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Firenze metropoli: S, M o XL?

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245-246

Rivista bimestrale Anno XXXX Settembre - Dicembre 2012 ISSN n. 0392-5005 € 15,00

In caso di mancato recapito rinviare a ufficio posta Roma – Romanina per la restituzione al mittente previo addebito.

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 1 – DCB – Roma

u r b a n i s t i c a

L’Inu

rivolge un

appello al Parlamento e al Governo

che

verrà per un rilancio del governo del territorio.

Food and the city

il tema dello scambio tra

città e campagna

si presta a declinare la

questione dell’

approvvigionamento alimentare

anche attraverso

eventi spettacolari come nel caso della prossima

Expo di Milano.

Sul

riassetto istituzionale:

le città metropolitane,

sulle ragioni di

questa riforma c’è stato un grande silenzio in merito alle

opportunità

che

apre un ridisegno delle autonomie locali in merito alla

pianificazione di

area vasta.

A Napoli il

World Urban Forum,

la più importante

iniziativa mondiale

sullo stato di urbanizzazione della terra

si

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Food and the City

a cura di Anna Laura Palazzo, Pierluigi Nobile

Città e cibo: alla ricerca dell’equilibrio perduto

Biancamaria Rizzo

Agricoltura, attori e territorio nell’area metropolitana milanese

Pietro Lembi

Coniugare agricoltura e pianificazione

Pietro Lembi

Orti urbani e rifunzionalizzazione agricola di aree perse

Enzo Falco

Cibo e pianificazione urbana:

un nuovo paradigma per la città del domani?

Rositsa T. Ilieva

Accesso al cibo e nuova cittadinanza

Ottavia Aristone

Sul riassetto istituzionale: le città

metropolitane

a cura di Francesca Calace, Francesco Sbetti

L’urgenza della città metropolitana

Francesco Domenico Moccia

Le funzioni di pianificazione della città metropolitana

Paolo Urbani

Una riforma solo rinviata?

Domenico Cecchini

Città metropolitana e cooperazione intercomunale

Carmen Mariano

Roma Capitale tra Provincia e Città metropolitana

Salvatore Bellomia

Milano: prove di governo metropolitano

Dario Corvi, Franco Sacchi

Il nuovo orizzonte per la costruzione della città metropolitana di Venezia

Francesco Sbetti

Genova e la Liguria, un nuovo assetto istituzionale?

Francesco Gastaldi

Firenze metropoli: S, M o XL?

Francesco Alberti

Aperture

Per un rilancio del governo del territorio

Inu

… si discute:

Un manifesto per le città

Giuseppe Roma

Agenda

Le politiche che (non) giovano alle città del Mezzogiorno

Angela Barbanente

in quarta

Urbano-Rurale_Bolzano_2010

Francesco Sbetti

Bari, confini e opportunità di governo

Marida Dentamaro

L'incerta attuazione della città metropolitana di Napoli

Emanuela Coppola, Marisa Esposito

La piazza napoletana del Forum

mondiale delle città

a cura di Emanuela Coppola, Gilda Berruti

Il futuro urbano, nella sintesi del documento di discussione del World Urban Forum

Emanuela Coppola

Città prospere come motori di sviluppo. Esiti del 6°

World Urban Forum Gilda Berruti

Intervista sul World Urban Forum all’arch. Luigi De Falco, assessore all'Urbanistica del Comune di Napoli

Emanuela Coppola

A research and policy development agenda: fostering creative, equitable, and sustainable port cities

Joe Ravetz, Luigi Fusco Girard, Lisa Bornstein

Quanto basta - Festival

dell'economia ecologica 2012

a cura di Leonardo Rignanese, Silvia Viviani

Giovani ricercatori e ricercatrici a confronto su democrazia, convivenza e sviluppo. Nota introduttiva

Leonardo Rignanese, Silvia Viviani

Parte prima: Riflessioni teoriche di valenza generale

Marco Bani, Alessia Belli, Camilla Cannone, Alessandro Poli

Parte seconda: Proposte relative all'implementazione tecnica

Mariachiara Guerra, Alessandro Stanchi

Parte terza: Riflessioni scaturenti da specifici casi di studio

Cecilia Pasquinelli, Sabina Leoncini, Elisa Tizzoni

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indice

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URBANISTICA INFORMAZIONI

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Rassegna urbanistica

Rigenerare le periferie milanesi: lo spazio “in attesa” del quartiere Santa Giulia

Simone Manni, Federica Signoretti

Un nuovo Prg, per Montesilvano

Lucio Zazzara

Una proposta di contratto di valorizzazione urbana per il Piano Città: il borgo storico di Montesilvano Colle

Laura Antosa

L’Atlante Censis della domanda immobiliare

Stefano Sampaolo

Una finestra su: Maputo, Mozambico

a cura di Marco Cremaschi

Accesso alla terra in Mozambico

Cecilia Navarra, Alessandro Coppola

L’eredità coloniale oggi

Cecilia Navarra, Alessandro Coppola Slum upgrade nel barrio

Cecilia Navarra, Alessandro Coppola

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CONTROPIANO

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Piove, governo ladro...

Federico Oliva

Valutazione ambientale strategica:

un aggiornamento

a cura di Alessandra Fidanza

La valutazione ambientale strategica nell’ordinamento italiano

Paolo Cecchetti

Spiragli di luce sulla applicazione della Vas in Sicilia

Giuseppe Trombino

La Vas nel Veneto: stato dell’arte e riflessioni

Giovanni Campeol, Paola Noemi Furlanis, Giovanni Battista Pisani

Cancellata la Valutazione Integrata in Toscana

Valeria Lingua

Assurb

a cura di Daniele Rallo

Libri e altro

a cura di Ruben Baiocco

Opinioni e confronti

La prima Giornata della Letteratura Urbanistica, un bilancio riflessivo

Francesco Domenico Moccia

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URBANISTICA INFORMAZIONI

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Pianificazione intercomunale e riassetto istituzionale - su questi aspetti, la cui ne-cessaria complementarità continua sor-prendentemente a non emergere, né a livel-lo nazionale, né a livellivel-lo livel-locale, come tema centrale nel dibattito politico sviluppatosi intorno alla legge 135/2012 e al decreto di attuazione n. 188/2012, il caso della Tosca-na centrale presenta a un tempo caratteri di peculiarità ed emblematicità.

Sicuramente peculiare è la natura “una e trina” della conurbazione che, tra le pro-vince di Firenze, Prato e Pistoia accoglie su un territorio di 4800 kmq (pari a un quin-to della superficie della Toscana) il 40% ca. della popolazione e delle imprese della regione, da cui deriva la metà del PIL com-plessivo1. A fronte di tale concentrazione,

marcata soprattutto all’interno dell’ “ellis-se” in cui sono ricompresi i territori di pia-nura, il ruolo polarizzante esercitato dai tre centri principali appare comunque ancora molto evidente, nonostante la loro estrema vicinanza (17 km tra Firenze e Prato, 15 km fra Prato e Pistoia), generando flussi pendo-lari giornalieri “auto-contenuti” all'interno delle rispettive province (con un'estensio-ne verso la provincia di Arezzo per quanto riguarda il capoluogo regionale) in percen-tuali significative: 87% nell'area fiorenti-na, 77% e 75% in quelle di Prato e Pistoia2.

Un'indagine del 2009 condotta dall'E-codynamics Group dell'Università di Siena (“MoTo”) sulle variazioni nella densità di popolazione misurabili sul territorio at-traverso l'intensità dei segnali lasciati dai telefoni cellulari nell'arco delle ventiquat-tr'ore, conferma, dandole immediata leggi-bilità, l'immagine di un'area metropolitana articolata al suo interno in tre sistemi ur-bani principali (più due secondari: Empoli e Montecatini Terme), dotati di autonome capacità attrattive ancorché strettamente

relazionati fra loro.

Molto particolari – e per certi versi para-dossali – sono poi le vicende che hanno ri-guardato i tentativi di coordinamento degli strumenti urbanistici comunali all'interno dell'area. Schematicamente, possiamo di-stinguere due fasi. In una prima fase, ante-cedente l'emanazione della legge 142/1990, la pianificazione è stata vista come terreno privilegiato di discussione sulla dimensio-ne metropolitana, indipendentemente dal tema della riorganizzazione degli enti lo-cali. I contributi sperimentali offerti dalla Toscana in questo campo sono assai signifi-cativi: dalle proposte pionieristiche di pia-ni intercomunali, tra Firenze e i comupia-ni ad ovest, avanzate su iniziativa dei sindaci fra gli anni '50 e '70 (e rimaste fatalmente sulla carta, in mancanza di un quadro normati-vo adeguato), allo Schema strutturale per l'area Firenze-Prato-Pistoia, elaborato negli anni '80 dalla Regione sotto la guida di Gio-vanni Astengo, con lo scopo di fornire una «soluzione d’insieme di quegli interventi chiave che abbiano efficacia caratterizzan-te sulla struttura insediativa, economica e sociale dell’area presa in esame»3. Giunto

all'approvazione nel 1990, lo Schema strut-turale è a tutt'oggi l'ultimo tentativo fatto dalla Regione per sostenere e indirizzare lo sviluppo di quest'area nevralgica della Toscana attraverso la prefigurazione di un assetto spaziale organizzato su direttrici e capisaldi riconoscibili, anche se l'assenza di una regia politica e amministrativa ne ha poi svuotato nel tempo la portata strate-gica, consentendo trasformazioni scoordi-nate, più o meno apparentemente coerenti con lo Schema, portate avanti dai singoli enti locali secondo le proprie priorità e possibilità.

L'introduzione nella legislazione italiana delle “città metropolitane” a opera della

legge 142, che in teoria avrebbe potuto apri-re nuove prospettive al percorso di coordi-namento intrapreso con lo Schema struttu-rale, e l'istituzione di lì a poco (1992) della provincia di Prato mediante lo scorporo di sette comuni da quella di Firenze inaugura-no una nuova fase delle vicende metropoli-tane nel segno della contraddizione. L'aspetto paradossale consiste nel fatto che, a dispetto delle opportunità offerte, quan-to meno su un piano culturale, dalla legge 142/90, nessun soggetto pubblico, a comin-ciare dalla Regione, sembra più interessa-to a pianificare la “metropoli fiorentina”, come invece si era tentato di fare, nel bene o nel male, nel decennio precedente. Con il nuovo corso della legislazione to-scana sul governo del territorio, inaugu-rato dalla Lr 5/1995 e proseguito con la Lr 1/2005, il riferimento diretto alla pianifi-cazione intercomunale (che era stato un elemento qualificante della precedente Lr 74/1984) scompare, sostituito da meccani-smi di cooperazione/concertazione inte-ristituzionale di tipo sia verticale sia oriz-zontale, che però saranno utilizzati più per risolvere questioni puntuali tra comuni confinanti che per costruire uno scenario d'area vasta4. Nell'impostazione delle due

leggi, peraltro, il tema stesso dello svilup-po urbano perde centralità, stemperandosi in una nozione totalizzante, ma per molti aspetti generica, di “territorio”.

L'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia si riaffaccia, negli strumenti della pianifica-zione territoriale, all'interno del primo Pia-no d'indirizzo territoriale regionale (2000) come uno dei quattro macro-ambiti in cui viene suddivisa la regione: un'articolazione che nella variante al Pit del 2007 lascia però a sua volta il campo all'immagine, più sfu-mata, di una Toscana “città policentrica”. Nel frattempo, ogni occasione di imposta-re, anche da un'angolazione parziale, una strategia metropolitana di un qualche re-spiro manca l'obiettivo o cade nel vuoto: dal Prusst del 1999 sulle aree ferroviarie, che poteva rappresentare l'occasione per fare della linea Firenze-Prato-Pistoia l'ele-mento ordinatore di funzioni e centrali-tà sovralocali5 e si è invece risolto in una

sommatoria di interventi minori; al Piano strategico dell'area metropolitana fiorenti-na, riguardante il capoluogo e dieci comu-ni di cintura, le cui vicende si sono esaurite

Francesco Alberti

Firenze metropoli: S, M o XL?

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URBANISTICA INFORMAZIONI

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nell'arco dei due mandati amministrativi del sindaco Leonardo Domenici (2000-2009); al tentativo, soffocato sul nascere, di dar vita a una struttura per il coordinamen-to delle politiche di mobilità (Pinco, 2008). L'idea di area metropolitana si trova così ad essere completamente scissa da qualsi-asi ipotesi di “disegno”, diventando soprat-tutto il terreno di un confronto-scontro tra modelli istituzionali alternativi, rinfocola-to con cadenza decennale dalle iniziative – non prive a loro volta di aspetti contrad-dittori – assunte sul tema a livello naziona-le: la legge di riforma del titolo V della Co-stituzione n. 3/2001, che introduce le città metropolitane nel testo costituzionale e la legge 42/2009, che dopo quasi vent'anni si limita ancora a stabilire “norme transito-rie” per la loro istituzione.

In un dibattito divenuto spilariliforme, il policentrismo dell'area Firenze-Prato-Pistoia ha dato adito alle formulazioni più diverse per estensione territoriale e forma giuridica dell'entità sovracomunale di ri-ferimento6, andando a coprire, già prima

che il governo Monti riaprisse i giochi, un ampio range tre le alternative possibili, ov-vero:

• l'area complessiva delle tre province, vista ora in termini di “città metropo-litana”, ora di provincia unica della Toscana centrale; è questa la dimen-sione territoriale a cui fa riferimento la Delibera del Consiglio Regionale n. 130 del 29 marzo 2000 “Delimitazione dell’Area Metropolitana di Firenze, Pra-to e PisPra-toia”, la Conferenza di area me-tropolitana istituita nel 2006, il Patto di sviluppo locale stipulato fra gli enti interessati nel 2007, una bozza di leg-ge regionale dell'aprile 2011, la com-missione speciale istituita dall'attuale presidente della provincia di Firenze, Andrea Barducci, intorno al progetto di “super-provincia” (2010-2012); • il territorio della sola provincia di

Fi-renze (dimensione prevista per la città metropolitana fiorentina dall'art. 23 della legge 42/2009);

• l'area “metropolitana” sub-provinciale corrispondente agli 11 comuni già ade-renti al Piano strategico, per la quale nel 2007 si attiva la Conferenza dei sindaci nella prospettiva di costituire un'Unione di comuni (fallito anche

questo tentativo, quattro di loro, affac-ciati sulla piana a ovest del capoluogo, proveranno a formare un'Unione per conto proprio).

L'inattesa conclusione anticipata del “go-verno dei tecnici”, con la mancata conver-sione in legge del decreto 188, non per-mette di capire se il meccanismo messo in moto dalla spending review rappresenti comunque l'inizio di una terza fase o l'en-nesima turbolenza di questo dibattito in-concludente. Nel giro di poche settimane, la soluzione che teneva insieme le tre pro-vince, presentata dal Presidente della Re-gione Enrico Rossi come “territorio d'area vasta” (con funzioni omologhe agli altri due territori regionali indicati per l'accor-pamento delle province: il sistema della costa e quello della Toscana meridionale) e recepita dal Governo come “città metropo-litana” in senso stretto, aveva già lasciato il campo, in un emendamento approvato in Commissione al Senato, alla formula “una città metropolitana (coincidente con l'at-tuale provincia di Firenze) + una provincia accorpata (Prato- Pistoia)”, raccogliendo di fatto il grido di dolore (“Mai con Firenze!”) che si era intanto levato da Prato.

Ma sia pure in versione ridotta, l'istituzione di quella città metropolitana per cui Detti e Savioli più di sessant'anni fa, e Astengo più di venti anni fa, avevano cercato di co-municare in qualche modo un'immagine d'insieme dovrà ancora fare i conti con un territorio che nel tempo ha visto crescere la propria conflittualità interna e diminuire la capacità di inquadrare i problemi entro una visione progettuale complessa - come dimostra, ultima in ordine di tempo su temi infrastrutturali di valenza metropo-litana, la polemica scoppiata intorno alla proposta di riposizionamento della pista dell'aeroporto Vespucci, caldeggiata fra gli altri dal Presidente della Regione. Un esem-pio emblematico di come una questione con elevato contenuto tecnico ed evidenti ricadute territoriali sia diventata il terreno di uno scontro tutto politico, portato avan-ti senza l'ausilio di elaboraavan-ti conosciavan-tivi di base che all'epoca della formazione del-lo Schema strutturale sarebbero apparsi, come è ovvio, necessari: una valutazione dei costi e degli impatti delle opere prope-deutiche e una prefigurazione di massima – quanto meno “esplorativa” - dell'assetto

territoriale a regime...

Riteniamo che sia anche sotto questo pro-filo – l'importanza che occorre restituire al disegno di piano, nelle forme adeguate, come medium di conoscenza e comunica-zione – oltre che sull'atteso ritorno della pianificazione intercomunale e sulla rica-libratura tra strumenti “strutturali” e “ope-rativi”, che si giocherà, nella dimensione ancora inedita della città metropolitana, l'efficacia della riforma della legge di go-verno del territorio il cui varo è atteso en-tro la fine della legislatura regionale.

1. Cfr. L. Caterino, L. Cecconi (a cura di), Area

vasta e prospettive di un ente metropolitano della toscana centrale. Quadro economico dell'area Firenze-Prato-Pistoia, Rete viluppo s.c., Prato,

2012 <http://www.retesviluppo.it> .

2. Cfr. G. Boatti, Per Firenze metropoli, «Quaderni del Circolo Rosselli», 1/2010, Alinea , Firenze. L'articolo estrapola e sviluppa con riferimento alla Toscana centrale i dati di una ricerca nazionale (G. Boatti, L'Italia dei

sistemi urbani, Mondadori Electa, 2008).

3. G. Astengo, Processo formativo di uno

schema strutturale per l’area Firenze-Prato-Pistoia, documento di lavoro, Firenze,

1985, in F. Indovina, La ragione del

piano. Giovanni Astengo e l’urbanistica italiana, FrancoAngeli, Milano, 1997

4. Per un approfondimento del tema si veda: G. De Luca, G. Gorelli, Forme di coordinamento

sovracomunale, in F. Alberti, L. Nespolo (a cura

di), Il progetto di città nelle politiche regionali, «Contesti. Città territori progetti», 1-2, 2011. 5. Il tema era stato oggetto di una ricerca

presentata nel 2000 dal Dipartimento di Urbanistica e pianificazione territoriale di Firenze, segnalata come best practice internazionale per l'asse C8 – Sustainable

urban infrastructer – della rete di cooperazione

scientifica europea COST. Cfr. F. Alberti, M. Massa, Ferrovie metropolitane e rinnovo urbano: il

caso della Toscana centrale, in R. Innocenti, M.

Massa (a cura di), Progetti d'infrastrutture e piani

territoriali in Toscana, Alinea, Firenze, 2001.

6. Per una documentazione puntuale, datata al febbraio 2010, si rimanda alla relazione predisposta da Bruno Dente Una ricognizione

dei contesti territoriali individuati come regioni urbane o aree urbane nelle nove città metropolitane per la Commissione di lavoro

ReCS (Rete delle città strategiche)-ANCI sulle città metropolitane <http://recs.it/it/ commissionerecsancicittametropolitane>. Si veda anche "La costruzione della città metropolitana Italia" di R. Florio e A. Esposto, pubblicato sul n. 242 di Urbanistica Informazioni.

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