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View of Jean-Piere Pourtois, Huguette Desmet, <em>L’educazione postmoderna</em>

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Jean-Pierre Pourtois, Huguette Desmet. L’educazione post-

moderna (Trad. it. di M. Piazza). Tirrenia-Pisa, Del Cerro,

2006.

Clara Silva

Alla crisi della modernità, con i suoi paradossi e le sue contraddizioni, corrisponde una crisi della pedagogia, che si scopre inadeguata a elabo-rare un modello dell’«educare bene» al di fuori della logica autoritaria dell’univocità che caratterizza il moderno. Nella Prima Parte del volu-me, gli autori sottolineano la necessità di una risposta educativa nuova di fronte alla dispersione dei saperi, al loro diventare sempre più complessi e interconnessi, alla frammentazione dell’individualità e al moltiplicarsi dei valori, alla sfida posta da una società che pratica l’esclusione in no-me della ricerca sfrenata del benessere e della prestazione assoluta. Tale risposta deve muovere da una riflessione sulla condizione postmoderna, in cui il soggetto riafferma i suoi diritti nei confronti dell’oggettività ra-zionalistica propria del moderno e in cui i saperi, frammentati e dispersi negli specialismi e nella sterile contrapposizione tra le diverse scuole di pensiero, esigono di essere integrati tra di loro per meglio fronteggiare la complessità crescente della società attuale. Il soggetto della postmo-dernità deve pertanto diventare l’attore-autore di una sintesi di cono-scenze scientifiche capace di salvaguardare la loro articolazione e la loro molteplicità. È proprio un simile soggetto che la pedagogia deve porre al centro del suo progetto educativo se vuole raccogliere la domanda di formazione che attraversa oggi l’intera società, a diversi livelli. Un soggetto che è anche un sistema multidimensionale complesso, essendo composto, secondo il paradigma presentato dagli autori, dalle dimen-sioni affettiva, cognitiva, sociale ed etica.

La pedagogia postmoderna ha dunque il compito di elaborare un modello formativo in grado di tener conto delle diverse facce della soggettività e dei suoi bisogni, un modello che deve poter far propri i risultati cui sono giunte le singole scienze dell’educazione e più in gene-rale le differenti scienze umane. Il volume presenta il notevole sforzo di integrare e accordare tra loro i contributi principali offerti soprattutto

Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 1 - 2007, pp. 86-88

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Clara Silva/Jean-Pierre Pourtois, Huguette Desmet. L’educazione… 87 nel Novecento da un ampio raggio di discipline – dalla psicologia del-l’infanzia alla sociologia, dalla psicoanalisi alla filosofia, fino alla scienza della comunicazione – con quelli a cui sono giunte le diverse branche della pedagogia, attraverso i suoi modelli principali, da quello rogersia-no a quello behaviorista, da quello di Freinet a quello istituzionale e così via. Il nucleo teorico attorno a cui si compongono le tessere di questo complesso mosaico è il «paradigma dei dodici bisogni psicopedagogi-ci», illustrato nella Parte Seconda del testo. Tale paradigma, frutto di ricerche condotte dagli autori all’interno del Centro di Ricerca e d’In-novazione in Sociopedagogia familiare e scolastica (Ceris)

dell’Universi-tà di Mons, in Belgio, è strutturato sulla base delle quattro dimensioni già richiamate. Ad ognuna di esse corrisponde un bisogno specifico (ad esempio, alla dimensione affettiva corrisponde il bisogno di affiliazio-ne), cui si connettono tre nozioni di riferimento (nel caso del bisogno di affiliazione sono l’attaccamento, l’accettazione e l’investimento), che rimandano anch’esse ad altrettanti bisogni. La complessità del paradig-ma risiede nella fitta traparadig-ma di riparadig-mandi e connessioni che legano tra loro i bisogni di ciascuna dimensione con quelli delle altre, dando vita a un vero e proprio paradigma di interazioni di cui gli autori sottolineano il carattere aperto e non rigido.

Lo sviluppo e l’illustrazione del paradigma dei dodici bisogni è fon-dato non soltanto su un’ampia rassegna e sistemazione dei contributi che le diverse scienze dell’educazione hanno dato alla lettura delle esi-genze formative dell’individuo, ma anche sulla presentazione e sull’ana-lisi di un apparato di testimonianze di genitori e bambini intervistati nel quadro delle attività del Centro presso cui gli autori lavorano. Per ogni serie di bisogni il lettore dispone sia dell’esposizione in chiave pedago-gica della letteratura scientifica più recente a riguardo, sia del suo con-trappunto discorsivo e quotidiano attraverso la voce dei protagonisti della scena educativa. La scommessa degli autori è di poter agganciare a ciascun bisogno un’azione pedagogica specifica e mirata che sappia nel contempo porsi in stretta correlazione con le altre azioni pensate per dare una risposta ai restanti bisogni fondamentali.

La Terza Parte del volume è dedicata per l’appunto a tracciare la dire-zione che consente di rendere operativo in chiave educativa il paradigma dei dodici bisogni. Ciascuno di noi, osservano gli autori, ha incorporato in sé una determinata pedagogia, ovvero ha fatto proprio in maniera inconsapevole e non riflessiva un determinato modello educativo in ba-se all’educazione ricevuta e alle proprie esperienze formative, ba-secondo una dinamica di apprendimento definita nei termini di «pedagogia

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Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 1 - 2007 88

l’impregnazione». Per «educare bene», l’educatore dovrà lavorare su se stesso per rendere esplicito tale modello, così da poterlo modificare e arricchire con l’apporto di altri modelli. Ne risulta un programma, sviluppato nella parte finale del volume, secondo il quale l’educatore è invitato a rendere più complessa la propria pedagogia di base grazie al contributo di una serie di pedagogie mirate a soddisfare il complesso dei bisogni dell’educando. Per riprendere l’esempio riportato sopra, al bisogno di attaccamento gli autori associano la pedagogia delle espe-rienze positive, a quello di accettazione la pedagogia umanistica di Carl Rogers, a quello di investimento la pedagogia del progetto. Ne risulta così un quadro di nove pedagogie corrispondenti ai bisogni affettivi, cognitivi e sociali, mentre la pedagogia dell’impregnazione o pedagogia di base è da riferire ai bisogni di valori. L’interazione tra quest’ultima e le altre è produttiva dell’identità pedagogica nuova dell’educatore, che viene a trovarsi in tal modo al centro di un «sistema pedagogico integra-to» che costituisce una sorta di «meta-punto di vista pedagogico» dal quale è possibile operare la sintesi dei vari modelli. Il soggetto tratteg-giato da Pourtois e Desmet è dunque una sorta di polo di aggregazione e di rielaborazione riflessiva delle proprie esperienze formative, dotato degli strumenti per ridescrivere la propria storia educativa e per ricon-vertirla nella pratica pedagogica che gli richiederà il ruolo di genitore o di professionista dell’educazione.

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