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Un sonetto sulla guerra di Sarzana del 1487

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Academic year: 2021

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(1)

4 6 8 GIORNALE LIGUSTIGO

Nec me dat subito mala fraus ex divite nudum , Nec nisi quod cunctis utile quemque ciet.

Est ubi Mos sine labe viget, praeit integer unus; Nec lacrimae insontis livida corda beant.

Num tibi Libertas, Grex Gallice funditus exlex. Grex modo ve li! miseris comite Mancipiis ,

Quem premit arma tenens, pannosa, nefaria mutum Faex Procerum pejus faecibus ipsa tuis?

Precisamente quattordici versi come 1’ originale.

L ’ epigramma venendo per la prima volta pubblicato, lo riporto qui : Base di ogni opra b ella , il nascer bene:

Tosto i parenti ad emular si viene. — Cisalpine Spartine , Di sei mesi bambine,

Già il ben di tutti il picciol cuor v ’ infiamma: E con brevi manine

Rubate già da far invidia a mamma. Il Solari lo ridusse in latino così :

( Grandia molitur soboles de semine grandi Nempe refert grandes aemula facta patres.

Spartillae Italicae vix sex e mensibus ortae Jam nunc vestra ciet corcula laudis amor ;

Et manibus perquam teneris, perquam p u sillis, Jam bene surripitis, mater ut invideat.

Il Renier trovò queste traduzioni fra le carte dell’ Alfieri conservate nella Laurenziana.

***

U s s o n e t t o s u l l a g u er r a di Sa r z a n a d e l 1487. — Nel Giornale Storico della Leti. Ital. (IV, 168) il Frati pubblica il seguente sonetto di Benedetto Dei cronista contemporaneo, sulla guerra dei fiorentini contro i genovesi :

San Giorgio tu chredesti siçichare soreçanel Marçoccho

1

’ à soccorso e rotto t’ à e messo in bocca un morso che Soreçana si chonvien lasciare.

(2)

GIORNALE LIGUSTICO 469

E tuo’ prigion vedrai incharcierare, e proverai quant’ è superbo 1’ orso eh’ anchor ti seghue chon veloce chorso per far tuo stato sottosopra andare. Sempre ti fia nimicho il mondo tu tto,

se non ti gitti in grembo al tuo Milano la chrocie e ’ l dragho e tu sarà distrutto. Credi quel che ti dicie il chastellano

la pacie fa per te se vo’ far frutto chon dar Marçoccho Soreçana in mano.

Sonetto , al chapitano Dirai che vada e chieghagli la pacie , e fia salute della via veracie.

Il capitano cui allude il poeta è Gian Luigi del Fiesco fatto prigione dai fiorentini.

L ’ editore trasse questo sonetto dal cod. magliab. I I , I I , 333 dove ne sono altri due pure del Dei, seguiti da altre memorie autografe del- Γ impresa di Seriandlo ed espugnazione di Ser\ana fatta da’ Fiorentini.

U.

* *

In un articolo critico di Luigi Vasi inserito nell 'Archivio storico sici­ liano (N. S. a. IX, 125 e segg.) vi sono delle tavole di confronto fra il dialetto siculo di que’ luoghi dove si hanno memorie storiche di colonie lombarde, con le varie modalità del dialetto ligure.

***

Nei Documenti relativi a un episodio delle guerre tra le fazioni latina e catalana ai tempi di Re Ludovico D ’Aragona pubblicati ed illustrati da R. Starabba (Arch. stor. sicil. N. S. a. IX, 157 e segg.), oltre alla men­ zione de’ balestrieri genovesi, si veggono nel 1 3 4 ° restare mallevadori verso il comune di Palermo per il compratore della gabella « Iacobus de Princivallo et Nicolaus de Berlingerio, Iacobus de Aranzano et Ma- theus de Aranzano mercatores, cives dicte urbis », ma certamente liguri. Cosi fra coloro che danno in prestito al comune nel 1

34-9

> v * ® " ^a" cobus de Randaccio » e « Symonde Aranzano » ; e in altro istrumento dell’ anno stesso ricorre il nome di Simone Grillo.

*W*

Nella illustrazione di Un registro aragonese della Biblioteca Nazionale di Parigi (Arch. Stor. per le prov. Nap. a. I X ,

453

)> Domenico Giam­ pietro narra con nuovi documenti i fatti che si svolsero a Genova negli anni 1458-60 al tempo di Pietro Campofregoso.

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