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CNR e Protezione Civile verso un know-how condiviso

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www.rivistageomedia.it

EMERGENZA

EMERGENZA

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SICUREZZA

SICUREZZA

QUALI SOLUZIONI

QUALI SOLUZIONI

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Gestione del Rischio Valanghe e

sue applicazioni con l'

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Il piano straordinario di

Telerilevamento Ambientale

Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 3/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

N°3 2010

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

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Il

Geoportale

della Lombardia

premiato da AM/FM

X

Modelli meteo-climatologici per

le

Isole Urbane di Calore

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REPORTS

40 GEOmedia n°3-2010

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o scorso 27 maggio si è svolta, presso l’Aula Marconi

della sede del CNR a Roma, la giornata di studio intito-lata La ricerca del CNR per il sistema nazionale di

Prote-zione Civile.

La giornata ha visto presenziare alcune importanti fi gure, por-tavoce rispettivamente dei due enti e del dipartimento che ha ospitato l’evento: Luciano Maiani, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Bernardo de Bernardinis, vice-capo del Dipartimento della Protezione Civile, e Giuseppe Cavar-retta, direttore del Dipartimento Terra e Ambiente del CNR. Un evento del genere non poteva far altro che partire da casi particolari; per questo, l’intera prima parte della giornata, è stata dedicata alle attività di supporto scientifi co messe in opera dal CNR, o in collaborazione con esso, durante gli eventi catastro-fi ci dell’Abruzzo e durante le emergenze causate dalle ceneri del vulcano islandese Eyjafjallajökull (il cui vero nome è in real-tà Eyjafjalla, mentre quello comunemente utilizzato è il nome del ghiacciaio che lo ricopre) e dagli eventi alluvionali in Sicilia. Durante questa prima parte sono stati dunque presentati i vari interventi scientifi ci che hanno contribuito a fornire alla Protezione Civile informazioni adeguate, utili per la gestione delle criticità: dalla misura delle deformazioni co- e post-si-smiche, agli aspetti geologici e geofi sici della microzonazione sismica; dai fenomeni di dissesto idrogeologico, alla stima dei danni al patrimonio costruito, fi no alla gestione tramite piat-taforme open cource condivise delle informazioni territoriali. I grandi risultati ottenuti a livello scientifi co si pongono come soluzioni allo stato dell’arte anche in campo internazionale; esse fanno da complemento all’attività sul campo svolta dalla Protezione Civile ed è proprio questa fase collaborativa – o, quantomeno, la scarsa conoscenza che si ha di essa – che ha spinto i due enti a sedersi allo stesso tavolo.

Il modello sviluppato in Italia è qualcosa di cui andare fi eri e che molti paesi attualmente ci invidiano. Resiste, però, una sorta di reticenza nel pubblicizzare i grandi risultati ottenu-ti dall’unione degli sforzi dei due enottenu-ti. Il CNR, da una parte, non riconosce forse al DPC un adeguato spessore scientifi co, mentre la Protezione Civile, dal canto suo, chiusa in una gab-bia normativa a cui bisogna per forza di cose far riferimento, ha bisogno che il CNR stesso assecondi queste limitazioni, fornendo dati utili ed in maniera ‘speditiva’.

Le capacità operative del CNR e del DPC non si discutono, comunque: De Bernardinis le defi nisce “uniche al mondo”, eppure esse si scontrano con due visioni differenti della ge-stione delle emergenze: se per il CNR prevale una visione accademica e altamente scientifi ca – che ha dunque ha che fare con modelli ‘differiti’ – per il DPC vi è invece la necessità di avere risposte a domande precise ed in maniera

rapidissi-ma, per poter scendere preparati sul campo. Qui, il ruolo del singolo ricercatore è importantissimo: deve superare il suo carattere individualista, responsabilizzandosi come persona che può fornire contributi strumentali utili e fondamentali in situazioni di emergenza.

Il ruolo di entrambi gli enti è comunque fondamentale: una migliore cooperazione non può nascere se non c’è una comu-nicazione più effi cace, sia intra-ente, tra i vari dipartimenti. La giornata di studio del 27 maggio è, in questo senso, un ottimo punto di partenza verso una nuova fase di collabora-zione tra CNR e DPC. I presupposti scientifi ci e operativi – il

know-how – sono di altissimo livello e tutti ne sono

consape-voli. L’obiettivo è trovare un punto d’incontro tra le esigenze dei due enti, sempre con un occhio di riguardo allo scopo di ogni attività, che è – questo è ovvio – la salvaguardia della comunità, di noi cittadini.

Fulvio Bernardini

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, insieme al Dipartimento della Protezione Civile, ha un ruolo fondamentale nelle fasi di prevenzione, gestione e intervento durante disastri ed emergenze. Questo connubio non gode però del giusto risalto, anche a causa dei diversi punti di vista che caratterizzano i due enti: uno improntato sugli aspetti teorici e l’altro su aspetti più pratici. La giornata di studio svoltasi presso la sede del CNR rappresenta in questo senso il primo passo verso un nuovo tipo di collaborazione.

CNR e Protezione Civile

verso un know-how

condiviso

Abstract

CNR and Civil Protection towards a shared know-how The Italian National Council of Researchers (CNR) and the Civil Protection Department have a central role in preventing and managing natural disasters and emergencies. However, this union is not considered at a national level: this happens be-cause of the different point of views that characterize these two figures. CNR is more focused on a scientifical approach while CPD is more interested on the practical issues of calamities. The workshop which this report refers to has been aimed to solve this 'opposition'.

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