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Giuseppe Bertagna, Pierpaolo Triani (a cura di) Dizionario di didattica. Concetti e dimensioni operative

La Scuola, Brescia 2013, pp. 440

Didattica: il vocabolo stesso pare intrin-secamente polisemico. Come sostantivo referenzia la natura epistemologica della disciplina che teorizza i metodi di inse-gnamento e di apprendimento. Come aggettivo, richiama le metodologie e le strategie adoperate da qualcuno per in-segnare bene. Proprio questa seconda qualificazione ha portato molte volte a intendere la didattica alla stregua di una mera raccolta di tecniche a cui attingere per insegnare. Il significato del termine che affiora, invece, dal Dizionario di didat-tica, a cura di Giuseppe Bertagna e Pier-paolo Triani (La Scuola, Brescia 2013, pp. 440), è affatto diverso. Non solo connette senza confonderli questi primi due signi-ficati, non rinnegandoli, ma soprattutto ambisce a dimostrare che sia il primo sia il secondo sono legittimi nella misura in cui sono organati dentro un comune concetto di didattica come pratica, cioè come azione. In questo senso, stretta-mente legati anche ad una antropologia pedagogica che permette di non lasciare tra loro estranee, quando non contrad-dittorie, come addirittura teorizza qual-che “tecnologo didattico” alla moda, pedagogia e didattica, filosofia dell’edu-cazione e tecnologie dell’insegnamento. Obiettivo ambizioso che costituisce l’aspetto di originalità dell’intera pubbli-cazione, proprio per questo molto diver-sa da quasi tutte le altre analoghe oggi in

commercio. Il volume, infatti, non si li-mita a “dare il nome alle cose”, come ogni buon dizionario esige, ma esplicita paradigmi ermeneutici, a volte taciuti al-tre volte fraintesi, dell’agire didattico. In-fatti, sebbene la voce Didattica non compaia tra le trentadue presenti nel Di-zionario, il suo significato emerge dal-l’orizzonte teoretico comune che abbraccia le diverse definizioni spiegate nei vari lemmi presi in considerazione. La prospettiva assunta consente di sot-trarre il volume sia ai rischi tipici dei Di-zionari, che spesso trovano il loro ordine solo in quello alfabetico, sia alla compi-latività di numerosi volumi che, inten-dendo fotografare lo status quaestionis della didattica, scambiano la complessità della disciplina per l’accostamento anto-logico di disparati modi e fini di conce-pire l’agire didattico. Scopo del Dizionario di didattica è, al contrario, argomentare al lettore perché sia oggi indispensabile dif-fidare da queste im postazioni. E quanto, dunque, sia, al contrario, necessario legare tra loro con chiarezza pedagogia e didat-tica, considerando la didattica come un percorso educativo volto a generalizzare le condizioni professionali proprie dell’“azione umana” (non a caso lemma fondamentale del Dizionario). Tali condi-zioni permettono di insegnare e di ap-prendere, di “scoprire ciò che è bene favorire (e perché, e come) e ciò che è

© Pensa MultiMedia Editore srl ISSN 1722-8395 (in press) / ISSN 2035-844X (on line) Studium Educationis • anno XV - n. 3 - ottobre 2014

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male tollerare (e perché, e come di con-seguenza agire per cancellarlo) nelle di-namiche che intervengono quando due persone dotate di intenzionalità, lògos, li-bertà e responsabilità intendono pro-muovere i reciproci processi educativi di insegnamento/apprendimento” (cfr. In-troduzione, p. 7). La didattica esplicita ed implicita accreditata dal volume, quindi, rinuncia a essere normativa o, peggio, ad-destrativa. Non fornisce, né tanto meno giustifica, “ricette” su come orientare le scelte degli attori nei contesti di appren-dimento (formale, informale e non for-male). Sceglie, invece, la strada di pensarsi quale sistematica riflessione critica sui concetti e sui comportamenti situati che devono entrare in gioco quando ci si colloca in un concreto agire didattico che abbia di mira la promozione del pie-no sviluppo della persona umana di cia-scuno. Da qui, anche il senso del sottotitolo Concetti e dimensioni operative. Le trentadue voci del Dizionario presen-tano, per questo, sempre un ancoraggio allo stesso orizzonte teorico-epistemolo-gico-pedagogico di tipo personalistico e, al contempo, mostrano le diverse conse-guenze operative che discendono dall’as-sumere orizzonti teorico-epistemo logi-co-pedagogici differenti. Aiuta questo obiettivo anche la reiterata struttura delle singole voci: tutte, infatti, esordiscono con una definizione concettuale del ter-mine, passano a una discussione critica di essa che illustra anche posizioni opposte o diverse e, infine, sfociano nella esplici-tazione delle differenti implicazioni di-dattiche che ne conseguono.

Ma vediamo in breve alcune voci. La fondativa, come già si accennava, è Azio-ne. Si tratta di individuare nei compor-tamenti umani, degli allievi o dei docenti, quelli riconducibili a intenzio-nalità, lògos, libertà e responsabilità, e non ad automatismi deterministici o a routi-ne acquisite. Aziorouti-ne rimanda subito alla voce Pratica, come agire bene in situazio-ne, dove “bene” non è inteso in senso as-soluto e astratto, bensì in grado di

realizzarsi nelle circostanze date, “in si-tuazione” appunto.

Altri lemmi cruciali sono Capacità, Com-petenza e Conoscenze, Abilità. Le prime due parole riguardano, secondo il Dizio-nario, l’essere personale di ciascuno in rapporto al mondo. La prima (riprenden-do il concetto aristotelico di dynamis) concepita come l’insieme delle possibi-lità di essere, riferite a ciascuno (cfr. voce Capacità); la seconda come l’attuazione documentata, socialmente e professional-mente riconosciuta, delle prime o alme-no di una parte integrata di esse, dopo un adeguato percorso formativo nel qua-le si predispongono tutti i contesti e gli interventi più favorevoli a valorizzarle. “In campo pedagogico-didattico, dun-que, è oggi ritenuto competente colui che ha trasformato le proprie capacità in un agire consapevole, autonomo e re-sponsabile che gli permette di affrontare «bene», per sé e per gli altri, in una de-terminata situazione, la risoluzione di problemi, l’esecuzione di compiti, l’ela-borazione di progetti, utilizzando al me-glio tutto il sapere posseduto e le risorse interne ed esterne che sono a sua dispo-sizione” (cfr. voce Competenza, p. 82). In questo Dizionario, si critica fortemente la concezione oggettivistica dei concetti di Capacità e di Competenza. Per tale ragio-ne, le strategie di insegnamento che il docente è chiamato ad esercitare nel mo-do più intenzionalmente professionale possibile (cfr. voce Insegnamento) non possono considerarsi di per sé efficaci ed efficienti se non suscitano apprendimenti personali (soggettivi appunto) da parte degli studenti (cfr. voce Apprendimento). La logica dell’et-et è riproposta dal Dizio-nario anche per la coppia di concetti In-dividualizzazione e Personalizzazione, concetti in fondo simmetrici a Insegna-mento e ApprendiInsegna-mento. Nell’individualiz-zazione, infatti, è il docente che, tenendo conto dei diversi stili di apprendimento di ogni studente, si propone di insegnar-gli in tempi e modi diversi le stesse co-noscenze e abilità, come garanzia di

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Studium Educationis • anno XV - n. 3 - ottobre 2014 • recensioni giustizia nel processo educativo (cfr. voce

Individualizzazione). Nella personalizza-zione, invece, è lo studente che diventa protagonista dell’apprendimento e che, accompagnato dal docente, trova nell’of-ferta varia e multiforme del setting di in-segnamento ciò che non solo riconosce, ma anche e soprattutto valorizza sempre più i suoi bisogni, desideri, disposizioni, capacità ecc., in un cammino che non ha fine (cfr. voce Personalizzazione). Un orizzonte didattico, questo, che al-l’interno del Dizionario viene comple-tato anche grazie al prezioso contributo offerto da altre voci come Disciplina di

studio, Lezione, Materia d’insegnamento, Metodo, Tecnica e Tecnologia.

Il volume, nel suo insieme, mostra quan-to sia importante resistere alla tentazione diffusa di ridurre la didattica sostanzial-mente a dimensione applicativa di teorie psicologiche, sociologiche o tecnologi-che, invece che ritenerla il luogo ordina-to e riflesso nel quale una pedagogia si trasforma ogni giorno in vita e in pen-siero della persona di ogni studente.

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