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ZENONE DI ELEA: l'assurda apparenza

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Academic year: 2021

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ZENONE DI ELEA

(2)

Notizie sulla sua persona

• Sulla vita di Zenone sappiamo poco. Sappiamo

che egli fu scolaro e amico di Parmenide e fu di

circa 25 anni più giovane di lui (nato quindi

attorno al 489). Morì coraggiosamente nel 431 a

causa delle torture subite dal tiranno Nearco

(alcuni dicono si chiamasse Diomedonte, altri

Demilo), contro cui aveva cospirato, non senza

prima essersi da solo mozzata la lingua con i

denti e averla sputata addosso al tiranno per

impedirsi di tradire i compagni.

(3)

Zenone difende Parmenide

• Zenone intende difendere le tesi di Parmenide sull’unità

e immutabilità dell’essere, malgrado la testimonianza

contraria dei sensi. Alcuni avversari di Parmenide (tra i

pitagorici e i seguaci di Anassagora, un altro filosofo

coevo) avevano infatti cercato di evidenziare che la sua

filosofia conduceva a conseguenze inaccettabili quando

non ridicole.

• Ora, da un lato Zenone dimostra la perfetta coerenza di

Parmenide, dall’altro mostra che, assumendo per vero il

divenire e la molteplicità dell’essere, se ne deducono

conseguenze assurde (dimostrazione per assurdo).

(4)

Gli argomenti contro la molteplicità o pluralità

dell’essere (primo argomento fondato sul numero

delle cose)

IL PRIMO ARGOMENTO di Zenone (in Simplicio, Physica, 140,27)

dice che

1)

Accogliendo le opinioni degli avversari di Parmenide, secondo cui

le cose sarebbero molteplici,

2)

Si arriverebbe alla conclusione assurda che il loro numero

sarebbe, al tempo stesso, finito e infinito (cosa che è impossibile,

dato il principio di identità e non contraddizione)

INFATTI

Sarebbe FINITO perché le cose non possono essere né più né meno

di quelle che sono realmente (il loro numero cioè è un numero

dato)

Sarebbe INFINITO perché tra due cose ce ne sarà sempre una terza e

tra questa e le altre due ce ne sarà sempre un’altra ancora e così

(5)

Secondo argomento contro la molteplicità (fondato

sulla grandezza delle cose)

IL SECONDO ARGOMENTO di Zenone

dice che se gli esseri fossero molteplici

dovrebbero essere al tempo stesso

infinitamente piccoli e infinitamente grandi:

“Se c’è il molteplice, questo molteplice è

grande e piccolo: grande fino ad essere

infinito in grandezza, piccolo fino a non

avere grandezza di sorta” (Zenone in

Simplicio, Physica, 139,5)

(6)

Ciascuna parte è nulla

Infatti così ci dice Simplicio riportando l’argomento: “Nulla

ha grandezza perché ciascuno dei molti è identico a sé e

uno” (Phisica 139,5).

Ciò significa che

“ciascuno dei molti esseri, per essere veramente uno non

dovrebbe avere né grandezza, né spessore, né massa

(perché altrimenti sarebbe divisibile in parti e, dunque,

non sarebbe più uno); ma un UNO siffatto, piccolo

all’infinito fino ad essere del tutto privo di grandezza, non

è nulla […]. (G. Reale, Storia della filosofia antica, Vita e

Pensiero, Milano 1987

5

, vol. I, pp. 138-139).

Quindi aggiungendo nulla a nulla, si ottiene una grandezza

nulla perché “nulla è ciò che viene aggiunto”.

(7)

Ma le parti di qualcosa devono

essere qualcosa

D’altro canto se qualcosa è divisibile in infinite parti,

ammettendo implicitamente che questo qualcosa sia

effettivamente qualcosa e non nulla, ad ogni parte, che

per tale motivo deve a sua volta essere qualcosa e

dunque avere grandezza, se ne potrà sempre

aggiungere un’altra (infatti abbiamo detto che questo

qualcosa è divisibile in INFINITE PARTI). Così

continuando all’infinito ad aggiungere parti, si otterrà una

grandezza infinita.

Ma, conclude Zenone, un essere infinito in grandezza e al

tempo stesso piccolo fino a non avere grandezza è un

assurdo impensabile.

(8)

Gli argomenti contro il movimento (1°

argomento: lo STADIO o la DICOTOMIA)

• L’argomento dello STADIO dice che per

arrivare da un estremità di uno stadio

all’altra estremità bisognerebbe prima

arrivare alla metà dello stesso stadio,

prima ancora alla metà della metà, prima

di ciò alla metà della metà della metà, e

così via all’infinito. Dunque non si arriverà

mai dall’altra parte, perché in un tempo

finito non si possono percorrere porzioni

infinite di spazio.

(9)

Secondo argomento contro il

movimento (L’ACHILLE)

• E’ questo uno dei più famosi argomenti zenoniani. Achille è noto per essere

velocissimo (“piè veloce” lo chiama Omero). Egli è messo a confronto con una tartaruga, il più lento degli animali. Zenone, per mostrare quanto sia assurda l’idea secondo cui esiste il movimento, dimostra che se Achille dà qualche passo di vantaggio alla tartaruga, egli non la raggiungerà mai.

• Infatti poniamo che la velocità della tartaruga sia 1/100 di quella di Achille e

quest’ultimo dia 10 metri di vantaggio alla tartaruga.

- Quando Achille avrà percorso i primi 10 metri, la tartaruga avrà percorso 1 centesimo di 10 metri (10 cm).

- Ora rimane tra i due una distanza di 10 cm. Quando Achille avrà percorso questa distanza, la tartaruga avrà percorso 10cm/100 (=i millimetro)

- Ora rimane trai due la distanza di un millimetro… (e così via all’infinito). Stando così le cose, la distanza tra Achille e la tartaruga diminuirà

(10)

Il presupposto dei due argomenti

• Presupposto di entrambi gli argomenti sul

movimento è l’infinita divisibilità dello

spazio. Assumendo questo presupposto,

nessuno corpo potrà mai raggiungere la

propria meta, perché tra lui e la meta vi

sono infinite porzioni di spazio.

(11)

Il terzo argomento contro il

movimento (la freccia)

• L’argomento ci dice che se io scaglio una

freccia verso un bersaglio, se potessi

dividere il tempo che essa ci mette per

giungere al bersaglio stesso in tutti gli

ISTANTI di cui è composto, vedrei IN

OGNI ISTANTE la freccia FERMA. Ma

una somma di quantità zero di moto non

può dare alcun movimento. Dunque la

freccia è ferma.

(12)

Presupposto del terzo argomento

• Il presupposto concettuale del terzo

argomento è l’infinità divisibilità del tempo:

in un tempo divisibile all’infinito non si può

percorrere alcuno spazio finito.

(13)

Il quarto argomento contro il movimento

(argomento delle masse nello stadio)

• Poniamo che in uno stadio ci sono due corridori: uno che va dal punto A al

punto B a 20 kmh, e l’altro che va da punto B al punto A a 20 kmh (ovviamente Zenone parla di “grandezze uguali e dotate della stessa velocità”, come riporta Aristotele, non di corridori né di kmh).

• Ora rispetto ad un giudice fermo a metà della pista (una terza grandezza

immobile), entrambi i corridori viaggiano a 20 kmh. Tuttavia per ciascuno dei due, l’altro viaggerà a 20+20 kmh, perché alla sua velocità dovrà

aggiungere quella in senso contrario dell’altro (per questo motivo, per esempio, nel caso di un incidente stradale, è meglio schiantarsi contro un muro fermo, piuttosto che contro un’auto che procede in senso contrario, giacché in quest’ultimo caso la forza dell’impatto sarà data dalla somma delle due velocità).

• QUINDI, per Zenone nel caso delle due masse, esse andrebbero al

contempo a 20 e a 40 Kmh, pur andando alla loro unica velocità, e ciò è impossibile per il principio di non contraddizione.

• Sembra che qui Zenone intuisca quella relatività che Einstein codificherà

nella sua omonima teoria circa 2400 anni dopo. Solo che per E. la relatività descrive un fenomeno reale, mentre per Zenone, il suo esempio mostra una impossibilità, l’impossibilità del movimento.

(14)

Il significato della riflessione

zenoniana

• Con Zenone il pensiero compie un notevole

passo avanti, raffinando oltremodo gli strumenti

della logica, cioè di quella disciplina che si

esercita nel definire il corretto modo di

ragionare, traendo da alcune premesse le

rigorose conseguenze. Il suo tentativo è quello

di sostenere, mediante raffinati strumenti logici,

che la realtà che vediamo tutti i giorni con i nostri

sensi è pura apparenza, e che la verità sta

invece nel modo di concepirla CON LA

RAGIONE ESCLUSIVAMENTE, che aveva

scoperto Parmenide.

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