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Il dono. Un'espressione di altruismo o di egoismo?

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Academic year: 2021

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MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 8(1) 2018

ISSN: 2240-9580 I-II

L’EDITORIALE – EDITORIAL

IL DONO: UN’ESPRESSIONE DI ALTRUISMO O DI EGOISMO? di Isabella Loiodice

Abbiamo voluto intitolare così – in forma provocatoria – questo Editoriale sul tema del dono per dar conto della possibile “doppia faccia” di questa pratica antica e diffusa tra popolazioni, epoche e contrade differenti (come già aveva rilevato l’antropologo Marcel Mauss nel suo saggio sul dono del 1923).

Da un lato, infatti, il dono, nella sua reciprocità del dare e del ricevere, è diretta testimonianza di apertura e di fiducia in una umanità che si riconosce fragile ma che ha scoperto − proprio nell’atto del donare − le forme e i modi, coerenti con le trasfor-mazioni e le opportunità del tempo presente, per preservare e cu-stodire la propria umanità. Dall’altro lato, però, la pratica del do-no può mascherare atteggiamenti falsamente pietistici da parte di chi cerca di compensare il possesso spropositato di beni con una “elargizione” che quasi sempre non è il frutto di una genuina vici-nanza tra chi dona e chi riceve, come quelle donazioni per popo-lazioni del sud del mondo che, al contempo e da quelle stesse persone, vengono intenzionalmente tenute in condizioni di sotto-sviluppo e di permanente conflitto bellico.

Tuttavia, prescindendo da tale possibile rischio, possiamo af-fermare che il dono rappresenta una forma di resistenza attiva ri-spetto a modelli di vita fortemente individualistici, che mortifica-no la natura umana ontologicamente relazionale, e dunque aperta e disponibile, in forma gratuita, all’alterità. Di fronte a realtà urla-te, la silenziosità che dovrebbe caratterizzare il dono merita un’attenta e intenzionale riflessione pedagogica, capace di sfuggire alle insidie di una interpretazione retorica e falsamente compas-sionevole, per rappresentare invece quell’umanità concreta e ben

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Il dono: un’espressione di altruismo o di egoismo? II radicata nel mondo che semplicemente non si rassegna alle logi-che di un consumismo effimero ed egoista.

La donazione degli organi, del sangue, del midollo spinale, le forme di volontariato, il sostegno a distanza, le banche del tempo, le molteplici espressioni della sharing economy (car sharing, house sharing, book sharing) possono essere analizzate da diffe-renti prospettive ma, tutte, con uno sguardo pedagogico che ap-pare, al contempo, carico di utopia ma ben radicato nella realtà storica del nostro tempo.

I contributi che compongono questo numero della Rivista in-dagano le molteplici forme attraverso cui può manifestarsi la pra-tica del dono: nella famiglia come nel mondo del lavoro e nelle attività degli insegnanti a scuola. Al contempo, ne approfondi-scono le categorie teoriche, facendone risaltare la valenza educati-va e pedagogica.

In questo momento storico che vede, purtroppo, una recru-descenza di forme di egoismo e di chiusura autocentrata di per-sone e di intere comunità di fronte a situazioni che vedono “un’altra parte di umanità” espropriata dei più elementari diritti umani, può essere importante riscoprire e diffondere teoria e pra-tica del dono, sottolineandone la pregnanza educativa e ponendo-la al centro di intenzionali interventi pedagogici. In famiglia, a scuola, sui luoghi di lavoro, negli spazi della partecipazione politi-ca, culturale, sociale, nelle sedi dove si discute di economia e di finanza, a livello locale e globale, riproporre il tema del dono po-trebbe essere un’utile occasione per tornare a parlare di solidarie-tà, di reciprocisolidarie-tà, di altruismo, di prossimità: a parlarne ma, so-prattutto, a farsene attivamente e concretamente protagonisti.

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