamento ed una propria libertà di azione politica ed economica - la cosa quindi doveva andare ben oltre la possibilità decisionale che veniva loro garantita all'interno del parlamento inglese. La maggior parte dei moderati, inoltre, erano irlandesi cattolici, e condividevano alcuni punti di vista con gli unionisti cattolici - soprattutto riguardo la preservazione di certi interessi religiosi.

Il secondo gruppo dei Nationalist era composto invece dai nazionalisti rivoluzionari, come i Fenians ed i loro simpatizzanti, intenti a perseguire un sovvertimento generale delle istuzioni del paese al fine di creare una repubblica irlandese completamente indipendente dalla Gran Bretagna. Il nazionalismo costituzionale sembrava agli occhi di questi ultimi qualcosa di logoro e poco efficace. Nel 1858, in Irlanda e in USA, essi formarono la Irish Republican Brotherhood or Fenian Brotherhood22, organizzazione segreta impegnata a perseguire la causa repubblicana. Attaccavano il nazionalismo costituzionale - ed i suoi sostenitori - più di quanto facessero gli unionisti stessi, alienandosi così l'appoggio di una platea di sostenitori che poteva essere abbastanza ampia

22 Owen McGee, The IRB: the Irish Republican Brotherhood, from the Land league to Sinn Fèin,

(21)

21 o quanto meno più ampia di quella che riuscivano a raccogliere attraverso l'uso della loro, talvolta eccessiva, propaganda politica. Queste formazioni radicali registravano maggiori adesioni solitamente nella fascia di popolazione legata al lavoro urbano (quantomeno avevano influenza maggiore sulle aree urbanizzate o parzialmente urbanizzate), mentre, per quanto riguarda la campagna, essa era ancora saldamente in mano alla Chiesa ed ai suoi funzionari , di ogni ordine e grado.

II - Irlanda (1861-1865): Religione

Altro elemento che influenzò con forza la società irlandese negli anni della Guerra Civile fu di fatto quello religioso. In questo ambito, fondamentale risultò essere la figura dell' Arcibishop Cullen. Paul Cullen fu il leader della Chiesa Cattolica irlandese dal 1850 al 1878. Egli rappresenta quindi la figura di riferimento in ambito religioso nel periodo di interesse di questo elaborato. Come arcivescovo, la sua principale preoccupazione fu quella di riformare la Chiesa nel profondo. Questa priorità emerge evidente dalle sua corrispondenza con il Cardinale romano Barnabò - è necessario evidenziare come, seppur la riforma istituzionale della Chiesa irlandese fosse una sua priorità, è possibile evincere dai carteggi con la curia romana come Cullen fosse sensibile anche a vicende più ''terrene'' come la dilagante emigrazione ed i problemi legati alla proprietà terriera-.

Poco dopo essere tornato in Irlanda, in seguito al suo lungo soggiorno a Roma, Cullen iniziò il suo progetto di riforma della Chiesa convocando il primo sinodo nazionale della Chiesa irlandese. Il sinodo, convocato a Thurles nell'Agosto 1850, con Cullen nel ruolo di delegato apostolico, rese possibile produrre una specifica legislazione atraverso la quale la Chiesa sarebbe andata incontro ad un cambiamento radicale. La legislazione messa in campo a Thurtles si dimostrò molto efficace in quattro differenti aree. Per prima cosa essa si mosse al fine di contrastare quella che stava diventando una crescente ingerenza dello stato inglese nell'educazione degli irlandesi cattolici; in

(22)

22 secondo luogo venne riformata l'organizzazione e le strutture della Chiesa Cattolica irlandese; venne modificata la celebrazione dei sacramenti ed infine si cercò di modificare anche la condotta e l'immagine del clero irlandese . Durante questo processo di riforma, Cullen pose le fondamenta - ideologiche, politiche e pastorali - per la trasformazione dell'intero complesso religioso del paese in senso maggiormente ultramontano23.

Da un punto di vista ideologico ciò che aveva la massima priorità per Cullen e per l'orientamento ultramontano di cui era esponente era la questione riguardante chi avrebbe dovuto controllare l'educazione dei cattolici. Il suo punto di vista corrispondeva pedissequamente a quello promosso da Papa Pio IX. Nel 1856 R.B. Lyons, rappresentante inglese presso la corte papale, informò i suoi superiori:

''Pio IX has always been forward in manifesting his disapproval of all systems in which religious and general education are separated, and has invariably claimed for the clergy, the right of superintending all instruction, whatever. He has, as is well known, on many occasion, expressed these sentiments when referred to respecting the educational system of foreign countries. Even in the early liberal days of his Reign he never admitted the right of the Laity in his own dominions to a voice in questions of education''.24

La legislazione e le modifiche proposte - e poi messe in pratica durante il suo lungo serivizio come arcivescovo - seguirono questi dettami.

''The proposals prohibited any clergymen who did so incurred there by an ipso facto suspension. They also exhorted the laity to

23

per approfondire il significato di ''ultramontanismo'': Albert McDonnel, Cardinal Paul Cullen

and his world, Dublino, Fourt Court Press, 2010.

24

Le parole di Lyons vengono citate in Lawrence Mc Caffrey, The Irish catholic diaspora in

(23)

23 reject and avoid the colleges because they involved grave and intrinsic dangers to faith and morals''.25

Queste proposte furono molte controverse e non tutto il sinodo si dimostrò concorde. La minoranza tentò di bloccare Cullen dal dar vita ai propri progetti appellandosi a Roma e alla sua ultima parola ma egli grazie proprio alle conoscenze - il Papa stesso e i maggiori esponenti di Propaganda Fide - che aveva proprio a Roma riuscì a vedere confermati i suoi progetti sulle questioni scolastiche. Nei fatti, nel giro di un decennio dopo Thurtles, con Cullen come guida spirituale, l'intero clero irlandese finì col formare un duro blocco culturale e politico a favore del controllo religioso dell'istruzione a tutti i livelli. L'istruzione ad ogni modo sarebbe stata un prerogativa del corpo clericale irlandese per molti anni a venire, e fu uno dei temi su cui ebbe modo di scontrarsi con le istituzioni statali - che fossero inglesi o irlandesi - più e più volte. Solitamente fu quasi sempre il clero ad uscire vittorioso da questi scontri, i quali servivano anche per rafforzare di volta in volta la loro identità culturale, spirituale e politica. L'istruzione dopo Cullen divenne una raison d'être del clero irlandese.

Oltre alla questione scolastica, un altro elemento dell' arcivescovato di Cullen deve essere messo in rilievo: il suo tentativo di dare corpo ad una rinnovato corpo ecclesiastico dove la mentalità romana e la fedeltà al Papa sarebbe dovuto essere prioritaria . Questo processo ebbe inizio con la nomina di 18 vescovi ad Armagh nel 1849, a cui ne fecero seguito altre 30 durante tutti gli anni '50 dell'Ottocento. Tutto questo permise a Cullen di plasmare ''fisicamente'' il clero irlandese. I cambiamenti a cui aspirava l'arcivescovo però non potevano essere raggiunti solo attraverso un ricambio di uomini. Vi era infatti ancora una radicata opposizione alla sua leadership all'interno del mondo religioso che lo circondava. Liberarsi di questa opposizione fu particolarmente difficile: il ruolo di vescovo infatti era, secondo la dottrina cattolica, derivato

25

Patrick O'Hegarty, A history of Ireland under the Union 1801-1922, New York, Kraus Reprint, 1969, pp.234-235.

(24)

24 direttamente da Gesù e quindi non era frutto di alcun responso collegiale, né, in teori, poteva essere negato o modificato da alcuna mano terrena - esclusa quella del Papa. Questo portava ad avere grossi problemi nel contrastare i vescovi che gli si oppenevano in quanto la loro autorità era difficilmente discutibile. Cullen per risolvere questo problema ricorse allo strumento dell'appello alla giurisdizione romana. Nelle questioni in cui si vedeva messo in minoranza o in cui veniva ostacolato da tale opposizione, egli ricorreva ai suoi contatti romani - e come estrema ratio all'interventi papale stesso - per portare a termini i suoi progetti di riforma legislativa. Un altro espediente di cui fece uso Cullen per rafforzare la sua posizione fu quello di modificare gli annuali incontri che si tenevano tra vescovi: essi vennero trasformati e abbandonarono la loro natura parlamentare per seguire il modello del sinodo. Cio implicò che egli, come delegato apostolico papale, prendesse parte a ognuno di questi incontri ampliando quindi la sua influenza considerevolmente - senza considerare che gli ordini del giorno , in quanto sinodo, dovevano prima essere approvati da Roma e poi in seconda battuta poteva essere discussi dai vescovi irlandesi. In questo modo progetti politici e agenda dei vescovi potevano essere facilmente posti sotto controllo. Cullen quindi, procedendo con modifche dirette al corpo dei vescovi, a cui aggiunse modifiche legislative ad hoc riuscì in poco tempo a concretizzare il suo modello di Chiesa ultramontana.

Se i risultati in termini di indirizzameno del sistema religioso irlandese verso un modello ultramontano fu davvero di rilievo, cio che rende ancora più importante il lavoro di Cullen furono i suoi interventi sulla regolarizzazione dei sacramenti e del clero che doveva espletarli. Dal punto di vista dei sacramenti, oltre a stabilire con forza il ruolo centrale della chiesa come luogo fisico in cui espletare i propri doveri religiosi, rafforzando quindi il ruolo logistico delle chiese lungo tutta l'isola, introdusse forme di devozione direttamente ricavate dal suo soggiorno romano: devozione al Sacro Cuore, all'Immacolata Concezione oppure la pratica devozionale della Via Crucis. L'introduzione di queste nuove forme devozionali aveva come obiettivo quello di rendere la Chiesa il vero centro della società.

(25)

25 Dal punto di vista invece della regolarizzazione del clero, si iniziò con il metter mano all'educazione riservata ai futuri sacerdoti. Di fondamentale importanza fu la fondazione del St. Patrick's College a Maynooth nel 1795, la cui valenza fu amplificata sotto il comando di Cullen. Entro il 1850 più della metà dei sacerdoti irlandesi passavano da li per la loro istruzione e in confronto a coloro che avevano ricevuto la loro istruzione in continente. essi si mostravano più zelanti, più pii e più rispettosi delle regole della Chiesa. Di rilievo fu l'impatto che ebbero queste nuove leve sulla diocesi di Dublino, la quale registrò nuove vette di partecipazione da parte della popolazione alle funzioni religiose: questo è da attribuire alla presenza di sacerdoti che potevano farsi forti di una immagine pubblica positivamente diversa rispetto a coloro che li avevano preceduto. E' necessario mettere in rilievo comunque come nonostante l'intervento innovatore di Cullen, la riorganizzazione del clero fosse andata così lascia anche perchè vi era una ampia disponibilità da parte dei sacerdoti stessi ad accettare queste novità. Se le nuove regole introdotte da Cullen fossero state osteggiate, forse la loro diffussione non sarebbe stata così ampia ed efficace. Questa disponibilità, ad onor del vero, andava ad inserirsi in quel fenomeno di trasformazione delle autorità ecclesiastiche, sopracitato che aveva avuto origine già a partire da metà '700. Il sinodo di Thurles non fece quindi che mettere il sigillo su un processo di trasformazione già in corso. Per definire quello che fu l'influenza di Cullen sulla vita religiosa dell'Irlanda di metà Ottocento è utile utilizzare le parole di Burke:

''The result of his labors was the wonderful revival of Catholic devotion and piety which in our day has restored so much of her ancient glory of sanctity to the land once called the Island of Saints''26

Importante fu anche il rapporto che venne a crearsi tra il mondo religioso e il mondo politico in Irlanda. Le gerarchie ecclesiastiche cattoliche

26

Burke viene citato in Patrick O'Hegarty, A history of Ireland under the Union 1801-1922, New York, Kraus Reprint, 1969, p. 112.

(26)

26 erano principalmente interessate a destabilizzare - possibilmente neutralizzare - il supporto statale che veniva dato alla chiesa anglicana. Si pensava che il miglior modo per destabilizzare la Chiesa Anglicana fosse dare appoggio politico alla parte più riformatrice degli Unionisti; nella visione corrente i Conservatives erano indissolubilmete legati all'establishment inglese. E' necessario però sottolineare come i cattolici irlandesi, non di meno, avessero una ''questione aperta'' di non poca importanza con la parte politica che il clero era intenzionata ad appoggiare: gli unionisti più riformatori infatti avevano dato un sostegno particolarmente forte all'unificazione italiana e la loro opposizione teorica e politica verso quello che era il potere temporale vaticano non passava inosservata. Alla fine, con l'amministrazione Palmerston ancora solida e con la sezione gladstoniana dei riformatori più interessata al benestare degli irlandesi cattolici di quella conservatrice, anche gli unionisti più rigorosi decisero di seguire la guida di Cullen, nonostante i loro dissidi in tema di politica estera. Particolare fu il rapporto che venne a crearsi fra io clero e i nazionalisti. Acceso e contrastato era il rapporto con i Fenians, in particolare, i quali erano visti, per lo più, come pericolosi anti-clericali repubblicani. I Fenians cattolici, d'altro canto, non erano anti-clericali, ma semplicemente non condividevano l'ingerenza della Chiesa negli affari pubblici, criticando l'atteggiamento onniscente e superbo dell'arcivescovo Cullen ( ''apple of God's eye''27, in questo modo alquanto sprezzante venne chiamato da James Joyce ). Il Connaught Patriot, facendo propri i principi dei Fenians, così scrisse a proposito della condanna di Cullen del movimento Fenians:

''If a council, representing the entire Church, would prounance them - the principles of Fennianism - as dangerous to faith and morals, then, indeed, would we, at once, and, unhesitatingly, yield implicit obedience''28.

27 James Joyce, Portrait of the Artist as a Young Man, 1916. E' possibile consultare la poesia

direttamente on-line da diverse fonti. Ho usato il seguente sito web: www.gutenberg.com ( consultato il 21\10\2013 )

28

(27)

27 Il Patriot inoltre trovava - a loro parere- un degno paragone storico con cui spiegare la situazione ''We know that red crimes had been committed in the name of the Church, when Galileo had been persecuted by a narrow-minded prelates and priests''29. Ad ogni modo era senso comune da parte dei Cattolici degli anni Sessanta dell'Ottocento vedere una forte contraddizione tra i principi feniani e il loro credo religioso: i primi erano troppo radicali per poter ammettere l'esistenza dei secondi. Questo stesso modo di vedere era sicuramente condiviso da Cullen, il quale vedeva nei nazionalisti in generale - l'importanza delle istutuzioni statali, che fossero inglesi o irlandesi, sopra ogni altra cosa lo mettevano subito in allarme - e nei Fenians nello specifico, una vera e propia minaccia. Lo scontro tra Cullen e la ''godless ideology'' dei Fenians si fece manifesta per la prima volta al funerale di Terence Bellew MacManus, personeggio di spicco dell'ambiente feniano, nel 1861, quando l'arcivescovo si rifiutò di dare il permesso al clero di Dublino di partecipare alle esequie: a sua parere erano troppo politicizzate visto che erano dirette da leaders fenian degli Stati Uniti. Cullen ''sought to limit political contagion which he represented to his superiors as a dangerous foreign import''30. Egli scrisse al cardinale Barnabò di come temesse quei movimenti radicali e di come fosse sicuro che essi venissero alimentati dagli emigranti di ritorno dall'America. Cullen notò ben presto come la nascita della National Brotherhood of St. Patrick in America e dei Fenians veri e propri in Irlanda causasse grossi problemi per quei sacerdoti le cui comunità erano caratterizzate da forti tassi migratori. In questo caso i rapporti con questi ''rivoluzionari'' erano forti e facevano molta paura. Cio che preoccupava era anche quello che succedeva direttamente in terra americana; cio era particolarmente significativo perché la comunità Fenians di emigrati irlandesi in America veniva vista - e nei fatti era - come il più forte finanziatore dei gruppi Feninas in patria. Quello

29 Connaught Patriot, 26 Marzo, 1864. 30

Albert McDonnel, Cardinal Paul Cullen and his world, Dublino, Fourt Courts Press, 2010, p. 310.

(28)

28 che più faceva tremare Cullen era l'impotenza con cui doveva assistere a questo processo. Egli infatti poteva influenzare le masse in patria, spingendole verso Dio e contro i rivoluzionari, ma non poteva fare altrettando in America. Cullen era impossibilitato a mettere un freno a questo fenomeno non solo perché non aveva nessuna autorità in America ma anche perché le stesse autorità religiose a stelle e strisce non avevano un atteggiamento univoco nei confronti della comunità Fenians. Molti influenti membri del clero americano, come l'Arcivescovo Duggan di Chicago, l'Arcivescovo Spalding di Baltimora, condivideva le idee di Cullen , ma nei fatti la politica che si mise in atto nei confronti di queste questioni fu alquanto docile. ''The general body adopted a softer approach, hoping that if they ignored the problem, support for Fenianism would dissapate and the movement collapse.''. Questo approccio era dovuto al fatto che la gerarchia ecclesiastica americana non avesse lo stesso potere sociale e lo stesso potere di controllo sulle persone come quella irlandese. A questo stato di cose si aggiunse il fatto che il clero americano temeva che un posizione troppo radicale causasse una frattura irreparabile con la comunità irlandese immigrata. Questa situazione politica portò la Chiesa irlandese verso posizioni sempre più critiche verso il nazionalismo del proprio paese mentre condusse la Chiesa americana a sostenere la comunità Irish-American (si pensi che alcuni nazionalisti si facevano forti di un più o meno veriterio sostegno da parte di figure come l'Archibishop di New York John Hughes o quello di San Francisco, Joseph Almany).

(29)

29

III - Irlanda (1861-1865): Economia

Dopo il profilo politico e quello religioso, si rende necessario un veloce quadro economico dell'Irlanda durante la Guerra Civile. L' Eire stava attraversando anche una difficile situazione economica. Passati attraverso il tributo di morte dovuto alla Famine del 1845-4731 e alla massiccia emigrazione immediatamente successiva, l'Irlanda aveva perso il 30% della sua popolazione. In aggiunta, una serie di raccolti davvero magri colpirono il paese tra 1861-63. Le informazioni disponibili sul quel momento storico rivelano che la crisi economica stava assumendo delle dimensioni consistenti.

Prendendo in considerazione il Budget Report del 16 Aprile 1863, del Chancellor of the Exchequer W.E. Gladstone,32 la crisi irlandese sembrava anche peggiore di quella che stava passando il Lancashire nello stesso momento33. Gladstone mise in risalto come il commercio di beni britannici con gli Usa, a causa del calo di produzione del cotone, crollò dalle 22.000.000 £ nel 1859 alle 14.000.000£ nel 1862 (allo stesso tempo però questo gap venne colmato da un aumento di 12.000.000£ del commercio di beni in legno verso la Francia). La situazione agricola non era delle migliori: il valore annuale della produzione agricola irlandese tra 1856 - 1859 era di 39.000.000 £. Il valore della produzione durante il 1860 fu di 35.000.000, di 29.000.000£ per il 1861 fino a 27.000.000 £ nel 1862. Ci fu quindi una decrescita dal valore di 12.000.000 sterline. Questo per altro non rappresentava neanche il problema economico peggiore per il Regno Unito nel 1862. Il problema peggiore era rappresentato dalla crisi del Lancashire che, almeno ad occhi inglesi, rappresentava, all'epoca, uno dei luoghi trainanti dal punto di vista

31

Per una conoscenza aggiornata e puntuale di una vicenda tanto importante è consigliabile consultare : Atlas of the Great Irish Famine, 1845-52, a cura di John Crowley, William J. Smyth e Mike Murphy, Cork, Cork University Press, 2012.

32 Thomas C. Hansard, Parliamentary Debates, 3d series, London 1830-91, CLXX, pp.207-9.

33

William O. Handerson, The Lancashire cotton famine 1861-65, Manchester, Manchester University Press, 1994.

(30)

30 economico34. In quel caso però i sostegni monetari, soprattutto governativi, per superare la depressione economica venivano elargiti con estrema facilità. Nel caso della crisi agricola irlandese, invece, avendo suscitato ben poco interesse nelle aule della House of Commons inglese, gli aiuti tardarono ad arrivare . Gladstone addirittura dubitava ''whether the attention of the public had been fully awakened to the amount of the calamity which during the last few years had befallen that portion of the United Kingdom''35. L'economia irlandese fu ''partially balanced by the favourable condition of the linen manufacture in Ulster''36. Sebbene la depressione economica irlandese non fosse concentrata come nel Lancashire in una ''particular surface of the country'', in Irlanda il problema era ''generally diffused as broad as the area of agricultural industry''37. Come aveva riportato lo stesso Gladstone, e come facevano puntualmente diversi osservatori irlandesi, gli operatori nel Lancashire erano comunque inseriti in una realtà che gli avrebbe permesso di superare le difficoltà economiche più facilmente rispetto ai contadini irlandesi38. Il 27 aprile 1863, nella House of Commons, John Meguire. una delle figure più in vista del nazionalismo costituzionale irlandese e sindaco di Cork, espresse delle preoccupazioni anche più profonde di Gladstone:

''I deeply regret to be compelled to assert that nearly all Ireland is now one Lancashire. I am convinced that there is more actual and terrible distress in many counties in Ireland than in England put together. There are alas! many districts in Ireland in which the people are literally starving'' 39

34

William O. Handerson, The Lancashire cotton famine 1861-65, cit.

35

Thomas C. Hansard, Parliamentary Debates, cit.

36 Thomas C., Hansard, Parliamentary Debates, 3d Series, Vol. CLXX, London, pp. 207-209. 37

Thomas C. Hansard, Parliamentary Debates, cit. pp. 207-209.

38

Peter Grey, Famine, land and politcs: British Government and Irish society, 1843-50, Dublino, Irish Academic Press, 1999.

39

(31)

31 Anche il conservatore Irish Times, voce dei proprietari terrieri che sostenevano la necessita di trasferire risorse dall'Irlanda verso l'economicamente debole Lancashire - cosa che invece era particolarmente invisa ai nazionalisti, i quali, al contrario, sostenevano che che la ''charity begins at home''40 - ammetterà che la situazione era peggiore in Irlanda che nel Lancashire. Fortunatamente la situazione migliorerà lievemente nel 1863, con una leggera ripresa del comparto agricolo irlandese.

Ovviamente la Guerra Civile americana rese questa situazione difficile, ancora peggiore, quasi insopportabile. Tra 1861 e 1862 l'incertezza sulle vicende americane indusse un forte rallentamento dell'ormai consueto flusso migratorio, causando quindi la chiusura di una ''valvola di sfogo'', in quel momento di crisi, fondamentale per l'Irlanda. Inoltre la guerra negli Stati Uniti influenzava l'afflusso delle rimesse degli immigrati in madrepatria; a cio ovviamente si aggiungeva il fatto che nè mogli nè parenti potevano essere risarcite in alcun modo della morte avvenuta di un proprio membro della famiglia - di solito il marito o i figli - . La guerra americana perciò poteva privare le famiglie irlandesi non solo di uno ( o più ) dei loro membri, ma poteva anche sottrarre quella che, in alcuni casi, era l'unica fonte di ricchezza - ( i contadini irlandesi furono tra coloro che, da questo punto di vista, soffrirono di più la Guerra Civile americana).

L'unica eccezione al generale stato negativo dell'economia irlandese era rappresentato dall'area dell'Ulster. L'East Ulster aveva nel 1861 una presenza preponderante di protestanti, di presbiteriani in particolare, con Belfast in particolare come loro centro nevralgico. In questa area si stava sviluppando nell'opinione pubblica un forte sentimento unionista: la percezione era quella che Irlanda e Gran Bretagna fossero parte di una stessa realtà nazionale e politica. Grazie alla legislazione sulla proprietà terriera, il settore agricolo - e i contadini stessi - versavano in condizioni migliori. Come Gladstone notò nel suo ''Budget Report'' dell'Aprile del 1863, il boom nella produzione del lino

40

(32)

32 nell'Ulster avrebbe in qualche modo compensato la crisi economico-agricola nel resto del paese. Gli stessi contadini, diretti produttori del lino, beneficiarono di questo propizio momento economico : a dimostrazione di questa momentanea fase di prosperità, si registra una drastica - e naturale - riduzione dell'emigrazione contadina dall'Ulster verso gli USA. La cosa rappresentò un'eccezione. Lo sviluppo del lino fu infatti paradossalmente facilitato dalla forte crisi del cotone che aveva colpito quella stessa regione. La ''cotton famine'' , tra 1862-63 aveva portato sotto la soglia della sopravivvenza più di 20.000 tessitori e più di 80.000 ricamatori, tutti impiegati in quello che può essere definito come una sorta di ''indotto'' intorno alla città di Belfast. Ad onor del vero, tanti di questi lavoratori vennero riassorbiti dalla produzione del lino, ma, allo stesso tempo, per molti altri il momento fu davvero difficile. La segreteria del Lisburn Relief Committee scrisse nel gennaio del 1863:

''The causes which have produced such distress in Lancashire have acted with still greater severity on our poor operatives, who were only able in the best times to earn bare subsistence, and consequently, when the collapse came, they had no reserve funds to fall back upon''41.

Tanti fra i disocuppati furono quindi costretti ad emigrare comunque42.

41 An Economic history of Ulster, 1820-1940, a cura di Liam Kennedy e Philip Ollerenshaw,

Manchester, Manchester University Press, 1985

42 L'emigrazione quindi colpì anche l'Ulster, seppur in maniera più ''sfumata'' e circoscritta - in

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