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Modelli scintigrafici di distribuzione della ventilazione a confronto con i dati clinico-funzionali nella identificazione dei diversi fenotipi di BPCO.

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INTRODUZIONE Background

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una “malattia respiratoria cronica caratterizzata da ostruzione al flusso scarsamente reversibile, persistente ed evolutiva legata a rimodellamento delle vie aeree periferiche ed enfisema”. L’ostruzione, il rimodellamento delle vie aeree periferiche e l’enfisema sono dovuti ad una abnorme risposta infiammatoria delle vie aeree e del parenchima polmonare all’inalazione di fumo di sigaretta o di altri inquinanti.

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una “malattia respiratoria cronica prevenibile ed efficacemente curabile associata a significativi effetti e comorbidità extrapolmonari che possono contribuire alla sua gravità cronica” 1 .

La BPCO è una delle più importanti cause di morte nella maggior parte dei paesi, specie quelli industrializzati. Il Global Burden of Disease Study ha previsto che la BPCO, che nel 1990 occupava il sesto posto come causa di morte, diverrà la terza causa di morte nel mondo entro il 2020 2, 3. Questo sostanziale aumento nell’impatto globale della BPCO proiettato nei prossimi anni riflette, in gran parte, l’aumentato uso di tabacco in molti Paesi e l’aumento della vita media soprattutto nelle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo.

La Broncopneumopatia cronica ostruttiva è anche una malattia molto costosa. Nei paesi sviluppati le riacutizzazioni sono responsabili della maggior parte della spesa sanitaria. Negli Stati Uniti nel 2002 i costi diretti per BPCO, ovverosia per la diagnosi ed il trattamento della malattia, sono stati di 18 miliardi di dollari ed i costi indiretti in termini di perdita di giornate di lavoro, disabilità, morte prematura, costi dei familiari o del caregiver, sono stati dell’ordine dei 14.1 miliardi di dollari 4. La BPCO rimane tuttavia ancora una malattia sottodiagnosticata e quindi

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inadeguatamente trattata soprattutto negli stadi iniziali; lo studio SIRIO (Social Impact of Respiratory Integrated Outcomes) condotto in Italia ha dimostrato che una riduzione significativa dei costi sia diretti che indiretti deriverebbe da una più appropriata valutazione e quindi precoce trattamento, dei pazienti con BPCO 5, 6.

Storicamente i pazienti con BPCO sono stati distinti, sulla base di caratteristiche cliniche, funzionali e radiologiche, in:

I. paziente di tipo A, prevalentemente enfisematoso, o pink puffer II. paziente di tipo B, prevalentemente bronchitico, o blue-bloater 7,8 Tale distinzione è considerata ormai obsoleta, infatti è noto che i reperti clinici e anatomopatologici dell’enfisema e della bronchite cronica spesso coesistono in varia combinazione nello stesso paziente e possono essere presenti anche in assenza di una broncostruzione conclamata 9. Anche i parametri spirometrici (PFR e DLCO), fino ad ora usati per la diagnosi e la classificazione della malattia, nonchè per la valutazione della sua progressione, riescono a caratterizzare solo in parte il quadro clinico. Ciò dipende dal fatto che varie condizioni patologiche quali l’ostruzione, il rimodellamento delle vie aeree periferiche, l’enfisema, possono agire in varie parti del polmone (vie aeree centrali, vie aeree periferiche, parenchima), in modo più o meno intenso in soggetti diversi 10. E’ noto infatti che l’ostruzione delle vie aeree non è sempre presente nei pazienti con enfisema di tipo lieve11 dove caratteristicamente i cambiamenti strutturali e funzionali sono rappresentati più dalla riduzione del ritorno elastico e dall’aumento del volume polmonare che non dalla limitazione al flusso aereo12. Anche la DLCO può essere normale in pazienti con enfisema lieve e moderato; va inoltre ricordato che la DLCO, nella valutazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva è un parametro sensibile ma non specifico poiché risulta alterato in molte patologie polmonari e non13.

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Per quanto riguarda le tecniche di imaging toracico, la lastra del torace è anch’essa utile nella valutazione clinica della BPCO14, soprattutto nell’enfisema di grado severo-moderato. Ancor più utile è la Tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) che si è dimostrata altamente sensibile e specifica nella valutazione dell’enfisema anche subclinico15; è stato visto infatti che pazienti fumatori asintomatici e con prove di funzionalità respiratoria negative presentano frequentemente alterazioni in fase iniziale, come un modesto ispessimento delle pareti bronchiali, bronchioloectasie, quadri sfumati di bronchiolite respiratoria, enfisema di lieve entità16. Lo studio TC dinamico (inspiratorio ed espiratorio) ha consentito inoltre di valutare la presenza e l’estensione del fenomeno dell’intrappolamento aereo espiratorio dovuto all’ostruzione bronchiale o bronchiolare. Tale fenomeno spesso si colloca tra normalità e patologia essendo, molto probabilmente l’espressione della compromissione sub-clinica delle piccole vie aeree17 e comunque appare significativamente maggiore nei soggetti con BPCO rispetto ai soggetti asintomatici18. Nella valutazione dell’ air trapping i test di funzionalità respiratoria si dimostrano poco sensibili, poichè le piccole vie aeree rappresentano una zona funzionalmente silente ed è necessario che il danno sia molto esteso per essere rilevato, mentre lo studio HRCT evidenzia molto precocemente il danno.

E’ chiaro quindi quanto sia necessario affinare tali tecniche diagnostiche per poter caratterizzare meglio ed il più precocemente possibile il paziente con BPCO nonché la storia naturale della “sua“ malattia e ciò al fine di eseguire trattamenti mirati per prevenire o almeno rallentare l’evoluzione verso l’insufficienza cronica.

E’ ormai noto che, tra le tecniche di imaging toracico, la scintigrafia polmonare da ventilazione sia di impiego nella valutazione delle broncopneumopatie croniche ostruttive, permettendo di evidenziare e di

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quantizzare l’interessamento di tutto il sistema respiratorio ivi comprese le vie aeree più periferiche11.

La Ventilazione Polmonare

La ventilazione degli spazi alveolari si basa su due meccanismi fondamentali:

I. il trasporto di massa o ventilazione convettiva; II. la diffusione molecolare o ventilazione diffusiva.

Il gas inspirato attraverso la ventilazione convettiva raggiunge solo quella parte del sistema respiratorio che è più vicina al bronchiolo, mentre tutto il volume aereo rimanente si rinnova per diffusione molecolare (ventilazione diffusiva). Le particelle inalate, invece, hanno una capacità di diffusione molto bassa per cui sono trasportate dal flusso aereo e per tale motivo possono essere utilizzate come traccianti del trasporto di massa (ventilazione convettiva) 7, 8, 9.

E’ noto che in un aerosol le particelle, essendo più pesanti delle molecole di un gas, non rimangono tutte in sospensione durante un ciclo respiratorio, una piccola frazione delle particelle di aerosol si deposita nelle vie aeree di conduzione per impatto inerziale, le altre si depositano nelle unità respiratorie periferiche (bronchioli respiratori) teoricamente fino alla 21esima generazione per “sedimentazione gravitazionale”. Tale frazione che sedimenta può essere usata come tracciante della distribuzione della ventilazione convettiva. L’impatto inerziale, la sedimentazione gravitazionale e la diffusione sono i tre meccanismi fisici che determinano la deposizione intrapolmonare delle particelle di dimensioni tra 0,001 e 100 µm sono; tali meccanismi sono espressi dalle equazioni di Landahl 10 come probabilità, in percentuale, che ciascun meccanismo si realizzi a livello di una certa generazione delle diramazioni bronchiali, da 0 (trachea) a 23 (dotti alveolari), in pratica le equazioni di Landahl suggeriscono che la deposizione nelle vie aeree più

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centrali sia dovuta soprattutto ad un meccanismo di impatto, mentre nelle vie aeree più periferiche avvenga principalmente per sedimentazione.

A regolare la deposizione contribuiscono:

I. Fattori estriseci quali il flusso aereo ed il calibro delle particelle. Per quanto riguarda il flusso aereo si può osservare che esso è massimo nelle vie aeree di calibro maggiore, dove pertanto è minima la probabilità di sedimentazione a causa del ridotto tempo di transito mentre la deposizione per impatto raggiunge il suo picco a livello della quinta generazione bronchiale. Progredendo verso la periferia si verifica un aumento notevole delle sezioni trasverse delle vie aeree per cui si ha riduzione del flusso ed aumento del tempo di transito e pertanto si avrà scarsa probabilità di deposizione per impatto ma elevata deposizione per sedimentazione. Il calibro delle particelle influenza invece il solo meccanismo della diffusione che aumenta al decrescere delle dimensioni del particolato.

II. Fattori intriseci quali le alterazioni del calibro delle vie aeree. Una riduzione del diametro delle prime diramazioni bronchiali (come si realizza nella broncocostrizione asmatica) fa aumentare l’impatto dell’aerosol a tale livello. Una riduzione del lume delle piccole vie aeree (come si verifica per la flogosi e l’ipersecrezione bronchiale nella bronchite cronica o nella distruzione dei bronchioli respiratori nell’enfisema), comporta la riduzione della sedimentazione periferica a valle delle vie aeree interessate.

La scintigrafia polmonare da ventilazione

L’inalazione di radionuclidi marcati rappresenta uno dei principali strumenti nella valutazione della ventilazione polmonare 11.

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La scintigrafia polmonare da ventilazione 12 può essere eseguita utilizzando:

I. Traccianti gassosi. II. Traccianti corpuscolati.

I traccianti gassosi tendono a diffondere nella fase gassosa degli spazi aerei, pertanto le immagini che si ottengono non rappresentano la distribuzione del flusso aereo, bensì quella del volume. I traccianti gassosi più frequentemente usati sono:

• Xenon-133, con emivita fisica di 5,3 giorni; la ventilazione con questo tracciante si determina misurando il tempo di lavaggio o washout del gas radioattivo da ciascuna regione.

• Kripton-81m, con emivita fisica di 13 secondi; la sua rapida scomparsa dai polmoni consente di eseguire in breve tempo ripetuti esami della ventilazione per esempio basale e poi dopo trattamento farmacologico. I traccianti corpuscolati sono costituiti da particelle che si depositano nei polmoni per “impatto” nelle vie aeree centrali, “sedimentazione” nelle vie aeree più distali e per “diffusione” negli spazi alveolari. Gli aerosol radioattivi più frequentemente utilizzati sono:

• 99m Tc-DTPA, particelle con diametro < a 2 mm che attraversano l’epitelio respiratorio e vengono poi rimosse dai polmoni per via ematica, hanno un’emivita biologica di circa 50 minuti.

• 99m Tc-Technegas, particelle di carbonio ultrafini con diametro tra 40-50 nm, hanno una clearance polmonare lenta, infatti vengono eliminate attraverso il sistema muco-ciliare ed il sistema linfatico, con un’emivita biologica di ore o giorni.

• 99m Tc-Venticoll, particelle di albumina di diametro tra 30-70 nm, con emivita biologica di 76 ore, vengono eliminati dalla clearance mucociliare.

Una scintigrafia polmonare da ventilazione eseguita con tracciante gassoso evidenzia tutto lo spazio aereo del polmone in virtù della

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capacità diffusiva del tracciante gassoso. I traccianti corpuscolati sono invece trasportati dal flusso convettivo e possono essere utilizzati come traccianti del trasporto di massa o ventilazione convettiva ed il volume in cui le particelle si distribuiscono, definito come Volume Residuo (VR), è molto simile al volume dei bronchioli respiratori 7, 8, 9. L’uso di aerosol radioattivi permette pertanto di ben studiare la redistribuzione della ventilazione convettiva tipica dei pazienti con BPCO.

Tipicamente, usando un tracciante non gassoso ma corpuscolato, si distinguono cinque pattern specifici di deposizione 13:

1. Deposizione Normale (ND): quando la distribuzione della radioattività è omogenea, i bordi del polmone sono ben definiti ed è presente un normale gradiente apice-base della ventilazione.

2. Deposizione Centrale(CD): quando la distribuzione della radioattività è concentrata in regione ilare e parailare.

3. Deposizione a “macchie” o Spotty (SD): quando si evidenziano aree di deposizione circolari in zone dove la radioattività è scarsa o assente, tali aree circolari hanno un diametro fino a qualche centimetro e possono ritrovarsi anche alla periferia.

4. Deposizione Inomogenea (ID): quando la distribuzione della radioattività non è omogenea, i bordi dei polmoni sono irregolari e non completamente definiti.

5. Deposizione Mista (MD): se la distribuzione della radioattività si caratterizza per più di uno dei quadro sopra descritti.

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SCOPO DELLA TESI

Scopo di questo lavoro è la correlazione dei vari pattern di distribuzione della ventilazione valutata mediante scintigrafia polmonare con i dati funzionali (PFR e DLCO) e di scambio gassoso (PaO2) in pazienti affetti da BPCO, nonchè la definizione di modelli scintigrafici che possano identificare differenti fenotipi.

Per la valutazione della distribuzione della ventilazione è stato scelto come tracciante radioattivo un aerosol nanocolloidale di particelle di albumina marcate con 99m Tc (Venticoll; GE Healthcare, Chalfont St Giles, UK) utilizzato attraverso il sistema Fasteras (Kit per Scintigrafia da Ventilazione, Medical Product Research (MPR) Srl Legnano, MI).

Il campione risulta composto da pazienti affetti dai vari quadri di broncopneumopatia cronica ostruttiva: asma, bronchite cronica, enfisema nonchè da bronchectasie ed interstiziopatie.

La distribuzione della ventilazione regionale è stata valutata in modo qualitativo attraverso l’identificazione di cinque modelli di deposizione del tracciante ed in modo quantitativo attraverso un sistema di elaborazione delle immagini basato sulla suddivisione del polmone in tre regioni di interesse (ROI), superiore, media ed inferiore, che ha consentito anche di rilevare le alterazioni del gradiente apice-base.

I risultati dei quadri ventilatori sono stati messi a confronto con i parametri funzionali dei pazienti, quali i risultati delle prove di funzionalità respiratoria (PFR), della diffusione alveolo-capillare al CO (DLCO) e dell’emogasanalisi (EGA).

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MATERIALI E METODI

1. SELEZIONE DEL CAMPIONE

Lo studio è stato condotto presso la Sezione di Medicina Nucleare della U.O. di Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria I Universitaria dell’Ospedale di Cisanello.

Sono stati inclusi nello studio 152 pazienti con età media di 64,43 anni (± 11,46), di cui 90 maschi e 62 femmine, peso medio di 71,46 Kg (± 15,67), altezza media di 167,33 cm (± 9,88) e BMI medio di 25,41 (± 4,66); di cui 41 fumatori, 54 non fumatori, 57 ex fumatori. Di tali pazienti 51 risultavano affetti da da enfisema (E), 32 da Bronchite cronica (BC), 17 da Bronchiectasie (B), 14 da Interstiziopatie (I), 14 da Bronchite Cronica e Bronchiectasie (BC+B), 9 da Asma (A), 7 da Bronchite Asmatica (BA), 4 da Bronchite Cronica ed Enfisema (BC+E), 4 da Asma e Bronchiectasie (A+B).

I pazienti sono stati valutati dal punto di vista clinico, hanno eseguito le prove di funzione respiratoria (PFR), la diffusione alveolo-capillare al monossido di carbonio (DLCO), l’emogasanalisi (EGA) e la scintigrafia polmonare da ventilazione.

Le PFR sono state usate per la diagnosi di ostruzione delle vie aeree e per definirne il grado di severità; sono stati presi in considerazione i valori, in percentuale del predetto, di: capacità vitale forzata (CVF), volume espiratorio massimo al primo secondo (FEV1), capacità vitale lenta (VC), indice di Tiffenau (FEV1/VC), flusso espiratorio forzato al 75% (FEF 75%) e tra il 25% ed il 75% del tempo espiratorio (FEF 25-75%),

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capacità funzionale residua (CFR), volume residuo (RV), capacità polmonare totale (TLC).

I valori di Capacità Vitale Lenta (VC), Capacità Polmonare Totale (TLC), Capacità Funzionale Residua (FRC), Volume Residuo (RV) sono stati suddivisi in:

I. Valori normali tra 80 e 120. II. Valori inferiori alla norma < 80. III. Valori superiori alla norma > 120.

L’ostruzione delle vie aeree viene valutata sulla base della riduzione dell’indice di Tiffenau14 (FEV1/VC < 88% nei maschi e FEV1/VC < 89% nelle femmine) poiché il rapporto FEV1/SVC è un indice sensibile di BPCO e risulta alterato anche nei casi più lievi di malattia A. La gravità della limitazione al flusso aereo viene poi graduata sulla base del FEV1 secondo la classificazione GOLDB in:

I. Lieve con % pred FEV1 tra 80 e 100. II. Moderata con % pred FEV1 tra 50 e 79. III. Severa con % pred FEV1 tra 30 e 49. IV. Molto severa con % pred FEV1 < 29.

La DLCO, di cui è stato considerato il valore al singolo respiro (DLCOSB), è stata eseguita in 114 pazienti ( % del totale), poichè in molti casi la raccolta dei dati è stata retrospettiva. La gravità della riduzione degli scambi gassosi per il CO è stata definita sulla base della classificazione ATS15 in:

I. Lieve con % pred DLCO tra 61 ed 80. II. Moderato con % pred DLCO tra 40 e 60. III. Severo con % pred DLCO < 40.

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Dell’EGA sono state considerate la PaO2 e la PaCO2, tenendo conto dei seguenti valori per la classificazione16:

a. Grado di riduzione della PaO2: I. ≤ 50 mmHg severo.

II. tra 51 e 70 mmHg moderato. III. ≥ 71 mmHg lieve-normale. b. Grado di aumento della PaCO2:

I. ≤41 normale.

II. tra 42 e 50 mmHg lieve-moderato. III. ≥50 mmHg severo.

La scintigrafia polmonare da ventilazione è stata valutata qualitativamente con il pattern di distribuzione della deposizione (PD) e quantitativamente con il tempo necessario ad eseguire la ventilazione (V time) ed il rapporto apice-base (V-U/L). Le variabili numeriche di tali parametri sono qui sotto riportate 17:

I. V U/L ≤ 0.5 indica riduzione della ventilazione. II. V U/L tra 0.6 - 0.9 ventilazione normale.

III. V U/L tra 1.0 - 1.8 lieve aumento della ventilazione. IV. V U/L ≥ 1.9 moderato aumento della ventilazione.

La maggior parte dei pazienti era in trattamento cronico con terapia broncodilatatrice.

2. METODI

2.1 La scintigrafia da ventilazione

Il sistema Fasteras produce particelle (albumina nanocolloidale marcata con 99mTecnizio) del diametro medio di 1,4 µm con una deviazione

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standard geometrica di 2 µm (80% delle particelle nel range 0-2,5 µm) e cioè del diametro ideale per raggiungere le vie aeree periferiche e gli alveoli, tale aerosol monodisperso permette quindi di minimizzare la deposizione a carico delle prime vie aeree e quindi di visualizzare meglio la distribuzione polmonare nel distretto bronco-alveolare.

Tale sistema, recentemente validato 18, è costituito da due tubi corrugati collegati attraverso un raccordo ad Y che arriva al boccaglio del paziente. I due tubi, provvisti di valvole a membrana che funzionano sul versante espiratorio ed inspiratorio, sono collegati rispettivamente ad un filtro ed all’ampolla che contiene il tracciante radioattivo. FIG. 1

Il paziente viene posto seduto con il torace appoggiato al collimatore di una gamma-camera ad ampio campo (Millenium MPR, General Electric) e respira entro il sistema, con il naso chiuso da un apposito stringinaso, un aerosol di particelle marcate (Venticoll) con 925 MBq di 99mTc-pertecnetato, opportunamente agitate e incubate in 3 ml di soluzione fisiologica. In inspirazione la valvola nel tubo corrugato collegato all’ampolla si apre in modo tale che gran parte delle particelle inalate che si trovano nel tubo corrugato collegato all’ampolla, in continuo movimento per effetto della pressione di alimentazione del nebulizzatore (flusso d’aria compressa a 14-16 L/min), precipitino per effetto della forza di gravità favorendo pertanto, ad ogni atto respiratorio, l’inalazione di particelle di minori dimensioni rimaste sospese nell’aerosol; in espirazione la valvola del secondo tubo corrugato si apre consentendo la raccolta dell’espirato radioattivo in un apposito filtro. Al raggiungimento di 100.000 conti, l’aerosol viene interrotto e vengono acquisite sei immagini standard (anteriore, posteriore, laterale destra, laterale sinistra, obliqua posteriore destra e obliqua posteriore sinistra), con una matrice di 256x256.

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Le immagini sono state elaborate al computer (PC Pentium 4, NT server, GENIE mod. ENTEGRA, General Electric) mediante sovrapposizione di una griglia composta da elementi orizzontali di 2805 pixel ciascuno. Sono state selezionate le immagini relative alle proiezioni posteriore destra e laterale destra.

Su tali immagini sono state eseguite delle valutazioni semiquantitative osservando il grado di disomogeneità di distribuzione della ventilazione attraverso il calcolo del rapporto C/pixels (conti/pixels) o INI, indice di inomogeneità, ottenuto tramite conteggio della radioattività nelle “regioni automatiche di interesse” o ROI (Region of Interest) per mezzo del Software Entegra (GE Healthcare). Questa funzione crea una ROI sulla proiezione selezionata, basata su profili di iso-conteggio. In soggetti normali la ventilazione è uniformemente distribuita ed il rapporto C/pixel è basso, al contrario nei soggetti con malattie polmonari la ventilazione è disomogenea ed il rapporto C/pixel tende ad aumentare. Questo rapporto, che è direttamente proporzionale alla severità delle alterazioni della distribuzione della ventilazione, può essere considerato un buon indice semiquantitativo della inomogeneità della ventilazione intrapolmonare 19, 20. Sono state scelte e poi messe a confronto, ROI con soglia del 30% e del 5%, ottenendo rispettivamente un’area più piccola all’interno dell’organo (ROI 30 %) indice di distribuzione intraregionale della ventilazione ed un’area più periferica (ROI 5%), indice di penetrazione delle particelle inalate. Nella proiezione posteriore si sono inoltre delineate tre regioni di interesse o ROI, inferiore, media e superiore; tali ROI hanno permesso di quantificare la radioattività presente in ciascun settore come percentuale del conteggio totale del polmone e di calcolare il rapporto apice-base.

Sulle stesse immagini sono state poi eseguite valutazioni qualitative sulla base del tipo di distribuzione del tracciante o pattern di deposizione, come già descritto precedentemente 13.

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2.2 Strumento PFR e DLCO

Le prove di funzionalità respiratoria e la misura della diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio sono state eseguite con uno spirometro a campana computerizzato Biomedin, dotato di un potenziometro per la lettura dei volumi e di analizzatore dei gas elio e monossido di carbonio. Per la FVC e gli indici derivati sono stati utilizzati i valori di riferimento di Paoletti e coll. 21, mentre per i volumi statici sono stati utlizzatii valori di Goldman e Becklake 22. La capacità di diffusione è stata misurata con il metodo del respiro singolo (single breath) in accordo con Ogilvie e coll. 23.

2.3 Strumento EGA

I prelievi di sangue arterioso sono stati effettuati mediante la puntura diretta dell’arteria radiale, con paziente seduto, prelevando 3 ml di sangue con siringa eparinata. Per la misura dei gas arteriosi sono stati utilizzati un emogasanalizzatore automatico BGElectrolytes per EGA ed un analizzatore mod. IL 482 CO-Oximeter (instrumentation Laboratory Inc., Lexington, MA, USA), che effettuavano analisi polarimetrica e spettrofotometrica.

2.4 Indagini statistiche

Le analisi statistiche sono state condotte con il programma ...su computer ...

Le comparazioni dei dati quantitativi sono state eseguite tramite test... Al fine di poter applicare il test del chi-quadro anche alle variabili numeriche dei parametri funzionali e scintigrafici, tali dati sono stati

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ordinati in gruppi codificando il range di valori di ciascun gruppo sulla base della distribuzione percentile della frequenza (Tab. ).

L’interdipendenza tra le variabili considerate è stata testata tramite regressioni lineari semplici e multiple. Per tutte le comparazioni sono stati considerati significativi valori di p < 0.05, ove non indicato diversamente. I dati che compaiono nel testo sono rappresentati come valore medio ± deviazione standard.

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RISULTATI

Il campione, comprendente 152 pazienti, è risultato costituito da 62 femmine (41%) e da 90 maschi (59%); la differenza del campione per sesso è risultata (NON) significativa (p ). FIG. 1.

Per quanto riguarda la distribuzione per età del campione è possibile osservare che ....FIG. 2

FIG. 1

FIG. 2

DISTRIBUZIONE DEL CAMPIONE PER ETA’ (N= 152)

59% 41%

DISTRIBUZIONE DEL CAMPIONE PER SESSO (N=152)

FEMMINE

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Lo studio dell’abitudine al fumo ha mostrato che nel sesso maschile si ha una prevalenza di fumatori ed ex-fumatori mentre nel sesso femminile prevalgono le non fumatrici e le fumatrici. La distribuzione del campione per fumo rispecchia l’attuale realtà che vede l’abitudine al fumo “in crescita” nel sesso femminile. FIG. 3

FIG. 3

I pazienti sono stati classificati in sei gruppi sulla base della diagnosi clinica emersa dalla valutazione dei sintomi e segni del paziente, dalla lettura della radiografia del torace nonché dalle informazioni rilevate alla TC del torace, ove presente. Dalla distribuzione della diagnosi clinica in riferimento al sesso si evince che tutte le patologie respiratorie verosimilmente legate al fumo, prevalgono nel sesso maschile, in particolare la Bronchite cronica (BC) e l’Enfisema (E); fa eccezione la patologia bronchiectasica che predilige il sesso femminile. Tale differente distribuzione appare (non) significativa (p ). FIG. 4.

0 10 20 30 40 50 NUMERO PAZIENTI 15 37 10 26 17 47 FUMATORE NON FUMATORE EX FUMATORE

ABITUDINI AL FUMO PER SESSO (N=152)

FEMMINE

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FIG. 4

Sono stati presi in considerazione i sintomi respiratori tipici (tosse, catarro e dispnea) e ne è stata osservata la distribuzione in funzione del sesso. Il Catarro (C) come sintomo unico è presente solo nel sesso maschile; la Dispnea (D) e l’associazione Tosse e Dispnea (T + D) prevalgono solo lievemente nel sesso maschile. Al contrario, l’associazione Tosse e Catarro (T + C) e Tosse, Catarro e Dispnea (T + C + D) prevalgono nettamente nel sesso maschile. Ciò concorda con il prevalere nel sesso maschile della Bronchite Cronica e dell’Enfisema. Da notare inoltre che 20 pazienti sono risultati essere asintomatici; di questi 9 presentavano un Indice di Tiffenau ridotto ed erano affetti da Enfisema (5 pazienti), 1 paziente da asma, 2 pazienti da bronchite cronica ed 1 paziente da bronchiectasie; 11 pazienti presentavano invece un Indice di Tiffenau nella norma ed erano affetti da enfisema (7 pazienti), 2 pazienti erano affetti da bronchite cronica, 1 da asma e 1 da bronchiectasie. FIG. 5. 0 10 20 30 40 10 5 5 22 36 12 4 4 2 10 19 23 I A BA BC E B

DIAGNOSI CLINICA DISTRIBUITA PER SESSO (N= 152)

I=INTERSTIZIOPATIE A = ASMA BA = BRONCHITE ASMATICA BC = BRONCHITE CRONICA E= ENFISEMA B = BRONCHIECTASIE n° pazienti FEMMINE MASCHI

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FIG.5

Il grafico in Fig. 6 mostra l’andamento dell’indice di ostruzione bronchiale o Indice di Tiffenau (FEV1/VC %), in base al sesso.

FIG.6 0 10 20 30 9 6 5 13 24 8 25 11 6 12 9 7 17 A T C D T+C T+D T+C+D

DISTRIBUZIONE DEI SINTOMI RESPIRATORI PER SESSO (N= 152)

FEMMINE MASCHI A=ASINTOMATICI T= TOSSE C= CATARRRO D= DISPNEA T+C= TOSSE E CATARRO T+D= TOSSE E DISPNEA T+C+D= TOSSE, CATARRO E DISPNEA n° pazienti 0 15 30 45 60 35 55 23 39

INDICE DI TIFFENAU NORMALE

INDICE DI TIFFENAU RIDOTTO

ANDAMENTO DELL’INDICE DI OSTRUZIONE BRONCHIALE TIONE PER SESSO (N= 152)

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In relazione al prevalere della diagnosi di Bronchite Cronica, di Enfisema e Bronchiectasie nonché dei sintomi come Tosse, Catarro e Dispnea, il principale indice di ostruzione bronchiale o Indice di Tiffenau risulta ridotto in 94 pazienti (62%). Il maggior numero di ostruiti è presente nel sesso maschile.

Nei pazienti ostruiti è stato valutato il grado di severità dell’ostruzione sulla base delle Linee Guida Gold. La popolazione maschile è risultata essere la prevalente in tutti i gradi di severità e maggiormente rappresentativa del gruppo caratterizzato dall’ostruzione di grado severo.

0 25 50 75 100 35 23 55 39 58 94

I.T. NORMALE (FEV1/SVC ≥ 89%)

I. T. RIDOTTO (FEV1/SVC < 88%) MASCHI FEMMINE TOTALE n° pazienti 0 5 10 15 20 19 19 11 6 17 17 1 4 LIEVE MODERATO SEVERO MOLTO SEVERO

GRADO DI SEVERITA’ DELL’OSTRUZIONE IN BASE AL FEV1 (LINEE GUIDA GOLD) NEI PAZIENTI OSTRUITIT

MASCHI FEMMINE

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FIG. 7

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CONCLUSIONI

Valutazione anche delle piccole vie con tale tecnica.

“Lo sviluppo di un metodo standardizzato per classificare i fenotipi della BPCO nella pratica clinica può avere un grosso impatto nella comprensione dei trial farmacologici, nell’approccio clinico al trattamento del paziente e in una più approfondita conoscenza della storia naturale della malattia”

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