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Valeria Baudo. Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi: nuove tecnologie e nuove prospettive per le biblioteche pubbliche e scolastiche

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Academic year: 2021

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Valeria Baudo. Come cambiano i servizi bibliotecari per ragazzi: nuove tecnologie e nuove prospettive per le biblioteche pubbliche e scolastiche. Milano: Editrice Bibliografica, 2008. 191 p. (Bibliografia e biblioteconomia). ISBN 978-88-7075-665-4. € 22,00.

Il libro si apre con un’indagine sulla net generation, quella generazione di ragazzi cresciu-ta (a differenza della maggior parte dei bibliotecari) in un mondo alcresciu-tamente tecnologi-co, e che costituiscono l’utenza di riferimento della biblioteca per ragazzi oggi.

Se non vuole che i ragazzi si rivolgano altrove per cercare le informazioni di cui hanno bisogno, il bibliotecario dovrà sviluppare una sempre maggiore familiarità con le tecno-logie che permeano la loro vita: è questo l’argomento principale del libro, che cerca di inquadrare meglio il mondo a cui appartengono i net-geners e di individuare i modi in cui la biblioteca può divenirne parte integrante.

Il secondo capitolo tratta specificamente dei servizi bibliotecari per ragazzi, a comincia-re dalla necessità di ccomincia-reacomincia-re un opac specifico che – a diffecomincia-renza dell’opac tradizionale – tenga conto anche dell’aspetto semantico dei libri, e prenda in considerazione anche problemi di carattere più pratico, come il fatto che per un bambino è più semplice utilizzare il touch screen che non il doppio click. Anche il servizio di reference per ragazzi è una questione delicata, dal momento che si tratta di una comunicazione tra un adulto e un ragazzo, con tutte le com-plicazioni (soprattutto di carattere emotivo) che ne derivano: in questo caso il reference digi-tale può offrire una serie di vantaggi, perché oltre ad essere cool e a supplire alla ridotta mobi-lità dei ragazzi, contribuisce a evitare l’imbarazzo della comunicazione vis à vis.

Il terzo capitolo tratta della Biblioteca 2.0, intesa come «luogo di incontro, fisico o vir-tuale», in cui si verifica uno scambio reale tra la biblioteca e i suoi utenti: se da un punto di vista prettamente tecnologico il bibliotecario può usufruire gratuitamente dei servizi già presenti in rete, il modello di Biblioteca 2.0 ha però un costo in termini di personale perché, una volta introdotti determinati servizi, occorre dedicarvi la giusta quantità di tempo per sfruttarne appieno le potenzialità e valutarne l’efficacia.

Gli strumenti di cui il bibliotecario può servirsi sono innumerevoli – blog, wiki, podcasting, Feed RSS, social tagging ed altri ancora – e per ovvie ragioni di spazio l’autrice li passa in rassegna molto rapidamente, illustrando però di ciascuno le funzioni specifiche e i modi in cui potrebbe essere utilizzato in biblioteca. Viene infine toccata la spinosa questione dei videogiochi, e del-l’opportunità di accoglierli o meno in biblioteca. In proposito l’autrice non ha dubbi: anche i videogiochi – come i giochi tradizionali – possono avere una valenza educativa, e vari studi dimo-strano che sono in grado di stimolare il pensiero in maniera diversa rispetto a un libro (e in ogni caso, dal momento che ormai sono entrati a far parte della nostra cultura, i bibliotecari non pos-sono permettersi di ignorarli: ogni resistenza al riguardo sarebbe solo inutile e dannosa).

Il quarto capitolo delinea brevemente il profilo professionale ideale del bibliotecario per ragazzi, mentre il quinto indica alcune prospettive per il futuro. L’appendice, infine, riporta alcune esperienze in ambito italiano (presso l’Istituto pedagogico di Bolzano e la Biblioteca civica di Massa), straniero (ICDL), e in rete (Biblioragazzi).

Nel complesso si tratta di un’opera chiara ed esauriente che, laddove è possibile, alla teoria affianca un’analisi della situazione italiana e utili suggerimenti pratici su come avvicinarsi al mondo dei net-geners.

La bibliografia – posta in calce a ogni capitolo – è esaustiva e aggiornata; l’unico dubbio riguarda forse la pertinenza del titolo del volume, che sembra suggerire una riflessione spe-cifica sulle biblioteche scolastiche, mentre argomento del libro sono le biblioteche per ragaz-zi tout court: non si tratta di un limite (anragaz-zi in questo caso la generalità è piuttosto una risor-sa), ma in effetti il titolo – così com’è – rischia di trarre in inganno.

Sara Chiessi Roma

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