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Progettazione e integrazione di servizi per l'editoria digitale

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Academic year: 2021

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SOFTWARE

BOLLETTINO DEL CILEA N. 78 GIUGNO 2001 11

Progettazione e integrazione di servizi per

l’editoria digitale

Paolo Arvati

CILEA, Segrate

Abstract

Le soluzioni per l’editoria digitale presentate dai vari produttori in recenti incontri e le nuove esigenze emerse da parte dell’utenza spingono ad una analisi e rielaborazione delle problematiche legate alla progettazione dei servizi di editoria digitale e alla loro integrazione.

Keywords: Software, editoria digitale, OPAC, XML

Le tendenze delineatesi in occasione del DEA (Diffusione Edizioni Anglo-Americane) Workshop, cui il CILEA ha preso parte a Genova, e negli incontri che si sono avuti con editori, bibliotecari e utenti nell'utimo periodo hanno sottolineato nuove esigenze nel settore dell'editoria elettronica.

Progettare oggi un servizio di editoria digitale è molto diverso da quello che poteva essere qualche anno fa: la progettazione di un OPAC o di soluzioni proprietarie per banche dati interne soddisfano solo in parte le richieste attuali degli enti e degli utenti.

Integrazione dei servizi

Uno degli aspetti su cui si sta concentrando l’attenzione è quello della molteplicità dei punti in cui l'informazione è disponibile. I portali per l'editoria digitale offrono in molti casi un'ampia gamma di servizi cui è possibile accedere: l'utente finale stenta a volte a sapere quale sia la banca dati opportuna per il proprio percorso di ricerca o quale sia il mirror con cui abbia una sottoscrizione.

Al DEA Workshop del 29 Maggio e successivamente nell’incontro avutosi presso l'Università L. Bocconi con ScienceDirect si è parlato ampiamente di integrazione e anche di prodotti denominati "integratori" finalizzati alla costruzione di un proprio portale e all'unificazione dell’interazione dell’utente con le varie banche dati disponibili.

Questa integrazione ha come finalità primaria quella di interrogare e sfogliare più banche dati partendo da un unico punto di accesso nel web.

Le due esigenze principali emerse sono state: 1. rendere trasparente per l'utente l'accesso a

più banche dati ma chiara la sorgente dell'informazione;

2. saper indicare con chiarezza in quali e quanti servizi sia disponibile l'abstract o il full-text dell'informazione selezionata. Di qui lo sforzo del CILEA al fine di riuscire ad individuare quali siano le reali soluzioni che possano essere offerte e quali servizi siano integrabili con quali prodotti.

L'impressione principale è che sia ancora prematuro pensare che questo processo sia nella sua fase finale e che al contrario ci sia ancora molto lavoro da fare al fine di giungere all'integrazione dei vari servizi attualmente in uso.

Gli standard più diffusi infatti sono stati rispettati solo in parte: nel campo delle biblioteche e dell'editoria digitali standard quali Z39.50, Dublin Core e il recente XML sono stati adottati solo in alcuni particolari contesti.

Ci si trova di fronte tutt'oggi a numerosi servizi o prodotti che non supportano nessuno degli standard di comunicazione sopra evidenziati e che si limitano a permettere all'utente di sfogliare col proprio browser i risultati ottenuti.

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Va altresì sottolineata la presenza di un certo numero di servizi la cui integrazione è real-mente fattibile in tempi brevi o al limite già dalla prossima release.

Nel caso particolare del CILEA si è già parlato di una prossima release di ScienceServer avente la funzionalità di dialogare non solo in HTML ma anche in XML con un formato pre-definito. E in parallelo pure di un potenzia-mento dell'attuale software per l'editoria elet-tronica e la letteratura grigia del CILEA, al fine di aggiungere la possibilità di un interfac-ciamento XML.

Solo per citare degli esempi, la library del Los Alamos National Laboratory (http://lib-www.lanl.gov) e la Library of Congress (http://lcweb.loc.gov/z3950/) gestiscono il pro-tocollo Z39.50, mentre PubMed (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/PubMed/) con 11 milioni di citations permette di avere un risul-tato in un formato SGML predefinito delle proprie interrogazioni.

Senza poi tralasciare la presenza di numerosi OPAC italiani aventi interfacce di interroga-zione standard e quindi rapidamente integra-bili con altri servizi.

Nel caso specifico degli OPAC o di soluzioni proprietarie per l’editoria digitale va sottoli-neato come in questa ottica la strada prefe-renziale per gli enti non sia quella della ripro-gettazione da zero del servizio ma dell’estensione del progetto esistente al fine di dotarlo di interfacce o gateway aderenti agli standard.

Molta attenzione si sta ponendo inoltre alla gestione delle risorse distribuite. Oltre che da indici e cataloghi, queste sono rappresentate anche da una crescente quantità (dell’ordine di decine di TERA/BYTE) di full text distribuiti su vari server e duplicati su vari mirror. Il progetto Crossref, di cui il CILEA sta valu-tando la membership, è diventato il caso più evidente di questa esigenza: a ciascun articolo viene assegnato uno ed un solo DOI (Digital Object Identifier) a livello mondiale. A partire da alcuni parametri dell’articolo, o dal DOI stesso, è possibile essere rediretti in maniera immediata al sito che ne ospita il full text. Inizierà inoltre nei prossimi giorni presso il CILEA un periodo di trial del prodotto Litlink specializzato nel reperimento dei full text degli articoli in un ambiente di servizi intranet e in-ternet eterogeneo.

Funzionalità aggiuntive comuni

La creazione di un unico portale per vari ser-vizi di editoria comporta anche la definizione di quali funzionalità rendere comuni a tutti i servizi.

In quest’ottica si stanno valutando le esigenze dell’utenza e analizzando le soluzioni già pre-senti sul mercato a riguardo di funzionalità quali alerting, personalizzazione del servizio per utenti, salvataggio delle ricerche, news mi-rate ai campi di interesse definiti dall’utente, bibliografie personalizzate ecc., alcune delle quali già disponibili in servizi ospitati dal CILEA come nel caso di Science Server.

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