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Citizen science e conoscenza del suolo: un binomio possibile?

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Academic year: 2021

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CITIZEN SCIENCE E CONOSCENZA DEL SUOLO: UN BINOMIO POSSIBILE?

Alessandro Oggioni (a), *Michele Freppaz (b), Marco Giardino (b), Laura Criscuolo (a),

Paola Carrara (a), Margherita Maggioni (b), Alessandra Pugnetti (c), Giorgio Matteucci (d,e) (a) CNR - IREA Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente

(b) NatRisk, Università di Torino (c) CNR - ISMAR Istituto di Scienze Marine

(d) CNR - ISAFOM Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (e) CNR - IBAF Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale

*Autore corrispondente: michele.freppaz@unito.it

Il coinvolgimento del pubblico nella ricerca scientifica ha assunto un ruolo di primaria importanza in molte discipline scientifiche. Il termine “Citizen Science” (CS) è ormai riconosciuto per identificare qualunque azione di partecipazione a favore della scienza, da parte di coloro che scienziati non sono.

La bibliografia che riguarda l’attività di CS è ampia, molte sono le discipline che ne hanno usufruito con successo, tra le quali anche esempi nel campo della scienza del suolo (Rossitter et al., 2015; Bone, et al., 2012). Tutti gli autori sono concordi nell’identificare nella diffusione di supporti tecnologicamente abilitanti, nella connessione continua alla rete Internet e nella possibilità di georiferire foto, messaggi, ecc., le maggiori ragioni per le quali i cittadini vengono coinvolti più agevolmente nella ricerca scientifica.

Nell’ambito delle attività della rete Italiana di Ricerca Ecologica a Lungo Termine (LTER-Italia, http://www.lteritalia.it) sono stati svolti, durante l’estate 2015, 3 itinerari di divulgazione i cui scopi sono stati: a) condividere le attività dei siti LTER col pubblico; b) creare e percorrere con i cittadini itinerari di connessione fra siti LTER; c) sviluppare metodologie, buone pratiche e sistemi informatici per il coinvolgimento della cittadinanza nella ricerca e per una migliore sostenibilità a lungo termine.

L’itinerario “Rosa…azzurro…verde!”, condotto dagli autori di questo contributo, si è fatto promotore di attività di CS, proponendo l’uso di due applicazioni per la raccolta partecipativa e guidata di osservazioni biologiche (iNaturalist, http://www.inaturalist.org/) e di parametri abiotici, in particolare di tipo pedologico e geomorfologico (EpiCollect, http://www.epicollect.net). Nonostante queste ultime non siano tradizionalmente attrattive quanto quelle biologiche, si sono individuate tipologie di osservazioni semplici che potessero invogliare i partecipanti ed essere svolte durante il cammino. Sono state selezionate: forma del terreno (creste, morene, circhi, etc.), forma delle rocce affioranti e dei massi, colore delle rocce e del suolo, forme di erosione, trasporto di suolo ad opera di valanghe e spessore del manto nevoso. Questa prima sperimentazione, con un limitato numero di campi da compilare, ha permesso di far emergere alcune criticità. Nonostante l’elevato grado di personalizzazione, EpiCollect è, infatti, poco orientata all’utente. L’osservatore deve avere un certo grado di esperienza e venire preparato attraverso un’approfondita descrizione di cosa osservare. Probabilmente negli ambiti relativi alle scienze della terra, più che in altri, occorre stilare un protocollo per una corretta raccolta delle osservazioni, le quali, adeguatamente gestite, possono rappresentare un utile strumento per la raccolta dati relativi al suolo. Non sono inoltre da trascurare le possibili applicazioni nel campo della didattica, quali ad esempio le esercitazioni previste dai corsi del settore Scienza del Suolo.

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