Rosario Bianco
Nicola Cucari
Economia,
gestione e strumenti delle imprese
Rosario Bianco
Nicola Cucari
Economia, gestione
e strumenti delle
imprese
Il manuale intende fornire principi, metodi e strumenti utili per la
creazione e gestione dell’impresa, proponendosi in particolare come
testo didattico per i corsi universitari di “Economia e gestione delle
imprese”. Strutturato in tre parti, il manuale affronta nella prima i
“fondamentali” della gestione di impresa evidenziando le teorie e
i temi legati all’aspetto strategico; nella seconda parte, utilizzando
lo schema concettuale della catena del valore, sono descritti i
contenuti di base delle diverse attività/funzioni generatrici del
valore; infine, la terza ed ultima parte è dedicata ad altri strumenti
di natura strategica, economica e finanziaria utili ed indispensabili
per una corretta gestione e/o creazione di impresa. Approfondimenti
particolari sono dedicati, in Appendice, alla gestione delle imprese
familiari e delle startup innovative, nonché al tema dell’innovazione
e del design management. Le tematiche sono affrontate inoltre
facendo ampio riferimento ai contributi nazionali ed internazionali più
rilevanti. Così facendo, il manuale, oltre ad essere ideato per i corsi
universitari, si pone come utile strumento di consultazione anche per
gli studiosi della materia, manager e professionisti impegnati con la
creazione e gestione delle imprese.
ISBN 978-88-6950-425-9
52,00 eur
Rosario Bianco
Nicola Cucari
Economia, Gestione
Indice III
Indice
Prefazione Salv ator e E sposito D e F alco ... XI Intr oduzione G io vanna Di Lor enz o, M assimiliano P olitano ... XIII I PA R T E FONDAMENTI D’IMPRESA C AP IT OL O 1L’impresa e il suo significato
1. IL CONCET TO DI SISTEMA IMPRESA ... 3 1.1. L ’impr
esa: aspetti intr
oduttivi e de
finitori
...
3
1.2.
Le componenti del sistema impr
esa ... 8 2. CRITERI DI CL ASSIFICAZIONE DELL ’IMPRESA ... 10 2.1. L ’ev
oluzione storica dell
’impr esa ... 12 2.2. L’impr
esa secondo una chiav
e dimensionale
...
14
3.
DRIVER E CRITERI DECISIONALI DELL
’IMPRESA ... 15 3.1. I driv er decisionali dell ’impr esa ... 16 3.2..
I criteri decisionali dell
’impr esa ... 19 4. LE FUNZIONI DELL ’IMPRESA ... 23 Bibliogra fia ... 25 C AP IT OL O 2
Le teorie dell’economia d’impresa
2.1. U
na tassonomia intr
oduttiv
a ai principali
filoni di studio delle teorie d
’impr
esa
...
29
2.2.
Teorie basate sul v
alor e: F ilone shar eholder vie w ... 30 2.2.1. Teoria dei D iritti di P roprietà ... 31 2.2.2. Teoria manageriale ... 33 2.2.3. Teoria dell ’Agenzia ... 35 2.3. T
eorie basate sul v
alor
e: F
ilone stakeholder vie
w ... 40 2.3.1. S takeholder Th eor y ... 40 2.3.2. S ocioemotional W ealth Th eor y ... 44 2.3.3. S te war dship Th eor y nella nuo va visione di G hoshal ... 46 2.4.
Le teorie basate sulle r
elazioni ... 49 2.4.1. I l sistema cooperativ o di B arnar d ... 49 2.4.2. La razionalità limitata di S imon e M ar ch ... 50 Rogiosi editore collana: Manuali ISBN 978-88 6950 425-9 E ditori rl Copyright © 2020 R ogiosi editor e www .r ogiosi.it
tutti i diritti riser
vati Le fotocopie per uso personale del lettor e possono esser e e ffettuate nei limiti del 15% del pr esente volume dietr o pagamento alla SIAE del compenso pr evisto dall ’ar t. 68, commi 4 e 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie eff ettuate per finalità di caratter e pr ofessionale, economico o commer ciale o comun -que per uso div erso da quello personale possono esser e eff ettuate a seguito di speci fica autoriz -zazione rilasciata da CLEAR edi, Centr o Licenz e e Autorizzazioni per le Ripr oduzioni Editoriali, corso di Por ta Romana 108, 20122 M ilano e-mail autorizzazioni@clear edi.org e sito w eb www . clear edi.org
Indice Indice IV V 2.4.3. L ’azione organizzativ a di Th ompson ... 51 2.4.4. I gr uppi r elazionali di W illiamson e i “ clan ” di O uchi ... 52 2.4.5. L
’ecologia delle popolazioni organizzativ
e di H annan e F reeman ... 54 2.4.6. I l neoistituzionalismo di P ow ell e D i M aggio ... 55 2.4.7.
Teoria dei sistemi e appr
occio sistemico vitale
... 56 Bibliogra fia ... 61 C AP IT OL O 3
L’impresa, i protagonisti e l’ambiente
1.
I pr
otagonisti nella vita dell
’impr esa ... 63 1.1. L ’impr enditor e ... 63
1.1.1. La componente personale e ompor
tamentale dell ’impr enditor e ... 68 1.2. G li S takeholders ... 70 1.3. G li organi deliberanti ... 75 2. L’impr esa e l ’ambiente ... 78 2.1.
I modelli descrittivi dell
’ambiente competitiv o ... 81 3. Il complesso rappor to tra impr esa e settor e ... 88 3.1. M atrice di A bell ... 91 4. D inamicità settoriale ... 94 Bibliogra fia ... 96 C AP IT OL O 4
Il comportamento strategico dell’impresa
4.1.
Il compor
tamento dell
’impr
esa: tra strategie e decisioni
...
99
4.2.
A
ppr
occi alla formulazione delle strategie
... 103 4.3. La gestione strategica ... 108 4.4. La piani ficazione strategica ... 110 4.5. I liv
elli delle strategie dell
’impr esa ... 112 4.6. Il v
entaglio di opzioni strategiche
... 113 4.6.1. S trategie di S viluppo ... 114 4.6.2. S trategie di S tabilità ... 120 4.6.3. S trategia di contrazione ... 121 4.7.
Cenni sulle strategie di internazionalizzazione
... 123 Bibliogra fia ... 126 C AP IT OL O 5 Le strategie competitive 5.1. Alla ricer ca del v antaggio competitiv o ... 129 5.2. Le strategie competitiv e generiche ... 132 5.3. Strategie competitiv
e e ciclo di vita del settor
e ... 138 5.4. Strategie di turnar ound ... 140 Bibliogra fia ... 145 C AP IT OL O 6
L’impresa come rappresentazione della catena del valore
6.1. Il concetto di v alor e: considerazioni pr eliminari ... 147 6.2. La costr
uzione della catena del v
alor e por teriana ... 151 6.2.1. Le attività principali ... 154 6.2.2. Le attività secondarie ... 155 6.3. M argine e dinamiche di cr eazione del v alor
e: dalla catena alla costellazione
... 156 Bibliogra fia ... 160 II PA R T E AT TIVITÀ DELL ’IMPRESA C AP IT OL O 7 La logistica 7.1. D efi
nizione di logistica: aspetti intr
oduttivi
...
162
7.2.
Le attività logistiche e la lor
o rilev
anza strategica
...
163
7.3.
La gestione delle scor
te
...
168
7.3.1.
Tipologie e funzioni delle scor
te
...
170
7.3.2. La gestione delle scor
te ... 173 7.4. Le attività di magazzino ... 179 7.5. La logistica distributiv a ... 181 7.5.1. Le modalità di traspor to ... 183 7.6. La r ev erse logistics ... 187 7.7. V alutar e la logistica ... 190 Bibliogra fia e sitogra fia ... 194 C AP IT OL O 8 La produzione 8.1. Intr oduzione ... 196 8.2. L’ev
oluzione dei modelli pr
oduttivi: br
evi cenni
...
198
8.3.
Principali tipologie dei pr
ocessi pr oduttivi ... 207 8.4. La pr ogrammazione e pr
ogettazione del sistema pr
oduttiv
o ...
209
8.4.1. La pr
ogrammazione della pr
oduzione: alcuni aspetti pr
eliminari da considerar e 209 8.4.2. La pr ogettazione della pr oduzione ... 211 8.5. L’integrazione v er ticale: scelta di “M ake or B uy ” ... 217 8.5 La qualità totale ... 220 Bibliogra fia ... 224 C AP IT OL O 9 Il mark eting
Indice Indice VII VI 9.1. Intr oduzione: l ’impor
tanza della comunicazione di impr
esa
...
226
9.2.
B
revi cenni sull
’ev
oluzione storica del concetto
... 228 9.3. Le funzioni di M ar keting e il v antaggio competitiv o ... 231 9.4. Il mar keting analitico: I l compor tamento d ’acquisto ... 234 9.5. Il mar
keting strategico: La segmentazione
... 239 9.5.1. I l targeting e il posizionamento ... 242 9.6. Il mar keting operativ o: il modello delle 4 P ... 245 Bibliogra fia ... 256 C AP IT OL O 10 I ser vizi 10.1. I ntr oduzione ... 258 10.2. I l ser vizio e i bene fici in chiav e di v antaggio competitiv o ... 259
10.3. La gestione della customer satisfaction
...
261
10.4. S
oddisfazione e fedeltà del cliente
... 294 Bibliogra fia ... 266 C AP IT OL O 11 L’approvvigionamento 11.1. I ntr oduzione ... 267 11.2. Le attività di appr ovvigionamento ... 267 11.3. La pr ogrammazione dell ’appr ovvigionamento ... 270 11.4. L ’ev
oluzione della funzione di appr
ovvigionamento ... 274 Bibliogra fia ... 276 C AP IT OL O 12 Tecnologia e innovazione 12.1. I ntr oduzione ... 277 12.2. I nno
vazione tecnologica, ciclo della tecnologia e pr
oblemi strategici ... 281 12.3. Tipologie d ’inno vazioni ... 285 12.4. D alla Closed I nno vation alla O pen I nno vation ... 288 12.5. La pr ote zione dell ’inno vazione ... 291 12.5.1. La strategia di appr opriabilità ... 294 12.6. I
l trasferimento della tecnologia
... 297 12.6.1. I l licensing ... 297 12.6.2. La joint-v entur e ... 299 12.6.3. Lo spin-o ff ... 300 Bibliogra fia ... 303 C AP IT OL O 13
La gestione delle risorse umane
13.1. I ntr oduzione ... 306 13.2. La pr ogettazione della str uttura organizzativ a ... 307 13.3. S tili di dir ezione ... 320 13.4. I l Kno wledge M anagement ... 322 Bibliogra fia ... 325 C AP IT OL O 14 Le attività infrastrutturali 14.1. I ntr oduzione ... 327 14.2. Le scelte di str uttura organizzativ a ... 329 14.3. I meccanismi di coor dinamento ... 338 14.4. Le tipologie di decentramento ... 339 Bibliogra fia ... 342 C AP IT OL O 15
La dimensione finanziaria nell’economia d’impresa
15.1. I ntr oduzione ... 343 15.2. La finanza d ’impr
esa come ambito di studio
...
344
15.3. Cenni sulla funzione
finanziaria nell ’economia d ’impr esa ... 344 15.4. La finanza d ’impr esa come go
verno del capitale
...
349
15.5. Cenni sui concetti di equilibrio
finanziario statico e dinamico
... 351 15.6. D ecisioni di inv estimento/ finanziamento, v alor e contabile e v alor e economico . U n quadr o d ’insieme ... 353 Bibliogra fia ... 361 III P AR TE GLI STRUMENTI DELL ’IM PRESA C AP IT OL O 16 Misurare la per formance dell’impresa 16.1. I ntr oduzione ... 366 16.2. L
’analisi della per
formance: il bilancio di eser
cizio ... 368 16.2.1. I ndici di r edditività ... 374 16.2.2. I ndici di per formance finanziaria ... 376 16.3. I l M argine O perativ o Lor do e il cash-flo
w quali indicatori della per
formance ... 379 16.4. La balanced scor ecar d ... 385 Bibliogra fia ... 390 C AP IT OL O 17
Indice IX e aziendale dinamica 1. Intr oduzione ... 391 2. I limiti dell
’analisi per indici e l
’impor tanza dell ’analisi finanziaria dinamica ... 391 3. Le tipologie di flusso nel R endiconto F inanziario ... 396 4. Il R endiconto F inanziario come str umento di piani ficazione e pr ogrammazione finanziaria ... 402 5. Il R endiconto F inanziario come str
umento di monitoraggio dell
’insolv enza ... 403 Bibliogra fia ... 405 C AP IT OL O 18
Gli strumenti a supporto delle scelte strategiche
18.1. I ntr oduzione ... 406 18.2. Analisi SW O T ... 406 18.3. Analisi P EST ... 408 18.4. M atrice BCG ... 410 18.5. M atrice GE-M cKinsey ... 414 18.6. M atrice di Anso ff ... 416 18.7. B usiness plan ... 417
18.7.1. Le caratteristiche di un business plan e
ffi
cace
...
420
18.7.2. La str
uttura del business plan
... 422 18.8. B usiness M odel Canv as ... 427 18.8.1. Lean B usiness M odel Canv as ... 432 Bibliogra fia ... 435 C AP IT OL O 19
Gli strumenti a supporto delle scelte di investimento
19.1. Considerazioni intr oduttiv e agli inv estimenti aziendali ... 436 19.2. G li inv estimenti: de finizione e classi ficazione ... 438
19.3. I concetti di attualizzazione e capitalizzazione
... 442 19.3.1. A ttualizzazione ... 443 19.3.2. Capitalizzazione ... 445
19.4. La determinazione dei tassi equiv
alenti ... 451 Bibliogra fia ... 454 C AP IT OL O 20
Valutazione economico-finanziaria degli investimenti
20.1. I metodi di v
alutazione degli inv
estimenti: una piccola pr
emessa ... 455 20.1.1. I l capital budgeting ... 457 20.2. P
rincipali metodi di matrice aritmetica per l
’analisi degli inv
estimenti ... 461 20.2.1. P ay B ack P eriod o tempo di r ecuper o ... 461 20.2.2. Tasso di r endimento contabile ... 467 20.3. P
rincipali metodi di matrice
finanziaria per l
’analisi degli inv
estimenti ... 470 20.3.1. Valor e attuale netto ( VAN) ... 470 20.3.2. Tasso interno di r endimento ( TIR) ... 477 20.3.3. I ndice di r endimento attualizzato ... 480 20.4. L
’analisi degli inv
estimenti in condizioni di incer
te zza ... 483 Bibliogra fia ... 486 A PP ENDI C E 1
Strumenti di governo dell’impresa familiare: il patto di famiglia
1. LE IMPRESE F AMILIARI IN IT ALIA ... 487 1.1. Intr oduzione ... 487 1.2. Caratteristiche ... 489 1.3. Il passaggio generazionale ... 491 2.
LE DETERMINANTI GIURIDICHE POSTE ALL
A BASE DEL P AT TO DI F AMIGLIA: IL DIVIET O DEI P AT TI SUCCESSORI ... 494 2.1. Aspetti generali ... 494 2.2. T ipologie e signi
ficato dei patti successori
...
497
2.3.
D
er
oghe al divieto dei patti successori: il patto di famiglia
... 498 3. IL P AT TO DI F AMIGLIA ... 499 3.1. N
ozioni ed inquadramento giuridico
... 499 3.2. F orma e P ar tecipazione: ar tt. 768-ter e 768-quater c.c. ... 500 3.3. V
izi del consenso e Rappor
ti con i ter zi: ar tt. 768-quinquies e 768-sexies c.c. ... 503 3.4. Scioglimento, r ecesso e contr ov ersie: ar tt. 768-septies e 768-octies c.c. ... 504 3.5. Il P atto di F amiglia come str
umento del passaggio generazionale
...
506
3.6.
Il P
atto di F
amiglia e le tipologie societarie
... 508 Bibliogra fia ... 510 A PP ENDI C E 2
La Gestione di una Startup Innovativa
1. Intr oduzione ... 511 2. G li elementi cor e di una star tup ... 517 3. I r uoli chiav e ... 520 4. Fundraising: cos ’è e come funziona ... 522 5. Le fasi di finanziamento ... 525 6. Il cr ow dfunding ... 528 7. Case S
tudies: come metter
e in pratica concetti chiav
e ... 528 Bibliogra fia ... 533 A PP ENDI C E 3
L’università che si innova: il caso Università T
elematica P
egaso
VIII
Pr ef azione Indice X XI 1. Intr oduzione ... 534 2. La star tup P
egaso: come cambia l
’U niv ersità? ... 537 2.1. Lean M odel Canv as dell ’U niv ersità Telematica P egaso ... 538 2.2. Inter vista al P residente I er volino ... 544 Bibliogra fia ... 547 A PP ENDI C E 4
Creatività, innovazione e design: le risorse strategiche dell’impresa del futuro
1. Intr oduzione ... 548 2. C reatività ed inno
vazione alla base dello spirito impr
enditoriale
...
548
3.
D
esign come fattor
e abilitante di una nuo
va cultura di impr esa ... 553 4. U
na sintesi: dal design al manifesto dell
’inno vazione ... 555 Bibliogra fia ... 560 G li autori del v olume ... 563 Ringraziamenti ... 568
PREF
AZIONE
Gl
i st
ud
i e
le
te
ori
e s
ull’
im
pre
sa n
el t
em
po
so
no
sta
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rat
tat
e a
ttra
ve
rso
diff
e-re
nti
pr
osp
ett
ive
e m
od
elli
co
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ua
li, n
on
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m
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las
sifi
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ili.
In
let
-ter
atu
ra è
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eg
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he
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co
nd
a
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lle
esig
en
ze d
i ri
cer
ca,
si
isp
ira
no
a d
iff
ere
nti
ch
iav
i d
i le
ttu
ra q
ua
li, t
ra l
e ta
nte
,
quelle
della
micr
o-economia,
delle
dottrine
manageriali,
delle
scienz
e
dell
’ammi
-nistrazione, dell
’organizzazione aziendale e dello studio dei sistemi sociali.
Sempr
e
più
la
letteratura
sembra
sostener
e
l’idea
di
un
impr
esa
più
distante
dal
costr
utto
ipotizzato
dagli
studi
classici
(che
intese
l’impr
esa
come
una
non
entità
, piuttosto
che
come
una
funzione
di
pr
oduzione
cui
è
affi
dato
l’obiettiv
o
della
massimizzazione
dei
fattori
pr
oduttivi);
essa
appar
e
come
un
sistema
che
genera
e
pr
oduce
risorse,
ma
anche
relazioni
(sia
competitiv
e,
sia
collaborativ
e)
con altr
e organizzazioni ed istituzioni.
G
ià
nell
’O
ttocento
M
ar
x
av
ev
a
anticipato
la
tesi
secondo
cui
l’impr
esa
va
intesa
come
un
cooper
ativ
e
system,
basata
su
armonie
interpersonali
ed
inter
fun
-zionali
in
grado
di
trav
alicar
e i
suoi
stessi
con
fini,
per
mescolarsi
e fondersi
con
il
contesto
cir
costante.
In
quest
’ottica
l’idea
intr
odotta,
molto
tempo
dopo,
da
M.
Por
ter
, con
il
concetto
di
catena
del
valor
e,
rende
visibile
il
senso
stesso
dell
’im
-pr
esa,
la
cui
attività
sembra
delineata
da
una
sequenza
fisica
e
concettuale
di
ev
enti
e
soluzioni
tra
lor
o
str
ettamente
inter
connesse.
Il
contributo
della
Catena
del
Valor
e
di
Por
ter
, infatti,
negli
anni
80,
appar
ve
da
subito
dir
ompente,
grazie
all
’intr
oduzione
di
due
concetti
anacr
onistici:
da
un
lato
il
valor
e,
inteso
quale
risultato
dell
’attività
pr
odotta
dalle
singole
ar
ee
dell
’impr
esa
e
non
dall
’impr
esa
nel
suo
insieme;
dall
’altr
o
l’organizzazione
delle
attività,
basata
sull
’interr
elazione
biuniv
oca inter
corr
ente tra esse.
Il
contributo
di
Por
ter
fu
poi
magni
ficato
da
quello
di
Richar
d
N
orman
e
Rafael
Ramir
ez
che,
nel
tentativ
o
di
reinterpr
etar
e la
catena
del
valor
e in
un
’orga
-nizzazione
estr
emamente
flessibile
e sempr
e inter
connessa,
intr
odusser
o,
già
nella
prima
metà
degli
anni
’90,
il
concetto
di
value
costellation
. Le
catene
del
valor
e
delle
singole
impr
ese,
secondo
gli
autori,
andav
ano
a ricomporr
e una
costellazio
-ne
del
valor
e
frutto
dell
’integrazione
tra
più
catene
del
valor
e.
In
quest
’ottica,
i
contributo
anticipò
di
fatto
l’idea
della
competizione
allargata
basata
sull
’inte
-grazione tra le
filier
e.
Il
pr
esente
manuale,
traendo
spunto
da
tali
rifl
essioni,
illustra
le
componenti
dell
’impr
esa
che
concorr
ono
alla
determinazione
del
valor
e
nelle
sue
poliedriche
437 436 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o
Figura XX: Le due fasi di un inv
estimento: fase di impianto e fase di eser
cizio
Fonte: E laborazione personaleLo
schema
appena
esposto
è
applicabile
a
qualsiasi
tipologia
di
inv
estimento
.
Si
pensi
ad
un
pr
ogetto
di
natura
industriale,
quale
l’acquisto
di
un
macchinario
per
pr
odurr
e
pelati
in
barattolo
. Al
tempo
0,
l’impr
esa
contabilizz
erà
un
’uscita
mo
-netaria
per
entrar
e
in
possesso
del
bene;
dopodiché
l’intr
oduzione
del
nuo
vo
asset
nell
’azienda
permetterà
di
ottener
e dei
flussi
di
cassa
positivi
durante
tutto
il
periodo
di
utilizz
o
del
macchinario
. Altr
o
esempio
è
l’acquisto
da
par
te
di
un
inv
estitor
e
di
un
titolo
obbligazionario
. Inizialmente
si
tratta
unicamente
di
un
’uscita
monetaria
pari
al
pr
ezz
o
pagato
per
div
entar
e
pr
oprietario
dell
’obbligazione.
Il
possesso
dello
stesso,
per
ò,
assicura
anche
il
diritto
di
incassar
e fi
no
alla
scadenza
del
titolo
le
cedole
periodiche che maturano sullo stesso
.
La
scelta
degli
inv
estimenti
più
idonei
a sostener
e la
cr
eazione
di
valor
e aziendale
richiede
una
logica
e
razionale
analisi
dei
pr
ogetti
potenzialmente
attuabili.
Tale
valutazione
rappr
esenta
un
momento
cr
uciale
sia
nella
fase
di
avvio
dell
’impr
esa
sia
nella
fase
di
continuità
aziendale.
N
el
primo
caso
si
tratta
di
tutte
quelle
scelte
ine
-renti
alla
nascita
dell
’impr
esa,
mentr
e nel
secondo
caso
si
fa
riferimento
alle
decisioni
strategiche
per
mantener
e
la
quota
di
mer
cato,
per
div
ersi
ficar
e
il
pr
oprio
business,
per
tro
var
e
nuo
vi
mer
cati
di
sbocco
o
per
lanciar
e
nuo
vi
pr
odotti
e
ser
vizi.
Si
pensi,
a
tal
pr
oposito,
alla
valutazione
di
un
’ingente
campagna
pubblicitaria
finalizzata
ad
aff
ermar
e
il
pr
oprio
brand
sul
mer
cato
per
incr
ementar
e
la
quota
di
mer
cato
. Il
ma
-nager
do
vrà
considerar
e attentamente
i costi
complessivi
e paragonarli
ai
bene
fici
di
-retti
e indir
etti
che
l’attuazione
di
tale
pr
ogetto
potr
ebbe
compor
tar
e.
D
ato
un
cer
to
obiettiv
o
da
raggiunger
e,
quindi,
l’analisi
degli
inv
estimenti
aiuta
a
determinar
e
se
un cer
to pr
ogetto è conv
eniente e coer
ente con le aspettativ
e.
O
ltr
e
alla
valutazione
degli
inv
estimenti
pr
ettamente
industriali,
il
manager
di
un
’azienda
dev
e
pr
ender
e
decisioni
anche
non
meramente
corr
elate
all
’attività
spe
-C
AP IT OL O19
GLI STRUMENTI A SUPPOR
TO DELLE SCEL
TE DI INVESTIMENTO
A cur
a di G
io
vanna Di Lor
enz
o e M
assimiliano P
olitano
19.1. C
onsider
azioni intr
oduttiv
e agli inv
estimenti aziendali
Q
ualsiasi
attività
d’impr
esa
necessita
di
inv
estimenti
di
varia
tipologia
(impianti,
macchinari,
risorse
umane,
rete
distributiv
a,
ecc.)
per
poter
esser
e
sv
olta.
Poiché
l’obiettiv
o
primario
di
ogni
impr
esa
è
la
cr
eazione
di
valor
e
e
la
massimizzazione
di
quest
’ultimo
dipende
dal
di
ffer
enziale
tra
il
rendimento
dei
suoi
inv
estimenti
e
il
costo
del
capitale
necessario
a
sostener
e
gli
stessi,
le
politiche
di
gestione
degli
in
-vestimenti
e
dei
finanziamenti
sono
due
elementi
chiav
e
e
impr
escindibili
nella
vita
aziendale.
Le
politiche
di
inv
estimento
e
di
finanziamento
sono
str
ettamente
corr
e-late
in
quanto
il
rendimento
minimo
accettabile
da
un
’iniziativ
a
è
funzione
sia
della
rischiosità
del
pr
ogetto
da
valutar
e
sia
del
costo
della
str
uttura
finanziaria.
D
unque,
le scelte di inv
estimento non possono pr
escinder
e da quelle di
finanziamento
.
La
costituzione
di
un
’impr
esa
può
esser
e
considerata
essa
stessa
un
inv
estimen
-to
. G
eneralmente
pr
ev
ede
una
prima
fase,
detta
fase
di
impianto,
caratterizzata
da
uscite
che
ser
vono
a
pr
eparar
e il
complesso
aziendale
per
la
pr
oduzione
e lo
scambio
di
beni
e
ser
vizi.
Si
tratta
di
tutte
quelle
spese
sostenute
per
acquistar
e
il
fabbricato
in
cui
sarà
sv
olta
l’attività
pr
oduttiv
a,
per
comprar
e
le
materie
prime,
per
ricer
car
e
e
assumer
e
il
personale
operativ
o
e
amministrativ
o.
Essendo
una
fase
pr
opedeutica,
in
questo
stadio,
l’attività
pr
oduttiv
a
ancora
non
è
in
esser
e;
dunque,
vi
sono
spesso
solo
uscite
monetarie.
Segue
poi
una
fase
di
eser
cizio,
caratterizzata
da
entrate
che,
almeno
nei
primi
anni
non
riusciranno
a
coprir
e
interamente
gli
esborsi
sostenuti,
ma
che
sul
lungo
periodo
do
vr
ebber
o
condurr
e l’impr
enditor
e non
solo
a recuperar
e
quanto
speso,
ma
ad
ottener
e
anche
un
vantaggio
economico
. U
na
volta
superata
la
fase
di
impianto,
infatti,
l’obiettiv
o
dell
’impr
enditor
e
dev
e
esser
e
quello
di
metter
e
in
atto
delle
attività
capaci
di
generar
e
ricavi
superiori
ai
costi.
La
figura
che
segue
(F
igura
XX)
mostra
le
due
fasi
appena
descritte:
la
fase
di
impianto
(in
rosso)
e
la
fase di eser
cizio (in v
er
de).
439 438 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o
Tabella XX: Classi
ficazione degli inv
estimenti in base all
’oggetto
D efi nizione D escrizione Inv estimento r eale Investimento che viene e
ffettuato all ’interno del pr ocesso pr oduttiv o di un ’azienda e che si distingue, a sua v olta, in inv estimento in capitale
fisso (acquisto di macchinari, attr
ezzatur
e
pr
oduttiv
e, terr
eni e fabbricati) e inv
estimento in
scor
te (acquisto di materie prime, semilav
orati e/o
pr
odotti
finiti).
Inv
estimenti in capitale umano
Inv
estimenti che hanno lo scopo di migliorar
e le conoscenz e, le competenz e e le capacità dei dipendenti di un ’azienda. Riguar dano tutte le
spese sostenute per la formazione del personale.
Inv
estimenti
finanziari
Inv
estimenti che hanno ad oggetto str
umenti
finanziari, come ad esempio le azioni, le
obbligazioni e i titoli di S
tato
. S
i tratta di
inv
estimenti che possono av
er
e una durata più
o meno ampia. Q uando sono di br ev e periodo, generalmente l ’inv estitor e mira a guadagnar e mediante l ’ottenimento di un capital gain , ossia di un di ffer enziale tra il pr ezz o di v endita e quello di acquisto . Q uando inv
ece sono di lungo periodo,
l’obiettiv o è quello di per cepir e fino a scadenza i fl
ussi di cassa dell
’inv
estimento stesso (es.
dividendi o inter essi). Inv estimenti r esidenziali o immobiliari Inv estimenti finalizzati all ’acquisto o alla costr uzione di un immobile. Fonte: E laborazione personale su de finizioni di “L ’E nciclopedia ” de La R epubblica
U
n’altra
classi
ficazione
iner
ente
ad
inv
estimenti
tipicamente
aziendale
è
quella
basata sulla natura dell
’inv
estimento (
Tabella XX).
ci
fica
d’impr
esa.
Infatti,
sono
scelte
di
inv
estimento
anche
l’acquisto
di
immobili
da
affi
ttar
e
o
la
comprav
endita
di
str
umenti
finanziari,
entrambi
non
attinenti
al
cor
e
business
dell
’impr
esa,
ma
destinati
comunque
a
impattar
e
la
redditività
della
stessa.
Proprio
per
la
lor
o
contribuzione
alla
per
formance
aziendale,
si
tratta
di
decisio
-ni
di
inv
estimento
da
non
sotto
valutar
e,
nonostante
non
attengano
dir
ettamente
all
’operativ
a
aziendale.
Si
pensi
alla
scelta
di
acquistar
e
un
signi
ficativ
o
numer
o
di
titoli
Stato
allo
scopo
di
impiegar
e
in
modo
redditizio
la
liquidità
aziendale
e
alle
implicazioni
negativ
e
che
si
gener
er
ebber
o
in
termini
reddituali
e
patrimoniali
se
si
veri
ficasse un cr
ollo impr
ovviso dei pr
ezzi degli stessi.
Q
uesto
capitolo
vuole
fornir
e
una
de
finizione
di
inv
estimento
ed
illustrar
e
le
div
erse
classi
ficazioni
attrav
erso
cui
possono
esser
e individuati.
Inoltr
e,
viene
fornita
una
br
ev
e spiegazione
di
attualizzazione
e capitalizzazione
quali
operazioni
finanzia
-rie
utili
alla
valutazione
e
analisi
degli
inv
estimenti,
argomento
che
sarà
trattato
nel
pr
ossimo capitolo
.
19.2. G
li inv
estimenti: de
finizione e classi
ficazione
U
n
inv
estimento
può
esser
e de
finito
come
un
iniziale
esborso
di
cassa
che
genera
successiv
amente
delle
entrate
monetarie.
U
n
esempio
numerico
può
aiutar
e
a
com
-pr
ender
e
meglio
la
suddetta
de
finizione:
un
inv
estitor
e
acquista
una
par
tecipazione
azionaria
per
un
valor
e
di
€100.000
e
per
cinque
anni,
con
cadenza
annuale,
ricev
e
un
dividendo
pari
a
€1.000.
D
unque,
i €
5.000
guadagnati
dall
’inv
estitor
e,
che
han
-no
incr
ementato
la
sua
ricche
zza
finanziaria,
rappr
esentano
il
rendimento
deriv
ante
dall
’impiego del suo risparmio
.
L’inv
estimento
si
dice
esplicito
quando
a seguito
di
un
esborso
di
cassa
si
manife
-stano chiaramente una serie di entrate monetarie. S
i dice inv
ece
implicito
quando le
uscite
e le
entrate
monetarie
non
sono
così
dir
ettamente
associabili.
U
n
tipico
esem
-pio
di
inv
estimento
esplicito
è
la
costituzione
di
un
’azienda:
durante
la
fase
di
avvio
l’impr
enditor
e
dev
e
acquistar
e
il
fabbricato
do
ve
sv
olger
e
l’attività
di
pr
oduzione,
comprar
e
i macchinari
che
ser
viranno
per
la
realizzazione
dei
beni
di
consumo,
ri-fornirsi
delle
materie
prime,
assumer
e
il
personale
operativ
o
e
amministrativ
o;
nella
fase
di
eser
cizio,
inv
ece,
i pr
odotti
saranno
messi
sul
mer
cato
e v
enduti
alla
clientela,
ottenendo così un ritorno economico
.
G
li
inv
estimenti
sono
classi
ficabili
secondo
div
ersi
criteri.
U
n
primo
elemento
discriminante è l
’oggetto dell
’inv
estimento (
Tabella XX).
441 440 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o
U
n’ulterior
e
classi
ficazione
è
quella
basata
sul
grado
di
dipendenza
tra
due
inv
e-stimenti
(T
abella
7.4).
Infatti,
l’impr
esa
potr
ebbe
tro
varsi
nella
situazione
non
solo
di
do
ver
valutar
e
la
fattibilità
tecnica,
economica
e
finanziaria
di
un
singolo
inv
esti
-mento,
ma
di
do
ver
sele
zionar
e
un
inv
estimento
tra
un
no
ver
o
di
più
pr
oposte.
Per
compr
ender
e meglio
questa
classi
ficazione,
si
considerino
solo
due
inv
estimenti,
che
chiamer
emo rispettiv
amente A e B.
Tabella 7.4: Classi
ficazione degli inv
estimenti in base alla lor
o dipendenza
D efi nizione D escrizione Esempio Inv estimenti indipendenti I due investimenti A e B non sono
corr
elati tra lor
o. D
unque, la decisione di
attuar
e il pr
ogetto A non avrà alcun tipo
di riper
cussioni sulle decisioni
finanziarie in merito all ’inv estimento B, e vicev ersa. U n impr enditor e decide di avviar e due div
erse attività: una pizz
eria e una pasticceria. Inv estimenti alternativi La scelta di attuar e il pr ogetto A r ende super fluo l’inv estimento in B.
Si tratta del tipico caso in cui
l’impr enditor e dev e decider e se avviar e un ’impr esa per pr odurr e scarpe oppur e mobili d ’arr edamento . E videntemente
se opta per costituir
e un ’impr esa che pr oduce calzatur e, il secondo tipo di inv estimento div enta irrilev ante. Inv estimenti concorr enti La scelta di attuar e il pr ogetto A r ende impossibile inv estir e nel pr ogetto B,
in quanto la competizione tra le due
tipologie di inv
estimento a
ffonda le
sue radici nella limitate
zza delle risorse
finanziarie. Q uindi, la disponibilità di cer to ammontar e costringe l ’impr enditor e a sceglier
e uno solo dei pr
ogetti sele zionati. U n impr enditor e ha un capitale di 500.000 eur o e sceglie di aprir e un impianto per pr odurr e calzatur e spor tiv e
che assorbono interamente le sue risorse
finanziarie. L
’avvio della pr
oduzione di
borsoni da palestra (pr
ogetto B) non è
realizzabile in quanto tutto il suo capitale
verrà impiegato per il pr
ogetto A. Inv estimenti vincolati L’inv estimento nel pr ogetto B è vincolato alla r ealizzazione del pr ogetto A, e vicev
ersa. Ciò signi
fica che l ’impr enditor e do vrà tr ov ar e le risorse finanziarie per attuar e entrambe le pr oposte. D unque, la r
ealizzazione di uno solo dei due
inv estimenti è insu ffi ciente. U n impr enditor e acquista un
macchinario per lav
orar
e delle borse in
pelle, ma non acquista le materie prime
per realizzarle. Inevitabilmente, acquistar e il macchinario non av endo a disposizione il pellame da lav orar e rappr esenta una spesa inutile. Inv estimenti sequenziali L’inv estimento A e l ’inv estimento B
non solo sono vincolati, ma è necessario
e impr escindibile che v engano fatti rispettando un or dine temporale speci fico . Si pensi all ’err onea decisione di un impr enditor
e che prima assume un
esper
to informativ
o e solo dopo sei mesi
acquista il computer per lo sv
olgimento
delle mansioni del suddetto dipendente.
L’idonea sequenzialità degli inv
estimenti do vr ebbe pr ev eder e prima l ’acquisto del
computer e subito dopo l
’assunzione dell ’esper to informativ o. Fonte: Elaborazione personale su de finizioni di D allocchio & Salvi (2015) “F inanza Aziendale 1”
Tabella XX. Classi
ficazione in base alla natura dell
’inv
estimento
D efi nizione D escrizione Esempi M ateriali Beni tangibiliImmobili, impianti, attr
ezzatur e, mobili d ’arr edo, par tecipazioni Immateriali Beni intangibili M ar chi, br ev etti, kno w-ho w, pubblicità, formazione Fonte: E laborazione personale su de finizioni dell ’E nciclopedia “ Treccani ”
G
li
inv
estimenti
possono
esser
e
distinti
anche
in
base
allo
scopo
dell
’inter
vento
(T
abella 7.3).
Tabella 7.3: Classi
ficazione in base alla
finalità dell
’inter
vento
D efi nizione D escrizione Esempio Primo impiantoSi tratta di tutte le spese sostenute per la
costituzione di una nuo
va azienda. - A cquisto di impianti e macchinari finalizzati alla pr oduzione;
- Costi legali per la costituzione
della società.
Sostituzione
immobilizzazioni
Concerne tutte le spese sostenute in fase
di continuità aziendale. S
ono costi che
dev ono esser e necessariamente sostenuti a causa dell ’obsolescenza fisica e commer ciale
a cui è inevitabilmente sottoposta la
str
umentazione che viene utilizzata
all
’interno dell
’azienda per più eser
cizi consecutivi al fine di pr odurr e e scambiar e beni e ser vizi. - S ostituzione di un macchinario ormai fisicamente obsoleto: - S ostituzione di un computer tecnologicamente obsoleto; - S ostituzione di un br ev etto
ormai scaduto con uno nuo
vo . Ampliamento della capacità pr oduttiv a Riguar da le spese finalizzate ad aumentar e la capacità pr oduttiv a dell ’azienda. - A cquisto di un macchinario che standar dizza la pr oduzione
e che permettono di ottener
e maggiori v olumi in minor tempo; - A cquisto di str umentazioni aggiuntiv
e a quelle già in esser
e.
Ammodernamento
tecnologico
Si riferisce ai costi per r
ender e l ’azienda più tecnologica e inno vativ a. - I ntr
oduzione delle casse
automatiche nei supermer
cati;
- C
reazione dell
’online banking
sul sito di una banca;
- I ntr oduzione in un ristorante di tablet per le or dinazioni ai tav oli. Fonte: E laborazione personale su de finizioni dell ’E nciclopedia “ Treccani ”
443 442 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o
l’incer
te
zza
del
futur
o,
legata
alla
possibile
insolv
enza
del
debitor
e.
Specularmente,
un
pr
enditor
e di
fondi
sarà
disposto
a pagar
e un
tasso
di
inter
esse
che
incorpora
tutte
queste
componenti
per
ottener
e un
finanziamento
. In
base
a quanto
detto,
il
tasso
di
remunerazione richiesto dall
’inv
estitor
e sarà pari a:
i =
rf
+
+
risk premium
D
ov
e:
i
è il tasso di r
emunerazione del dator
e di fondi;
rf
è il
tasso
d’inter
esse
priv
o
di
rischio,
che
remunera
l’inv
estitor
e semplicemente
per
av
er
posticipato
le
sue
spese.
V
iene
calcolato
su
un
inv
estimento
garantito
e,
dunque,
con
un
rischio
pr
ossimo
allo
zer
o.
N
ella
prassi,
è
comune
pr
ender
e
come riferimento il tasso di inter
esse pagato dai titoli di S
tato;
è il tasso di in
flazione;
risk
premium
è
il
tasso
di
remunerazione
aggiuntiv
o
che
dev
e
esser
e
pagato
all
’inv
estitor
e per l
’incer
te
zza che l
’inv
estitor
e è disposto ad assumersi.
Tale
tasso
di
remunerazione
esprime,
dunque,
il
costo-oppor
tunità
del
capitale
disponibile:
l’inv
estitor
e
sceglierà
do
ve
allocar
e
i suoi
fondi
in
base
alle
oppor
tunità
di
inv
estimento
alternativ
e.
Per
tale
motiv
o,
il
tasso
di
remunerazione
atteso
dev
e es
-ser
e sempr
e confr
ontato
con
il
tasso
d’inter
esse
generato
da
un
’operazione
caratteriz
-zata
da
flussi
di
cassa
attesi
di
entità
simili,
distribuiti
nel
tempo
in
modo
medesimo
e con rischiosità analoga a quella dell
’inv
estimento da v
alutar
e.
19.3.1. A
ttualizzazione
È
stato
detto
che
il
tempo
ha
un
valor
e
finanziario;
dunque,
a
parità
di
ammon
-tar
e,
il
capitale
detenuto
oggi
ha
un
valor
e div
erso
da
quello
che
si
possiederà
doma
-ni.
In
altr
e
par
ole,
se
oggi
ho
un
deposito
monetario
di
20.000
eur
o,
tra
un
anno
il
suo
valor
e
eff
ettiv
o
sarà
inferior
e,
in
quanto
banalmente
l’individuo
è
soggetto
ad
una
per
dita
del
poter
e
d’acquisto
determinata
dal
semplice
scorr
er
e
del
tempo
. Allo
stesso
modo,
si
pensi
ad
un
’impr
esa
che
inv
este
in
un
nuo
vo
macchinario
che
si
pr
esume
gener
erà
un
ritorno
monetario
di
60.000
eur
o.
È
intuibile
che
il
valor
e
del
flusso
di
cassa
atteso
sarà
div
erso
se
il
ritorno
monetario
è pr
evisto
dopo
cinque
anni
oppur
e
dopo
dieci.
In
base
a
quanto
detto
in
pr
ecedenza,
l’operator
e
economico
è
impaziente,
pr
eferisce
spender
e
prima
piuttosto
che
in
un
’epoca
successiv
a,
ed
è
av
-verso
al
rischio
. D
unque,
anche
se
la
valutazione
pr
ev
edesse
un
medesimo
impor
to
atteso, il
flusso di cassa assumerà un v
alor
e maggior
e se r
ealizzato prima.
L’operazione
finanziaria
che
permette
di
quanti
ficar
e il
valor
e di
un
capitale
futu
-U
n’ultima
classi
ficazione
riguar
da
il
pr
omotor
e
dell
’inv
estimento,
che
può
di
-stinguersi in ente pubblico o in ente priv
ato (
Tabella 7.5).
Tabella 7.5: Classi
ficazione degli inv
estimenti in base al pr
omotor
e
D efi nizione D escrizione Esempio Inv estimenti pubblici Investimenti ad opera dello S
tato o di altri
enti di natura pubblica.
- un ponte; - un ’autostrada. Inv estimenti priv ati Inv estimenti e ffettuati da un priv ato o da un ’impr esa. - un centr o spor tiv o; - un ristorante. Fonte: E laborazione personale su de finizioni di “L ’E nciclopedia ” de La R epubblica
U
na
volta
individuata
la
de
finizione
di
inv
estimento
e
analizzate
alcune
delle
div
erse
classi
ficazioni
pr
esenti
in
letteratura,
è
impor
tante
andar
e
a
compr
ender
e
l’impor
tanza
che
la
valutazione
degli
inv
estimenti
ricopr
e
nella
vita
di
un
’azienda
e
quali
sono
i metodi
più
utilizzati.
Tuttavia,
prima
di
passar
e a
questo
argomento,
che
sarà
trattato
appr
ofonditamente
nel
capitolo
successiv
o,
si
intr
oducono
i concetti
di
attualizzazione
e
capitalizzazione,
la
compr
ensione
dei
quali
è
pr
opedeutica
per
aff
rontar
e la spiegazione dei metodi di v
alutazione degli inv
estimenti.
19.3. I concetti di attualizzazione e capitalizzazione
Il
tempo
ha
un
valor
e
finanziario
che
si
rifl
ette
nella
determinazione
di
un
tasso
di
inter
esse
che
ha
il
ruolo
di
quanti
ficar
e la
“ricompensa
” attesa
da
qualsiasi
operato
-re
per
esser
e disposto
a rinunciar
e ad
un
consumo
corr
ente
e rimandarlo
ad
un
’epoca
successiv
a. I
l tasso di inter
esse dev
e esser
e determinato considerando tr
e aspetti:
1.
qualsiasi
operator
e economico
ha
una
pr
efer
enza
per
il
pr
esente.
In
altri
termini,
signi
fica
che
pr
eferisce
spender
e le
sue
disponibilità
monetarie
oggi
piuttosto
che
domani;
2.
il
denar
o
è
soggetto
al
rischio
di
in
flazione,
ossia
alla
per
dita
del
poter
e
di
ac
-quisto
determinata
dalla
cr
escita
dei
pr
ezzi
dei
beni
e
dei
ser
vizi
di
cui
desidera
usufr
uir
e;
3.
il futur
o è
fisiologicamente incer
to
.
Per
quanto
detto
finora,
ogni
individuo
chiederà
una
remunerazione
per
riman
-dar
e
i suoi
consumi
a
domani,
una
remunerazione
per
il
rischio
di
in
flazione
che
si
assume
rinunciando
a
sostener
e
le
sue
spese
oggi
e,
in
fine,
una
remunerazione
per
445 444 G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o G li str umenti a suppor to delle scel te di inv estiment o
Come
si
può
veder
e
dall
’immagine
in
alto,
il
flusso
monetario
atteso
(FC
3)
al
tempo
3
dev
e
esser
e
scontato
per
il
tasso
di
inter
esse
ed
il
fattor
e
di
attualizzazione
cr
esce
tanto
più
l’epoca
di
valutazione
è
distante
da
quella
di
realizzazione
dell
’in
-casso
. D
unque,
il
flusso
FC
3attualizzato
decr
esce
tanto
più
l’epoca
di
valutazione
si
allontana dal quella in cui matur
erà.
Tornando
all
’esempio
pr
ecedente,
confr
ontiamo
il
ritorno
monetario
dell
’inv
e-stimento
pari
a
60.000
eur
o
se
matura
dopo
cinque
anni
oppur
e
dopo
dieci,
tenuto
conto che il tasso di r
endimento alternativ
o è pari all
’8%.
Tabella 7.6: D
ue inv
estimenti con periodi di r
ealizzazione div
ersi a confr
onto
Tempo 5 anni 10 anniFlusso di cassa atteso (FC)
Fattor e di attualizzazione Valor e atteso (V A) Fonte: E laborazione personale