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A flower it seems. Itis-knitwear design

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Academic year: 2021

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POLITECNICO DI MILANO

Scuola del Design

elaborato di laurea in design della moda

Anno Accademico 2016/2017

A Flower It Seems

Relatore:

Professor Giovanni Maria Conti

Professor Manuela Rubertelli

Studente:

Linsheng Hua

(2)

INDICE

目录

ABSTRACT

1.Il passaggio storico dalla Dinastia Sui alla Dinastia Tang

2.Ru Qun, 襦裙

3.Nan Zhuang,男装(L’abbigliamento da uomo)

4.Hu Fu, 胡服

5. I principali disegni di tessuti nella dinastia Tang

6.Conclusione

L’ABBIGLIAMENTO CINESE DELLA

DINASTIA TANG

1.Biografia

2.Architetture in accessori

3.Il fascino della camicia bianca

GIANFRANCO FERRE

BIBLIOGRAFIA

RINGRAZIAMENTI

A Flower It Seems

COLLEZIONE CRUISE 2018

itis̲Knitwear Design

1.Mood

2.I disegni dei pattern

3.Disegni

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1

Il mio progetto di tesi parte dallo studio e dall’ approfondimento della dinastia Tang (618-907), periodo della storia di cinese contraddistinto dal dominino dell’etnia Han con momenti di grande splendore ancora oggi ricordati nella moderna tradizione cinese.

Essendo io di etnia Han e studiando questo meraviglioso periodo ho potuto riscoprire la vera essenza della mia tradizione. Nello sviluppo della ricerca ho apprezzato come un periodo datato oltre 1300 anni fa abbia potuto caratterizzarsi per la creazione di tessuti di materiali molto diversi tra loro, per elementi distintivi (ad esempio il collo scollato ‘‘Ru’’, le gonne a strisce verticali, cui seguirà l’analisi nel capitolo1) che ancora oggi sono parte integrante dell’odierna storia dell’abbigliamento cinese . Come sarà analizzato nel primo capitolo alcune donne hanno iniziato ad indossare il ‘‘Nan

Zhuang’’(abbigliamento da uomo), seguendo ciò che intraprese già secoli prima la leggendaria

eroina Hua Mulan1, partecipando sempre più alla

vita sociale e desiderando pertanto il proprio senso di libertà. Esempio di ciò fu dato dall’imperatrice Wu2 (690–705), unica imperatrice cinese a regnare

in una dinastia.

Una tipica tipologia d’abbigliamento dell’era Tang, ‘‘ Hu Fu’’ ha subito l’influenza straniera mostrando l’apertura sociale del periodo storico considerato.

1.Hua Mulan(花木兰) è una eggendaria eroina cinese che si arruolò in un esercito di soli uomini, descritto in un famoso poema cinese conosciuto come La ballata di Mulan. 2.L’Imperatrice Wu, conosciuta anche come Wu Zetian 武

則天 (624–705), fu l’unica imperatrice cinese della Disnastia Tang.

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3

Mostra “La camicia bianca secondo me”, Palazzo Reale di Milano, 2015

Pertanto sulla base di queste premesse analizzerò nel primo capitolo i tratti fondamentali dell’

abbigliamento femminile della dinastia Tang, nel secondo capitolo il focus sarà sugli accessori, sulla camicia bianca e più in generale sul contributo ispiratore di Gianfranco Ferré,

nel capitolo finale presenterò la mia collezione prêt-à-porter cruise 2018 “A Flower It Seems”, ideata e progettata con particolare attenzione all’unione di materiali cinesi come la seta,

con materiali a fibre sintetiche usando tecniche di maglieria e sartoria da me approfondite sin dai tempi del corso di laurea triennale.

Nel 2010 decisi d’intraprendere un nuovo percorso di vita giungendo in Italia ed al Politecnico di Milano per aver il privilegio di studiare nel paese più famoso ed importante per il fashion design. Un aspetto principale del design italiano è stata la

capacità di reinterpretare le tradizioni storiche. L’universo di valori che possono far comprendere l’importanza della creatività italiana riguardano lo stile di vita con immaginazione unita ad un maniacale focus sulla qualità, rispetto per la storia, grande menti creative del passato, conservazione delle tradizioni insieme con la flessibilità e la capacità di adattare la bellezza alla funzionalità di utilizzo e di adattare gli antichi ai nuovi bisogni. Il design italiano si è sviluppato negli anni cinquanta

e sessanta grazie a designers, i primi dei quali furono architetti che avevano una spiccata capacità di creazione legata al senso dello spazio. Nella storia della moda italiana un importante esponente che incarna questa caratteristica è Gianfranco Ferré, laureato anche lui al Politecnico di Milano. Il mio primo approccio con Ferré fu nel Marzo del 2015 quando ho avuto il piacere di partecipare alla mostra “La camicia bianca secondo me” tenutasi presso il Palazzo Reale di Milano. Caratteristica che ho apprezzato è stata il modo in cui sono state presentate le esposizioni tali da sembrare sospese nell’aria come angeli, ed è stato ciò che mi ha fatto comprendere come il design della moda possa rappresentare una vera e propria arte mostrando il senso scultoreo,

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5

L’ABBIGLIAMENTO CINESE TRADIZIONALE

DELLA

CAPITOLO 1

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Nel 581 DC, l’imperatore Sui Wendi3 assunse il

regime della dinastia Sui riuscendo dopo oltre

quattro secoli di lotte e divisioni a riunificare la Cina. Fu una dinastia di breve durata, circa 30 anni, ma di fondamentale importanza per il consolidamento della Cina stessa. Già dal 590 però iniziarono molte rivolte e sarà l’imperatore Sui Yangdi4 a porsi

al comando delle truppe per domare le ribellioni. Il suo regno fu di breve durata e si caratterizzò per l’alta tassazione imposta ai sudditi.

Il generale Li Yuan5 della dinastia Sui represse tra il

615 e il 616 alcune di queste ribellioni contadine e riuscì ad indossare la corona e fondare la dinastia Tang riorganizzando il sistema centralizzato in un ordine feudale.

Nel periodo di Sui (581-618) e Tang (618-907) si verificò oltre all’unificazione da nord a sud della nazione, una sempre maggiore crescita economica ed artistica e frequenti scambi tra la Cina ed alcuni paesi stranieri tra i quali Giappone e Tibet,

quest’ultimo favorito ad esempio dal matrimonio tra la principessa cinese Wencheng6(Fig.1.1) ed il primo

imperatore del Tibet Songtsan Gambo7. La stessa

“via della seta”8ha successivamente consentito una

sempre maggiore influenza dei mercati internazionali.

La dinastia Tang ha segnato un periodo florido e prosperoso per l’arte cinese, una vera e propria età dell’oro. Gli abiti delle donne cinesi di tale dinastia erano di straordinaria bellezza dovuta alla continua

1 Il passaggio storico dalla Dinastia Sui alla Dinastia Tang

3.Imperatore Wen dei Sui (隋文帝, 541–604), nato col nome di Yang Jian (楊堅) fu il fondatore della dinastia Sui 4. Nato col come di Yang Guang (楊廣569 -618), fu il secondo imperatore della dinastia Sui 5. Ricordato spesso col titolo Tang Gaozu (566 635), fu il fondatore della dinastia Tang. Nel 618 fece crollare la dinastia Sui e regnò fino alla sua abdicazione nel settembre del 626. 6.Principessa Wencheng (文成公主; 628-680), soprannominato Li, era membro di un ramo minore del clan reale della dinastia cinese Tang. Nel 641 fu concessa dall’ imperatore Taizong di Tang al re Songtsän Gampo del Tibet per il

ma-trimonio, un attore involontario della politica dell’alleanza dell’imperatore (

alleanza di matrimonio). È noto in Tibet come Gyasa o “moglie cinese”.

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2.Ru Qun, 襦裙

Elemento dell’abbigliamento tradizionale cinese in primo luogo per le donne. Si compone di una camicia (襦, ‘‘Ru’’), una gonna avvolgente(裙, ‘‘Qun’’, chiamato anche 裳, ‘‘Chang’’), e un coprispalla (披帛, ‘‘Pi Bo’’), indossati con scarpe di seta o sandali intrecciati a paglia. (Fig.1.2)

Fig.1.2

Corte preparano i tessuti in seta (Zhang Xuan,618–907)

‘‘Ru’’,襦: le donne della dinastia Tang seguono le abitudini della dinastia Sui apprezzando lunghe gonne legate prima sino alla vita e poi fin sopra il seno, il tutto indossato con camicette(‘‘Ru’’). ‘‘Ru’’ è una tipo di abito invernale con fodere interne che possono essere tolte durante i periodi di primavera evoluzione dello stile Tang, senza però rinunciare

all’eleganza e alle decorazioni.

L’abbigliamento femminile si contraddistinse per tutti i 3 secoli del periodo Tang in 3 tipologie: ‘‘Ruqun’’, ‘‘Nan Zhuang’’ e ‘‘Hu Fu’’.

Fig.1.1

Scultura della principessa Wen Cheng che indosssva il ‘‘Ru Qun’’ e ‘‘Ban Bi’’, ‘‘Palazzo del Potala’’ a Lhasa

7.Songtsen Gampo(松贊干布; 595-605 circa – 649 circa) fu il 33º sovrano della dinastia Yarlung ed il 1º imperatore del Tibet.

8.In cinese:丝绸之路, s’intende il reticolo, che si sviluppava per circa 8.000 km, costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali nell’antichità si erano snodati i commerci tra l’impero cinese e quello romano

(8)

11 del tempo, confermando questa come una delle

caratteristiche stilistiche del periodo.

Altro aspetto di analisi riguarda le maniche di ‘‘Ru’’ che divennero sempre più larghe a seguito anche dell’influenza ‘‘Hu Fu’’.

‘‘Shan’’, 衫: è una camicia più lunga e morbida rispetto a ‘‘Ru’’; è un abito principalmente estivo e cucito con materiali leggeri come la seta. I colori di Shan indossati dalle donne variano dal rosso, all’ ocra sino al verde chiaro.(Fig.1.4)

‘‘Qun’’,裙: è la gonna che ha grande importanza per la parte inferiore del corpo delle donne. I materiali usati sono di svariata natura anche a seconda della maggiore o minore lavorazione del tessuto. Il periodo considerato vede diffondersi un tipo di ‘‘Qun’’ alzato sino all’altezza del seno mostrando così la sua completa forma. Ciò

testimonia come in questo periodo storico vi è una apertura di pensiero nella società di Tang che si riflette nel modo di vestirsi.

I colori delle gonne variano dal rosso scuro, al viola, color albicocca e verde prato; sempre in relazione al piacere della donna.

Una menzione particolare spetta al tipo di gonna indicato con il nome di “Jian Se Qun”, è un tipo di gonna a strisce verticali cucite con tessuti di vari colori e disegni (Fig.1.5)

‘‘Ban Bi’’ (半臂, letteralmente “mezzo braccio”), noto anche come ‘‘Ban Xiu’’ (半袖) è una forma di gilet o coprispalla indossato sopra ‘‘Ru Qun’’ con le

maniche corte e allacciato nella parte anteriore con fiocchi o con accessori di metallo (molto simili a spille o bottoni).

Lo stile di ‘‘Ban Bi’’ fu creato sulla base di ‘‘Ru’’ ma si contraddistinse per le maniche più corte. Come per altri stili di capi precedentemente descritti, anche “Ban Bi” si è prima diffuso nei ceti alti per poi

giungere anche tra la gente comune.

Nella “Leggenda di Huo Xiao Yu”10 (崔小玉传) il

principale personaggio femminile Huo Xiaoyu indossò questo stile per la maggior parte del tempo. ed autunno; costituito da materiali quali ‘‘luo’’9e

broccato. Le definizioni del collo invece cambiano spesso passando da forme rotonde,quadrate, oblique, dritte e scolato.(Fig.1.3)

9.Luo: una costruzione di tessuti in cui il tessuto stesso è molto puro e durevole. In questa tessitura, due o più filati di ordito si intrecciano l’uno all’altro. Assicurando così una tenuta ferma sul filo di riempimento e impedendo loro di scivolare fuori dalla posizione.

10.Leggenda originaria del periodo Tang su alcune

credenze ed ideologie del tempo sui temi dell’amore e del tradimento.

Fig.1.3

Ceramica Sancai raffigurante una figura femminile indossante ‘‘Ru’’ con scollo dcolato

Accanto a queste tipologie si unisce la diffusione di ‘‘Ru’’ con uno scollo che raffrontato ai giorni nostri potremmo definire molto audace. In principio furono le concubine imperiali e le kakubi le prime signore ad indossare ‘‘Ru’’ con scollature vistose, le quali suscitarono poi anche un interesse a livello popolare. Per la storia dell’abito cinese questo caratteristica che

lascia intravedere il seno delle donne è molto rara e sostanzialmente si manifestò solo nel periodo Tang. Vari reperti in ceramica raffiguranti donne dell’epoca

(9)

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15 ‘‘Pi Bo’’ (披帛) è un tipo di scialle in grado di coprire le braccia poi divenuto un accessorio decorativo durante l’arte del ballo. L’importanza di questo capo si vede anche dal fatto che sono stati trovati moltissime

raffigurazione di donne con il “Pi Bo” in particolare nel periodo Tang.(Fig.1.6)

Fig.1.6 Figura della dinastía Tang. (Museo della Regione autonoma del Xinjiang) Fig.1.5

Murale raffigurante Dame di compagnia indossa “ Jian Se Qun”

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Fig.1.7 Donna di servizio indossa abito da uomo

Alcune donne del periodo Tang si sono caratterizzate per indossare abbigliamenti ed accessori maschili. Grazie ad alcuni dipinti e sculture in ceramica giunte sino ai nostri giorni abbiamo potuto apprezzare questa caratteristica del periodo storico considerato. Nello splendore del periodo Tang alle donne fu permesso di potar partecipare ad attività sociali come ad esempio cavalcare, ballare oppure praticare attività sportive e pertanto la comodità, l’eleganza ed il bel portamento del’’Nan Zhuang” consentì alle donne di poter meglio svolgere queste nuove opportunità sociali. Questo tratto caratteristico mostra ancora una volta

l’eccezionalità della dinastia Tang in quanto la diffusione del “Nan Zhuang” è certamente contraria a quanto sempre affermato dalla tradizione confuciana in cui è sottolineato come uomini e donne non potevano indossare lo stesso abbigliamento.(Fig.1.7) La tipologia di tale abbigliamento è molto varia; generalmente si differenzia tra abito di corte e abito che oggi definiremmo “casual”. Si compone solitamente di un pantalone per la parte inferiore, mentre per la parte superiore le componenti possono essere le seguenti: ’’Pao’’(袍), ’’Cha Yi’’(衩衣), ’’Ao’’(袄), ’’Ru’’(襦) e ’’Shan’’(衫). L’abito di corte è una veste formale, cerimoniale che viene indossata in particolari momenti seguendo precise regole e leggi; ad esempio l’imperatore veste

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19 abiti di colore giallo, l’alto funzionario rosso e

viole, il basso funzionario il verde, il popolo indossa il bianco, il servo il nero. Yuan Ling Pao Shan,圆领袍衫(vestito lungo con girocollo) :Tipo di abito indossato da uomini del ceto medio - alto ed usato principalmente come abito da giorno. Da molte tracce giunte fino ad oggi è molto evidente che tale tipologia di ‘‘Yuan Ling Pao Shan’’non è cambiata molto nel corso dell’intero periodo Tang; le caratteristiche generali sono: girocollo, chiusura nel bavero destro e bordo di

rifinitura (Fig.1.8) La lunghezza dell’abito cambia a seconda del ruolo che ricopre che lo indossa. Ad esempio gli ufficiali dei corpi militari lo indossano

sino al ginocchio, il personale degli uffici civili sino alla caviglia. Anche il dettaglio delle maniche può essere di differente larghezza, ‘‘Jia Lan’’ e ‘‘Piao’’ rappresentano ulteriori due tipi di ‘‘Yuan Ling Pao Shan’’ E’ bene sottolineare come l’abito “Yuan Ling Pao Shan” del periodo Tang deriva dalla unione di “Yi” 衣 e “Chang” 裳. Una nota che fa capire come questa distinzione è sempre considerata molto importante è la volontà dell’imperatore Dai Zong di applicare alcune cuciture negli abiti all’altezza del ginocchio in modo da ricordare la tradizione di “Yi” e “Chang”.

Fig.1.8

Affresco raffigurante persone in attività gioviali, indossanti Yuan Ling Pao , Tang Dai Wen Yuan Tu, 唐代文苑图,Shan Zhou Wenju

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21 Cha Yi, 衩衣:Si differenza dal “Pao” in quanto è più

lungo e presenta due spacchi sui lati. (Fig.1.9) Ao, 袄: Simile a “Pao” con la differenza di essere più corto rispetto allo stesso, molto simile alla lunghezza di “shan”. E’ un abito generalmente foderato i cui tessuti sono presso ché identici a quelli utilizzati per “pao”.

In aggiunta è bene ricordare come una ulteriore tipologia, “que kua pao” 缺胯袍,riguarda l’uniforme militare in grado di rendere comodi i movimenti dei soldati. Il popolo vede la diffusione di abiti di lino o di lana,

corti ed indossati con i pantaloni.

Fig.1.9

Zhang Guo Jian Ming Huang Tu 张果见明皇图,Ren Renfa

Tale tipologia di abbigliamento si diffuse nella Cina Tang accostandosi quindi ai precedenti già descrit-ti, ed è derivata dalla forte influenza della cultura Huren. Le minoranze etniche Xiongnu11 e Kitai12 ,

assieme alle

culture indiane e persiane, portarono una forte influenza nel Zhongyuan13, questo grazie al costante

scambio e passaggio sulla importantissima vie della seta. Tutto ciò portò pertanto allo sviluppo di una nuova tipologia di abbigliamento, detta appunto Hu Fu

(Fig. 1.10).

4.Hu Fu,胡服

11.Xiongnu:tribù nomade dell’Asia centrale 12.Kitai:popolazione mongola, originaria della Mongolia interna, che si trasferì in Manciuria, nell’odierna Cina, nel IV secolo 13.Zhong Yuan è l’area sul tratto inferiore del Fiume Giallo che costituì la culla della civiltà cinese. Forma parte della Pianura Settentrionale della Cina

Fig.1.10

Ritratto di un uomo intento a portare la propria offerta indossa tipico Hu Fu

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23 Subito si diffuse molto tale influenza in tutte le città di

Zhongyuan. Gli accessori dell’abbigliamento ‘‘Hu Fu’’ hanno caratteristiche quali la presenza di tipici cappelli (hun tuo mao, fatti in principio di pelle di vitello e successivamente in lana e Rinzu) abiti lunghi con collo con rever e pantaloni lunghi indossati proprio sotto l’abito stesso.

Oltre alle tipologie appena descritte, nel periodo studiato si nota l’arte tessile svilupparsi

sensibilmente con modelli di varie forme, tra cui ad esempio emersero i fiori nella loro essenza naturale oppure fiori simbolici identificati con rappresentazioni quasi stilizzate, ma anche di animali e più in

generale con forme geometriche.

I tratti tipici dei disegni della dinastia Tang sono generalmente colorati e vivaci, ben proporzionati ed eleganti.

Sin dal periodo delle Dinastie del Sud e Nord (420-581) e grazie anche all’influenza dello stile dell’ ornamento del Buddismo i pattern più diffusi nac-quero dalla natura poiché le persone dell’epoca apprezzavano in maniera particolare tratti quali tranquillità e serenità che erano ben rappresentati da tale ambiente. I più importanti disegni floreali sono il fiore di loto asiatico, la Peonia, e la Camelia. Una tecnica molto diffusa è quella di creare un disegno di un fiore costituito dall’incrocio e dall’unione di 4 fiori più piccoli; questo è apprezzabile da quanto ad esempio venne rinvenuto nel cimitero di principe Yi De (Fig.1.11). I disegni della dinastia Tang si caratterizzano per la piena simmetria e per forma circolare.

Di importanza significativa sono i disegni ‘‘Bao Xiang Hua’’(letteralmente il fiore del ‘‘Bao Xiang’’) e ‘‘Bao Xiang’’, figura del credo religioso buddista di forma tonda che raffigura un senso si serenità; quindi ‘‘Bao Xiang Hua’’ rappresenta una forma ideale del fiore

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Fig.1.11 Pittura raffigurante una serie di fiori della tomba del Principe Yi De

in grado di trasmettere un senso di sacralità e bellezza.

Sin dalle Dinastia del Sud e del Nord queste

figure (Fig.1.12) sono state rappresentate e poi rinve-nute per lo più sotto forma di sculture nella pietra o nel legno come modello realistico del fiore naturale potendone apprezzare nella scultura stessa forma, dettaglio e caratteristiche.

Lo sviluppo successivo che portò alle dinastie Sui e poi Tang vede disegni raffigurati con dimensioni maggiori creati tramite l’unione di differenti tipi di fiori. Altra differenza sostanziale è che tali disegni divengono molto popolari in quanto sono riportati non più sulla pietra ma su ceramiche, metalli e tessuti. (Fig.1.13)

Fig.1.12

Un disegno di ‘‘Bao Xiang Hua’’ inciso nel legno, Dinastia del Sud e Nord

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L’abbigliamento della dinastia Tang è molto luminoso e colorato. Già con la dinastia Sui si posero le fondamenta delle tecniche di produzione di vari tessuti e materiali tra cui la seta le cui quantità e qualità aumentarono notevolmente; pertanto con il successivo periodo Tang si sviluppò la possibilità di creare di nuovi capi e stili di abbigliamento grazie anche al crescente commercio lungo la via della seta.

6. Conclusione

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Gianfranco Ferré nacque nella provincia di Milano nel 1944, laureandosi poi in Architettura nel 1969 presso il Politecnico di Milano. Il suo debutto nella moda è quasi casuale ed avviene nel periodo

accademico quando lo stesso Ferré inizia a regalare ad amiche ed amici alcuni bijoux ed accessori da lui disegnati ed ideati che in breve tempo arrivano sulle copertine di alcuni importanti riviste dell’epoca. Negli anni Settanta trascorse lunghi periodi in India dove ideò e produsse la collezione “Ketch”

giungendo poi sino alla fondazione della sua

azienda, la “Gianfranco Ferré spa”, che culminò dall’ Ottobre del 1978 nella prima sfilata di prêt-à-porter femminile.

Da li in poi fu un susseguirsi di successi con il lancio della linea maschile e l’esperienza nell’alta moda nel corso degli anni Ottanta. Nel 1989 inizia la

straordinaria collaborazione con Christian Dior diventandone direttore artistico.

Creò nella sua storia di stilista varie linee di

abbigliamento uomo – donna, jeans e anche linee di profumi.

Le sue creazioni, dalla sapiente lavorazione artigianale e sartoriale, hanno rappresentato l’esatto equilibrio tra design, arte, di cui Ferré era gran sostenitore, e cultura. E’ stato uno dei protagonisti del made in Italy che dalla fine degli anni Settanta hanno rappresentalo la bandiera dello stile italiano nel mondo.

Sin dai tempi dell’Università, con l’aiuto di suo

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33

fratello Alberto, realizzò i primi bojoux e accessori, cinture ed accessori decisamente all’avanguardia per quei tempi rispetto a quelli che si potevano normalmente trovare nei negozi specializzati. Furono principalmente realizzati con differenti materiali quali metallo, cuoio, plastica ed i primi destinatari di tali creazioni furono le sue amiche e colleghe di studio. Sin da subito anche la stampa del tempo notò la bellezza e novità delle idee creative di Ferrè, in particolar modo la giornalista Anna Riva gli chiese di realizzare alcune collezioni di Bijoux, in stile a metà tra pop ed iperrealismo con cuori di strass e plastica, cinture con la fibbia a forma di mela o racchetta da tennis, il tutto da poter fotografare e pubblicare su riviste di settore. Tutto ciò segnò l’inizio del passaggio di Ferrè dall’architettura alla moda a cui poi seguirono gli incontri con Rosy Biffi e Walter Albini; la prima proprietaria negli anni Settanta delle prime Boutique milanesi di abbigliamento, il secondo famoso stilista dell’epoca.

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35 Un momento fondamentale, come accennato in

precedenza, dello sviluppo creativo dell’arista e stilista Ferrè fu il periodo trascorso nel 1973 in India che lo portò a produrre interamente lì la sua linea “ketch” aiutandolo poi ad elaborare e migliorare la capacità di lavorare sulle forme, sui colori, sulla semplificazione dei tagli che si ritroveranno poi nelle sue collezioni future. Venne conquistate dalle donne indiane, dalle mille sfumature della loro pelle, i mille colori dei sari con i tantissimi modi di drappeggiarli. Riuscì a creare qualcosa di moderno ma allo stesso tempo di sapore classico, rappresentando uno stile che non esisteva e dando, grazie al suo nascere come architetto, particolare attenzione al senso di proporzione e delle linee. Tornato in Italia e tramite la collaborazione con Franco Mattioli, noto direttore di una azienda di abbigliamento creò la prima collezione prêt-à-porter femminile “Baila by Ferré” per la stagione autunno/

inverno 1974-1975 presentata a Milano presso L’Elefante Bianco di via San Maurillo. La collezione si fece notare ed apprezzare subito, le camicie erano meravigliose e divennero subito famose oltre che in Italia anche in America. Ferré sin dai primi anni si contraddistinse per possedere una delicatezza straordinaria anche nelle cose enormi, creava abiti dai volumi insoliti ma di una leggerezza estrema. Nel maggio del 1978 fondò la sua azienda, la “Gianfranco Ferré SpA” cui fa seguito immediato la linea di prêt-à-porter e accessori che porta il suo nome, la linea “Oaks by Ferrè” e la “Gianfranco Ferré Uomo”, il tutto preludio all’ingresso nell’Alta Moda che avvenne a Roma nel 1986 dove Ferré s’impose con il suo stile graffiante fatto di impermeabili neri, abiti e tailleur affusolati, grandi bottoni argento, lunghi spolverini a due strati e dimensioni si pois su tubini lucidi. Gli abiti presentati a Roma in questi anni non furono mai riproposti nel prêt-à-porter in quanto cuciti a mano uno ad uno e non esisteva macchina da cucire in grado di riproporre le stesse impuntature. Nelle sue proposte colloca fiori di campo in colori naturali alla vita o sul fianco. Ferré

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Fig.2.3 Pubblicità P/E ,Alta Moda,1989

una donna chic organizzando un proprio

guardaroba costituto da una gonna stretta ed una ampia lunga al ginocchio, da grandi camicie e alcuni pullover o se desidera sostituire quest’ultimo con una giacca può farlo; tutto ciò può lo può adattare a seconda delle occasioni.

Nel Maggio del 1989 la maison francese Dior individua e nomina Gianfranco Ferré come Direttore Artistico per le linee Haute Couture, prêt-à-porter feminin e Fourrure. Rimarrà tale per ben 8 anni.

Nelle sue collezioni l’accento è posto sempre e co-munque sulla raffinatezza e sul lusso. Qui le prove su manichino sono di fondamentale importanza e vengono eseguite dal maestro e dai suoi assistenti con grande accuratezza e precisione. Il manichino è utilizzato sia per la preparazione dei modelli che saranno presentati in sfilata che per realizzare capi ordinati dai clienti ed ha sempre contraddistinto per Dior l’idea di massima precisione.

Dopo il 1996, ultimo anno parigino, il mito di Ferré tornò a risplendere nella capitale francese nel 2008, quando ad un anno dalla sua prematura

scomparsa, vennero proposte una serie di seducenti modelli femminili come simbolo per l’ultimo atto in sostegno alla candidatura di Milano per l’esposizione universale 2015 che ottenne, nemmeno a dirlo, un successo trionfale che contribuì appunto all’

assegnazione a Milano della manifestazione. Lo stilista ha sempre avuto un estro creativo

fenomenale e, la sua cultura e il suo aver viaggiato, si riconoscono nelle sue creazioni, in una perfetta fusione di materiali e colori, in abiti e accessori che simboleggiano l’eleganza dello stile italiano nel mondo. Ricordiamo anche le splendide collezioni per bimbo di Ferré e le fragranze prodotte dallo stilista. Gianfranco Ferré muore nel giugno del 2007 per un’improvvisa emorragia cerebrale. ll 13 febbraio 2008 fu fondata la Fondazione Gianfranco Ferré per tenere vivo il ‘fuoco creativo’ dell’arte e dell’umanità di Gianfranco Ferré.

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Fig.2.4 Christian Dior,Gianfranco Ferre

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2.Architetture in accessori

Gianfranco Ferré ha creato I primi gioielli quali braccialetti, collane, cinture che sono a metà tra accessori e gioielli e rappresentarono sin da subito esempi di autentico artigianato. Il rigore delle forme e il senso preciso del disegno sono andati di pari passo con l’intervento diretto nel materiale (cuoio, metallo, plastica) modellati a mano. La sua avventura nella moda è che ha creato qualcosa di originale con il proprio gusto senza pensare come un vero e proprio fashion designer. Egli aveva già sentito un forte impulso decisivo per far uso di materiali insoliti, diversi da quelli tradizionalmente impiegati nella produzione di gioielli. Sviluppò un senso di sfida, il piacere della ricerca,il desiderio di sperimentare ed innovare, di allontanarsi dalla conoscenza e di sperimentare nuove possibilità. Il suo intervento creativo si è già manifestato come un desiderio di sfidare i confini tra i diversi tipi di prodotto. Ad esempio la “cintura scolpita” ha una doppia funzione di completare e decorare l’abbigliamento. La ridefinizione dei ruoli e delle categorie all’interno degli orizzonti del vestito successivamente ha trovato un’applicazione molto più ampia nel settore dell’ abbigliamento, quando ha deciso di riconsiderare

ad esempio le differenze tra camicia e giacca, tra costume da bagno e abito prezioso per la sera o più in generale tra abito da uomo e donna; così non è una coincidenza che la sua avventura è iniziato con i gioielli. Questo è sostenuto dal fatto che - quasi

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trent’anni dopo - la sua passione per gioielli è sempre stata viva, come complemento fondamentale dell’abbigliamento e come mezzo di decorazione del corpo. Nel tempo gli orizzonti si sono allargati; i gioielli di

Ferré fanno parte di tutta una serie di elementi che gravitano attorno all’abbigliamento per arricchirlo e completarlo: borse, cinture, scarpe, sciarpe. Espressioni di un progetto all-inclusive di stile che si sviluppa stagione dopo stagione in una relazione che solidamente e coerentemente collega ciascuno di questi elementi “complementari” all’

abbigliamento. Necessario ed inseparabile è la natura del rapporto

tra abbigliamento e accessorio e quindi tra abbigliamento e gioielli nelle sue collezioni. Dal momento che i gioielli e gli abiti derivano da un’ ispirazione comune, sono in sintonia tra loro dal primo momento in cui una collezione comincia a prendere forma. Se l’oggetto dell’abbigliamento è l’oggetto (la “cosa che viene indossata”), il gioiello è un’espressione della sua modalità (cioè di “come viene indossato”),tale”come” deve essere deciso in modo indipendente, sulla base del nostro gusto, delle nostre convinzioni personali, del nostro desiderio di sentirsi unici, del nostro desiderio di sentirci a proprio agio con uno stile, grazie alle opportunità che la decorazione offre per sfumarla e adattarla a noi stessi. I gioielli sono una delle sue espressioni più importanti, un modo flessibile e versatile di trasmettere idee ed emozioni nella realtà, di portare i sogni alla vita.

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Fig.2.8 Pubblicità di Gianfranco Ferré P/E 1993

Il processo con cui ha creato i suoi gioielli ha assunto la forma di una passione per la ricerca. Un processo in cui privilegia un gusto per la sperimentazione costante. I materiali per Ferrè invece sono

fondamentali proprio perché sono in grado di offrire una nuova e moderna connotazione sul lusso, per chi lo disegna ma non meno che per chi lo indossa. Una nuova visione del lusso che, comunque, può essere perfettamente conforme alla sua espressione più consolidata.

Nuove interpretazioni prendono il loro slancio da impressioni senza tempo: gioielli le cui linee sono definiti e ricchi allo stesso tempo, i riflessi di oro, argento e altri metalli, le sfumature di gemme, strass, jet e corallo. Echi di Cina nei braccialetti, orecchini in gigli e cintura di pelle dorata.

Oriente ed occidente rappresentano due culture diverse che hanno influenzato in maniera differente lo sviluppo della creazione dei gioielli di Ferré. L’influenza dell’est di manifesta come preziosità, magia e ricchezza delle forme, nei metalli scintillanti, nelle gemme, nella concezione di un preciso valore di un simbolo o di un ornamento. L’influenza

occidentale, invece, si manifesta per la pulizia e rigore nelle forme, per una cultura del design che collega il gioiello all’abbigliamento.

Est ed Ovest hanno aggiunto comunque un Infinito numero di altre dimensioni e influenze: quelle di derivazione etnica, ad esempio, che lo hanno

ispirato a progettare pezzi di gioielleria forti, primitivi e barbari, spesso anche “simbolici”, o legati alla natura-reale o fantastica, autentica o immaginata , che permette di usare fiori, conchiglie e animali marini per decorare i suoi vestiti.

Possiamo osservare fantastici fiori sparpagliati , i colori dei fiori tropicali, bracciali in legno verniciato, metallo dorato e pietre semipreziose.

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Insieme con Giorgio Armani e Gianni Versace, Ferré è stato negli anni Ottanta interprete originale del connubio tra creatività-industria, tra stilisti-imprenditori. Un’associazione che porta a pensare la moda non come ‘‘arte applicata che si delinea per il desiderio di pochi’’, ma come ‘‘design diffuso in grandi numeri’’ ed è proprio qui l’origine stessa del prêt-à-porter. Pur essendo esponente di uno stile che si pone in

linea con le dinamiche del , alimento da un costante dialogo tra moda e design ,tra struttura e colore, Ferré ha guardato ed ammirato l’esclusività e l’unità dell’Haute Couture. Da una parte, egli ha contribuito a diffondere e a valorizzare il fenomeno dello Stilismo; dall’altra parte, ha rifiutato la fugacità dei tempi, delle tendenze e delle logiche di mercato, preferendo i modi e le ‘‘lunghe durate’’ di couturiers come Charles Frederick Worth, Paul Poiret, Christian Dior, Cristobal Balenciaga. Sarti maniacali nella cura dei particolari, dalla preziosità tessile, da un mestiere che ha origine dall’hand-made. Lo sviluppo della famosa camicia bianca di Ferré

nasce da una unica matrice: la camicia classica maschile. La più famosa è “Cloud”, protagonista autunno/ inverno 1986/1987(Fig.2.9) che analizzata da vicino

è in realtà una camicia maschile con colletto a listino, spalle abbassate e tre cuciture, due sui fianchi ed una al centro più sagomata. Le particolarità sono la mancanza di abbottonatura, le maniche con

3.Il fascina della camicia bianca

(27)

49

cinturino e non il polsino ed i davanti arrotondati. Il passaggio tra il capo maschile e la meravigliosa blusa descritta avvenne indossandola capovolta e tramite un accorgimento in grado di tenerla ferma sul corpo: una sorta di bretella a nastro del medesimo tessuto fissato in vita, al centro della parte posteriore del modello e abbottonata alle due estremità del colletto. In pieno stile anni Ottanta alla bretella sono applicate due spalline imbottite che

creano l’appoggio stesso sulle spalle. In questo modo l’orlo originario della camicia maschile diventa l’ampio collo della blusa ed il colletto diviene la fascia che sul retro si poggia in vita. Il gesto del capovolgere diventa per Ferré una vera e caratterizzante tecnica e il modello descritto sopra rappresenta due aspetti del modo di progettazione dell’artista: -analisi dettagliata delle geometrie; -investigazione e reinterpretazione della camicia

maschile. Le fotografie della sfilata mostrano la modella con

particolare evidenza di una camicia bianca di organza, larga ed ondeggiante, voluminoso collo a scialle ornato da un fiore sulla spalla. Tutte le cuciture che spiccano in trasparenza del corpo creano ripartizioni geometriche.

(28)

51

4.Progettare la forma

Come esprime anche in un suo personale saggio del 1987, il maestro, dopo aver terminato il figurino, ha la consuetudine di disegnare i capi sulla pianta come si fa per l’architettura, sviluppando così le sezioni dei particolari, il che facilita poi il lavoro dei modellisti. Molto importante per Ferré diviene il sapersi muovere dentro ai capi, l’obiettivo è di progettare la forma. Il corpo è osservato come contenitore di forme e diventa riferimento immediato per ogni progetto. Ogni ideazione di un capo inizia da una fase bidimensionale ma implica già in partenza il confronto con la tridimensionalità della figura umana.

Con queste parole lo stilista illustra il passaggio della fase bidimensionale del figurino alla fase tridimensionale quindi all’atto di realizzazione dell’

abito stesso. Egli attraversa momenti e fasi, cita figure professionali indispensabili per la creazione delle collezioni, si propone di collocare il prodotto-moda all’interno dell’industria. L’obbiettivo di Ferré è quello, potremmo dire richiamandoci a un’idea di Tomas Maldonado, di progettare la forma. ‘‘significa coordinare, integrare e articolare tutti quei fattori che, in un modo o nell’altro, partecipano al processo costitutivo della forma del prodotto. E precisamente si allude tanto ai fattori relativi all’uso, fruizione e consumo individuale o sociale del prodotto(fattori funzionali, simbolici o culturali) quanto a quelli relativi alla sua produzione(fattori tecnico-economici,

tecnico-costruttivi, tecnico-sistematici, tecnico-produttivi e tecnico-distributivi)”. La camicia bianca, come sopra citato, è la

protagonista dì tutta l’opera di Ferrè, esprimendone a pieno il suo stile. Tutte le sue collezioni iniziano da forme geometriche elementari da elaborare e

sviluppare a seconda della tipologia e del luogo di applicazione.

Alcune posseggono una dimensione aerea, alcune sono impreziosite da incastri di pietre preziose, alcune assumo caratteristiche di una scultura.

Il corpo è osservato come forma e come contenitore di forme; nell’orizzonte creativo di Ferrè è

fondamentale il ruolo del corpo umano come

referente immediato per ogni progetto. Il corpo con la sua fisicità, le sue esigenze reali di movimento, le sue dinamiche di relazione con ciò che lo ricopre; l’abito come risultato di un intervento programmato e consapevole sulle forme, analizzate, composte e assemblate tra loro sino a raggiungere l’effetto desiderato.

Ogni suo progetto d’abito prende avvio da una fase bidimensionale-ma implica già in partenza il

confronto con la tridimensionalità della figura umana. Il confronto con questa conferisce all’abito identità, sostanza, logica. Ferré considera il corpo come un’identità.

Ferré approfondisce modelli, strutture, modifica tratti, lineamenti,postura, grazie all’uso della materia, del colore,della forma. Sul foglio trasforma il corpo in una “S” stilizzata, non rispetta le proporzioni e non presenta lineamenti di volti.

Negli abiti, invece, approfondisce l’identità delle stoffe e le ‘‘complessità’’ geometriche modellando su manichini o su modelle. Per fermare i punti della sua silhouette, egli insegue le linee che giacciono sui fogli.

(29)

53

5.La forma investigata

Prima di realizzare qualsiasi tipologie di forma, Ferrè utilizza scansioni di figure regolari quali rettangolo, cerchio e rombo. Il rettangolo è una forma molto ricorrente nelle

invenzioni del maestro e nasce dalla reinterpretazione di sari indiani, obi giapponesi, caftani arabi solo per citarne alcuni. Nella collezione prêt-à-porter primavera/estate 1980 sfila una matrice di camicia senza maniche che lascia nuda la schiena con due lembi rettangolari legati ad un colletto classico, s’intrecciano sul davanti creando un piccolo nodo che cade e si ferma sul ventre. La collezione autunno/inverno 1983 fu dedicata agli opposti: luce ed ombra, ying e yang, uomo e donna. In passerella la camicia Oxford di seta, una delle più innovative e rivoluzionarie. Nel 1993 Ferré progetta camicie di matrice rettangolare; sono rettangoli che vengono tagliati sui lati destro e sinistro in modo speculare, uno spacco destinato ad “ospitare” lo spazio per le braccia ed il corpo. Infine collezione autunno/inverno 1995/1996; una corolla rettangolare è sorretta da 22 nervature. Un decoro utilizzato per imprimere un andamento sagomato e per avvolgere il collo fino a chiudersi sul ventre. Le maniche sono due rettangoli larghi chiusi fin sopra l’avambraccio che poi restano aperti nella parte inferiore per conferire libertà alle braccia.

(30)

55

Fig.2.12 prêt-à-porte ,collezione A/I,foto di sfilata, 1995-96

Un’altra forma investigata da Ferrè è il cerchio. Nel 1990 a sfilare sono le suggestioni dell’Oriente; si incontra la Cina attraverso una lanterna magica. Sullo sfondo appare una camicia destrutturata e circolare composta da due parti: un bustino ed un collo gigante intersecati. Essendo priva di maniche, polsini e bottoni, sembra raffigurare una nuvola bianca assorta in un abbraccio avvolgente tramite un movimento appunto circolare sulle spalle della

modella..

L’ultima forma studiata è il rombo, con il quale Ferrè rivoluziona la propria camicia; cancella tutte le sue parti (collo, maniche, pettorina, polsi, bottoni) per arrivare ad una forma regolare e piatta. Come illustrato nelle figure 2.11 un lungo foulard

romboidale è annodato sulla schiena e disegna sul davanti una successione di balze bianche che lasciano nude le spalle.

Ferré sviluppò molte differenti scomposizioni tra forme e tessuti. In alcune sue collezioni si nota una camicia nata da un montaggio tra porzioni diverse: manche, bustino, fascia, collo. Lo stilista sembra così saldare ed unire ogni singolo dettaglio.

Il maestro è stato indubbiamente l’artista del bianco; ha legato l’estetica di questo pezzo di abbigliamento al progetto della forma ed all’esaltazione della materia, sempre scelta per ottenere volumi e dimensioni.

La camicia bianca è opera aperta dove è possibile assemblare e disassemblate un infinito sistema di punti sulla superficie di tessuti.

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57

CAPITOLO 3

Collezione Cruise 2018

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1.Mood

Le caratteristiche dei modelli abbigliamento

Seguendo la ricerca dei capitoli precedenti, sono rimasta colpita dai modelli particolari dell’ abbigliamento cinese che hanno poi costituto una

parte dello sviluppo del mio progetto. I modelli oggetto del mio approfondimento sono,

come già spiegato nel Capitolo 1, il “Ru Qun” (elemento tradizionale femminile apprezzato per le lunghe gonne legate sino alla vita prima e dopo sin sopra il seno), il “Jian Se Qun”, Fig.1.5 , (tipica gonna a strisce verticali), “Yuan Ling Pao Shan”, Fig.1.8 , (tipo di abbigliamento maschile con girocollo, bordo di rifinitura e chiusura nel bavero destro) e “Hu Fu”, Fig.1.10, (abiti lunghi. collo con rever e pantaloni lunghi o gonne lunghe proprio sotto l’abito stesso). La seconda parte del lavoro è nata dall’incontro con

Gianfranco Ferré, architetto stilista a cui hanno fatto seguito l’eleganza di tutti i suoi progetti, i fiori che spesso ritroviamo nelle sue creazioni, linee essenziali dritte e geometriche. Si è caratterizzato per un

prêt-à-porter di lusso, prodotto su misura, cucito a mano ed in grado di essere indossati anche a seconda delle occasioni.

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65

Idea

Il metodo di Ferré pone attenzione al volume, alle proporzioni, all’abbinamento di tessuti diversi ed all’importanza di figure regolari quali rettangolo, cerchio e rombo il tutto corredato sempre da prove su manichino Ferré considera il corpo come un’identità, ogni suo

progetto d’abito prende avvio da una fase bidimensionale-ma implica già in partenza il confronto con la tridimensionalità della figura umana. Il confronto con questa conferisce all’abito identità, sostanza, logica. La passione per gioielli è sempre stata presente nella sua vita professionale come complemento fondamentale dell’abbigliamento e come mezzo di decorazione del corpo. La sua storia nella moda è che ha creato qualcosa di originale con il proprio gusto senza pensare come un vero e proprio fashion designer. Egli aveva già sentito un forte impulso decisivo per far uso di materiali insoliti, diversi da quelli tradizionalmente impiegati nella produzione. Sviluppò un senso di sfida, il piacere della ricerca, il desiderio di sperimentare ed innovare, di allontanarsi dalla conoscenza e di sperimentare nuove possibilità. La idea della tesi è pertanto nata con tutte le premesse sin qui descritte che mi hanno portato ad unire i modelli di abbigliamento cinese del periodo Tang con lo stile essenziale di Ferré, ispirata per la maggiore dai suoi accessori e della famosa camicia bianca. Il mio obiettivo è stato quello di selezionare tessuti con diverse identità e materiali, provando a creare e

(36)

Colore e Materiali

Basandomi sullo studio della professoressa Marta Santambrogio ho selezionato i colori dal mood board tramite la riproduzione degli stessi con gli acquarelli per poter meglio capire ed unire i colori agli occhi tramite lo schema base MYCK. Sotto studio del volume “Designers guide to color 2”

e “Designers guide to color 3” in cui sono riportate oltre 1000 combinazioni innovative di colori ho individuato e selezionato per la mia collezione 5 gruppi di colori. Su tali basi dei colori ho poi individuato filati e

tessuti idonei per la collezione Cruise di metà stagione decidendo come filati il numero metrico (Nm) minimo 13000 e come tessuti la seta, la viscosa, cotone leggeri per gli abiti, il cammello e tessuto sintetico per cappotti e giacche.

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70% VISCOSA 30% POLYAMIDE

Tit NM 24.500 100% VISCOSE

Tit NM 33000 100% COTONE 100% LANA

100% SETA

100% CAMELLO 100% VISCOSA

100% VISCOSE Tit NM 30/2 PAPIRO TIN

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I disegni di ‘‘Bao Xiang Hua’’

Ammirando le rappresentazioni del tempo ho iniziato ad interpretare gli elementi tipici con il concept e le tecniche di maglieria ai disegni dei pattern e dei tessuti dell’abbigliamento femminile della dinastia Tang. La base della mia idea ispiratrice che ha segnato lo sviluppo dell’intero elaborato nasce dalla rappresentazione del fiore di “Bao Xiang Hua’’

(Fig.1.13), immagine risalente ad oltre 1300 anni fa e di valore inestimabile, di forma circolare che rappresenta per la cultura cinese un simbolo di forza, integrità e pienezza. Da tale immagine si nota l’eccellente creazione a

mano della composizione e l’attenzione data al colore. La rappresentazione vede l’unione di 3 sezioni circolari di fiori simmetrici su tutti i 360 gradi di rotazione del disegno stesso. I disegni di ‘‘Bao Xiang Hua’’ sono simmetria e si

possono ripetere sequenzialmente e proprio su questo ho svolto una ricerca sul modo di maglie multiplo/continuativo. Come si nota dalla Fig.3.6, il mio progetto è iniziato con il disegno semplificato del primo pattern derivato dalla linea esterna delle sezioni. Sul base della ricerca del modo di maglie ho scelto il punto maglia di ‘‘Eyelet Flowers’’(Fig.3.7) sui cui ho potuto lavorare e sviluppare la mia creazione; da ciò è seguita la produzione di una singola unità (Fig.3.8)

2. I disegni dei pattern

tramite la macchina a mano per maglieria COPPO finezza 12. Sulla base della singola unità ho poi ridisegnato la scheda (Fig.3.9) del fiore con dimensione di 25x25 maglie, per poi giungere al campione del pattern finale (Fig.3.10). Gli elementi floreali sono stati pertanto da me disegnati con la scheda di maglieria sui capi.

Accanto al modo centrale appena descritto del mio primo e secondo capo, ci sono anche altri modi di maglia multipli che sono stati selezionati e sviluppati per gli altri capi disegnati.

Fig.3.7 Pattern base su quale sarà svilupato lavoro della tesi

(39)

73

Fig.3.9 Singola unità della scheda del fiore base

Fig.3. 10 Lavorazione su schema su macchina COPPO finezza 12 Fig.3.12 Campione del pattern

(40)

75 Come la fig.3.11,a seguito di tale studio ed analisi

di Ferré ho deciso di disegnare e creare per la mia collezione fiori tridimensionali presenti nella giacca, nel cappotto e negli accessori. Sul base della tecnica “tr draping twisted” ho creato

il centro della forma tridimensionale del fiore con il tessuto di Camello mentre la parte esterna l’ho realizzata con tubolare di filati cotone ed uncinetto come in Fig.3.12 Ferré ha avuto, sin dai tempi dell’Università, una viva passione per gli accessori e per i gioielli come elemento necessario ed inseparabile nella relazione con gli abiti stessi. Su questa conoscenza ho quindi realizzato varie prove di accessori con tubolare speciale in cui ho personalmente inserito un filo di ferro all’interno del tubolare stesso per fornire un senso di maggiore durezza e consistenza. Anche altre schede della maglia,ad esempio fiori uncinetto punto nocciolina, fiori di maglia allo

uncinetto,sarrano utilizzati per la collezione.

Fig.3.13 Campione tridimensionale del fiore 1

(41)

77

I disegni di nodi cinese

Con i nodi cinesi, è possibile creare decorazioni per arredare oggetti di vario genere, bijoux da indossare, portachiavi, ciondoli e tanto altro. La parte importante nella creazione dei nodi cinesi, quella che determina la riuscita o meno del nodo, è il modo in cui viene stretto: è fondamentale stringere un nodo lentamente e con precisione. I nodi sono stati realizzati nella collezione per

comporre la collana ed il bracciale. Il primo schema rappresenta il nodo broccato tondo. un nodo che in Cina indica buona sorte; di solito è

intrecciato con due estremità ma è possibile realizzarlo anche con una sola. Il secondo schema rappresenta il nodo bottone: può

essere fatto con un’estremità di un solo cordoncino, creato intorno a un secondo cordoncino per formare un nodo bottone scorrevole, oppure con due estremità di un cordoncino per formare un’asola su un lato del nodo. Il terzo schema rappresenta il nodo serpente,uno dei dodici animali dell’oroscopo cinese; è considerato un portafortuna e un guardiano del tesoro.

(42)

79

l Cartamodelli

I cartamodelli dell’abbigliamento cinese sono cuciti bidimensionali, invece Ferré, da ottimo architetto stilista, nelle sue creazioni dona volume, dimensionalità dando un senso scultoreo ed appunto di volume alle creazioni, ed è quindi sulla base di ciò che nella mia collezione uso come base i cartamodelli orientali ponendo gli stessi sul manichino e dando volume ai capi.

3.Disegni

PRIMO CAPO

Il mio primo capo è basato sul cartamodello di “Qun”, di forma rettangolare.Da tale base mi sono ispirata alla camicia bianca di Ferré per poter arrivare alla creazione di un abito su misura.Per avere la forma tridimensionale sul corpo i pezzi del cartamodello degli abiti sono tagliati in 5 sezioni come Fig.3.15 e cuciti poi assieme tramite la cucitura ribattuta, tratto tipicamente usato nella produzione della camicia.

La fascia cingente il seno e il risvolto dell’abito riprendono il colletto della camicia maschile

(Fig.3.16).I colori sono selezionati dal primo gruppo della palette colori.

Il materiale principale per la realizzazione è la viscosa, con differente lavorazione sul collo in cui è stata utilizzata la tecnica del traforato.

La procedura che ho attuato ha previsto la creazione di un campione con il filato di FILMAR TITOLO 30/2 PAPIRO TIN arrivando ad una maglia rasata di larghezza 10mm con 6 maglie e

lunghezza 10 mm con 7 passaggi sulla macchina Coppo numero finezza15 12. Il disegno di un singolo

fiore come Fig.3.10 è di larghezza 45 mm con 25 maglie, larghezza di 80 mm con 50 passaggi; si considera pertanto una scheda del disegno incluso 20 mm di maglia rasata (12 maglie), 45 mm di disegno del singolo fiore (25 maglie).

La larghezza del cartamodello è data da 2 pezzi, uno da dx e uno a sx:larghezza di 610 mm, lunghezza di 310 mm a cui è possibile arrivare a 4 scheda del disegno (Fig. 3.16).

Gli aghi sulla macchina Coppo numero 12 sono dotati di talloni alti e bassi e la mia lavorazione basata sulla scheda del traforato ha consistito in un processo lungo e di attenzione in quanto sono stati coinvolti ben 380 aghi con 250 passaggi.

Tale primo capo è completato come accessorio dal bracciale. Tale creazione è ispirata dall’antico braccale cinese il quale fascia il polso avvolgendo poi il dorso della mano sino alle dita.

L’idea decorativa è stata quella di utilizzare tubolare (lavorazione circolare di una maglia

14.Il disegno traforato si sviluppa per lo più su maglia rasata. La tecnica prevede l’ausilio di un punzone trasportato sull’ago precedente o successivo; lo stesso ago vuoto viene così lasciato in posizione di lavoro ed al passaggio del successivo carrello riprende a lavorare creando così un buco che da origine al traforo.

15.Numero di aghi presenti in un pollice

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81 Centro Dietro Centro Dietro Centro Dietro Centro Dietro Fig.3.16Cartamodello dell’abito

Fig.3.17 Cartamodello della parte superiore dell’abito

ottenuta utilizzando macchine circolari o rettilinee a due fronture) di filati brillanti e creare con la tecnica del nodo cinese una serie di ideali diamanti.

Fig.3.18 Il disegno tecnico dell’abito

478 767

288 85

(44)

83 SECONDO CAPO

Il secondo outfit è basato invece sulla caratteristica del collo scollato di “Ru” e le gonne il “Jian Se Qun”, la tipica gonna a strisce verticali. Da tale base mi sono ispirata alla figura rettangolare, tipica delle ideazioni del maestro italiano, per poter arrivare alla creazione di un top reversibile scollato e stretto in vita, con una gonna lunga bi-colore legata sotto il seno nella parte superiore, Fig. 3.19

Per giungere alla creazione del capo ho realizzato diverse prove per arrivare ad una chiara idea e creare il tessuto reversibile. Ho poi deciso con gli stessi numeri degli aghi di selezionare due filati di diverso colore (terza combinazione della tavola dei colori) con i numeri metrici simili. Per avere una purezza nelle cuciture laterali del top ho usato la macchina da cucire con fili di diverso che mi hanno garantito la cucitura con 2 colori diversi per i due lati ed è per questo motivo che non avrei potuto attuare ciò con il rimaglio che utilizza invece un unico filo. Per realizzare la gonna corte interna di coloro vlilla-glicine ho preso le misure sul manichino taglia 38, con calcoli del numero di maglia ho creato un pezzo rettangolare di larghezza 46 cm e lunghezza 50 cm con filati Conchiglia. La lavorazione utilizzata per la gonna lunga di colore grigio-metallizzato è realizzata tramite la lavorazione ad aghi scartati, 2

aghi scartati su 6 aghi per un totale di 322 aghi in macchina Coppo numero 12 con filati 30/2 PAPIRO TIN. L’aver utilizzato la combinazione con tecniche di sartoria è stato grazie allo studio di Gianfranco Ferré il quale ha spesso mischiato idee e tecniche. A completamento dell’outfit vi è poi la cintura, sempre di color lilla-glicine, creata con un metodo di tubolare intrecciato e chiusura tramite un nodo cinese.

49 45

105

62 30

(45)

85

Fig.3.21 Figurino secondo capo

TERZO CAPO

Ispirato alla passione di Ferrè per gli accessori, ho creato una collana di ampio volume in grado di donare il senso di accessorio e top superiore allo stesso tempo con abbinato un lungo pantalone a gamba larga di seta e color nero capace di

trasmettere una sensazione di apertura, continuità e volume con la parte superiore.

La collana è creata con un tubolare speciale di colore rosso pompeiano realizzato con 7 aghi sulla

macchina Coppo, numero 8,di Gruppo filpucci industrie filati con 4 filati sirio 1/30000 tinto. La lavorazione a mano della stessa è stata realizzata con uncinetto (ago con punta ad uncino, usato per realizzare lavori a maglia, rete o pizzi) e la

grandezza della stessa è stata individuata con prove su manichino, riprendendo il modo di lavoro

(46)

87

Fig.3.22 Figurino terzo capo

QUARTO CAPO

Il cartamodello della quarta creazione, il coprispalla, è ispirato dall’abbigliamento cinese maschile, Yuan Ling Pao Shan, con collo circolare, maniche larghe e di forma quadrata.

Nella parte anteriore spiccano due fasce di maglia che donano tridimensionalità all’abito stesso. La fascia destra presenta la chiusura nel bavero destro ed ha disegni di fiori realizzati con la macchina Coppo finezza 8 per riprendere l’idea floreale ispiratrice dell’intero progetto.

Dona infine senso di una lunga sciarpa incrociata nella parte posteriore del capo chiusa da un ampio fiocco sulla vita.

(47)

89

Fig.3.23 Figurino quarto capo

62 16 56 60 98 32 4 20

Fig.3.24 La tecnica del coprispalla

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16/8/2017 Itis_knitweardesign (@itis_hlsknitweardesign) • Foto e video di Instagram

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#itis_knitwear

27 GIUGNO

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CAPITOLO 4

(49)

93

IT IS è ideato dalle lettere HLS (come le iniziali del mio cognome e nome) e di facile pronuncia e memoria. Nella traduzione italiana, “è”, si riconduce alla

unicità di ciò che sarà ogni mia creazione: “è questo”! Porta a sottolineare il raro valore di ogni pezzo, unico nel suo sviluppo e realizzazione. La scelta della lingua inglese è dovuta sia alla assonanza con le miei iniziali, sia per dare un taglio

maggiormente internazionale al marchio. Con l’esperienza di vita personale, vedo sempre più

giovani cinesi che come me desiderano indipendenza della loro vita ed e sono a loro che i miei abiti ed accessori si riconducono. Creare su basi concrete per poter costruire una immagine indipendente del capo. I disegni del brand partono dalla lavorazione tradizionale ed originale cinese con semplicità di tagli, eleganza dei tessuti, provando poi a realizzare e sperimentare nuove tecniche di maglieria e sartoria. Nella modernità del 2017, la diffusione social del

marchio è sicuramente l’inizio da cui desidero intraprendere lo sviluppo comunicativo dei miei lavori.

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BIBLIOGRAFIA

杨志谦,唐代服饰资料选,北京市工艺美术研究所,1979

华梅,中国服装史(CHINESE CLOTHING HISTORY),中国纺织出版 社,2007

纳春英,唐代服饰时尚,中国社会科学出版社,2009

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Brown Carol, Knitwear design, Laurence King Publishing, London,2013 Conti Giovanni,Design della maglieria : strumenti e metodologie progettuali , Lupetti,Milano ,2013

Fondazione Gianfranco Ferré , Gianfranco Ferré Disegni,Skira Editore s.p.a,Torino,2010

Fondazione Gianfranco Ferré , La Camicia Bianca Secondo Me Gianfranco Ferré,Skira Editore s.p.a, Torino ,2014

Frassine Roberto,Soldati Maria Grazia,Rubertelli Manuela,Textile Design: Materiali e tecnologie,Francoangeli,Milano,2008

Giacomoni Silvia e Attilio Marcolli,Designer Italiani, Idealibri, Milano,1988 Frisa Maria Luisa, Gianfranco Ferré Lessons in Fashion, Marsilio Mode,2010 Maddaluno Paola, Gianfranco Ferré Progettazione Continua, Altralinea Edizioni s.r.l,Firenze 2014

Sacerdote Emanuela,La strategia retail nella moda e nel lusso,Franco Ageli, Milano,2011

Sue Jenkyn Jones, Fashion design, Laurence King publishing, London ,2011 50+2Y: italian design, A. Mondadori,Milano,2006

(52)

99

A termine del mio lavoro con grandissima emozione desidero ringraziare i miei genitori per tutta la libertà che mi hanno dato di poter seguire la mia passione per la maglieria, e mia nonna che, in quanto sarta, fin da piccola mi ha trasmesso la sua passione e la sue conoscenze. Ringrazio il professor Giovanni Maria Conti, Manuela

Rubertelli per tutto il supporto datomi nello sviluppo della tesi, i tecnici di laboratorio Lucia Tarantino,

Laura Vicelli e Angelo Sabbioniper tutti gli insegnamenti ed i preziosi consigli dati dalla loro grande esperienza. Un ringraziamento particolare alla Fondazione di Gianfranco Ferrè, alla sua direttrice Rita Airaghi, ai responsabili Giorgio e Giovanni, per la possibilità che mi hanno dato di poter vedere e toccare con mano le creazioni e la storia del maestro Ferré, e per aver apprezzato e seguito le mie ideazioni. Ringrazio anche la Boutique milanese di Jil Sander

presso la quale ho avuto il piacere di lavorare e poter ricevere tanti consigli e suggerimenti dai quali ho preso ispirazioni sullo stile, sui tessuti ed i materiali poi utilizzati. Infine,un grande ringraziamento emozionato al mio

fidanzato Fabio Massimi che mi ha portato la pazienza quando avevo la difficoltà sulla ricerca e gli iscritti della tesi. Mi ha dato un grande fiducia e supporto della mia ideazione e capacita del settore maglieria. Inoltre,anche i miei amici vicini,mi ha dato grandi aiuti sui tutti anni passati università.

RINGRAZIAMENTI

首先感谢我父母给我自由度选择自己喜欢的事业,给 我机会来米兰学习服装设计。 我从小是外婆带大,看着外婆一针一线缝纫衣服给我 的同时,我热爱上了服装这个行业。 在米兰7年的大学和研究生的求学生涯中,我非常感 谢Giovanni Maria Conti,Manuela Rubertelli教授对我 的循循教导,感谢实验室的所有技术老师Lucia Tarantino,Laura Vicelli和Angelo Sabbioni传授我多年 的技术经验。

在此也非常感谢Gianfranco Ferrè基金会的 Rita Airagh女士及其他同事给予我机会了解和观摩 Gianfranco Ferrè 的杰作。并且对我的毕业设计给予 中肯的意见和技术支持。 我曾经在米兰的JIL SANDER奢侈品店做过导购员,也 正是这份工作机会让我真正近距离的了解高级时装 品牌的概念。从闲暇之余触碰布料,观察衣服缝纫的 手法,不得不说,对我的毕业设计有着不可末泯的功 劳。 最后,从内心深处,用最简单的话语感谢我挚爱的 人。谢谢我的男朋友Fabio Massimi一路的默默陪伴, 帮我修改论文。在遇到困境时排忧解难。还有我身边 的朋友,一次次在我需要帮助的时候伸出援手。 我感谢所有我遇到的你们, 谢谢! 感谢信

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