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"Spagna contemporanea": indici 1992-2011

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(ordinamento ex D.M. 270/2004) in Archivistica e Biblioteconomia

Tesi di Laurea

Spagna contemporanea

indici 1992-2011

Relatore

Ch. Prof. Riccardo Ridi

Laureando

Aureliano Mostini

Matricola 814679

Anno Accademico

2012 / 2013

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Introduzione …...3

La rivista “Spagna Contemporanea”...3

Gli indici …...5

I dati formali …...8

ISBD e SBN …...10

Soggettazione, Soggettario, Nuovo Soggettario e sistemi di classificazione …...12

Analisi concettuale …... 13

Il Nuovo Soggettario di Firenze …... 16

Social tagging, Soggettari, Thesauri e sistemi classificati …... 19

Il Database degli Indici di Spagna Contemporanea …... 22

Indice per autore : saggi …...25

Indice per autore : libri recensiti ...73

Indice per soggetto …...124

Bibliografia …...223

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1. La rivista “Spagna Contemporanea”

Il lavoro affrontato in questa tesi è stato quello della redazione degli indici della rivista “Spagna Contemporanea”. Il primo numero di questo periodico, a cadenza semestrale, risale all'anno 1992, quando i due redattori, di ieri e di oggi, Alfonso Botti e Claudio Venza, con la partecipazione di un importante gruppo di studiosi della storia e della cultura spagnola, vollero creare un prodotto

“capace di suscitare l’interesse e di trovare interlocutori in vari ambiti, accademici, disciplinari e geografici, sia sul piano della ricerca ispanistica che sul piano storiografico”1. Dopo più di vent'anni, la scommessa dei due redattori può considerarsi vinta: le uscite sono state sempre regolari, i contributi hanno mantenuto un buon livello scientifico e la rivista “si è posta, quasi naturalmente, come sede di animazione, coordinamento e possibile approdo di quanto nell’ambito della contemporaneistica italiana guarda alla Spagna come oggetto di ricerca storiografica”2.

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il fondamentale sostegno dell'Istituto Salvemini di Torino3 che assunse il ruolo di editore. Con il sostegno alla rivista, volle favorire quelli che erano (e che in parte tuttora sono) gli ambiti della ricerca che l'Istituto si prefiggeva: la “storia europea contemporanea con particolare riguardo ad alcune realtà specifiche quali quella tedesca, spagnola, russa e dell'Europa dell'est”4.

Oggi, guardando i più di 40 numeri prodotti, possiamo dire che “Spagna contemporanea” ha seguito le linee imposte dal suo editore: si è rivolta al mondo dell’ispanismo letterario italiano che, al di là delle frammentazioni disciplinari, ritiene che dai processi storici non si possa in alcun caso prescindere per la comprensione di una cultura e di una civiltà.

1 www.spagnacontemporanea.it 2 www.spagnacontemporanea.it

3 http://www.spagnacontemporanea.it/index.php?option=com_content&view=article&id=159&Itemid=96&lang=it:

“L’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini da oltre trent’anni opera a Torino promuovendo attività culturali, di ricerca e di formazione nel campo della storia contemporanea italiana ed europea. Come tale ha realizzato numerose iniziative, rivolte sia a studiosi che ad un ampio pubblico. Possiede una biblioteca specialistica e un archivio che conserva documenti sui movimenti sociali e politici piemontesi. Nel richiamarsi idealmente a Gaetano Salvemini, l'Istituto ha voluto riunire una pluralità di valori e di riferimenti. D'un lato, in lui si coniugano il rigore dello studioso e l’impegno dell’intellettuale che fa della propria conoscenza strumento di partecipazione alle lotte civili e ideali del proprio tempo. Dall'altro, nella vicenda personale di Salvemini, maestro di cultura storica e di etica politica, si è voluto ritrovare ed evocare i fondamenti di una larga parte del pensiero laico italiano. Infine, la concreta esperienza di vita di Salvemini, di un intellettuale meridionale che le circostanze politiche portarono in contatto con la Torino “operaia e socialista” del primo Novecento. In lui e attraverso di lui è stato possibile cogliere ancor oggi alcuni nodi emblematici: il difficile incontro tra Nord e Sud, fra intellettuali, società civile e mondo del lavoro; le permanenti radici etiche della politica nel suo intransigente antifascismo; il valore internazionale della cultura nel suo esilio americano. Intorno a queste intuizioni e aspirazioni si è organizzato nel corso di alcuni decenni un lavoro culturale che ha visto l’Istituto Salvemini riannodare con tenacia i capi di un discorso articolato sul sociale e la complessità della sua storia. L’esplorazione della memoria

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di ricercatori spagnoli che guardano con interesse alla storiografia italiana e alle relazioni italo- spagnole5”.Sembra, quindi, ben visibile la volontà di adottare “l’approccio comparatista nel porre in relazione, più che singoli episodi, i processi storici dei due Paesi, contribuendo all’incremento delle relazioni scientifiche e culturali e al consolidamento dei tentativi che, con convegni e pubblicazioni, hanno segnato punti importanti negli ultimi anni”6. Analizzando con più attenzione il titolo del periodico, notiamo, prima di tutto, che non ha mai subito variazioni (cosa che invece è molto comune in questo tipo di pubblicazioni) e che presenta come complemento, la dicitura “semestrale di storia cultura e bibliografia”: questo ci fa capire che, oltre alla storia e alla cultura ispanica, temi cari all'editore, uno spazio importante e fondamentale è ricoperto anche dalla bibliografia. La continuità del titolo ci indica indirettamente, anche, una continuità interna: “Spagna contemporanea” ha mantenuto negli anni una struttura base che ha il suo focus nella sezione Studi e Ricerche in cui sono raccolti i saggi di maggior spessore scientifico, soprattutto di studiosi spagnoli e italiani, tutti lavori soggetti al peer-rewieing. A seguire troviamo altre sezioni come Rassegne e note e Fondi e fonti, in cui si parla di archivi, fonti documentarie e strumenti per il loro recupero.

Sin dagli esordi, grande importanza, come detto, è data alla bibliografia: oltre a trovare una sezione Recensioni, che come ci indica la parola stessa, propone al pubblico numerosi commenti su opere più o meno recenti, tutti i numeri presentano un'ampia appendice denominata Schede. Qui si segnalano e si commentano, le più recenti opere, soprattutto in lingua italiana e spagnola, ma non sono rari i casi in cui le pubblicazioni prese in considerazione (specialmente monografie, anche se eccezionalmente è possibile che siano segnalati periodici monografici o articoli in essi contenuti) siano in lingua francese o inglese con oggetto la storia e la cultura spagnola: sono delle vere e proprie recensioni, ma molto meno approfondite di quelle che troviamo nella apposita sezione. In alcuni numeri possiamo imbatterci anche in altri tipi di sezioni, ma presenti a cadenza meno regolare: mi riferisco a Interviste, in cui si propongono interviste, appunto, a scrittori, o a personaggi politici, a Dossier, Gli esili, Cuestion di detaille, e altri ancora.

Se l'impianto strutturale della pubblicazione è rimasto costante, i contributi sono cresciuti a livello scientifico ad ogni numero. Dopo dieci anni, nell'editoriale che apre il ventesimo numero7, gli editori manifestano una grande soddisfazione nell’aver saputo dare continuità al loro lavoro. Nel tempo, l’Istituto Salvemini è riuscito a mettere in relazione il suo prodotto con i più importanti istituti di cultura ispanica come l’Escuela de Historia y Arquelogia del CSIC di Roma e la rete degli istituti Cervantes.

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diffondere “Spagna Contemporanea” nelle principali biblioteche universitarie. Importante e fondamentale è stata la scelta di creare un sito internet: concepito non solo come vetrina della e per la rivista, ma soprattutto come “porto d’attracco per navigare nella ricerca storica ispanica8”.

“Ulteriore strumento qualitativo che la redazione ha voluto adottare è stato il sistema conosciuto come peer-rewiewing. formalizzato nel 2005, ma in realtà era già stato testato negli anni precedenti.

Ciò significa che tutti i testi che vengono proposti per un'eventuale pubblicazione nella sezione Saggi e ricerche sono inviati in lettura "cieca", ossia senza indicarne l'autrice o autore, a due specialisti della materia (referees), uno esterno alla cerchia dei collaboratori e uno interno.

Entro sessanta giorni, l'autrice o l'autore è informato dal Coordinatore della Redazione sul parere emesso dagli esperti, e sulle eventuali modifiche al testo da questi richieste. In caso di pubblicazione, alla fine del testo compariranno i nomi degli esperti che hanno espresso parere favorevole. In caso di parere negativo, l'autore sarà informato della motivazione che ha portato al rifiuto, senza venire a conoscenza dei nomi dei referees”9.

2. Gli indici

La redazione di “Spagna contemporanea” non ha ancora messo a disposizione degli indici dettagliati della rivista, ma solo alcuni strumenti parziali, presenti unicamente sul sito web del periodico, la cui funzione dovrebbe essere quella di supplire alla mancanza di indici complessivi per autore, soggetto e titolo. Spagna Contemporanea (versione cartacea) presentò, sin dalla sua prima uscita, quattro fondamentali rubriche che sarebbero state riproposte in tutti i numeri successivi. L'idea dell'editore è stata quella di riprendere queste quattro rubriche fondamentali (Saggi e ricerche, Recensioni, Schede e Libri ricevuti) e di riproporle sul web. Sul sito, le ritroviamo in grande evidenza: al loro interno presentano, prima, una divisione per numeri e quindi, cliccando sul numero interessato, l'utente remoto ha la possibilità di accedere ad una pagina html che va a “fotografare” le informazioni presentateci nel periodico cartaceo (titolo, autore del contributo), non in ordine alfabetico, ma di pagina. Oltre a queste quattro sezioni, ne troviamo un'altra dal nome “Tutti i numeri”: anch'essa, al suo interno, presenta una divisione numerica, riproducendo per ogni fascicolo l'indice del periodico cartaceo corrispondente, sempre in html (includendo chiaramente anche le sezioni sopracitate).

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abstract. E' possibile effettuare, tramite una smart search10, una ricerca per parola o per frase esatta.

Purtroppo, questo tipo di strumenti, non risultano essere completi : per esempio, possiamo trovare, nella sezione che riproduce gli indici dei vari numeri, il titolo attribuito ad una recensione, ma non il titolo dell'opera recensita al quale il titolo della recensione si riferisce, mentre, al contrario, l'opera recensita è possibile ritrovarla nella sezione “Recensioni”, ma a sua volta non in relazione al titolo che è stato dato alla recensione. Alcuni indici, parziali, possiamo trovarli sul sito della LIUC all'interno del progetto ESSPER11, che partono dall'anno 2003, ma non comprendono elementi importanti come la soggettazione del documento e tralasciano completamente la sezione Schede dedicata alla segnalazione di nuove monografie relative alla storia spagnola contemporanea. Per una pubblicazione periodica, come può essere Spagna Contemporanea, che arriva a toccare i 20 anni di vita, gli indici risultano essere uno strumento fondamentale per poter accedere a “materiali testuali e semantici che, per la loro consistenza quantitativa e per la loro elevata pluridimensionalità logica, sarebbero altrimenti imperscrutabili e inattingibili nella loro compiutezza12”. In generale gli indici sono costituiti da “insiemi di metadati13 che, dopo essere stati estratti da documenti o creati ex novo da un catalogatore o da un software14” e “formulati, secondo criteri logici e prevedibili, avranno lo scopo di organizzare le informazioni bibliografiche consentendo il recupero dell’informazione desiderata dall’utente15”.

10 Http://easyweb.uniba/easyweb/w8018/index.php?&biblio=BA106&opac=w8018&lang=eng:“Smart search works like a public search engine, searching all fields for all the terms entered” e vedi anche RICCARDO RIDI, LABIBLIOTECA

COMEIPERTESTO, BIBLIOGRAFICA, MILANO, 2007, P. 124.

11 http://www.biblio.liuc.it/scripts/essper/ricerca.asp?tipo=schedaperiodico&codice=5104, su ESSPER: MARA

GUAZZEROTTI e GIUSEPPE ORIGGI, Essper : dal progetto all'Associazione in BIBLIOTECHEOGGI, Bibliografica, Milano, 2003, n. 7, pp. 40-42 ci dicono “Il progetto ESSPER nasce nel 1995 per iniziativa della biblioteca Mario Rostoni dell'università Carlo Cattaneo di Castellanza coinvolgendo da subito, quali enti fondatori, altre biblioteche lombarde del settore economico sociale. L'intento è quello di fornire degli strumenti per il recupero di informazioni nell'ambito della letteratura periodica in lingua italiana per l'economia e le scienze sociali data la sua oggettiva importanza e la scarsità di notizie in rete. Il progetto ESSPER si è sempre basato sul solo apporto di contributi lavorativi delle biblioteche aderenti tratti dalle risorse ordinarie. I primi prodotti sono un catalogo cumulativo dei periodici posseduti dalle biblioteche e un catalogo di spogli di periodici accessibile gratuitamente. ESSPER nel 2002 si trasforma in Associazione riunendo non solo biblioteche universitarie, ma anche centri di ricerca e documentazione che si pongono, per le loro caratteristiche, a complemento di quelle delle biblioteche universitarie”.

12 ALFREDO SERRAI, Bibliografia un’ulteriore messa a punto in IL BIBLIOTECARIO, Bulzoni, Roma, 2008, terza serie, I, 1- 2, pp.165-167.

13 I metadati, come sono definiti da RICCARDO RIDI, Il mondo dei documenti, Laterza, Roma, 2010, p. 16 sono “I metadati sono informazioni semplici, compatte, standardizzate, generalmente strutturate in campi e facilmente trasferibili e duplicabili, relative ad entità più complesse, vaste, non standardizzate, trasferibili e duplicabili meno facilmente e talvolta anche scarsamente strutturate, delle quali permettono una più efficiente organizzazione, gestione e recupero. I metadati sono costituiti da lettere e cifre, ma possono anche prendere la forma di immagini,

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interrogati rispetto ai documenti primari. E' chiaro che a seconda degli ambiti, degli argomenti, del tipo di utenza alla quale ci si rivolgere e dell'informazione che il catalogatore vuole rendere fruibile, l'indice assumerà forme differenti. In ambito biblioteconomico, l'indice per eccellenza, rimane il catalogo: ci informerà su quali libri sono presenti di un certo autore, quali edizioni ha di una determinata pubblicazione, quali opere trattano un certo argomento, ma soprattutto la collocazione del documento all’interno della biblioteca. Di fondamentale importanza per le ricerche, sono strumenti quali le bibliografie: queste “operano nei confronti dei documenti un processo di astrazione poiché selezionano, identificano ed elencano quei documenti che rispondono ad un certo requisito disciplinare o concettuale o editoriale, a prescindere dalla loro localizzazione fisica”16. Anche al di fuori delle biblioteche troviamo una sconfinata serie di esempi di indici (menù dei ristoranti, gli elenchi telefonici, le carte stradali , ecc. ) che ci permettono di accedere in modo più semplice e diretto all'informazione. L'obiettivo della presente tesi è, appunto, rendere fruibile, attraverso la creazione di punti d'accesso, tutti i contributi presenti in “Spagna contemporanea”.

Quando si procede alla redazione di questo tipo di strumenti è importante avere una visione generale della risorsa che si vuole rendere accessibile, ma, sono sempre e solo due le vie descrittive che possono essere utilizzate: una che utilizza i metadati formali e l'altra che la descrive dal punto di vista semantico. Per metadati formali si intendono tutti quei dati che vengono estrapolati dalla catalogazione descrittiva della pubblicazione (solitamente titolo, autore), mentre per accessi semantici si intendono tutti quei metadati attribuibili al contenuto informativo della pubblicazione a seguito di una analisi concettuale del documento. In questa tesi di laurea, sono state rese disponibili entrambe le tipologie di accesso17 che permettono all'utente finale una ricerca più completa e specifica. La soggettazione, in particolare, dà all'indice un valore aggiunto: spesso i titoli degli articoli o dei documenti in generale, possono risultare fuorvianti e non illustrare esattamente l'argomento che viene affrontato, oppure essere formulati in lingue non conosciute da chi effettua la ricerca. L'attività di indicizzazione, quindi, risulta complessa, ma indispensabile con i suoi pro, ma anche i suoi contro. Una prima limitazione è dovuta dal fatto che caratteristiche, che possono interessare ad alcuni utenti, non vengano considerate al momento dell’indicizzazione, ma, al contrario, l' “indicizzazione, come tutte le attività di sintesi, organizza le informazioni, le seleziona, le contestualizza, le combina, le collega, crea un ordine che non preesisteva18”.

16 MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, p. 116.

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e prevedibili, dettati da principi nazionali e internazionali19, sia che si tratti di procedere con la formulazione di dati formali che di dati concettuali.

3. I dati formali

Come detto in precedenza, i dati formali sono tutte quelle informazioni che è possibile ricavare dalla descrizione fisica del documento: solitamente in un catalogo o in un indice i dati formali ai quali sono attribuiti degli accessi imprescindibili sono l'autore e il titolo. Nel database elaborato per lo spoglio del periodico di “Spagna Contemporanea” ho inserito altri parametri formali come il codice ISBN del libri recensiti, il numero di volume, la sezione in cui è inserito l'articolo, l'annualità del periodico. Dati più o meno importanti che però devono essere inseriti seguendo delle norme codificate. Infatti, nelle descrizioni bibliografiche, devono essere seguite delle norme nazionali e internazionali a seconda della parte della notizia che si va a descrivere. Lo sforzo internazionale per rendere le descrizioni sempre più omogenee, nonostante le differenze culturali e linguistiche, è aumentato con l’introduzione dei computer nelle biblioteche. Lo scambio di dati bibliografici si è reso sempre più necessario e ha portato allo studio di protocolli compatibili (UNIMARC20), ma è doveroso sottolineare che l’automazione ha creato non pochi problemi nell’applicazione degli standard: in Italia, ancora oggi, le biblioteche appartenenti al sistema bibliotecario nazionale devono, in alcuni casi, discostarsi da quelle che sono le regole ISBD21, proprio per il fatto che l’uso 19CARLO REVELLI, Il Catalogo, Bibliografica, Milano, 1996, p. 52 ci dice che “descrivere un documento è indispensabile per identificarlo e per distinguerlo da tutti gli altri: il catalogatore immette dei dati e l’utente li recupera. Di qualsiasi natura siano questi dati è fondamentale che ci sia una norma che vada a regolare il comportamento del catalogatore con il fine ultimo di dare omogeneità all’indice o al catalogo”.

20 RICCARDO RIDI, Il mondo dei documenti, Laterza, Roma, 2010, p. 22: “Ottenere un buon livello di interoperabilità documentaria non è semplice, perchè oltre agli aspetti tecnici occorre tenere presente anche quelli relativi all'organizzazione dei flussi informativi, alle differenze linguistiche, all'armonizzazione delle norme legislative e amministrative e alla cooperazione tra enti e persone, settori e discipline, ma la premessa indispensabile almeno per avviare un processo che vada per la giusta direzione è l'adozione e la diffusione di standard per la produzione di metadati che possono riferirsi al loro vero e proprio contenuto oppure ad aspetti formali necessari per permetterne la circolazione. Come esempi di standard formali si possono ricordare: il MARC (machine-readable cataloguing) creato nel 1965 dalla Library of Congress per facilitare lo scambio automatizzato di metadati bibliografici fra le biblioteche e successivamente evolutosi in una gamma di formati, fra i quali UNIMARC (universalMARC) è oggi il più universale” .

21MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, pp. 449-451: “Le ISBD (acronimo di International Standard Bibliographic Description) costituiscono il riferimento per l'elaborazione dei codici di catalogazione nazionale e sono applicate direttamente nei paesi privi di normativa o cono codici non soddisfacenti per la parte descrittiva. Le ISBD hanno tre scopi: rendere possibile lo scambio di registrazioni catalografiche provenienti da fonti diverse … , favorire l'interpretazione delle registrazioni catalografiche oltre le

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Gli autori, uno degli accessi fondamentali relativo ai dati formali, sono stati inseriti nella tesi tenendo come punto di riferimento le norme RICA/REICAT. Le RICA22, pubblicate nel 1979, sono state, in Italia, la conseguenza della conferenza tenutasi a Parigi nel 196123 in cui si fissarono i principi generali ai quali le singole norme nazionali avrebbero dovuto attenersi in seguito: pur senza proporre un’unica norma valida per tutti i paesi, stabilì una base comune riguardo alle funzioni e ai punti di accesso del catalogo per autori, allo scopo di facilitare lo scambio internazionale di informazioni bibliografiche e la loro compatibilità. L’ente che organizzò l’incontro fu l’IFLA(International Federation of Library and Istitutions)24, che continua tutt’oggi la sua attività di unificazione. L’IFLA ha prodotto le ISBD e altri documenti importanti come quello della forma delle intestazioni per gli enti collettivi e le raccomandazioni per le liste di autorità. Compilate tra il 1968 e il 1975, pubblicate nel 1979, sono state di fondamentale importanza, non solo per la scelta di quella che doveva essere l’intestazione bibliografica, ma anche per quello che dovevano essere le forme assunte da queste intestazioni. Recentemente, a partire dal 1996, è stata avviata da una commissione nominata dall'ufficio centrale per i beni culturali, un’iniziativa di revisione delle RICA. Il progetto è terminato nel 2009 ed è ha preso il nome di REICAT25 (REgole Italiane di CATalogazione). La revisione si è resa necessaria a causa della diffusione di protocolli informatici, anzi, molte di queste norme sono state formulate proprio per rendere la catalogazione partecipata più omogenea e soprattutto la ricerca più funzionale. Possiamo dire che se RICA e REICAT mantengono linee guida comuni, cambiano alcune norme:

–per adeguarsi alle nuove esigenze

–perché si possa ottenere il massimo rendimento dagli strumenti a disposizione –per accogliere regole non scritte ma avvalorate dalla consuetudine

–per modificare, riformulare norme disattese o che hanno dato adito a interpretazioni differenti26.

22ISTITUTOCENTRALEPERILCATALOGOUNICO, Regole italiane di catalogazione per autori, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, Roma 1979; cfr. MAURO GUERRINI,

Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, pp. 429-439.

23MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, p. 379.

24 Http://ifla.org; cfr. anche MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, pp.

198-202: “L'IFLA è l'organizzazione che rappresenta a livello internazionale gli interessi delle biblioteche e dei loro utenti. Fondata a Edimburgo nel 1927, ha oggi 1700 membri in 155 nazioni … è un ente indipendente, internazionale, non governativo, non a scopo di lucro che ha per fine quello di promuovere standard per i servizi bibliotecari, incoraggiare la consapevolezza del valore di un buon servizio bibliotecario”.

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principale e quale secondario o coautore. In questa tesi, l'aspetto dell'accesso primario o secondario è stato tralasciato in quanto ritenuto non importante ai fini della redazione degli indici. Si è deciso, invece, di distinguere gli autori dei contributi da quelli dei libri recensiti, mentre, le RICA e le REICAT, sono state seguite per quanto riguarda la formalizzazione dei nomi.

4. ISBD e SBN

Come detto, se per la parte relativa alla catalogazione degli autori, ho fatto riferimento alle REICAT, per la descrizione bibliografica degli altri campi della notizia ho seguito le regole ISBD, anche se in alcuni casi particolari, ho preferito accostarmi a quelle che sono le applicazioni SBN (esclusivamente per ragioni di ordinamento). ISBD e descrizione bibliografica in ambiente SBN si discostano tra loro su diversi aspetti27, ma, nella mia tesi, non risultano evidenti in quanto, la notizia bibliografica è qui scomposta per essere inserita nei diversi campi del database da me predisposto.

Proprio questo processo di scomposizione ha semplificato di molto le operazioni di inserimento, eludendo anche gran parte delle differenze presenti tra ISBD e SBN. I campi che hanno richiesto una maggiore attenzione dal punto di vista catalografico sono stati quello “Autore” e quello

“Titolo”. Per quest'ultimo ho deciso di seguire i principi ISBD, ma secondo le applicazioni SBN.

Nonostante ci sia stato da parte delle varie associazioni un grande sforzo per omogeneizzare le descrizioni bibliografiche dei diversi paesi, molte volte, per ragioni di carattere esterno, le regole devono essere per forza di cose disattese o parzialmente modificate.

E’ quello che succede anche in Italia quando un catalogatore si trova a lavorare in ambiente SBN. Il sistema Bibliotecario Nazionale è la rete delle biblioteche italiane, promossa dal MiBac28 dalle 27MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, p. 228 : “Il catalogo di SBN è stato concepito per operare in ambiente automatizzato, per creare, più precisamente un catalogo in linea. Inoltre le procedure di catalogazione non sono state concepite come insieme autonomo, ma piuttosto come una componente di un ampio sistema per la gestione della biblioteca. In generale l'introduzione di un sistema automatizzato per la gestione di una biblioteca ha un significativo impatto su funzioni, contenuto e forma del catalogo .. . Queste caratteristiche generali sono proprie anche del catalogo SBN, ma con una estensiva applicazione di quel principio di

“economia” proprio delle basi dati e in virtù del quale i dati sono raggruppati in insiemi omogenei in relazione tra loro e organizzati con la minima ridondanza. Pertanto il disegno del catalogo SBN tende a ridurre la ridondanza sia a livello di creazione e memorizzazione del record bibliografico, sia a livello di creazione del catalogo. Anche la struttura del record bibliografico di SBN incorpora il principio di economia sopra richiamato: tutti gli elementi identici sono memorizzati nello stesso archivio e il record nella sua totalità l'insieme dei dati memorizzati in più archivi e delle relazioni fra essi. Così il formato del record bibliografico fa riferimento agli ISBD, ma incorpora una fine granularità in base alla quale, per esempio, l'area della collezione è estrapolata dalcontesto per costituire

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attualmente quasi 4500 biblioteche, statali, di enti locali, universitarie, di istituzioni pubbliche e private, operanti in diversi settori disciplinari29. Concludendo, se è vero che il sistema SBN, pur basandosi sugli ISBD, si discosta di molto quando lo vediamo applicato nei database professionali, nel caso specifico della mia tesi di laurea sono solo sporadiche le applicazioni di quello che è l'ambiente SBN, proprio perchè la natura stessa del database da me predisposto va a far mancare quelli che sono i punti in cui i due sistemi differiscono maggiormente. Per esemplificare quanto appena esposto, nella tesi, quando è stato preso in considerazione un titolo, si è voluto accostarsi alle norme SBN relativamente alla formalizzazione degli elementi: XIX sec. è stato trasformato in sec. 19. così come tutti gli articoli presenti all'inizio del titolo sono stati postposti alla fine tra parentesi tonde per favorire l'ordinamento, sulla falsa riga di quanto avviene in ambiente SBN con l'uso dell'asterisco. Queste, sostanzialmente, sono le convenzioni prese a prestito da SBN, scelte per motivi di ordinamento in fase di creazione di indici per titolo.

29MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, pp. 224-238: “Il Servizio Bibliotecario Nazionale è la più estesa e capillare rete bibliotecaria italiana. Le Biblioteche che ne fanno parte, raggruppate in 61 poli, aderiscono allo stesso modello concettuale delle procedure automatizzate utilizzate e condividono uno stesso formato dei dati bibliografici. Condividono soprattutto la stessa idea di cooperazione e gli stessi obiettivi: fornire ai cittadini, indipendentemente dall'appartenenza amministrativa delle singole biblioteche, un catalogo collettivo nazionale contenente milioni di record, e i connessi servizi di ricerca, localizzazione e circolazione dei documenti”; per SBN vedi anche RICCARDO RIDI, Biblioteche in rete : istruzioni per l'uso, Laterza, Roma, 2002, p. 82-97: “Il servizio viene alimentato tramite la catalogazione partecipata. Un determinato documento viene pubblicato dalla prima biblioteca, tra quelle adrenti a SBN, che lo acquisisce. Le altre biblioteche SBN si limitano a catturare la copia della scheda bibliografica disponibile sull'indice centrale e ad aggiungervi la propria localizzazione. Oltre alla ricerca bibliografica, SBN consente agli utenti di accedere on line a vari servizi, quali richieste di prestito ILL o DD, anche proposte di acquisto. … L'indice centrale è gestito dal Ministero, mentre i poli

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Nella redazione degli indici di “Spagna Contemporanea”, oltre ad attribuire dei dati formali fondamentali per il recupero della notizia, è stato attribuito anche, ad ogni descrizione, un dato semantico (soggetto). Di norma, il soggetto attribuito alla notizia bibliografica creata si riferisce al contenuto dell'articolo, ma, per quanto riguarda la sezione Recensioni e la sezione Schede, è doveroso premettere che i soggetti fanno riferimento all'opera recensita e non al commento critico proposto dall'autore della recensione.

“L’identificazione del contenuto informazionale del documento per poi essere organizzato attraverso i codici di un linguaggio documentario solitamente coinvolge tre aspetti:

– Analisi del documento in sé in relazione al concetto di aboutness – Un secondo in relazione al tipo di utenza e alla collezione

– Scelta tra indicizzazione sommaria o spinta30

Quest’ultime sono in relazione al grado di specificità e il grado di esaustività che a loro volta influenzano i processi di recupero dell’informazione. Una indicizzazione spinta aumenterà il numero delle segnalazioni sotto ciascun descrittore, ma, come ci dice Benedetto Aschero in Teoria e tecnica dell'indicizzazione per soggetto31, “è da preferire la sommarizzazione; esaustività e indicizzazione spinta devono essere usate con cautela perchè abbassano il grado di precisione. Se il documentalista cerca di sfruttare al massimo le risorse bibliografiche del suo istituto e ricorre metodicamente all'indicizzazione spinta, aumenta senz'altro il numero delle segnalazioni sotto ciascun descrittore, ma abbassa proporzionalmente il grado di precisione. Anche la sommarizzazione, tuttavia, può abbassare il grado di precisione, se non è sufficientemente specifica.

Specificità significa rispettare i rapporti gerarchici genere/specie che esistono fra i concetti (es. Le bertucce e le catarrine, biblioteconomicamente parlando, sono specie del genere scimmie che a loro volta sono specie del genere primati; i primati sono specie del genere mammiferi ecc. Indicizzare con Primati un documento che tratti delle scimmie significherebbe mancare di specificità)”. Come detto, durante la formulazione del soggetto è importante tenere conto dell’omogeneità e della coerenza in modo da consentire un’accumulazione ordinata dei dati nel catalogo. Individuare i soggetti non è semplice, soprattutto quando dobbiamo tenere presente sia un aspetto quantitativo che qualitativo.

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compongono. La specificità nei confronti dei soggetti ha un valore semantico perché il termine con il quale viene indicato il soggetto dovrà essere coestensivo ad esso, lo dovrà indicare con esattezza32”. La specificità semantica è chiamata esaustività indicando la quantità di concetti presenti in un soggetto33. Dai gradi di esaustività e di specificità adottati risulteranno, al momento della ricerca, determinati gradi di richiamo e di precisione. Il primo termine indica la quantità di documenti recuperati in seguito ad una richiesta, mentre il secondo riguarda la quantità dei documenti interessanti ai fini della ricerca rispetto all’insieme dei documenti recuperati34.

Per la creazione di un soggetto, devono essere seguite diverse procedure:

- Analisi concettuale del documento -Formulazione della stringa di soggetto - Controllo dei termini

6. Analisi concettuale

L’identificazione del contenuto del documento consiste nello stabilire di quale argomento tratta, cioè nello stabilire, in base al concetto di “aboutness, la relazione esistente tra il discorso del documento intorno a un concetto e il concetto teoricamente definito come una parte della conoscenza generale35”.

“L’analisi concettuale riguarda non l’analisi del complesso teorico delle conoscenze su un argomento, ma l’analisi dell’argomento relativamente al documento da indicizzare: si tratta di stabilire il rapporto tra l’argomento in sé e i modi in cui è stato trattato36

32 CARLO REVELLI, Il Catalogo, Bibliografica, Milano, 1996, p. 268.

33ROSSELLA CAFFO, Analisi e indicizzazione dei documenti: l’accesso per soggettoall’informazione, Bibliografica, Milano, pp. 27-35.

34CARLO REVELLI, Il Catalogo, Bibliografica, Milano, 1996, pp. 269-270.

35ROSSELLA CAFFO, Analisi e indicizzazione dei documenti: l’accesso per soggettoall’informazione, Bibliografica, Milano, p. 23.

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- Esame del documento

- Individuazione delle informazioni - Selezioni dei concetti

- Traduzione, ossia l’attribuzione ai concetti di un indicatore che ne permetta il recupero

Per quanto riguarda la prima fase, si ritiene proficuo l’esame di punti chiave prestabiliti (titolo, indice, introduzione, ecc.)37”. Anche se il catalogatore in questo modo procede solo ad un esame parziale e superficiale del documento, questo è l’unico metodo possibile: sarebbe assurdo dover leggere per intero un documento per soggettarlo.

Individuato il tema trattato dal documento, occorre procedere alla individuazione delle informazioni, distinguendo tra concetti principali, afferenti e secondari. Il concetto principale è l’argomento dell’opera attorno al quale ruotano altri concetti che ad esso afferiscono.

Individuato il concetto o i concetti principali e quelli secondari, occorre scegliere quali indicare all’utente :

- Segnalare soltanto i temi o il tema principale (sommarizzazione)

- Segnalare il tema principale o i temi principali e i secondari più interessanti (esaustività) - Segnalare tutti i temi, principali e secondari (indicizzazione spinta)38

I concetti enucleati dal documento devono essere tradotti in formule che permettano all’utente di recuperare tutte le informazioni secondo vari argomenti. Infatti, per traduzione si intende il

“processo di conversione dei termini di un linguaggio controllato al fine del recupero dei documenti in risposta a richieste di informazioni su particolari soggetti. L’analisi così tradotta, sia in forma di

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di indicizzazione il ricercatore è in grado di definire il soggetto che cerca con le stesse parole o simboli usati dall’indicizzatore dei documenti.

7. Il Soggettario e il Nuovo Soggettario

Per la soggettazione in Italia, fino al 2007, lo strumento normativo nazionale per la soggettazione è stato il Soggettario di Firenze, pubblicato nel 1956 e aggiornato negli anni40. Il soggettario prevedeva la presenza di 23.000 voci, 10.000 suddivisioni e 100.000 richiami41, la cui funzione unificante è stata insostituibile: come detto in precedenza, ha permesso a tutte le biblioteche di parlare lo stesso linguaggio, anche se in alcuni casi, biblioteche particolari, molto spesso hanno creato soggettari specifici che si discostano dalle norme nazionali (es. a Venezia : la biblioteca della Biennale42 , la biblioteca di ca’ Pesaro43, la biblioteca del museo Correr44. Hanno dato vita ad un soggettario proprio dell’ente per esigenze contingenti e per mettere in evidenza particolarità del posseduto).

Il Soggettario rispetta quello che chiama lo “spirito della lingua”, ossia la forma diretta dell’espressione: quando il concetto chiave è formato da più parole rifiuta l’inversione anche se il termine composto inizia con una parola generica, con poche eccezioni (es. Caporetto, battaglia di.

1917).

Le voci, evidenziate in neretto, sono seguite dai collegamenti con altre voci e dall’elenco delle suddivisioni. Le voci possono essere qualificate, in caso di omonimia e ordinate alfabeticamente.

Sono presenti poi collegamenti di quattro tipi:

- Vedi che indica il rinvio ad una voce non accolta

- * indica il rinvio che è dalla voce accolta porta ad una voce rifiutata

- Vedi anche mette in collegamento voci o suddivisioni che presentano affinità - ** indica una relazione gerarchica ascendente o un’affinità

39DIEGO MALTESE, Elementi di indicizzazione per soggetto, Bibliografica, Milano, 1982, p. 32.

40CENTRO NAZIONALEPERIL CATALOGO UNICODELLE BIBLIOTECHE ITALIANEEPERLE INFORMAZIONI BIBLIOGRAFICHE, Soggettario:

per i cataloghi delle biblioteche italiane, , Stamperia “Il cenacolo”, Firenze 1956.

41CARLO REVELLI, Il Catalogo, Bibliografica, Milano, 1996, p. 326.

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Lo strumento utilizzato per la catalogazione semantica delle notizie bibliografiche di “Spagna Contemporanea” è stato, al contrario, il Nuovo Soggettario di Firenze.

La presentazione del prototipo è avvenuta nel 200746 e, a partire da quell'anno, le biblioteche italiane, lo stanno gradualmente adottando: questo presenta una struttura del tutto innovativa e che differisce completamente dal ”vecchio” Soggettario di Firenze utilizzato in precedenza. Realizzato a cura della Biblioteca Nazionale di Firenze, aderisce ai principi Stabiliti dall’IFLA e alle indicazioni degli standard internazionali, è in continua evoluzione e ogni sei mesi viene aggiornato.

“Elaborato all’interno della BNCF dal gruppo coordinato dal settore indicizzazione per soggetto e classificazione della BNI47” ha come principale riferimento metodologico e normativo la Guida all’indicizzazione per soggetto del GRIS48. Le differenze tra la Guida Gris e il Nuovo Soggettario si manifestano nella formulazione di alcuni principi e regole, derivante da un’esigenza di semplificazione, conseguenti alla necessità di tener conto della tradizione del Soggettario. Tuttavia, la differenza principale, che li rende complementari, sta nella diversità dei due strumenti: la Guida GRIS propone un metodo e le sue basi normative, mentre il Nuovo soggettario è un sistema di indicizzazione costituito da un insieme unitario di componenti: norme generali, alcuni dispositivi applicativi, il thesaurus e, in futuro, un archivio di stringhe di soggetto.

“L’obiettivo del Nuovo soggettario era quello di superare una situazione incoerente e non uniforme e voler offrire uno strumento di indicizzazione con principi stabiliti a livello internazionale, fondato su regole chiare, idoneo ad offrire soluzioni e a garantire risultati uniformi., uno strumento condivisibile e insegnabile anche se applicato ad ambiti differenti49”.

45BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto : prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006.

46 http://thes.bncf.firenze.sbn.it/info.htm

47BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto : prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006, p. 19.

48MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, pp. 652-656: “Il GRIS, Gruppo di Ricerca sull'Indicizzazione per Soggetto, nato agli inizi degli anni novanta all'interno dell'Associazione Italiana Biblioteche (AIB), con il compito di elaborare un metodo di indicizzazione per soggetto coerente, adeguato alle potenzialità del catalogo informatizzato e alle esigenze della cooperazione tra le biblioteche, idoneo a promuovere il rinnovamento degli strumenti tradizionali … Nel primo documento pubblicato dal GRIS l'obiettivo del progetto proponeva di rinnovare gli strumenti tradizionali e migliorare la qualità dell'indicizzazione. L'obiettivo non è stato completamente raggiunto; tuttavia viene perseguito lungo una linea di sviluppo che parte dall'elaborazione del metodo (ASSOCIAZIONE ITALIANA BIBLIOTECHE, La Guida all'indicizzazione per soggetto, Roma, 1996) e, tramite la diffusione come strumento di aggiornamento culturale e professionale e la sua applicazione in cataloghi e

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oltre a tener conto del gruppo di lavoro del GRIS e delle riflessioni elaborate in SBN.

Il vecchio soggettario era ormai uno strumento obsoleto, sia sul piano lessicale, sia sul piano sintattico, dato che non vi si poteva trovare uniformità ed efficacia (oltre a non avere norme precise )

Il “principale modello di riferimento del nuovo linguaggio è il modello analitico-sintetico che ha due implicazioni:

- La possibilità di analizzare qualsiasi soggetto nei suoi elementi costitutivi, i singoli concetti e i termini che li esprimono (analisi)

- La possibilità di organizzare concetti e termini su due piani distinti, quello della semantica e quello della sintassi (le stringhe di soggetto) dove si combinano secondo relazioni sintagmatiche per esprimere soggetti composti (sintesi)50”.

Oltre ai due piani (sintassi e semantica), il nuovo soggettario non considera tutti i concetti presenti un enunciato di soggetto tutti sullo stesso piano: la “componente essenziale è detta nucleo, mentre gli altri concetti fungono da complementi51

L’ordine di citazione è regolato da alcuni principi :

- “Relazione uno a uno: che tende a garantire i nessi logici tra i termini che compongono la stringa. I concetti legati da un nesso logico devono essere citati in immediata successione52”.

- “Dipendenza logica: tra due concetti deve essere citato prima quello costituisce il presupposto logico della funzione svolta dall’altro, intesa ora come oggetto di un’azione transitiva o l’agente di

50BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto: prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006, p. 37.

51BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto: prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006, p. 110.

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L’applicazione di quest’ultimo principio è specificata tramite due criteri:

- “Principio di dipendenza dall’oggetto meta: quando nel soggetto è presente un concetto di attività transitiva o un altro concetto con funzione analoga, il termine che rappresenta l’oggetto o la meta deve essere rappresentato prima dell’attività54”.

- “Principio della dipendenza dal possessore: in presenza di una relazione di appartenenza, il termine che rappresenta il possessore (o il tutto) deve essere citato prima del termine che rappresenta la parte o la proprietà55”.

- “Attinenza al nucleo: i concetti che rappresentano concetti complementari sono disposti nella stringa nell’ordine di decrescente attinenza al nucleo che dà luogo alla sequenza: luogo – tempo – forma intellettuale – caso – destinazione/forma bibliografica – forma materiale56

Oltre a queste regole generali e fondamentali, ci sono altri principi minori che ci aiutano a costruire quella che sarà la stringa di soggetto e un indice coerente.

- “Singolare e plurale: all’interno del soggettario sono presenti termini sia singolari che plurali. Si userà il plurale per i termini che rappresentano concetti numerabili e il singolari per concetti non numerabili, detti di massa57”.

53BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto: prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006, p. 116-117.

54BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto: prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006, p. 117-118.

55BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto: prototipo del Thesaurus, Bibliografica, Milano, 2006, p. 118.

56BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per

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singolare e del plurale di uno stesso lemma è possibile solo se i concetti rappresentati dalle due forme appartengono chiaramente a due categorie o faccette diverse58

- Disambiguazione: i termini di un linguaggio non devono essere ambigui, nel caso potessero esserlo, vanno specificati in parentesi uncinate.

- I termini geografici sono formulati osservando le REICAT.

9. Social tagging, Soggettari, Thesauri e sistemi classificati.

L’analisi concettuale è il punto di partenza per chi vuole soggettare un documento, dopo di che il catalogatore avrà diverse opzioni, diversi linguaggi controllati (e non) ai quali poter fare riferimento.

I linguaggi controllati, sono certamente quelli che danno più valore alla risorsa, più possibilità, se usati nel modo corretto, che il documento venga recuperato per il suo effettivo valore.

Non dobbiamo dimenticare che negli ultimi anni, con l’avvento del web 2.0, l’utente non è più passivo, ma anche lui diventa catalogatore. E’ il “fenomeno definito social tagging e folksonomies, gli utenti, in misura variabile e con modalità molteplici, classificano e valutano oggetti, servizi, informazioni59” . Questo è un fenomeno da un lato positivo perché permette di distribuire il peso della gestione dell’organizzazione dell’informazione, ma da un altro punto di vista, è facilmente intuibile che all’interno della soggettazione non controllata, documenti uguali possono essere soggettati in modo differente.

58BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario : guida al sistema italiano di indicizzazione per

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natura e quindi dei loro limiti, soprattutto considerando che in molti ambiti esse costituiscono l'unica possibilità economicamente sostenibile di una qualsiasi forma di indicizzazione, possono essere utilizzate non tanto per sostituire, ma per arricchire forme di indicizzazione più sofisticate e standardizzate, ma tipicamente concentrate solo su alcuni aspetti dei documenti, scelti fra quelli più oggettivi. Esse permetterebbero anche agli indicizzatori professionali di scoprire il linguaggio e gli interessi della propria comunità di riferimento e agli utenti di scoprire e seguire percorsi di ricerca, le categorizzazioni concettuali o anche solo i gusti di lettura di altri utenti, consentendo varie forme di socializzazione. Le folksonomie sensibilizzano la società, paradossalmente anche grazie ai loro difetti, riguardo all'importanza e alle tematiche di indicizzazione e del recupero dell'informazione”60.

Anche in “Spagna Contemporanea”, sia all'interno del sito che all'interno della edizione cartacea, troviamo la presenza di abstract e parole chiave. Quest'ultime sono il prodotto di una analisi concettuale da parte della redazione, ma non c'è stata, nell'ultima fase, una standardizzazione dell'accesso creato.

Nei cataloghi è fondamentale invece, per la loro sopravvivenza, la coerenza interna. La normalizzazione non rende possibile solo la coerenza, ma anche lo scambio. La creazione e l’adozione di strumenti nazionali e internazionali, facilitano la ricerca degli utenti che, anche se provenienti da altre biblioteche, troveranno uno strumento a loro familiare.

Il soggettario presuppone dunque una indicizzazione precoordinata, ossia stabilisce l’esistenza di voci che si riferiscono a concetti chiave e di altre voci impiegate come suddivisioni, mentre l’indicizzazione postcoordinata prevede che il documento sia ricercabile attraverso tutti i termini presenti nella stringa, ovvero la coordinazione avviene durante la ricerca. “Nella pre-coordinazione i termini riferiti ai concetti che compongono un soggetto vengono organizzati in fase di catalogazione in una successione coerente, con un prima e un dopo, per dar luogo ad una intestazione che avrà un'unica collocazione nel catalogo in ordine alfabetico, mentre, nella soggettazione post-coordinata, i termini che esprimono i concetti le voci, vengono semplicemente segnalati senza essere posti in relazione tra di loro, ciascuno di essi potrà essere oggetto indipendente di ricerca61”.

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in esame i soli concetti. Essi non si pongono il problema dell’aggregazione delle voci, essi rappresentano un avvicinamento tra la soggettazione alfabetica e la classificazione, prevedendo collegamenti BT (broader term), NT (narrower term), RT (related term), oltre a USE per il rinvio e UF (used for) per il contrario62. Si tratta di una soggettazione per termini assegnati, che si distingue dalla tecnica di soggettazione per termini derivati. “L'indicizzazione per termini derivati, prevede che le parole-indice vengano estratte direttamente dal titolo o dal testo del documento. A tale scopo possono essere utilizzate due tipologie di sistemi : il primo prevede la manipolazione del titolo (tra questi l'indicizzazione per catcword, il sistema KWIC, il sistema KWOC), mentre un secondo tipo è il sistema di indicizzazione dei documenti in base alle citazioni, il citation indexing. Non tutte le parole del titolo vengono adoperate per costruire accessi, di norma vengono selezionate solo le parole significative per la descrizione del contenuto del documento. La selezione dei termini può essere fatta sia in senso positivo, nel predisporre cioè una lista di termini consentiti per l'indicizzazione, sia in senso negativo, con l'uso di una stop list o di una lista di esclusione che contiene tutte le parole da non considerare, come ad esempio articoli, congiunzioni, preposizioni, pronomi e parole comuni. Nel primo caso il sistema confronta tutte le parole dei titoli con quelle contenute in un tesauro: solo quelle in esso contenute possono essere utilizzate per costruire accessi.

Nel secondo caso, al contrario, tutte le parole non trovate nella stop list sono ammesse come accesso63”. “Nell'indicizzazione per termini assegnati, l'indicizzatore sceglie termini in base ad una lista di riferimento. Per garantire la coerenza dell'indicizzazione è necessario uno strumento di riferimento terminologico che consenta la rappresentazione univoca dei concetti: un concetto deve essere sempre espresso nello stesso modo, e viceversa un termine deve essere sempre denotare uno stesso concetto64”, quello che è stato fatto nella tesi con l'utilizzo del Nuovo Soggettario di Firenze.

L'analisi concettuale può portare non solo alla soggettazione del documento, ma anche alla sua classificazione. Infatti, a seguito dell'analisi concettuale e della selezione dei concetti, si dovrà procedere all'attribuzione di un indicatore che ne permetta il recupero. Questo indicatore potrà essere un termine (soggettazione) o il concetto potrà essere inserito in una classe che raggruppa oggetti o concetti che presentano aspetti comuni65.

62CARLO REVELLI, Il Catalogo, Bibliografica, Milano, 1996, p. 324.

63ROSSELLA CAFFO, Analisi e indicizzazione dei documenti: l’accesso per soggettoall’informazione, Bibliografica, Milano, p. 51.

64ROSSELLA CAFFO, Analisi e indicizzazione dei documenti: l’accesso per soggettoall’informazione, Bibliografica,

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posti in relazione gerarchica e per affinità secondo suddivisioni per genere, specie, differenza, proprietà e accidente, risale all’antichità e da essa deriva l’organizzazione sistematica delle informazioni in repertori come le enciclopedie66”. Le classificazioni applicate alle biblioteche sono innumerevoli. Il soggetto si trova inserito nella classe di appartenenza e la difficoltà sta proprio qui:

stabilire a quale classe appartiene il soggetto. Una classificazione si esprime attraverso una notazione, ossia deve impiegare dei segni organizzabili tra di loro allo scopo di identificare i soggetti o le materie. Una delle classificazioni più note in tutto il mondo è sicuramente la Classificazione Decimale Dewey67, ma da segnalare sono anche la Classificazione della Library of Congress68 e la Classificazione Colon69.

La “CDD si sviluppa da dieci classi principali e per suddivisioni successive, alle quali corrisponde un’espansione del simbolo di classificazione, giunge a indicare soggetti specifici70”. Sicuramente la CDD presenta dei limiti non solo semantici, dato che, molto spesso, non si trova un’espansione tale del soggetto da poter trovare ciò che si desidera, ma sono riscontrabili dei limiti sintattici, in particolare per soggetti di una certa complessità, per i quali non è consentita una espressione esaustiva.

Nonostante questi limiti, questo tipo di strumento è stato ed è tutt’ora un’ottima soluzione per le biblioteche a scaffale aperto. La concentrazione dei documenti in base alla classe di appartenenza aiuta l’utente a cercare senza l’uso di strumenti o di intermediari e, spesso, con buoni risultati.

10. Il Database degli Indici di Spagna Contemporanea

Il database elaborato per la redazione degli indici di “Spagna contemporanea” è il vero e proprio focus della tesi di laurea. Con il termine database si vuole indicare una archivio dati organizzato per campi in cui, ogni campo, anche se indipendente, può essere messo in relazione con gli altri per l'elaborazione di “reports” ai fini di un ordinamento o per il recupero di un'informazione.

66CARLO REVELLI, Il Catalogo, Bibliografica, Milano, 1996, p. 335.

67 Ultima edizione: a cura di BIBLIOTECANAZIONALECENTRALEDI FIRENZE, ideata da MELVIL DEWEY,Classificazione decimale Dewey e Indice relativo, 22. edizione, AIB, Roma, 4 v.

68 Ultima edizione: prepared by LIBRARYOF CONGRESS CATALOGING POLICYAND SUPPORTOFFICE, LC classification outline,

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anno, pagine, sezione di appartenenza, annata) e un dato semantico, il soggetto. Il database ci permette di combinare e filtrare tutti i dati presenti in archivio, attraverso l'elaborazione di

“reports”, al fine di recuperare le notizie per noi più interessanti. Possiamo creare elenchi per autore, per soggetto, per numero o anche un elenco di quello che un determinato autore ha scritto su un determinato argomento. Le combinazioni possibili sono numerose, determinate in base alle esigenze dello studioso. Io ho creato gli indici per autore, per soggetto e per titolo, gli strumenti classici e fondamentali di ogni catalogo.

Il software utilizzato è stato “Open Office” la cui scelta è motivata da due considerazioni fondamentali: reperibilità del software e esportabilità dei dati.

Open office è un programma opensource cioè direttamente e gratuitamente scaricabile dal web e, anche se non presenta una grafica accattivante come altri programmi similari a pagamento, i dati elaborati sono esportabili nelle più diffuse estensioni microsoft. Gli elenchi possono essere elaborati direttamente in word o in excel e il database può essere esportato in Microsoft Access.

Esportare il database vero e proprio ha creato, in verità, più problemi e passaggi di quanto ci si aspettasse, infatti Open office permette di creare elenchi direttamente in un formato compatibile, ma non dà la possibilità di salvare il database in un formato che non sia quello .odb (openoffice data base).

Per poterlo fare sono stati necessari diversi passaggi: prima di tutto esportare il database in excel, con un semplice copia e incolla, da excel è stato possibile creare un database Access (il corrispondente programma della microsoft per la creazione di database). Questo lavoro è stato fatto solo per verificare l'esportabilità dei dati.

Ho indicizzato più di 1600 notizie bibliografiche, ma, la cosa più difficile è stata quella di mantenere una omogeneità all'interno dell'indice. E' stato necessario portare avanti un continuo lavoro di revisione, sia per i refusi, sia per, soprattutto, non creare doppioni, in particolare nel campo Autori. Quando si lavora con un software bibliografico, uno strumento fondamentale risulta essere l'archivio degli Autority Files71.

71 MAURO GUERRINI, Biblioteconomia : guida classificata, Bibliografica, Milano, 2007, p. 444: “L'autority file è l'archivio all'interno del quale vengono raccolti gli autority record; registra le decisioni assunte in merito alla scelta della forma dell'intestazione e ha lo scopo di coordinare l'attività dei catalogatori per assicurare uniformità al lavoro d'indicizzazione; costituisce l'autorità a cui fare riferimento per verificare se una particolare intestazione è già stata

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ad uno stesso autore. Nel database da me creato, questo controllo è stato effettuato, per ogni autore attraverso l'utilizzo degli opac nazionali e internazionali.

Nel campo del soggetto, in alcuni casi, si è deciso di utilizzare anche parole non presenti nel thesaurus: il nuovo soggettario è uno che fa riferimento soprattutto alla cultura e alla lingua italiana, mentre gli articoli soggettati risentono della cultura spagnola. Ecco quindi che possiamo trovare movimenti culturali, sociali e storici espressi con un solo vocabolo che nel nostro thesaurus non risulta essere presente e il cui significato non può essere sostituito con un sinonimo (Ad es. i termini Carlismo, Afrancesados)

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Autore Titolo Num. Pp. Anno Abello, Teresa mito de Garibaldi en el anarquismo espanol

(El)

25 21 - 38 2004

Acciai, Enrico Berneri e Rosselli in Spagna : l'esperienza della “Sezione Italiana della Colonna Ascaso"

38 37-66 2010

Adagio, Carmelo Dalla guerra alla dittatura : elementi di

continuità nel franchismo 19 227-232 2001

Adagio, Carmelo Democrazia municipale e politiche urbanistiche in Spagna, 1975-1985

22 103-124 2002

Adagio, Carmelo destra spagnola fra "spazio" e "finzione" (La) 14 159-164 1998 Adagio, Carmelo Esposizione Universale di Siviglia del 1992 :

primi bilanci (L')

24 323-325 2003

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Adagio, Carmelo Leggere (e narrare) le città spagnole 22 181-190 2002 Adagio, Carmelo PSOE e la gestione dei grandi eventi del 1992

(Il) 25 69-99 2004

Adagio, Carmelo rappresentazioni della Guerra civile nel catalogo di una bella mostra (Le)

19 127-36 2001

Adagio, Carmelo Religione politica" e Spagna del novecento (")

12 163-166 1997

Adagio, Carmelo ricostruzione ideologica della seconda repubblica (Una)

15 173-176 1998

Adagio, Carmelo Sistema politico e processi decisionali nella Spagna democratica

20 279-283 2001

Adagio, Carmelo spazio pubblico a Barcellona (Lo) 24 325-326 2003 Adagio, Carmelo spazio pubblico a Barcellona (Lo) 24 325-326 2003 Adagio, Carmelo visioni di Ezkioga fra storia e antropologia

(Le)

12 107-117 1997

Aglietti, Marcella Ángeles del hogar» : il prototipo femminile nella stampa liberale madrilena di fine Ottocento

22 1-24 2002

Aglietti, Marcella Apporti stranieri all'identità culturale

spagnola 22 198-199 2002

Aglietti, Marcella Costituzione, organizzazione del potere e pluralismo territoriale : il caso della Spagna

30 225-227 2006

Aglietti, Marcella donne e l’Università : il caso della Spagna tra il 1910 e il 1936 (La)

38 234-236 2010

Aglietti, Marcella En lugar del feminismo” : complessità e

aporia del modello muliebre nel falangismo 36 221-223 2009

(26)

di Pilar Primo de Rivera

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22 196-198 2002

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22 194-195 2002

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di “El País” e del Grupo Prisa 28 264-265 2005

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30 223-225 2006

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38 7-35 2010

Aglietti, Marcella testimone eccellente della Guerra Civile

spagnola : Clara Campoamor (Un) 23 215-218 2003

Aguado, Ana amica non conosciuta (Un') 37 219-222 2010

Aguado, Ana María Fernanda Mancebo : entre la historia,

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