• Non ci sono risultati.

Gli strumenti a supporto delle decisioni di investimento

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Gli strumenti a supporto delle decisioni di investimento"

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

Rosario Bianco

Nicola Cucari

Economia,

gestione e strumenti delle imprese

Rosario Bianco

Nicola Cucari

Economia, gestione

e strumenti delle

imprese

Il manuale intende fornire principi, metodi e strumenti utili per la

creazione e gestione dell’impresa, proponendosi in particolare come

testo didattico per i corsi universitari di “Economia e gestione delle

imprese”. Strutturato in tre parti, il manuale affronta nella prima i

“fondamentali” della gestione di impresa evidenziando le teorie e

i temi legati all’aspetto strategico; nella seconda parte, utilizzando

lo schema concettuale della catena del valore, sono descritti i

contenuti di base delle diverse attività/funzioni generatrici del

valore; infine, la terza ed ultima parte è dedicata ad altri strumenti

di natura strategica, economica e finanziaria utili ed indispensabili

per una corretta gestione e/o creazione di impresa. Approfondimenti

particolari sono dedicati, in Appendice, alla gestione delle imprese

familiari e delle startup innovative, nonché al tema dell’innovazione

e del design management. Le tematiche sono affrontate inoltre

facendo ampio riferimento ai contributi nazionali ed internazionali più

rilevanti. Così facendo, il manuale, oltre ad essere ideato per i corsi

universitari, si pone come utile strumento di consultazione anche per

gli studiosi della materia, manager e professionisti impegnati con la

creazione e gestione delle imprese.

ISBN 978-88-6950-425-9

52,00 eur

(2)

Rosario Bianco

Nicola Cucari

Economia, Gestione

(3)

Indice III

Indice

Prefazione Salv ator e E sposito D e F alco ... XI Intr oduzione G io vanna Di Lor enz o, M assimiliano P olitano ... XIII I PA R T E FONDAMENTI D’IMPRESA C AP IT OL O 1

L’impresa e il suo significato

1. IL CONCET TO DI SISTEMA IMPRESA ... 3 1.1. L ’impr

esa: aspetti intr

oduttivi e de

finitori

...

3

1.2.

Le componenti del sistema impr

esa ... 8 2. CRITERI DI CL ASSIFICAZIONE DELL ’IMPRESA ... 10 2.1. L ’ev

oluzione storica dell

’impr esa ... 12 2.2. L’impr

esa secondo una chiav

e dimensionale

...

14

3.

DRIVER E CRITERI DECISIONALI DELL

’IMPRESA ... 15 3.1. I driv er decisionali dell ’impr esa ... 16 3.2..

I criteri decisionali dell

’impr esa ... 19 4. LE FUNZIONI DELL ’IMPRESA ... 23 Bibliogra fia ... 25 C AP IT OL O 2

Le teorie dell’economia d’impresa

2.1. U

na tassonomia intr

oduttiv

a ai principali

filoni di studio delle teorie d

’impr

esa

...

29

2.2.

Teorie basate sul v

alor e: F ilone shar eholder vie w ... 30 2.2.1. Teoria dei D iritti di P roprietà ... 31 2.2.2. Teoria manageriale ... 33 2.2.3. Teoria dell ’Agenzia ... 35 2.3. T

eorie basate sul v

alor

e: F

ilone stakeholder vie

w ... 40 2.3.1. S takeholder Th eor y ... 40 2.3.2. S ocioemotional W ealth Th eor y ... 44 2.3.3. S te war dship Th eor y nella nuo va visione di G hoshal ... 46 2.4.

Le teorie basate sulle r

elazioni ... 49 2.4.1. I l sistema cooperativ o di B arnar d ... 49 2.4.2. La razionalità limitata di S imon e M ar ch ... 50 Rogiosi editore collana: Manuali ISBN 978-88 6950 425-9 E ditori rl Copyright © 2020 R ogiosi editor e www .r ogiosi.it

tutti i diritti riser

vati Le fotocopie per uso personale del lettor e possono esser e e ffettuate nei limiti del 15% del pr esente volume dietr o pagamento alla SIAE del compenso pr evisto dall ’ar t. 68, commi 4 e 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie eff ettuate per finalità di caratter e pr ofessionale, economico o commer ciale o comun -que per uso div erso da quello personale possono esser e eff ettuate a seguito di speci fica autoriz -zazione rilasciata da CLEAR edi, Centr o Licenz e e Autorizzazioni per le Ripr oduzioni Editoriali, corso di Por ta Romana 108, 20122 M ilano e-mail autorizzazioni@clear edi.org e sito w eb www . clear edi.org

(4)

Indice Indice IV V 2.4.3. L ’azione organizzativ a di Th ompson ... 51 2.4.4. I gr uppi r elazionali di W illiamson e i “ clan ” di O uchi ... 52 2.4.5. L

’ecologia delle popolazioni organizzativ

e di H annan e F reeman ... 54 2.4.6. I l neoistituzionalismo di P ow ell e D i M aggio ... 55 2.4.7.

Teoria dei sistemi e appr

occio sistemico vitale

... 56 Bibliogra fia ... 61 C AP IT OL O 3

L’impresa, i protagonisti e l’ambiente

1.

I pr

otagonisti nella vita dell

’impr esa ... 63 1.1. L ’impr enditor e ... 63

1.1.1. La componente personale e ompor

tamentale dell ’impr enditor e ... 68 1.2. G li S takeholders ... 70 1.3. G li organi deliberanti ... 75 2. L’impr esa e l ’ambiente ... 78 2.1.

I modelli descrittivi dell

’ambiente competitiv o ... 81 3. Il complesso rappor to tra impr esa e settor e ... 88 3.1. M atrice di A bell ... 91 4. D inamicità settoriale ... 94 Bibliogra fia ... 96 C AP IT OL O 4

Il comportamento strategico dell’impresa

4.1.

Il compor

tamento dell

’impr

esa: tra strategie e decisioni

...

99

4.2.

A

ppr

occi alla formulazione delle strategie

... 103 4.3. La gestione strategica ... 108 4.4. La piani ficazione strategica ... 110 4.5. I liv

elli delle strategie dell

’impr esa ... 112 4.6. Il v

entaglio di opzioni strategiche

... 113 4.6.1. S trategie di S viluppo ... 114 4.6.2. S trategie di S tabilità ... 120 4.6.3. S trategia di contrazione ... 121 4.7.

Cenni sulle strategie di internazionalizzazione

... 123 Bibliogra fia ... 126 C AP IT OL O 5 Le strategie competitive 5.1. Alla ricer ca del v antaggio competitiv o ... 129 5.2. Le strategie competitiv e generiche ... 132 5.3. Strategie competitiv

e e ciclo di vita del settor

e ... 138 5.4. Strategie di turnar ound ... 140 Bibliogra fia ... 145 C AP IT OL O 6

L’impresa come rappresentazione della catena del valore

6.1. Il concetto di v alor e: considerazioni pr eliminari ... 147 6.2. La costr

uzione della catena del v

alor e por teriana ... 151 6.2.1. Le attività principali ... 154 6.2.2. Le attività secondarie ... 155 6.3. M argine e dinamiche di cr eazione del v alor

e: dalla catena alla costellazione

... 156 Bibliogra fia ... 160 II PA R T E AT TIVITÀ DELL ’IMPRESA C AP IT OL O 7 La logistica 7.1. D efi

nizione di logistica: aspetti intr

oduttivi

...

162

7.2.

Le attività logistiche e la lor

o rilev

anza strategica

...

163

7.3.

La gestione delle scor

te

...

168

7.3.1.

Tipologie e funzioni delle scor

te

...

170

7.3.2. La gestione delle scor

te ... 173 7.4. Le attività di magazzino ... 179 7.5. La logistica distributiv a ... 181 7.5.1. Le modalità di traspor to ... 183 7.6. La r ev erse logistics ... 187 7.7. V alutar e la logistica ... 190 Bibliogra fia e sitogra fia ... 194 C AP IT OL O 8 La produzione 8.1. Intr oduzione ... 196 8.2. L’ev

oluzione dei modelli pr

oduttivi: br

evi cenni

...

198

8.3.

Principali tipologie dei pr

ocessi pr oduttivi ... 207 8.4. La pr ogrammazione e pr

ogettazione del sistema pr

oduttiv

o ...

209

8.4.1. La pr

ogrammazione della pr

oduzione: alcuni aspetti pr

eliminari da considerar e 209 8.4.2. La pr ogettazione della pr oduzione ... 211 8.5. L’integrazione v er ticale: scelta di “M ake or B uy ” ... 217 8.5 La qualità totale ... 220 Bibliogra fia ... 224 C AP IT OL O 9 Il mark eting

(5)

Indice Indice VII VI 9.1. Intr oduzione: l ’impor

tanza della comunicazione di impr

esa

...

226

9.2.

B

revi cenni sull

’ev

oluzione storica del concetto

... 228 9.3. Le funzioni di M ar keting e il v antaggio competitiv o ... 231 9.4. Il mar keting analitico: I l compor tamento d ’acquisto ... 234 9.5. Il mar

keting strategico: La segmentazione

... 239 9.5.1. I l targeting e il posizionamento ... 242 9.6. Il mar keting operativ o: il modello delle 4 P ... 245 Bibliogra fia ... 256 C AP IT OL O 10 I ser vizi 10.1. I ntr oduzione ... 258 10.2. I l ser vizio e i bene fici in chiav e di v antaggio competitiv o ... 259

10.3. La gestione della customer satisfaction

...

261

10.4. S

oddisfazione e fedeltà del cliente

... 294 Bibliogra fia ... 266 C AP IT OL O 11 L’approvvigionamento 11.1. I ntr oduzione ... 267 11.2. Le attività di appr ovvigionamento ... 267 11.3. La pr ogrammazione dell ’appr ovvigionamento ... 270 11.4. L ’ev

oluzione della funzione di appr

ovvigionamento ... 274 Bibliogra fia ... 276 C AP IT OL O 12 Tecnologia e innovazione 12.1. I ntr oduzione ... 277 12.2. I nno

vazione tecnologica, ciclo della tecnologia e pr

oblemi strategici ... 281 12.3. Tipologie d ’inno vazioni ... 285 12.4. D alla Closed I nno vation alla O pen I nno vation ... 288 12.5. La pr ote zione dell ’inno vazione ... 291 12.5.1. La strategia di appr opriabilità ... 294 12.6. I

l trasferimento della tecnologia

... 297 12.6.1. I l licensing ... 297 12.6.2. La joint-v entur e ... 299 12.6.3. Lo spin-o ff ... 300 Bibliogra fia ... 303 C AP IT OL O 13

La gestione delle risorse umane

13.1. I ntr oduzione ... 306 13.2. La pr ogettazione della str uttura organizzativ a ... 307 13.3. S tili di dir ezione ... 320 13.4. I l Kno wledge M anagement ... 322 Bibliogra fia ... 325 C AP IT OL O 14 Le attività infrastrutturali 14.1. I ntr oduzione ... 327 14.2. Le scelte di str uttura organizzativ a ... 329 14.3. I meccanismi di coor dinamento ... 338 14.4. Le tipologie di decentramento ... 339 Bibliogra fia ... 342 C AP IT OL O 15

La dimensione finanziaria nell’economia d’impresa

15.1. I ntr oduzione ... 343 15.2. La finanza d ’impr

esa come ambito di studio

...

344

15.3. Cenni sulla funzione

finanziaria nell ’economia d ’impr esa ... 344 15.4. La finanza d ’impr esa come go

verno del capitale

...

349

15.5. Cenni sui concetti di equilibrio

finanziario statico e dinamico

... 351 15.6. D ecisioni di inv estimento/ finanziamento, v alor e contabile e v alor e economico . U n quadr o d ’insieme ... 353 Bibliogra fia ... 361 III P AR TE GLI STRUMENTI DELL ’IM PRESA C AP IT OL O 16 Misurare la per formance dell’impresa 16.1. I ntr oduzione ... 366 16.2. L

’analisi della per

formance: il bilancio di eser

cizio ... 368 16.2.1. I ndici di r edditività ... 374 16.2.2. I ndici di per formance finanziaria ... 376 16.3. I l M argine O perativ o Lor do e il cash-flo

w quali indicatori della per

formance ... 379 16.4. La balanced scor ecar d ... 385 Bibliogra fia ... 390 C AP IT OL O 17

(6)

Indice IX e aziendale dinamica 1. Intr oduzione ... 391 2. I limiti dell

’analisi per indici e l

’impor tanza dell ’analisi finanziaria dinamica ... 391 3. Le tipologie di flusso nel R endiconto F inanziario ... 396 4. Il R endiconto F inanziario come str umento di piani ficazione e pr ogrammazione finanziaria ... 402 5. Il R endiconto F inanziario come str

umento di monitoraggio dell

’insolv enza ... 403 Bibliogra fia ... 405 C AP IT OL O 18

Gli strumenti a supporto delle scelte strategiche

18.1. I ntr oduzione ... 406 18.2. Analisi SW O T ... 406 18.3. Analisi P EST ... 408 18.4. M atrice BCG ... 410 18.5. M atrice GE-M cKinsey ... 414 18.6. M atrice di Anso ff ... 416 18.7. B usiness plan ... 417

18.7.1. Le caratteristiche di un business plan e

ffi

cace

...

420

18.7.2. La str

uttura del business plan

... 422 18.8. B usiness M odel Canv as ... 427 18.8.1. Lean B usiness M odel Canv as ... 432 Bibliogra fia ... 435 C AP IT OL O 19

Gli strumenti a supporto delle scelte di investimento

19.1. Considerazioni intr oduttiv e agli inv estimenti aziendali ... 436 19.2. G li inv estimenti: de finizione e classi ficazione ... 438

19.3. I concetti di attualizzazione e capitalizzazione

... 442 19.3.1. A ttualizzazione ... 443 19.3.2. Capitalizzazione ... 445

19.4. La determinazione dei tassi equiv

alenti ... 451 Bibliogra fia ... 454 C AP IT OL O 20

Valutazione economico-finanziaria degli investimenti

20.1. I metodi di v

alutazione degli inv

estimenti: una piccola pr

emessa ... 455 20.1.1. I l capital budgeting ... 457 20.2. P

rincipali metodi di matrice aritmetica per l

’analisi degli inv

estimenti ... 461 20.2.1. P ay B ack P eriod o tempo di r ecuper o ... 461 20.2.2. Tasso di r endimento contabile ... 467 20.3. P

rincipali metodi di matrice

finanziaria per l

’analisi degli inv

estimenti ... 470 20.3.1. Valor e attuale netto ( VAN) ... 470 20.3.2. Tasso interno di r endimento ( TIR) ... 477 20.3.3. I ndice di r endimento attualizzato ... 480 20.4. L

’analisi degli inv

estimenti in condizioni di incer

te zza ... 483 Bibliogra fia ... 486 A PP ENDI C E 1

Strumenti di governo dell’impresa familiare: il patto di famiglia

1. LE IMPRESE F AMILIARI IN IT ALIA ... 487 1.1. Intr oduzione ... 487 1.2. Caratteristiche ... 489 1.3. Il passaggio generazionale ... 491 2.

LE DETERMINANTI GIURIDICHE POSTE ALL

A BASE DEL P AT TO DI F AMIGLIA: IL DIVIET O DEI P AT TI SUCCESSORI ... 494 2.1. Aspetti generali ... 494 2.2. T ipologie e signi

ficato dei patti successori

...

497

2.3.

D

er

oghe al divieto dei patti successori: il patto di famiglia

... 498 3. IL P AT TO DI F AMIGLIA ... 499 3.1. N

ozioni ed inquadramento giuridico

... 499 3.2. F orma e P ar tecipazione: ar tt. 768-ter e 768-quater c.c. ... 500 3.3. V

izi del consenso e Rappor

ti con i ter zi: ar tt. 768-quinquies e 768-sexies c.c. ... 503 3.4. Scioglimento, r ecesso e contr ov ersie: ar tt. 768-septies e 768-octies c.c. ... 504 3.5. Il P atto di F amiglia come str

umento del passaggio generazionale

...

506

3.6.

Il P

atto di F

amiglia e le tipologie societarie

... 508 Bibliogra fia ... 510 A PP ENDI C E 2

La Gestione di una Startup Innovativa

1. Intr oduzione ... 511 2. G li elementi cor e di una star tup ... 517 3. I r uoli chiav e ... 520 4. Fundraising: cos ’è e come funziona ... 522 5. Le fasi di finanziamento ... 525 6. Il cr ow dfunding ... 528 7. Case S

tudies: come metter

e in pratica concetti chiav

e ... 528 Bibliogra fia ... 533 A PP ENDI C E 3

L’università che si innova: il caso Università T

elematica P

egaso

VIII

(7)

Pr ef azione Indice X XI 1. Intr oduzione ... 534 2. La star tup P

egaso: come cambia l

’U niv ersità? ... 537 2.1. Lean M odel Canv as dell ’U niv ersità Telematica P egaso ... 538 2.2. Inter vista al P residente I er volino ... 544 Bibliogra fia ... 547 A PP ENDI C E 4

Creatività, innovazione e design: le risorse strategiche dell’impresa del futuro

1. Intr oduzione ... 548 2. C reatività ed inno

vazione alla base dello spirito impr

enditoriale

...

548

3.

D

esign come fattor

e abilitante di una nuo

va cultura di impr esa ... 553 4. U

na sintesi: dal design al manifesto dell

’inno vazione ... 555 Bibliogra fia ... 560 G li autori del v olume ... 563 Ringraziamenti ... 568

PREF

AZIONE

Gl

i st

ud

i e

le

te

ori

e s

ull’

im

pre

sa n

el t

em

po

so

no

sta

te t

rat

tat

e a

ttra

ve

rso

diff

e-re

nti

pr

osp

ett

ive

e m

od

elli

co

nc

ett

ua

li, n

on

se

m

pre

fa

cilm

en

te c

las

sifi

cab

ili.

In

let

-ter

atu

ra è

da

to r

eg

istr

are

un

ele

vat

o n

um

ero

di

co

ntr

ibu

ti s

ul t

em

a c

he

, a

se

co

nd

a

de

lle

esig

en

ze d

i ri

cer

ca,

si

isp

ira

no

a d

iff

ere

nti

ch

iav

i d

i le

ttu

ra q

ua

li, t

ra l

e ta

nte

,

quelle

della

micr

o-economia,

delle

dottrine

manageriali,

delle

scienz

e

dell

’ammi

-nistrazione, dell

’organizzazione aziendale e dello studio dei sistemi sociali.

Sempr

e

più

la

letteratura

sembra

sostener

e

l’idea

di

un

impr

esa

più

distante

dal

costr

utto

ipotizzato

dagli

studi

classici

(che

intese

l’impr

esa

come

una

non

entità

, piuttosto

che

come

una

funzione

di

pr

oduzione

cui

è

affi

dato

l’obiettiv

o

della

massimizzazione

dei

fattori

pr

oduttivi);

essa

appar

e

come

un

sistema

che

genera

e

pr

oduce

risorse,

ma

anche

relazioni

(sia

competitiv

e,

sia

collaborativ

e)

con altr

e organizzazioni ed istituzioni.

G

nell

’O

ttocento

M

ar

x

av

ev

a

anticipato

la

tesi

secondo

cui

l’impr

esa

va

intesa

come

un

cooper

ativ

e

system,

basata

su

armonie

interpersonali

ed

inter

fun

-zionali

in

grado

di

trav

alicar

e i

suoi

stessi

con

fini,

per

mescolarsi

e fondersi

con

il

contesto

cir

costante.

In

quest

’ottica

l’idea

intr

odotta,

molto

tempo

dopo,

da

M.

Por

ter

, con

il

concetto

di

catena

del

valor

e,

rende

visibile

il

senso

stesso

dell

’im

-pr

esa,

la

cui

attività

sembra

delineata

da

una

sequenza

fisica

e

concettuale

di

ev

enti

e

soluzioni

tra

lor

o

str

ettamente

inter

connesse.

Il

contributo

della

Catena

del

Valor

e

di

Por

ter

, infatti,

negli

anni

80,

appar

ve

da

subito

dir

ompente,

grazie

all

’intr

oduzione

di

due

concetti

anacr

onistici:

da

un

lato

il

valor

e,

inteso

quale

risultato

dell

’attività

pr

odotta

dalle

singole

ar

ee

dell

’impr

esa

e

non

dall

’impr

esa

nel

suo

insieme;

dall

’altr

o

l’organizzazione

delle

attività,

basata

sull

’interr

elazione

biuniv

oca inter

corr

ente tra esse.

Il

contributo

di

Por

ter

fu

poi

magni

ficato

da

quello

di

Richar

d

N

orman

e

Rafael

Ramir

ez

che,

nel

tentativ

o

di

reinterpr

etar

e la

catena

del

valor

e in

un

’orga

-nizzazione

estr

emamente

flessibile

e sempr

e inter

connessa,

intr

odusser

o,

già

nella

prima

metà

degli

anni

’90,

il

concetto

di

value

costellation

. Le

catene

del

valor

e

delle

singole

impr

ese,

secondo

gli

autori,

andav

ano

a ricomporr

e una

costellazio

-ne

del

valor

e

frutto

dell

’integrazione

tra

più

catene

del

valor

e.

In

quest

’ottica,

i

contributo

anticipò

di

fatto

l’idea

della

competizione

allargata

basata

sull

’inte

-grazione tra le

filier

e.

Il

pr

esente

manuale,

traendo

spunto

da

tali

rifl

essioni,

illustra

le

componenti

dell

’impr

esa

che

concorr

ono

alla

determinazione

del

valor

e

nelle

sue

poliedriche

(8)

437 436 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o

Figura XX: Le due fasi di un inv

estimento: fase di impianto e fase di eser

cizio

Fonte: E laborazione personale

Lo

schema

appena

esposto

è

applicabile

a

qualsiasi

tipologia

di

inv

estimento

.

Si

pensi

ad

un

pr

ogetto

di

natura

industriale,

quale

l’acquisto

di

un

macchinario

per

pr

odurr

e

pelati

in

barattolo

. Al

tempo

0,

l’impr

esa

contabilizz

erà

un

’uscita

mo

-netaria

per

entrar

e

in

possesso

del

bene;

dopodiché

l’intr

oduzione

del

nuo

vo

asset

nell

’azienda

permetterà

di

ottener

e dei

flussi

di

cassa

positivi

durante

tutto

il

periodo

di

utilizz

o

del

macchinario

. Altr

o

esempio

è

l’acquisto

da

par

te

di

un

inv

estitor

e

di

un

titolo

obbligazionario

. Inizialmente

si

tratta

unicamente

di

un

’uscita

monetaria

pari

al

pr

ezz

o

pagato

per

div

entar

e

pr

oprietario

dell

’obbligazione.

Il

possesso

dello

stesso,

per

ò,

assicura

anche

il

diritto

di

incassar

e fi

no

alla

scadenza

del

titolo

le

cedole

periodiche che maturano sullo stesso

.

La

scelta

degli

inv

estimenti

più

idonei

a sostener

e la

cr

eazione

di

valor

e aziendale

richiede

una

logica

e

razionale

analisi

dei

pr

ogetti

potenzialmente

attuabili.

Tale

valutazione

rappr

esenta

un

momento

cr

uciale

sia

nella

fase

di

avvio

dell

’impr

esa

sia

nella

fase

di

continuità

aziendale.

N

el

primo

caso

si

tratta

di

tutte

quelle

scelte

ine

-renti

alla

nascita

dell

’impr

esa,

mentr

e nel

secondo

caso

si

fa

riferimento

alle

decisioni

strategiche

per

mantener

e

la

quota

di

mer

cato,

per

div

ersi

ficar

e

il

pr

oprio

business,

per

tro

var

e

nuo

vi

mer

cati

di

sbocco

o

per

lanciar

e

nuo

vi

pr

odotti

e

ser

vizi.

Si

pensi,

a

tal

pr

oposito,

alla

valutazione

di

un

’ingente

campagna

pubblicitaria

finalizzata

ad

aff

ermar

e

il

pr

oprio

brand

sul

mer

cato

per

incr

ementar

e

la

quota

di

mer

cato

. Il

ma

-nager

do

vrà

considerar

e attentamente

i costi

complessivi

e paragonarli

ai

bene

fici

di

-retti

e indir

etti

che

l’attuazione

di

tale

pr

ogetto

potr

ebbe

compor

tar

e.

D

ato

un

cer

to

obiettiv

o

da

raggiunger

e,

quindi,

l’analisi

degli

inv

estimenti

aiuta

a

determinar

e

se

un cer

to pr

ogetto è conv

eniente e coer

ente con le aspettativ

e.

O

ltr

e

alla

valutazione

degli

inv

estimenti

pr

ettamente

industriali,

il

manager

di

un

’azienda

dev

e

pr

ender

e

decisioni

anche

non

meramente

corr

elate

all

’attività

spe

-C

AP IT OL O

19

GLI STRUMENTI A SUPPOR

TO DELLE SCEL

TE DI INVESTIMENTO

A cur

a di G

io

vanna Di Lor

enz

o e M

assimiliano P

olitano

19.1. C

onsider

azioni intr

oduttiv

e agli inv

estimenti aziendali

Q

ualsiasi

attività

d’impr

esa

necessita

di

inv

estimenti

di

varia

tipologia

(impianti,

macchinari,

risorse

umane,

rete

distributiv

a,

ecc.)

per

poter

esser

e

sv

olta.

Poiché

l’obiettiv

o

primario

di

ogni

impr

esa

è

la

cr

eazione

di

valor

e

e

la

massimizzazione

di

quest

’ultimo

dipende

dal

di

ffer

enziale

tra

il

rendimento

dei

suoi

inv

estimenti

e

il

costo

del

capitale

necessario

a

sostener

e

gli

stessi,

le

politiche

di

gestione

degli

in

-vestimenti

e

dei

finanziamenti

sono

due

elementi

chiav

e

e

impr

escindibili

nella

vita

aziendale.

Le

politiche

di

inv

estimento

e

di

finanziamento

sono

str

ettamente

corr

e-late

in

quanto

il

rendimento

minimo

accettabile

da

un

’iniziativ

a

è

funzione

sia

della

rischiosità

del

pr

ogetto

da

valutar

e

sia

del

costo

della

str

uttura

finanziaria.

D

unque,

le scelte di inv

estimento non possono pr

escinder

e da quelle di

finanziamento

.

La

costituzione

di

un

’impr

esa

può

esser

e

considerata

essa

stessa

un

inv

estimen

-to

. G

eneralmente

pr

ev

ede

una

prima

fase,

detta

fase

di

impianto,

caratterizzata

da

uscite

che

ser

vono

a

pr

eparar

e il

complesso

aziendale

per

la

pr

oduzione

e lo

scambio

di

beni

e

ser

vizi.

Si

tratta

di

tutte

quelle

spese

sostenute

per

acquistar

e

il

fabbricato

in

cui

sarà

sv

olta

l’attività

pr

oduttiv

a,

per

comprar

e

le

materie

prime,

per

ricer

car

e

e

assumer

e

il

personale

operativ

o

e

amministrativ

o.

Essendo

una

fase

pr

opedeutica,

in

questo

stadio,

l’attività

pr

oduttiv

a

ancora

non

è

in

esser

e;

dunque,

vi

sono

spesso

solo

uscite

monetarie.

Segue

poi

una

fase

di

eser

cizio,

caratterizzata

da

entrate

che,

almeno

nei

primi

anni

non

riusciranno

a

coprir

e

interamente

gli

esborsi

sostenuti,

ma

che

sul

lungo

periodo

do

vr

ebber

o

condurr

e l’impr

enditor

e non

solo

a recuperar

e

quanto

speso,

ma

ad

ottener

e

anche

un

vantaggio

economico

. U

na

volta

superata

la

fase

di

impianto,

infatti,

l’obiettiv

o

dell

’impr

enditor

e

dev

e

esser

e

quello

di

metter

e

in

atto

delle

attività

capaci

di

generar

e

ricavi

superiori

ai

costi.

La

figura

che

segue

(F

igura

XX)

mostra

le

due

fasi

appena

descritte:

la

fase

di

impianto

(in

rosso)

e

la

fase di eser

cizio (in v

er

de).

(9)

439 438 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o

Tabella XX: Classi

ficazione degli inv

estimenti in base all

’oggetto

D efi nizione D escrizione Inv estimento r eale Inv

estimento che viene e

ffettuato all ’interno del pr ocesso pr oduttiv o di un ’azienda e che si distingue, a sua v olta, in inv estimento in capitale

fisso (acquisto di macchinari, attr

ezzatur

e

pr

oduttiv

e, terr

eni e fabbricati) e inv

estimento in

scor

te (acquisto di materie prime, semilav

orati e/o

pr

odotti

finiti).

Inv

estimenti in capitale umano

Inv

estimenti che hanno lo scopo di migliorar

e le conoscenz e, le competenz e e le capacità dei dipendenti di un ’azienda. Riguar dano tutte le

spese sostenute per la formazione del personale.

Inv

estimenti

finanziari

Inv

estimenti che hanno ad oggetto str

umenti

finanziari, come ad esempio le azioni, le

obbligazioni e i titoli di S

tato

. S

i tratta di

inv

estimenti che possono av

er

e una durata più

o meno ampia. Q uando sono di br ev e periodo, generalmente l ’inv estitor e mira a guadagnar e mediante l ’ottenimento di un capital gain , ossia di un di ffer enziale tra il pr ezz o di v endita e quello di acquisto . Q uando inv

ece sono di lungo periodo,

l’obiettiv o è quello di per cepir e fino a scadenza i fl

ussi di cassa dell

’inv

estimento stesso (es.

dividendi o inter essi). Inv estimenti r esidenziali o immobiliari Inv estimenti finalizzati all ’acquisto o alla costr uzione di un immobile. Fonte: E laborazione personale su de finizioni di “L ’E nciclopedia ” de La R epubblica

U

n’altra

classi

ficazione

iner

ente

ad

inv

estimenti

tipicamente

aziendale

è

quella

basata sulla natura dell

’inv

estimento (

Tabella XX).

ci

fica

d’impr

esa.

Infatti,

sono

scelte

di

inv

estimento

anche

l’acquisto

di

immobili

da

affi

ttar

e

o

la

comprav

endita

di

str

umenti

finanziari,

entrambi

non

attinenti

al

cor

e

business

dell

’impr

esa,

ma

destinati

comunque

a

impattar

e

la

redditività

della

stessa.

Proprio

per

la

lor

o

contribuzione

alla

per

formance

aziendale,

si

tratta

di

decisio

-ni

di

inv

estimento

da

non

sotto

valutar

e,

nonostante

non

attengano

dir

ettamente

all

’operativ

a

aziendale.

Si

pensi

alla

scelta

di

acquistar

e

un

signi

ficativ

o

numer

o

di

titoli

Stato

allo

scopo

di

impiegar

e

in

modo

redditizio

la

liquidità

aziendale

e

alle

implicazioni

negativ

e

che

si

gener

er

ebber

o

in

termini

reddituali

e

patrimoniali

se

si

veri

ficasse un cr

ollo impr

ovviso dei pr

ezzi degli stessi.

Q

uesto

capitolo

vuole

fornir

e

una

de

finizione

di

inv

estimento

ed

illustrar

e

le

div

erse

classi

ficazioni

attrav

erso

cui

possono

esser

e individuati.

Inoltr

e,

viene

fornita

una

br

ev

e spiegazione

di

attualizzazione

e capitalizzazione

quali

operazioni

finanzia

-rie

utili

alla

valutazione

e

analisi

degli

inv

estimenti,

argomento

che

sarà

trattato

nel

pr

ossimo capitolo

.

19.2. G

li inv

estimenti: de

finizione e classi

ficazione

U

n

inv

estimento

può

esser

e de

finito

come

un

iniziale

esborso

di

cassa

che

genera

successiv

amente

delle

entrate

monetarie.

U

n

esempio

numerico

può

aiutar

e

a

com

-pr

ender

e

meglio

la

suddetta

de

finizione:

un

inv

estitor

e

acquista

una

par

tecipazione

azionaria

per

un

valor

e

di

€100.000

e

per

cinque

anni,

con

cadenza

annuale,

ricev

e

un

dividendo

pari

a

€1.000.

D

unque,

i €

5.000

guadagnati

dall

’inv

estitor

e,

che

han

-no

incr

ementato

la

sua

ricche

zza

finanziaria,

rappr

esentano

il

rendimento

deriv

ante

dall

’impiego del suo risparmio

.

L’inv

estimento

si

dice

esplicito

quando

a seguito

di

un

esborso

di

cassa

si

manife

-stano chiaramente una serie di entrate monetarie. S

i dice inv

ece

implicito

quando le

uscite

e le

entrate

monetarie

non

sono

così

dir

ettamente

associabili.

U

n

tipico

esem

-pio

di

inv

estimento

esplicito

è

la

costituzione

di

un

’azienda:

durante

la

fase

di

avvio

l’impr

enditor

e

dev

e

acquistar

e

il

fabbricato

do

ve

sv

olger

e

l’attività

di

pr

oduzione,

comprar

e

i macchinari

che

ser

viranno

per

la

realizzazione

dei

beni

di

consumo,

ri-fornirsi

delle

materie

prime,

assumer

e

il

personale

operativ

o

e

amministrativ

o;

nella

fase

di

eser

cizio,

inv

ece,

i pr

odotti

saranno

messi

sul

mer

cato

e v

enduti

alla

clientela,

ottenendo così un ritorno economico

.

G

li

inv

estimenti

sono

classi

ficabili

secondo

div

ersi

criteri.

U

n

primo

elemento

discriminante è l

’oggetto dell

’inv

estimento (

Tabella XX).

(10)

441 440 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o

U

n’ulterior

e

classi

ficazione

è

quella

basata

sul

grado

di

dipendenza

tra

due

inv

e-stimenti

(T

abella

7.4).

Infatti,

l’impr

esa

potr

ebbe

tro

varsi

nella

situazione

non

solo

di

do

ver

valutar

e

la

fattibilità

tecnica,

economica

e

finanziaria

di

un

singolo

inv

esti

-mento,

ma

di

do

ver

sele

zionar

e

un

inv

estimento

tra

un

no

ver

o

di

più

pr

oposte.

Per

compr

ender

e meglio

questa

classi

ficazione,

si

considerino

solo

due

inv

estimenti,

che

chiamer

emo rispettiv

amente A e B.

Tabella 7.4: Classi

ficazione degli inv

estimenti in base alla lor

o dipendenza

D efi nizione D escrizione Esempio Inv estimenti indipendenti I due inv

estimenti A e B non sono

corr

elati tra lor

o. D

unque, la decisione di

attuar

e il pr

ogetto A non avrà alcun tipo

di riper

cussioni sulle decisioni

finanziarie in merito all ’inv estimento B, e vicev ersa. U n impr enditor e decide di avviar e due div

erse attività: una pizz

eria e una pasticceria. Inv estimenti alternativi La scelta di attuar e il pr ogetto A r ende super fluo l’inv estimento in B.

Si tratta del tipico caso in cui

l’impr enditor e dev e decider e se avviar e un ’impr esa per pr odurr e scarpe oppur e mobili d ’arr edamento . E videntemente

se opta per costituir

e un ’impr esa che pr oduce calzatur e, il secondo tipo di inv estimento div enta irrilev ante. Inv estimenti concorr enti La scelta di attuar e il pr ogetto A r ende impossibile inv estir e nel pr ogetto B,

in quanto la competizione tra le due

tipologie di inv

estimento a

ffonda le

sue radici nella limitate

zza delle risorse

finanziarie. Q uindi, la disponibilità di cer to ammontar e costringe l ’impr enditor e a sceglier

e uno solo dei pr

ogetti sele zionati. U n impr enditor e ha un capitale di 500.000 eur o e sceglie di aprir e un impianto per pr odurr e calzatur e spor tiv e

che assorbono interamente le sue risorse

finanziarie. L

’avvio della pr

oduzione di

borsoni da palestra (pr

ogetto B) non è

realizzabile in quanto tutto il suo capitale

verrà impiegato per il pr

ogetto A. Inv estimenti vincolati L’inv estimento nel pr ogetto B è vincolato alla r ealizzazione del pr ogetto A, e vicev

ersa. Ciò signi

fica che l ’impr enditor e do vrà tr ov ar e le risorse finanziarie per attuar e entrambe le pr oposte. D unque, la r

ealizzazione di uno solo dei due

inv estimenti è insu ffi ciente. U n impr enditor e acquista un

macchinario per lav

orar

e delle borse in

pelle, ma non acquista le materie prime

per realizzarle. Inevitabilmente, acquistar e il macchinario non av endo a disposizione il pellame da lav orar e rappr esenta una spesa inutile. Inv estimenti sequenziali L’inv estimento A e l ’inv estimento B

non solo sono vincolati, ma è necessario

e impr escindibile che v engano fatti rispettando un or dine temporale speci fico . Si pensi all ’err onea decisione di un impr enditor

e che prima assume un

esper

to informativ

o e solo dopo sei mesi

acquista il computer per lo sv

olgimento

delle mansioni del suddetto dipendente.

L’idonea sequenzialità degli inv

estimenti do vr ebbe pr ev eder e prima l ’acquisto del

computer e subito dopo l

’assunzione dell ’esper to informativ o. Fonte: Elaborazione personale su de finizioni di D allocchio & Salvi (2015) “F inanza Aziendale 1”

Tabella XX. Classi

ficazione in base alla natura dell

’inv

estimento

D efi nizione D escrizione Esempi M ateriali Beni tangibili

Immobili, impianti, attr

ezzatur e, mobili d ’arr edo, par tecipazioni Immateriali Beni intangibili M ar chi, br ev etti, kno w-ho w, pubblicità, formazione Fonte: E laborazione personale su de finizioni dell ’E nciclopedia “ Treccani ”

G

li

inv

estimenti

possono

esser

e

distinti

anche

in

base

allo

scopo

dell

’inter

vento

(T

abella 7.3).

Tabella 7.3: Classi

ficazione in base alla

finalità dell

’inter

vento

D efi nizione D escrizione Esempio Primo impianto

Si tratta di tutte le spese sostenute per la

costituzione di una nuo

va azienda. - A cquisto di impianti e macchinari finalizzati alla pr oduzione;

- Costi legali per la costituzione

della società.

Sostituzione

immobilizzazioni

Concerne tutte le spese sostenute in fase

di continuità aziendale. S

ono costi che

dev ono esser e necessariamente sostenuti a causa dell ’obsolescenza fisica e commer ciale

a cui è inevitabilmente sottoposta la

str

umentazione che viene utilizzata

all

’interno dell

’azienda per più eser

cizi consecutivi al fine di pr odurr e e scambiar e beni e ser vizi. - S ostituzione di un macchinario ormai fisicamente obsoleto: - S ostituzione di un computer tecnologicamente obsoleto; - S ostituzione di un br ev etto

ormai scaduto con uno nuo

vo . Ampliamento della capacità pr oduttiv a Riguar da le spese finalizzate ad aumentar e la capacità pr oduttiv a dell ’azienda. - A cquisto di un macchinario che standar dizza la pr oduzione

e che permettono di ottener

e maggiori v olumi in minor tempo; - A cquisto di str umentazioni aggiuntiv

e a quelle già in esser

e.

Ammodernamento

tecnologico

Si riferisce ai costi per r

ender e l ’azienda più tecnologica e inno vativ a. - I ntr

oduzione delle casse

automatiche nei supermer

cati;

- C

reazione dell

’online banking

sul sito di una banca;

- I ntr oduzione in un ristorante di tablet per le or dinazioni ai tav oli. Fonte: E laborazione personale su de finizioni dell ’E nciclopedia “ Treccani ”

(11)

443 442 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o

l’incer

te

zza

del

futur

o,

legata

alla

possibile

insolv

enza

del

debitor

e.

Specularmente,

un

pr

enditor

e di

fondi

sarà

disposto

a pagar

e un

tasso

di

inter

esse

che

incorpora

tutte

queste

componenti

per

ottener

e un

finanziamento

. In

base

a quanto

detto,

il

tasso

di

remunerazione richiesto dall

’inv

estitor

e sarà pari a:

i =

rf

+

+

risk premium

D

ov

e:

i

è il tasso di r

emunerazione del dator

e di fondi;

rf

è il

tasso

d’inter

esse

priv

o

di

rischio,

che

remunera

l’inv

estitor

e semplicemente

per

av

er

posticipato

le

sue

spese.

V

iene

calcolato

su

un

inv

estimento

garantito

e,

dunque,

con

un

rischio

pr

ossimo

allo

zer

o.

N

ella

prassi,

è

comune

pr

ender

e

come riferimento il tasso di inter

esse pagato dai titoli di S

tato;

è il tasso di in

flazione;

risk

premium

è

il

tasso

di

remunerazione

aggiuntiv

o

che

dev

e

esser

e

pagato

all

’inv

estitor

e per l

’incer

te

zza che l

’inv

estitor

e è disposto ad assumersi.

Tale

tasso

di

remunerazione

esprime,

dunque,

il

costo-oppor

tunità

del

capitale

disponibile:

l’inv

estitor

e

sceglierà

do

ve

allocar

e

i suoi

fondi

in

base

alle

oppor

tunità

di

inv

estimento

alternativ

e.

Per

tale

motiv

o,

il

tasso

di

remunerazione

atteso

dev

e es

-ser

e sempr

e confr

ontato

con

il

tasso

d’inter

esse

generato

da

un

’operazione

caratteriz

-zata

da

flussi

di

cassa

attesi

di

entità

simili,

distribuiti

nel

tempo

in

modo

medesimo

e con rischiosità analoga a quella dell

’inv

estimento da v

alutar

e.

19.3.1. A

ttualizzazione

È

stato

detto

che

il

tempo

ha

un

valor

e

finanziario;

dunque,

a

parità

di

ammon

-tar

e,

il

capitale

detenuto

oggi

ha

un

valor

e div

erso

da

quello

che

si

possiederà

doma

-ni.

In

altr

e

par

ole,

se

oggi

ho

un

deposito

monetario

di

20.000

eur

o,

tra

un

anno

il

suo

valor

e

eff

ettiv

o

sarà

inferior

e,

in

quanto

banalmente

l’individuo

è

soggetto

ad

una

per

dita

del

poter

e

d’acquisto

determinata

dal

semplice

scorr

er

e

del

tempo

. Allo

stesso

modo,

si

pensi

ad

un

’impr

esa

che

inv

este

in

un

nuo

vo

macchinario

che

si

pr

esume

gener

erà

un

ritorno

monetario

di

60.000

eur

o.

È

intuibile

che

il

valor

e

del

flusso

di

cassa

atteso

sarà

div

erso

se

il

ritorno

monetario

è pr

evisto

dopo

cinque

anni

oppur

e

dopo

dieci.

In

base

a

quanto

detto

in

pr

ecedenza,

l’operator

e

economico

è

impaziente,

pr

eferisce

spender

e

prima

piuttosto

che

in

un

’epoca

successiv

a,

ed

è

av

-verso

al

rischio

. D

unque,

anche

se

la

valutazione

pr

ev

edesse

un

medesimo

impor

to

atteso, il

flusso di cassa assumerà un v

alor

e maggior

e se r

ealizzato prima.

L’operazione

finanziaria

che

permette

di

quanti

ficar

e il

valor

e di

un

capitale

futu

-U

n’ultima

classi

ficazione

riguar

da

il

pr

omotor

e

dell

’inv

estimento,

che

può

di

-stinguersi in ente pubblico o in ente priv

ato (

Tabella 7.5).

Tabella 7.5: Classi

ficazione degli inv

estimenti in base al pr

omotor

e

D efi nizione D escrizione Esempio Inv estimenti pubblici Inv

estimenti ad opera dello S

tato o di altri

enti di natura pubblica.

- un ponte; - un ’autostrada. Inv estimenti priv ati Inv estimenti e ffettuati da un priv ato o da un ’impr esa. - un centr o spor tiv o; - un ristorante. Fonte: E laborazione personale su de finizioni di “L ’E nciclopedia ” de La R epubblica

U

na

volta

individuata

la

de

finizione

di

inv

estimento

e

analizzate

alcune

delle

div

erse

classi

ficazioni

pr

esenti

in

letteratura,

è

impor

tante

andar

e

a

compr

ender

e

l’impor

tanza

che

la

valutazione

degli

inv

estimenti

ricopr

e

nella

vita

di

un

’azienda

e

quali

sono

i metodi

più

utilizzati.

Tuttavia,

prima

di

passar

e a

questo

argomento,

che

sarà

trattato

appr

ofonditamente

nel

capitolo

successiv

o,

si

intr

oducono

i concetti

di

attualizzazione

e

capitalizzazione,

la

compr

ensione

dei

quali

è

pr

opedeutica

per

aff

rontar

e la spiegazione dei metodi di v

alutazione degli inv

estimenti.

19.3. I concetti di attualizzazione e capitalizzazione

Il

tempo

ha

un

valor

e

finanziario

che

si

rifl

ette

nella

determinazione

di

un

tasso

di

inter

esse

che

ha

il

ruolo

di

quanti

ficar

e la

“ricompensa

” attesa

da

qualsiasi

operato

-re

per

esser

e disposto

a rinunciar

e ad

un

consumo

corr

ente

e rimandarlo

ad

un

’epoca

successiv

a. I

l tasso di inter

esse dev

e esser

e determinato considerando tr

e aspetti:

1.

qualsiasi

operator

e economico

ha

una

pr

efer

enza

per

il

pr

esente.

In

altri

termini,

signi

fica

che

pr

eferisce

spender

e le

sue

disponibilità

monetarie

oggi

piuttosto

che

domani;

2.

il

denar

o

è

soggetto

al

rischio

di

in

flazione,

ossia

alla

per

dita

del

poter

e

di

ac

-quisto

determinata

dalla

cr

escita

dei

pr

ezzi

dei

beni

e

dei

ser

vizi

di

cui

desidera

usufr

uir

e;

3.

il futur

o è

fisiologicamente incer

to

.

Per

quanto

detto

finora,

ogni

individuo

chiederà

una

remunerazione

per

riman

-dar

e

i suoi

consumi

a

domani,

una

remunerazione

per

il

rischio

di

in

flazione

che

si

assume

rinunciando

a

sostener

e

le

sue

spese

oggi

e,

in

fine,

una

remunerazione

per

(12)

445 444 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o

Come

si

può

veder

e

dall

’immagine

in

alto,

il

flusso

monetario

atteso

(FC

3

)

al

tempo

3

dev

e

esser

e

scontato

per

il

tasso

di

inter

esse

ed

il

fattor

e

di

attualizzazione

cr

esce

tanto

più

l’epoca

di

valutazione

è

distante

da

quella

di

realizzazione

dell

’in

-casso

. D

unque,

il

flusso

FC

3

attualizzato

decr

esce

tanto

più

l’epoca

di

valutazione

si

allontana dal quella in cui matur

erà.

Tornando

all

’esempio

pr

ecedente,

confr

ontiamo

il

ritorno

monetario

dell

’inv

e-stimento

pari

a

60.000

eur

o

se

matura

dopo

cinque

anni

oppur

e

dopo

dieci,

tenuto

conto che il tasso di r

endimento alternativ

o è pari all

’8%.

Tabella 7.6: D

ue inv

estimenti con periodi di r

ealizzazione div

ersi a confr

onto

Tempo 5 anni 10 anni

Flusso di cassa atteso (FC)

Fattor e di attualizzazione Valor e atteso (V A) Fonte: E laborazione personale

La

tabella

in

alto

(T

abella

7.6)

indica

che

av

er

e €

60.000

oggi

equiv

ale

ad

av

erne

€ 40.835

tra

cinque

anni

e

€ 27.791

tra

un

decennio

. D

unque,

viene

confermato

quanto

detto

in

pr

ecedenza,

ossia

che

il

tempo

ha

un

valor

e fi

nanziario:

più

il

ritorno

economico

atteso

è distante

dall

’epoca

di

valutazione,

più

il

valor

e del

flusso

di

cassa

si riduce.

19.3.1.1. U

n caso par

ticolar

e di attualizzazione: le r

endite

U

n

caso

peculiar

e

in

cui

viene

applicata

l’attualizzazione

è

rappr

esentato

dalle

rendite,

ossia

da

un

insieme

di

operazioni

che

si

pr

otraggono

nel

tempo

. In

questo

caso,

l’obiettiv

o

è

omogeneizzar

e

in

un

unico

tempo

flussi

di

cassa

che

si

realizzano

in

epoche

div

erse.

D

unque,

il

valor

e

attuale

dell

’inv

estimento

dal

quale

ci

si

attende

di

ottener

e

dei

flussi

di

cassa

distribuiti

in

epoche

div

erse

è

dato

dalla

somma

dei

singoli

flussi

di

cassa

attualizzati

ad

un

tasso

di

inter

esse

che

può

anche

di

fferir

e

in

base all

’epoca di maturazione:

ro

all

’epoca

pr

esente

è detta

attualizzazione.

D

unque,

il

valor

e attuale

(V

A)

è il

valor

e

pr

esente di un

flusso monetario futur

o, ed è calcolabile come segue:

D

ov

e:

Si

ipotizzi

di

do

ver

pr

estar

e

€1.000

che

verranno

restituiti

con

cer

te

zza

tra

quat

-tro

anni.

Per

conoscer

e il

valor

e attuale

di

tale

somma

è necessario

attualizzar

e il

flus

-so

di

cassa

futur

o

per

il

tasso

di

inter

esse

off

er

to

da

un

inv

estimento

con

rischiosità

analoga.

In

questo

caso,

dato

che

la

restituzione

del

denar

o

dato

in

pr

estito

è cer

ta,

è

possibile utilizzar

e il tasso di r

endimento di un titolo di S

tato

.

Il

valor

e attuale

del

flusso

di

cassa

attesa

tra

quattr

o

anni

suggerisce

che

se

il

pr

e-stito

da er

ogar

e è superior

e a

€888,48

è pr

eferibile non

perseguir

e

nell

’inv

estimento

per

ché

finanziariamente

sconv

eniente.

Infatti,

inv

estendo

tale

somma

in

titoli

di

Sta

-to

con

tasso

di

inter

esse

al

3%,

si

otterr

ebbe

tra

4

anni

€1.000,

mentr

e

per

ottener

e

tra

quattr

o

anni

lo

stesso

flusso

di

cassa

è

necessario

pr

estar

e

una

somma

di

impor

to

maggior

e.

Al

contrario,

se

l’ammontar

e

da

finanziar

e

oggi

fosse

uguale

o

inferior

e

a

€888,48 è consigliabile pr

oseguir

e con l

’iniziativ

a.

Focalizziamo

ora

l’attenzione

sul

fattor

e

di

attualizzazione,

ossia

quella

frazione

che

sconta

il

flusso

di

cassa

atteso

in

un

’epoca

futura

traducendolo

nel

valor

e

pr

e-sente.

Riferimenti

Documenti correlati

[r]

[r]

Provare a far entrare in base x 4 e discutere quante soluzioni ottime ammette il problema (Es4, soluzione ottima non di base con

 Modelli matematici: funzione obiettivo e vincoli sono espressi come relazioni matematiche tra le variabili decisionali (vedi dispense, pagg. 2-3).  Cosa

Ogni infermiere lavora 5 giorni consecutivi, indipendentemente da come sono collocati all’interno della settimana, e poi ha diritto a due giorni consecutivi di

Possiamo passare da una soluzione di base ad un’altra (in generale migliorando la funzione obiettivo): abbiamo un (buon) metodo per esplorare lo spazio delle soluzioni di base

Sarà sufficiente cliccare cliccare con il tasto sinistro del con il tasto sinistro del mouse sulla riga (posta alla sinistra della tabella) mouse sulla riga (posta alla

Fare clic sul pulsante Nuovo Nuovo sulla barra degli sulla barra degli strumenti della finestra del database. strumenti della finestra