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ANALISI COMPETITIVA DEI SITI WEB NEL SETTORE HORECA. APPLICAZIONE DEL METODO AHP PER LA COSTRUZIONE DEL SITO DI ILSA SPA

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Academic year: 2021

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(1)

Corso di Laurea magistrale

in Economia e Gestione delle Arti e

delle Attività Culturali

Tesi di Laurea

Analisi competitiva dei siti

web nel settore Ho.Re.Ca.

Applicazione del metodo AHP per la

costruzione del sito Ilsa S.p.A.

Relatore

Chiar.mo Prof. Andrea Ellero

Correlatore

Chiar.ma Prof.ssa Stefania Funari

Laureando

Clara Danelon

Matricola 840242

Anno Accademico

(2)

 

 

                     

(3)

 

  3  

Indice

INTRODUZIONE ... 9  

CAPITOLO 1 IL PIANO DI MARKETING ... 11  

1.1   EVOLUZIONEDELCONCETTO DIMARKETING ... 11  

1.2   ELABORAZIONE DELPIANO DIMARKETING ... 14  

1.3   LEDIECI FASI DELPIANO DIMARKETING ... 17  

1.3.1   FASE 1– ANALISI DI SETTORE ... 17  

1.3.2   FASE 2– PROBLEMI E OPPORTUNITÀ ... 21  

1.3.3   FASE 3– OBIETTIVI DI VENDITA ... 22  

1.3.4   FASE 4– MERCATI-OBIETTIVO E OBIETTIVI DI MARKETING .... 22  

1.3.5   FASE 5– STRATEGIE DEL PIANO ... 23  

1.3.6   FASE 6– OBIETTIVI DI COMUNICAZIONE ... 25  

1.3.7   FASE 7– STRUMENTI TATTICI DEL MARKETING MIX ... 27  

1.3.8   FASE 8– BUDGET E TEMPIFICAZIONE ... 32  

1.3.9   FASE 9– ESECUZIONE ... 33  

1.3.10   FASE 10-VALUTAZIONE ... 33  

1.4   LO SVILUPPODEI PROCESSI COMUNICATIVINEL SETTORE HO.RE.CA. ... 34  

1.5   CONTENT MARKETING ... 36  

1.6   ALCUNE CONSIDERAZIONIRELATIVEAL PRIMOCAPITOLO . 41   CAPITOLO 2 ILSA SPA: PASSATO, PRESENTE E FUTURO ... 43  

2.1   ANALISI DISETTORE ... 44  

2.2   ANALISI AZIENDALE ... 49  

2.2.1   STORIA E FILOSOFIA AZIENDALE ... 49  

2.2.2   ANALISI DEI PRODOTTI ... 53  

(4)

2.2.4   IL TARGET, LA DISTRIBUZIONE, LA GESTIONE DEGLI ORDINI E DEI

PREZZI 56  

2.2.5   TENDENZE NEI PROCESSI DI COMUNICAZIONE ... 58  

2.2.6   I PRINCIPALI CONCORRENTI E I LORO PRODOTTI ... 59  

CAPITOLO 3 L’ANALYTIC HIERARCHY PROCESS ... 62  

3.1   DESCRIZIONE DELMETODO ... 64  

3.1.1   SCOMPOSIZIONE DEL PROBLEMA E COSTRUZIONE DI UNA GERARCHIA ... 64  

3.1.2   ASSEGNAZIONE DELLE PRIORITÀ E COSTRUZIONE DELLA MATRICE DEI CONFRONTI A COPPIE ... 65  

3.1.3   DETERMINAZIONE DEI PESI LOCALI ... 68  

3.1.4   ANALISI DELLA CONSISTENZA DEI GIUDIZI ... 71  

3.1.5   DETERMINAZIONE DEI PESI GLOBALI: IL PRINCIPIO DI COMPOSIZIONE GERARCHICA ... 72  

3.2   VANTAGGI ESVANTAGGI ... 72  

3.3   APPLICAZIONIDELMETODO AHP ... 74  

3.3.1   ITINERARI STORICO ARCHEOLOGICI ALLA SCOPERTA DEL FRIULI LONGOBARDO ... 75  

3.3.2   IL RECUPERO SOSTENIBILE DELL’EDILIZIA DEI PRIMI DECENNI DEL VENTESIMO SECOLO MEDIANTE MATERIALI E TECNICHE INNOVATIVE . 76   CAPITOLO 4 APPLICAZIONE DEL METODO AHP PER LA VALUTAZIONE DEL SITO WEB DI ILSA SPA ... 82  

4.1   I CRITERI DI VALUTAZIONE ... 83  

4.2   I SOTTO CRITERI ... 88  

4.2.1   INFORMAZIONI COMMERCIALI ... 88  

(5)

 

  5  

4.2.3   IMMAGINE AZIENDALE ... 91  

4.2.4   NAVIGABILITÀ ... 92  

4.2.5   QUALITÀ DEI CONTENUTI ... 93  

4.2.6   CUSTOMER SERVICE ... 95  

4.2.7   COMMUNITY ... 96  

4.3   ANALISI COMPETITIVA DEI SITI WEB ... 97  

4.3.1   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO INFORMAZIONI COMMERCIALI ... 97  

4.3.2   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO VISIBILITÀ ... 103  

4.3.3   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO IMMAGINE AZIENDALE 105   4.3.4   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO NAVIGABILITÀ ... 108  

4.3.5   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO QUALITÀ DEI CONTENUTI 110   4.3.6   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO COSTUMER SERVICE ... 112  

4.3.7   ANALISI AHP RISPETTO AL CRITERIO COMMUNITY ... 114  

4.4   CONCLUSIONI SULL’ANALISI COMPETITIVA DEI SITI WEB ... 116  

CONCLUSIONI ... 118   APPENDICI ... 124   APPENDICE A ... 125   COSTUMER SATISFACTION ... 125   APPENDICE B ... 137   CALENDARIO EDITORIALE ... 137   APPENDICE C ... 138   GANTT ... 138   APPENDICE D ... 139  

SCHEMA DEI RISULTATI NUMERICI DELL’ANALISI COMPETITIVA AHP ... 139  

(6)

ANALISI AHP DEI CRITERI ... 142  

APPENDICE F ... 146  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: INFORMAZIONI COMMERCIALI ... 146  

APPENDICE G ... 150  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: VISIBILITÀ ... 150  

APPENDICE H ... 153  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: IMMAGINE AZIENDALE ... 153  

APPENDICE I ... 157  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: NAVIGABILITÀ ... 157  

APPENDICE L ... 161  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: QUALITÀ DEI CONTENUTI ... 161  

APPENDICE M ... 165  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: CUSTOMER SERVICE ... 165  

APPENDICE N ... 169  

ANALISI AHP DEI SOTTOCRITERI: COMMUNITY ... 169  

APPENDICE O ... 173  

ANALISI AHP SITI WEB –INFORMAZIONI COMMERCIALI ... 173  

APPENDICE P ... 184  

ANALISI AHP SITI WEB –VISIBILITÀ ... 184  

APPENDICE Q ... 195  

ANALISI AHP SITI WEB –IMMAGINE AZIENDALE ... 195  

APPENDICE R ... 206  

ANALISI AHP SITI WEB –NAVIGABILITÀ ... 206  

APPENDICE S ... 215  

ANALISI AHP SITI WEB –QUALITÀ DEI CONTENUTI ... 215  

APPENDICE T ... 224  

ANALISI AHP SITI WEB –CUSTOMER SERVICE ... 224  

(7)

 

  7  

ANALISI AHP SITI WEB –COMMUNITY ... 233  

BIBLIOGRAFIA ... 246                                

(8)
(9)

 

  9  

INTRODUZIONE

   

Il   seguente   lavoro   è   parte   integrante   di   un   piano   di   marketing   effettuato   con   il   fine   di   rinnovare   immagine   e   strategie   di   comunicazione   dell’azienda   ILSA   spa,   produttrice   di   grandi   impianti   per   la   ristorazione   professionale   e   appartenente  al  distretto  Inox  Valley  di  Conegliano  (TV),  attraverso  l’ideazione  di   un  nuovo  sito  web  e  l’introduzione  dell’azienda  nei  social  media.  

Nel  primo  capitolo  viene  proposto  un  approccio  ordinato  alla  stesura  di  un   piano   di   marketing,   organizzato   nelle   10   fasi   teorizzate   da   Hiebing   e   Cooper   nel  

1998, partendo   dalla   descrizione   del   concetto   di   marketing   e   della   sua  

evoluzione,   così   come   venne   scandita   dagli   orientamenti   proposti   dal   guru   del   management  Philip  Kotler  nel  suo  libro  Marketing  Management  del  1967.    

Nel   secondo   capitolo   si   applica   l’approccio   all’azienda   ILSA   spa   in   seguito   ad  una    analisi  settoriale    e  interna  che  ha  fatto  emergere  problemi  e  opportunità   di   miglioramento.   La   sfida   di   marketing   da   affrontare   per   Ilsa   spa   concerne   il   rinnovo   dell’immagine   aziendale.   È   emersa   la   necessità   di   creare   un   nuovo   sito   web   con   caratteristiche   e   obiettivi   che   saranno   classificati   con   l’ausilio   del   metodo  decisionale  multicriteriale  AHP.  

Nel   terzo   capitolo   viene   esposto   il   metodo   AHP   partendo   da   una   breve   introduzione   ai   diversi   procedimenti   decisionali   multicriteriali   come   mezzi   di   supporto   per   la   classificazione   dei   criteri   al   fine   di   prendere   una   decisione.   Il   metodo  AHP  verrà    esposto  e  descritto  nel  suo  utilizzo  e  nella  sua  applicazione  al   settore  dei  beni  culturali  per  il  recupero  sostenibile  nell’edilizia  dei  primi  decenni   del   ventesimo   secolo   mediante   materiali   e   tecniche   innovative   e   nella   ricostruzione   della   viabilità   e   dello   sviluppo   antropico   della   parte   settentrionale   del  Ducato  Longobardo  del  Friuli.  

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Il   quarto   ed   ultimo   capitolo   è   dedicato   all'applicazione   del   processo   analitico  AHP  al  caso  dell'azienda  ILSA  SpA  per  la  creazione  di  un  nuovo  sito  web,   ovvero  per  valutarne  l'implementazione  e  l'eventuale  modifica,  con  l'esposizione   dei  risultati  numerici  derivati  dall'analisi  dei  criteri  sottesi  alle  peculiarità  che  un   ottimo   sito   web   deve   possedere,   sulla   scorta   dell'analisi   dei   differenti   requisiti   che   un   sito   deve   rispettare   relativamente   al   prodotto   presentato   ed   all'utente   finale.    

Le   conclusioni   sono   dedicate   alla   spiegazione   della   struttura   del   sito   web   realizzato   per   l’azienda   che   verrà   pubblicato   online   il   23   ottobre   2015   in   occasione  della  fiera  Host  di  Milano.  

                           

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    11  

CAPITOLO 1

IL PIANO DI MARKETING

   

1.1 EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI MARKETING

 

Il   termine   marketing   è   sicuramente   uno   dei   termini   che   genera   più   confusione   e   darne   una   definizione   non   è   semplice   poiché   non   richiama   una   funzione  precisa  e  un’immagine  chiara  come  potrebbero  fare  termini  più  radicati   come   amministrazione,   vendite   o   contabilità.   Philip   Kotler   nel   suo   celebre     libro   “Marketing   Management”   del   1967   configura   il   marketing   quale   processo   processo   sociale   e   manageriale   diretto   a   soddisfare   bisogni   ed   esigenze   attraverso   processi   di   creazione   e   scambio   di   prodotti   e   valori;   è   l’arte   e   la   scienza   di   individuare,   creare   e   fornire   valore   per   soddisfare   le   esigenze   di   un   mercato   di   riferimento,   realizzando   un   profitto   (Kotler   &   Keller,   1967).   La   American  Marketing  Association  (AMA),  invece,  lo  definisce  come  il  processo  che   pianifica   e   realizza   la   progettazione,   la   politica   dei   prezzi,   la   promozione   e   la   distribuzione  di  idee,  beni  e  servizi  volti  a  creare  mercato  e  a  soddisfare  obiettivi   di   singoli   individui   e   organizzazioni     (AMA).   Tale   termine   viene   spesso   utilizzato   come   sinonimo   per   indicare   le   attività   di   vendita   e   pubblicità   insieme,   alcuni   lo   individuavano    quale  mezzo  per  soddisfare  i  bisogni  dei  consumatori,  altri  ancora   lo  hanno  definito  come  arte  di  persuadere  le  persone  per  ottenere  profitti.  Dalle   suaccennate   definizioni   si   può   riassumere   che   il   marketing   è   un   processo   e,   in   quanto   tale,   è   da   considerarsi   come   un   insieme   di   attività   aziendali   volte   al   raggiungimento   di   un   obiettivo   specifico:   la   creazione   di   valore   per   il  

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conseguimento   di   un   profitto   per   l’azienda   tramite   la   soddisfazione   dei   bisogni  

dei  consumatori.    

Philip   Kotler,   acclamato   come   il   maggior   esperto   di   marketing   e   pioniere   del  marketing  sociale,  suddivide  l’evoluzione  del  marketing  in  base  alle  strategie   di  orientamento  delle  imprese  al  mercato  che  si  distinguono  in:  

Orientamento  alla  produzione:  nel  dopoguerra  degli  anni  Cinquanta  nasce   la   produzione   di   massa   e   la   lavorazione   in   catena   di   produzione.   Ci   si   trova,   infatti,   di   fronte   ad   un   mercato   di   consumatori   desiderosi   di   acquistare   prodotti   ampiamente  diffusi  e  a  basso  costo,  con  un  conseguente  sviluppo  di  strategie  da   parte   delle   imprese   basato   sullo   sviluppo   della   capacità   produttiva   puntando   sull’utilizzo   di   manodopera   a   basso   costo.   Durante   questo   periodo   il   marketing   aveva   la   funzione   di   far   conoscere   il   prodotto   alla   popolazione   tramite   i   sempre   più   diffusi   canali   di   comunicazione   come   la   TV,   già   allora   presente   in   tutte   le   case.   L’azienda   parlava   del   proprio   prodotto   direttamente   alle   persone,   si   trattava   di   un   marketing   verticale   che   partiva   dall’alto   e   che   si   palesava   in   campagne  pubblicitarie  dirette  verso  i  consumatori.  

Orientamento  al  prodotto:  nel  1928  Henry  Ford  vendeva  la  famosa  T  Ford   dicendo:  ”Potete  comprare  una  Ford  T  di  qualsiasi  colore,  basta  che  sia  nera!”,  al   tempo   la   domanda   era   enorme   e   l’offerta   molto   ridotta:   le   aziende   si   concentravano   sulla   tecnologia   del   prodotto   e   meno   sul   consumatore.   Questa   smisurata   concentrazione   sul   prodotto   provoca   la   cosiddetta   “miopia   di   marketing”  intesa  come  non  accorgersi  che  il  vero  successo  aziendale  non  è  dato   dall’offerta   ma   dalla   domanda,   sottovalutando   il   motivo   per   il   quale   il   prodotto   viene  realmente  acquistato.      

Orientamento   alle   vendite:   Alla   fine   degli   anni   60   l’economia   dovette   affrontare   un   periodo   storico   di   difficoltà:   l’austerity.   La   stagflazione   del   1969   dovuta  alla  crisi  petrolifera  mise  in  dubbio  le  teorie  economiche  che  erano  state   formulate   sino   ad   allora   e   diede   luogo   a   disposizioni   volte   al   contenimento   del   consumo   energetico   con   un   conseguente   cambiamento   dell’atteggiamento   dei  

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consumatori   e   delle   imprese   che   vennero   colpite   da   una   profonda   crisi   del   concetto   di   produzione:   la   domanda   si   ferma   e   la   capacità   produttiva   diviene   eccessiva.   La   conseguenza   fu   un   mutamento   dell’approccio   del   marketing   che   comiciò   a   segmentare   e   targettizzare   il   mercato   cioè   a   dividere   il   mercato   delle   masse   in   gruppi   di   consumatori   simili   tra   loro   in   base   a   caratteristiche   comuni   come   il   comportamento,   il   reddito,   la   provenienza   o   lo   stile   di   vita   e   smise   di   parlare   del   prodotto   per   cominciare   a   parlare   del   cliente.   Il   marketing   aveva   la   funzione   di   creare   nella   mente   dei   consumatori   dei   sogni   da   avverare;   non   vi   è   più   un   orientamento   al   prodotto   ma   al   consumatore   con   l’orientamento   dell’impresa  verso  la  vendita  di  ciò  che  si  produce.  

Orientamento   al   mercato:   Era   il   12   marzo   1989   quando   l’ingegnere   informatico   Tim   Berners-­‐Lee   gettò   le   basi   per   la   creazione   del   world   wide   web   che   venne   messo   a   disposizione   del   pubblico   dal   30   aprile   1993   dopo   4   anni   di   utilizzo   da   parte   solo   della   comunità   scientifica.   L’avvento   della   globalizzazione   introdusse   tecniche   di   marketing   orizzontale   basate   sulla   creazione   di   prodotti   che   non   vengono   pesantemente   pubblicizzati   dalle   aziende   ma   recensiti   dai   consumatori   aumentando     la   notorietà   delle   marche   che   analizzano.   I   consumer   diventano  così  prosumer  (produttori-­‐consumatori)  aiutando  iconsapevolmente  le   aziende   che   cominciano   a   dare   valore   alle   persone   producendo   prodotti   su   misura.  

Orientamento  al  consumatore:  dal  1990  ad  oggi  è  nato  un  nuovo  concetto:   il   brand.   Il   brand   non   è   il   prodotto   ma   ciò   che   resta   nella   mente   degli   interlocutori,  la  reputazione,  la  somma  dei  valori  che  l’azienda  porta  all’umanità.   Durante   la   crisi   nordamericana   del   2006-­‐2009   nasce   il   concetto   di   un   marketing   digitale  che  vede  l’esplodere  del  web,  la  crescita  esponenziale  di  device  mobili  e   community   virtuali.   I   consumer   desiderano   avere   pieno   controllo   e   accesso   e   ai   dati  e  le  aziende  si  evolvono  dal  “clicca  qui”  al  “follow  me”  ascoltando  i  clienti  e   cercando  di  instaurare  una  relazione  con  loro.    

Il   marketing   negli   anni   è   diventato   un’insieme   di   attività   che   attraverso   l’utilizzo  di  strumenti  digitali  sviluppano  campagne  di  marketing  e  comunicazione  

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integrate,   targettizzate   e   capaci   di   generare   risultati   misurabili   che   aiutano   l’organizzazione  a  individuare  e  mappare  costantemente  i  bisogni  della  domanda,   a   facilitarne   gli   scambi   in   modo   innovativo,   costruendo   con   la   stessa   una   relazione  interattiva  che  genererà  valore  nel  tempo  (Cioja,  2015).  

Una   volta   effettuata   l’analisi   di   settore   che   permette   di   inquadrare   l’azienda  nelle  sue  caratteristiche  interne  e  rispetto  al  mercato  e  alla  concorrenza   sarà   necessario   individuare   cosa   è   veramente   necessario   cambiare,   rinnovare   o   innovare.  

 

1.2 ELABORAZIONE DEL PIANO DI MARKETING

 

L’obiettivo  principale  del  piano  di  marketing  è  di  esprimere  in  modo  chiaro   e  sintetico  le  scelte  strategiche  effettuate  dall’impresa  per  assicurarsi  lo  sviluppo   a  lungo  termine.  La  struttura  generale  che  utilizziamo  nel  presente  testo  è  stata   teorizzata   dai   professori   di   marketing   e   comunicazione   della   School   of   Business   dell’Università   del   Winsconsin   Roman   G.   Hiebing   Jr.   e   Scott   W.   Cooper   che,   nel   loro  libro  “il  piano  di  marketing”,  suddividono  la  pianificazione  ordinata  in  10  fasi   (Roman  G.  Hiebing,  1998)  –  figura  1  -­‐  che  consentono  di  identificare  i  problemi,  le   opportunità,   rispondere   correttamente   agli   interrogativi   e   prendere   le   decisioni   adeguate   al   fine   di   individuare   la   migliore   direzione   futura   dell’impresa.   La   redazione   di   un   piano   marketing   ordinato,   benchè   più   dispendioso   in   termini   di   tempo,   aumenta   sensibilmente   le   probabilità   di   successo   di   un   determinato   prodotto/servizio/fine   stabilito   in   quanto   consente   di   pianificare   ogni   dettaglio   basando  le  analisi  su  dati  aziendali  e  di  settore  reali  e  particolareggiati.  

Le   dieci   fasi   del   metodo   di   pianificazione   di   marketing   si   basano   su   quattro   pilastri  fondamentali:    

1. L’ambiente  di  marketing   2. Il  piano  di  marketing  

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3. L’esecuzione  del  piano   4. La  valutazione  del  piano  

Il   primo   pilastro   comprende   le   informazioni   di   base   da   cui   partire   per   sviluppare   il   piano   cioè   l’analisi   di   settore   (prima   fase)   e   i   due   aspetti   derivati   dalla  fase  precedente:  problemi  da  risolvere  e  opportunità  da  sfruttare  (seconda   fase).    

Il   secondo   pilastro   fornisce   le   istruzioni   per   applicare   il   piano   sul   mercato   attraverso   la   definizione   dei   livelli   di   aumento   del   profitto   previsti   (fase   tre),   la   individuazione   del   destinatario   del   prodotto/servizio   e   la   determinazione   degli   obiettivi   di   marketing   (fase   quattro);   esso   comprende   inoltre   le   strategie   di   posizionamento  dell’immagine  del  prodotto  e  le  strategie  di  marketing  necessarie   per  raggiungere  gli  obiettivi  prefissati  (fase  cinque),  gli  obiettivi  di  comunicazione   che   individuano   il   livello   di   notorietà   del   prodotto   e   gli   atteggiamenti   dei   consumatori  (fase  sei)  e  i  piani  tattici  che  consentono  di  raggiungere  gli  obiettivi   tramite  l’utilizzo  di  strumenti  di  marketing  mix  (fase  sette).  

Il  terzo  pilastro  costituisce  la  vera  interazione  con  il  mercato  di  riferimento   da  cui  dipende  la  realizzazione  dei  profitti  prestabiliti.  

L’ultimo  pilastro  misura  il  grado  di  successo  ottenuto  dall’applicazione  del   piano  mettendo  le  basi  per  redigere  il  piano  successivo.  

Le   informazioni   riguardanti   l’impresa,   il   settore   e   i   consumatori   sono   ricavate   da   dati   aziendali   interni,   sondaggi   tra   dipendenti   e   quadri   dirigenti,   sondaggi  di  costumer  satisfaction,  istituti  di  statistica,  riviste  di  settore,  relazioni   o   pubblicazioni   delle   associazioni   degli   imprenditori,   da   istituti   di   ricerca   economica  pubblici  o  da  società  di  ricerca  di  mercato  private  come  Nielsen  Spa  o   dai   contenuti   digitali   proposti   da   blogger,   social,   articoli   accademici   o   siti   che   propongono  analisi  dell’afflusso  di  utenti  online.  

I   vantaggi   che   derivano   dalla   stesura   di   un   piano   di   marketing   ordinato   sono   la   possibilità   di   introdurre   obiettivi   misurabili,   di   esprimere   il   sistema   di   valori,   la  

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filosofia  e  la  vision  &  mission  aziendali  che  permettono  di  istruire  correttamente   il   personale   interno   all’azienda   al   conseguimento   degli   obiettivi,   descrive   la   situazione  aziendale  e  del  mercato  permettendo  di  avere  una  visione  chiara  dello   stadio   di   partenza   e   risulta   uno   strumento   di   monitoraggio   fondamentale   per   rilevare  cambiamenti  o  anomalie  nell’andamento  delle  strategie.  

Figura  1  Le  dieci  fasi  della  pianificazione  di  marketing  (Hiebing  &  Cooper,  1998)  

 

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1.3 LE DIECI FASI DEL PIANO DI MARKETING

 

1.3.1 Fase 1 – Analisi di settore

L’analisi  di  settore  costituisce  una  rassegna  di  tutti  i  dati  utili  allo  svolgimento   di  una  compiuta  analisi  della  situazione  dell’impresa,  dei  prodotti  e  del  mercato.   Essa   fornisce   un   modello   per   la   suddivisione   dei   clienti   effettivi   e   potenziali   in   segmenti   che   consente   di   raggruppare   i   clienti   secondo   caratteristiche   comuni,   questo   permette   di   rivolgere   le   proprie   risorse   a   soddisfare   una   determinata   tipologia  di  persone/mercati.  L’analisi  di  settore  si  compone  di  tre  sezioni:    

1. Area  di  affari  

2. Analisi  del  prodotto  e  del  mercato    

3. Fattori  che  influenzano  il  mercato-­‐obiettivo.    

La   sezione   area   di   affari   permette   di   definire   il   core   business   dell’azienda   ovvero   definirne   le   attività,   individuarne   i   punti   di   forza   e   di   debolezza   (analisi   swot),  le  competenze  principali  e  le  risorse  di  marketing  da  destinarsi.    

L’analisi   del   prodotto   e   del   mercato   esamina   il   primo   stadio   di   comportamento   del   consumatore   che   viene   identificato   tramite   un   confronto   reciproco  tra  il  settore,  i  concorrenti  e  l’azienda  per  quanto  riguarda  il  prodotto,   il   prezzo,   la   distribuzione   e   la   comunicazione.   Per   questo   motivo   nella   seconda   sezione  si  identificano  la  filosofia  aziendale,  la  descrizione  dell’azienda  e  l’analisi   del   prodotto,   le   tendenze   delle   vendite   dell’aazienda   e   del   settore   oltre   alle     tendenze  del  consumatore.  

L’ultima   sezione   si   dedica   all’esaminazione   delle   tendenze   dei   prodotti   all’interno   del   settore   e   dell’azienda   permettendo   di   spostare   l’attenzione   verso   un  processo  decisionale  creativo  e  di  esplorazione  verso  nuovi  mercati/prodotti.  I   fattori  che  influenzano  il  mercato-­‐obiettivo  sono  identificabili  tramite  l’analisi  del   processo   di   decision   making   dei   consumatori   nel   momento   dell’acquisto:   notorietà   che   si   misura   in   relazione   alla   concorrenza,   l’atteggiamento   inteso  

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come   percezione   delle   prestazioni   del   prodotto   rispetto   alla   concorrenza   e   numero  di  acquisti  e  riacquisti  di  un  prodotto.  

Per  effettuare  queste  analisi  è  necessario  seguire  uno  schema  scritto  e  articolato  

(Hiebing  &  Cooper,  1998):  

Nella  prima  parte  concernente  l’area  di  affari  è  necessario  individuare:   A. Punti  di  forza  e  di  debolezza  generali  della  propria  azienda   B. Competenze  principali  della  propria  azienda  

C. Risorse  di  marketing  della  propria  azienda  

La   seconda   parte   è   relativa   all’analisi   di   prodotto   e   di   mercato,   la   ricerca   si   svilupperà  elaborando  e  redigendo  le  seguenti  parti:  

A. Filosofia  aziendale:    

a. obiettivi  e  fini  aziendali   b. storia  dell’azienda   c. organigramma   B. Analisi  del  prodotto:  

a. Individuazione  dei  prodotti  venduti  nel  proprio  settore  

b. Descrizione   del   prodotto   o   delle   linee   con   i   loro   punti   di   forza   e   debolezza  

c. Punti  di  forza  e  di  debolezza  competitivi   d. Tendenze  del  prodotto  nei  mercati   C. Tendenze  di  vendita  aziendali  e  per  settore:  

a. Analisi  delle  vendite,  delle  transazioni  commerciali  e  dei  profitti:   i. Vendite  del  settore  

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ii. Vendite  aziendali  

1. Rispetto  il  settore  

2. Rispetto  i  principali  concorrenti   b. Quota  di  mercato  posseduta  

c. Stagionalità  

d. Vendite  per  area  geografica  

D. Tendenze  di  comportamento  del  consumatore   a. Demografiche  

b. Geografiche   c. Sociali     E. Tecnologiche  

a. Tasso  di  esposizione  ai  media   F. Distribuzione  

a. Tipo  di  tendenze  e  canali  utilizzati   b. Geografia  

c. Metodo  di  vendita  personale  

d. Punti  di  forza  e  di  debolezza  della  distribuzione   G. Analisi  del  prezzo:  

a. Del  proprio  prodotto  rispetto  alla  concorrenza  e  al  settore   b. Elasticità  del  prezzo  del  proprio  prodotto  

c. Struttura  dei  costi  

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H. Analisi  competitiva:  

a. Del  proprio  prodotto  e  di  quello  dei  principali  concorrenti   b. Sintesi  dei  punti  di  forza  e  di  debolezza:  

i. Quota  di  mercato   ii. Mercato-­‐obiettivo   iii. Obiettivi  di  marketing   iv. Posizionamento  

v. Prodotto/marca/packaging   vi. Prezzo  

vii. Distribuzione   viii. Vendita  personale  

ix. Assistenza  clienti   x. Promozione   xi. Pubblicità   xii. Media  

xiii. Merchandising  

L’ultima  parte  è  dedicata  all’analisi  dei  fattori  che  influenzano  il  mercato-­‐ obiettivo   (B2B)   che   viene   segmentato   e   sulla   quale   si   baseranno   le   strategie   di   marketing  per  influenzarlo (Hiebing  &  Cooper,  1998):  

A. Mercato-­‐obiettivo  B2B:  la  segmentazione   a. Per  settori  industriali  

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c. Ai  volumi  di  consumo  

d. Per  acquirenti  nuovi  o  abituali   e. Alla  collocazione  geografica     B. Notorietà  

a. Spontanea   b. Aiutata  

c. Per  ogni  segmento   C. Attributi  del  prodotto:  

D. Importanza  dell’attributo  per  ogni  segmento  

E. Tassi   di   acquisto   del   prodotto   nel   settore   e   nell’azienda   calcolati   per   mercati  geografici  

a. Indice  di  sviluppo  della  categoria  (ISC)   b. Indice  di  sviluppo  della  marca  (ISM)   F. Comportamento  nel  riacquisto:  

a. Passaggio  dall’acquisto  al  riacquisto  

Per   poter   compilare   correttamente   questo   schema   ed   effettuare   una   corretta   analisi   è   necessario   formulare   delle   domande   per   ogni   categoria   e   rispondervi  in  modo  più  esauriente  e  preciso  possibile.  

 

1.3.2 Fase 2 – Problemi e opportunità

Da   una   esauriente   analisi   di   settore   è   possibile   individuare   i   problemi   da   risolvere   e   le   opportunità   da   cogliere   che   derivano   dai   punti   di   forza   e   di   debolezza.   Questa   parte   del   piano   di   marketing   deve   essere   esposta   in   modo   conciso.    

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1.3.3 Fase 3 – Obiettivi di vendita

Con   questa   fase   inizia   la   vera   e   propria   elaborazione   del   piano   di   marketing,   è   infatti   la   fase   in   cui   vengono   esposti   gli   obiettivi   che   si   intende   raggiungere.  È  necessario  sottolineare  che  un  piano  di  marketing  può  concernere   molti  settori,  il  lancio  di  un  nuovo  prodotto  o  di  una  linea  di  prodotti,  l’ideazione   di   una   nuova   campagna   pubblicitaria,   la   creazione   di   un   nuovo   sito   web,   l’espansione   verso   nuovi   mercati   e   molti   altri   settori,   per   questo   gli   obiettivi   di   vendita  possono  essere  definiti  come  obiettivi  che  generano  profitti.    

 

1.3.4 Fase 4 – Mercati-obiettivo e obiettivi di marketing

Per   la   realizzazione   degli   obiettivi   stabiliti   nella   fase   precedente   è   necessario   definire   in   modo   preciso   il   mercato-­‐obiettivo     (Hiebing   &   Cooper,   1998)   identificando   i   segmenti   e   collegandoli   alle   vendite   attraverso   obiettivi   di  

marketing   quantitativi.   La   segmentazione  è   l’attività   o   processo   di   selezione   che  

porta  al  frazionamento  di  un  vasto  mercato  di  consumatori  in  gruppi  controllabili   di  clienti  o  non-­‐clienti  aventi  caratteristiche  omogenee.  Nella  maggior  parte  delle   aziende   esistono   due   segmentazioni   principali   che   vengono   successivamente   sviluppate   in   sottosegmenti-­‐obiettivo:   i   clienti   effettivi   e   i   clienti   potenziali.   La   determinazione   dei   segmenti   avviene   inoltre   dopo   avere   distinto   i   mercati-­‐ obiettivo  primari  e  quelli  secondari.  Per  mercato  primario  s’intende  un  gruppo  di   consumatori   principale   del   quale   bisogna   conoscere   bene   l’inquadramento   per   poter   soddisfarne   le   esigenze,   ad   esso   vengono   destinate   la   maggior   parte   delle   risorse   di   marketing.   I   mercati-­‐obiettivo   secondari   sono   generatori   di   ulteriori   vendite,  sono  composti  da  segmenti  piccoli  ma  in  crescita,  influenzatori  o  mercati   con   forti   potenzialità.     Per   segmentare   il   mercato-­‐obiettivo   del   business-­‐to-­‐ business   (da   qui   B2B)   è   necessario   avere   un   quadro   preciso   delle   aziende   clienti   in   termini   di   dimensioni,   struttura   organizzativa,   applicazione   del   prodotto   e   rapporto  fra  primo  utilizzo  e  utilizzo  ripetuto.  In  base  alle  strategie  aziendali  e  a   seguito   dell’analisi   delle   aziende   clienti,   si   decide   quale   strategia   di   marketing  

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seguire:   vendere   un   maggior   numero   di   prodotti   a   clienti   con   tassi   d’acquisto   inferiori   o   incrementare   gli   acquisti   dei   clienti   primari.   Viene   quindi   effettuata   una  segmentazione  dei  clienti  abitudinari  e  quelli  saltuari  al  fine  di  decidere  dove   concentrare  le  risorse  di  marketing.  Il  primo  passo  è  definire  i  clienti  principali  e   successivamente   individuarne   di   nuovi   e   potenziali   confrontando   i   clienti   principali   con   la   situazione   del   mercato   e   stabilendo   una   spesa   media   sia   nelle   categorie  in  cui  l’azienda  presenta  un’ampia  quota  di  mercato,  sia  nelle  categorie   in   cui   l’azienda   non   opera   se   non   in   minima   parte.   Una   volta   effettuata   quest’analisi   sarà   possibile   definire   un   obiettivo   di   marketing   che   sarà   necessariamente  collegato  ad  uno  o  più  mercati-­‐obiettivo  essendo,  il  suo  scopo,   quello   di   influenzarne   il   comportamento.   Il   marketing   avrà   il   compito   di   mantenere   l’ampiezza   del   portafoglio   clienti   e   aumentarne   il   numero   degli   acquisti  effettuati  con  strategie  più  aggressive  oltre  ad  incrementare  il  numero  di   clienti   proponendosi   a   un   nuovo   pubblico   e   inducendoli   ad   un   utilizzo   ripetuto   dei  propri  prodotti  dopo  la  prova  iniziale.  

 

1.3.5 Fase 5 – Strategie del piano

Nella  quinta  fase  è  possibile  procedere  allo  sviluppo  delle  strategie  generali  di   posizionamento   alle   quali   seguiranno   specifiche   strategie   di   marketing.   Dopo   avere   definito   segmenti   e   mercati-­‐obiettivo   sarà   necessario   posizionare   il   prodotto  all’interno  del  mercato.  La  definizione  di  posizionamento  è  intesa  come   la   creazione   di   un’immagine   del   prodotto   nella   mente   dei   consumatori   a   cui   si   rivolge   rispetto   ai   prodotti   della   concorrenza   differenziandolo   positivamente.   Il   posizionamento   sta   alla   base   di   qualsiasi   azione   di   comunicazione   che   può   riguardare   il   brand,   la   pubblicità,   una   promozione,   un   particolare   packaging   anzichè  una  propaganda,  inoltre  segna  le  basi  dell’immagine  coordinata  aziendale   detta   anche   visual   identity   intesa   come   lo   studio   e   la   creazione   di   un’immagine   che  identifichi  la  corporate  identity  basata  a  sua  volta  su  posizionamento,  target   e   percezione   che   l’impresa   desidera   veicolare   al   pubblico.   I   fattori   che   influenzano  il  posizionamento  del  prodotto  sono  le  sue  potenzialità  intrinseche,  i  

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bisogni   del   mercato-­‐obiettivo,   le   sue   tendenze   e   la   concorrenza;   per   poter   determinare   il   posizionamento   del   prodotto   si   possono   seguire   diversi   procedimenti   che   permettono   di   preparare   una   strategia   adatta:   matching,   mapping  e  relazione  emotiva.  Il  matching  consiste  nell’abbinare  le  caratteristiche   principali   del   prodotto   ai   bisogni   o   desideri   del   mercato-­‐obiettivo,   il   mapping   identifica  e  ordina  gli  attributi  chiave  del  prodotto  classificandoli  e  mettendoli  a   confronto  con  quelli  della  concorrenza;  l’ultimo  procedimento  si  basa  sul  fattore   emozionale   che   il   prodotto   suscita   nel   consumatore   e   sulla   percezione   che   esso   ha   della   marca.   Quest’ultimo   approccio   risulta   vantaggioso   per   la   relazione   che   instaura   con   il   cliente   ma   è   necessario   essere   in   grado   di   non   tradire   mai   la   promessa   emotiva   fatta   al   consumatore   e   di   sostenere   le   ingenti   spese   da   dedicare  alla  pubblicazione  di  contenuti  promozionali  nei  media  come  TV,  radio  o   riviste   di   settore;   ad   oggi,   il   world   wide   web,   le   tecniche   di   marketing   non   convenzionale   e   digitale   permettono   di   effettuare   campagne   pubblicitarie   a   basso   prezzo,   ma   che   richiedono   comunque   una   elaborazione   del   profilo   del   consumatore   nonché   di   individuare   i   fattori   motivazionali   emotivi   che   stanno   a   base  delle  scelte,  classificarli,  effettuare  dei  sondaggi  sulla  costumer  satisfaction   (appendice   A:   costumer   satisfaction)   e   utilizzare   i   fattori   motivazionali   più   forti   per   fare   in   modo   che   il   posizionamento   abbia   successo.   Una   volta   utilizzati   i   metodi  di  matching,  mapping  e  della  relazione  emotiva  è  utile  identificare  qual  è   l’immagine   che   vuole   essere   data   al   prodotto   puntando   sull’evidenziarne   i   vantaggi,  i  benefici  e  i  punti  di  debolezza  della  concorrenza.    

Per   raggiungere   gli   obiettivi   di   vendita   prefissati   nella   fase   3   è   necessario   fissare   delle   strategie   di   marketing   che   forniscano   le   direttive   per   raggiungerli.   All’interno   del   piano   di   marketing,   le   strategie   costituiscono   una   prima   analisi   generale   dei   vari   elementi   e   del   modo   in   cui   essi   saranno   utilizzati   ai   fini   della   realizzazione   degli   obiettivi.   I   punti   considerati   generalmente   sono   (Hiebing   &   Cooper,  1998):    

-­‐ Costruire  il  mercato  o  sottrarre  quote  di  mercato   -­‐ Mercati  internazionali,  nazionali,  regionali  o  locali  

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    25   -­‐ Stagionalità   -­‐ Spesa   -­‐ Concorrenza   -­‐ Mercato-­‐obiettivo   -­‐ Prodotto   -­‐ Marca   -­‐ Packaging   -­‐ Prezzo   -­‐ Distribuzione   -­‐ Promozione/eventi   -­‐ Messaggio  pubblicitario   -­‐ Mezzi  pubblicitari   -­‐ Merchandising  

-­‐ Ricerche  e  test  di  marketing  

É   possibile   che   ci   si   occupi   anche   solo   di   uno   dei   punti   precedenti,   in   base   agli   obiettivi  prefissati.    

 

1.3.6 Fase 6 – Obiettivi di comunicazione

La  comunicazione  serve  per  influenzare  il  comportamento  dei  consumatori  nei   mercati-­‐obiettivo,   i   suoi   obiettivi   sono   l’aumento   della   notorietà   e   un   miglioramento  dell’atteggiamento  dei  consumatori  verso  il  prodotto.  Gli  elementi   del   marketing   mix   sono   gli   strumenti   che   vengono   utilizzati   per   realizzare   gli   obiettivi   di   marketing   attraverso   la   comunicazione.   Per   avere   un   acquisto   costante   da   parte   del   mercato-­‐obiettivo   è   necessario   che   la   comunicazione  

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percorra   tutta   l’asse   delle   cosiddette   quattro   A:   Awareness   (notorietà),   Attitude   (atteggiamento),   Action   (azione),   Action2   (azione   ripetuta).   L’azione   è   costituita   dal   primo   acquisto   effettuato   dal   consumatore,   essa   è   condizionata   dall’atteggiamento   e   viceversa.   L’azione   ripetuta   è   traducibile   come   il   riacquisto   ripetuto   dello   stesso   prodotto   da   parte   di   un   consumatore   fedele.   La   prima   A   è   costituita  dall’awareness  (notorietà)  che  può  essere  di  3  tipologie:    

1. top   of   mind:   quando   il   suo   nome   è   citato   per   primo   dai   consumatori   che   associano   un   marchio   direttamente   ad   una   categoria   di   prodotti   in   modo   spontaneoo  e  senza  bisogno  di  alcun  tipo  di  stimolo;  

2. spontanea:   quando   i   prodotti   di   una   citata   categoria   rientrano   nell’immaginario  collettivo  dei  consumatori;  

3. aiutata:   quando   il   prodotto   viene   riconosciuto   solo   dopo   essere   stato   mostrato  o  suggerito.  

Per   determinare   il   comportamento   d'acquisto   e   soddisfare   gli   obiettivi   di   comunicazione   tramite   gli   strumenti   tattici   è   necessario   rispettare   quattro   passaggi  (Hiebing  &  Cooper,  1998):  

1. Esaminare   nell’analisi   di   settore   le   esperienze   relative   a:   notorietà,   atteggiamento   e   comportamento   nei   confronti   del   proprio   prodotto   e   di   quello  della  concorrenza;  

2. Esaminare  il  comportamento  dei  mercati-­‐obiettivo  nelle  analisi  precedenti;   3. Determinare  gli  obiettivi  di  comunicazione:  

a. Capire   quale   atteggiamento   è   necessario   per   generare   la   prima   azione,  

b. Individuare   i   livelli   di   notorietà   utili   ad   avere   un’influenza   positiva   sull’atteggiamento  del  mercato-­‐obiettivo  

4. Fissare   obiettivi   di   notorietà   e   atteggiamento   per   ogni   elemento   di   marketing  mix  al  fine  di  raggiungere  gli  obiettivi  di  comunicazione.  

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I   valori   di   atteggiamento   e   notorietà   per   ogni   elemento   del   marketing   mix   sono   assegnabili   in   funzione   dell’importanza,   valutando   per   ognuno   la   percentuale  di  utilità  al  fine  di  raggiungere  gli  obiettivi  prefissati.    

La   comunicazione   verso   il   mercato-­‐obiettivo   è   molto   importante   ma   non   totalmente  controllabile,  infatti  è  possibile  che  aumentando  la  notorietà  possano   esserci   comunicazioni/recensioni   negative   da   parte   di   clienti   insoddisfatti   da   un   servizio   o   dal   prodotto;   questo   tipo   di   comunicazione   negativa   non   è   del   tutto   incontrollabile,  essa  infatti  può  essere  evitata  tramite  una  periodica  analisi  della   costumer  satisfaction  (allegato  1)  e  una  corretta  informazione  su  marca,  azienda   e  prodotti  all’interno  dell’azienda  e  nei  distributori.    

 

1.3.7 Fase 7 – Strumenti tattici del marketing mix

Gli   obiettivi   di   marketing   possono   concernere   la   presentazione   di   un   prodotto  nuovo,  l’estensione  di  una  linea  di  prodotti  o  l’introduzione  di  prodotti   complementari,  strategie  di  marketing  possono  essere  attuate  per  l’integrazione   di   una   funzione   totalmente   nuova,   per   l’ideazione   di   un   nuovo   design,   in   luogo   della  creazione  di  un  sito  web  o  l’introduzione  dell’azienda  nei  social  network,  o   ancora,   una   campagna   pubblicitaria   o   la   presentazione   di   una   nuova   immagine   per   l’azienda.   Per   ognuna   di   queste   tipologie   di   mete,   l’azienda   deve   fissare   obiettivi   e   strategie   che   si   devono   basare   necessariamente   sull’analisi   dei   problemi   e   delle   opportunità,   sul   posizionamento,   sul   comportamento   e   sulle   novità   che   vengono   introdotte   nel   mercato   dalla   concorrenza   facendo   leva   sugli   strumenti  tattici  del  marketing  mix.    

La   marca   è   un   elemento   fondamentale   per   la   notorietà   dell’azienda,   sviluppare   una   marca   e   crearne   un’immagine   efficace   generano   un   comportamento  d’acquisto  fedele  da  parte  dei  consumatori.  Il  brand  è  definibile   come   la   percezione   che   lascia   il   prodotto   nella   mente   dei   consumatori;   è   importante   che   anche   le   aziende   avviate   sappiano   riconoscere   quando   è   il   momento   adatto   per   rinnovarsi   ed   attivare   strategie   di   rebranding   utili   nel  

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generare   nei   consumatori   una   percezione   di   novità   e   innovazione   da   parte   dell’azienda.   Il   rebranding   può   interessare   la   grafica   del   logo,   l’immagine   coordinata,  il  packaging,  l’ideazione  di  un  nuovo  sito  web  responsive  e  usabile  e   l’introduzione   della   marca   nei   social   media   con   contenuti   che   aiutino   ad   umanizzare   l’azienda.   Decisioni   che   devono   essere   riconducibili   ad   indagini   sul   comportamento   delle   aziende   concorrenti,   sui   punti   di   debolezza   e   forza   dell’azienda   e   sull’andamento   del   comportamento   dei   consumatori   sempre   più   evoluti   e   meno   fedeli   alle   marche   a   causa   dei   bombardamenti   pubblicitari   derivati   da   un   basso   costo   dei   nuovi   canali   di   pubblicità   e   promozione   come   i   social   network.   L’immagine   coordinata   aziendale   rende   la   marca   sempre   riconoscibile   dal   pubblico,   per   questo   motivo   i   contenuti   per   i   media,   le   pubblicità   e   i   messaggi   promozionali   devono   essere   sempre   coordinati   nel   font,   nei   colori   e   nell’utilizzo   degli   spazi;   per   fare   in   modo   che   vengano   sempre   utilizzati   gli   elementi   grafici   corretti   è   indispensabile   creare   un   manuale   per   la   corporate  identity  da  diffondere  all’interno  dell’azienda  e  dei  distributori.  

Un   altro   strumento   fondamentale   del   marketing   mix   è   il   prezzo   inteso   come   il   valore   monetario   del   prodotto   per   il   mercato.   Determinare   i   prezzi   è   un’arte   che   permette   all’azienda   di   risultare   più   o   meno   competitiva.   Nella   maggior   parte   dei   casi   è   consigliabile   non   fissare   il   prezzo   sotto   il   punto   di   pareggio,  il  prezzo  che  consente  di  coprire  il  costo  del  prodotto.    

La  distribuzione  è  uno  strumento  di  marketing  attraverso  il  quale  i  prodotti   passano  dal  produttore  al  consumatore/distributore.  Gli  elementi  che  devono   essere  presi  in  considerazione  per  lo  sviluppo  di  un  piano  di  distribuzione  sono  la   penetrazione,  il  tipo  di  canale,  la  concorrenza,  il  territorio  e  la  tempistica.  Per   sviluppare  un  piano  di  distribuzione  efficace  è  consigliabile  studiare  i  modelli  di   distribuzione  dei  concorrenti  ed  essere  pronti  a  modificarli.  

Promozioni   e   partecipazione   ad   eventi   settoriali   come   sponsor   e   come   organizzatori,   sono   degli   strumenti   utili   ad   aumentare   i   profitti   e   la   notorietà   della   marca.   Ogni   comunicazione   e   sponsorizzazione   deve   seguire   un’immagine   coordinata  così  come  i  messaggi  pubblicitari.  Le  attività  promozionali  stimolano  i  

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consumatori   e   possono   aiutare   ad   aumentare   le   vendite   o   a   instaurare   un   rapporto  più  forte  tra  cliente  e  prodotto.  Esistono  due  categorie  di  promozione:   una  che  si  rivolge  ai  consumatori  e  una  ai  distributori.  La  differenza  tra  le  due  è  il   metodo  utilizzato  per  veicolare  gli  incentivi:  quando  ci  si  rivolge  al  cliente  finale   lo   si   fa   tramite   mezzi   di   comunicazione   di   massa   molto   emozionali   e   diretti,   nel   rivolgersi  invece  a  distributori  e  venditori  si  utilizzano  strumenti  di  direct  mailing,   pubblicazioni  in  riviste  commerciali  o  tramite  gli  agenti  di  commercio.  A  seconda   del   prodotto,   possono   esserci   diversi   tipi   di   incentivi   e   promozioni:   i   primi   possono   essere   applicati   al   prezzo   o   ai   prodotti,   le   attività   promozionali   invece   sono  svariate  e  lasciano  spazio  alla  creatività  del  marketing  manager  che  può  fare   sconti  o  distribuire  coupon  anziché  stabilire  premi  o  organizzare  eventi  a  seconda   della   disponibilità   economica   dell’azienda.   Questi   tipi   di   attività   sono   strumenti   che   permettono   di   raggiungere   obiettivi   di   vendita   rivolti   ad   un   aumento   percentuale  della  quota  di  mercato  o  dei  clienti  fedeli;  prima  di  fissare  il  tipo  di   veicolo   promozionale     o   il   tipo   di   incentivo   devono   essere   sempre   formulati   e   quantificati  gli  obiettivi.    

Un’importante   categoria   di   promozioni   è   costituita   dagli   eventi:   l’azienda   partecipa  come  sponsor  ad  eventi  preferibilmente  inerenti  il  proprio  settore  con   il   fine   ultimo   di   aumentare   la   notorietà,   incentivare   i   propri   dipendenti,   influenzare   il   comportamento   del   mercato-­‐obiettivo   e   avere   un   aumento   del   profitto.  Una  volta  decisi  il  posizionamento,  il  prezzo,  la  distribuzione,  la  vendita   e  la  promozione  del  proprio  prodotto  si  è  in  grado  di  affrontare  la  parte  del  piano   marketing  che  riguarda  la  pubblicità.  La  pubblicità  effettuata  per  il  cliente  finale   è   diversa   da   quella   creata   per   i   distributori/venditori   ma   lo   scopo   è   uguale:   influenzare   il   pubblico.   La   pubblicità   nei   canali   a   pagamento   come   radio,   tv,   giornali   o   riviste   di   settore   può   generare   notorietà   aiutando   a   costruire   un’immagine   positiva   dell’azienda   nella   mente   del   consumatore,   nel   B2B   spesso   genera   customer   lead   (richiesta   di   ulteriori   informazioni   da   parte   di   nuovi   contatti)  e  facilita  il  lavoro  dell’ufficio  commerciale,  ma  se  i  distributori  o  i  punti   vendita  in  generale  non  vengono  istruiti  alla  vendita  del  proprio  prodotto,  questi  

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ultimi   non   genereranno   mai   vendite.   Le   fasi   necessarie   alla   creazione   di   una   campagna  pubblicitaria  efficace  sono:    

-­‐ Definizione  degli  obiettivi:  aumento  della  notorietà,  creare  un’immagine  di   leadership   o   aumentare   la   percezione   positiva   della   qualità   del   prodotto   nei  mercati-­‐obiettivo;  

-­‐ Elaborazione   della   strategia:   è   necessario   individuare   un   desiderio   del   mercato   che   si   intende   esaudire   e   promettere   una   soluzione   argomentandola   e   utilizzando   un   tono   emotivo   e   adatto   al   prodotto   e   al   target.   I   criteri   per   raggiungere   una   strategia   pubblicitaria   ideale   sono:   fare  una  promessa  breve  e  sorprendente  basata  su  un’analisi  effettuata  sul   consumatore,   deve   superare   il   test   “E   allora?”,   essere   credibile   e   funzionale   tanto   da   poter   durare   abbastanza   a   lungo   per   poter   rientrare   abbondantemente  del  budget  speso  per  la  campagna.  

-­‐ Definizione   delle   tappe   di   esecuzione:   esse   contengono   tutte   le   informazioni   necessarie   a   coloro   che   dovranno   creare   la   pubblicità   come   l’uso   del   nome   e   del   logo   aziendale   anziché   il   tema   della   pubblicità   o   i   costi  che  si  intendono  affrontare.  

È   importante   selezionare   i   media   utili   al   raggiungimento   degli   obiettivi.   Un’azienda   produttrice   di   metalli non   avrà   bisogno   di   creare   una   campagna   pubblicitaria  in  televisione  o  radio  ma  dovrà  utilizzare  canali  più  diretti  ed  efficaci   per   il   suo   settore   come   può   essere   il   direct   mailing   o   un   sito   web   completo   di   tutte   le   informazioni   utili   per   essere   valutata   positivamente   da   un   potenziale   cliente.  È  inoltre  importante  analizzare  l’andamento  dei  canali  di  comunicazione,   le   tendenze   del   mercato   e   dei   consumatori   individuando   i   più   efficaci   nel   soddisfare   le   esigenze   della   propria   azienda.   Ricerche   effettuate   da   Nielsen,   da   LiveXstention  e  Audiweb  hanno  rivelato  l’avvento  di  una  nuova  era  tecnologica:  il   75%  della  popolazione  mondiale  utilizza  i  social  media,  il  social  networking  inteso   come     un   gruppo   di   individui   connessi   tra   loro   è   l’attività   online   più   popolare   prima  delle  email,  le  cosiddette  generazioni  Y  e  Z  considerano  obsolete  le  email.  

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Per   raggiungere   i   50   milioni   di   utenti   la   radio   ha   impiegato   38   anni,   la   tv   13,   internet  4  anni  e  gli  ipod  3  anni.  Facebook  ha  raggiunto  100  milioni  di  utenti  in  9   mesi,   l’appstore   di   apple   ha   raggiunto   1   miliardo   di   download   in   9   mesi   (Mosca,   2013).   L’utilizzo   di   facebook   ha   finalità   disparate:   in   Italia   l’87%   degli   utenti   utilizza  i  Social  media  per  rafforzare  i  rapporti  di  lavoro,  il  14%  della  popolazione   dei   social   media   è   formata   da   lavoratori   digitali   a   tempo   pieno,   in   Italia   il   58%   della   popolazione   guarda   meno   Tv   e   più   video   in   rete.   Negli   USA   l’80%   delle   imprese   utilizza   Linkedin   come   strumemto   primario   per   la   ricerca   del   personale.   L’80%  usa  twitter  e  facebook  su  dispositivi  mobile:  le  persone  aggiornano  lo  stato   in  ogni  momento  e  ovunque  si  trovino.  Youtube  è  il  secondo  motore  di  ricerca  più   importante   al   mondo,   vengono   visualizzati   1   miliardo   di   video   al   giorno.   In   rete   sono   presenti   più   di   200   milioni   di   blog   e   il   54%   dei   blogger   posta   nuovi   articoli   ogni   giorno,   il   34%   dei   blogger   posta   opinioni   su   prodotti   e   marchi,   il   25%   dei   risultati   di   ricerche   web   sui   marchi   più   celebri   riguarda   contenuti   generati   dagli   utenti.  Alle  aziende  interessa  sempre  di  più  come  viene  visto  il  loro  prodotto  nei   Social  Media,  piuttosto  che  il  posizionamento  su  Google  o  altri  motori  di  ricerca.   Il  90%  dei  consumatori  si  fida  delle  recensioni  dei  blogger  online  e  solo  il  14%  si   fida   della   pubblicità   tradizionale.   Si   calcola   che   solo   il   18%   della   campagne   televisive  genera  un  ritorno  economico  positivo.  Questo  indica  che  i  social  media   sono  un  cambiamento  radicale  nel  modo  di  comunicare:  vengono  condivisi  più  di   1  milione  e  mezzo  di  contenuti  al  giorno.  Gli  smartphone  sono  accesi  24/7  e  sono   sempre   con   noi,   i   nuovi   sistemi   opereativi   permettono   alla   popolazione   di   avere   tutte  le  applicazioni  disponibili  in  ogni  momento.  In  una  settimana  vengono  fatte   ricerche   su   internet   da   smartphone   per   l’81%   del   tempo   e   siamo   connessi   ai   social   per   il   63%   del   tempo.   Il   74%   dei   costumers   fa   un   acquisto   basandosi   sulle   ricerche  effettuate  con  lo  smartphone:  il  54%  lo  usa  per  trovare  un  retail,  il  49%   per  confrontare  i  prezzi,  il  48%  per  ottenere  coupon  o  trovare  promozioni,  il  44%   legge   informazioni   sul   prodotto   e   reviews,   il   34%   cerca   i   prodotti   disponibili   a   magazzino.     Il   79%   delle   aziende   possiede   un   sito   web   non   ottimizzato   per   l’uso   da  mobile (Ferla,  2010).  L’avvento  dei  social  ha  indotto  le  aziende  a  concentrarsi   contemporaneamente   su   molti   canali   di   comunicazione   diversi   e   che   utilizzano  

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linguaggi   differenti   perché   il   pubblico   è   simile   ma   diverso;   per   questo   motivo   il   marketing  manager  (o  la  più  recente  figura  professionale  identificata  come  social   media   manager)   si   occuperà   di   redarre   giornalmente   contenuti   dedicati   ad   ogni   tipologia   di   social:   twitter,   facebook   anziché   linkedin   o   pinterest.   Questa   comunicazione   a   basso   costo   aiuta   ad   aumentare   la   notorietà   e   ad   analizzare   il   mercato   e   la   concorrenza   a   costi   ridottissimi   ma   fa   aumentare   il   rischio   di   ricevere   recensioni   negative   da   parte   di   consumatori   insoddisfatti:   la   strategia   deve  essere  quindi  rivista  e  rivalutata.  Se  non  viene  effettuata  un’analisi  attenta   dei   media   che   si   intendono   utilizzare   classificando   gli   utenti   per   età,   sesso,   professione  e  tendenze  si  rischia  di  far  fallire  la  campagna  pubblicitaria.  La  buona   riuscita   di   una   campagna   pubblicitaria   è   subordinata   alla   compilazione   di   un   calendario   editoriale   e   di   scadenze   sul   quale   registrare   i   risultati   e   i   progressi   ottenuti  dall’utilizzo  dei  diversi  canali  di  comunicazione  (appendice  B:  Calendario   editoriale).    

 

1.3.8 Fase 8 – Budget e tempificazione

La  programmazione  dei  tempi  di  recupero  dell’investimento,  la  definizione   del   budget   per   ogni   strumento   di   marketing   e   la   redazione   di   un   calendario   per   l’esecuzione,   sono   procedimenti   scanditi   da   tre   fasi:   sviluppo   di   un   budget   che   presenti   un   preventivo   dei   costi   che   si   affronteranno   per   l’attuazione   del   piano,   esecuzione   di   un’analisi   payback   per   determinare   se   i   risultati   del   piano   procureranno   gli   introiti   necessari   al   soddisfare   gli   obiettivi   di   vendita   e   preparazione  di  un  calendario  con  la  sintesi  delle  attività  di  marketing  prefissate   nel  piano.    

La   determinazione   del   budget   può   avvenire   grazie   all’utilizzo   di   diversi   metodi  tra  i  quali  il  metodo  dei  compiti,  il  metodo  della  percentuale  delle  vendite   e   quello   competitivo.   Il   primo   permette   di   fissare   un   budget   libero   basato   sui   risultati  che  si  intendono  conseguire  per  il  prodotto,  il  secondo  calcola  il  budget   come   percetuale   delle   vendite   che   porta   ad   una   subordinazione   del   budget   di   marketing   a   quello   delle   vendite   nonostante   sia   il   marketing   ad   influenzare   le  

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