Lezione 2 - La Natura Corpuscolare della Luce
Unit`
a 2.3 L’effetto Compton
Luca Salasnich
Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei”, Universit`a di Padova
Energia e quantit`
a di moto di un fotone (I)
Se la luce, che si muove con velocit`a c = 3 · 108 m/s, `e composta da particelle elementari dette fotoni, evidentemente questi fotoni si muovono alla velocit`a c della luce.
Sulla base della dinamica relativistica di Einstein, una particella che si muove alla velocit`a della luce, cio`e con v = c, deve avere massa nulla, cio`e m = 0. Inoltre, in questo caso l’energia E della particella `e legata alla sua quantit`a di moto p dalla relazione
E = c p , (1)
dove p = |p| `e il modulo della quantit`a di moto p.
D’altra parte, abbiamo visto che per il fotone vale anche la formula
E = h ν , (2)
dove h = 6.63 · 10−34 J s `e la costante di Planck e ν `e la frequenza della luce.
Energia e quantit`
a di moto di un fotone (II)
Ne segue allora che
p = E
c =
h ν
c . (3)
Ricordando che per la luce vale la relazione di dispersione
λ ν = c , (4)
dove λ `e la lunghezza d’onda della luce, il modulo della quantit`a di moto `e anche uguale a
p = h
λ. (5)
Questa formula mette in relazione una propriet`a corpuscolare della luce, la quantit`a di moto p, con una propriet`a ondulatoria della luce, la lunghezza d’onda λ.
L’esperimento di Compton con i raggi X (I)
Nel 1923 Arthur Compton1studi`o la diffusione di un fascio di raggi X che
attraversa un piccolo bersaglio di grafite.
I dati sperimentali mostrano che dopo l’urto (diffusione) la lunghezza d’onda della luce X viene modificata sulla base della formula empirica
λ0 = λ + λc(1 − cos(θ)) (6)
dove λ `e la lunghezza d’onda prima dell’urto, λ0 `e la lunghezza d’onda dopo l’urto, e θ `e l’angolo di diffusione. Il costante empirica
λc = 2.42 · 10−12 m `e oggi nota come lunghezza d’onda Compton.
L’esperimento di Compton con i raggi X (II)
In effetti l’evidenza empirica `e leggermente pi`u complicata. Ad un certo angolo di diffusione θ la luce diventa bicromatica con due lunghezze d’onda:
λ1 ' λ , (7)
λ2 = λ + λc(1 − cos(θ)) , (8)
dove λ `e la lunghezza d’onda della luce prima dell’urto. Nel caso θ = 0 si ha
λ2= λ . (9)
Per θ = π/2 = 90o si ha invece
λ2= λ + λc . (10)
Mentre la massima separazione si ha nel caso θ = π = 180o dove
Spiegazione dell’effetto Compton (I)
Lo stesso Compton diede una ragionevole spiegazione teorica del suo esperimento. Le ipotesi di Compton sono:
i) la luce `e composta di fotoni, particelle a massa nulla;
ii) la grafite `e composta da atomi ed elettroni liberi, in entrambi i casi si tratta di particelle con massa m diversa da zero;
iii) nel processo di diffusione ogni singolo fotone interagisce con una singola particella della grafite;
iv) questo processo di diffusione `e un urto elastico e quindi si conserva l’energia totale e la quantit`a di moto totale.
Spiegazione dell’effetto Compton (II)
Prima dell’urto l’energia EX e la quantit`a di moto pX del fotone sono
EX = h c λ, (12) pX = h λ, 0, 0 . (13)
L’energia Eg e la quantit`a di moto pg di una particella di massa m della grafite sono invece
Eg = mc2, (14)
pg = 0, 0, 0 , (15)
Spiegazione dell’effetto Compton (III)
Dopo l’urto l’energia EX0 e la quantit`a di moto p0X del fotone sono
EX0 = h c λ0 , (16) p0X = h λ0 cos (θ), h λ0 sin (θ), 0 . (17)
L’energia Eg0 e la quantit`a di moto p0g della particella di massa m della grafite sono invece
Eg0 = q
m2c4+ (p0
gc)2, (18)
p0g = (pg0 cos (φ), pg0 sin (φ), 0) , (19) dove θ `e l’angolo di diffusione del fotone mentre φ `e l’angolo di diffusione della particella.
Spiegazione dell’effetto Compton (IV)
Imponendo la conservazione dell’energia EX + Eg= EX0 + E
0
g (20)
e della quantit`a di moto
pX+ pg= p0X + p0g (21)
dopo una serie di calcoli algebrici si trova λ0= λ + h
mc(1 − cos(θ)) . (22)
Nel caso di urto fotone-elettrone m = me = 9.11 · 10−31 kg e h/(mec) risulta proprio essere la lunghezza d’onda Compton (dell’elettrone). E quindi λ0 = λ2= λ + λc(1 − cos(θ)).
Nel caso di urto fotone-atomo m = mC = 19.94 · 10−27 kg e h/(mCc) risulta essere molto molto pi`u piccola della lunghezza d’onda Compton. E quindi λ0 = λ1= λ + (h/(mCc)) (1 − cos(θ)) ' λ.